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Autore: N a r a y    27/05/2018    1 recensioni
«Perché hai dimenticato ...»
Il diavolo parve riflettere e con un sorriso amaro ondeggiò la testa: «Raf ... lascia perdere»
«Ma eravamo finalmente legati! Avevamo qualcosa che ci rendeva vicini, non solo noi due, ma anche gli altri! Me lo avevi detto anche tu! Me lo ricordo! Avevamo detto che nulla sarebbe cambiato da quel giorno, perché invece tu ti comporti così ora!»
Raf pronunciò ogni singola frase che fin dall'inizio di quel giorno si era tenuta dentro. Le aveva ripensate e ripensate cercando il giusto approccio per porsi a lui, ma Sulfus era così sfuggente e non appena ne ebbe l’opportunità, Raf dette vita a tutti quei pensieri.
Sulfus non si scompose. Con sguardo neutro cercò di non mostrare a Raf la sua irrequietezza: «No ...» si limitò a rispondere. «Un giorno mi ringrazierai, e così anche gli altri».
Raf scosse la testa. Non ci voleva credere, le sembrava tutto così assurdo!
Assurdo che Sulfus si fosse imposto di tornare suo nemico come in principio e dimenticare tutto quello che avevano passato insieme!
Un senso di malessere pervase l'angioletta non appena gli occhi si posarono sul viso di Sulfus.
Girato di profilo il diavolo sembrava avere un’aria sofferente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf, Sulfus
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona domenica a tutti!
Ecco qui il secondo capitolo! Come al solito ringrazio chi sta seguendo la storia, mi fa davvero piacere! Se avete consigli, critiche, possibili errori da segnalarmi o solamente commenti, scrivetemi pure!
 Sono davvero curiosa di conoscere il vostro giudizio sulla storia!
Non abbiate paura, non mordo!
;)
 

 


Michea

 
                  
 
Arkan e Temptel attendevano nella sala professori, riordinando i loro fascicoli prima di incontrare i nuovi alunni della scuola.
Temptel prese la sua cartella rosso fuoco e si sistemò gli occhiali: «E si ricomincia collega, speriamo solo che questo anno sia meno movimentato di quello passato ...»
Temptel non avrebbe voluto cominciare con quel discorso, ma la questione dei Riviventi ormai era una storia che sembrava pullulare da ogni singolo mattone della scuola e ignorarla la infastidiva a tal punto da ingozzarsi di Peperoncino Satanino* minacciando così la sua linea!
Arkan non gli rivolse lo sguardo, ma le sopracciglia corrugate sul suo viso fecero intuire alla Temptel che l'angelo stava rimuginando anche lui sulla questione da tempo: «Quella esperienza mi ha fatto riflettere e ci ha insegnato qualcosa ... ne sono sicuro. Solo spero che non si ripeta. La vita dei terreni e la nostra deve comunque continuare come consueto senza interferenze ...»
Temptel lo guardò confusa: «È preoccupato che questa storia possa tornare a galla?»
Gli occhi di Arkan si posarono sulla professoressa: «Forse o forse no. Io ho fiducia nel lavoro che stanno conducendo le Alte e Basse Sfere, ma per ora non riesco a non immaginare che qualcosa possa di nuovo accadere e sapere che i terreni possano essere ancora in pericolo mi rende nervoso.»
Temptel si avvicinò a una delle finestre della sala insegnanti: «Collega, i terreni sono sempre stati in pericolo e lo sono tutt'ora ... i Riviventi erano solo uno dei tanti rischi ...»
«Ti sbagli Temptel. I Riviventi non hanno messo solo i terreni in pericolo, ma anche noi e voi. Per quanto cerchiate di ignorarlo, i terreni sono fondamentali anche per voi diavoli. Il vostro compito di tentarli fa parte dell'equilibrio che il mondo ha bisogno per andare avanti. Bene e Male devono coesistere e la scelta dell'uomo tra queste è essenziale. Ma la comparsa dei Riviventi ha minacciato questo equilibrio e ci ha lasciato un segno ... io spero solamente che errori così grandi non si ripetano nuovamente e che la vita ritorni a scorrere come prima» e con un sospiro concluse alzandosi dalla poltrona su cui era seduto.
Non era per niente tranquillo, ma forse ricominciare a fare il suo dovere lo avrebbe aiutato a distrarsi da quella storia che ora doveva essere solamente ricordata e non temuta.
Temptel stranamente si ritrovò d'accordo con Arkan. Anche se non lo voleva ammettere sapeva che il suo collega aveva ragione.
Entrambi si prepararono per uscire quando una melodia di mille campanelli si propagò nella stanza. Arkan si precipitò alla porta sotto lo sguardo perplesso della Temptel.
Non appena aprì la porta, una forte luce si sprigionò e da questa si comparvero tre figure.
Arkan si affrettò a fare una veloce riverenza mentre Temptel assunse un atteggiamento abbastanza stizzito.
«Oh, Arkan non vi è alcun bisogno ...» disse una giovane voce proveniente da una delle tre figure.
Dopo qualche secondo, la luce svanì e davanti ai due professori si mostrarono tre angeli.
Il più piccolo stava davanti agli altri due più grandi che con sguardo sereno osservavano il professor Arkan.
«Ci spiace di non avervi potuto avvisare prima del nostro arrivo ...» riprese il giovane angelo avvicinandosi ai due professori con voce calma.
«A cosa devo questa tua visita?» domandò Arkan al giovane angelo portando poi lo sguardo sugli altri due.
«Non temere abbiamo tutto il tempo per poterne parlare tranquillamente, ma immagino voi ora abbiate da accogliere nuovi studenti alla scuola, giusto? Per ora loro sono la nostra priorità ...»
Arkan annuì e guardò Temptel: «Permettetemi prima di mostravi le stanze celesti così che voi possiate riposarvi»
«Non ce ne sarà bisogno ...» intervenne l'angelo: «Reiyel* e Ariele* ritorneranno a AngyTown, ma io rimarrò qui per spiegarvi la situazione.»
I due angeli fecero un inchino e Arkan ricambiò prima che questi scomparissero di nuovo in una luce bianca e folgorante.
 
 
*§*§*§*§*§*
 
 
In classe c'era molto fermento, forse anche troppo. Pure gli angeli facevano la loro parte per non lasciare che la classe precipitasse in un ansioso silenzio prima dell'inizio della lezione di infanzia terrena.
«Non sopporto questa loro cocciuta indifferenza verso di noi ragazzi. Dovremmo fare qualcosa?»
Raf era ormai stufa del fatto che nemmeno uno del gruppo dei diavoli rivolgesse loro lo sguardo e che continuasse a parlottare e urlare con gli altri compagni.
«Non preoccuparti, tanto prima o poi dovranno rivolgerci la parola quando ricominceremo a seguire i nostri terreni», rispose Miki che seduta al suo banco scarabocchiava qualcosa su un foglio.
«Certo che però questa attesa è fastidiosa! Non capisco perché i professori ci mettano così tanto!», protestò Gabi armeggiando con il suo Celeston CANT Z 506*.
«Ma ché! Anzi è un buon momento per scattare qualche foto con la mia Digi-dream* a un sogno ad occhi aperti di qualche terreno che entra a scuola! Oh, wow questo è fantastico!», esclamò Uriè mentre alla finestra scattava qualche foto ai terreni nel cortile.
Raf guardò Gas che divorava un panino con una faccia più che soddisfatta, Kabalè sembrava intenta a scarabocchiare qualcosa sulla faccia di Mefisto, che con le cuffie nelle orecchie stava dormendo con la testa a penzoloni e Cabiria, imperturbabile come sempre, leggeva un fumetto poliziesco ... ehy! Ma non era il numero preferito di Ang-lì quello?
Beh, tutto sommato erano rimasti sempre gli stessi.
L'angioletta spostò lo sguardo sul capo della combriccola diabolica e con sommo stupore trovò il diavolo più calmo e silenzioso che mai. Anzi sembrava quasi stonare tra quel marasma di diavoli scalmanati. Sulfus seduto sul banco della prima fila stava chiacchierando con un diavolo dalla cresta multicolore che con diversi movimenti fingeva di suonare una chitarra con certa enfasi.
Trovò la cosa alquanto strana e non fu l'unica ad accorgersene: «Hai visto Sulfus? Oggi è così calmo! Cosa sarà mai successo di così straordinario!?», disse Uriè sedendosi al banco a fianco di Raf. L'angioletta bionda scrollò le spalle.
«Sicuramente è il ritorno a scuola che l'ha ammutolito in questo modo. Pure io non ho molta voglia di parlare ...» intervenne Ang-lì.
«Si, ma lui oltre ad essere un diavolo è Sulfus! Quello che in prima fila iniziava a far fracasso, disturbare le lezioni e a metter zizzania tra tutti nella classe!» bofonchiò Gabi tirando su lo sguardo dallo schermo del suo palmare.
Miki calma e serafica si tirò giù il cappuccio della felpa che aveva usato per ripararsi dalle palline di carta che tiravano i diavoli: «Ragazzi, vi suggerisco di smetterla di preoccuparvi. Sapete come è fatto Sulfus, non dirà mai cosa gli passa per la mente, e non lo dirà soprattutto a noi che siamo degli angeli! Seguite il mio consiglio: preoccupatevi del fatto che qui la situazione sta diventando intrattabile con queste scimmie scalmanate e che a me sta venendo un gran mal di testa e quindi non so come riuscirò a seguire la lezione di oggi!» concluse Miki rifugiandosi di nuovo sotto il cappuccio.
“Ha ragione, Sulfus non ci dirà mai cosa gli passerà per la testa ... spero solo non sia un piano per ingannarmi e far compiere ad Andrea qualcosa di veramente brutto!”
Nel fracasso dell'aula finalmente Arkan e la Temptel fecero il loro ingresso e un silenzio surreale calò nella classe non appena una terza figura entrò nell'aula.
I diavoli e gli angeli iniziarono a borbottare sonoramente tra loro mentre Arkan e Temptel sistemavano i loro registri sulla cattedra.
La terza figura si accostò a questa, calma e pacata. Sembrava attendere.
Arkan si mosse davanti alle prime due file di banchi: «Spero che il viaggio di ritorno alla scuola sia stato confortevole per tutti ...» iniziò a parlare «... ora un nuovo anno è ricominciato e c'è parecchio lavoro da fare ...»
La Temptel storse il naso. Già, molto lavoro ...
Arkan guardò poi la figura vicino alla cattedra e gli fece cenno con la testa di avvicinarsi: «... ma prima, voglio presentarvi un vostro nuovo compagno di classe.»
Sembrava della loro età, il suo sorriso sul viso abbronzato pareva ispirare simpatia.
«Ecco, lui è Michea*, un angelo al novantanove per cento come voi venuto in questa scuola per seguire il suo terreno ...». 
«... o almeno così si spera», intervenne la Temptel suscitando qualche risatina da parte dei diavoli.
Lo sguardo torvo di Arkan si posò per qualche secondo sulla collega prima di tornare serafico a parlare di Michea: «... come stavo dicendo, Michea ha dovuto cambiare scuola proprio per seguire il suo terreno che per svariate ragioni ha dovuto traslocare con la sua famiglia qui in questa città. Esigo da parte vostra una calorosa accoglienza, capito?»
Molti annuirono.
Arkan più che soddisfatto indicò con una mano un banco libero per Michea. Questo arrivato, sorrise al compagno vicino che ricambiò solare.
Una voce proruppe dalle file dei diavoli: «Ehy, perché dovremmo accoglierlo come uno di noi? Dopotutto è un angelo!» la domanda suscitò subito mormori di assenso tra i giovani diavoli.
Arkan si rivolse al giovane studente di infanzia negativa: «Speravo che qualcuno mi facesse questa domanda!» disse suscitando sorpresa tra le file dei banchi.
«Sapete bene tutti che un angelo ha il compito di custodire e un diavolo di tentare il proprio terreno ...» gli alunni annuirono: «... e sapete che senza queste due forze che entrano in campo le scelte dei terreni non sarebbero più messe alla prova e la loro consapevolezza del buono e cattivo sarebbe fievole, quasi persa. Noi abbiamo il compito di fare presente quali sono le scelte giuste che portano a buoni esiti e quelle che invece portano a risultati negativi le decisioni dei terreni ed è proprio il rapporto che c'è tra buono e cattivo che oggi introdurremo ...»
La voce della Temptel, che fino a quel momento non si era pronunciata, si levò nell'aula: «Per quanto mi duole ammetterlo, noi diavoli dobbiamo comunque sottostare all'evidenza che debba esistere un rapporto sano con i nostri rivali, gli angeli. Rinnegare l'importanza del loro compito sarebbe un errore e ovviamente la stessa cosa vale anche per gli angeli. I diavoli sono i portatori delle parole del male e gli angeli quelle del bene, ma entrambe le parti sono attratte l'una dall'altra e allo stesso tempo si contrastano. Questo è un equilibrio che non va sottovalutato o ignorato per nessun motivo e come abbiamo visto con l'avvento dei Riviventi, una piccola variazione potrebbe portare a grandi pericoli ...» i cinque angeli e diavoli concordarono con la professoressa.
«... ma questo comunque non vuol dire che dovrete essere pappa e ciccia con i vostri rivali, ma dovrete solamente rispettare questo equilibrio a cui io e Arkan avremo modo di approfondire nelle prossime lezioni.»
«Grazie collega», disse Arkan riportando l'attenzione su di lui.
Notò con piacere che pure i diavoli sembravano abbastanza interessati all'argomento.
Era certamente qualcosa di nuovo per loro. Tutto lo scorso stage avevano imparato ad essere validi rivali l'uno per l'altro, detestandosi anche fino allo stremo e ora gli veniva richiesto di imparare a rispettarsi per mantenere un equilibrio di cui Arkan era certo, non avessero ancora compreso fino in fondo. Ma il nuovo stage era appena iniziato e avevano davanti ancora molto tempo.
Anche se la lezione era appena iniziata, Arkan e Temptel decisero di rimandare l'introduzione del nuovo argomento ai prossimi giorni.
«Sapete quali sono i vostri terreni, staranno sicuramente uscendo dalle classi ora. Per oggi limitatevi a sorvegliarli, da domani vi illustreremo il nuovo programma» disse tutto d'un fiato Arkan prima che tutta la classe di infanzia terrena sgattaiolasse fuori dall'aula.
 
 
*§*§*§*§*§*
 
 
Raf, Gabi, Miki, Urie e Ang-lì si ritrovarono insieme nel giardino della scuola. Era ora di ricreazione e i loro terreni passeggiavano e si incontravano con gli amici godendo della pausa.
Intravvidero il loro nuovo compagno Michea mentre affiancava il suo terreno, un ragazzino minuto con una matassa scura di riccioli sulla testa. Non sembrava molto a suo agio, ma chi poteva biasimarlo, era il suo primo giorno in una nuova scuola.
Michea sembrava capirlo, perché il suo viso prese una nota amara quando il suo terreno si sedette su un gradino della scala d'entrata della scuola, isolandosi.
«Mi spiace per il terreno di Michea, deve essere difficile per lui rincominciare tutto da capo ...» parlò Uriè osservando la scena.
«Magari se convincessimo uno dei nostri terreni a scambiare quattro chiacchere con lui?» propose Ang-lì.
«Sperando però che i diavoli non ci ostacolino!» sottolineo Gabi facendo cenno al gruppo della banda dei diavoli che si stava avvicinando.
«Io ci proverò, anche se ho qualche dubbio che Edoardo prenda seriamente il mio consiglio», disse Miki avvicinandosi al terreno.
«Anche io ci proverò! A Mara farà bene socializzare con persone nuove!» e si avviò anche Uriè.
Gabi e Ang-lì fecero lo stesso e anche Raf si mise all'opera.
Dovevano fare tutto prima che i diavoli potessero compromettere i loro piano. Fare conoscenza con nuove persone poteva risultare difficile per alcuni terreni, ma Raf sapeva che Andrea aveva anche un animo socievole e estroverso e forse non sarebbe stato difficile convincerlo.
«Pronta Cox!»
La coccinella si materializzò ronzando intorno alla sua padroncina e capì al volo cosa l'angioletta volesse. Attivò la proiezione di Raf che rapida si avvicinò ad Andrea.
Questo sembrava intento a finire un bel sandwich mentre con l'altra mano teneva un game-boy.
Non appena Raf si trovò vicino al suo orecchio iniziò a parlare con lui: Guarda! Laggiù c'è il nuovo ragazzo della scuola. Perché non vai a fare quattro chicchere con lui? Magari è pure simpatico!
Andrea sembrò ascoltarla perché alzò il capo e guardò quel piccolo ragazzo solo soletto sulle scale.
Raf attese ansiosa la decisione di Andrea, ma fu sollevata che Sulfus non l'avesse ancora notata.
Vide gli altri insieme ai loro terreni. Non sembravano aver fatto breccia nella curiosità dei loro protetti.
Quando Raf tornò con lo sguardo su Andrea non lo trovò più al suo fianco e con suo immenso piacere lo vide incamminarsi verso il nuovo arrivato.
Si precipitò subito verso di loro e non appena arrivati vide Michea accoglierli con un radioso sorriso: «Ciao!» salutò.
«Ciao Michea!» e Raf si spostò vicino a lui.
Andrea si presentò e fece lo stesso il ragazzino. Si chiamava Michele.
Il basso tono di voce e le minute proporzioni del ragazzo fecero quasi tenerezza ad Andrea che si sedette di fianco a lui offrendogli un pezzo della sua merenda.
«Ti piace il sandwich?»
«Dipende cosa c'è dentro» rispose Michele asciutto.
«Uhm, tonno, olive, maionese, sottaceti e cipolla», rispose Andrea sbirciando dentro al sandwich per controllare di non dimenticare qualcosa.
Michele sorrise: «È una bomba non un sandwich quello! Davvero una bizzarra combinazione ...»
«È mia personale! Allora, la vuoi provare?», domandò porgendoglielo.
«Ok!» e ne prese un pezzo.
Appena lo mise in bocca, Michele fece un'espressione indecifrabile: «Sembra strano, ma è veramente buono. Sicuro di non averci messo nient'altro dentro?»
Andrea sorrise compiaciuto: «Ah, è un ingrediente segreto!»
Andarono avanti a parlare ancora sul sandwich fino a quando non cambiarono argomento sul game-boy che Andrea si portava dietro da quella mattina.
Michea e Raf dal canto loro erano molto felici che i loro terreni si fossero incontrati e Raf sapeva che se Michele avesse fatto amicizia con Andrea, sarebbe riuscito presto ad incontrare anche tutti gli altri terreni custoditi dai suoi amici.
Mentre i due parlavano, Raf non poté non notare che Michea condividesse lo stesso nome del suo terreno e questo lo trovo quasi … bello!
«È stata dura per tutti e due cambiare vero?» il tono di Raf era incerto. Non avrebbe voluto iniziare con una frase simile, ma in quel momento non aveva idea di come iniziare un buon discorso.
Michea gli rivolse lo sguardo. I suoi occhi erano come ghiaccio, ma non erano freddi, erano caldi e avvolgenti: «Beh, per Michele è stato difficile, ma essendo suo custode, ho dovuto farmi forza e sostenerlo mettendo da parte ciò che io avevo lasciato».
Quelle parole veritiere colpirono molto Raf, che si trovò subito d'accordo con l'angelo: «Ti mancano i tuoi amici, non è così?» la domanda le venne spontanea sentendo il tono amareggiato dell'altro trasparire dalle sue parole.
Questo abbassò lo sguardo: «Sì, ma non sono persi per sempre, li rivedrò ancora e sono sicuro che anche loro capiscano. Ora però posso farmi altri amici qui e questo non mi rende triste …» sorrise verso l'angioletta che ricambiò.
Raf si sentiva bene a parlare con Michea, era sincero e serafico. Il suo modo di parlare era profondo e allo stesso tempo semplice e limpido.
«Anche tu sei di AngyTown* Michea?» gli chiese Raf.
Lui alzò la testa al cielo: «Giù di lì. Non proprio a AngyTown, ma una cittadella su un cumulo di nuvole non lontano.»
Mentre i terreni parlavano, entrambi gli angeli continuarono la loro chiacchierata.
Raf scoprì che Michea adorava il cielo visto dalla terra, diceva che da lassù non gli si dava la giusta importanza e che invece sulla terra le stelle, le nuvole, il sole e la luna sembravano ancora più belle. Il volo era la sua passione e gli piaceva leggere le storie nate dall'immaginazione degli umani, quelle dove si sbizzarrivano a creare anche loro mondi, creature e civiltà. Molte di quelle gli avevano fatto capire diverse cose sui terreni e raccontò a Raf che pure a Michele piacevano molto.
A Raf parve che Michea e il suo protetto andassero molto d'accordo l'uno con l'altro e trovò piacevole ascoltare ancora e ancora la voce dell'angelo.
Quando diversi terreni iniziarono a rientrare nella scuola Michele e Andrea si mossero tornando dentro insieme.
Raf e Michea se ne accorsero e li seguirono arrivando fin sotto il porticato dell'entrata.
Una voce lì bloccò: «Ma bene, bene, due angioletti ritardatari!»
Raf non poté non riconoscere quel tono sarcastico e malizioso: «Finalmente hai aperto bocca Sulfus ...» incominciò: «... speravo solo che non lo facessi per punzecchiarmi!»
La figura del diavolo emerse dall'ombra di un pilastro del portico e si presentò davanti ai due angeli: «Lo sai che mi diverto a farlo e tu come sempre ci caschi. Ormai sta diventando quasi noioso ...» disse con tono canzonatorio il diavolo dai lunghi capelli.
Michea rimase ad osservare senza proferire parola.
«Un giorno ti si ritorcerà tutto contro diavolo dei miei stivali e vedremo chi dei due riderà dell'altro!» disse in tono minaccioso Raf.
«Oh, sto tremando dalla paura!» la imbeccò Sulfus ancora una volta.
L'angioletta sembrava spazientirsi sempre di più per via di quella situazione: «Allora, cosa vuoi Sulfus?»
Lui la guardò dritta negli occhi e lei venne sopraffatta dall'intensità di quello sguardo ferino. Le pupille allungate di Sulfus si ridussero quasi a due linee e avvicinando il suo viso a quello dell'angelo disse: «Voglio solo salutare il mio eterno rivale augurando a entrambi buona fortuna per la riuscita di questo nuovo anno ...» il tono non sembrava affatto amichevole.
Possibile che per Sulfus tutto quello che avevano passato lo scorso stage si fosse annullato, le loro avventure, vittorie e sconfitte. All'inizio, quando si erano incontrati nell'ala della scuola Raf aveva temuto tutto ciò, ma ora sembrava averne la piena conferma.
«Sulfus ... auguro anche a te buona fortuna allora.»
Michea sospirò piano.
 
 

Note
 
PEPERONCINO SATANINO: spezia molto amata dai diavoli, spesso usata per rendere piccante la cioccolata. La prof. Temptel ne va matta.
ARIELE: Deriva dal nome ebraico אֲרִיאֵל ('Ari'el). Viene interpretato come "leone di Dio" o "potente".
REIYEL: significa "Dio pronto a soccorrere".
MICHEA: ebraico מִיכָה (Mychàh), significa “Chi è come *Yah?”. Questo nome, molto comune, va dunque assimilato al מִיכָאֵל (Mychaèl) e che indica “Chi è come Dio?”
YAH/YAHWEH: moderna versione accademica dell'ebraico biblicoיהוה che corrisponde alle lettere dell'alfabeto latino YHWH o JHVH. È il nome ebraico di Dio.
CELESTON CANT Z 506: il palmare di Gabi in grado di prevedere il comportamento dei terreni.
DIGI-DREAM: è la macchina fotografica di Uriè che può anche scattare foto ai sogni dei terreni permettendo anche di entrare nei loro ricordi.


Ho pensato di realizzare un piccolo concept per il nuovo personaggio :D ditemi pure che ne pensate! Più avanti mi darò da fare per realizzare disegni più puliti e completi :)


   
 
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