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Autore: kazuha89    29/04/2018    2 recensioni
Per una ragazza destinata a diventare il leader della più potente famiglia mafiosa al mondo, non esiste vacanza. Altri nemici si prospettano all'orizzonte: la temutissima squadra di assassini, i Varia! ma Taya ha nella sua faresta, 7 nuove armi a sua disposizione, ovvero il tesoro della sua famiglia, agoniato però anche dai suoi nemici. Specie il loro capo, intenzionato ad avere il suo posto di decimo leader dei Vongola..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passammo tutti la serata all’ospedale. Lambo fece dentro e fuori da diversi reparti, e dio solo sa a quante domande ho dovuto rispondere riguardo al suo stato. Non mi sento neanche di biasimarli, i dottori, a essere onesta. Nessuno sano di mente, alla vista di tre ragazzi delle medie che arrivano al pronto soccorso con un bambino di 5 anni abbrustolito e cianotico, rimarrebbe impassibile senza farsi due domande. Per fortuna, Gokudera e il suo cervellone conservarono abbastanza lucidità da mantenere sempre la stessa versione per ogni dottore che chiedeva cosa diavolo fosse successo al piccolo lambo, in modo tale da scansare equivoci o sollevare dubbi scomodi: Lambo era uscito sotto il diluvio e il suo ombrellino aveva attirato un fulmine.
Finalmente, all’ una di notte, avemmo delle risposte: Lambo era fuori pericolo. Tuttavia, il suo cervello era stato troppo a lungo privo di ossigeno..ed era subentrato il coma. I medici sostenevano che non era profondo, che l’attività celebrale era nella norma, ma.. da quel sonno profondo, doveva uscire da solo.
I ragazzi erano distrutti, e la casa più vicina all’ ospedale era quella di Yamamoto, per cui approfittammo tutti della sua ospitalità.
“Uff, che stress estremo.. ma come si fa ad alzare prima le mani su una ragazza e poi su un bambino?” sbraitò Ryohei, srotolando il futon, mentre Yamamoto metteva su il tè. “Bah!Io quello lo attacco al muro al posto del sacco, e glie le suono finché la boxe non inizierà a farmi schifo.. E CIOE’ MAI!”
“Calma, guardiano del sole, o ti farai scoppiare una vena in testa per la pressione!” disse Yamamoto, allungandoli una tazza di fumante tè verde un piatto con dei biscotti. “Bene che tutti i torti non li hai..ma che razza di gente è, quella?”
“La muffa che appesta il fungo che cresce sulla feccia dell’universo, figlio mio..” rispose Reborn, bevendo il suo tè. “E dio solo sa quanto starò meglio, quando voi sette avrete alle dita sti benedetti anelli, e si potrà finalmente dare una bella pedata nel sedere a Xanxus e alle altre facce da culo che lo accompagnano..”
“Una vincita, due sconfitte..” mormorai io, il biscotto ancora tra le dita, nemmeno un po’ di voglia di portarlo alla bocca. “E mancavo solo io, che ho praticamente regalato l’anello del mio trisavolo a quel mostro..Reborn, telefona in Italia e dì loro che si sono sbagliati su di me e il mio bagaglio genetico. Qui abbiamo chiuso..”
“Buona, buona, qui i giochi sono ancora aperti, anzi spalancati!” protestò Yamamoto. “Primo, devo ancora dire la mia a quel capellone invasato, ed è un piacere che non mi puoi negare, scricciolo. Secondo..”
E andò ad avvolgere le braccia attorno al collo di Gokudera, che ringhiò riottoso. “Il vecchio cicchetta qui presente, domani sera metterà in pari i conti, cosi torneremo in parità!”
Gli occhi di Gokudera mi cercarono, e sul suo viso apparve un sorrisetto incerto. Io annui, ma ero ben lungi dall’essere rassicurata dalle parole di Yamamoto. Anzi, se possibile mi fecero stare peggio. Non bastasse il dolore che sentivo al pensiero di Lambo in lotta contro quel sonno innaturale, mi si era aggiunto l’ultimatum delle cervello: il prossimo scontro sarebbe stato tra i guardiani della tempesta. Ovvero il fantomatico schizoide con la coroncina sulla testa..e Gokudera.
Se mi avessero mollato un pugno nello stomaco in quel momento, una frattura alle dita era assicurata, tanto le mie viscere erano indurite dall’ansia.
Mi preoccupavo per tutti i miei amici quando era a rischio la loro incolumità, ovvio. Ma lui..
L’avevo negato anche a me stessa, dato che non vedevo risposta dal diretto interessato, però.. non potevo ignorare il fatto che lui, per me, fosse importante.
“Si sa nulla riguardo al simpaticone che dovrà affrontare Gokudera?” chiesi, masticando nervosa il mio biscotto intinto nel tè, e guardando ovunque tranne che verso Gokudera. “Stava sempre a sghignazzare, durante il duello. Che diavolo avesse da ridere, poi..”
“Ride perché è deficiente, probabilmente..” commentò Yamamoto. “Aveva tutta l’aria di esserlo, se volete la mia opinione..”
“Eh magari fosse deficiente, figlio mio. E’ tutto fuori che quello, temo..”
Reborn posò la sua tazza da tè, molto serio.
“Mister coroncina si chiama Belphegor, ed è come si sa già il guardiano della tempesta dei Varia. Si è unito ai Varia circa due anni fa..di sua spontanea volontà.”
“Co..come? cioè quel tipo..ha preso e si è unito spontaneamente a quel branco di assassini spregevoli?” esclamai, sconvolta, spandendomi addosso il tè che stavo bevendo.
“Eh non tutti vanno via dritti a sto mondo, bell’è papa. Certo che però, capendo pure tutto..questo qui e storto proprio.”
“Perché, è forse peggiore dei suoi compagni di merenda?” chiesi. Matto uno, matti tutti, là in mezzo. Il come, era relativo ai miei occhi.
“Beh,oddio, non per stare qui a sollevare allarmismi inutili, ma..mi sbilancio e dico si, piccirì..”
Mi si seccò la gola. Reborn non era mai largo di manica per complimenti o elogi, sia al positivo che al negativo. Se si spingeva ad etichettare pericoloso qualcuno, doveva trattarsi come minimo del terzo anticristo o il suo compare. Gokudera parve attraversato dallo stesso pensiero, e si fece avanti, serio.
“Sto Belphegor è decisamente una delle meline più bacate che ho visto in vita mia. Tiene na ventina d’anni, ma ha insozzato la sua fedina penale peggio di un letamaio. In secondo luogo, non tiene quella coroncina in testa per decorazione. Lo fa perché è un principe per davvero..”
“E’..un nobile?” esclamò Yamamoto, stupefatto. “Ma quella gente non dovrebbe seguire l’etichetta o roba simile?”
“Nella storia è già capitato di sentire di sangue reali che davano di matto e partivano al massacro, no? Guarda Mary Tudor, detta Maria la sanguinaria..”
Yamamoto annui, anche se non ero poi tanto certa che sapesse alcunché su Mary Tudor o sulle sue abitudini. Non era uno che amava molto i libri, si sapeva..
“Per quanto riguarda il nostro mondo, non so se l’ho mai detto, ma non ci sono mai state etichette sulle fronti degli appartenenti alla nostra famiglia. Giotto per primo, tra i suoi guardiani, mise veramente un insalata mista di categorie: poliziotti, contadini, persino un prete. E mi risulta inoltre..che tra i sei guardiani originali..ci fosse proprio un nobile. Anche se non so a quale attributo appartenesse..”
Arricciai il naso, inorgoglita. Giotto era un grande anche solo per queste cose, ai miei occhi.
“Bisogna dire, però, che come sovrano, questo qui ha fatto vagamente schifo. Nessun membro della sua famiglia è ancora a sto mondo, e ce ne fosse uno che è morto in maniera naturale..”
Ryohei s’interdisse.
“Cioè..sono stati ammazzati tutti?”
 Reborn annui, serio.
“Da lui, immagino, no?..” mormorò Gokudera, accendendosi una sigaretta con aria meditabonda.
“Figlio mio, manco non lo sapessi come funziona, in sto mestiere. Si sa tutto..e non si sa nulla. Comunque, pure se adesso ha le mani bianche come il latte, al 90% il sangue sopra ci è finito, che sia della sua famiglia o estraneo, e lo si capisce dando una letta al suo curriculum. Che elemento malsano..”
Reborn prese un sorso di tè per bagnarsi la gola.
“Senti a me, Gokudera, meglio che contro il signorino qua ti fai crescere un altro paio d’occhi, e ancora  giocheresti in svantaggio. E’ complicato che non so, coso qui, specie in combattimento..”
“Che tecnica usa?” chiese Gokudera, sbuffando una spessa nuvola di fumo grigiastro, facendo ringhiare Ryohei, accanito odiatore del fumo. Yamamoto, che ormai ci aveva fatto il callo, si limitò a spalancare la finestra e a spostarsi vicino a me.
“Boh..” rispose Reborn, spiazzando tutti. Lui sorseggiò ancora un po’ del suo tè, sempre molto serio. “Sono due anni che sua maestà pascola beato tra i Varia..e ce ne fosse uno, tra i suoi avversari, che è riuscito a riportare mezza notizia sul modo che utilizza di combattere. Buio pesto..”
Vuoi dire che nessuno l’ha mi visto all’opera?” chiese Yamamoto, allibito.
“Beh naturale che qualcuno lo ha visto, figlio mio, mica è Mandrake..” ridacchiò Reborn. “Solo che..chi lo ha visto in azione, o dopo non era in grado di parlarne perché troppo malconcio..o era morto. Quel poco che è saltato fuori è questo: gli avversari di Belphegor sono stati brutalmente uccisi, e i loro corpi appaiono sfigurati da orrende ferite provocate da qualcosa..che nessuno è mai riuscito a vedere. Ma tutto questo, perché? Beh, io ho la mia, a riguardo..”
Fissò Gokudera.
“Tu, figlio mio, sei forse quello che tiene più testa, fra voi portatori degli anelli, e guarda un po’..anche per Belphegor è la stessa cosa. Lui è il più intelligente, tra i Varia. Ti dirò di più, anzi.. Nel nostro ambiente, tutti lo definiscono.. un vero e proprio genio.”
Questa ultima delicatissima perla di Reborn fu la goccia che traboccava il vaso, il gran finale che concludeva la giornata peggiore della mia vita e che preludeva una nottata altrettanto disastrosa. Per non scomodare Yamamoto incasinando camera sua, ci mettemmo a dormire tutti nel piccolo dojo: il padre di Yamamoto, si scopri, in gioventù era un Kendoka niente male. Ecco spiegato, da chi aveva preso suo figlio.
Passai la notte a fissare il quarto di luna stagliato nel cielo che si vedeva dalla finestra, ed ascoltare Ryohei russare, senza che l’ansia mi facesse dormire nemmeno un minuto. Come avrebbe potuto Gokudera, riuscire a spuntarla? Come poteva ideare, seppur sfruttando ogni singolo dei suoi acutissimi neuroni, una qualsiasi strategia senza sapere come il nemico avrebbe agito? Come si combatte..qualcosa che non si riesce a vedere?
Poi, verso le 3, nel buio vidi una fiamma illuminare il dojo per qualche secondo. Poi vidi le porte aprirsi, e Gokudera sedersi sulla veranda, la sigaretta tra le labbra, l’aria tesa.
Attenta a non svegliare gli altri, mi trascinai silenziosa verso di lui. Vedendomi arrivare, Gokudera trasalì.
“Non dormi, mia luce?” chiese. Io denegai.
“Non dormo più da non so quanto tempo. Forse dall’arrivo di quell’adorabile creaturina che ora ronfa sulla pancia di Yamamoto..”
Gokudera sorrise, e diede un tiro alla sua sigaretta, fissando il cielo. I suoi occhi riflettevano la luce della luna, che gli illuminava il viso. Era cosi bello che mi toglieva il fiato..
Dio, che cosa avrei fatto..se l’avessi perso? Il solo pensiero.. sentivo che mi uccideva, letteralmente.
Senza rendermene conto, mi appoggiai contro la sua schiena. Lo senti sussultare, ma non mi importava. Credo.. che Gokudera mi piacesse più di quanto pensassi.
“Mia luce..”
La sua voce vibrò, forse un po’ offuscata per colpa del fumo, dentro al mio orecchio premuto contro la sua schiena. Posai il viso proprio in mezzo alle sue spalle.
“Ti prego..” mormorai io, e posai la bocca sulla stoffa della sua camicia, respirando il suo profumo mischiato alla polvere da sparo. “Ti prego, Gokudera..non lasciarmi.”
Lui non disse nulla, ma sotto le mani posate sulla sua schiena, avverti un fremito.
La sera dopo, avrei voluto combattere io contro quel tipo assurdo.. solo per finire come una delle sue vittime!
Dio, ma che mi era preso? Perché avevo dovuto comportarmi cosi, alla vigilia della sua battaglia per giunta! Ci mancava solo che per la confusione che probabilmente gli avevo procurato col mio atteggiamento ambiguo, Gokudera non riuscisse a concentrarsi a dovere e finisse per farsi ammazzare da quel monarca schizzato..
Quella sera, quando mi recai a scuola, avevo le idee chiare: se Gokudera avesse fatto domande, avrei semplicemente liquidato la cosa dicendo che le troppe emozioni mi avevano giocato un brutto tiro, e i nervi avevano ceduto, tutto qui.
Un altro combattimento a scuola, pensai mentre varcavo il cancello. Strano, che Hibari non abbia ancora detto una parola a riguardo. Dino doveva averlo portato ad allenarsi in un luogo dove non gli giungeva notizia della scuola, a quanto pareva. Il polo sud, probabilmente..
Arrivata nel cortile, vidi Ryohei e Yamamoto, e li raggiunsi.
“Dov’è?” chiesi, concitata. “Gokudera..non è qui con voi?”
“Bella domanda..no,noi pensavamo fosse con te!” mi rispose Yamamoto, decisamente nervoso. “Non l’ha visto nessuno tutto il giorno..ma dove diavolo è?”
“Probabilmente, Shamall lo sta affilando un altro peletto. Conoscendo sua altezza, mandare un suo allievo in battaglia senza essere certo al 100% che vincerà e rischiare una brutta figura, lo ucciderebbe..”
“Ma mancano pochi minuti all’inizio dello scontro, non si può più fare niente, ormai deve combattere e basta!” sbraitò Ryohei. Reborn emise un verso di nervosismo.
“Lo so, figlio mio..ma se non è pronto, rimane poca speranza di vittoria, per noi..”
La prova, stavolta si sarebbe svolta al chiuso, dentro la scuola. Mentre salivamo le scale, mi buttai continue occhiate alle spalle, sperando di vedere Gokudera arrivare. Dio.. ma dove si era cacciato?
I Varia, ovviamente, avendo noi bisogno di qualche minuto extra, neanche a dirlo..erano in anticipo di due ore sull’orario prestabilito!
Il diretto interessato, Belphegor, stava in prima linea, il solito sorriso beffardo e folle sul viso. Vederlo, mi provocò una vampata di odio assurda. Yamamoto mi mise una mano sulla testa, e sentì i nervi allentare la presa. “Calma, scricciolo..” mormorò.
“Ti sto facendo diventare un ansiolitico vivente..” borbottai, sospirando.
Lui rise tranquillo.
“Beh non so dirti in questo momento quanto sia felice di essere il guardiano della pioggia che calma, e via discorrendo. Se cosi non fosse, starei già smattando di brutto, credo. Gokudera sarà pure quello che è, ma è il mio migliore amico..”
Io annui. Capivo perfettamente, come si sentiva. Loro due, con me, erano stati i primi a finire invischiati nei casini dei Vongola, e i primi a dover mettersi in prima linea contro il nemico. Da allora, non si erano mai separati, sempre insieme. Gokudera probabilmente, avrebbe negato anche sotto tortura, ma..ero certa che provasse la stessa cosa.
“Mhh..non vedo il tuo avversario, bellezza..” commentò acida la bambina col cappuccio, sempre la sul palmo della mano di quel mostro robotico. Mi chiedevo chi fossero, quei due. Chi dei miei amici avrebbe combattuto contro di loro?
“Che senso ha scappare, mi chiedo?” commentò lui, divertito. “Se Vongoletta e i suoi amichetti perdono tutti gli anelli, moriranno comunque, no?”
Un esplosione colossale riempi il corridoio. Un attimo dopo, un tocco leggero mi sfiorò la spalla, e avvertì la mai tanto come in quel momento adorata sensazione di tormento dentro di me. Portai la mano alla spalla..e le mie dita trovarono quelle di Gokudera.
“Noi non perderemo gli anelli..” Disse. “Io, Hayato Gokudera..non permetterò che accada!”
 Senza smettere di camminare verso il suo avversario corse con la mano lungo il mio braccio, le dita strette alle mie, finché non fu costretto a lasciarmi per schierarsi davanti a me, di fronte al Belphegor.
Quest’ultimo, rise di gusto alla sua vista.
“Cazzo, avrei detto che se la fosse fatta sotto e fosse scappato..”
“Forse avrebbe fatto bene a farlo..” mormorò la bambina. “Lo sapeva che il suo avversario era quel cervellone di Bel, in fin dei conti..”
Guardai la bambina, poi Belphegor. Quanto era pericoloso,davvero..il genio dei Varia?
Le ragazze Cervello si fecero avanti.
“Bene, ora che entrambi gli sfidanti sono presenti, andiamo a spiegare le regole dello scontro: il ring complessivo della battaglia della tempesta include tutto il terzo piano, aule e stanze comprese..”
“Bene, più ostacoli ho, meglio lavoro..” commentò Gokudera soddisfatto.
“Però..” continuò la cervello.
Dal nulla, venne un boato, e una raffica di vento caldissimo si sparse ovunque. Gokudera mi protesse dai frammenti di vetro e muro portati dalla corrente nella nostra direzione.
“Che diavolo..” ringhiò, confuso. Una delle ragazze cervello apparve dal fumo polveroso alzato dal vento improvviso, e davanti a sé..spingeva quello che sembrava un ventilatore gigante.
“Questa è un particolare tipo di turbina ad aria calda, ne abbiamo sistemate un po’ qui e un po’ la per l’aria complessiva del ring. Generano getti molto violenti da tutti i lati. In pratica.. sarà come se nel ring si simulasse una vera e propria tempesta. Inoltre..”
La cervello scoperchiò la turbina. Mi prese un colpo. Al suo interno, sopra il motore..era sistemato un ordigno ad orologeria!”
“.. Stavolta l’incontro avrà un tempo limite di 15 minuti. Superati questi.. anche se non avremmo un vincitore, faremo saltare in aria le turbine..ed entrambi gli sfidanti moriranno..”
Mi portai la mano alla bocca, sentendo salire il vomito. Gokudera.. avrebbe rischiato la vita il doppio!
“Doppio rischio..doppio divertimento!” rise Gokudera. Un attimo dopo, gli volò in testa una boccetta di pillole. Mi voltai, e vidi Shamall passarmi a fianco, raccolse la bottiglia, ne prese una pastiglia, e la lasciò cadere di nuovo in testa a Gokudera, che sbraitò furioso.
“Rincoglionito, non lo vedi che la spaventi? Madonna santa.. su, non è niente, albicocchina mia. Dai, prendila, è una pastiglia contro la nausea. Sembri averne bisogno..”
Mi posò la pasticca alle labbra,e io la feci scivolare in bocca. Sembrò di inghiottire una palla da baseball, tanto avevo la gola chiusa dall’ansia.
“Grazie, dottor Shamall..” mormorai.
“Anche trident Shamall hai dalla tua, ma brava..” commentò aspra la bambina. “Colonnello, Dino..e ora anche Shamall..sarà mica colpa tua, Arcobaleno?”
Reborn la guardò fisso.
“Bue che da del cornuto all’asino..”
La bambina emise un verso sprezzante, e distolse lo sguardo. Belphegor ridacchiò.
“Ci sbrighiamo? Sono impaziente di provare..il mio nuovo giocattolino!”
Mi Sali ancora più nervoso. G..giocattolino?
“A causa della grandezza del ring, trasmetteremo la battaglia in un area spettatori. E dati i precedenti..”
Le cervello si girarono a guardarmi.
“..Abbiamo predisposto degli infrarossi a delimitare l’area spettatori e quella del combattimento, per evitare interferenze non richieste..”
Le guardai, scocciata.
“Beh,vogliono appiccicarmi anche la lettera scarlatta in fronte, già che ci sono? Al diavolo, non sono per niente pentita di aver interferito nel loro fottuto conflitto. Anzi, fatemele girare ancora, e lo rifaccio, belle mie! Tanto non ho niente da perdere, che mi frega..”
“Calma, bell’è papà, meglio evitare di attaccare briga con loro. Non ti fa bene stare troppo vicina a Gokudera, eh? Mi diventi troppo attaccabrighe..ah, cuore in tempesta!”
Divenni paonazza. No,eh? Non leggermi la mente adesso, cavolo..
Ma Gokudera era lontano anni luce col pensiero, per sentire qualsiasi cosa. Procedette spedito verso le Cervello, e si lasciò controllare l’anello appeso al collo. Riconosciute e autentificate entrambe le metà dell’anello della Tempesta, le Cervello si allontanarono nella zona spettatori. Belphegor osservò Gokudera, poi sorrise.
“Usi la dinamite? Ne hai tanta addosso, difficile confondersi..”
Gokudera accese una sigaretta, ignorandolo deliberatamente. Belphegor dunque si fece avanti, e gli posò una mano sulla spalla.
“Buono, su, non essere cosi ostile!”
Detto questo, girò sui tacchi, e lo piantò li. Che comportamento era quello, adesso?
“Vincerò io, sangue blu, me ne fotto se sei un genio. La decima luce..io vincerò, e dimostrerò al mondo che solo lei può essere il boss della nostra famiglia, nessun altro!”
“Anello della tempesta: Belphegor vs Gokudera Hayato..abbia inizio lo scontro!”
Gokudera non si fece attendere. Immediatamente, candelotti di dinamite iniziarono a fioccare come la neve a natale. Belphegor però non parve particolarmente turbato dalla cosa. Osservò la scena come se fosse un comunissimo spettacolo pirotecnico.
“Si, dinamite..” commentò, tranquillo. Poi, la dinamite esplose, e Gokudera fu costretto a ritrarsi per evitare di essere colpito. Ma Belphegor non si mosse, e fu colpito in pieno.
“Bene, colpo di avvertimento. Voglio vedere, se ridi, adesso..”
Ma improvvisamente  successe qualcosa che Gokudera mai, si sarebbe aspettato. Dal fumo dell’esplosione, si intravide qualcosa brillare.. un bagliore che si avvicinava a Gokudera a una velocità assurda. Dalle telecamere non riuscivo a vedere bene, ma poi Yamamoto urlò: “Cazzo..Gokudera, giù, ti ha tirato dei coltelli!”
Un attimo dopo, li vidi: Un cerchio perfetto e letale di lucidi coltelli dalla lama brillante e contorta aveva circondato Gokudera, stringendosi attorno a lui. Gokudera spiccò un agile balzo, e schivò le lame un attimo prima che gli si conficcassero in corpo in massa.
“Bene, immagino che tutto questo ti abbia schiarito ben bene le idee su chi hai davanti. Fossi in te.. la smetterei con queste idiozie da bambini..”
Era incolume..
Belphegor era stato preso in pieno dalle bombe, eppure..non aveva un graffio, un abrasione, una macchia che fosse una! Ma come diavolo..
“Varia quality in tutto il suo terribile splendore..” commentò amaro Shamall. “Non abbassare la guardia, Hayato, per l’amor di dio..”
Gokudera parve intuire che il tempo di giocare era finito, cosi accese un’altra manciata di candelotti, e la scaglio addosso a Belphegor. Quest’ultimo, però, non si scompose. Mentre mi chiedevo cosa stesse macchinando, Belphegor fece due passi indietro. E in quel momento, quando le bombe erano ormai a un pelo dal suo viso, la porta dell’aula chiusa alla sua destra si spalancò, e un getto d’aria bollente sparò fuori dalla finestra la dinamite, lasciando Belphegor immacolato come una colomba.
“Come cazzo..” ringhiò Gokudera, spiazzato. Belphegor ridacchio gaio.
“Semplice, mio caro. Vedi, io sono ipersensibile alle correnti del vento. Beh, ovvio oserei dire, io sono il guardiano della Tempesta, dopotutto..”
Gokudera imprecò tra i denti. E non ebbe tempo per altro, perché un attimo dopo la porta adiacente a quella appena devastata dal violento spruzzo di aria bollente fece la medesima fine, costringendo Gokudera ad appiattirsi a terra per evitare di essere sparato fuori dalle finestre anch’esse rotte dalla corrente delle turbine. Mi morsi un labbro, nervosa. La tecnica principale di Gokudera a era la dinamite, ma con quel vento infernale non poteva usarla, non aveva il tempo con questi continui getti improvvisi! Un momento,però..
“Sono entrambi incasinati!” commentai ad alta voce, avvertendo gli occhi di tutti addosso. “Gokudera non può usare la dinamite, ma anche quel tizio non ha esattamente un poker, in mano! Nemmeno lui può usare i suoi stramaledetti coltelli pilotati!”
Neanche mi avesse sentito, Belphegor si sentì in dovere di smentirmi. Sollevò con due dita una coppia dei suoi luccicanti coltelli e la lasciò inspiegabilmente cadere. Ma invece di toccare terra, il coltello saettò nell’aria..e andò ad atterrare nel punto esatto dove stava Gokudera, spostatosi  un attimo prima con un balzo. Gokudera aveva gli occhi fuori dalle orbite dallo shock, come pure me e il resto del gruppo: nessuno aveva la benché minima idea di che diavolo potesse essere successo.
“Prima che tu possa insinuare alcunché, ti precedo dicendo questo, mio caro..” disse Belphegor entrando nella stanza dove Gokudera aveva cercato rifugio dall’attacco misterioso dei coltelli. “I colpi di fortuna non si addicono ai principi. Tutto è stato fatto secondo mie precise intenzioni..”
Si accostò alle turbine.
“Vedi, basta sfruttare le correnti d’aria per direzionare i coltelli in modo che vadano laddove io desidero..”
Dicendo questo. Lasciò che uno dei suoi spietati coltelli finisse nel flusso d’aria della turbina vicino alla sua gamba. Il coltello saetto prima a sinistra, poi via dritto ed eccolo svoltare a destra, per finire conficcato nel muro, vicino alla testa di Gokudera, sfregiandogli una guancia. Gokudera era di sale, non credeva ai suoi occhi..e nemmeno io.
“Trae vantaggio dal casino, e mette in piedi pure una nuova tecnica di attacco..” ringhiò Shamall, leccandosi un labbro, nervoso. “Rode ammetterlo..ma qui si ha sul serio a che fare con un maledetto genio..”
“PASSATI 3 MINUTI! -12 MINUTI ALLA FINE DEL MACH!” commentarono le cervello dall’interfono.
“Niente di cui meravigliarsi..”Ridacchiò Belphegor. “Il compito del guardiano della tempesta è essere impetuoso e violento contro ogni nemico che attacca la famiglia. A me riesce naturale, ma..a te pare proprio di no..”
Gokudera sputò per terra, frustrato. Un attimo dopo, ricevette una serie di scariche di gruppi di coltelli da quasi tutte le direzioni. Sembravano frecce d’acciaio scoccate da archi invisibili. Impossibile capire da dove provenisse l’attacco, per Gokudera. Da uno all’altro, gli restava il tempo materiale a malapena sufficiente per schizzare da una parte all’altra per evitare di essere pugnalato. Attaccare..era impensabile.
“Che brutta figura, Luce dei Vongola..”
Trasalì. Belphegor.. parlava con me.
 “Sai, mia cara..affiancarti un simile impiastro ti fa sfigurare non poco. Fossi in te farei meglio le mie scelte
come guardiano della tempesta..”
Gokudera contrasse la mascella. Belphegor aveva toccato il padre di tutti i tasti dolenti, per lui. L’idea che io potessi risultare una fallita per colpa sua, lo avrebbe ucciso..
 No, non lo avrei permesso. Nessuno poteva mortificare Gokudera e passarla liscia, dovevo dire la mia.
“Gokudera!” urlai, nemmeno sicura che mi potesse sentire, ma decisa a fare qualcosa per aiutarlo. “Non farti mettere sotto, tu sei più intelligente di lui, io lo so! So che sei superiore a lui! Rifletti, deve esserci un modo per batterlo, una il cervello, pensaci!”
Dal monitor vidi Gokudera annuire solennemente. Bene, mi aveva sentita! Nel frattempo, però, riflettevo anche io..
Bravo era bravo, ma era comunque piuttosto insolito che quei maledetti cosi beccassero sempre Gokudera in ogni anfratto in cui andava ad imboscarsi per seminarli. Sembravano calamitati..attirati da Gokudera stesso, nessun nascondiglio lo proteggeva, lo raggiungevano sempre..perchè? cosa poteva guidarli in maniera cosi precisa al loro obbiettivo?
Mentre strizzavo ogni neurone in cerca di risposte a quel dilemma, d’un tratto Gokudera si tirò su dal pavimento, e..sorrideva beffardo!
Ma non feci in tempo a chiedermi che avesse tanto da sghignazzare, che quel pazzo di Belphegor scaglio una ventina di coltelli..che si andarono a piantare nel corpo di Gokudera. Mi usci un gemito straziante dalla bocca, prima che Yamamoto mi afferrasse e mi schiacciasse il viso contro la sua spalla. Il battito del suo cuore mi martellava la fronte come un batacchio su una porta.
“No..DIO NO!” strillai. Ma pochi istanti dopo, Yamamoto mi fece voltare, e dal monitor vidi l’impensabile: Gokudera era la, vivo e vegeto, incolume e con un grosso manichino tutto pieno di coltelli tra le mani. Notai che la testa del manichino era avvolta da un sottile fino di Nylon...i fili di Belphegor?!
“Molto furbo, vostra maestà..” commentò Gokudera scagliando lontano il manichino. “Prima che iniziasse lo scontro, sei venuto da me, e mi hai dato una pacca sulla spalla. In quel momento, mi hai legato addosso un filo che avevi collegato ai tuoi coltelli, in modo che mi beccassero sempre anche se mi nascondevo..ma ora la pacchia è finita.”
Ero senza parole. Gokudera.. era fantastico!
“Sei un grande, tossico!” urlò Yamamoto, togliendomi le parole di bocca. “E’ fatta, scricciolo, il principe è cascato dal trono!” esultò sollevandomi e facendomi girare, mentre Ryohei alzava i pollici in segno di approvazione.
“Ma che bravo..e tu sei convinto che tutto il mio talento finisca lì?”
Yamamoto frenò i festeggiamenti, e tutti tornammo a fissare lo schermo del monitor..e adesso che altro c’era?
Ma prima che aggiungesse altro, un’altra raffica di vento potentissimo gli chiuse la bocca. Lui però non parve turbato..anzi rise di gusto.
“Potrai anche aver scoperto il mio gioco dei coltelli-marionetta..” sogghignò. “Ma non puoi nulla contro questo vento infernale..”
Ma Gokudera, con stupore generale, quello di Belphegor compreso.. rise a sua volta.
“A no?”
Estrasse dalla camicia una manciata di candelotti di dinamite, li fece scorrere sotto la sigaretta, e li scagliò contro Belphegor, che fece un passo indietro e si fece scudo usando il getto d’aria. Ma inaspettatamente, i candelotti non vennero sparati lontano dalla corrente. No, la attraversarono spinti da uno strano propulsore alle loro estremità, che li fece schizzare dritti in faccia a Belphegor, per poi esplodere.
“Bombe - razzo..” commentò Shamall, tronfio. “Ho rinunciato alle mie donnine per una lunghissima settimana perché imparasse ad usarla..ora finalmente può decidere la traiettoria delle sue bombe, non solo lanciarle a caso..”
Non fosse che Shamall era un porco con mille mani da polpo, lo avrei baciato. Gokudera..era passato in testa!
“Ma bene, Bel è rimasto ferito, fantastico..”
La bambina incappucciata aveva parlato di nuovo. Nel suo tono però non vi era ombra di dispiacere per la sorte del suo compagno..ma una nota di esasperazione.
“Oh cazzo! E ora chi lo sopporta, quel coglione..” commentò aspro l’uomo dai capelli lunghi.
Il fumo dell’esplosione era ancora troppo alto per vedere cosa ne fosse di Belphegor, ma i rumori che venivano non presagivano niente di buono. Erano molto grottesche e sibilanti, ma.. a occhio e croce  sembravano proprio..risate.
“Bello..” sentimmo  Belphegor dire d’un tratto. La sua voce era acuta e isterica. Sembrava euforico. “Bello..il mio sangue scorre, che meraviglia!”
“Eccolo la..ci risiamo..” commentò la bambina. “Ha inizio la modalità..principe Squartatore.”
Le parole di quella strana bambina mi gelarono il sangue. E quel Belphegor..perchè gioiva nel veder scorrere il suo stesso sangue?
Gokudera indugiò pure su quello strano comportamento, ma poi parve riaversi e senza sprecare altro tempo prezioso, sferrò un nuovo attacco. Stavolta però, accadde qualcosa di assurdo: Belphegor corse incontro alle bombe - razzo di Gokudera!
“m
Ma che fa, si vuole ammazzare?!” sbraitò Ryohei, sbalordito.
Ma era solo l’inizio. Belphegor, infatti, con movimenti degni di un gatto, decapitò le bombe, ci si mise davanti e sfrutto il rinculo del propulsore per darsi la spinta verso Gokudera, che lo respinse in tempo con una piccola bomba a poca distanza. Rimasero feriti entrambi, ma in quella maniera Gokudera evitò lo scontro diretto con Belphegor, che era partito per pugnalarlo dritto al cuore.
Le ferite del principe squartatore sanguinarono copiosamente dopo l’esplosione, e la cosa peggiorò ulteriormente il suo delirio. Da li in po’ fu il caos più totale.
Inizio a scagliare coltelli a destra e a manca, con una furia inaudita, molte volte sbagliando clamorosamente il bersaglio. Nei pochi secondi che Gokudera riusciva a fermarsi per prendere fiato, notai dal monitor che la sua espressione era più confusa che persuasa. Nemmeno lui pareva avere idea quale fosse la ragione per cui il suo folle avversario lo bombardava in quella maniera sconclusionata. Però una cosa colpì la mia attenzione, ed ero certa che anche Gokudera se ne fosse accorto: molte volte i coltelli colpivano punti decisamente distanti da dove era il loro reale obbiettivo, ovvero Gokudera, e molte altre gli arrivavano pericolosamente vicino, senza però colpirlo direttamente. Eppure, nell’arco di pochi minuti di cieco bombardamento..Gokudera aveva riportato almeno un centinaio di strane ferite in tutto il corpo e sul viso. Come poteva essere? Nessuna delle lame gli si era avvicinata abbastanza, eppure la pelle sanguinava e i vestiti erano squarciati.. che diavolo stava succedendo?
Poi, improvvisamente, mentre Gokudera si rialzava da dietro uno scaffale dove aveva cerato riparo dall’ennesimo assurdo attacco, lo vidi fare un passo incerto verso il suo nemico, per poi bloccarsi bruscamente, la sigaretta spenta tra le labbra, l’accendino acceso in mano, il volto impietrito dall’orrore. E adesso che succede, pensai, che cosa ha visto?
“Forza, bello, attacca!” lo incitò Ryohei.
“Vorrebbe, figlio mio, ma non può farlo..”
Shamall aveva la morte nel tono di voce, e mi mise in allarme.
“Sta..sta forse male, dottore? Le sue ferite..”
“No, albicocchina mia..è quel bastardo li, il problema..”
Fece qualche passo verso i monitor.
“Vedi, ad un occhio poco allenato può sfuggire, ma a me che sono abituato a lavorare con insetti microscopici, di certo no. Hayato non si muove..perchè tutto attorno al suo corpo..c’è una dannata ragnatela di fili di nylon taglienti come lame!”
Yamamoto corse verso lo schermo, e ci premette praticamente il naso contro.
“Cazzo..è vero, li vedo! Se muove anche solo un dito, glielo amputano! Oddio..”
“Ma..ma da dove sono usciti, adesso, quei fili?” chiesi, tremando.
“I coltelli..” spiegò Reborn, saltando sulla spalla di Yamamoto, che tremava di nervi. “Sapevo che quello psicotico non lanciava a casaccio le sue armi..”
Strinsi i pugni cosi stretti che avvertì le mie unghie penetrare nei palmi. Non poteva essere..non poteva finire così..Gokudera..
“Bene, mio caro bombarolo della domenica” Commentò Belphegor, beffardo. “Temo che il tuo cammino sia giunto al termine. E la fine..”
“Si,concordo..” replicò Gokudera, e da dietro i suoi lunghi capelli color argento, notai un espressione trionfale. “E la fine..per te, vostra maestà..”
In quel momento, nell’aria si avvertì un rumore stridente, e un forte odore di zolfo bruciato, simile a quello prodotto dal fumo della dinamite di Gokudera. Poi, Yamamoto emise un urlo di gioia che ci fece saltare tutti
“L’ha fregato! Gente, l’ha fregato..guardate che roba, ha fregato tutti, altro che spacciato!”
Indicò un punto sul monitor e tutti corremmo a vedere di cosa si trattava. Il mio cuore perse un colpo. Ovunque, in tutti i corridoi e le stanze del campo di battaglia..correvano centinaia di sottili strisce di.. polvere da sparo! Gokudera, nella fuga disperata da quelle lame, aveva seminato dietro di sé la sua trappola!
In pochi istanti, tutto attorno ai due sfidanti esplose fragorosamente, Gokudera era immune alle esplosioni, che relativamente lo scomposero, ma Belphegor fu preso in pieno. Non contento, Gokudera estrasse un asso nella manica. Agganciò ai fili della trappola mortale che lo imprigionava dei candelotti accesi, e li fece scorrere dritti addosso al principe squartatore.
“La tua trappola ti si è rivoltata contro, vostra maestà. Ora avrai l’occasione di sentire sulla tua stessa pelle.. la vera furia del guardiano della tempesta!”
Il botto fu fenomenale, e rimbombò in tutto l’edificio. Gokudera rimase impassibile, appena scosso dal colpo, ad attendere che il fumo nero della dinamite si diradasse. Poi abbassò il capo, e mormorò.
“Principe o no, nessuna bocca può sputare veleno sulla mia luce..”
Ecco, si, ci stava giustamente un colpettino extra al mio cuore, visto lo stato di tranquillità in cui stava in quel momento, certo..
“Non ha ancora visto..”
Le cervello sbucarono dalle macerie dell’esplosione. Gokudera le fulminò.
“E’ morto, brutte oche, non è abbastanza per voi? Devo disintegrare il suo cadavere, per farvi contente?”
“No, ma devi recuperare la sua metà dell’anello, per dichiararti vincitore ufficiale..” risposero loro, impassibili ai suoi insulti.
Gokudera sbuffò spazientito, e iniziò a scavalcare i rimasugli di quella che era stata la biblioteca scolastica, alla ricerca dei resti del principe squartatore. Lo trovò poco dopo, decisamente in condizioni pessime. Dai monitor non si capiva nemmeno se era ancora vivo..o no. Gokudera fece per chinarsi su di lui per prendere la collana che portava al collo da cui pendeva la metà mancante del suo anello della tempesta, quando lo vidi incespicare, la mano sul fianco, un espressione di dolore sul volto.
“Che ha?” esclamai.
“Niente, si deve essere aperta la ferita dell’allenamento, niente di che, lo medicherò appena torna..” commentò Shamall.”Muoviti, Hayato, mancano tre minuti, prendi l’anello e torna qua!”
Gokudera respirava affannosamente, ma lo vidi annuire. Si chino nuovamente su Belphegor, e prese tra le dita il ciondolo al suo collo.
“Che palle.. speravo fossi ancora vivo, così ti avrei trascinato dalla mia luce a supplicarla di perdonarti per le infamie che le hai detto..ah beh, la tua morte va bene comu.. MA CHE CAZZO!?”
Un attimo, lo scatto di un serpente, e Belphegor aveva tirato a sé Gokudera, tenendolo per la collana.
“NO, IDIOTA, HAI ABBASSATO LA GUARDIA!” abbaiò Shamall.
“Anello..anello..” cantilenava Belphegor, in tono folle. Gokudera soffriva per la ferita, ed era allo stremo delle forze per il combattimento. Quell’imboscata finale non ci voleva, per di più col tempo agli sgoccioli. Persi il controllo, e feci per attraversare il campo di infrarossi, ma Ryohei mi prese mi portò di peso lontano da lì.
“Che fai, vuoi farti a fette?” sbraitò, allarmato.
“Voglio andare da lui, ha bisogno di aiuto!” sbottai, allontanandolo.
“Brava, accussì perdiamo un altro anello, eh..” borbottò Reborn, aspro. Io picchiai un piede a terra e tornai a fissare il monitor. Gokudera lottava contro quel mostro senza sosta, schivando e incassando colpi. Ormai mancavano pochi istanti alla fine dello scontro..
“Un classico del caro Bel..” commentò la bambina incappucciata con fare annoiato. “la sua superbia di principe non gli permette di incassare una sconfitta, dovesse ammazzarsi..”
“Tempo scaduto , la detonazione delle turbine è iniziata.” Annunciarono le cervello.
Mi voltai di scatto. Le turbine..le bombe!
“Gokudera, muoviti cazzo!” urlo Ryohei.
“Dai, coglione, falla finita e porta qui il culo, sta per saltare tutto!!” rincarò Yamamoto.
“la detonazione della turbina della zona biblioteca avverrà tra circa 45 secondi.” Continuarono le cervello. “40..35..”
“Ma che cazzo fai, torna qui!” gli urlò anche Shamall. “Cristo, se perde ancora tempo..”
“morirà assieme quel pazzo..”
Morire..Gokudera?il mio Gokudera..morire? per cosa, poi? Per un..anello? no..no..
“NO! GOKUDERA, LASCIA L’ANELLO E TRONA INDIETRO, SUBITO!” urlai, senza neanche rendermene conto. La bocca si era aperta da sola, per forza maggiore, come se i miei sentimenti avessero spinto per venire fuori prepotentemente.
Tutti si voltarono a guardarmi, ma per me non esisteva nessuno, in quel momento:
“GOKUDERA, TORNA INDIETRO, LASCIA QUEL MALEDETTO ANELLO, NON ME NE FREGA NIENTE, GOKUDERA!
“La decima luce ha ragione, stai morendo da idiota, Hayato!” mi si accostò Shamall. “Il tuo avversario è un folle, non seguire le sue orme, salva la pelle..”
“Vaffanculo!” lo sentimmo urlare. “Se lo lascio vincere, perderemo tutto quello che abbiamo conquistato finora. Il nome della mia luce ne uscirebbe infangato..e proprio per colpa mia!”
“Hayato, ricorda cosa ti ho insegnato! La tua vita per te non ha mai avuto senso, la sacrificavi senza remore, ma è sbagliato, ragazzo mio! Tu non vivi più per te stesso e basta..hai qualcuno per cui vivere..e che vive per te!”
E in quel momento, mi senti dentro qualcosa. Qualcuno che viveva per lui..ero io.
“GOKUDERA..VAFFANCULO IL MIO NOME! PREFERISCO INFANGARE ANCHE LA MIA ANIMA, MA.. IO NON VOGLIO VIVERE UN GIORNO SENZA DI TE!”
Lo vidi trasalire, come riscosso da un sonno disturbato da incubi tremendi. Guardò il vuoto, come se la mia voce venisse dal cielo. “Mia luce..tu..per me?”
“Si..” continuai implacabile. “Se ti perdo..se muori.. neanche la mia vita avrà più senso. Non farmi del male, Gokudera, e torna qui da noi..da me, Gokudera! Torna qui, ti pre..”
Ma la mia voce venne coperta da una tremenda esplosione. La turbina della biblioteca era esplosa. Non senti nessun rumore dopo, nella mia testa echeggiava il silenzio. Vedevo attorno a me i miei amici muovere la bocca, ma non sentivo le loro voci. Ero lontana, ero assente. Lo avevo perso..avevo perso Gokudera.. ero morta.
Poi, dal nulla, qualcosa mi spinse a camminare, e una forza rabbiosa dentro mi fece scattare, e mi misi a correre. Attraversai dolorosamente il laser, che bruciarono la mia gonna e un po’ le mie gambe, ma non me ne importava. Quella forza rabbiosa..sapevo cos’era. Lo sentivo dentro di me.. nel mio cielo..la tempesta era ancora viva!
Saltavo e scavalcavo i detriti dei mobili e dei muri saltati in aria, cercando febbrilmente. Poi, dal nulla, una voce:
“Sono qui mia luce, ti sento vicina..”
Senza sapere come, mi diressi alla cieca verso una nuvola di fumo acre, e lo trovai lì. Era ferito, malconcio e sporchissimo.. ma era vivo!
Gokudera fece qualche passo, ma crollò su sé stesso, e lo presi al volo prima che cozzasse contro i detriti sul pavimento.
“Sono tornato da te, mia luce.. voglio vivere per te anch’io.”
Io lo guardai, e senza nemmeno sapere da dove mi venisse tanto fegato per un gesto simile..lo baciai. Sapeva di tabacco e fumo di sigaretta.. un sapore meraviglioso.
Avrei voluto perdermi in quell’aroma di tabacco per sempre ma le voci degli altri spinsero Gokudera a ritrarsi di colpo da me, lasciandomi un po’ interdetta.
“Mi è proibito, mia luce..” mormorò, solenne, ma avrei giurato di sentire del disappunto nel suo tono.
Io sospirai, e annui. Tutta questa cosa della famiglia per lui era vitale, me lo aveva dimostrato meno di cinque minuti prima, per cui insistere o protestare sarebbe valso solo altra sofferenza per lui, per cui decisi che.. me la sarei messa via. Probabilmente lo avrei amato per il resto della mia vita, la sua tempesta avrebbe bruciato nel mio animo per sempre, ma dovevo farmene una ragione, purtroppo.
Lo osservai andare incontro ai nostri amici, borbottare vaghi insulti a Yamamoto mentre si lasciava, malcontento, sistemare sulle sue spalle per essere portato all’ospedale, ma non guardai mai negli occhi. La ferita era fresca, il suo sguardo sarebbe stato sale al suo interno. Poi, però, mentre lo caricavano sulla barella per essere portato nell’infermeria di Shamall, Gokudera tirò a sé Yamamoto, e gli disse:
“Tocca a te, monopalla..guai a te se perdi. Devi farlo per lei..devi vincere per lei!”
“Ah, tranquillo, bestia!” rise gioviale Yamamoto. “la renderò una donna felice!”
Gokudera prese in un secondo l’espressione più furiosa che gli avevo mai visto in viso.
“Tu..non sarai mai tu quello che la renderà felice. Tu devi solo vincere per lei. Renderla una donna felice..non spetta a te!”
Yamamoto lo guardò allibito, ma nessuno dei due ebbe il tempo di replicare, perché Shamall spinse via la barella. Ma un attimo prima di sparire dietro le tende dell’infermeria, il suo sguardo inavvertitamente incrociò il mio. Stavo per distoglierlo, in preda a una fitta di dolore, quando notai che face un gesto strano: sorrise appena..e portò una mano al cuore.
Confusa, lo feci a mia volta, ma senza capire. Lui però parve vederci qualcosa in quel gesto ricambiato, perchè prese un espressione serena, e chiuse gli occhi.
“Ah che palle, quanto casino per così poco, che idiota!” commentò Yamamoto.
Io lo guardai.
“Di che parli?” chiesi. Lui rise di gusto.
“Sai, a volte sono contento di essere lo scemo del villaggio. A quanto pare, avere un cervellone come il suo, limita le cose semplici..”
“Allora, numero uno, non sei lo scemo del villaggio..” puntualizzai. “Numero due..di che cose semplici parli”
Yamamoto sospirò.
“ Beh, non è ovvio? Gokudera è innamorato pazzo di te, scricciolo, e tu lo stesso di lui. Però lui non riesce a dirtelo, perché è troppo orgoglioso..”
Mi sfuggì un amaro sorriso.
“Ti sbagli, è vero solo in parte ciò che hai appena detto, mio caro..” mormorai, afona. “Io lo amo..ma lui per me non prova nulla. Il suo legame con la famiglia non glie lo permette..”
Yamamoto mi guardò confuso come se fossi un test di algebra. Vero, lui non capiva una fava della vera mafia, credeva giocassimo..
“No, ti sbagli, te lo ha appena detto, a modo suo, che ti ama!”
Io denegai.
“Si è solo toccando il petto, non vuol dire niente..” replicai.
“E tu perché lo hai fatto, allora?” sentenziò lui.
Feci spallucce.
“Pensavo mi stesse indicando qualcosa..”
Yamamoto emise un verso esasperato.
“Scricciolo, non passare tu ora per la scema del villaggio, per favore..”
Gli diedi una pacca.
“Sul serio! Per me è chiaro il gesto che ha fatto!”
“Yamamoto, ascoltami, ok? Non c’è stato alcun gesto, e non c’è alcun sentimento! Senti..quando l’ho trovato tra le macerie,io..”
Faceva male pensare a quel momento, e non mi sentivo ancora libera di parlarne.
“Lo so benissimo cosa è successo, ho visto tutto!” ridacchiò lui. Mi sentì avvampare. Yamamoto..ci aveva visti?
“Eh già, sono  più alto degli altri, cosi vi ho visti per primo. Ma quando vi, ho raggiunto, quell’imbecille ha detto quella frase infelice. Non fosse che era a pezzi per conto suo, lo avrei pestato..”
“Beh..e allora se già sai tutto, cosa insisti?” chiesi, ancora molto imbarazzata.
“Perché Gokudera io me lo giro nel mignolo, lo conosco come la mia mazza da baseball, per me non ha segreti, scricciolo!” dichiarò. “Poco fa, quando ha detto quella frase, mi ha confuso, visto che so da sempre che cosa prova per te..”
“Che? Da sempre?! E perché diamine non hai parlato?” esclamai.
“Sono un mafioso, tra noi vige l’omertà, no?” rispose lui, solenne.
Mi mancava, questa! Beh, sapere che qualche cosa sulla mafia l’aveva assimilata avrebbe reso felice Reborn..
“Ok..” dissi, ancora mezza sconvolta da quell’affermazione assurda. “Ma se alla fine lo hai sentito anche tu, che discutiamo a fare?”
“Semplice: il gesto della mano sul cuore! Mi ha schiarito le idee all’istante!”
“Mano sul cuore? Perché, cosa significa?” chiesi.
Yamamoto mise le mani sulle mie spalle.
“Sai, un uomo tante volte non sa come dirle, certe cose, cosi trova altri sistemi. Quello che ti ha detto prima forse per lui è vero, in questo strano gioco è proibito avere relazioni con gli altri giocatori..”
Gioco, certo..
“Però con quel gesto, Gokudera ha voluto comunque avere l’ultima parola a riguardo. Guardandoti e toccandosi il cuore lui ha voluto dire: Gioco o no, tu sei qui. E tu, senza accorgertene..hai risposto la stessa cosa!”
Era vero. Mi ero involontariamente portata la mano al cuore, nemmeno io sapevo dire perché lo avevo fatto.
“E’ chiaro, adesso? A te ha detto che bisogna stare alle regole, ma poi ti ha fatto intendere che non gli importa! Vedrai, finito il gioco, potrete stare finalmente insieme!”
Detto questo, Yamamoto andò via fischiettando, perso nel suo piccolo mondo felice.
Forse in parte, aveva ragione, ma nel resto decisamente torto. In quel bacio, ne ero certa, non c’ero solo io. La tempesta dentro di me, in quel momento, aveva bruciato selvaggiamente. Gokudera c’era, in quel bacio, lo avevo sentito chiaramente. Ma chi presta servizio nella malavita, sa che le regole vanno rispettare. La nostra unione avrebbe screditato me e il nome della mia..beh famiglia, cosa che Gokudera non poteva accettare. Però..se Yamamoto aveva ragione, e in qualche modo sapevo che era così, allora lo sapevo solo io come andava davvero decifrato quel gesto. E temevo che, visto che i Vongola sarebbero stati eterni, e non come un gioco temporaneo come lo vedeva Yamamoto,il messaggio sarebbe stato per sempre uno solo :
“Alla luce del sole non possiamo, ma nel mio cuore in tempesta..si.”
  
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