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Autore: cussolettapink    20/05/2018    4 recensioni
Brath Hill, questo era il nome del quartiere dove erano capitati. Lo chiamavano "il quartiere del non ritorno" e, sebbene sembrasse il titolo di un horror di quarta categoria, era tristemente noto per essere uno dei quartieri più malfamati dell'intera Gran Bretagna.
"Facciamo così allora: Se tu esci puoi affrontare quello che ti succederà ma noi lasceremo in pace la tua fidanzatina. Se invece ci lasci lei, ti lasceremo andare senza fare neanche un graffio a te o alla tua auto"
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 16 - After the Storm

Nicole aveva passato tutta la notta a muoversi. Ogni tanto si agitava e colpiva il riccio che subito scattava in allerta, pronto a intervenire contro qualsiasi minaccia potesse mettere in pericolo la ragazza a cui in così poco tempo si era affezionato così tanto.

Harry stava riflettendo su quanto tutto quel periodo non gli avesse concesso neanche pochi minuti di pace per godersi tutte le cose buone accadute; sembrava quasi che per ogni cosa bella ne dovesse accadere più di una negativa.

Nicole era senza dubbio una delle cose più belle che gli fosse successa negli ultimi anni, se non in tutta la vita; frequentare una persona estranea a quel mondo orribile gli aveva permesso di scoprire quanto in realtà fosse bella e piena la vita.

Si ridestò dai suoi pensieri nel momento in cui la bionda lo colpì per l’ennesima volta allo stomaco. Stava dormendo in posizione fetale e con le braccia strette al petto, come se volesse tenersi in posizione difensiva anche mentre dormiva. Non essendo un esperto nel linguaggio del corpo, il ragazzo immaginò che dovesse essere comunque un comportamento più che normale dopo l’esperienza appena vissuta.

Come se non bastasse, la chiamata dell’amico la sera prima l’aveva messo parecchio in agitazione. Nicole gli aveva detto che sarebbe arrivata Denise verso le 11,00, quindi avrebbe avuto il tempo di passare un secondo a casa per cambiarsi per poi raggiungere subito Zayn.

“A volte è incredibile come una singola persona possa sconvolgere così tante vite”

Rifletté Harry, osservando come la ragazza sembrava essersi finalmente calmata, probabilmente colta dal sonno profondo.

Chiudendo gli occhi, anche lui si lasciò trasportare da Morfeo nel mondo dei sogni.
 

La mattina seguente – o si potrebbe anche dire poche ore più tardi -  il ragazzo si alzò prima di Nicole e, silenziosamente, scese giù in cucina per prepararle la colazione.

Si rese conto di non conoscere i gusti della ragazza, così aprì le varie mensole della credenza e studiò il contenuto. Un barattolo di Nutella quasi finito e uno invece ancora pieno gli suggerirono quanto la ragazza dovesse esserne golosa, così prese le fette biscottate che si trovavano lì accanto e cominciò a preparare la colazione.

“Lasciami! No, no lasciami! Harry aiutami!”

La voce terrorizzata di Nicole gli fece cadere il coltello con cui stava spalmando la cioccolata sulle fette biscottate. Si affrettò a precipitarsi in camera della bionda.

La ragazza teneva gli occhi serrati e ormai si era quasi incastrata con le coperte per quanto si stava muovendo, costringendosi da sola in movimenti sempre più stretti e provocandosi ancora più agitazione.

Avvicinandosi, il riccio cercò di stringerla cercando di non farle far male e cominciò a sussurrarle parole rassicuranti all’orecchio.

“Shhh Nicole va tutto bene, ci sono io con te… non è successo nulla non preoccuparti, va tutto bene” continuò per almeno un paio di minuti prima che la bionda si tranquillizzò.

Aprendo gli occhi ancora impastati dal sonno e gonfi per il pianto che l’aveva colta in quegli ultimi due minuti, la bionda si strinse tra le braccia del ragazzo e nascose il viso nel suo petto.

“Ho cominciato a sentire il vuoto intorno a me e in un secondo mi sono ritrovata in quel deposito, ho avuto una paura incredibile… è stato bruttissimo” parlava piano e con la voce interrotta dai singhiozzi, nonostante questo Harry riuscì comunque a sentire le parole della bionda e a stringerla ancora di più contro il suo petto.

“Era solo un sogno, mi ero allontanato solo per prepararti la colazione. Scusami avrei dovuto aspettare che ti svegliassi”

“Colazione? Come fai a sapere cosa mi piace?” chiese con un piccolo sorriso la ragazza.

“Non lo so infatti, con il cibo stavo andando ad intuito, con cosa ti piace bere stavo ancora in alta marea. Vuoi risparmiami l’impazzimento per capirlo?”

“Mhmm… ti dico cosa mi piace bere solo se mi dici cosa stavi preparando da mangiare: se avrai indovinato ti dirò cosa vorrei bere, altrimenti ti lascerò alle tue deduzioni per ancora un po'”

“Sei una piccola peste, ci sto comunque: ti stavo preparando le fette biscottate con la Nutella”.

“Bravo, ci hai preso. Mi piace berci il latte, comunque. Normale latte freddo senza zucchero né altre cose; puro e semplice latte”

“E puro latte sia allora”. Alzandosi, il riccio si stava per dirigere nuovamente verso la cucina quando si sentì tirare per un lembo della maglia che indossava.

“Posso venire con te? Non mi va di rimanere da sola”. In quel momento Nicole sembrava una bambina, forse lo era davvero in quell’istante: il viso sconvolto dato anche dalla notte agitata, tutto quello che aveva affrontato in poco meno di ventiquattro ore l’avevano provata così tanto da farla sembrare una bambina che necessitava di costante attenzione.

“Andata, però rimani sulla sedia e non ti muovi, devi essere servita e riverita oggi” sorridendo, il riccio gli porse la mano, aspettando che l’afferrasse.

Una volta tornati in cucina, Harry finì di preparare la colazione. Gettando un’occhiata all’orologio, si rese conto che erano ormai quasi le undici e che Denise sarebbe arrivata a momenti.

Il suono del campanello lo distrasse proprio da quel pensiero, andando quasi in modo automatico ad aprire alla mora, come se si trovasse a casa sua.
 





Era rimasta intenta a osservare il riccio muoversi con nonchalance per la sua cucina.

Dopo appena un paio di volte in cui era venuto per guardare un film e a preparare i popcorn, si muoveva come se l’avesse frequentata per anni.

Un piccolo uragano moro quasi travolse Harry sulla porta e poi invase la cucina, alla ricerca della migliore amica.

“Anima mia! Non farmi più prendere certi spaventi” esclamò la mora, buttandosi addosso alla bionda e stringendola in un abbraccio quasi più nocivo che consolatorio.

“Denny, finirai per soffocarmi se non ti stacchi un minimo” ridacchiò la bionda, già contagiata in parte dalla vivacità dell’amica.

“Ragazze, io vado a casa a cambiarmi e poi devo raggiungere i ragazzi, Nicole tu chiamami qualsiasi cosa ok?”

“Harry! Ieri sera poi ero troppo stanca per insistere ma devi ancora dirmi cosa è successo!”

“Cosa altro è successo adesso?!?” chiese Denise, totalmente all’oscuro di questa altra nuova faccenda.


Sospirando, il riccio pensò che dare la notizia ora che se ne stava andando era davvero una pessima idea.

La bionda invece rimaneva ferma a contemplare Harry. Sembrava quasi essere in grado di leggere tutti i problemi che in quel momento stavano affliggendo il riccio.

“Te ne parlerò questo pomeriggio, ora pensa a stare con Denise” avvicinandosi, il ragazzo lasciò un bacio sulla fronte della bionda per poi allontanarsi dalla cucina e uscire di casa.

Quando sentì la porta chiudersi, il leggero sorriso che la ragazza aveva a fatica acquisito durante la mattinata sparì.

“Eh no eh, ricordati che sono io la tua unica fonte di gioia! Sorridi su, non è che se va via Harry tu torni triste!” una Denise più che decisa a non far intristire l’amica riuscì nel suo intento, sorridendo quando vide un sorrisino tornare sul volto della bionda.

“Sono così stanca Denny… non puoi capire quanto queste ultime ventiquattro ore siano state… massacranti”

“Posso solo immaginarlo, sei una forza Nì. Su questo non ho mai dubitato”.
 

“Che ne dici di una passeggiata? Ti offro il gelato” se ne uscì a un certo punto la mora, una volta che entrambe ebbero finito di pranzare.
Erano passate due ore da quando le due ragazze stavano insieme, eppure sembrava passata una giornata intera tanto la bionda era stanca.

“Uscire non è proprio in cima alle mie aspirazioni per la giornata… non possiamo rimanere a casa?”

“Non se ne parla! Noi ora usciamo e ti fai regalare un fantastico cono Nutella e crema!”

La bionda alzò gli occhi al cielo, notando come in un giorno già più di una persona aveva tentato di conquistarla con della cioccolata.

“E va bene, andiamo”.

Le ragazze sistemarono la sala da pranzo e poi si prepararono ad uscire.

Andarono alla piccola piazza del loro quartiere, dove si trovava un bar/gelateria per cui entrambe andavano matte.

Passarono un’altra ora piacevole, concentrandosi su gossip o chiacchiere inutili per tenere leggero il tono della conversazione.

“Cavolo, ho dimenticato il carica batterie del mio cellulare da te!” realizzò all’improvviso Denise, una volta che entrambe ebbero preso il gelato.

“Tra una mezz’ora devo stare fuori dal forno dove lavora Harry, non faccio in tempo ad accompagnarti. Tieni le chiavi di casa, quando esci poi lasciale dove sai” la bionda porse tranquillamente le chiavi all’amica, era successo più volte che, magari per orari differenti in università, la bionda lasciasse sola la mora dopo magari una notte di pigiama party.

“Grazie! Ci sentiamo questa sera ok?” si sporse per abbracciare forte l’amica, cercando di far trasparire anche in un piccolo abbraccio tutto l’affetto che provava per lei.
Una volta salutata, si allontanò verso l'appartamento dell'amica
 


Quando Denise salì l’ultimo gradino prima del pianerottolo al piano di Nicole, si immobilizzò fissando la persona che in quel momento stava per bussare alla porta della bionda.

“Niall, cosa ci fai qui?” parlò lentamente.

“Denise?”

“Già, la migliore amica della proprietaria della casa a cui stai bussando. Appurato che siamo chi diciamo di essere, mi rispondi? Ieri mi hai detto addio per una nuova vita a Londra e ora ti ritrovo qui? Mi stai forse prendendo in giro?”

Il biondo fece un paio di passi verso la ragazza, decidendo poi di fermarsi quando intercettò il suo sguardo.

“Assolutamente no, non lo farei mai. Ieri cinque minuti dopo averti salutato mi ha chiamato Zayn”

“Harry stamattina parlava di dover raggiungere qualcuno, cosa è successo?”

“Harry era qui stamattina? Non mi risponde al cellulare da ore, penso lo abbia spento”.

“Da quello che mi ha raccontato Nicole, Harry è stato a casa con lei da ieri pomeriggio. I due hanno dei cellulari diversi quindi probabilmente il suo cellulare deve essersi scaricato e non ha potuto metterlo in carica. Comunque Harry oggi aveva da fare Dio solo sa cosa e poi andava a lavoro, tra una decina di minuti si deve incontrare con Nicole”.

Mordendosi il labbro, il ragazzo  fece gli ultimi due passi che lo separavano dalla mora e la strinse in un abbraccio.

“So che può sembrare terribile visto il motivo per cui sono tornato, però sono felice di aver avuto l’opportunità di vederti di nuovo”.

La mora si lasciò andare alle emozioni e ricambiò l’abbraccio.

“Comunque, cosa volevi da Harry?”

“Giusto! Devo raggiungerlo subito!” Niall fece per andarsene, quando all’ultimo si interruppe e guardò nuovamente la mora. “Ti va di cenare insieme stasera? Andiamo un po’ fuori zona in modo che nessuno possa vederci e tu non corra altri rischi… non ti metterei mai in pericolo”

“Mi farebbe piacere, però voglio che mi racconti cosa sta succedendo” replicò la mora, non riuscendo a sopportare oltre tutti quei misteri.

“Te lo dirò stasera, spero una volta risolto il tutto”.

Denise rimase un altro po’ lì, ferma nell'atrio del piano a fissare il punto in cui il biondo era sparito prima di voltarsi e entrare in casa della bionda per recuperare il caricabatteria.

 
 
Nicole raggiunse Harry giusto in tempo, il riccio aveva appena staccato e stava fissando il cellulare in modo confuso.

“Non capisco, l’ho tenuto in carica tutto il turno e sta solo al 20%, con tutti i messaggi che stanno arrivando finirà per scaricarsi nel tempo che ci metto per arrivare alla moto”

“Buonasera anche a te, Harry” nonostante fosse stata quasi ignorata, la bionda non riuscì a trattenere un sorriso nel vedere l’adorabile broncio che aveva in quel momento il riccio.

“Scusami, sono sparito con tutti e sto guardando tutte le chiamate perse. Avevo chiesto a Zayn di avvertire gli altri che non avevo il cellulare ma probabilmente si sarà scordato, con tutto quello che sta passando”.

La bionda alzò gli occhi al cielo, prima di prendere la mano del ragazzo e portarlo verso una panchina che si trovava lì vicino.

“Harry, te ne prego, puoi dirmi che sta succedendo?”

Sospirando, il riccio realizzò che ormai era inutile continuare a far finta di nulla.

“La madre di Zayn fa lo stesso… ‘lavoro’ di mia madre, te lo raccontai ricordi?”

La bionda annuì, non capendo il collegamento tra la mamma di Zayn e l’ansia che sembrava pervadere il riccio in quel momento.

“Zayn normalmente va a trovarla nel pomeriggio. Ieri eravamo tutti molto scossi per quanto avevamo vissuto e lui voleva semplicemente passare un po’ di tempo con sua madre” si vedeva quanto parlare di quel lavoro lo turbasse, probabilmente sia lui che Zayn soffrivano molto nel non poter aiutare le madri a trovare un lavoro migliore.

“Normalmente il tardo pomeriggio non ci sono clienti, quei porci arrivano la sera dopo aver lasciato la moglie a casa con la scusa di una cena tra colleghi, quindi nessuno gli crea problemi se stanno un po’ insieme nel pomeriggio. Ieri Zayn è arrivato nella zona in cui la madre lavora ma lei non c’era. L’ha aspettata due ore e poi ha chiamato tutti noi. Per questo ieri non ho potuto chiedere a nessuno di portarmi il cambio, erano tutti in giro a cercarla”.

“Dio mio, ma è terribile. L’hanno trovata?” chiese Nicole, portandosi una mano sul petto pensando a quando il ragazzo dovesse aver sofferto nel non trovare più la madre.

“Purtroppo no. Zayn si è dimostrato ovviamente molto comprensivo, sa che anche tu hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino. Niall, Louis, Liam e lui la stanno cercando da questa notte, ancora però senza alcun successo.”

“Harry! Dobbiamo aiutarli assolutamente! Non possiamo rimanere con le mani in mano!”.

Il riccio sorrise leggermente, stringendola in un abbraccio.

“Nicole, sei semplicemente stupenda. Purtroppo però non possiamo fare nulla; la stiamo cercando per Brath Hill e tu in quel letamaio non ci metterai mai più piedi, non transigo assolutamente”.

“Allora portami a casa  e vai anche tu a cercarla, devi aiutare il tuo amico a trovarla e quella donna”.

 “Non farò questa enorme differenza lì, posso farla però rimanendo qui con te. Permettimi di starti accanto, di distrarti. Magari se riesci a sentire Denise e so che lei viene a dormire da te, andrò a dargli una mano questa notte con le ricerche.”

“Aspettare così tanto… perché non andate alla polizia?”

“Nicole, so che per te è normale ragionare in questo modo ma per chi vive dove viviamo noi la polizia è più nociva che utile. La polizia non deve avere scuse per entrare in quel quartiere, potremmo far arrabbiare i potenti che lo comandano”.

“Capisco… è così ingiusto però…”

“Lo so… purtroppo lo so”.

 

 
*********
 
Angolo autrice:
Lo so, lo so, sono davvero una frana! Sparire per più di un mese non ha proprio scusanti! Neanche il fatto che è il capitolo più lungo che abbia mai scritto aiuta a migliorare la situazione, ne sono a conoscienza!
Che dire, vorrei dirvi che non succederà più ma purtroppo in estate ho a mala pena il tempo per vivere e qundi sarà difficile per me mantenere una certa continuità nell'aggiornare, posso solo promettervi che farò il prossibile per riuscirci!
saluti,
Liz
 

 
   
 
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