Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    24/05/2018    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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La traversata fu lunga e durò circa cinque giorni, infatti Joe andò diverse volte su tutte le furie perché si svegliava al mattino con ancora l’oceano sotto agli occhi.
L’unica nota che trovò positiva, furono le docce calde e gli abiti puliti che, rispetto alla divisa carceraria, rendevano un po’ di umanità alla loro sgangherata famiglia.
Sotto suggerimento del capitano, nonché grazie all’approvazione di Luke, i cinque fratelli poterono dormire a coppie in stanze separate, così da non sovraffollarsi tutti in una.
Avendo previsto questa possibilità, Peabody aveva raccomandato a Luke di tenere Jack ed Evelyn in stanze differenti.
Non voleva che scoppiassero scandali.
I due capirono e non obbiettarono.
Essendo in numero dispari, optarono che Averell andasse a dormire con Luke, Jack assieme a William ed Evelyn con Joe.
L’ultima notte di viaggio la passarono tutti insonni.
Joe continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, arrivando a lanciare la coperta dalla parte opposta della stanza talmente era nervoso.
Evelyn guardava il soffitto e ogni tanto sbuffava.
Vedendo che Joe, dopo l’ennesima voltata, caddè a terra come un salame e lì rimase, non potè fare a meno di ridacchiare.
Si alzò e si avvicinò “Tutto bene?”
Lui ringhiò per tutta risposta.
A quel punto, Evelyn si sdraiò a terra e mise un braccio intorno alla sua vita.
Lei aveva un trucco per farlo calmare, o comunque cedere.
“Chi è il mio fratellone preferito?”
“Va a letto pulce, non attacca!”
“Certo che attacca!” ribattè lei “o non mi avresti chiamata pulce”
Joe sbuffò “Non vale, tu sei una donna!”
“Sono peggio di una donna, sono tua sorella”
“Appunto”
Evelyn rise e gli diede un bacio sul naso, aiutandolo poi a rialzarsi.
“Direi che sei agitato anche tu”
“Agitato? Io sono furioso!” esclamò “non posso nemmeno evadere perché sono in mezzo all’oceano!”
“Ci saranno altre occasioni”
“Con quel cowboy in giro?”
“Siamo in cinque, dovrebbe avere mille occhi”
Joe sbuffò
“E comunque non sono argomenti per una pulce come te!” brontolò “fila a letto!”
“Anche tu, nano”
“Non sono un nano!”
Evelyn sbuffò e si rimise nel letto, voltandosi dall’altra parte e sorridendo “Piccolo putto” mormorò
“Ti ho sentito!”
***************
Il giorno seguente, all’alba, i fratelli erano già svegli o meglio, tutti tranne Averell che ancora dormiva.
Anche Luke, forse, stava dormendo, ma Evelyn sapeva che il cowboy era più vigile di quanto sembrasse.
Si incontrarono tutti sul ponte, accolti dalla brezza del mattino e dallo spettacolo dei colori rosa e gialli classici dell’aurora.
“Buongiorno, William” salutò Evelyn “ciao, Jack”
“Buongiorno, Evelyn” sorrise William.
“Ciao” Jack la salutò con un piccolo bacio, poi si misero a guardare l’orizzonte, intravedendo la terra ferma.
Di quella vista li colpì il rigoglio della natura.
“Sicuri che quella sia la terra ferma?” chiese Jack
“Sembrerebbe di si”
“A me sembra un albero gigante” borbottò Joe
“Quella deve essere la Gallia” disse William “e da quanto ne so è piena di alberi e prati”
“Wow” dissero tutti in coro.
Erano abituati a vedere solo deserto e cactus
L’unico vero albero che avevano visto si trovava dietro alla loro casa ed era pure secco e con pochissime foglie.
I più rigogliosi erano quelli dei libri, per lo più disegnati in bianco e nero.
Per loro era strano tutto quel verde.
“Anche a voi gira la testa?” chiese William
Tutti annuirono.
Poco dopo vennero raggiunti da Luke e da Averell.
Quest’ultimo si fiondò subito al buffet della colazione, facendo venire il voltastomaco a Joe, che aveva ancora i sintomi del mal di mare.
Gli altri, invece, non avevano fame a causa della tensione che iniziava ad insidiarsi nei loro corpi.
Luke si avvicinò al gruppo “Vi consiglio di mangiare qualcosa prima che…”
“Qualcuno ha già finito tutto” borbottò Joe, zittendo Luke e indicando Averell, che aveva finito il buffet nel giro di due secondi.
“E’ senza fondo!” commentò Jack
“Se nelle prove da fare ce ne sarà una che tratta di cibo siamo a posto” ridacchiò William
“Già…a posto” Evelyn si voltò verso Luke, che ammiccò.
Lei era l’unica che sapeva quali fossero le prove e, come promesso al cowboy, non lo aveva rivelato a nessuno.
Rimasero sul ponte fino all’arrivo, che avvenne circa due ore dopo.
Una volta scesi respirarono a pieni polmoni.
Joe si chinò a baciare la terra, stufo di stare su una nave e con il mal di mare.
Il porto era affollato e odorava di pesce, tanto che, per un istante, credettero di essere stati seguiti da Rantanplan e dal suo alito; ad ogni modo, per loro, tutto era favoloso e pieno di vita.
Qualcuno si voltava ad osservarli, chiedendosi chi fossero e da dove arrivassero, ma poi tirava dritto e proseguiva nel proprio lavoro.
“Come mai sono vestiti tutti in modo strano?” chiese Joe
“Ognuno ha le sue usanze, Joe” intervenne Luke “anche noi, per loro, siamo vestiti strani”
“Parla per te, cowboy” borbottò Joe.
Luke lo ignorò e si incamminò, assicurandosi di essere seguito dal gruppo.
Anche lui si guardava attorno ma, a differenza dei fratelli, cercava qualcosa…o qualcuno.
“Eccolo là!” esclamò infine “Venite, vi prensento una persona”
In lontananza c’era un uomo, basso circa come Joe, che li osservava e sembrava attendere il loro arrivo.
“Lucky Luke?” chiese con una voce calma e pacata e con uno sguardo che sembrava sul punto di svenire.
Aveva l’aria stanca e malaticcia.
“Caius Pupus!” lo salutò Luke “che piacere rivederti”
“Anche per me lo è”
“Conosce quel tizio?” domandò Jack, anche lui stupito
William alzò le spalle.
“Accidenti, un altro Joe” mormorò Evelyn, che però venne sentita dall’interessato.
“Che vorresti dire con questo?”
“Oh niente” rispose innocentemente la ragazza
“Vuoi fare la fine di Averell?” domandò Joe, pronto a prendere a sberle anche la sorella.
Si interruppe quando sentì Caius Pupus chiedere di loro.
“Queste sono le persone che dovranno affrontare le prove?”
“Esattamente” Luke si voltò e li presentò “loro sono i fratelli Dalton, Joe, Jack, William, Averell ed Evelyn”
“Non mi era stato detto che ci sarebbe stata una donna”
“Senti un po’, nanetto!” sbottò Joe avvicinandosi pericolosamente a Caius Pupus “hai qualcosa contro nostra sorella!?”
“Joe, calmati” lo bloccò Evelyn “non fare così”
Caius Pupus non fece nemmeno una piega “Le prove sono molto difficili e di solito le donne non sono ammesse”
“Permetti una parola, amico mio?” chiese Luke, ottenendo il consenso.
Si misero a parlare sottovoce e alla fine guardarono Evelyn.
“Molto bene, sei anche tu nella lista” disse prendendo nota su una tavoletta “se volete seguirmi inizieremo subito con la prima prova”
“Di già?” domandò William “io ancora mi sto riprendendo dal viaggio”
Non ottenendo risposta seguirono Caius Pupus.
Camminarono fino a raggiungere un enorme foresta, che lasciò l’intera famiglia ad occhi sgranati e meravigliati.
All’improvviso, Caius Pupus si fermò all’inizio di un percorso che si inoltrava nella parte più fitta del bosco.
All’inizio di questo sentiero, vi era un uomo.
Era in posizione di partenza per una corsa e vestiva con una tunica bianca che non superava le ginocchia.
“Qui avrà inizio la prima prova”
“Perché quel tizio ha una gonna?” domandò Averell, dando vita al pensiero di tutti e facendo ridacchiare Luke.
“Lui è Merinos, il nostro campione olimpico di corsa” spiegò Caius Pupus “Uno di voi dovrà sfidarlo, la prova verrà considerata valida se arriverete primi”
I fratelli si guardarono.
Nessuno di loro era bravo in velocità, o almeno…così credevano.
“Lo sfiderò io” disse Jack risoluto.
“Tu!?” esclamò Joe “ma se sei lento in tutto?”
“Ti sei mai chiesto come facessi ad evitare il battipanni della mamma quando ero piccolo?”
Joe ripensò agli eventi in questione e, dopo aver fatto mente locale, si rese conto che quando mamma Dalton li inseguiva per bastonarli dopo le marachelle, Jack era l’unico che riusciva a scappare e ad essere più veloce della mamma.
“Oh cavolo, hai ragione”
“Sì, evvaiii…Jack!” esultò Averell, facendo il tifo e dandogli una pacca sulla schiena da farlo quasi cadere.
“Grande, fratello” William battè il cinque.
“Vedi di vincere!” minacciò Joe “o non sarà del battipanni della mamma che dovrai preoccuparti”
Jack mise le mani ai fianchi e sorrise fiero, pronto per affrontare la gara di velocità e determinato a vincere.
Evelyn avvertì una morsa allo stomaco e non fu per niente piacevole.
Mentre Caius Pupus avvertiva Jack sulle regole da seguire, lei si avvicinò a Joe e sussurrò al suo orecchio “Devi aiutarmi”
“A fare cosa?” domandò bruscamente, anche se pronto ad ogni evenienza…dopo tutto era la sua sorellina e non sarebbe mai riuscito a dirle di no.
“Jack non può farcela” continuò Evelyn, sempre a bassa voce “dobbiamo trovare un modo per farlo arrivare primo”
Joe lanciò un occhiata a Caius Pupus e poi guardò la sorella ad occhi sgranati, come se avesse Evelyn avesse appena parlato una lingua straniera.
Lentamente, sul suo volto, si formò un sorriso maligno, ma compiaciuto “Barare…” ridacchiò sotto i baffi
“Non ho parlato di barare!”
“Aiutare un lentone come Jack ad arrivare primo contro un campione ola..ollù…alè oh…beh quello che è, a casa mia si chiama barare”
Evelyn sospirò “Chiamalo come ti pare” cedette infine “Allora? Mi aiuterai?”
“Certo che sì!”
Attesero alcuni istanti; prima dovevano allontanarsi con il gruppo e dopo avrebbero potuto aiutare Jack.
Evelyn guardò indietro.
Jack si stava scaldando e il suo volto era contratto in un espressione di pura concentrazione.
Si stava persino alzando i pantaloni alle ginocchia per avere più libertà nel movimento.
-Pensa, Evelyn, pensa- non sapeva più dove sbattere la testa.
Aveva chiesto aiuto a Joe, anche perché non riusciva a farsi venire qualche idea valida.
-Cosa può farlo correre veloce?- si guardò attorno, notando che persino Joe si stava concentrando per elaborare un piano.
Il suo sguardo cadde su un ramoscello di salice, accanto a dei cespugli.
Si avvicinò a Joe “jack ha detto che correva veloce per evitare il batti panni della mamma”
“E con questo?”
Evelyn indicò il ramoscello.
Era lungo, verde e flessibile abbastanza da dare lo stesso effetto del batti panni…se non peggio.
Joe ghignò “Adoro quando ragioni come una Dalton”
“Ed io adoro quando non fai il putto scorbutico”
Joe ringhiò “Non sono un putto!” e prima che lei potesse ribattere, prese il rametto indicatogli e glielo diede sulle gambe, all’altezza dei polpacci.
“Ahi! Joe!”
“Il prossimo sarà doppio”
Lei sbuffò e, facendo attenzione, si allontanò, seguita da Joe, nascondendosi fra i cespugli.
Si assicurarono di non essere visti e/o seguiti da Luke.
“Appena si avvicina…” cominciò Joe “glielo daremo addosso e vedrai come correrrà per evitarlo” vagò con lo sguardo e ne trovò un altro uguale, porgendolo alla sorella “Tu vai più avanti” ed indicò un punto lontano.
Lei annuì ma, prima di allontanarsi, lo guardò “Tu non tenterai la fuga vero?”
Joe la fulminò con gli occhi “Che cosa vuoi? Che te lo prometta?”
“No…” si arrese subito lei “non serve” e si allontanò, come richiesto da Joe.
L’attesa fu infinita.
Tenevano d’occhio il sentiero, sperando di vedere Jack apparire da un momento all’altro, anche se era più facile che il primo a spuntare fosse Merinos.
Qualche istante dopo videro passare una figura bianca e veloce.
Per l’appunto, Merinos era il primo.
“Cavolo!” esclamò Joe “questo corre veloce!”
“Abbiamo i rami” gli ricordò Evelyn “eccolo là!”
Jack stava correndo, decisamente più veloce del previsto ma sempre più lento di Merinos.
Joe si mise in posizione e, con un movimento rapido della mano, colpì Jack ai polpacci.
Il povero Jack sobbalzò portandosi le mani sul punto colpito e fermandosi per capire cosa lo avesse colpito.
Ovviamente non vide nulla.
Joe divenne paonazzo di rabbia.
Jack non avrebbe dovuto fermarsi ma continuare a correre!
C’era solo un modo per farlo sbrigare.
Iniziò a colpiro, più volte e ripetutamente.
Jack, preso alla sprovvista e stufo di quei colpi, riprese a correre ad un’andatura ancora più veloce.
Evelyn, appena ebbe occasione, iniziò anche lei a colpirlo.
Jack emetteva dei gemiti ma, grazie a quei colpi, correva più forte…persino di Merinos.
Quest’ultimo, vista la ripresa di Jack, si voltò all’indietro incredulo.
Quel gesto gli fu fatale.
Nell’attimo che tornò a guardare davanti, trovò un albero che gli sbarrava la strada prima di una curva.
Lanciò un grido e vi finì contro in pieno.
Jack lo notò ma, per paura di ricevere altri colpi, lo superò e corse fino alla fine del percorso.
Evelyn e Joe, che potevano passare esternamente alla foresta, avevano corso più che potevano per farsi trovare lì prima di lui.
Nessuno sembrava essersi accorto della loro assenza…così sembrava.
Quando Jack giunse al traguardo, si fermò di botto e cadde a terra sfinito, portandosi le mani sulle gambe.
“Ma che è successo?” chiese, più rivolto a se stesso che agli altri.
“Hai vinto!” esclamò Evelyn entusiasta, nascondendo l’aiuto che gli aveva fornito.
“E bravo il mio fratellino” si accodò Joe, ammiccando ad Evelyn.
“Grande, fratello” William lo aiutò ad alzarsi ed a rimettersi in ordine “sei invincibile!”
“Bravo! Bravooooo!” esultò Averell, prendendolo fra le braccia e stringendolo forte quasi da rompergli le costole.
Ci vollero alcuni secondi prima che si decidesse a lasciarlo.
Luke, che osservava in silenzio, lanciò uno sguardo di fuoco ad Evelyn, la quale se ne accorse e si voltò dall’altra parte.
“I miei complimenti” disse pacato Caius Pupus, guardando Merinos che, da lontano, si stava avvicinando.
Strisciava, invece che camminare, aveva il fiatone e la sua faccia sembrava quella di un pugile dopo un incontro finito male.
“Ma non credo che questa prova possa essere ritenuta valida”
“COSA!?” esclamarono i fratelli in coro.
“Non posso per via di questo” indicò le gambe di Jack, ancora visibili, e una foglia di salice sul vestito di Evelyn, che arrossì.
“Ma ma…” intervenne Joe “non puoi invalidarla!” sbottò “mio fratello si è battuto lealmente!”
“Lui sì” confermò Caius Pupus “ma voi no. La prova doveva essere eseguita da uno solo e non da più persone” precisò “voi lo avete aiutato e questo è barare”
“Barare!?” Joe stava per esplodere.
William, vedendolo , si avvicinò a lui e lo tenne fermo.
Questo lo fece scattare, per cui iniziò a proferire parole irripetibili.
“Amico mio” intervenne Luke “puoi concedermi un minuto?” lo prese da parte e si misero a parlare.
Jack, che nel frattempo si era ripreso, guardò verso Evelyn, capendo che la sua vincita era dovuta a lei.
La ragazza divenne rossa dalla vergogna.
“Perché lo hai fatto?” gli domandò lui, ma non sembrava arrabbiato.
Era più…sbalordito.
“Temevo che non ce l’avresti fatta” confessò.
Jack si grattò la nuca “Beh, in effetti avrei perso senza il tuo aiuto” sorrise “valida o meno, è stata una vincita di squadra” senza preavviso l’abbracciò “grazie Evelyn”
Lei, dopo un momento di shock, ricambiò la stretta.
“La prova è valida” disse Caius Pupus, che era tornato dal gruppo assieme a Luke “possiamo passare alla seconda prova” e si avviò lungo il sentiero.
“Ma…” intervenne William “come mai questo cambio di idea?”
“Prima di voi…” spiegò Luke “altri hanno affrontato queste prove e un tizio ha bevuto una pozione magica per batterlo. Se hanno tenuto valida la sua, possono tenere valida una vincita dovuta a dei rametti di salice”
Jack e William esultarono e Joe si sfregò le mani soddisfatto.
“E chi era questo tizio?” chiese Jack, curioso.
Luke fece mente locale “Uno del posto, un Gallico” rispose il cowboy “Se non sbaglio si chiamava Asterix”
Luke lanciò un ultimo sguardo ad Evelyn.
Dapprima serio, infine sorrise e ammiccò.
  
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