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Autore: Teddy_bear    24/05/2018    6 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
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AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SAKURA 

 

Io e Shaoran ci eravamo accordati per vederci oggi, ma lui mi ha detto di aver avuto un imprevisto e di doversi vedere con un suo insegnante per discutere di com’è andato il suo concerto. Così, oggi è domenica, ed io mi ritrovo ad aver finito di sistemare gli appunti, senza dover più fare niente. Ho provato a guardare la televisione, a leggere, ed ho anche chiamato Tomoyo, ma il tempo sembra non passare mai. Non mi piace non aver nulla da fare, mi sento annoiare subito. Sbuffo.

“Kero-chan, che c’è?” il mio gatto sale sul divano, sedendosi accanto a me. Gli faccio qualche carezza, mentre penso a quanto siano cambiate le cose ultimamente, ed a come sono effettivamente cambiata anch’io. Quasi non posso crederci. Il suono del campanello mi distrae. Mi alzo dal divano, pensando che sia Touya o qualcun altro. Invece no, fuori dal cancello di casa mia c’è Misa, la mia compagna di corso. Mi affretto ad uscire di casa per accoglierla. 

“Ciao, tesoro!” dico, aprendole il cancello subito. 

“Ciao, Sakura. Scusa se ti disturbo di domenica, ma passavo da queste parti e volevo un attimo parlare con te.” è un po’ mogia. Aggrotto le sopracciglia. Ci incamminiamo verso casa mia, e la faccio entrare. 

“Posso offrirti qualcosa? Un the? Un caffè?”

Scuote il capo.

“Acqua, solo acqua.” 

Sorrido, prendendo un bicchiere e versandogliela. 

“Posso sedermi?” accenna al tavolo della cucina. 

“Ma certo!” esclamo. Dopo che prende posto, mi siedo anch’io, di fronte a lei. 

“Ti devo parlare di una cosa, non è facile.” agita le mani. 

“Misa, sai che puoi dirmi tutto.” le tocco il polso, e cerco di rassicurarla. Sembra dovermi dire qualcosa di orribile. 

“Mi sono innamorata.” fa’, schietta. 

“Ma è una cosa bellissima!”

“Di Danjuro Mori, Sakura.” china il capo. 

“E che problema c’è?” domando. Non capisco, dov’è il problema se le piace Danjuro?

“Lui mi vede solo come un’amica. Sai, quando gli piacevi, veniva spesso da me a chiedermi informazioni, mettiamola così, e siamo diventati amici. Poi io, insomma… l’hai capito.” suona triste. 

“Perché non ti dichiari?” 

“Perché ho paura di un rifiuto.” sentenzia. Mi sento giù di morale per lei, capisco benissimo quello che prova, essere rifiutati non è mai bello. 

“Lo so cosa intendi, ma se non dicendogli che ti piace stessi perdendo l’occasione più grande della tua vita? Devi essere forte.” sono le mie parole. Spero possano essere sagge. 

“Ci penserò. Spero tanto di farcela. Grazie, Sakura.”

Mi alzo da dove sono seduta e l’abbraccio. 

“Lo sai che puoi contare su di me.” mi stacco e le sorrido. 

“Ah, siccome oggi sono a casa da sola fino a stasera che ceno da mio fratello, ti va di rimanere a farmi compagnia?” le propongo. 

“Molto volentieri.” dice, contenta. 

“Cosa ti va di fare?”

“Guardiamo un film?” domanda. 

“Perfetto!”

 

***

 

“Che fame che hai, sorellina.” ridacchia Touya, vedendomi mangiare il mio piatto di riso. Gonfio le gote. 

“Non posso farci niente.” proferisco, a bocca piena. 

“Allora, come sta andando in questi giorni?” Yukito cambia argomento, iniziando la sua cena. La dose di riso che ha nel piatto è il doppio della mia. Caspita. 

“Bene, sono sempre indaffarata, ma bene. Voi, invece?” 

“Stiamo bene. Stiamo pensando iniziare un corso di yoga.” mi spiega. 

“Ah, che bello. Lo yoga rilassa i nervi tesi. Ma avrete il tempo per farlo?” mi incuriosisco. 

“Vedremo come organizzarci.” mi spiega Touya. 

“Tu, invece? Hai novità?” 

“Sì, mi ha chiamata papà e mi ha detto che torna il prossimo week-end.” informo mio fratello. 

“Ah, come stanno andando gli scavi?”

“Dice che vanno molto bene, gli ho raccomandato però di non affaticarsi troppo.” mormoro, con un po’ di riso in bocca. 

“Brava, hai fatto bene.”

Annuisco. Finisco la mia cena, e sospiro di sollievo. 

“Mi sento sazia!” esclamo.

“Tra poco ricominciano le lezioni, giusto?” 

“Sì, Yukito. Tra una settimana. Anche le vostre, giusto?”

Mi fanno cenno di sì, e finiscono anche loro la cena. 

“Lasciate, vi lavo io i piatti.” affermo. 

“Sakura, non devi.” mi ferma Touya. 

Scuoto il capo energicamente. 

“Faccio io.” sorrido. 

Sento mio fratello sbuffare, per poi sedersi sul divano.

“Vai pure a fargli compagnia.” dico a mio cognato, il quale dopo vari indugi, si arrende alle mie volontà. Una volta entrambi sul divano, chiedo loro di accendere la televisione.

“Niente film dell’orrore, però!” punto un dito contro mio fratello, il quale ghigna. 

“Neanche un thriller?” 

“No!” alzo la voce. Entrambi i padroni di casa ridono. 

Appena finisco di lavare i piatti, e dopo un bel po’ di discussioni su quale film vedere, abbiamo concordato per uno d’amore classico. Neanche a farlo apposta, mio fratello si è addormentato a metà film.

 

***

 

Apro la portiera della macchina. Sono le undici meno dieci, ed è meglio che io torni a casa, a riposare. 

“Sei sicura che non vuoi rimanere?” 

“Tranquillo, Touya. Vado a casa.” sentenzio. Lui annuisce, poi mi abbraccia, dandomi un bacio sulla fronte. 

“Buonanotte.” mi dice. 

“Buonanotte, e grazie di tutto!” saluto anche Yukito con un abbraccio, poi salgo in macchina. Li vedo rientrare in casa non appena parto. Faccio un po’ di strada, quando poi il mio cellulare squilla. Avrò forse dimenticato qualcosa a casa di mio fratello? Accosto, e rispondo.

“Pronto?” dico, senza vedere chi mi chiama. 

“Sakura, ma buonasera!” la voce mi sembra quella di Shaoran, ma è molto diversa. Quasi a cantilena. Allontano il telefono dal mio orecchio, per accettarmi che sia lui, ed il suo nome sul display mi conferma che io sto proprio parlando con il pianista. 

“Shaoran, stai bene?” mi preoccupo subito. Sento il cuore in gola, non è da lui parlare così, e non è nemmeno da lui chiamarmi a quest’ora. 

“Benissimo, mai stato meglio. Sei mai stata sulle stelle? Io ti ci porterei.” 

Ma che cosa sta dicendo? 

“Hai bevuto?” è la mia conclusione. Non trovo altre spiegazioni. 

“Sì, ma meno di quello che potresti pensare. Non reggo granché.” ride. Mi porto una mano in fronte, mantenendo la calma. Resta lucida, Sakura. Resta lucida, almeno tu. 

“Dove ti trovi?” 

“Al bar del centro.” biascica. 

“Shaoran, ci sono milioni di bar al centro città. Dove ti trovi esattamente?” sono sempre più preoccupata, tanto da imprecare mentalmente. 

“Quello dall’insegna verde, io amo il verde.” ride. 

Cerco di collegare il cervello, capendo che la sua lucidà è veramente pessima in questo momento. Passa qualche secondo, poi ci arrivo. 

“Senti, adesso vengo a recuperarti, tu stai lì, okay?” 

Lo sento sospirare. 

“Sei già per strada?”

“Sì.” confermo. 

“Sei stata da lui, vero?”

“Lui, chi?!” mi sento nervosa. 

“Hisato Miura, quel demente del tuo ex ragazzo.”

Roteo gli occhi. 

“No, sono stata da mio fratello. Ascolta, resta lì che arrivo. Intesi?”

“Va bene, ragazzina. Ma non sono così ubriaco.” cerca di convincermi. 

“Ubriaco o no, resta fermo. Anzi, ti metto in vivavoce ora, e mentre ti raggiungo, gradirei molto tu mi parlassi.” faccio come ho detto, e torno in strada. 

“Avrei tante cose da dirti.” 

“Conta, tu conta. Riesci a farlo?”

Lo sento sospirare, poi inizia a dettare numeri. Accidenti, accidenti, accidenti. 

Quando arrivo a destinazione e lo faccio salire in macchina, capisco che mi aspetta una nottata non facile. 

 

***

 

Entro in casa e chiudo la porta con il piede sinistro, poi accendo la luce e posiziono Shaoran sul divano del mio salotto. 

“Non ti ricordavo così ginnica e sveglia.” ride. Roteo gli occhi e mi inginocchio davanti a lui. 

“Ho dovuto fare il possibile per non farti cadere. Sei ubriaco fradicio.” affermo, prendendo il suo viso tra le mie mani. Ha gli occhi gonfi e lucidi, lo sguardo un po’ perso nel vuoto e stanco. 

“No, sono solo meno lucido del solito. Sai, ragazzina, io sono astemio. Mi sono sempre detto che, nella mia vita, sei mai avessi dovuto ubriacarmi o bere, lo avrei fatto per una buona causa, e una volta soltanto.” ascolto attentamente il suo discorso. Biascica molto e trascina una parola dietro l’altra, allungando di tanto in tanto le lettere. 

“Be’, spero davvero tu non lo faccia più.” dico preoccupata. Annuisce. Poi, posa le sue mani sulle mie guance, accarezzandomi le gote con i polpastrelli dei pollici. Percorre tutto il mio viso, con una delicatezza impressionante. Ho il cuore nel mio petto che sembra scoppiare. Respira, Sakura, respira. 

“Sei bellissima.” 

Avvampo, ed il mio cuore peggiora il suo ritmo, tanto che devo staccare una mano dalla sua guancia e portarla al mio petto, per cercare di calmarmi. 

“Smettila, non sei in te.”

Nega con il capo, poi riprende a parlare. 

“Hai fatto così tanto per me, non posso proprio ora permettere che tu vada via.”

Aggrotto le sopracciglia. 

“Ma io non me ne vado.”

“Sei veramente importante per me, Sakura. Così tanto…” continua ad accarezzarmi le guance. Mi tremano le mani. 

“Shaoran, veramente, io…” tento di bloccarlo, di fargli capire che non è lucido, che sta dicendo un sacco di frasi quando dovrebbe riposarsi, ma lui mi ferma. 

“Io ti amo, Sakura.”

È come una secchiata d’acqua gelata, uno schiaffo in pieno volto, un proiettile che ti arriva dritto al cuore. Ma è anche come una boccata d’aria fresca, una carezza sul viso, un temporale dopo un periodo di siccità. Non lo so, non lo so come mi sento. So solo che la prima lacrima è già corsa sul mio viso, e Shaoran l’ha presa al volo, come ha fatto ogni volta. Mi ha sempre sorretta appena in tempo, prima che io potessi cadere. E sapere che lui prova questo sentimento, mi spappola tutti gli organi, mi mangia dall’interno, facendosi strada attraverso i tessuti del mio corpo, fino ad arrivare lì, dove si sente di più, dove il mondo sembra in costante guerra: nel mio cuore. Non riesco a rispondergli, come paralizzata da una forza esterna a me, così lui continua il suo discorso, imperterrito, inarrestabile, con un sorriso sulla faccia che potrebbe far sciogliere qualunque ghiacciaio. 

“Ti amo da tanto tempo, sai? Io sono sempre stato refrattario e diffidente con questi sentimenti… non li ho mai provati in vita mia. Poi ho conosciuto te. Ed ho capito che c’era una ragione per cui io non sono mai riuscito ad innamorarmi, e questa è perché aspettavo qualcuno come te.”

Deglutisco, mentre altre lacrime continuano a scendere. Non mi sono mai sentita così fragile e debole come ora. 

“Anzi, forse è meglio dire che aspettavo te, e basta. Perché qualcuno come te non esiste.”

Oh, Shaoran. Perché mi fai questo? 

“Io ti amo probabilmente dalla prima volta che ti ho vista. Ho subito capito che tu eri diversa, che tu cerchi di ridurre il più possibile la sofferenza altrui. Ti amo da quando ho visto che avevi paura del vuoto della metropolitana.” 

Scuoto il capo e le mie mani tremanti prendono possesso delle sue che sono ancora sulle mie guance. Ancorate ad esse, non disposte per nulla al mondo a staccarsi. 

“Shaoran, sei veramente ubriaco.” gli rammento, nel mio tentativo codardo di fermarlo ancora una volta. Ma lui è testardo, quasi quanto me. 

“Non credo così tanto. Ma anche se fosse, non sai che gli ubriachi dicono sempre il vero?”

Cavolo. 

“E poi, se non avessi bevuto probabilmente non te lo avrei mai detto. O forse sì, forse. Non lo so… ma sono contento di non essere del tutto ragionevole questa sera.” 

Annuisco, incapace di dire altro. 

“Tu sei la prima ragazza che mi ha fatto provare ciò. Tu sei la prima ragazza che io desidero spogliare con il cuore e non con gli occhi, tu sei la prima ragazza che voglio spogliare nell’anima e non nel corpo.”

Una lacrima sfugge anche a lui, ed io l’asciugo subito. Stiamo piangendo entrambi. Le sue parole sono forti, le più forti che io abbia mai sentito. Mi hanno traforato il cuore peggio di un proiettile, mi hanno aperto la zona del torace come se avesse adoperato un bisturi. Ed il dolore che sento è pari a quello senza anestesia. 

“Cioè, voglio anche spogliarti nel corpo, non fraintendermi. Solo con i tuoi tempi. A dire la verità se dipendesse da me avrei già fatto l’amore con te da un bel po’. Ma non voglio sembrare uno di quei maschi… insomma, hai capito.” ridacchia, per sdrammatizzare. Gli do un piccolo buffetto sul braccio e scuoto la testa. 

“Sì, ecco, questa è un’altra cosa.”

“Cosa?” domando. 

“Tu sei la prima ragazza con cui voglio far l’amore, e non sesso.” 

Accidenti. 

Ho il cuore sparso ovunque, ora. 

“Mi hai fatto vedere il mondo, ragazzina. Quello bello, quello in cui vorrei vivere, possibilmente assieme a te. Mi hai fatto scoprire tante cose: l’importanza della felicità altrui, essere empatici, non aver paura di soffrire o di far soffrire, rialzarsi sempre più forti di prima, non sentirsi mai soli, essere generosi, altruisti. E tanto altro.” mi spiega. 

Non riesco a smettere di piangere. 

“Questo è bellissimo, Shaoran.” riesco a pronunciare a fatica. Mi sento io, ora, ubriaca. 

“Tu sei bellissima. E non parlo di bellezza fisica, cioè, anche, ma parlo del tuo complesso, del tuo essere… te stessa. Parlo di quello che sei, di quello che hai sepolto a fondo all’interno di te.”

Tu sei bellissimo, Shaoran. 

Tu. 

Solo tu. Sempre stato. 

“Non scegliere Hisato, non stare con lui, non frequentarlo di nuovo. Lui non ti merita. E lo so, diamine, lo so che non si ama per meriti, ma si ama e basta. Lo so, me l’hai insegnato tu, ma ti prego, non stare con lui. Io voglio renderti felice, voglio proteggerti tutta la vita, voglio mettermi davanti a te e pararti dietro le mie spalle appena senti qualcosa che non va. E voglio avere una storia d’amore con te, la più bella, seria e solida del mondo. E sono geloso. E voglio essere il primo a sapere dei tuoi pianti e dei tuoi sorrisi, perché impazzirei all’idea che possa arrivare un pianista da strapazzo con un passato difficile, ma che c’è sempre per te.”

Tu sei sempre il primo. E sempre lo sarai, Shaoran. 

Sento le mie gambe farsi molli, e devo iniziare a cedere alla tensione, facendomi più vicina a lui, involontariamente. 

“Non ho sopportato Danjuro Mori per questo, insomma. Non puoi capire che voglia di prenderlo a pugni. Anche Hisato, lo stesso, fin da subito.”

Mi scappa un piccolo risolino. 

“E sto veramente impazzendo, se sono arrivato a bere per dirti quanto ci tengo.” mi mordo la guancia, e lo sento accarezzarmi i capelli. Mi faccio più vicina, e nascondo la mia testa nel suo petto, mentre le lacrime sembrano diminuire da parte di entrambi. 

“Mi hai fatto impazzire, sì. Ma te ne sono grato.”

“Io non…” non so neanche cosa voglio dirgli. Ci sarebbero troppe cose, ma sono tutte confuse. Ed ho bisogno di dormirci su prima, ed anche lui. 

“Io ti amo, Sakura.”

Me lo sta continuando a ripetere ed è un salto nel vuoto ogni volta. Poi, atterro nel morbido, tra dei fiori profumati. 

“Ed ora vorrei fare una cosa. So che è sbagliato, ma ti prego di concedermela, è da tempo che la sogno.”

Piego la testa di lato, e le sue parole arrivate nel mio cervello si fanno incomprensibili. 

Cosa vuole fare?

Spalanco gli occhi quando, dopo avermi allontanata dal suo petto ed aver ripreso le mie guance fra le sue mani, sento le sue labbra sulle mie. È un bacio dolcissimo, gentile, delicato. Eppure lo sento dappertutto, come se mi stesse baciando direttamente l’anima. 

Ci metto qualche secondo prima di chiudere gli occhi e di lasciarmi andare. Io, qui, tra le sue braccia, voglio restarci ancora un altro po’. Un altro po’ che può essere visto come per sempre. 

Ora ne ho la conferma: sono io, quella ubriaca. 

Di lui. 

 
ANGOLO AUTRICE: oooooh, ci siamo riusciti! Party hard! Hahaha. Spero tanto che vi sia piaciuto :)) grazie di tutto. Bacioni x.
   
 
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