Hanabi è stata rapita,
senza che io potessi fare nulla.
Qualcuno si è introdotto in casa nostra, ha forzato le
nostre difese e l’ha presa, è una storia che si
ripete e che tu conosci bene,
Neji.
Immagino ti avranno raccontato un milione di volte di
come io, Hinata, sia stata rapita e di come tuo padre si sia
eroicamente sacrificato
per la mia liberazione.
Sono qui sulla tua tomba, è ricoperta di neve e io la
pulisco con un gesto automatico, sono venuta spesso qui a tenere viva
la tua
memoria.
Sei stato una delle persone più importanti della mia
vita, alla fine ti sei sacrificato senza pensarci come tuo padre, come
un vero
ninja di Konoha. Pulisco la tomba e vi depongo i nuovi fiori che ho
portato con
me.
Stanotte ti ho sognato, eravamo sulla spiaggia del lago ad allenarci e
tu mi dicevi che eri fiero di me, che vedevi dei
cambiamenti in me, che stavo sbocciando. Ma prima che io potessi dirti
qualcosa, anche solo quanto ero felice di rivederti, sei sparito. La
mia mano è
rimasta sospesa nel nulla.
Cosa avresti fatto tu al mio posto?
Saresti partito alla ricerca di Hanabi perché eri il
nostro angelo custode ed è quello che farò io.
Sono diventata davvero forte e parte della mia timidezza
se ne è andata, parlo ancora poco, ma sono più
sicura delle mie capacità.
Ho inventato delle mie tecniche, non saranno mai forti
come le tue, ma tu eri il genio degli Hyuga e io sono solo Hinata. Ho
fatto
tanta fatica per arrivare qui e solo adesso stanno riconoscendo i miei
meriti.
Ma tu li avevi già intravisti, vero?
E avevi anche capito che non avrei mollato su Naruto,
vero?
No, non l’ho fatto anche se sembra che un’altra sia
arrivata prima di me, dandogli una sciarpa di cui gli importa e da cui
non si
separa mai.
Ma adesso non sono qui per parlare di me, ma di Hanabi.
Oggi parte il team di ricerca e io chiederò di unirmi a
loro, perché è quello che è giusto,
quello che avresti fatto anche tu ed è
quello che voglio.
Saresti orgoglioso di me, adesso?
La timida Hinata che decide per sé stessa, senza nemmeno
consultarsi con il padre. Sono un po’preoccupata per lui, non
è ancora tornato,
ma so che sa badare a sé stesso.
Distolgo lo sguardo dalla tomba e mi guardo attorno, poi
il mio sguardo si focalizza ancora su di te, cugino mio, fratello
mancato.
Adesso vado dall’hokage e mi farò affidare la
missione,
arrivederci.
Mi allontano, i miei piedi non fanno rumore nella neve e
raggiungo l’uscita del cimitero, poi mi reco al palazzo
dell’hokage. Naruto, Sakura, Shikamaru e Sai mi stanno
aspettando.
“Scusate per il ritardo.”
“Sei in perfetto orario, Hinata.”
Mi dice spiccio Shikamaru.
“Entriamo.”
Raggiungiamo l’ufficio di Kakashi-sensei e lui accetta la
mia richiesta e ci spiega la missione: dovremo trovare Hanabi e
scoprire se Toneri
è legato all’avvicinamento della Luna alla Terra e
a questa nuova minaccia.
Partiamo subito volando su uno dei disegni di Sai, ha una
tecnica stupefacente a mio parere, io sono sullo stesso di Naruto. Mi
guardo
attorno con il byagukan e penso a chi gli possa aver regalato quella
sciarpa
verde a cui tiene tanto e al fatto che mi sono portata dietro anche la
sciarpa
che io volevo dargli.
Voglio ripararla perché con l’arrivo di Toneri si
è rotta
e voglio provare lo stesso a dargliela. In ogni filo è
tessuto il mio amore e
non voglio che vada sprecato, magari non lo ricambia, ma voglio che
sappia che
esista.
Coraggioso da parte mia, vero?
“Dividiamoci.”
Urla Shikamaru e noi annuiamo, attivo di nuovo il mio byakugan e noto
qualcosa
tra la neve e lo dico a Naruto. Lui fa immediatamente atterrare
l’uccello e io
scavo tra la neve, trovando il kunai di Hanabi, quello con il ninja
appeso,
quello per cui l’ho rimproverata dicendole che i kunai non
sono giocattoli.
Questi sono i miei ultimi ricordi con lei, che pessima
sorella che sono!
“È il kunai di Hanabi.”
Dico a Naruto.
“Diciamolo agli altri.”
“Sì.”
Naruto li richiama, visto che siamo ai piedi di una cascata Shikamaru
mi chiede
cosa c’è in cima, io rispondo che
c’è una grotta con una sorgente. Arriviamo
lì
e il capo missione mi chiede di scrutare nelle profondità
della sorgente, ma il
mio byakugan è distorto. Questo mi preoccupa, non mi
è mai successo prima.
“Hinata, cosa vedi?”
“Il mio byakugan è distorto, non vedo
nulla.”
Naruto decide che è degno di essere investigato e ci
tuffiamo nella sorgente,
che è molto strana, innanzitutto l’acqua non bagna
ed è piena di strane bolle
dorate.
Sono genjutsu e ci intrappolano nei ricordi.
Ricordo la prima volta che ho incontrato Naruto e lui mi
ha salvata dai bulli, anche a costo di prendersi una bella dose di
botte,
quando Iruka-sensei ci ha chiesto con chi volevamo trascorrere il
nostro ultimo
giorno e io ho scritto il suo nome.
E tra i vari ricordi spunti anche tu, Neji. Quando
abbiamo combattuto e quasi mi hai ucciso e poi quando ci siamo
riappacificati e
trascorrevamo lunghe giornate ad allenarci e a parlare di qualsiasi
cosa.
Dall’amore al nostro rapporto e ai suoi obblighi verso la
casata principale e
al suo dolore per la morte del padre.
Lo abbiamo elaborato insieme, lentamente ha capito che lo
ha fatto soprattutto per il bene che voleva al fratello Hiashi,
indipendentemente dalla casata di appartenenza.
E a volte quando sono con Naruto sento il tocco gentile
di Neji che mi spinge verso di lui, come a dire di non mollare, che un
amore
del genere non può cedere così. Ci ha sempre
sostenuti ed è morto per noi e di
questo gliene sono infinitamente grata, senza di lui nessuno di noi
sarebbe
vivo.
Mi ricordo anche dello scontro con Pain, sono stata una
pazza incosciente a pensare di poterlo battere e difendere davvero
Naruto, ma
questa mia consapevolezza mi veniva dal fatto che grazie a te ero
migliorata
con le tecniche, Neji.
Grazie a te ho inventato quella che mi ha permesso di
provare a salvare Naruto.
Lentamente torno alla realtà e mi accorgo che ho solo
visto dei ricordi e
che devo continuare
in questo viaggio e tornare a tuffarmi in un’altra fonte.
Sakura, Sai e Shikamaru si tuffano subito, Naruto esita
un attimo, come se volesse chiedermi qualcosa.
“Hinata, a proposito di quello che ho visto
prima…”
“Sì?”
“No, niente di importante.”
Si tuffa anche lui e mi lascia momentaneamente da sola,
giusto in tempo perché appaia un’altra marionetta
di Toneri. Mi metto subito in
posizione per combattere.
“Ridammi Hanabi.”
Gli urlo.
“È al sicuro nel mio castello.”
Mi mostra l’immagine di mia sorella con gli occhi bendati.
“Non sono venuto qui solo per questo, sono venuto anche a
chiederti di sposarmi.”
“Sposarti?”
“Sì, è già stato
scritto.”
“Io mi riprenderò mia sorella.”
“Anche se non sai dov’è il mio castello?
La prossima volta il vero me arriverà per la tua
risposta.”
Poco dopo arriva Naruto e distrugge la marionetta.
“I tuoi pugni non mi raggiungeranno mai.
Mai.”
Gli dice beffardo Toneri, prima che la marionetta cada a pezzi.
Raggiungiamo gli altri e noto che Sakura ha fatto a pezzi
un gigantesco granchio e minaccia di far fare la stessa fine a Naruto
se non mi
terrà d’occhio a dovere.
Mi sento di nuovo un peso, ma sento anche la mano di Neji
che mi spinge ad andare avanti.
Usciti dalla grotta ci ritroviamo
in uno strano mondo
distorto, dove tutto è al contrario.
Voliamo con gli uccelli disegnati da Sai
e cerchiamo tracce del nemico che per ora non
ci attacca, anche se sicuramente sa che siamo qui.
“C’è una città a venti
chilometri da qui.”
“Scendiamo a dare un’occhiata.”
Ci dividiamo in gruppi ed esploriamo un villaggio che secondo Shikamaru
è stato
costruito secoli fa e doveva essere un villaggio di shinobi.
Io e Naruto ci fermiamo in una vecchia casa a mangiare,
forse dovrei informare lui e gli altri su ciò che mi ha
detto Toneri e
organizzare un piano.
Sto per farlo, ma lui cade dalle scale e io devo
soccorrerlo, dandogli una pomata.
“Come all’esame di selezione dei Chunin.”
“Te lo ricordi ancora dopo tutto questo tempo?”
“No, l’ho appena ricordato.”
Decido di spalmargli io la crema, visto che lui non ci riesce da solo.
“Naruto, senti… Quando sono rimasta da sola con
Toneri…”
“Ah, vi abbiamo trovato!”
La voce di Sai interrompe il mio tentativo.
“Hinata, abbiamo bisogno di te per una cosa.”
Usciamo dalla casa, glielo dirò più tardi, adesso
sono curiosa di sapere cosa
abbiano trovato gli altri.
Sono teschi che conducono in una grotta piena di tombe,
un’antica catastrofe deve averli decimati,
all’improvviso un uomo macilento si
alza in piedi e si dirige verso di me ignorando gli altri che sono
sulla
difeniva.
“Byakugan hime.”
Principessa del byakugan, mi chiama.
E poi sono in una visione, rivedo l’antica battaglia che
ha ucciso questa gente, il clan Otsosuki, i discendenti di Hamura,
fratello
dell’Eremita delle Sei Vie. A quanto pare il ramo cadetto si
è ribellato a
quello principale, colpevole secondo loro di avere distorto il decreto
celeste
che Hamura affidò loro prima di morire.
Un’arma terribile viene usata, si chiama tenseigan e solo
io ho il potere di distruggerla perché sono anche io una
discendente di Hamura.
Hamura stesso mi riconosce come principessa del byakugan, mi dice che
hanno
distorto i suoi insegnamenti e che lui non ha mai voluto che la terra
venisse
distrutta se il mondo creato da suo fratello si fosse rivelato un
fallimento.
Toneri invece si sente in dovere di farlo basandosi su questa
interpretazione
errata perpetrata per secoli nel suo clan dopo che i dissidenti erano
stati
stroncati.
Quando ritorno alla realtà tutti sono intorno a me,
preoccupati.
“Stai bene, Hinata?”
“Sì.”
Decidiamo di riposarci per la notte, io non riesco a dormire e continuo
a
sferruzzare la sciarpa per Naruto tra le lucciole che svolazzano
pensando a
quello che Toneri e Hamura Otsusui mi hanno detto. Tu cosa avresti
fatto al mio
posto, eh Neji?
Conosco già la risposta, avresti accettato la folle
proposta di Toneri e poi avresti cercato di liberare Hanabi e
distruggere
quell’arma terribile. Io non so se ho il tuo coraggio, ho
paura di fallire e di
non riuscire ad allontanarmi da Naruto, ora che siamo così
in sintonia.
La sciarpe è finalmente finita, io la guardo e penso che
presto l’uomo folle della luna verrà a prendermi e
dovrò dargli una risposta.
Alla fine ce n’è solo una soluzione valida e
l’ho sempre saputo.
Naruto fa la sua comparsa e mi dice quello che ho sempre
sognato di sentirmi dire da lui, ossia che mi ama e che vorrebbe essere
il mio
compagno. Il mio cuore scricchiola, ma ancora sento la tua mano che mi
spinge,
Neji.
Gli consegno la sciarpa con gli occhi pieni di lacrime
che minacciano di scendere da un momento all’altro,
perciò mi volto di scatto.
“Addio, Naruto.”
Dico con una voce così fredda che non sembra nemmeno la mia.
Toneri arriva su uno strano trabiccolo che si posa
dolcemente pochi centimetri sopra uno specchio d’acqua che
c’è nella radura mi
cui mi sono rifugiata.
“La risposta alla mia domanda?”
Io annuisco impercettibilmente e lui allunga una mano verso di me, una
mano
fredda che mi fa ribrezzo, ma che io accetto con la faccia ridotta a
una
maschera di pietra: i ninja non devono mostrare le loro emozioni.
Salgo e lui mi stringe a sé, il suo corpo mi disgusta
così tanto che non sento nemmeno Naruto urlare e protestare,
questa specie di
carro si solleva verso il cielo, ma il mio amore non è tipo
da cedere e ci
segue.
Combatte con tutte le sue forze, ma alla fine deve
soccombere a un colpo di Toneri così potente che sembra
avere aperto un cratere
nella luna.
Io verso due lacrime e poi riporto il mio pensiero alla
missione, sistemerò tutto questo una volta che
sarà finita. Vedo il tuo sorriso
aleggiare nell’aria, cugino, come a benedire la mia decisione.
Il castello sulla luna è strano, ci sono solo marionette.
E Hanabi è senza occhi.
Quel mostro se li è presi per attivare il tenseigan e lei
giace a letto, non posso permettere che rimanga così, devo
fare qualcosa.
Esploro il castello, ma non trovo nulla di interessante, a cena lui
mangia e io
ho lo stomaco chiuso.
Lui guarda dalla finestra uno strano edificio che orbita
intorno al castello, lui parla di un tempo, io non lo ascolto: che il
tenseigan
sia lì?
Finita la cena, che lui ha abbandonato piuttosto di corsa
attivo il byakugan e lo controllo: lì è tutto
distorto quindi deve essere lì.
Cerco di andarci il giorno dopo, ma accompagnata dalle
marionette non posso andare oltre un certo punto, devo riuscire ad
andarci da
sola. Devo distruggere il tenseigan, ridare gli occhi a mia sorella e
poi
andarmene. Spero che Naruto mi rivoglia ancora, so di avergli spezzato
il
cuore, ma cosa potevo fare?
La vita non è mai facile, ci sono scelte che devi fare
anche se sai che faranno male.
Trascorro un’altra notte qui, non riesco a dormire, la mia
testa continua a proiettare gli avvenimenti degli ultimi giorni e a
pensare al
tempio in cui è custodita quell’arma micidiale. In
un solo colpo ha decimato un
esercito, cosa potrebbe fare se venisse scatenata nel nostro mondo?
E davvero Toneri vuole che la luna distrugga la terra?
Come posso fargli comprendere che il suo clan ha distorto
gli insegnamenti di Hamura?
La mattina dopo mangio senza appetito e sferruzzo la mia
sciarpa, in attesa del momento giusto, anche Toneri ne vorrebbe una, ma
lui non
è nel mio cuore.
A un certo punto si porta la mano alla testa, borbotta
qualcosa su una pulsazione finale e se ne va a riposare.
È arrivato il
momento.
Rapida, raggiungo l’isola e provo ad attaccare
l’arma –
una gigantesca sfera di luce giallognola – ma arrivano delle
guardie.
Altre dannate marionette che io distruggo, ma poi una
forza mi attira a sé e mi ritrovo tra le braccia del nemico,
furioso per il mio
tradimento.
Io cerco di spiegargli che distruggere la Terra non è mai
stata la volontà di Hamura, ma lui non vuol sentire ragioni
e diventa ancora
più furioso quando capisce che la sciarpa è per
Naruto e non per lui.
Quello che è succede dopo non lo so dato che vengo messa
sotto un genjutsu, so solo che quando torno in me sono tra le braccia
di
Naruto, che poi colpisce Otsosuki.
“Andiamo, Hinata.”
“No, dobbiamo distruggere il tenseigan per fermare la
luna.”
Corriamo verso il luogo in cui è custodito, Naruto si
prepara ad attaccare, ma
io lo fermo.
“No, solo i discendenti di Hamura Otsosuki possono
attaccarlo. Se ci provasse qualcun altro il tenseigan assorbirebbe il
suo
chakra.”
Attivo la tecnica dei leoni gemelli e salto sopra l’arma
scaricando tutta la
mia energia su di essa, ma non accade nulla. Ci sono solo delle
scariche, ma il
tenseigan è ancora saldamente al suo posto, cosa posso fare?
Naruto mi guarda e mi tende una mano.
“Infondimi il tuo chakra, forse se lo attacchiamo insieme
possiamo farcela.”
“Sì.”
Faccio quello che mi è stato detto e insieme partiamo di
nuovo all’assalto del
tenseigan, il mio colpo si combina con il rasengan di Naruto.
La cosa orribile pulsa un’ultima volta e poi esplode,
dividendosi in migliaia di byakugan.
Non so se provare sorpresa o orrore pensando alle persone
che hanno sacrificato i loro occhi per quest’arma. Naruto mi
ricorda che non
c’è tempo, insieme usciamo dal tempio e
incontriamo Shikamaru, Sai e Sakura che
hanno recuperato Hanabi.
Shikamaru controlla l’orologio speciale che ha sulla
mano, la luna sembra essersi fermata, ma non è ancora finita.
Toneri attacca all’improvviso, fuori di sé per la
distruzione dell’arma dei suoi antenati, Naruto entra in
modalità sage mentre
mi tine ancora stretta a sé. Non ci rimango molto, il nemico
mi afferra e mi
butta in una gabbia per poter affrontare il mio amore. Mi
sento sconfitta, come quando ero una genin che si impegnava tanto senza
mai
ottenere nulla. Mi sento persino inutile, ma cosa potrei fare in una
lotta di
questo livello?
Naruto è l’unico che può tenere testa a
un avversario di
livello divino come Toneri, i loro colpi sono così veloci
che li vedo a
malapena. Per ora sembra una situazione di stallo, ma poi è
Toneri che passa in
vantaggio, con un colpo potentissimo divide a metà la luna.
Anche Kurama sembra
in difficltà contro il mostro creato da
quest’ultimo.
Continuano a combattere, il ragazzo della luna riceve una
scarica di colpi e alla fine Naruto si avventa su di lui e lo colpisce
con i
suoi cloni, ognuno con un rasengan, poi colpisce quasi in faccia.
Adesso tra i due è calato il silenzio.
Lui prende la mia sciarpa in mano.
“Ci vogliono anni per cucire una sciarpa del genere,
perché ogni filo rappresenta
l’amore ed
è per questo che non ho intenzione di perdere.”
Concentra tutta la sua energia in un pugno che colpisce
Toneri in pieno volto e lo fa volare per diversi metri, la mia gabbia
si
dissolve e insieme a Naruto mi avvicino al corpo del ragazzo.
Senza esitazione mi riprendo gli occhi di mia sorella.
“È finita, arrenditi.”
“Non è finita.”
Tutti gli occhi del tenseigan lo avvolgono come una
corazza mostruosa e inizia ad assorbire il chakra di Naruto, che ne
rimane
privo. Lo prendo per mano e ricarico il suo chakra.
“Toneri, fermati.
Non è troppo tardi, se non lo farai saremo noi a
fermarti.”
“Com’è possibile?”
“Perché il chackra di Hamura scorre anche in
me.”
Rispondo io
“No, il mondo creato dall’Eremita delle Sei Vie
è corrotto e va spazzato via!”
Alza la sua sfera, si solleva da terra, ormai solo il suo volto
è visibile
sotto il mantello di byakugan.
Ha un potere enorme fin troppo enorme, potrebbe non
essere in grado di gestirlo e scoppiare semplicemente come la sfera da
cui
vengono gli occhi.
Credo che sia quello che spera anche Naruto.
Toneri sembra scoppiare, ma Naruto lo riporta a terra,
Kurama incide sulla luna il simbolo di “missione
completata” e possiamo tornare
al passaggio.
Toneri ci accompagna, tentiamo di convincerlo a tornare
sulla terra, ma lui si rifiuta e se ne va.
Naruto ha accettato la mia sciarpa e combattuto per me,
ma c’è ancora una cosa che voglio
chiedergli…
“Naruto, quella sciarpa… Chi te l’ha
cucita?”
Lui mi mostra la sua preziosa sciarpa verde a righe verde
pastello.
“Questa? L’ha fatta mia madre molto tempo fa,
Konohamaru
l’ha trovata nelle cose del terzo hokage e me l’ha
data.”
“Capisco, che stupida!”
Dico ridacchiando imbarazzata.
“Sorellona, smettila di chiacchierare!”
“Ragazzi, il paesaggio si sta per chiudere.
Andiamo!”
Questo è Shikamaru.
Naruto mi prende per mano e ci lanciamo nel passaggio.
“Torniamo sulla terra.”
“Sì.”
Le sfere del genjutsu ci mostrano insieme in vari momenti.
“Hinata…”
“Sì?
“Quando all’accademia ci hanno chiesto con chi
volevamo
trascorrere il nostro ultimo giorno sulla terra, non riuscivo a
scrivere un
nome. Non sapevo chi fossero i miei genitori e non avevo amici, ma oggi
so
esattamente chi sceglierei. Non ci sono dubbi in proposito, saresti tu.
Voglio stare con te per sempre e oltre, fino a quando
morirò voglio stare con te, Hinata.”
“Oh, Naruto!”
Continuiamo a correre fino a che le sfere non si sbriciolano e rischiamo di ritrovarci intrappolati
per sempre nel
passaggio tra la terra e la luna.
Naruto mi prende in braccio.
“Che fai?”
Gli chiedo divertita, stringendo le braccia attorno al
suo collo.
“Pronta? Non mollare per nessuna ragione al mondo.”
“Sì.”
Rispondo perplessa io.
Lui lancia un rasengan che ci proietta fuori dalla fonte,
Sai, Sakura, Shikamaru e Hanabi ci vedono passare, mi chiedo cosa passi
nella
sua testa.
Perché lanciarci fino in cielo?
Spacchiamo persino una montagna, ma a lui sembra andare
bene.
Ci allontaniamo un attimo, poi lui mi bacia con la luna
come sfondo, nemmeno nei miei sogni più selvaggi mi
aspettavo un primo bacio
del genere.
Quando ci stacchiamo lui mi stringe ancora più forte ed
atterriamo, probabilmente ci ha visto tutto il villaggio, se non tutte
le
grandi terre ninja.
Non me ne importa nulla, per la prima volta in vita mia
non mi importa nulla delle opinioni della gente.
Ho ottenuto quello che ho sempre desiderato.
Quattro mesi dopo la neve ha lasciato il posto agli
alberi in fiori della primavera.
Konoha è immersa in un dolce mantello rosa che rende
soffici le strade e profumata l’aria.
Un tempo ideale per un matrimonio.
Il mio.
Naruto mi ha
chiesto di sposarlo poche settimane dopo il nostro ritorno a Konoha e
io ho
accettato, non c’erano ragioni per rifiutare.
Mia sorella mi sta aiutando a indossare il tradizionale
chimono da sposa, bianco, pieno di accessori, scomodissimo, ma
bellissimo.
Quando mi guardo allo specchio quasi non mi riconosco,
invece della solita Hinata anonima una ragazza con un elegante coda
decorata da
un fiore bianco e dalla labbra dipinte di rosso mi restituisce lo
sguardo.
Allungo una mano a toccare la superficie liscia e fredda
e io e il mio riflesso sorridiamo nello stesso momento.
Accertato che non è un sogno, ma la realtà, esco
dalla
stanza e vengo accompagnata a dove si terra la cerimonia, Naruto mi
attende in
una stanza da cui si gode una splendida visuale della montagna degli
hokage.
È bellissimo nel suo chimono nero, io e lui ci guardiamo
senza parlare, impacciati, ma felici.
Poco dopo un lieve bussare annuncia l’arrivo della mia
famiglia, il matrimonio sta per iniziare, Naruto guarda per un attimo
il volto
di suo padre, il quarto hokage, perso nei suoi pensieri.
Io gli stringo la mano fasciata e lui mi sorride, io mi
volto verso mio padre: è invecchiato da come appare nei miei
ricordi, il bianco
inizia a farsi vedere nei capelli sopra le orecchie e ci sono
più rughe sul suo
volto severo.
Mio padre sorride e annuisce lievemente, dimostrandomi
che il tempo è in grado di cambiare anche le persone che
reputi più dure e
spietate.
Hanabi mi fa un sorriso complice e alza un pochino il
ritratto di Neji che ha in mano.
-Neji nii-san, mi sposo.-
Gli dico telepaticamente e lui sembra farmi l’occhiolino,
come a dire che va bene così e che è felice per
me e so che se fosse stato qui
lo sarebbe stato.
All’inizio considerava Naruto un idiota, ma dopo il loro
scontro nell’esame di selezione dei chunin ha iniziato a
capirne il valore fino
ad arrivare a sacrificarsi per lui.
Io e Naruto ci guardiamo e ci stringiamo forte le mani.
“Andiamo, Hinata.”
“Sì.”
Insieme attraversiamo la porta per raggiungere un corridoio inondato di
luce
bianca.
Corro incontro al mio futuro con il cuore colmo di gioia,
in pace con me stessa e con il mondo.
Qualcuno direbbe che è la fine, ma io sono certa che sia
un nuovo inizio.
Una primavera.
La nostra primavera.