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Autore: Nocturnia    10/05/2018    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
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Capitolo 9 Capitolo 9 - Addio.


"Sta per succedere, Al."
Silenzio.
"Quando?"
"A breve." replica Annette, e storna lo sguardo su Alex.
"Lansdale gli fornirà le macchine belliche, quelle rimaste. Il nome. Sergei l'accesso dal nord."
"Quali casate ci sono fedeli?"
"Tutte." ribatte Birkin "Nessuna. La verità è che siamo soli."
"Non c'è tempo." aggiunge Annette, e nota il colorito pallido di Alex, gli occhi tormentati.
"Dobbiamo parlare con Sergei." suggerisce.
"Potresti provare." concorda Willliam "Ma devi fare in fretta."
"Domani. Partirò domani."
"Vengo anche io." annuncia Alex, e distoglie lo sguardo dal fuoco.
"Non sei nelle condizioni di viaggiare." la riprende Annette, e Alex le rivolge un'occhiata per nulla amichevole.
"Come?" sibila.
"Stai male, Alex." e non ha paura della serpe il falco - la fronteggia senza ripiegare.
"Non è vero."
"John ha detto che sei ormai al settimo mese, quasi all'ottavo. I vestiti non basteranno più."
"L'armatura sì."
"Per tutti gli dèi, vuoi davvero cavalcare Zanor in quelle condizioni?" sbotta Annette, stringendo le dita in pugni chiusi.
"Non lascio Albert da solo."
"Ci sarà la Guardia Reale." intercala Wesker, incrociando le braccia al petto.
"Me ne fotto di chi c'è. Voglio guardare Sergei negli occhi mentre ci mente."
"Abbiamo anche un altro problema." aggiunge William, soppesando una mela "Excella. Ormai dovrebbe essere nel sesto mese e, be'..." si indica l'addome, ruotando l'indice "Non è che la pancia le stia crescendo tanto."
Albert inspira, si massaggia le palpebre.
"John è riuscito a convincerla che è per via della sua costituzione esile, e ha cominciato a fornirle delle erbe che imitano una gravidanza, ma bisognerà porci rimedio a breve, Albert."
"Lo so."
"Non puoi lasciarla qui da sola: qualcuno potrebbe parlarle, o peggio: farla visitare senza il tuo consenso. Sua madre, per esempio. Lyas sembra vivere in simbiosi con i lombi di sua figlia."
"È avida, quella donna. Per lei un nipote è il modo migliore per assicurare un posto nella monarchia ai Gionne."
"Portiamocela dietro." mastica Alex, alzandosi "E se la fortuna ci assiste cascherà da cavallo, spaccandosi l'osso del collo."
William ride, decide di sbucciare una pera.
"Bene; partirò domani." ripete Wesker.
"Partiamo." sottolinea Alex, e brucia sotto il pallore di un viso consumato.
Annette sospira, scuote le mani.
"Fai un po' come ti pare."
La Serpe bianca affronterà il Lupo orbo con il coraggio della disperazione nel cuore.


"Al nord." ripete Claire, sbriciolando un pezzo di pane d'avena.
"Esatto."
Ruba a Chris la coscia del pollo, se la infila in bocca.
"E perché il re vuole parlare con il signore del Lupo?"
"Un problema di confini, pare: il Muro è l'unica cosa che impedisca al nord di arrivare indisturbato a Raccoon, e come ben sai i rapporti con Lansdale non sono ottimali."
"Teme forse un attacco frontale?"
Chris si stringe nelle spalle, affonda il cucchiaio nella zuppa.
"Non ne sono sicuro. Il re è parso molto... inquieto nelle ultime settimane. Più del solito, voglio dire. È sempre stato un uomo difficile, dai modi anche bruschi, ma i suoi silenzi si sono fatti ambigui, strani. Sai quando uno tace, ma c'è dell'altro sotto, puoi sentirlo?"
"Sì." replica Claire, deglutendo.
"Verrà anche la regina. E sua sorella."
Claire stacca un altro pezzo di pane, si fa improvvisamente attenta.
"Non è pericoloso per la regina?"
Chris si rilassa contro lo schienale della sedia, incrocia le gambe sotto il tavolo.
"Il re non vuole lasciarla da sola, a quanto pare."
"Potrebbe rimanere la sorella con lei."
Chris libera una risata breve, fugace.
"È questa la cosa strana: la sorella vuole venire con noi. Di conseguenza la regina non può rimanere a palazzo."
Claire si gratta la punta del naso, riflette.
"Chris..." inizia, titubante "Hai notato qualcosa di diverso nella sorella del re, ultimamente?"
Redfield storna lo sguardo, lo posa sulle tende accostate della stanza.
"Forse."
Claire si schiarisce la voce, scivola con l'indice lungo il bordo del piatto.
"È più stanca." comincia "E pallida."
Claire tace, aspetta.
"Diverse volte l'ho vista inciampare nei suoi stessi piedi, doversi sostenere contro una delle colonne della navata."
Fissa un pugno di castagne, indecisa se mangiarne una o no.
"Ed è ingrassata."
Claire quasi si strozza con la prima castagna, si colpisce il petto con la mano aperta.
"Oppure ha cominciato a indossare abiti più larghi, non lo so: non me ne intendo molto di queste cose."
Il dubbio diventa certezza e taglia.


Dorme contro il suo petto, Alex.
Respira piano, le labbra socchiuse - le gambe intrecciate alle sue.
Albert le percorre la curva piena dell'addome in punta di dita, la circoscrive - e qualcosa preme, lo cerca, lo trova.
Alex nasconde il viso nell'incavo del suo collo, mormora - Albert.
Avevano passato molte notti così, avvolti l'uno nel calore dell'altro.
Erano stati bambini spaventati, ragazzini angosciati - adulti curiosi di sapere che sapore avesse la pelle l'uno dell'altro.
Si erano confortati, piegati tra quelle lenzuola umide e stropicciate - ed ora questo.

Un erede.

Albert affonda il viso tra i suoi capelli, inspira.
Sotto le sue mani tutto ciò che resterà del loro futuro.


"Non pensavo sapesse combattere."
Il re gli rivolge uno sguardo in tralice, blandamente irritato.
"È stata addestrata alle armi fin da piccola." è la risposta che gli concede.
Chris annuisce, osserva Alexandra Wesker indossare l'armatura della casata - placche smaltate di rosso e nero, il fregio del serpente che si estroflette dalla corazza, lungo gli spallacci.
"È un bene." replica, passandosi una mano tra i capelli "Avete molti nemici, e sapersi difendere è una cosa utile; potrebbe rivelarsi provvidenziale per sua sorella."
Wesker continua a fissarla, il mantello bianco che sventola come una bandiera stracciata - frustato da un vento ribelle.
"Forse anche la regina dovrebbe imparare i rudimenti del combattimento." suggerisce Chris, spostando il mento alla sua destra.
Wesker sposta lo sguardo su Excella, un profilo vestito d'argento e verde - i capelli neri raccolti in un'elaborata acconciatura sulla nuca, gli occhi inquieti, che si sforzano d'essere fermi, risoluti.
Chris l'osserva contrarre un angolo delle labbra, premere un suono strano tra i denti serrati - una risata, forse?
"Non credo che alla regina interessino queste cose." ribatte, e Chris percepisce una nota dispregiativa nella sua voce, aspra.
Chris fa per dire qualcosa, viene interrotto dallo scalpiccio degli zoccoli del cavallo di Alex - Zanor; uno stallone ombroso quanto la sua padrona.
"Siamo pronti." esordisce, la spada che le pende dal fianco, i capelli che spuntano come tanti fili dorati da sotto l'elmo rostrato "Possiamo attraversare le terre di Sergei."
Albert la segue, tira il morso di Hela - scende lungo il pendio con sua sorella al fianco.
Chris studia la figura della regina rimanere indietro, circondata dai soldati e da Claire - sola, alla fine.
Osserva il re e sua sorella alla testa del gruppo, dietro Excella - tutti loro.
La consapevolezza lo colpisce come un pugno al centro petto.


Il Lupo orbo ascolta il Serpente nero.
Lo accoglie nella sua casa, lo invita a condividere il suo cibo.
Il Cane a tre teste è al suo fianco, quieto. In parte.
Trema la Rosa tra le sue spire, e stringe l'anello che il re le ha donato - ogni rosa è preda dell'inverno, uhm, Excella?
Fedeltà, la chiama.
Fiducia, chiede.
Lealtà, pretende.
Il Lupo lo fissa con il suo unico occhi cieco, lattiginoso.
La Serpe bianca è alle sue spalle, rigida. Pronta all'attacco.

Spietata. La sacca di veleno di una casata ormai prossima alla rovina.

Mente, il Lupo, perché la storia la scrivono i vincenti, e lui è lì che vuole vergare il suo nome.
Mente, e si scopre privo di rimorsi - asciutto di colpe.
La Rosa stringe il Serpente, lo venera come il dio crudele e insondabile che è.
All'occhio cieco del Lupo nulla sfugge, e la Serpe bianca lo sa - non distoglie lo sguardo.
Il Serpente nero si ritira dalle sue terre esattamente come è arrivato: in silenzio.
Dietro di lui cappe bianche di morte e cenere.


Claire le scivola addosso con lo sguardo; lungo gli schinieri neri, fino al cosciale rossastro, la corazza decorata.
"Perché?" le chiede, e Alex continua a cavalcare, le spalle dritte, la schiena rigida.
"Non ho avuto altra scelta."
"C'è sempre un'altra scelta." le dice Claire, e Alex arriccia un labbro - snuda un canino perfetto e bianco.
"Non per gente come noi, Claire."
Storna lo sguardo su Excella - il suo viso incerto, tirato sugli zigomi.
"Non ne sa niente, vero?"
Alex libera una risata a metà, inclina il mento verso di lei.
"Come potrebbe?"
"È una vittima."
Alex stropiccia le redini tra il pollice e l'indice, stringe le cosce sui fianchi di Zanor.
"Come tutti noi, Claire. Come tutti noi."
L'Edonia inghiottirà ogni altra risposta.


"Il re è venuto a parlarmi."
Simmons guarda Sergei - i suoi capelli argentati, la cicatrice che gli straccia il viso.
"Voleva l'assicurazione che non aprissi le porte del nord."
Incrocia le braccia dietro la schiena, Derek, osserva la neve cadere - un inverno che non finisce mai.
"Quando?" gli domanda, e Simmons abbozza un sorriso.
"Presto. Un mese al massimo. Probabilmente meno."
Annuisce, Sergei, vendetta e giustizia due nomi diversi per uno stesso sentimento.

Rabbia.

"La regina..."
"Sarà tutelata." replica Simmons, e lo oltrepassa.
"Quando vedrai il vessillo dello Scorpione, apri la porta, Sergei. E avrai tutto ciò che desideri."
Il Lupo orbo si era inchinato alla cuspide.


Lyas si morde il labbro, stringe le mani tra di loro.
"Bastano cinque gocce per paralizzare una persona, dieci per ucciderla."
Deglutisce, ma le sembra d'ingoiare sabbia e vetro - arida negli occhi, in gola.
"Sarà semplice; veloce."
Il vestito è leggero sulla pelle, ma sembra soffocarla - avvolgersi attorno al suo corpo e stritolarla.
"Domani farò sì che Cindy, la serva personale del re, gliene versi un po' nel vino - il necessario perché appaia come una morte improvvisa, naturale."
Lyas inspira con forza, annaspa.
"Il re cadrà al suolo, morto."
Gratta con l'unghia l'intricato disegno del bracciale in oro e smeraldi, un regalo di matrimonio.
"Excella e suo figlio saranno i successivi in linea dinastica, e neppure sua sorella potrà più nulla."
Lyas ansima, si passa il dorso della mano sulla fronte sudata.
"I Gionne avranno tutto." le sottolinea Simmons, e si china alla sua altezza.
"Basta un fiore, Lyas: la Stairway to the Sun, che cresce solo nelle vostre terre. Il suo cuore produce abbastanza veleno da abbattere un esercito."
Gli occhi di Lyas sono torbidi, febbrili.
"Mi aiuterai a far avere a Excella quello che le spetta di diritto, Lyas?"
Lyas libera un sospiro tremulo e annuisce.


La Rosa ha estroflesso le sue spine - punge.
Ne ha raccolto il veleno lo Scorpione, e lo consegna ora alla Serpe nera.
Attendono il Ragno, il Lupo.
Quello che ancora non sanno è che sarà il Falco a cadere, innocente, e che della loro guerra rimarrà solo una cicatrice grigia ai margini della storia.


Cindy era piccola quando era arrivata a corte; nove anni.
Il re all'epoca era un giovane principe con solo qualche anno in più di lei - ombroso, distante.
Gli era stata assegnata come serva personale da Spencer, e da allora era rimasta nel suo ruolo, quieta.
Per il re era nulla: un'ombra. Una figura costante e di cui conosceva a malapena i contorni.
"Cinque gocce." le aveva sussurrato Simmons "Cinque gocce nel suo calice, e nessuno saprà mai nulla, piccola Cindy."
"Non posso." la debole replica "È alto tradimento. È il re."
"Oh, lo so. Ma non lo sarà a lungo." Simmons le aveva premuto la fiala tra le dita, stringendole tra loro "So che li hai visti. So come li giudichi."
Silenzio.
"Non te ne faccio una colpa, Cindy. È il re, d'altronde. Che valore avrebbe mai avuto la tua voce contro la sua?"
Cindy deglutisce, si fissa le unghie rovinate e scheggiate.
"Un gesto solo, Cindy: uno, e la monarchia tornerà a brillare, pura. I peccati saranno mondati, e la tua anima non dovrà più essere al servizio del blasfemo."
E ci crede, Cindy, perché lei ha fede.
Perché i Cinque Dèi sono tutto quello che le è rimasto.
Perché una mente come la sua non concepisce il disegno più grande - non coglie il cuore corrotto che giace in ognuno di noi.
No, Cindy vuole essere pulita.
Cindy vuole trascendere, come i Cinque Dèi le hanno promesso.
Afferra più saldamente la fiala, la nasconde tra le pieghe della gonna.
Simmons le sorride, rassicurante.
"Andrà tutto bene, Cindy. Io e Carla abbiamo grandi aspettative su di te."

E se anche andasse male, sarai tu a pagarne le conseguenze, piccolo topolino.

Cindy solleva il vassoio, inspira - si sfrega le mani umide nel grembiule.
I Cinque Dèi la osservano e ridono.


È l'ultima volta che il destino li vorrà insieme - uniti.
Seduti nelle stanze private del re Annette e William ridono, liberi.
Sono tra amici, in fondo: non può succedere loro nulla di male.
Albert sorride dalla poltrona nella quale è seduto - svaccato come un contadino, l'ha preso in giro William poco prima - e si porta Alex in grembo, accarezzandole la schiena.
Annette colpisce Birkin tra le costole quando le ruba uno spicchio di mela, tutti si voltano verso l'ingresso quando le loro parole vengono interrotte da un quieto bussare.

Cindy.

Vi ho portato il vino, come richiesto, dice, e appoggia un vassoio argentato sul tavolo.
Albert annuisce, la congeda con un gesto vago della mano.
Cindy s'inchina, è quasi alla porta quando.

Quando Annette cade. Muore.

Tieni, le aveva detto William, porgendole il bicchiere più grande, immagino che Al non avrà obiezioni al riguardo, no?
Wesker gli aveva concesso un sorriso morbido, autentico.
Alex si era portata istintivamente le mani all'addome, Annette aveva alzato il calice verso di lei - un brindisi silenzioso.
Birkin si era girato per prendere il secondo bicchiere quando.
Annette si era portata le dita alla gola, aveva cercato gli occhi di suo marito - di Alex.
"Will."

Silenzio.

Era caduta in avanti, Annette. Morta.
Sotto le unghie il nero di un veleno impietoso, sul viso i primi segni della contaminazione.
Alex si era alzata di scatto, Albert con lei - Cindy un'ombra paralizzata, inerme.

Un animaletto caduto nella tana dei serpenti.

Birkin era crollato in ginocchio - Annette, Annette, Annette!

Stairway to the Sun, il sussurro di Alex, e aveva fissato Albert - attonita.
"Era per te." e c'era così tanto orrore - così tanta paura il quel mormorio che Albert si era sentito debole all'improvviso.

Cindy.

Alex rialza lo sguardo - la vede.
"Tu." dice - accusa.
Cindy sgrana gli occhi (troppo tardi) arretra (non abbastanza.)
Scatta in avanti la Serpe, ed è Albert a trafiggerla - un odio che brucia.
Cade, Cindy; è caduta Annette.
Alex si porta le dita chiuse a pugno alla bocca, morde.
Sangue sul pavimento, tra le labbra di Annette, lungo la spada di Albert.
William stringe al petto ciò che è rimasto di sua moglie, nel mezzo loro.

A dividerli - a unirli - un cammino di macerie e polvere.

Alex si accorge di star piangendo solo quando Albert l'accoglie tra le sue braccia e stringe.


Sono le grida di Birkin ad attirare Chris.
Sono le grida di un uomo distrutto, sgretolato.
La Guardia Reale irrompe nella stanza privata del re, Chris subito al suo fianco.
"Cosa...?"
E brucia il re.
Un idolo furioso, una bestia che ha strappato la propria catena: il re è una curva di muscoli tesi e contratti, la spada in mano che gocciola sangue e carne.
"Lei." sibila, e indica il corpo della sua serva personale "Quella puttana ha provato ad avvelenarmi."
Piange il signore del Falco, ed è un lamento straziante - un nome ripetuto mille e mille volte.

Annette, Annette, Annette.

"Mettete in sicurezza i corridoi." latra Chris "Cercate nelle cucine, chiedete alla servitù, torturatela se necessario; voglio sapere chi è il responsabile."
Ombre dorate e bianche, i soldati eseguono, Chris si piega sul corpo di Cindy.
"Voi state bene, sire?"
Wesker digrigna i denti, rinfodera la spada.
Chris sposta lo sguardo su Birkin - un uomo piegato, accartocciato sul corpo senza vita della moglie - poi su Alex.

Occhi trasparenti, attoniti. Labbra pallide, strette in una linea sottile e asimmetrica.

"Stairway of the Sun." replica, e Chris rovescia sulla schiena Cindy "Il suo veleno lascia tracce nere sotto le unghie, sulle dita."
Chris solleva la mano destra di Cindy, vi trova piccole sbavature nerastre e appiccicose.
Annuisce, coglie Alex sbattere il pugno chiuso sullo schienale della poltrona.
"Quella troia." si lascia scappare, e Chris alza un sopracciglio.
"Alex." la riprende il re, ma Chris può sentire che qualcosa si è rotto - frantumato.
"Fai chiudere la regina nelle sue stanze." ringhia, e avanza.
"Alex." ripete il re, ed è allora che Chris percepisce lo strappo - pelle che si lacera e sfilaccia sotto il filo di una lama invisibile.
"La Starway of the Sun cresce solo nelle terre del Kijuju, dei Gionne." urla Alex, e si avvicina ulteriormente al re "Questa è la loro firma, Albert."
Il re tace, irrigidisce la mandibola quando Birkin libera un gemito particolarmente acuto e straziato.
"Chris, chiudi la regina nelle sue stanze fino a quando non avremo trovato il colpevole. O appurato il ruolo della sua famiglia."
"Alex, ragiona." le ripete il re "Dobbiamo pensare prima di..."

Sbam.

Chris sobbalza, trattiene il fiato - osserva come a rallentatore il viso del re piegarsi di lato, verso destra.
"Chiudi la regina nelle sue stanze. O sarò io a farlo."
Il re afferra il polso di sua sorella, strattona.

E Chris non sa cosa fare, perché c'è qualcosa di privato - di intimo e tragico - in quello che sta succedendo e la signora del Falco è morta e qualcuno ha provato a uccidere il re e...

"Sherry." mormora William, riscuotendo tutti dall'immobilità in cui erano caduti.
"Cosa dirò a Sherry?"
Alex apre la bocca, la richiude; s'inginocchia vicino a Birkin, scosta una ciocca di capelli dalla fronte di Annette.
Il re gli allunga una mano sulla spalla, stringe.
William si prende il viso tra le mani e continua a piangere.
   
 
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