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Autore: KomadoriZ71    02/05/2018    2 recensioni
[ Fan Fiction ~ Giovanni, Ivan, Max, Cyrus, Ghecis & Acromio ]
"Sono passati anni da quando i Leader dei vari Team hanno provato a mettere in ginocchio le regioni dei Pokémon ma, a causa di ragazzini spuntati fuori da chissà dove, ognuno di loro ha visto ogni progetto andare in fumo.
Ma che fine hanno fatto, ora che la pace sembra essere tornata?
Semplice: sono stati arrestati e ora si ritrovano limitati dentro un carcere di altissima sicurezza, il quale è stato costruito sopra a un isolotto posto in punto sperduto del mare.
Cosa mai succederà all'interno delle minuscole celle?"
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Cyrus, Ghecis, Giovanni
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
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14. Dum spiro, spero.
(parte seconda)
By Xavier
 



 
 
 
 

Non posso crederci! Stava tutto filando così liscio, perché Acromio è qui a rovinare il mio piano? Come diamine ha fatto a riconoscermi?
«Non muovetevi! Gettate le armi, subito!» - grido con tutto il mio fiato in gola, tirando a me una guardia un po' alticcia, poi le punto la pistola d'ordinanza alla tempia- «ritirate anche gli Arcanine, o gli faccio saltare la testa!»
Tutti i carcerieri, colti alla sprovvista, obbediscono ai miei ordini, ritrovandosi ben presto disarmati ed inermi, ma più che dalla mia Colt sono spaventati dal vedere il buon caro Cyrus fuori dalla sua cella e pronto ad evadere, e loro sanno bene ciò che combinerò una volta evaso!
«Suvvia Cyrus, non c'è bisogno di essere così violenti, stavo scherzando!» sghignazza e mi si avvicina, con le mani in alto e quel dannatissimo sorriso stampato in faccia.
«Stammi lontano, non sei nella condizione di farti gioco di me!» ringhio, a denti stretti, mentre lo fisso con due occhi intimidatori come quelli di un Honchkrow che usi Malosguardo sui suoi sottoposti, o almeno ci provo, poiché in realtà sono sgomentato dalla sua presenza, le mie dita tremanti sul grilletto lo fanno ben intendere e lui lo sa.
«Altrimenti che fai, spari? Non vorrai mica uccidermi, mio caro!»
«E invece lo vorrei, ma la circostanza non me lo permette, dunque sparisci finché sei in tempo» rispondo, con voce ferma mentre continuo a puntarlo.
«Oh, è questo il tuo modo di ringraziarmi? Non smetti proprio mai di essere scorbutico, vero Cyrus?» - continua ad avvicinarsi, non capisco cosa abbia in mente di fare- «Ma te lo concedo, d'altronde hai già fatto il tuo dovere!»
«…dovere? Ma di che diamine stai parlando?» vuole solo provocarmi, immagino.
«Cyrus suvvia, pensi che quel bisturi te l'abbia lasciato lì per mera dimenticanza? Ti facevo più sveglio!»
«N-Non… non rivangare quella vicenda, screanzato!» maledetto, maledetto bastardo, vuole in tutti i modi farmi perdere le staffe ma no, non ci riuscirà, non con me, serro meglio la pistola nel pugno e ogni vena del metacarpo si gonfia a fior di pelle, sto sudando, non deve cadermi di mano.
«Sarò pure uno screanzato, ma faceva tutto parte del mio piano e tu l'hai seguito alla perfezione, e tra poco saremo liberi!» - avanza, e come avanza di un passo, io ne arretro due- «avanti, dammi l'arma, fidati di me!»
«Giammai, dopo avermi usato speri pure di guadagnarti la mia fiducia? Scordatelo!» grido ancora, mentre il mio fiato si fa sempre più corto.
«Allora proprio non capisci Cyrus, mi costringi alle maniere forti così…» - incupisce la voce e si sistema gli occhiali, quel gesto non promette nulla di rassicurante- «come speri di salvarti, da solo? Guarda, i cancelli esterni sono chiusi, a breve saremo circondati, solo io conosco una via di fuga che ci permetterà di uscire da questo posto illesi, ma devi consegnarmi l'arma e affidarti completamente al sottoscritto! Non te lo ripeterò una seconda volta!»
Merda. Ha ragione, ha fottutamente ragione, non ho modo di oltrepassare la cancellata esterna che mi separa dall'imbarcazione diretta a Unima. Rimango in silenzio, ansimando, fissando un punto imprecisato del pavimento, non voglio credere che la mia unica chance di sopravvivenza sia proprio lui.
Un tintinnio metallico pizzica i miei timpani e mi costringe a seguire con lo sguardo il movimento delle sue mani: ha appena estratto dall'ampia tasca un mazzo di chiavi e dopo averne infilato l'anello all'indice inizia a farlo roteare intorno al dito. Deve essersi impossessato di uno degli elicotteri di vigilanza, non posso freddarlo o non saprò mai dov'è parcheggiato. E se stesse semplicemente bluffando? Calmati Cyrus, calmati dannazione! Dev'esserci un'alternativa! Il fragore dirompente scaturito dall'abbattimento di una porta desta entrambi e ci costringe a voltarci a destra dove, dalla breccia appena aperta, vediamo spuntare Maxie e Ivan alla testa di un folto branco di altri detenuti appena scagionati, pronti a confluire nella sala da pranzo.
«E chi ti ha detto che sono da solo, Acromio?» -sogghigno allo scienziato, godo nel vedere la sua faccia sorpresa e sbalestrata- «divertiti, sono sicuro anche loro fossero ansiosi di vederti» e detto ciò, scaglio via l'ostaggio e approfittando del caos appena creatosi fuggo via verso l'esterno.

Corro.
Sto correndo a perdifiato, gambe e petto mi dolgono, ho la vista annebbiata, non so quanto ancora potrò resistere in questo stato, raggiungo l'inferriata e mi ci accascio contro, battendo i pugni sul portone d'uscita, ho bisogno di riacquistare le energie prima di cimentarmi nell'arrampicata. Odo qualcosa sovrastare il monotono susseguirsi dei miei sospiri, una specie di ronzio ferroso e rombante d'incerta provenienza, che sia frutto del mio cervello? Sto forse per avere delle convulsioni? È così… insopportabile!
Mi rivolto adagiando la schiena alle mura e mi copro i padiglioni auricolari con i palmi, ma proprio in quell'istante adocchio qualcosa che non avrei mai voluto adocchiare in una situazione come questa: uno degli Arcanine carcerieri sfrecciare verso di me a fauci spalancate.
Cerco freneticamente la Colt, è a pochi centimetri da me, la brandisco, prendo la mira ma sono troppo agitato per far centro, sparo il primo colpo, il secondo, al terzo lo ferisco di striscio ma non s'arresta anzi, è diventato ancora più aggressivo ed io ho finito le munizioni.
Ho bisogno di qualcosa per difendermi, dopo avergli scagliato addosso anche la rivoltella, e alla svelta, un bastone, una pietra, qualsiasi cosa andrà bene, ma mi ritrovo soltanto con un pugno di sabbia e ghiaia, alquanto inutile. L'Arcanine si slancia, serro le palpebre e porto gli avambracci a coprirmi il viso dall'imminente attacco… che succede? Percepisco un tonfo e poi il canide rantolare davanti a me, riapro gli occhi e lo vedo atterrato da un enorme Feraligatr, e dietro quest'ultimo un ragazzo adolescente dai capelli rossi balzato da chissà dove.
«Ottimo lavoro Feraligatr, adesso usa Idropompa!» ordina il giovane al proprio Pokémon, riesco giusto in tempo ad appiattirmi al suolo per evitarla e permettergli di sfondare il cancello col devastante attacco di tipo acqua. Sono davvero stato salvato da un marmocchio?
«Ehi, tu!» - irrompe l'Allenatore, afferrandomi con una mano per il colletto- «dimmi dov'è mio padre, se ci tieni alla tua pelle!»
Come pretende che io lo sappia? È la prima volta che vedo il suo viso, non mi sembra familiare, ma a giudicare dai capelli direi che è imparentato con Maxie.
«Credo sia lì, tuo padre…» gli rispondo titubante, indirizzandolo con un'occhiata verso la figura dello scienziato che, zoppicante e appoggiato ad Ivan, sta ora uscendo dal penitenziario.
«… non è lui, razza di idiota!» sbotta il fulvo, spintonandomi indietro. Se non avesse lui il coltello dalla parte del manico, gliela insegnerei io la buona educazione, cosa che, evidentemente, questo suo famigerato padre non ha fatto. Che maniere.
«Ragazzino, dove credi di andare? Se tuo padre è ancora vivo lo vedrai uscire a breve, aspetta qui» provo a trattenerlo, potrebbe ancora servirmi.
«Mi chiamo Silver, dannazione!»
«Bene, Silver, ti sconsiglio vivamente di entrare là dentr-»
«Stai zitto, non m'interessano i tuoi consigli» replica girando i tacchi, e scapicolla in direzione della struttura. Che tipo, ma è pur sempre il figlio di un carcerato, non c'è da stupirsi.
Mi rialzo e mi scrollo la polvere di dosso, quindi finalmente valico la cinta muraria e una volta all'esterno faccio un'interessante scoperta: perché ci sono ben due navi? Una è quella diretta ad Unima e l'altra… ha le sembianze di un veliero e da entrambi i suoi fianchi fuoriescono giganteschi pannelli solari. Non ho mai visto nulla del genere in vita mia, che appartenga a qualche vanitoso riccone?
«Oh, tu devi essere… Cyrus, giusto?» un'accomodante voce maschile mi giunge alle orecchie, mi volto nella sua direzione: «hm? Ci conosciamo?» domando, squadrando da capo a piedi il mio interlocutore, un altro ragazzo probabilmente coetaneo di Silver, dalla folta chioma verde.
«Ho sentito molto parlare di te. Puoi chiamarmi N, ma ora non c'è tempo per le presentazioni, dunque ti prego di ascoltarmi»
«Silver è dalla tua parte? Cosa sta succedendo e cos'è quell'imbarcazione?» chiedo con apprensione, non mi piace l'estrema pacatezza dei suoi modi, esattamente opposti a quelli dell'altro moccioso.
«Sì, Silver mi sta aiutando. Sono venuto qui per liberare mio padre, ma sulla Fregata Plasma c'è posto anche per te e per gli altri… colleghi»
Non può che essere il figlio di Ghetsis, si somigliano tantissimo, ma questa precisazione preferisco non esplicitarla, non sia mai che sbagli un'altra volta.
«N, penso tu abbia calcolato male. Per quanto possa esser grande la Fregata Plasma, ci saranno almeno un centinaio di uomini là dentro, come credi di fare?»
«Gli altri detenuti prenderanno quell'altra nave» -spiega con calma, riferendosi a quella diretta ad Unima- «il mio esercito di Genesect ha già neutralizzato le sentinelle, adesso è pronta all'uso». Questo spiegherebbe il fastidioso ronzio di prima, ho sentito parlare dei Genesect ma personalmente non ne ho mai visto uno, sembrano Pokémon interessanti.
Rifletto per un istante sulle sue parole: «buon piano, ma dobbiamo darci una mossa prima che arrivino i rinforzi. Il tuo amico s'è precipitato all'interno, va' a vedere che sta combinando e non fate tardi, o partirò senza di voi»
«Cyrus, non hai una bella cera, ti senti bene?»
«Mai stato meglio, non perdere tempo» mento, in realtà sento le forze abbandonarmi, non mangio né dormo da un giorno.
«Hm, d'accordo… aspettami sul ponte allora, non ci vorrà molto» dice infine e anche lui prende la stessa via di Silver.

Arranco fino alla scalinata d'accesso del natante, salgo e mi metto a sedere sul bordo dello scafo, così da avere una buona visuale: Ivan e Maxie sono i primi a tirarsi fuori da quel guazzabuglio infernale, quest'ultimo accoccolato tra le braccia dell'altro. Ci mancava solo la scena patetico-romantica, santo cielo…
«Ehi, vegetale! Maxie è ferito, fa' qualcosa!»- mi grida a gran voce il marinaio, dopo esser giunto presso la nave- «se me lo fai crepare in mia assenza, diventerai un delizioso bocconcino per gli Sharpedo, ci siamo intesi?!» e dopo avermi minacciato adagia lo scienziato sul ponte, davanti a me, poi torna di nuovo indietro a dare manforte agli altri compagni, a quanto pare le guardie stanno dando loro del filo da torcere. Sbuffo e mi inginocchio davanti all'infortunato, non posso fare altrimenti: «che ti sei fatto? Te l'avevo detto di non fare sciocchezze, Max»
L'altro si alza un risvolto dei pantaloni e scopre una caviglia arrossata con evidenti segni di zanne: «sono stato morso da un Arcanine, ho cercato in tutti i modi di fermarlo quando ho visto che ti aveva preso di mira ma… beh, non ci sono riuscito»
Rimango interdetto per qualche secondo, che cos'è tutta questa filantropia oggi?
«… deve bruciare molto quel Rogodenti» - desumo mentre gli osservo la ferita- «però non sembra che sia rotta, hai solo una brutta ustione, sopravviverai» concludo e strappo un lembo della mia divisa così da improvvisargli un bendaggio.
«Grazie, Cyrus… ero sicuro che avessi anche tu un lato buono»
«No, non cominciare, lo sto facendo solo perché non voglio finire stritolato da Ivan»
«Ed ero anche sicuro che avresti risposto così. Non c'è nulla di male in un po' di gratitudine, nessuno è morto ringraziando, sai?»
Ci mancava solo il moralismo di Maxie. Ma non potevo finire sbranato da quel cane, a questo punto? La sua voce stridula è l'ultima cosa che voglio sentire dopo questa giornataccia.
«Max ti prego, non è il momento di farmi la morale, risparmiatele per dopo queste rampogne»
«Proprio no Cyrus, questo invece mi sembra il momento più adatto, dato che siamo soli, e un buon amico ti difende in pubblico ma ti corregge in privato, e non fare quella faccia!»
Faccio per alzarmi ed andarmene, visto che lui è zoppo e non avrebbe modo di seguirmi, ma improvvisamente avverto un fastidioso capogiro che mi costringe a rimanere acquattato a terra, diamine, dev'essere un calo di zuccheri.«E da quando in qua mi consideri un amico, adesso?»«Da sempre, da quando sei finito nella cella di fronte alla mia. Dovevamo essere tutti amici là dentro, aiutarci a vicenda, abbiamo commesso degli errori e questo non lo nego, ma a tutti va data una seconda chance…»
Se non fosse che sono sotto lo scacco di Ivan, a quest'ultima affermazione lo getterei dritto in mare.«Senti, lo sai bene che non credo a queste baggianate come l'amicizia o la fratellanza tra umani, sono cose frivole, lo capisci? Non bisogna contare su queste cose, ma solo su se stessi» sbotto infine, incrociando le braccia al petto e guardando altrove.
«Certo, ma certo, contare su se stessi, bravo» - inizia ad applaudire con scherno- «come hai fatto tu oggi, ad esempio? Senza il nostro aiuto non saresti uscito vivo di lì! Abbi almeno l'onestà di ammetterlo, che è stato un lavoro di squadra, sii coerente!»
«Ce l'avrei fatta anche da solo, so quel che faccio dannazione, per chi mi hai preso?»
«Tu? Ma per favore Cyrus, non hai nemmeno trent'anni, cosa credi di saperne? Io ammiro il tuo intelletto, i tuoi progressi scientifici, i tuoi studi, si vede che sei un uomo intelligente ma, lascia che te lo dica… sei ancora un ragazzino immaturo, emotivamente immaturo…»
Non replico, non saprei proprio cosa dire, tanto meno sono in vena di litigare, mi limito a scrollare le spalle con strafottenza, e lui infierisce: «lo vedi che ti comporti come un adolescente ribelle? E vuoi sapere una cosa?» vorrei solo tappargli la bocca e coricarmi, ma preferisco tagliare corto: «sì, voglio sapere che fine ha fatto Acromio. L'avete ammazzato e appeso da qualche parte immagino, giusto?» Stava per espettorare un'altra delle sue catilinarie, ma si ferma, sorpreso, deglutisce e poi balbetta: «n-no veramente… è riuscito a scappare, credo, non chiedermi come».
Non ci posso credere che l'abbiano fatto scappare! Ma che branco di imbecilli sono? Erano cento, cento fottuti uomini contro uno! Mi sale il sangue al cervello, serro i denti, i pugni, inizio a sentirmi male, ho le vertigini, la mia vista si annebbia, mi accascio su di un fianco e mi sento venir meno.

 

 

   
 
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