Videogiochi > Final Fantasy - Dissidia
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Autore: AlekHiwatari14    27/04/2018    1 recensioni
La realtà si fonde con la fantasia tramite degli eventi. Quando il destino è stato scritto e Materia ti ha scelto per combattere nella sua armata, non puoi far almeno di combattere e accettare ciò che accade. Guerrieri di Cosmos e di Chaos vengono a contatto con me. Sun, ragazza comune, finita per scherzo su Dissidia.
Perchè sono qui? Cos'ho fatto per meritarmi questo?
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 39


Arrivata nella mia realtà, la malinconia mi assale. 
L'auto di Amy è distrutta e penso che difficilmente se la siano cavata.
Ho chiamato mia madre che mi sta venendo a prendere. Mi sporgo sul ciglio della strada, prendendo il cellulare e vedendo la posizione in cui sto. Non capisco ancora come sia possibile che sia andata su Dissidia e mi sia scampata quella brutta botta.
Un'auto si ferma. E' la panda di mia madre. La vedo scendere in lacrime dalla macchina, venendomi incontro e abbracciarmi:"Cosa ti è successo? Sei tutta sporca di sangue e..."
"Lupi."Dico sinteticamente. La vedo osservarmi preoccupata e allora spiego:"Dei lupi mi hanno attaccata, ma sto bene."
"Torniamo a casa."Aggiunge ed io annuisco salendo a bordo del veicolo.
Gli occhi increduli di mia madre la raccontano lunga. Sembra che siano passati mesi prima che tornassi.
"Dove sei stata? Cos'è successo?"Mi domanda.
Sospiro. Non ho voglia di parlare e, appoggiando il braccio sul finestrino aperto, glielo dico chiaramente:"Non chiedermi niente, mamma. Non lo so nemmeno io."
C'è un'attimo di silenzio. Il vento mi scompiglia i capelli e guardando quel paesaggio che segue ho sempre più l'impressione di essere stata fuori per molto tempo prima di tornare.
Quel dolce silenzio, però, è tutta un'illusione.
E' la quiete prima della tempesta.
Vedo mia madre voltarsi verso di me, per poi guardare nuovamente la strada e continuare informandomi:"Dobbiamo andare in questura. Devi raccontare cos'è successo, perchè le tue amiche non ricordano della tua scomparsa."
"Cosa?"Farfuglio confusa, voltandomi verso di lei incredula, mentre continua a spiegare:"Sei per caso fuggita o...hai aperto la porta dell'auto un attimo prima di schiantarsi? Perchè è tutto troppo strano."
"Ti avevo detto niente domande ed ora non ho la testa di andare in questura. Voglio andare da Amy e Lela."Mi oppongo e lei rivela:"Sono ancora in ospedale."
Quella parola mi insospettisce. Ancora...cioè perchè ancora? Sembra che stiano da chissà quanto tempo.
Sono passate si e no due settimane e lei se ne esce che stanno ancora in ospedale. E' ovvio.
Mica dopo un incidente di questo riescono a riprendersi subito? E' già un miracolo che siano vive vedendo com'è ridotta la loro macchina abbandonata.
Nervosa da quel parlare comincio ad alterarmi:"Ancora? Perchè? Da quant'è che stanno lì? Fai sembrare come se fossero anni."
"Ah...tesoro, non scherzare. Non sono cose su cui ci si scherza."
"Mamma, non sto scherzando!" Sbraito nervosa, mentre la vedo fermarsi ad un semaforo rosso. 
Incredula si volta verso di me chiedendo:"Davvero non lo sai?"
"No che non lo so. Sarò andata via per massimo una settimana o due."
"Una settimana o due? No. Tu sei scomparsa per ben quattro mesi pieni."Mi rivela scioccandomi.
Possibile che sia passato tutto questo tempo?
Incredula, ripeto con un filo di voce:"Quattro... mesi?"
"Si e sono scomparse altre due ragazze, due mesi dopo di te, su quella strada.  I locali la stanno chiamando la strada maledetta."
Mia madre mi fissa, mentre sto ancora sotto shock a causa della notizia appena saputa.
Possibile che quelle due siano...?
No, non può essere. Non possono essere Vivian e Giselle.
Se fosse così non so come sia possibile che siano arrivate lì, su Dissidia.
"No, è impossibile."Dico scuotendo la testa e pensando, ma sembra non ci siano altre soluzioni. Devo chiedere a lei:"Mamma, chi sono queste due ragazze?"
"Le conosci. Sono le tue vecchie compagne di scuola, quelle che ti stavano sempre dietro e ti cercavano ovunque. Come si chiamavano...?"
"Giselle e Vivian?"Dico quei nomi sperando che non sia così.
Il semaforo rosso scatta, diventando verde, ma nessuno delle due se ne accorge. La vedo sorpresa del mio sapere. Annuisce:"Si, loro. Erano andate a festeggiare il loro compleanno da quanto ne so."
"Mamma, portami in ospedale."
"Cosa?"
"Voglio andare da Amy e Lela."Urlo, mentre le macchine dietro di noi iniziano a protestare della nostra sosta troppo prolungata.
Mia madre mette in moto e dopo vari tentativi di persuaderla a portarmi dalle mie compagne, riesco a convincerla.
Arriviamo in ospedale ed entro nella stanza, nonostante i medici non volessero farmi entrare per il fango che mi ricopre. Non sono nemmeno voluta andare a farmi una doccia per vederle.
Cammino all'interno dei corridoi, seguita da mamma e dai medici che vogliono vietarmi l'ingresso.
Apro la porta della stanza 113 e le trovo lì, una accanto all'altra e stanno nel letto.
"Amy, Lela."
Sentendo la mia voce, le due spostano lo sguardo chiamandomi:"Sun!"
Vado da loro abbracciandole e lasciandole sorprese.
"Ma dove sei stata?"Mi chiede Amy, seguita da Lela:"Sei tutta sporca di fango."
"E' una lunga storia. L'importante è che state bene."Dico allontanandomi da loro. 
Fortunatamente hanno solo qualche frattura e non possono muoversi per i vari danni causati dalle bruciature che sembrano essersi risanati in parte.
"Come hai fatto ad uscire dall'auto?"
"Già, noi non ti abbiamo vista più. Come hai fatto?"
"Non lo so, mi sono semplicemente ritrovata in un altro posto. Tutto qui."Rispondo, per poi guardare Amy e appoggiare la mano sulla sua dicendole:"Comunque, se ci avresti detto dell'incontro con le vipere, non ti avremo fatto mettere al volante."
Lo sguardo della mia amica è abbastanza meravigliato e Lela chiede:"Di che stai parlando?"
"Come sai che le avevo viste?"
"Ho trovato il cellulare delle due bastarde. Eravamo seguite da loro e hanno filmato tutto."Rivelo lasciandole perplesse.
"Dov'è il cellulare adesso?"
"Già, se lo hai con te possiamo portarlo in questura e..."
"Merda! L'ho lasciato nelle mani di Bartz su Dissidia."Dico spontaneamente, avendo i loro sguardi confusi su di me.
Cavolo! Adesso mi prenderanno per pazza.
"Sun, di che stai parlando?"
"Dissidia è solo un gioco."
"E' complicato. Non potete capire, ragazze. Io..."Balbetto alzandomi e allontanandomi da loro per poi affermare voltandomi verso le due:"Vi porterò le due e anche il cellulare. Vedrete."
Torno a casa e le cose sembrano essere come sempre. La mia stanza colma di Videogames di Final Fantasy e Kingdom Hearts, poster e gadget dei vari personaggi ovunque. 
Però è strano. Mi manca qualcosa o forse tutto.
Mangio per la prima volta un pasto caldo, ma sembra non essere lo stesso. Tutti quei ricordi dei miei compagni di squadra, il Kuja che detestavo e mi sono ritrovata innamorata, le varie gaffe fatte con i villani... è tutto dentro di me e questo ritorno a casa non fa altro che ingrandire il vuoto.
"Chissà che staranno facendo senza di me...."Mi dico pensierosa, guardando il poster di Cloud che ho in camera.
La notte passa, ma non riesco a chiudere occhio. Sembra che in questi giorni il sonno mi abbia abbandonato del tutto.
Mi affaccio alla finestra di casa e vedendo la luna che cala, insieme alla giornata trascorsa senza alcun senso per me, decido di mettermi al computer per cercare altri dettagli sulla scomparsa di Giselle e Vivian.
E' qualcosa di agghiacciante ciò che trovo.
Giselle e Vivian hanno avuto solo la madre. Sono figlie di una ragazza madre che si è sposata e ha dato il controllo delle due bambine al marito. Hanno un patrigno che tra l'altro le maltrattava.
Non hanno avuto una bella vita, almeno da quel che leggo dai giornali e da Facebook. L'unica ad amarle è stata la madre che tra l'altro è succube dell'uomo che ha sposato. Non oso immaginare la vita che hanno vissuto.
Chiudo il computer, vedendo l'alba sorgere.
Probabilmente sono sempre state due infelici ed è per questo che rendono la vita un'inferno a chiunque.
Guardo ancora una volta la mensola delle action figure di Final Fantasy.
"Non posso abbandonarvi, non ora."Affermo alzandomi dalla sedie a prendo l'armadio. 
La prima volta ci sono andata per puro caso, ma stavolta ci andrò attrezzata.
Prendo tutto l'occorrente come l'acqua, vestiti, coperte e cibo più vari oggetti che potrebbero servire.
"Ops..quasi dimenticavo."Ricordo tornando indietro e prendendo anche un paio di rotoli di carta igienica, insieme a qualche maschera per il viso e mettermeli in borsa. Non si sa mai. Potrebbero tornarmi utili, anche se le maschere...penso che le apprezzerà più Kuja.
Chiudo la porta facendo attenzione a non svegliare mia madre.
Entro nel garage, prendendo le chiavi dell'auto e mettendola in moto. So che è sbagliato, ma non so come altro potrei arrivare lì.
Dopotutto l'hanno chiamata la strada maledetta per un motivo, no?
"Tenete duro, sto arrivando."Dico mettendo il piede sull'accelleratore e andando in un posto ben preciso, il luogo in cui tutto è iniziato.
Intanto, ciò che per me è passato un giorno, per Dissidia nemmeno un'ora.
Nel palazzo di Spiritus,fino a quel momento,nessuno si è accorto della mia assenza, finchè Garland non vede quelle sbarre di ferro che creano la gabbia e decide di domandare a Nube Oscura.
"Non lo sai? Sembra che le gemelle abbiano portato una prigioniera."
"Io non vedo nulla."Rivela il villano del primo Final Fantasy insospettendo la tipa che si avvicina alle sbarre guardando al suo interno.
"E' impossibile. Come ha fatto a fuggire?"
"Di che state parlando?"Si intromette Sephiroth andando lì vicino e scoprendo anche lui della mia fuga.
"Spiritus, la prigioniera è scomparsa!"Informa Garland andando da lui che, nel frattempo, è con Gabranth e Kefka.
"Com'è possibile?"
"Non lo so, ma non ci sono segni di forzature."
"Trovatela!"Sbraita il Dio dando ordine di trovarmi.
Kuja, sentendo tutto ciò, comincia la ricerca al castello, sperando sia lì, ma ovviamente non ci sono. Convinto che potessi essere a Cordelia, si dirige lì. Non vedendomi neanche vicino all'albero, deluso, decide di fare ritorno al palazzo di Spiritus.  
Durante il cammino, però,  incontra Gidan che lo fa ferma:"Oh, eccoti!"
Deciso a chiedere informazioni su di me, si avvicina al fratello, quando quest'ultimo domanda per primo:"Hai visto Sun?"
"No, lei è al palazzo di Spiritus, l'hai dimenticato?"
"Sembra che sia riuscita a scappare. Ci sono un bel po' di dubbi sul come, ma non riesco a trovarla."
"Ti stai dando da fare per aiutarla, eh?"
Il genoma si siede sull'erba pensieroso, lasciando sorpreso il ragazzino che si siede anche lui cercando di capire cos'è che non va.
"Qualcosa non va?"
"Non lo so. Sono solo preoccupato...credo."
Gidan fissa Kuja consapevole che quei sentimenti che il fratello prova sono più veri che mai.
Da un lato sembra felice per lui, ma dall'altra sa che anche Bartz ci tiene per me e quindi potrei dare un due di picche o all'amico o al fratello e la cosa sembra turbarlo molto.
"Gli altri sono diretti al castello, non è così?" Ipotizza e allora il genoma annuisce.
"Oh...lo sapevo. Voi mocciosi non fate altro che aiutarvi l'un l'altro. Disgustoso."
"Però sembra che lo stai facendo anche tu."
"Ovvio, nelle mie vene scorre il tuo stesso sangue, Gidan. Potremo essere stati creati diversamente, ma abbiamo comunque un unico creatore che ci ha resi in qualche modo uguali."Risponde guardandolo.
Nel frattempo, sono arrivata nel punto preciso della mia scomparsa. Decido di addentrarmi ancor di più verso l'interno del bosco o foresta che sia. Spero solo che funzionerà, che riuscirò a tornare su Dissidia.
Ci riuscirò? Che sta accadendo in mia assenza?


   
 
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