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Autore: N a r a y    03/06/2018    1 recensioni
«Perché hai dimenticato ...»
Il diavolo parve riflettere e con un sorriso amaro ondeggiò la testa: «Raf ... lascia perdere»
«Ma eravamo finalmente legati! Avevamo qualcosa che ci rendeva vicini, non solo noi due, ma anche gli altri! Me lo avevi detto anche tu! Me lo ricordo! Avevamo detto che nulla sarebbe cambiato da quel giorno, perché invece tu ti comporti così ora!»
Raf pronunciò ogni singola frase che fin dall'inizio di quel giorno si era tenuta dentro. Le aveva ripensate e ripensate cercando il giusto approccio per porsi a lui, ma Sulfus era così sfuggente e non appena ne ebbe l’opportunità, Raf dette vita a tutti quei pensieri.
Sulfus non si scompose. Con sguardo neutro cercò di non mostrare a Raf la sua irrequietezza: «No ...» si limitò a rispondere. «Un giorno mi ringrazierai, e così anche gli altri».
Raf scosse la testa. Non ci voleva credere, le sembrava tutto così assurdo!
Assurdo che Sulfus si fosse imposto di tornare suo nemico come in principio e dimenticare tutto quello che avevano passato insieme!
Un senso di malessere pervase l'angioletta non appena gli occhi si posarono sul viso di Sulfus.
Girato di profilo il diavolo sembrava avere un’aria sofferente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf, Sulfus
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona domenica!
Mi dispiace per aver postato così tardi il nuovo capitolo, ma purtroppo ho avuto diversi impegni che mi hanno scombussolato un po’ la giornata xd
Comunque, ecco a voi il nuovo capitolo! :3
Se avete consigli, critiche, possibili errori da segnalarmi, o solamente commenti, scrivetemi pure!
 Sono davvero curiosa di conoscere il vostro giudizio sulla storia!
Oh e se ci sono domande sul fumetto o cose non chiare a riguardo come sempre sono a disposizione ;p
 
 
 
 
 


 
Confusione


 

 
La lezione iniziò non appena la professoressa entrò presentando il programma di matematica del nuovo anno scolastico.
Andrea e Michele si erano messi vicini l'uno all'altro. Il terreno di Raf non aveva la minima voglia di ascoltare la lezione e ogni tanto parlottava con Michele. Questo anche se cercava di seguire la lezione non si tirava mai indietro nel partecipare alla conversazione.
Per quella volta Raf chiuse un occhio. Almeno Andrea stava facendo amicizia con Michele e lo faceva sentire a suo agio.
Michea era seduto sull'armadietto vicino al muro di destra e osservava l'intera classe.
Raf lo studiò: i suoi lunghi capelli biondi gli arrivavano fino alle spalle mentre scendevano da una folta chioma. I suoi occhi erano attenti e viaggiavano veloci sulle teste dei presenti. Le sue ali erano più grandi di quelle di Raf ed erano di un rosso acceso, ma non aggressivo.
Ogni parte del suo aspetto era armoniosa con tutto il resto, una caratteristica comune agli angeli, ma che in Michea sembrava veramente spiccare.
Raf girò lo sguardo e trovò in fondo alla classe Miki che a fianco di Edoardo lo osservava mentre preparava i libri dell'ultima ora di lezione.
Il viso di Edoardo sembrava amareggiato per qualcosa e Raf sapendo che Andrea non sarebbe stato, almeno in quel momento, soggiogato da Sulfus - ovunque esso fosse - si avvicinò all'amica.
Questa le rivolse un sorriso.
«Che cos'ha Edoardo? Sembra giù di morale ...» iniziò Raf curiosa.
Miki annuì: «Sai che tipo è Edoardo ... bhe, oggi non è riuscito a fare un buon affare e ha scambiato la sua merenda per solamente cinque cards invece che dieci come al solito» concluse sospirando l'angioletta dagli occhi a mandorla.
«Ho cercato di dirgli che non si sarebbe dovuto abbattere per una cosa di così poca importanza, ma forse è il fatto di non essere più bravo a contrattare che gli brucia».
«Ed è così?»
Miki scrollò le spalle: «No, credo di no ...»
Raf la guardò interrogativa, poi però chiese: «C'entra qualcosa Mara?»
Da come si erano lasciati Edoardo e la protetta di Uriè lo scorso anno, a Raf pareva difficile che i due tornassero amici così velocemente. Edoardo aveva ferito i sentimenti di Mara e lei era una ragazza molto sensibile ...
Miki non disse niente, ma si limitò ad assumere un'espressione assorta. Poi disse: «Probabile ...»
Rimasero in silenzio per qualche istante prima che Miki riprese la parola: «Allora Raf, com'è il nuovo arrivato?» e fece un cenno verso Michea.
«È molto simpatico e mi trovo bene a parlare con lui ... credo che conosca molte cose sui terreni» disse Raf guardando l'espressione sorpresa di Miki.
«Dici?»
Raf annuì.
«Credo anche che andrebbe molto d'accordo con Ang-lì, ama leggere i libri di fantasia e avventura degli umani».
«Sembra veramente un tipo interessante, magari appena finite le lezioni lo invitiamo a stare insieme al gruppo ...»
«Sarebbe un'ottima idea!»
L'eccitazione durò poco, perché proprio in quell'istante i due angeli videro arrivare alcuni diavoli nella classe, tra cui Sulfus e Kabalè.
«Eh, io che speravo di ricominciare a battibeccare da domani con loro ... dopotutto il loro cocciuto silenzio verso di noi iniziava a piacermi ...» disse Miki anche se a malincuore.
Raf si ritrovò a tremare.
L'ultimo incontro che aveva avuto con Sulfus poco fa, l'aveva lasciata molto inquieta e piena di domande. Non sapeva come incominciare un discorso con lui, non voleva litigare, ma sapeva che sarebbe successo comunque. Erano rivali e questo non doveva dimenticarlo, ma tutti i ricordi dell'anno scorso le dicevano che forse avrebbero potuto provare un approccio diverso l'uno con l'altro, come da amici ... eppure sentiva addosso ancora quello sguardo ferino e nemico di Sulfus incombere su di lei. Le sarebbe stato difficile guardarlo negli occhi, ma doveva farcela per il suo protetto, non poteva lasciarlo nelle mani di Sulfus solo per una sua piccola debolezza!
I due diavoli però non sembrarono interessati, almeno per ora, a incontrare le due angiolette e si spostarono in un angolo dell'aula ad osservare la classe.
Miki e Raf si scambiarono uno sguardo.
Michea dal canto suo aveva osservato la breve scena dalla sua postazione.
A scuola non si faceva altro che parlare della famosa cooperazione tra cinque angeli e cinque diavoli. Da quel poco che era riuscito ad ascoltare, Raf e Miki erano due dei cinque angeli che insieme a Sulfus e Kabalè e altri tre diavoli avevano salvaguardato nel migliore dei modi i terreni contro i Riviventi.
Michea era curioso di quel bizzarro avvenimento ... solitamente sulla terra succedevano cose strane. Un posto dove tutto era possibile ... o almeno così sembrava.
Guardò il suo protetto Michele. Il suo solito sguardo annoiato non lo stupì. Michele e la matematica non erano mai stati compatibili ...
«Chi sarebbe quel tipo con un caspo di insalata sulla testa?» una voce si fece sentire alle spalle di Raf, che si girò bruscamente per la sorpresa.
«Sulfus! Mi vuoi far prendere un colpo!»
Il diavolo dai lunghi capelli sogghignò: «Oh, no. Non era mia intenzione ... ma ero curioso di sapere chi fosse quel piccoletto che sta attirando così tanta attenzione da parte del mio irretito» disse avvicinandosi alle due angiolette.
«Quel "piccoletto" si chiama Michele ed è il protetto di Michea!»
«Michea ... il nuovo arrivato? Credo che dovrò dargli il mio saluto di benvenuto uno di questi giorni ...» l'ultima frase non piacque a Raf che arricciò il naso sentendo puzza di guai.
«Sulfus, non fare scherzi, hai capito? È nuovo e ...»
«... ed è giusto che qualcuno non lo faccia sentire solo in questa grande scuola, non è vero mia piccola Raf?» gli occhi gialli di Sulfus brillarono: «Ho visto che in giardino avete chiacchierato molto a lungo ... deve essere un tipo molto interessante ...»
«Da quando in qua provi interesse per noi angeli?» si intromise Miki con tono ironico.
«Sulfus ha notato che quell'angelo è fin troppo serafico per essere solo al novantanove per cento, crede che nasconda qualcosa ...»
Sulfus lanciò una occhiataccia a Kabalè che cercò di ignorarla, ma con scarso successo.
Raf face un sorrisino: «Ah, è così allora? Stavi cercando di estrapolare dalla mia bocca informazioni utili per capire se le tue supposizioni erano fondate?»
«Sei diventata molto perspicace angioletta ...» e il diavolo fece un cenno canzonatorio con la testa.
«Me lo potevi chiedere invece di prenderla così alla larga, non trovi?» continuò Raf.
«Perché ti sei offesa?» la prese in giro ancora Sulfus: «Sono un diavolo ... te lo saresti dovuto aspettare», concluse Sulfus fissando con sguardo intenso Raf.
Questa si sentì di nuovo in balia di quel terribile senso di malinconia: «Già ... ma credevo che ...»
Raf si bloccò non appena Sulfus girò la testa e volò via da lei.
Stranamente ne rimase ferita. Vederlo andare via così l'aveva fatta sentire di poca importanza, quasi insignificante ... “Non potrete mai essere amici, mai”.
Raf chiuse gli occhi rassegnandosi all'evidenza.
«Miki, sai, certe volte vorrei davvero conoscere cosa passa per la testa a quel diavolo ...»
«Raf ti stupiresti nello scoprire che forse nemmeno lui sa cosa gli passa per la testa!» le fece osservare Miki.
«Non leggo nel pensiero, ma l'atteggiamento di Sulfus mi lascia perplessa. Sembra che nemmeno lui sappia cosa stia cercando ...»
Raf non poté che essere d'accordo.
«Deve essere dura per lui, un capo non deve mai barcollare nel buio ...» ridacchiò Raf mentre Miki fece un sorriso complice.
«I momenti difficili arrivano per tutti prima o poi ...» continuò Miki.
Sorrisero.
In quel preciso istante suonò la campanella.
 


*§*§*§*§*§*

 
 
Sulfus si aggirava per le aule della scuola alla ricerca di Andrea e Raf.
Aveva lasciato campo libero all'angioletta, questo lo doveva ammettere, ma era tempo ben sprecato.
Per mezz'ora si era occupato a studiare meglio il nuovo arrivato. Il suo sesto senso aveva iniziato ad infastidirlo e pure Basilisco gli aveva dato la conferma che quell'angioletto nascondeva qualcosa sotto che quel visetto radiante.
Era stato piuttosto facile pedinarlo, Michea non sembrava essersi accorto di lui per tutto il tempo mentre era dietro al suo protetto.
Non sembrava ancora aver conosciuto qualche nuovo amico nella scuola e il suo atteggiamento, così simile ad un umano, aveva fatto insospettire Sulfus. Non portava rancore o cattiveria nei confronti di un diavolo per sentito dire, ma al contrario, salutava cordialmente se uno di loro gli si faceva vicino, ovviamente beccandosi occhiatacce o sguardi freddi.
A Sulfus sembrava così assurdo ... eppure lui era il primo che si sarebbe dovuto chiamare in causa, lui che aveva fatto comunella con un gruppo di angeli!
Dalla finestra del corridoio Sulfus intravvide Raf e Andrea in compagnia di un altro terreno.
Quando il suo sguardo si posò sull'angioletta, Sulfus si accigliò: Raf sembrava essere molto colpita da Michea e la sua imprudenza era sempre stata la causa che l'aveva infilata in molti problemi e Sulfus conosceva bene quella sensazione che provava quando era vicino a quell'angelo, Michea ... era la stessa quando si faceva vivo un Rivivente.
Le sue ali fremettero per qualche secondo.
Una scarica di adrenalina e rabbia lo percorse dalle corna ai piedi.
Se quel Michea era collegato alla questione dei mostri mutanti, allora avrebbe trovato il modo per eliminarlo definitivamente. Il rischio di un altro ritorno era troppo alto per lasciar correre.
«Ehi, Sulfus!»
Il diavolo dai lunghi capelli blu si girò di scatto trovandosi davanti la paffuta sagoma di Gas.
«Che vuoi?» domando irritato. Essere interrotto lo infastidiva moltissimo.
Gas sembrò accorgersi della rabbia dell'amico e con voce più sommessa riprese a parlare con il diavolo: «Ehm ... ti ho visto gironzolare qui in giro e ... beh, ho pensato che stessi architettando qualche scherzo e ... cioè, io ho pensato che, se tu vuoi ovviamente, che ...»
«Gas! Maledizione! C'è già Mefisto con i suoi strafalcioni grammaticali che mi fa perdere la testa! Non incominciare pure tu!» ringhiò Sulfus.
Gas deglutì intimorito: «Allora stai architettando qualche scherzo?»
Sulfus lo guardò furioso.
Se ci fosse stato tempo per gli scherzi li avrebbe messi in atto già prima!
Possibile che fosse solo lui ad accorgersi delle stranezze di quell'angelo!? Che nessuno avesse percepito di nuovo quella sensazione caotica che solo i Riviventi portavano!?
Le mani di Sulfus si mossero veloci prendendo Gas per la maglia. Sulfus lo strattonò puntando il suo sguardo infuriato sugli occhi spaventati del diavolo: «Dimmi, per caso senti qualcosa di diverso nell'aria?»
La sua voce aveva iniziato a inquietare il diavolo paffuto.
«I-io non sento niente Sulfus ... sicuro di non aver ...»
«Sbagliato! No, non ho sbagliato!» lo interruppe bruscamente il diavolo dalle corna rosse.
Gas portò istintivamente le mani sugli occhi. Lo sguardo di Sulfus lo pietrificava. Il suo amico era totalmente impazzito per caso!?
«Non c-capisco? Che cosa dovrei sentire di preciso Sulfus?»
Non era la prima volta che beccava il diavolo in situazioni poco sicure per la sua incolumità, ma Gas non ricordava affatto una scena più inquietante di questa.
Se Sulfus ti voleva far capire che gli rompevi troppo le scatole, te lo faceva capire subito, ma in quel momento Gas era molto confuso. Forse Sulfus cercava qualcosa da lui?
«Gas come ti senti in questo momento?» la voce di Sulfus sembrava stranamente più calma.
Il diavolo dai capelli rossi balbettò qualcosa prima di rispondere con fermezza: «C-confuso ...»
«Esatto! È questo quello che dovresti sentire nell'aria!» la voce di Sulfus sembrò incrinarsi.
«Se stai cercando di farmi paura ... sappi che ci stai riuscendo benissimo!» confesso inquieto Gas.
Sulfus non sembrò ascoltarlo e lasciò la presa facendo cadere il povero Gas a terra come un sacco di patate. Questo si rialzò con un gemito di dolore.
Quando posò nuovamente lo sguardo sul suo capo, Gas vide questo dargli le spalle mentre osservava fuori dalla finestra.
La curiosità fremeva sulle sue labbra anche se queste rimanevano chiuse per la paura di proferire altre parole. Perché Sulfus gli aveva fatto quella domanda? Perché doveva sentire qualcosa di confuso nell'aria?
Passò qualche secondo di silenzio tra i due.
La risata beffarda di Sulfus poi riecheggiò nel corridoio facendo sobbalzare Gas per la sorpresa: «Strano, di solito a questo punto te la saresti già data a gambe da un pezzo Gas ...» lo derise Sulfus mentre lo guardava da sopra la spalla. «Sono colpito».
Gas non sapeva se considerarlo un complimento, ma sorrise incerto non sapendo cosa rispondere.
Sulfus sospirò. Da Gas non avrebbe ottenuto nessun risultato. Era troppo ottuso e poco sensibile a ciò che gli era attorno.
Aveva bisogno di più tempo per studiare il nuovo angelo, ma lasciare incustodito Andrea lo irritava. Era come darla vinta a Raf e questo non glielo avrebbe permesso.
Portò nuovamente lo sguardo su Gas, senza girarsi del tutto.
Forse se ...
«Gas, ho un compito per te ...» cercò di moderare il suo tono per non spaventare nuovamente il suo amico.
Il diavolo sembrò titubante ad avvicinarsi, ma poi fece qualche passo: «Di che si tratta?»
Sulfus lo guardò dritto negli occhi: «Ho bisogno che mi procuri più informazioni possibili sul nuovo arrivato tra gli angeli».
Gas sembrò perplesso.
Se lo aspettava.
«Perché?»
Sulfus lo sovrastò con la sua altezza, intimidendolo: «Tu fallo e basta» il tono non ammetteva repliche.
Gas paralizzato si ritrovò a poter solo annuire mesto. Non si poteva competere con Sulfus quando assumeva un atteggiamento così deciso.
«Ok, va bene ... ti serve qualcosa di preciso?»
«Voglio sapere tutto, anche ogni singolo irrilevante dettaglio!» sibilò Sulfus.
Gas annuì di nuovo.
«Solamente a me dovrai riferire tutto! Guai a te se proverai a spifferare del nostro piano e delle informazioni in giro per la scuola. Se succederà, stai certo che dovranno raccogliere i tuoi pezzi per tutto l'istituto se sentirò una sola informazione girovagare bocca per bocca tra gli studenti! Lo stesso vale per Gracida ...»
Alle parole di Sulfus, Basilisco si materializzò dal tatuaggio sull'avambraccio del diavolo e attorcigliandosi ad esso incominciò a sibilare minaccioso.
Sulfus sorrise malizioso: «... e di lei si occuperà con piacere Basilisco se succederà».
 
 


*§*§*§*§*§*

 
 
 
Raf continuò a guardare con insistenza il viso di Andrea. Sembrava davvero felice.
Era felice pure lei che il suo terreno avesse fatto una nuova amicizia. Michele sembrava tirare fuori tutto il meglio di lui.
Inoltre, era contenta che l'amico di Andrea fosse il protetto di Michea, avrebbe avuto così più tempo per conoscerlo.
Il sorriso di Andrea non abbandonava i suoi pensieri e Raf non faceva altro che sentirsi sollevata.
Ora il suo terreno stava seduto sulle scalinate della scuola mentre stava aspettando il suo nuovo amico per invitarlo a fare un giro per la cittadina insieme. Gli avrebbe fatto da cicerone tutto il tempo e gli avrebbe fatto conoscere il posto visto che Michele era arrivato solo da qualche settimana.
Il cuore di Raf sprizzò di gioia non appena percepì la bellissima idea che balenava nella mente del suo protetto.
“Bravo Andrea! Così ti voglio!”
Purtroppo, le sue esultazioni scemarono presto non appena intravide la figura di Sulfus avvicinarsi a loro.
Sembrava meno cupo del solito e sul viso mostrava un sorriso soddisfatto, cosa che fece turbare l'angioletta bionda. Aveva qualcosa in mente?
«Finalmente vi ho trovato! A quest'ora Andrea doveva già essere a casa da un pezzo ... oh, fammi indovinare! Michele, il nuovo amichetto ...» il viso del diavolo si fece malizioso.
«Sì, Andrea ha voluto aspettarlo all'uscita dalla scuola ...»
«E come mai non è ancora qui? A quest'ora sarebbe dovuto arrivare, non c'è nessuno oltre i professori dentro!» puntualizzò Sulfus indicando l'entrata dell'istituto.
«Michele è stato convocato dal preside per delle ultime pratiche alla completa iscrizione alla scuola, tutto qui!» Raf iniziò a capire dove Sulfus voleva parare.
«Oh, caro angioletto, non è me che devi rassicurare ...» continuò malizioso Sulfus che silenzioso ordinò a Basilisco di attivare la sua proiezione eterna*.
Raf non attese oltre e anche lei chiamò la sua coccinella: «Cox!»
Questa ronzò veloce intorno a lei e si diede da fare per poter permettere a Raf di affrontare la sfida.
E così Michele ti ha detto che ci avrebbe messo poco? Bhe ti ha mentito e ti sta lasciando qua fuori a sprecare una così bella giornata di sole e di svago! Iniziò Sulfus.
No, vedrai che tra poco arriverà. Forse le ultime pratiche per l'iscrizione hanno impiegato più del tempo necessario ...ribatté Raf.
Almeno avrebbe potuto avvisarti con un messaggio, no? Solo perché tu sei generoso non vuol dire che ti puoi far mettere i piedi in testa!
Bisogna portare pazienza! Michele è un bravo ragazzo e non ti farebbe mai aspettare se non per una buona ragione, disse Raf all'orecchio di Andrea. Sperava che la cosa si chiudesse lì, ma Sulfus sembrava non demordere.
Hai già portato abbastanza pazienza! Da quanto sei qui? Un quarto d'ora!? Dovrai pur andare a mangiare e riposarti!
A un tratto dal portone dalla scuola si sentì un rumore e dalla cima della scalinata si presentò Michele a testa bassa.
Andrea sorrise: era finalmente arrivato.
Anche Raf si sentì sollevata, ma non vide Michea con lui.
Questo con rapidità scese le scale e sorpassò Andrea senza nemmeno guardarlo.
Il protetto di Raf e Sulfus si alzò preoccupato e sorpreso non vedendo Michele girarsi e camminare svelto fuori dal cortile della scuola.
«Ehi Michele!» e lo chiamò alzando il braccio destro.
Questo lo vide e Andrea notò il viso cupo dell'amico. Sembrava stesse piangendo.
A un tratto dopo quell'attimo di stallo, Michele incominciò a correre e scomparve dalla visuale di Andrea, che rimase allibito nel giardino della scuola.
Raf rimase sorpresa quanto Andrea dell'atteggiamento di Michele, ma ci doveva essere una buona ragione per tutto ciò ... o almeno così credeva.
Sulfus dal canto suo rimase con un sorrisino stampato sulle labbra. La situazione si era capovolta tutta a suo vantaggio e ora Andrea si sarebbe sentito davvero frustrato e deluso. Non c'era campo migliore su cui lavorare durante il primo semestre! Avrebbe fatto in modo che Andrea non trovasse più niente di interessante in quel Michele.
Il ragazzo rimase a fissare il punto da cui l'amico era fuggito e con una certa confusione nella testa cercò di trovare delle motivazioni plausibili per capire la reazione di Michele.
Il viso di questo gli era parso veramente triste quando gli aveva rivolto lo sguardo. Forse era successo qualcosa che aveva turbato l'amico così profondamente ...
Vedi? Appena ne ha avuto l'occasione ti ha abbandonato! Nemmeno ha avuto la decenza di fermarsi e darti qualche spiegazione! È così che si dovrebbe comportare un amico!? No! Domani non rivolgergli più la parola! Sentenziò Sulfus che sembro stuzzicare la mente di Andrea ancora scosso.
No! Non ci provare diavolaccio!
Sicuramente ha buone ragioni per aver agito così, anche se non è stato molto corretto nei tuoi confronti! Il suo sguardo sembrava davvero triste! Vedrai che domani a scuola saprà darti una spiegazione e si farà perdonare, tu devi solo avere fiducia! Hai visto anche tu che persona gentile e simpatica è Michele. È ovvio che non si comporterebbe mai così ...
Andrea non parve del tutto convinto dalle parole di Raf, ma sembrò sgomberare la mente dal pensiero che Sulfus gli aveva inculcato.
Deciso a tornare a casa, Andrea si incamminò all'uscita e appena sul marciapiede, si avviò dalla parte opposta a quella dove era corso Michele.
Sulfus e Raf non lo seguirono, ma i loro sguardi non lo abbandonarono fino al cancello del giardino.
«Non la farai franca! Michele e Andrea torneranno a stare insieme!»
Sulfus rise: «Puoi dire tutto ciò che vuoi angioletta, ma fino a domani non sapremo quale sarà la scelta di Andrea».
Raf lo guardò. I suoi occhi azzurri si scontrarono all'improvviso con quelli di Sulfus.
Non si era accorta che lui la stesse guardando già da prima.
«Perché?»
Sulfus parve sorpreso della domanda, così chiara e così enigmatica allo stesso tempo.
In quel momento. i suoi pensieri si intrecciarono e si ostacolarono tra loro senza offrigli una giusta risposta a quella strana domanda dell'angioletta: «Cosa?»
Raf sembrò capire le perplessità di Sulfus e rettificò: «Perché hai dimenticato ...»
Il diavolo parve riflettere e con un sorriso amaro ondeggiò la testa: «Raf ... lascia perdere»
«Ma eravamo finalmente legati! Avevamo qualcosa che ci rendeva vicini, non solo noi due, ma anche gli altri! Me lo avevi detto anche tu! Me lo ricordo! Avevamo detto che nulla sarebbe cambiato da quel giorno, perché invece tu ti comporti così ora!»
Raf pronunciò ogni singola frase che fin dall'inizio di quel giorno si era tenuta dentro. Le aveva ripensate e ripensate cercando il giusto approccio per porsi a lui, ma Sulfus era così sfuggente e non appena ne ebbe l’opportunità, Raf dette vita a tutti quei pensieri.
Sulfus non si scompose. Con sguardo neutro cercò di non mostrare a Raf la sua irrequietezza: «No ...» si limitò a rispondere. «Un giorno mi ringrazierai, e così anche gli altri».
Raf scosse la testa. Non ci voleva credere, le sembrava tutto così assurdo!
Assurdo che Sulfus si fosse imposto di tornare suo nemico come in principio e dimenticare tutto quello che avevano passato insieme!
Un senso di malessere pervase l'angioletta non appena gli occhi si posarono sul viso di Sulfus.
Girato di profilo il diavolo sembrava avere un’aria sofferente.
“Allora anche lui ... vorrebbe, ma sa che non può”.
Come aveva potuto non accorgersene?
Sulfus aveva preso questa scelta perché sapeva che avrebbe fatto stare meglio tutti quanti. L'aveva scelta perché sapeva che avrebbero sofferto se avessero continuato a sperare in qualcosa di diverso che non si sarebbe mai avverato.
Lui lo stava facendo per aiutarli ...
Raf si sentì sprofondare in un mare di tristezza e una fitta al cuore la fece sussultare: si sentiva in colpa.
«Sulfus ... perdonami. I-io sono stata sciocca ...» cercò di scusarsi anche se sentiva che non tutto di quella storia la convinceva.
Il diavolo sbuffò: «Non è la prima volta ... ci vediamo Raf» e con un piccolo, triste sorriso prese il volo e si diresse all'interno della scuola.
Raf rimase lì, a fissare la sagoma di Sulfus che scompariva inghiottita dall'ombra del portico.
Si sentiva pizzicare gli occhi.
Cox le ronzò a fianco e comprensiva si poggiò sulla spalla dell'angioletta.
«Oh, Cox. Sulfus ha ragione, ma perché io non riesco a convincermi?»
 
 


Note
 
PROIEZIONE ETERNA: angeli e diavoli si proiettano come pensiero, intuizione o sentimento nel cuore o nella mente del terreno grazie alle loro mascotte che li proiettano sotto forma di buffe figurine in miniatura a bordo di una spigolosa nuvoletta.
 
 
   
 
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