Capitolo
3
Killian prese la sua amata in braccio e la condusse al
piano di sotto. La fece accomodare su una sedia in cucina e si apprestò a
preparare della cioccolata calda per
tutti. Sperava che la sua bevanda preferita avrebbe aiutato Emma a tornare
pienamente in sé. Vedeva che aveva cominciato a reagire, soprattutto quando
aveva sentito la voce della loro figlia, ma la vedeva spesso assentarsi con la
testa e soprattutto la vedeva tremare. Non era il solito tremolio alla mano, ma
qualcosa di più profondo. Interamente il
suo corpo tremava, sebbene vedesse Emma che cercava di non darlo troppo a
vedere.
Quando la cioccolata fu pronta, Killian ne posò una grossa tazza davanti a Emma, la quale
senza guardarlo l’afferrò e la tenne stretta con le mani, continuando a fissare
il contenuto che emanava calore.
In quel momento giunsero al piano di sotto
anche Regina e le due bambine. Roni teneva la mano di
sua madre. Il suo pianto era cessato, ma non l’agitazione che l’aveva colta in
quella notte assurda.
Non ci mise molto Killian
a capire che qualsiasi cosa stesse succedendo, riguardava il salvatore. Si
domandava solo cosa potesse essere di così spaventoso da mettere KO due esseri
potenti con un solo sogno e soprattutto quanto Emma questa volta sarebbe stata
messa alla prova.
Il silenzio intorno al tavolo calò per diversi
minuti.
Roni beveva la sua bevanda, ma cercava
continuamente il conforto della madre. Regina spostava il suo sguardo da sua
figlia a Emma. Killian, con Alice assonnata seduta
sulle sue gambe, osservava sua moglie, la quale continuava a guardare la
stoviglia nelle mani.
La salvatrice sospirò e alzandosi, posò la
tazza ormai vuota nel lavandino, per poi appoggiarsi al mobile, prima di
girarsi e guardare i presenti adulti.
“Ho rifatto quel sogno!” disse, sebbene ottenne
una reazione preoccupata soprattutto da Regina, la quale sapeva di che sogno
stesse parlando.
“Di cosa si tratta esattamente?” chiese Killian, guardando la donna che ritardava a rispondere a
causa della presenza della bambine.
“La distruzione di Storybrooke!”
disse una vocina accanto a Regina, la quale ottenne l’attenzione di tutti i
presenti.
“Cosa Hai detto?” chiese Killian
a Roni, che guardava a terra e tirava su col naso “Io
ho visto Storybrooke distrutta e tante persone molto
brutte. Alcuni li ho riconosciuti, c’erano Granny,
Archie e Leroy e soffrivano…stavano male e…poi…si avvicinavano. Volevano farmi
del male e…ho provato a scappare, ma…”Disse Roni
riprendendo a singhiozzare “Ma non riuscivo a muovermi e uno di loro mi ha
afferrato e mi ha detto…”
“è colpa tua!” disse Emma abbracciandosi.
Roni annuì ed Emma sospirò e chiese “Come andava
avanti il tuo sogno?.
“Mi sono svegliata. Non ho sognato altro!”
disse la bambina.
“Perché di questa domanda Emma?” chiese Regina
preoccupata.
“Volevo solo vedere quanto fossero simili i
nostri incubi!” disse la donna.
“Tu hai sognato altro?” chiese Regina.
Emma annuì e Killian
volle sapere cosa altro aveva visto. Quanto raccontato da Roni,
sembrava abbastanza spaventoso da spaventare una bambina, ma non spiegava la
reazione di Emma. Doveva aver visto qualcosa che l’aveva veramente scioccata,
soprattutto dato che vedeva il suo tentativo di non far scappare quelle lacrime
che minacciavano di sfuggire al suo controllo.
“Aspetta, sarà meglio rimettere le bambine a
dormire. Non credo sia il caso che sentano altro!” disse Regina alzandosi dal
suo posto, ma le bambine non sembravano della stessa idea della donna,
soprattutto Roni, la quale era terrorizzata all’idea
di tornare a dormire.
Ma entrambe le piccole erano molto stanche e
sebbene la loro paura di rimettersi a lett0, il sonno ebbe la meglio su di
loro.
Mentre attendevano che Regina tornasse al piano
di sotto, Emma e Killian si erano spostati sul divano,
dove la prima cercava sicurezza tra le braccia del marito. L’uomo odiava vederla in quella condizione e
detestava quando il sorriso veniva cancellato dal suo volto.
“Allora, cosa altro hai visto Emma?” chiese
Regina, scendendo le scale.
“Le bambine?” chiese Killian.
“Con un po’ di fatica, si sono riaddormentate.
Spero solo che magari dormendo insieme si sentano più tranquille e facciano bei
sogni!” disse la donna, sedendosi sulla poltroncina davanti al divano.
Emma
cominciò a raccontare parte del suo sogno e fino a quel momento, Killian e Regina poterono notare come effettivamente i
sogni di lei e della bambina fossero simili, ma quello che preoccupava loro era
il fatto che Emma non si fosse fermata. Aveva continuato a sognare e dallo
stato della salvatrice, avrebbe potuto essere solo qualcosa di veramente
orrendo.
Emma poteva leggere sul volto di Regina molta
preoccupazione e cercando di rincuorarla almeno in parte, le disse “Puoi stare
tranquilla Regina. Non ho visto nessuna della tua famiglia ferita o morta, per
fortuna nemmeno Henry era presente!”
Regina fu un po’ infastidita dalla frase
“Potrebbe anche farmi sentire un briciolo meglio, ma non pensare che non tenga
a nessun altro. Emma, dal tuo stato posso immaginare benissimo cosa puoi aver
visto e voglio bene a tutti!”
“Lo so, scusami!” disse Emma, abbassando il
capo.
Regina sospirò e fece la fatidica domanda “La
tua famiglia è stata coinvolta nel tuo sogno?”
Emma annuì.
“I miei genitori e mio fratello erano…erano
anche loro degli zombie o qualsiasi cosa fossero. Hanno cercato di toccarmi e
afferrarmi e…sono scappata. Più che per paura, perché non riuscivo a vederli in
quello stato!” disse, sentendo la mano di Killian
stringere la sua.
“Sono scappata fino a quando non sono arrivata
davanti a un cumulo di macerie che non avrei mai riconosciuto se non fosse per
le impronte sulla cassetta delle lettere.” disse la salvatrice, riprendendo a
tremare.
Regina comprese subito di quale abitazione
stesse parlando e vide Killian serrare duramente la
mascella.
“Ho
iniziato a scavare, finchè …”si guardò la mano che
poco prima era ferita e prese tra le sue mani l’uncino di Killian.
“…mi sono ferita con il tuo uncino Killian. Tu eri li sotto. Non ti ho visto, ma sapevo di
aver perso anche te!”
Killian abbassò il capo e strinse il pugno. Non gli interessava molto
il fatto che sarebbe potuto morire, la sua preoccupazione era un’altra e
infatti subito domandò “Alice?”
Emma non disse niente. Ma il suo sguardo valse
più di mille parole.
Killian si alzò e nervosamente si passò le mani nei
capelli “Che cosa può voler dire questo sogno? Si tratta davvero di una visione
del futuro?”
“Purtroppo le possibilità che si tratti di un
sogno dato da un’indigestione è molto scarsa” disse Regina incrociando le
braccia.
Killian si passò una mano sul viso. Erano le tre del
mattino e le poche ore di sonno stavano esaurendo tutti, ma non poteva fare
caso alla stanchezza, vedendo Emma sul punto di rompersi di nuovo. Le si
sedette accanto e, abbracciandola, le disse che sarebbe andato tutto bene. La
donna nascose la testa nel suo petto e strinse la sua t-shirt bianca che
indossava sempre per dormire.
“Non riesco a togliermi dalla mente il suo
corpo Killian. Non posso sopportare di vedere la mia
bambina in quelle condizioni, che mi guarda con odio dandomi la colpa della sua
morte e del suo tormento. Non posso perderla…non posso perdere nessuno di voi!”
Killian l’abbraccio più forte e guardò Regina
chiedendole con lo sguardo cosa potessero fare.
La donna non disse niente. Non sapeva nemmeno
lei come agire, ma era evidente che bisognava capire cosa stesse accadendo e
cosa minacciasse la città di cui lei stessa era la creatrice. Sparì in una
nuvola di fumo e comparì nell’appartamento
di Gold e Belle. Più precisamente nella loro camera da letto. Era già la
seconda volta quella notte che si intrufolava nelle camere altrui, senza
permesso, ma a suo avviso per quella volta l’educazione poteva anche andare a
quel paese. Chiamò Gold, il quale, insieme a Belle si mise di scatto a sedere
sul letto, spaventato dall'improvviso interruzione di silenzio dato dalla
notte.
“Come osi entrare in casa mia senza il mio
permesso. Nella mia stanza per giunta!” chiese l’uomo alquanto seccato, subito
dopo aver acceso l’abatjour sul comodino.
“Avresti preferito che comparissi di sotto
urlando il tuo nome, svegliando così Gideon?” chiese
Regina.
“Avrei preferito che non ti presentassi
affatto. Qualsiasi cosa sia, può aspettare domani mattina!” precisò Gold.
“No, non può, se non vogliamo che entrambi le
salvatrici vadano fuori di testa, Emma soprattutto!”
“Perché? Cosa sta succedendo?” chiese Belle
preoccupata.
Emma era ancora tra le braccia di Killian. Sembrava essersi calmata, ma non sembrava volersi
staccare da lui. Killian continuava a strofinarle la
schiena e cercava di rassicurarla come poteva.
Erano passati una decina di minuti circa, prima
che del fumo comparisse e facesse posto sia a Regina che a Gold. Killian avrebbe in genere protestato per la presenza
dell’ex signore oscuro in casa sua, nonostante l’ascia di guerra era stata
seppellita ormai da tempo ed entrambi avessero messo a tacere il loro desiderio
di vendetta l’uno verso l’altro, ma quella situazione era particolare. Se
poteva aiutare, anche Tremotino era il benvenuto.
“Non scherzavi quando dicevi che la salvatrice
era a pezzi!” disse Gold “Regina, mi ha detto che stai facendo dei sogni
particolari salvatrice. Purtroppo non avendo più poteri mi sarà difficile
aiutarvi in modo esaustivo, ma vediamo se posso fare qualcosa. Cosa hai
visto?”. Domandò.
Emma non aveva ancora alzato lo sguardo da
quando era arrivato e non sembrava intenzionata a rispondere alla sua domanda. Killian la sentì cominciare a tremare a quella richiesta.
“Non mi sembra il caso di farle rivivere
tutto!” disse l'uomo infastidito.
“Allora non posso aiutarvi, Regina puoi anche
riportarmi a casa!” disse Gold senza battere ciglio.
“TI ho già detto tutto quanto quello che Emma e
Roni hanno visto!” Disse la donna interpellata.
“Mi hai raccontato quanto lei ti ha raccontato
e se lei ha omesso qualcosa, io non ho proprio niente su cui lavorare. Macerie
e cadaveri, questo è chiaro, c’era qualcosa che non hai detto loro che può
aiutarci a capire cosa ti vuole dire questo sogno o visione che sia?”
“Ti ho detto che non.. “ cominciò Killian, ma la voce di Emma, anche se era poco più di un
sussurro, disse “Era un luogo infernale. C’era dolore, tanto dolore e tormento,
sangue, disperazione, ruggiti, grida, odore nauseabondo e…mostri!”
La parola mostri attirò l’attenzione di Gold
che chiese una maggiore descrizione di quegli esseri, che non tardò ad
arrivare.
“Regina, focalizzati sul secondo libro in alto
a destra del mio scaffale nel negozio. Quello che c’è dietro al bancone e fallo
comparire qui per favore!” disse Gold, rivolgendosi al sindaco.
Regina fece proprio come le venne detto e nelle
sue mani si materializzò un libro spesso, vecchio e polveroso. Gold non ci mise
molto a trovare quello che stava
cercando.
“è questo il mostro che hai visto?” chiese
l’uomo alla salvatrice, la quale annuì.
“Sai dirci qualcosa?” chiese Killian speranzoso.
“Questo è un demone chiamato arpia. Sono esseri
alati metà donna e metà uccelli a guardia degli
inferi, non quello che abbiamo visitato quando siamo venuti a
recuperarti, ma quello vero, quello dove una volta entrati non vi è più
garanzia di salvezza. Un luogo di dolore e di tormento eterno, proprio come
quello che mi pare di aver capito hai sognato tu Emma!” disse Tremotino.
“Questo però cosa ha a che fare con Storybrooke?” chiese Regina.
“E perché sia Emma che Roni
si sentono dire che tutto quel dolore è causa loro?” chiese Killian
“Cosa ha a che fare il salvatore in questa faccenda?”
“Mi ponete domande a cui io non ho risposta. Ma
dato le scorse visioni mia cara e come hanno rischiato veramente di avverarsi,
mi darei una mossa a capire cosa voglia dire e cercherei una soluzione!” disse Tremotino.
“Come? Facendo ricerche su cosa?” chiese la
salvatrice.
“Dato che sogni cose infernali, io partirei su
una ricerca sugli inferi e i miti che lo riguardano. Cerca di vedere cosa può
avere in comune con quello che sogni. Io ho un paio di volumi che parlano
dell’aldilà, non so se possono tornare utili, ma ve li impresto!” disse Gold
“Come mai tutta questa gentilezza?” chiese Killian sospettoso.
“Riguarda Storybrooke,
quindi anche me e la mia famiglia. Le cose non sono cambiate in questi anni, la
mia famiglia viene sempre prima di tutto e di tutti!” disse Gold.
“Da quanto ho visto tu e la tua famiglia, Gideon compreso, sarete colpiti in pieno!” disse Emma
seria, cosa che fece sobbalzare l’ex signore oscuro, il quale aggiunse
“Chiederò a Belle se nella sua biblioteca ha qualcosa a che possa tornarvi
utile, ora se permettete, me ne ritorno a casa mia!” disse Tremotino
girando i tacchi e uscendo dall’abitazione.
“Forse dovremo seguire il suo esempio e andare
a riposare anche noi!” disse Killian.
“No, io cominciò subito le ricerche!” disse
Emma, alzandosi in piedi, seguita dal marito.
“Love, lo so che sei sconvolta, ma…”
“Ma cosa? Non sei tu ad aver visto nostra
figlia insanguinata ad essere portata via da quel demone e non ho nessuna
intenzione di rivederla! Se vuoi andare a dormire vai pure, ma io rimarrò
qui a cercare di capirci qualcosa!”
disse Emma alzando un po’ il tono della voce.
“Non risolverai niente se sei stremata.
Prometto di svegliarti appena ti vedo agitare. Andiamo!” disse Killian, afferrando delicatamente un braccio alla donna, la
quale si liberò immediatamente dalla sua presa per recarsi in cucina alquanto
infastidita. Non aveva alcuna intenzione di rimettersi a dormire.
Regina si avvicinò a Killian
e disse “Non devi costringerla. Non so cosa avrei fatto se fossi stata al suo
posto e avessi visto mia figlia..“ Regina non terminò la frase, ma Killian non ebbe difficoltà a comprendere cosa volesse
dire.
“Ti ricordo che Alice è anche mi figlia e anche
io sono ansioso di capire cosa sta accadendo, ma non risolveremo niente se
crolliamo tutti dalla stanchezza!” Disse Killian
esasperato.
“Lo so. Ti do ragione, ma non credo che questo
possa farle cambiare idea!” Disse Regina, prima di sentire il suono della
caffettiera gorgogliare.
I due raggiunsero Emma in cucina, quando
la videro riempire un termos con il
caffè appena fatto.
“Quale è il tuo piano Emma?” Chiese Regina.
“Non ho nessuna intenzione di aspettare Belle.
Passerò la notte in biblioteca e cercherò di fare luce su sta faccenda!” detto
questo, si volatilizzò in una nuvola di fumo.
Regina sospirò e rivolgendosi a Killian disse “ Vado anche io con lei, tu occupati delle
bambine per favore!”
“Aspetta, se Roni
dovesse fare atri brutti sogni, cosa devo fare per calmarla?” Chiese l’uomo.
“Se dovesse succedere chiamami e puoi sempre provare a calmarla come faresti
con tua figlia!” disse Regina prima di scomparire anch’essa.
“Accidenti!” disse Killian.
Non gli piaceva essere messo in disparte soprattutto quando qualcosa minacciava
la serenità della sua famiglia.