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Autore: Burnedfingertip    08/05/2018    1 recensioni
Pensieri.
Senza pretese, senza un filo conduttore se non quella linea, l'incisione che lascia la penna sul foglio.
Ragionamenti sconnessi, frammenti di storie, sfoghi, scarabocchi.
Anima.
(Pubblicata su Wattpad sotto il nome di Alex_sass)
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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{{prima di iniziare, voglio avvisare che alcuni contenuti potrebbero essere forti, o troppo delicati.

Spero di non urtare la sensibilità di nessuno, ripeto che questi sono testi piuttosto personali e soggettivi, rappresentano pensieri che coincidono con la mia opinione, e possono benissimo non coincidere con quella altrui. Inoltre, non ci saranno solo miei ragionamenti, bensì anche racconti, o ritratto del quotidiano. Ringrazio chiunque possa trovare tempo da perdere per la lettura. Alex.}}

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Apatia.

Assenza di emozioni.

Lascio cadere la testa sul banco, sospiro.

No, non penso che sia il mio caso.

Vedo l'apatia come un fondo nero, buio, nel quale non c'è contatto con il terreno, né con il cielo. 

Un galleggiare, fissato sempre nello stesso punto, senza possibilità di evolvere o involvere.

Io almeno vado peggiorando. 

Almeno.

Mi chiudo nella testa, penso, penso, penso tutto il giorno.

Tutta la notte.

Non riesco a non pensare.

So che dovrebbe essere scontato, tutti pensano, nessuno può smettere.

Però a volte mi sembra di esagerare un po', ecco.

Arrivo ad aver paura di farmi scoppiare la testa, sento i ricordi solleticarmi il petto, certi ragionamenti colpirmi la fronte e farmi fischiare le orecchie.

Certi pensieri mi mettono così tanta angoscia da farmi sentire il bisogno di vomitare.

Quanti scherzi fa la mente.

Non ci riesco mai, eppure...eppure quante notti ho passato in bagno, inginocchiato, senza nemmeno il coraggio di cacciarmi due dita in fondo alla gola.

Ecco, forse è questo che mi manca: il coraggio.

Forse, ad averne avuto un pochino, l'avrei già fatta finita.

Forse non sarei andato avanti ad allontanarmi dai binari, in stazione, ma sarei riuscito a prendere la rincorsa. 

Forse...forse, sempre forse.

'Dio...

Mi passo le mani sul viso, il brusio dei compagni e la spiegazione del professore ridotti ad un lieve sottofondo per i miei ragionamenti.

'Dio...

Dio. Sì. Proprio lui.

Prima, fino si quindici anni, ci credevo.

Ero felice, avevo qualcuno a cui dare le mie colpe.

E poi non pensavo.

Pregavo.

Poi, ho perso la fede.

Non che sia successo nulla di particolare, nessun trauma, nessuna sfortuna o malattia.

Solo...mi sono svegliato, e ho iniziato a farmi domande.

Domande semplici.

Non ho ricevuto risposte.

Così, ho provato a cercarle da solo, in me stesso, ho deciso di cavarmela da solo.

Le sto ancora cercando, anche se la speranza sta un po' scemando. 

Ora che ci ragiono (ah! Ci sono caduto di nuovo: sono ore che ci ragiono), sono certo che la mia non sia apatia, bensì credo di aver per la testa un eccessivo pathos.

Un vortice di emozioni stravolgente, che arriva a prendermi completamente, trascinandomi gli, intrappolandomi nella mia testa.

Obbligandomi a chiedermi cose che non vorrei sentirmi chiedere.

Così, a caso.

Quasi per diletto.

Sembro a volte trovare un gusto malato, masochista nel pormi questioni scomode.

Nel mettere tutto in discussione.

O forse, chissà, è solo adolescenza.

   
 
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