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Autore: VvFreiheit    27/05/2018    6 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Andy sorrise di nuovo intenerito “Cuore d’oro che sei” disse abbracciandolo e coinvolgendolo in un bacio tenero prima, passionale poi.

Mika sorrise e prese parte a quello scambio di tenerezze all’ombra del caminetto, in quella che era ritornata la perfetta atmosfera di tranquillità casalinga che era stata bruscamente interrotta un paio di orette prima.

-*-*-*-*-*-

Già dalle prime ore della mattina Mika e compagno avevano capito come sarebbe andata la giornata della vigilia. Joannie aveva fatto irruzione in casa vero le 9 con duemila cose per le mani, servizio di piatti della nonna in porcellana, candelabri e centrotavola di fiori, ingredienti per pietanze a non finire e una montagna di altra roba. 

Mika sbadigliava per casa in boxer e maglietta sgualcita cercando di far ragionare l’iperattiva donna. “Mamma è preeeestooo”

Il moretto quell’anno aveva deciso di organizzare il Natale a casa sua proprio per evitare alla madre l’immancabile ansia da prestazione che la vedeva perdere la testa tra fornelli e posate d’argento per tutta la giornata del 24 dicembre, ma nonostante il cambio di location, Joannie si era ugualmente autoproclamata organizzatrice, cuoca, interior designer e quant’altro.

Ma la cosa che più faceva dannare il cantautore era l’essere stato buttato giù dal letto all’alba, almeno secondo lui, da una madre iperattiva e in vena di impartire ordini a chiunque incrociasse sul suo cammino, genero compreso.

Andy era infatti ai servigi della donna da una mezz’ora buona e già iniziava a non poterne più.

“Amore, porta fuori tu Mel, tua madre mi ha intrappolato in cucina!” supplicò il greco sussurrando per non farsi udire dalla cuoca stile Masterchef che in cucina stava preparando il ripieno per l’enorme oca acquistata meno di un’oretta prima.

“Ma è presto! Chepalleee” si lagnò il riccio, stropicciandosi gli occhi e svaccandosi sul divano.
Andy ridacchiò sbuffando. “Ti sconsiglio caldamente di sbragarti a cazzeggiare, con lei in quel mood di là…” gli ricordò cercando di fargli schiodare il fondoschiena dai cuscini beige del loro comodissimo sofà.

“Ferie! Io sarei in FERIE!!!” grugnì Mika a quel punto, assecondando il suo ragazzo e alzandosi di malavoglia dal divano, prendendo la via delle scale per darsi una cambiata e uscire per le fredde strade di Chelsea con la sua golden, per i bisogni mattutini.

Vestito di tutto punto in modo informale ma non troppo, rifece la sua comparsa in salotto guinzaglio alla mano. “Melaaaachiiiii, girettoooooo!” trillò raggiunta la porta d’entrata.

La golden non se lo fece ripetere due volte, accorrendo a tutta velocità, slittando sul parquet e finendo con una frenata, seduta a una spanna dai piedi del padroncino.

Agganciò il guinzaglio all’anello del collare e fece per aprire la porta quando udì un urlo provenire dalla stanza accanto “MIKAAA MI SERVI IN CUCINA!!”

Uno sbuffò uscì chiaro dalle sue labbra, mentre lo sguardo di Mel si voltò a sua volta verso la sorgente di quel vociare.

“Mamma!! Mel deve uscire o i bisogni me li fa per casa! Hai Andy! Non muori senza di me per mezz’ora! Ciao!” si premurò di spiegare velocemente sbrigandosi ad uscire il più velocemente possibile prima che alla madre venisse in mente di raggiungerlo fino alla porta e urlargli contro quale delle mansioni previste avrebbe ritardato con il suo giretto per le vie del vicinato con Mel.

Messo piede fuori dalla porta emise un sonoro sospiro e si incamminò cercando di prepararsi psicologicamente alla giornata di lavori forzati con mamma, che ormai aveva capito lo aspettasse.

Andy nel frattempo stava cercando di gestire l’iperattiva suocera nel migliore dei modi, reprimendo qualche risposta poco galante che in certi frangenti gli sarebbe potuta sfuggire volentieri.

Sì perché era pur vero che era abituato ad avere un iper-energico Penniman in giro per casa, ma la sua versione ageé al femminile era decisamente peggio, senza contare che con lei non poteva nemmeno lasciarsi andare a qualche benevolo insulto o presa per i fondelli, che con la sua controparte ricciola fungevano alla perfezione per scaricare la tensione e rendere il tutto oltre che piacevole, anche dannatamente divertente.

“Ma… il sale l’hai messo??” chiese la donna assaggiando l’impasto di carne e trovandolo tremendamente insipido.

Andy sospirò lentamente e ammise che “No… mi hai messo a girare le verdure sul fuoco… devo essermene dimenticato”.

Joannie sbuffò, borbottando tra sé e sé di dover rimediare alla svista e lodandosi da sola per aver controllato prima di riempire la pancia dell’oca, e aver quindi evitato di doverla riaprire per aggiungere l’ingrediente mancante a lavoro già ultimato.

Il biondino portò gli occhi al cielo, assicurandosi che lei non intercettasse il suo sguardo in quel preciso istante, poi continuò, buttando un’occhiata all’orologio, notando come il compagno se la stessa prendendo comoda.

“Ci sono le tartine da fare…” gli ricordò la donna, non appena lo vide fermo con le mani in mano per una frazione di secondo.

Andy alzò un sopracciglio e la squadrò incerto “Sono le 10:30 del mattino… non converrebbe aspettare? Cosi sono più fresche… tanto sono subito fatte.” Chiese cortese, cercando di farla ragionare sulla tempistica della cosa, che le stava un attimo sfuggendo di mano.

Ma la donna, presa dalle mille faccende che ancora si vedeva a occuparle la giornata fino a sera, ribatté quasi piccata “Subito fatte??? Se le fai come dico io, subito fatte in 3 ore!” puntualizzò un filo troppo acidamente per i gusti del greco, il quale si morse un labbro per impedirsi di replicare con lo stesso tono.

“Ok… inizio…” sospirò prendendo il pane bianco e iniziando a tagliare i triangoli in maniera il più precisa possibile. “Perché a triangoli così??” chiese però la libanese notando la forma del pane che a poco a poco veniva impilato in due torrette perfette.

“Non vanno bene?” chiese dopo aver tratto un altro sospiro paziente, voltandosi per capire cosa avesse sbagliato quella volta.

“No, devi tagliarli ancora una volta, più piccoli!” lo redarguì prendendo una fetta di pane e mostrandogli la grandezza desiderata.

Andy alzò gli occhi al cielo per l’ennesima volta in meno di un’ora e sorrise alla donna, rispondendo con un gentile “Va bene”.

Con un taglio netto e preciso divise tutte le fette della torretta perfettamente a metà, ottenendo i famigerati triangolini della misura voluta da Joannie, poi udì un rumore che provocò al suo cuore una capriola in petto dalla felicità: la porta d’ingresso era appena stata aperta.

“Siamo a casa!” trillò la voce serena di Mika, mentre dei passi si avvicinavano alla grande cucina della villetta Penniman/Dermanis “E ho portato forza lavoro!” annunciò soddisfatto varcando la soglia della cucina.

Andy a quelle parole si voltò speranzoso e un sorriso a 32 denti gli fece capolino in volto.
“Fooooort!! Ti adoro cognatinoooo!” acclamò il fratello del compagno a braccia aperte, mentre quest’ultimo lo squadrava con fare piuttosto contrariato.

“L’ho prelevato direttamente dal letto…” ammise Mika, dando voce perfettamente all’espressione scura del 21enne, pungolandolo appena giocosamente, ricevendo in cambio una sberla sul braccio.

Joannie si voltò verso il maggiore dei figli trucidandolo con lo sguardo “Se l’ho lasciato dormire è perché ieri ha lavorato fino a tardi!!!!” lo sgridò, prendendo le difese del suo quintogenito, lasciandogli una carezza.

Mika sbuffò lanciando gli occhi verso il cielo con disappunto “No grazie eh…. Perché io non stavo aspettando queste ferie DA MESI!!” puntualizzò allargando le braccia verso la madre.
Andy osservò la scena a distanza in silenzio, avrebbe tanto voluto prendere le difese del compagno, ma aveva un certo timore di provocare le ire di mamma Penniman e il sol pensiero lo faceva rabbrividire.

“Dato che hai tutto sto bisogno di una mano, una persona in più è quello che ti serve… Un paio d’ore di sonno Fort le può recuperare anche più tardi…” continuò la sua puntualizzazione Mika, riempiendo intanto la ciotola d’acqua alla sua Mel in attesa.

Joannie lo fulminò con uno sguardo poi preferì tacere, evitando così uno scontro feroce con il più testardo dei suoi pargoli.   

Andy invece riprese a tagliare il pane, ingaggiando anche il cognato, intrattenendolo con sguardi giocosi che contribuissero a svegliarlo e a far sgorgare tutta la sua indole burlona che tanti pomeriggi aveva trasformato in risate.

Il greco era infatti grato di avere Fortuné al suo fianco, con cui poter giocherellare senza gli occhi impertinenti della suocera che invece aveva sempre l’impressione di avere addosso ogni volta che scherzava con Mika in contesti in cui si trovavano da soli con lei. 

La pesante atmosfera di poco prima sembrava essersi dissipata e le prime battute del 21enne contribuirono a renderla più disinvolta, nonostante il mood ancora irascibilmente perentorio della matriarca.

Mika invece si era momentaneamente eclissato, al telefono con un collaboratore francese e Joannie non mancava di lanciare continuamente frecciatine verso il salotto.

Non appena il padrone di casa mise piede in cucina infatti, la donna lo redarguì come le conveniva.

“Bel padrone di casa sei… facile far fare tutto agli altri!”

Mika a quel punto la squadrò spazientito e mise da parte la gentilezza natalizia “Senti, la mia idea era di festeggiare qui così che tu non dovessi impazzire tra i fornelli, ma a quanto pare non riesci proprio a farne a meno. Allora fallo se ci tieni, ma vedi di non rendermi la vita impossibile per cortesia!” asserì in tono pacato ma deciso.

Joannie assottigliò gli occhi e lo fulminò pronta a rispondergli a tono ma Fortuné avanzò di un paio di passi, intromettendosi tra i due.

“Mamma, Mika basta. Mamma datti una calmata! Mika, magari compari in cucina di tanto in tanto… ce la possiamo fare?” chiese adocchiando entrambi, mentre Andy scrutava di nuovo la scena in silenzio da un angolo della penisola.

“Bene… al lavoro” asserì quindi, battendo le mani un paio di volte, incitando mamma e fratello a rimettersi al lavoro.

I quattro lavorarono in tranquillità fino all’ora di pranzo, quando Mika cucinò un paio di cotolette a testa con contorno di zucchine e fece accomodare tutti a tavola.

Come avesse sentito il profumino aleggiare nell’aria, nell’esatto momento in cui l’allegra famigliola di cuochi si sedette al tavolo, comparve alla porta una euforica Zuleika.

“Cotoletteeeee! Buone!” trillò facendo il suo trionfale ingresso.

“E chi ti dice ce ne siano per te??” non mancò di farle notare immediatamente il fratellino, addentando con gusto un boccone piuttosto grosso.

Ma la bella 23enne non si scompose e preso un piatto dalla credenza del fratello maggiore si sedette a tavola rubando un pezzo di carne a ciascun componente della tavolata.

“Ma Zuleikaaaa” la rimproverò la madre. “Oh senti mamy… ai miei fratelli, naturali o acquisiti” disse con un’occhiata verso Andy “ho il diritto di rubare cibo” puntualizzò però lei, aprendosi in un luminoso sorriso furbo.

Pranzarono e poi tutti e 4 vennero messi al lavoro dalla donna di famiglia.

“Mi raccomando…. Ho messo a cuocere l’oca in forno…. Dategli un occhio! Io devo uscire a prendere delle cose e passare a casa da papà.”

“Sìììì mammaaaaaa” risposero in coro canzonatorio i tre fratelli prima che la donna uscisse definitivamente di casa per un’oretta di libertà.

“Gesù sia lodato!” sospirò Mika, sedendosi, anzi sbragandosi sul divano in tutta la sua lunghezza.

Andy prese posto senza tante cerimonie schiacciandolo, stendendosi a sua volta, mentre i due ventenni presero posto sulle poltroncine.

“Mioddio vostra madre è insopportabile oggi!! Amore, che cazzo ti è venuto in mente di festeggiare qui da noi??!” si lasciò andare il greco, portandosi le mani al viso.

Mika ridacchiò tirando il compagno a sé “Ho fatto male i miei calcoli… lo ammetto…” dandogli ragione in toto e ammettendo le sue colpe.

Andy annuì per poi tornare all’attacco “E sia chiara una cosa… la prossima volta Mel la porto fuori IO!! Non mi lasci da solo con lei un’altra ora!!”

Il riccio scoppiò a ridere come se non ci fosse un domani seguito dai fratelli.

“Pooooovero cucciolo, lo lasciano in balia della suocera” lo sfotté Fortuné, ricevendo un secondo dopo un cuscino dritto in faccia.

“Senti! Tu sta zitto cocco di mamma: Non l’ho svegliato perché ha lavorato fino a tardi bla bla bla…” prese però le difese del compagno Mika, imitando il tono della madre.

Zuleika non riuscì a non ridere ancora più forte, aggiungendosi alla discussione beffarda, senza prendere le difese di nessuno, sfottendo però fratello maggiore e compagno.

“Guarda come si difendono! Piccionciiiniiii”

Un secondo cuscino volò nella direzione della poltrona che prima era stata lasciata da parte, sfiorando il viso di Zuleika che prontamente si scostò, lasciando finire il cuscino addosso alla libreria retrostante.

“PENNIMAN!!! Non distruggetemi casa!!!” intervenne Andy tra una risata e un finto rimprovero.

“Anzi, a proposito di Penniman… le sorelle mancanti…?” chiese nuovamente, indagando sulle componenti mancanti a dare una mano alla sessantenne.

Mika alzò appena il capo squadrandolo come se avesse visto un fantasma.

“Andy… sono 7 anni buoni che conosci la mia famiglia e DAVVERO senti la mancanza delle altre due mie sorelle tra i piedi...?? Ma stai bene??” chiese scioccato all’idea che il suo ragazzo stesse richiedendo la loro presenza.

Il greco però alzò entrambe le sopracciglia, spiegando il suo perfetto ragionamento “Mika… non sento la loro mancanza, stavo solo ragionando sul fatto che se entrassero in cucina anche loro, potrebbe non esserci spazio per tutti, per lavorare agevolmente e io mi vedrei costretto, con mio sommo dispiacere, pur di non intralciare i lavori, a battere in ritirata ai piani superiori…”

Il riccio rimase a guardarlo per un istante, mentre Zuleika si produceva in un “Stronzamente geniale” e Fortuné commentava stizzito con un “Col cavolo!! Sei il padrone di casa! Tu sei l’ultimo che deve uscire dalla cucina!!”

“Il padrone di che?? No caro! La casa è di tuo fratello… io sono solo il suo coinquilino!” che lo mise a tacere, almeno per un istante, ma che servì su un piatto d’argento, la battuta successiva al compagno.

“Il mio coinquilino! A gratis!! Anzi! Da adesso se vuoi stare qui sono 500 sterline al mese… e, con calma, voglio gli arretrati degli ultimi 3 anni!” prese la palla al balzo il padrone di casa.

Fortuné scoppiò in una grassa risata “Freeegatooooo!” puntandogli un dito contro sghignazzante “Ne devi fare di strada per zittire l’alleanza Penniman, caro greco!”

Andy sospirò fingendosi superiore “Tempo al tempo pischello” lo minacciò velatamente allungando un piede e puntellandolo sotto il naso del compagno che lo schiaffeggiò.

“L’ha detto anche a voi Paloma…?” prese quindi la parola Zuleika, facendosi seria per un attimo, senza nascondere un lieve sorriso.

“Detto cosa?” chiese Fortuné, “No? Deve dirci qualcosa?” domandò invece Mika, squadrando entrambi la sorella con fare indagatore.

La moretta si sentì decisamente osservata con due occhi marroni, due nocciola e due azzurri su di sé, ma si premurò di precisare come non sapesse altro. “Mi ha solo detto che probabilmente avrà una notizia da darci, stasera…”

“Una notizia…” osservò Fortuné, portandosi una mano al mento con fare da filosofo pensatore; il fratello maggiore lo imitò “Hmm… potrebbe essere qualcosa di lavoro…”

“O può aver trovato un nuovo fidanzato… sono passati tre mesi da quando ha rotto con Larry…” ragionò il 21enne.

“Potrebbe aver trovato casa… è un po’ che ne parlava” considerò Zuleika.

Andy si intromise a sua volta, buttando lì con un’alzata di spalle “Mah… sarà incinta…” che venne accolto con un’ovazione di “Maaa figurati! Non dire cazzate”.

Proseguirono per una mezz’ora buona a cercare possibili implicazioni, poi Mika se ne uscì con una trovata geniale che mise fine al discorso con una grassa risata di gruppo “O magari ha solo scoperto di essere allergica ai ribes…”

“O magari mi stava solo prendendo per i fondelli…” concluse Zuleika.

L’allegra chiacchierata cessò nel momento esatto in cui la porta d’entrata venne spalancata da una concitata Joannie che tra una borsa e l’altra riuscì a mettere piede in casa a fatica.

“Mi raccomando eh! Non alzate il sedere a darmi una mano!” si udì in tempo zero dal corridoio.

In un batter d’occhio i tre fratelli balzarono in piedi, precipitandosi all’entrata, prima di aizzare le ire della madre, mentre Andy si allungò finalmente sul divano sgombro, emettendo un mugolio di piacere.

I tre aiutarono con le borse e seguirono i passi di Joannie fino in cucina, dove la donna squadrò il forno e si avvicinò di corsa.

Come la videro avanzare verso l’elettrodomestico acceso, tutti e tre persero una sfumatura di colore, sperando tutti in cuor proprio che l’essersi completamente dimenticati dell’oca in cottura, non avesse portato a conseguenze.

Quando lo sportello venne aperto e un odore amarognolo raggiunse le narici dei 4 componenti della famigliola, le sfumature di colore perse dai figli, comparvero in un baleno sulle guance della loro mamma. “Non ci credo! NON CI CREDOOO!!!” bofonchiò prima, urlando poi la libanese.

“Avete lasciato bruciare l’oca!!!!!!” decretò estraendo il succulento piatto in parte carbonizzato e mettendoglielo sotto il naso.

“Dovevate fare una cosa! UNA!!! Eravate in 4! Possibile che a nessuno di voi sia balenato per la mente???!!” strillò infuriata, vedendo il suo lavoro della mattina completamente in fumo, nel vero senso della parola.

I tre inchiodarono lo sguardo per terra, incapaci di proferir parola, mentre saggiamente Andy sgattaiolò dal divano del salotto al terzo piano, rintanandosi in studio, prima che le ire della suocera si potessero abbattere anche su di lui.

“E adesso mi spiegate che facciamo????! Non faremo mai a tempo a farne un’altra!!!” continuò a strillare, poggiando sonoramente la teglia rovente sul ripiano in marmo bianco.

I ragazzi sospirarono colpevoli, poi il maggiore sollevò gli occhi da terra e sorrise appena, folgorato da un’idea degna di nota.

“Ce l’ho! In Italia ho comprato la macchina per fare la pasta fatta in casa e mi hanno regalato due vasi di salsa al pomodoro artigianale, che tra l’altro ha scadenza breve. Tiriamo la pasta e facciamo una spaghettata al pomodoro!” trillò entusiasta, ricevendo uno sguardo entusiasta da parte di Fortuné e uno decisamente poco elettrizzato dalla sorella.

La madre invece lo squadrava con lo stesso sguardo torvo di poco prima.

“Perché la pasta all’uovo in 10 minuti è fatta… certo… e poi…? Spaghetti al pomodoro a Natale…. Mika…!!!” Bocciò immediatamente l’idea la donna, tornando stizzita vero la sua oca semi-carbonizzata.

“Si può fare! Ragazzi… mi date una mano...?” chiese supplichevole ai fratelli minori, sperando con tutto il cuore lo assecondassero almeno loro.

“Io ci sto… cenone alternativo, mi piace!” si propose Fortuné, sorridendo al fratello, mentre la sorella alzò un sopracciglio producendosi in un poco convinto “Non vedo alternativa… quindi… vada per la spaghettata…”.

Joannie intanto fulminava i tre in posizione da maresciallo con mani sui fianchi e sguardo severo e contrariato. “Mamma, ascolta… ci pensiamo noi… ti fidi?” chiese Mika poggiando affettuosamente le sue mani sulle spalle della madre, sorridendole dolcemente.

La donna non si fece intenerire e in risposta indicò la teglia con la cena carbonizzata e grugnì un deciso “Ci ho provato io a fidarmi…”

Il riccio emise un risolino colpevole ma tornò ugualmente alla riscossa, facendo leva proprio su quell’aspetto da lei puntualizzato.

“Già… ma siccome questo macello è colpa nostra, adesso rimediamo noi!” asserì con un sorriso dolce.

“Tu prendi il futuro architetto designer qui” disse indicando Fortuné alla sua sinistra “e allestisci la sala da pranzo come meglio credi, intanto io, lei e quel latitante del mio ragazzo pensiamo agli spaghetti e al resto della cena che ancora manca”

Joannie scrutò il figlio con fare per nulla convinto, poi spronata da Fortuné che la prese per un braccio e la convinse a seguirlo, lascio campo libero ai giovincelli.

Quando Mika e Zuleika videro scomparire madre e fratello, diretti al piano di sotto dove la sala sarebbe stata allestita per il cenone, tirarono un sospiro di sollievo e scoppiarono a ridere.

“Seriamente hai convinto mamma a lasciare la cena in mano nostra??” chiese incredula e incerta sul futuro di quella cena solenne col parentado.

Mika rise di gusto e poi ammise con un’alzata di spalle “Male male che vada… c’è sempre il take-away!” prima di uscire dalla cucina, affacciarsi sulle scale che davano verso i piani superiori e gridare a squarciagola “DERMANIIIIS! A RAPPORTO!!”

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Buonasera!! 
Debbo confessare che questo capitolo mi piace molto e che lo trovo molto verosimile. Diciamo che ho descritto qui la mia visione di "territorialità" di cui Mika parlava accennando dei piccoli battibecchi tra madre e fidanzato.
Qui riprendo un tweet di quel periodo in cui Mika raccontava di aver strinato un'oca e aver dovuto optare per........ lo scoprirete le prossimo capitolo!
E a proposito di prossimo capitolo...
Dato che ormai le caramelle le lascio sempre tardi perchè non sempre ho il pc sottomano per rispondere quando vedo una recensione nuova e preferisco darle o a tutti o a nessuno, faccio in un altro modo. D'ora in poi le caramelle le lascio direttamente qui ai piedi del capitolo.
Anche stavolta ne lascerò una per ogni recensione, basandomi sul numero di quelle lasciate al capitolo precedente. Quindi vale lo stesso discorso, più recensioni, più spoiler, solo che anticipati.
Stavolta ringraziando funghettopazzerello, miketta99, Djokolic, SaraPenny, Lormare73, Hia leah, ve ne lascio 6! In questo modo vi togliete lo sfizio della curiosità subito!

Eccovi:

- “Finirà male… me lo sento…” commentò la moretta spostando le cose che ingombravano ancora la penisola della cucina, su cui lo scatolone della macchinetta stava per comparire.-

- Poi il greco si ridestò e prese le difese del ricciolino “Dai Zu, è intraprendente e intelligente, talvolta perfino geniale…” elencò facendo sorridere fiero il suo ragazzo “Ma soprattutto… ci siamo noi a impedirgli di fare cazzate…” continuò ricevendo un amorevole calcio sulle natiche dal padrone di casa.-

- “Dite che così basta…?” chiese con un sorrisino innocente, trattenendosi dal ridere.
Andy si voltò scoppiando a ridere immediatamente, mentre Zuleika sospirò senza riuscire a non sorridere. -

- Gli invitati iniziarono ad arrivare presto, troppo presto secondo il padrone di casa, che sperava di poter trascorrere almeno un paio d’orette in tranquillità sul suo divano accoccolato a Melachi e alle otto in punto la cena ebbe inizio.-

- Quando i primi invitati tolsero il disturbo, molti degli esterni alla famigliola li seguirono, all’ennesimo rifiuto alla domanda se potessero aiutare a sistemare almeno il grosso, lasciando gli interni al dovere, prima che si facesse troppo tardi.-

- -Bastò un suo sguardo e le sue certezze in un secondo tornarono; lo doveva fare in quel momento, o mai più.-


Fatto! A presto e grazie a tutte!!
Vv
 
  
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