Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Bloodred Ridin Hood    08/06/2018    2 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

24
Family Madness
(Jin)

 

“È pazzesco. Non riesco a credere al pasticcio nel quale ci siamo infilati.” dice Asuka con la fronte contro il finestrino dell’auto.
Siamo parcheggiati in un’area buia, semi-nascosta, poco distante dalla Mishima Zaibatsu. Siamo qui, fermi e loschi come dei cazzo di trafficanti di droga o qualcosa del genere. Lars e Alisa sono usciti da appena dieci minuti, ma sembrano già un tempo interminabile.
“Beh, parli proprio tu che di pasticci dovresti essere esperta.” borbotto cercando di alleggerire un pochino l’atmosfera.
Asuka si volta verso di me, seduto sull’altro lato del sedile posteriore.
“Questo, se permetti, è cento volte più grande di tutti gli altri pasticci nei quali ho avuto la sfortuna di trovarmi!”
Ok, forse su questo ha ragione. È una cosa talmente grossa che ancora stento a crederci. È l’atmosfera forse non può essere alleggerita. Tanto vale allora dare voce alle preoccupazioni.
“Asuka, hai pensato che siamo piuttosto sospetti ad aspettare qui, di notte, in quest’auto nel bel mezzo di una zona industriale?” chiedo “Cosa facciamo se dovesse, che ne so, passare un’auto della polizia? Nessuno dei due ha neanche la patente!”
Asuka alza le spalle.
“Possiamo far finta di essere una coppietta che si è appartata e magari ci lasciano perdere?” suggerisce.
La guardo con orrore.
Primo, che schifo! Secondo, che schifo di nuovo! Terzo, no, non mi sembra un’idea così buona. Ci inviterebbero comunque ad andarcene e potrebbero lo stesso chiederci i documenti.
“Accidenti, avremmo dovuto pensarla meglio questa cosa!” mi lamento.
Lei alza le spalle.
“Non che abbiamo molto tempo per stare a pensarci!” esclama, poi scuote la testa con aria avvilita “Non riesco ancora a credere che Lars…”
Distolgo lo sguardo.
“Nemmeno io.” ammetto.
Insomma, quel tipo non mi è mai piaciuto particolarmente, ma non mi sarei mai aspettato un risvolto di questo tipo.
“Tu… ti fidi di lui?” mi chiede Asuka “Insomma, non è che ci siamo messi in pericolo in qualche modo?”
Sospiro. Ovviamente il dubbio me lo sono messo, ma che altro possiamo fare?
“Beh, la situazione di certo non è normale.” rispondo “Non possiamo saperlo.”
“Insomma…” riprende Asuka “... lui ha detto che non ci avrebbe fatto del male, ma abbiamo comunque scoperto il suo segreto. E se… insomma, dovesse fare in modo di…” deglutisce “... pulire le tracce?”
La guardo serio.
“Cioè intendi…”
“Farci fuori!” spiega Asuka passandosi un dito davanti alla gola.
Inspiro. Ovviamente non possiamo escludere niente, ma sono per qualche ragione portato a credere che almeno su quello Lars sia stato sincero. Nonostante tutto, mi ha dato l’impressione di non avere cattive intenzioni. O forse sono soltanto un coglione ingenuo.
“Non lo so.” ammetto “Perché? Vuoi andartene?”
Asuka non risponde.
Seriamente, che altro potremmo fare?
Chiamare mia madre? Impossibile, dovrebbe già essere in aereo quindi non potrebbe neanche rispondermi.
Chiamare la polizia? No, perché se Lars avesse ragione vorrei davvero che questa storia venisse allo scoperto. Preferisco mettermi in una situazione di merda come questa piuttosto che coprire le malefatte di Heihachi.
Chiamare Lee? Non lo so, è una variabile troppo problematica. Non so come potrebbe comportarsi e per ora sento di non volerlo coinvolgere in questa storia. Ma se più tardi dovessi rendermi conto che la situazione sta prendendo una brutta piega, potrebbe essere un’ultima disperata ancora di salvezza.
“E Alisa è lì con lui…” riprende Asuka poco dopo.
“Non farà del male ad Alisa.” rispondo.
Almeno su questo sono abbastanza sicuro. Quell’idiota è cotto come un pesce lesso di Alisa, e quello di certo non faceva parte dei suoi piani.
Asuka mi guarda seria.
“Hai… sentito cosa ha detto Alisa sul fatto di… essere nata in uno di quei laboratori?”
Segue un lungo momento di silenzio.
“Non so cosa pensare.” rispondo sinceramente.
“Nemmeno io…” ammette Asuka “Dovremo… fare qualcosa per lei?”
Lo sta decisamente chiedendo alla persona sbagliata.
Che cazzo ne posso sapere io di come ci si dovrebbe comportare in una situazione simile?
“Ha detto che non è pronta a raccontare la sua storia.” le ricordo “Aspettiamo che sia lei a parlarne se mai lo vorrà fare.”
Sono dell’idea che nelle situazioni più complicate, le soluzioni più semplici siano le migliori.
“Cavolo però!” sospira Asuka “È vero che tuo nonno non è esattamente un santo, ma… autorizzerebbe davvero cose così?”
“Cosa vuoi che ti dica!” rispondo “L’ha già fatto in passato con animali, non mi sento di escluderlo.”
“Accidenti, mi sembra di impazzire.” mormora.
A chi lo dici!
Asuka torna ad appoggiare la fronte contro il finestrino e riprendiamo ad aspettare in silenzio.
Lars e Alisa ci mettono esattamente un’ora e cinquantatre minuti a tornare all’auto. Le quasi due ore più lunghe in assoluto della mia vita. E fortunatamente non è passata nessuna macchina della polizia da cui doverci nascondere o raccontare chissà quale scusa.
Lars sale al posto di guida e mette in moto.
Anche Alisa entra in auto al sedile passeggero e in men che non si dica siamo già lungo la strada del ritorno. In macchina regna un umore da funerale.
“Allora?!” chiedo impaziente dopo un po’ “Non dite niente?! Come è andata?”
“Ho completato la missione.” risponde Lars rivolgendomi una rapida occhiata attraverso lo specchietto retrovisore.
Sembra molto stanco e incredibilmente provato.
“Quindi siamo contenti?” chiede Asuka titubante.
“Sì, è andato tutto liscio.” precisa Alisa.
Sembra incredibilmente triste.
Asuka emette un lungo sospiro di sollievo e si lascia cadere contro il sedile.
“E adesso che si fa?” chiede poi.
“Torniamo a casa e ne parliamo.” rispondo.
Una ventina di minuti dopo siamo arriviamo finalmente a destinazione, parcheggiamo l’auto in garage ed entriamo nel soggiorno mezzo distrutto.
Sospiro e leggo l’ora sull’orologio.
Le due di notte.
I miei genitori saranno qui tra meno di un’ora e mia madre non sarà di certo felice di trovare questo casino. Anche se purtroppo questa non sarà la delusione più grande che avrà stanotte.
“Sediamoci.” dico.
Mi passo una mano sulla fronte, leggermente sudata.
Che razza di giornata incredibile!
“Adesso aspettiamo che i miei genitori tornino.” dico “È chiaro che tu non possa stare qui come se niente fosse, dopo quello che hai fatto oggi. Devono sapere la verità.”
Lars, seduto sul divano di fronte a me annuisce.
“Sia chiaro, che anche se ho deciso di sostenere la tua causa stasera, ciò non vuol dire che possa perdonare il fatto che tu ti sia infiltrato in casa mia per tutto questo tempo fingendoti una persona che in realtà non eri.”
Lars ascolta in silenzio.
“Hai la vaga idea del casino nel quale ti sei infilato?” continuo “Anche se mia madre dovesse perdonarti, e nonostante la sua forte indole pacifista stavolta non sono del tutto sicuro che lo farà, puoi stare certo che Kazuya non la prenderà affatto bene. Non so come reagirà, ma per la prima volta nella mia vita stasera potrei trovarmi a fare il tifo per lui.”
Finisco con un sorriso inquietante.
“Jin…” mi richiama Asuka “Basta così.”
Il suo viso è provato dal turbinio di emozioni contrastanti con cui probabilmente sta combattendo.
È strano che una pazza impulsiva dal pugno facile come lei si sia tenuta così sulla difensiva stasera. È innegabile che si sia affezionata a Lars in questo ultimo periodo e che non riesca a vederlo in maniera del tutto negativa.
O forse ha semplicemente ancora paura che possa zittirci ammazzandoci tutti.
Guardo Alisa. Anche lei sembra distrutta.
“Che situazione di merda…” commento a denti stretti.
Passano altri quaranta lunghi minuti, prima che il rumore della chiave nella toppa rompa quel pesante, disagevole silenzio.
Ci siamo finalmente e ammetto anche di essere un po’ spaventato.
Insomma, so cosa ho detto prima, che stavolta avrei tifato per Kazuya, ma se… volesse ammazzare Lars?
Per quanto sia arrabbiato con Lars, non vorrei davvero vederlo morto. Anche se a quel punto Kazuya finirebbe in carcere.
Kazuya è il primo a fare capolino in casa. Si ferma a qualche passo dall’ingresso, trascinando i trolley. Si guarda intorno, si sofferma sul soggiorno trasformato a campo di battaglia e sembra soltanto appena sorpreso. Ci degna di una rapida occhiata, come per accertarsi della nostra presenza e poi torna a guardare il casino in salotto.
“Jun, questo non ti piacerà.” dice sogghignando.
A quel punto entra anche mia madre e non appena vede il disastro, spalanca la bocca sconvolta.
“Oh no! Il mio soggiorno…” mormora portandosi le mani ai capelli
Kazuya torna indietro chiude la porta a diverse mandate.
Mi alzo.
“Ehm sì… è un disastro e a questo proposito dobbiamo parlarvi di una cosa importante.” dico.
“Direi proprio di sì.” risponde Kazuya con quella che percepisco come una strana ironia.
“Non posso crederci, persino la mia collezione di pergamene cinesi…” continua mia madre raccogliendo qualcosa dal pavimento.
“Sì, d’accordo. Mi dispiace, ma… non vuoi sapere cosa è successo?” chiedo.
Mia madre continua a prestarmi poca attenzione.
“Il vaso azteco che mi aveva regalato Michelle…”
È possibile? Sono le tre del mattino, siamo tutti in piedi con una faccia da funerale in un salotto distrutto e questi due sembrano non essere particolarmente turbati al di là delle pergamene cinesi?
“Mamma! Non è importante adesso!”
Lei sospira e mi guarda.
Annuisce e si risolleva, togliendosi il cappotto.
“State tutti bene?” chiede con preoccupazione.
“Sì…” rispondo.
“Zia Jun…” inizia a dire Asuka e per poco non scoppia a piangere.
Lars si alza.
“Io vi devo delle spiegazioni.” dice con l’agitazione palpabile nella voce.
Mia madre gli si avvicina e gli mette una mano sulla spalla.
“No, tranquillo Lars. Va tutto bene.” dice dolcemente “Torna pure a sederti.”
“Mamma, è una spia!” esplodo “Non è un vero biologo!”
“Oh, è un ottimo biologo, invece.” risponde lei sorridendo “Incredibilmente bravo per essere una copertura.”
Resto a bocca aperta ed è come se di colpo mi fosse crollato addosso un muro.
“Hai completato la missione?” gli chiede Kazuya.
Asuka mi guarda a bocca aperta. Sembra tanto sconcertata almeno quanto me.
“Lars?” chiede mia madre.
“Ma che significa questo?” mormora Asuka.
“Voi… lo sapevate?” chiedo io non credendo ai miei occhi e alle mie orecchie.
“Che diavolo sta succedendo?” chiede ancora Asuka sconvolta.
Mia madre ci guarda e sospira.
“Mi dispiace tanto ragazzi.” dice amareggiata chinandosi di nuovo a raccogliere un coccio dal pavimento “Non è andata come pensavamo.”
“La missione.” insiste Kazuya rivolgendosi ad un Lars che sembra confuso quanto noi “L’hai completata?”
“Lars, ormai non ha più senso nascondertelo. Siamo stati noi ad averti ingaggiato.” spiega mia madre lasciando cadere a terra i resti di un soprammobile “L’intera indagine è un’operazione segreta della G-Corp.”
Lars la guarda a bocca aperta.
“I dati, Lars. Li hai recuperati?” chiede Kazuya iniziando a perdere la pazienza.
Lars annuisce, confuso.
"Li ho già inviati alla mia base."
Kazuya mostra un inquietantissimo ghigno soddisfatto.
“Non ci posso credere.” mi lamento “Voi siete da ricovero.”
“Jin… sta calmo.” dice mia madre “Ci sono diverse cose che… non puoi capire.”
“Sta calmo un corno!” sbotto “Hai idea di che razza di giornata abbiamo passato oggi?”
Lei si guarda intorno.
“Non proprio una giornatina tranquilla, mi sembra chiaro.” commenta con una punta di ironia.
“Quindi insomma, avete ingaggiato Lars per rubare quei dati dalla Mishima Zaibatsu…” ricapitola Asuka “... ma lui non sapeva di stare lavorando per voi.”
Mia madre annuisce togliendosi il cappotto.
“Voi non avreste mai dovuto saperlo, ma… sì.” risponde “È andata così. E abbiamo insistito affinché l’agente non sapesse di essere costantemente sorvegliato nel suo operato.”
Poi si rivolge direttamente a Lars.
“Spero non te la prenderai per questo, sai com’è, volevamo vederci da vicino, ma senza che tu ti sentissi questa pressione addosso.” gli spiega “Te la sei cavata magistralmente comunque. A parte… sai, questo piccolo intoppo.”
Fa un cenno del capo verso di noi. Noi saremmo il piccolo intoppo?!
“Comunque la cosa più importante è che sei riuscito a portare a termine la missione anche nonostante questi impiccioni.” forza un sorriso “Hai lavorato molto bene, la tua copertura ha funzionato perfettamente. Hai convinto praticamente tutti.” poi ridacchia, come se si ricordasse improvvisamente di qualcosa “A parte Michelle! Lei ha sempre avuto qualche dubbio su di te. Il che è piuttosto strano e se vogliamo anche un po’ inquietante. Non ho mai dato troppo peso alle sue storie su spiriti e sensazioni, ma questa volta devo ammettere che ci ha preso.”
Poi guarda a terra e fa una smorfia.
“E se queste storie sono vere, forse dovrei farmi regalare un altro soprammobile azteco portafortuna…”
Sospira e torna a guardare Lars con aria seria.
“Comunque Lars, dopo aver testato le tue capacità… vorremmo offrirti un posto di lavoro fisso per la G-Corp.”
Lars li guarda perplesso e io pure.
Assurdo. Veramente assurdo.
“Quindi tutto questo tempo ci avete sempre mentito.” intervengo.
Guardo Kazuya
“Anche quando tu ti lamentavi di non voler prendere un estraneo in casa?!”
“Sono stato convincente?” mi risponde con un ghigno.
Incredibile, cazzo. Davvero incredibile. Vorrei strozzarlo! Più del solito, intendo.
“Perché?” chiedo soltanto, incapace di pensare “Perché?”
“Non è chiaro?” chiede a sua volta mia madre con gli occhi che le brillano di un’inquietante entusiasmo “Per farla pagare ad Heihachi una volta per tutte!”
Stringe i pugni.
“Oh, perché questa è roba seria…” continua con un sorriso malvagio che non le ho mai visto fare “Ne uscirà molto male da questa storia. Questo non sarà uno scandalo da cui è facile rialzarsi, sempre che ci si possa rialzare.”
Sia lei che Kazuya odiano Heihachi. D’accordo. Anche io lo odio. Ma non avrei mai pensato che potessero macchinare una cosa del genere. Così alle nostre spalle, poi.
Non so bene come sentirmi a riguardo.
Mi sento confuso e in un certo senso tradito.
“Allora Lars.” continua Kazuya “Quale è la tua decisione?”
“Potrai continuare a vivere qui, se vorrai.” propone mia madre con un sorriso “Sarà tutto come prima, se non che la mattina uscirai con Kazuya invece che con me per andare a lavoro.”
Lars sospira.
“Non so cosa dire…” sussurra.
“Oh, beh… potresti aver bisogno di dormirci su una notte, lo capisco.” risponde mia madre.
Lars scuote la testa.
“No, non credo di averne bisogno.”dice alzandosi.
Ci guarda a turno in silenzio, poi sospira.
“Sono lusingato da questa offerta. Ma avevo già deciso che questa sarebbe stata la mia ultima missione.”
Mia madre sembra molto sorpresa e delusa.
“Ho deciso di lasciare questa professione.” confessa “Per sempre.”
“Ma… Lars… è stato davvero così traumatico questo ingaggio?” si chiede mia madre.
“No, non è quello.” precisa “È soltanto che… d’ora in poi vorrei provare a vivere in modo diverso.”
Mia madre annuisce, seppure visibilmente delusa.
“Se è quello che desideri… fai come preferisci.” dice comprensiva.
“A questo proposito.” continua Lars “Me ne andrò stanotte stessa.”
“Sei sicuro?” continua mia madre “Puoi restare quanto vuoi.”
Lars si guarda intorno, scorre lo sguardo su me, Asuka e infine Alisa.
“È meglio per tutti se me ne vado subito.” ribadisce.
Trascorrono alcuni secondi di silenzio, alla fine dei quali mia madre sospira.
“Bene, allora. Se non possiamo farti cambiare idea…” si arrende.
Qualche minuto dopo Lars è su a prendere le sue cose e a fare le valigie.
Noi nel mentre abbiamo iniziato a risistemare il casino in soggiorno.
Non ho la voglia, né l’energia adeguata per svolgere un compito simile, ma mia madre ha insistito perché aspettassimo Lars per salutarlo come si deve. E dunque, invece di aspettare con le mani in mano, tanto vale iniziare il lavoro.
“Almeno domani possiamo non andare a scuola?” chiede Asuka guardando l’orologio.
Mia madre sembra non sentirla.
“Il mio povero soggiorno.” continua a ripetere con desolazione.
Poi alza lo sguardo.
“Chi è stato ad iniziare la lotta?” chiede alzando un sopracciglio “Asuka?”
Lei in risposta punta subito un dito contro me.
Mia madre mi rivolge uno sguardo inquisitorio, io mi imbroncio e torno a raccogliere cocci, senza rispondere.
È incredibile che in tutta questa follia qualcuno mi voglia persino dare delle colpe. Stavo soltanto cercando di difendere la mia dannatissima famiglia!
Lars scende dopo una decina di minuti, con la valigia e tutta la sua roba a seguito.
“Ti ho chiamato un taxi.” gli dice mia madre con un un sorriso triste.
Lui ringrazia.
“Sei un ragazzo d’oro, Lars. Mi dispiace che ci siamo incontrati in queste circostanze.” ammette “Ma le cose possono sempre cambiare, specialmente ora che non c’è più bisogno di mantenere coperture. Torna pure a trovarci quando vuoi.”
Lars annuisce e le stringe la mano.
Asuka gli si avvicina.
“In tutto questo tempo ho pensato a te come ad uno di famiglia.” dice un po’ impacciata “Dopo oggi mi sento confusa, e… non so cosa dire.”
“Sta tranquilla, Asuka.” la rassicura Lars “E… ricorda che se avrai bisogno di un aiuto io ci sarò sempre, ok?”
Le rivolge uno sguardo un po’ strano, come se alludesse a qualcosa in particolare. Asuka sembra cogliere il suo messaggio. Non risponde, ma annuisce velocemente, abbassando lo sguardo.
Mia madre a quel punto mi dà una leggera gomitata.
“Jin, digli anche tu qualcosa.”
Guardo Lars, che ha sentito e che interviene subito.
“Jun, non ce n’è bisogno.” dice subito.
E lo credo bene!
“No no, è giusto che vi salutiate per bene.” insiste invece mia madre.
Proprio devo?
Lo guardo con un sopracciglio alzato.
“Ma sì! Perché no?” sogghigno, poi lo guardo con disprezzo “Va al diavolo.”
È immediata la pappina sulla nuca.
“Che c’è?!” mi lamento.
“Sei incredibile!” esplode mia madre “Possibile che non riesci mai a tirare fuori qualcosa di carino? Devi essere sempre così inopportuno?”
“Almeno io sono sincero, cazzo!” protesto “Odio gli inganni e le prese per il culo! Come puoi pretendere che dopo quello che è venuto fuori oggi lo saluti come se niente fosse?! Sono furioso! Con lui, con te e…” guardo Kazuya “... beh, con lui sempre!”
Kazuya sogghigna.
“Va tutto bene!” interviene Lars “Non fa niente. Lo capisco benissimo.”
Mi guarda come se capisse le mie critiche.
Va al diavolo di nuovo! Non capisci proprio un accidenti!
“Mi sono trovato molto bene con voi.” dice poi rivolgendosi a tutti quanti “E giorno dopo giorno, sentivo che come mi affezionavo a voi, in egual misura cresceva anche il fardello del mio segreto. Non pretendo e non chiedo il perdono di nessuno.”
Mi guarda con aria colpevole e sembra quasi sincero.
“Non credo di meritarlo.” continua passando poi prima da Asuka e infine da Alisa “Ma ciò non cambierà l’affetto che provo nei vostri confronti.”
Alzo gli occhi al soffitto.
“Grazie per questi giorni.”
Tutto questo miele mi fa venire l’orticaria. Ma era proprio necessaria questa vomitevole manifestazione di buon sentimentalismo?
“Io me ne vado.” mi arrendo, facendo dietro front e andandomene a dormire, finalmente.
Mia madre mi guarda risentita.
“Scusalo! È un maleducato.” le sento dire mentre mi allontano “Lars, sono davvero mortificata per il suo comportamento. A volte si comporta come un bambino di cinque anni!”
Certo come no! Avere un minimo di coerenza e decenza adesso è sinonimo di immaturità?
“Jun non fa niente, davvero.”
“Non mi aspettavo che capisse, ma questo atteggiamento nei tuoi confronti è proprio inaccettabile.”
“Sul serio, non è niente. Lo capisco.”
Sì, certo. Mi capisce!
Salgo le scale in fretta. Voglio andarmene da lì il prima possibile.
“Lars, ti accompagno al taxi.” dice poi Alisa con un soffio di voce.
Perfetto. Così potranno avere il loro addio zuccheroso che fortunatamente io non sarò costretto a sorbirmi.


Dopo quelli che mi sembrano dieci minuti, da quando ho appoggiato la testa sul cuscino, suona la sveglia.
“Fanculo…” la stacco con una manata.
Lentamente tutte le memorie del giorno prima mi riaffollano la mente e sono sempre più consapevole di non aver dormito abbastanza. Non dopo tutto questo casino da processare e metabolizzare.
Mi alzo e vado in bagno. Almeno stamattina non ho il problema di fare a turno con quell’idiota di Lars.
Fa un effetto un po’ strano vedere il bagno senza le sue cose, ma tanto meglio. Più spazio per me!
Quando scendo al piano di sotto mi ritrovo a pensare ancora a lui.
L’ho sottovalutato in effetti, questo devo ammetterlo.
Non credevo potesse essere qualcosa di più dell’assistente zerbino di mia madre. Meno che mai mi sarei aspettato che fosse una sorta di agente segreto in grado di sorprendermi e…  bloccarmi a terra in quel modo impietoso.
Sbuffo. Non ci sarebbe riuscito se non avessi abbassato la guardia così. Dopotutto sapevo che aveva ricevuto un addestramento militare, è stato un mio errore averlo sottovalutato così.
A colazione regna un’atmosfera piuttosto pesante.
Mia madre cerca di tanto in tanto di smorzare la situazione, raccontando aneddoti sul soggiorno suo e di Kazuya a Singapore e le stranezze del loro vicino di posto in aereo, che russava ad occhi aperti. Purtroppo però oggi ci vorrebbe ben altro per tornare ad una situazione di per lo meno apparente normalità.
Abbiamo il permesso di saltare la scuola, ma io onestamente non ho la minima voglia di passare la giornata in casa. So che mia madre tenterebbe di parlarmi, io non sarei disposto al dialogo e le cose precipiterebbero. Alla fine anche Asuka e Alisa decidono di non saltare le lezioni. Alisa per ragioni di dovere scolastico, Asuka probabilmente per non dover ritrovarsi a stare a casa da sola, senza poter parlare della cosa con nessuno.
Lungo la strada per andare a scuola Alisa cammina triste e silenziosa per conto suo, a qualche metro da noi. Asuka invece mi cammina a fianco e ogni tanto cerca di riprendere l’argomento.
“Lo so che non ne puoi più, ma io ho bisogno di parlarne ancora o sento che impazzirò!” dice a bassa voce per non farsi sentire da Alisa.
“Di che diavolo dobbiamo parlare ancora?”
“Te l’aspettavi una cosa del genere?! Intendo il coinvolgimento dei tuoi…”
“Certo che no!” sbotto impedendole di terminare la frase.
Solo il pensiero mi fa ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia.
“Mi sembra di impazzire! Come faccio a concentrarmi sulla scuola?” piagnucola Asuka “Stamattina non riuscirò ad ascoltare una singola parola che uscirà dalla bocca di un professore!”
“Cavoli tuoi che non te ne sei rimasta a casa!”
Sospira e scuote la testa.
“E non riesco a smettere di pensare a Lars…” continua.
Già, quello nemmeno io. Non riesco a togliermi dalla mente l’immagine di lui che mi blocca a terra. Che nervoso! Che umiliazione di merda!
“Sembrava così sincero quando ci ha salutato…” riprende Asuka “... non capisco se lo voglio perdonare o no.”
“Non dovresti.” rispondo semplicemente.
Io di certo non ho quel dubbio.
Sospira.
“Avrei dovuto fidarmi del mio istinto fin dall’inizio.” borbotta
“Istinto?” la guardo diffidente.
“Nel senso, mi sarei dovuta fidare della mia prima impressione. Quando… l’ho visto per la prima volta… beh, mi è… sembrato carino.” ammette con un po’ di imbarazzo “E ogni volta che trovo qualcuno carino, va a finire che non è un tipo del tutto raccomandabile.”
Fa una smorfia.
“Almeno stavolta non era uno spacciatore o un rapinatore di banche però…”
La guardo dubbioso per qualche secondo. Dovrei indagare? No, decido che è stata solo una battuta e che io me ne rimango fuori.
“Tanto non saresti stata il suo tipo.” commento amaramente tornando a parlare di Lars.
Asuka alza un sopracciglio.
“Sì, come no! E tu che ne sai?” chiede diffidente “Cioè, non che mi interessi… però, dubito che abbiate parlato di quale sia il suo tipo. Cioè, non ti ci vedo proprio a fare questi discorsi con qualcuno. Tanto meno con lui.”
“Il suo tipo di ragazza è una dai modi delicati, che parla in tono gentile e…” guardo i capelli di Alisa “che apprezza le tonalità pastello.”
Mi volto da Asuka che mi ascolta dubbiosa.
“Praticamente il contrario di una scaricatrice di porto come te.” concludo.
“Ma dici sul serio? Cioè parlavate davvero di queste cose?!”
Non rispondo. Asuka è un’idiota.
Alisa nel mentre continua a camminare davanti a noi.
Poverina! Non so se lei si sia mai accorta dell’interesse di Lars nei suoi confronti, ma c’era senza ombra di dubbio molto affezionata. Credo che lei sarà quella che ne soffrirà più di tutti di questa situazione.
Per non parlare poi del fatto che ha ammesso di essere anche lei frutto di qualche strano esperimento!
“Allora? Me lo dici?” insiste Asuka.


Durante le lezioni stamattina non riesco minimamente a concentrarmi.
Sono stanco, confuso, arrabbiato e, nonostante il raffreddore sia migliorato, ho ancora mal di stomaco.
Lars aveva detto di non prendere le pastiglie a stomaco vuoto. Quello stronzo! Forse almeno su quello avrei dovuto dargli retta.
Alla pausa pranzo mi dirigo con Julia e Kamiya verso il solito posto in terrazza.
Julia parla entusiasta dei saggi che ha raccolto in vista della festa con i professoroni del prossimo sabato. Non sta più nella pelle, ma almeno le è tornato il buon umore.
“Accidenti, ma se avessi saputo che avrebbe potuto aprirmi la porta di chissà quale prestigiosa università, avrei partecipato anch’io a quella dannata gara di matematica!” si lamenta Kamiya “Ma chi se lo poteva aspettare?!”
“Avresti dovuto darmi ascolto, caro mio!” gli rinfaccia Julia.
“Bah, tanto mi sto per trasferire a Kyoto.” risponde lui come se niente fosse.
“Eh? Ma come!” Julia si blocca “E ce lo dici così?”
“Non ve l’avevo detto?” Kamiya si gratta la testa confuso.
“Aspetta, cosa?” chiedo io, risvegliandomi dai miei pensieri “Ti trasferisci a Kyoto?!”
Lui forza un sorriso.
“Ehm, sì… per farla breve… non sono più in grado di pagarmi la retta scolastica qui.” spiega “E ho trovato un’altra scuola dove poter proseguire gli studi.”
Io e Julia rimaniamo in silenzio per qualche secondo.
Sarà strano. Con pregi e difetti, è sempre stato un compagno di scuola fin dai tempi dell’asilo. Abbiamo condiviso stress ed esasperazione. Sarà davvero molto strano d’ora in avanti.
Prima la situazione Lars, poi questo! Questi giorni sto assistendo a fin troppi cambiamenti. La cosa inizia a destabilizzarmi.
“Hey, non fate quelle facce!” si lamenta “Non è da voi e mi state facendo cagare sotto!”
Proprio in quel momento arriva qualcuno dalla mia destra.
“Heylà!” esclama Xiaoyu con un grande sorriso, che si spegne subito quando incontra il mio sguardo.
“Tu…” mi guarda con aria minacciosa “Cercavo proprio te.”
“Perché?” alzo un sopracciglio.
“Non fare il finto tonto!” risponde incrociando le braccia davanti al petto “Non credi di dovere delle scuse a qualcuno?”
“Delle scuse?! Di che accidenti parli?!” chiedo piuttosto convinto di avere la coscienza pulita.
“Alisa! Oggi non è voluta uscire dall’aula per pranzo, era un sacco triste. Sei stato tu!” esclama puntandomi un dito contro “Sono pronta a scommettere che le hai detto un’altra delle tue cattiverie!”
“Beh, allora faresti meglio a non saltare a conclusioni affrettate, perchè io non c’entro proprio niente con il malumore di Alisa.”
“Ah sì?” chiede lei poco convinta “E allora perché quando le ho chiesto cosa avesse mi ha risposto che non me ne poteva parlare e al massimo di andare a chiedere a Jin-san?”
Oh merda! Ma che diamine si mette a dire quella?! Delega a me queste responsabilità? Non faceva prima ad inventarsi un fottuto mal di pancia?
Sospiro.
“Non c’entro niente con il malumore di Alisa.”
“Beh, io non ci credo!” Xiaoyu alza le spalle “Mi spieghi che razza di problema hai con lei? Perché l’hai presa così di mira?”
Alzo gli occhi al soffitto. Non ho voglia di affrontare un processo che non mi merito.
“Senti, adesso non è il momento adatto per parlare di Alisa.” cerco di dissuaderla “Kamiya ha appena detto che…”
“Non ci provare nemmeno!” mi blocca subito lui “Prenditi le tue responsabilità e va a scusarti per la tua cafonaggine!”
“Sì, Jin.” interviene anche Julia con tono tagliente “Non è la prima volta che non ti comporti bene con Alisa.”
Al diavolo! Possibile che nessuno mi prenda mai sulla parola da queste parti? Ma che razza di reputazione mi sono fatto?!
“Vai a scusarti con quella ragazza.” riprende Kamiya “Anche perché iniziavi a mettermi a disagio con quell’aria strana.” aggiunge borbottando “Non ho mica detto che sto per partire in guerra!”
“Partire in guerra?” ripete Xiaoyu confusa.
“Shin si trasferisce a Kyoto.” spiega allora Julia.
Xiaoyu spalanca la bocca, con aria dispiaciuta.
Ottimo! Cambiate discorso, su!
“Shin-kun!” esclama di colpo tristissima “Te ne vai davvero?”
Kamiya le sorride, lusingato da quella reazione.
“Eh, purtroppo sì.” dice a bassa voce con tono drammatico.
“A Kyoto…” ripete Xiaoyu “Cavolo, è lontano!”
“Andiamo, lo conosci appena!” ricordo a Xiaoyu, che sembra lì lì per commuoversi.
“Non c’entra niente!” ribatte lei “Mi dispiace che andrà via!”
“Non se ne sta neanche andando domani!” continuo.
“Fatti gli affari tuoi.” mi ringhia Kamiya sottovoce, che a quanto pare invece apprezza queste attenzioni.
Ecco, dovevo immaginarlo. Fa sempre così non appena qualcuna mostra un minimo innocentissimo di interesse per lui, non perde occasione per fare il cascamorto.
“Dovremmo organizzare un’uscita tutti insieme prima che tu parta!” propone Xiaoyu “Non ti ho ancora ringraziato abbastanza per il favore che mi hai fatto!”
“Oh, che carina!” esclama Kamiya con un sorriso ammiccante “Allora ci conto!”
Io assisto confuso alla scena. Vuole organizzare un'uscita d'addio?! Per uno conosciuto l'altro giorno?
In ogni caso tutto ciò è servito a far cadere l’argomento Alisa.
“Perfetto!” sorride Xiaoyu “Allora poi ci mettiamo d’accordo!” Mi prende per un braccio e mi guarda con un sorrisetto dispettoso “Io e te intanto andiamo a fare due chiacchiere con Alisa!”
Come non detto!
“D’accordo Xiao-chan!” la saluta Kamiya “Insegnagli un po’ di buone maniere!”
Xiaoyu ridacchia, con la presa ancora salda attorno al mio braccio.
Julia e Kamiya si allontanano, dirigendosi verso la terrazza.
“Hai intenzione di lasciarmi il braccio adesso?!” le chiedo annoiato poco dopo.
Lei mi ignora e anzi inizia a trascinarmi dove immagino ci sia la classe di Alisa.
Mi lascio guidare per un po', poi mi fermo.
“Senti… ” dico serio.
Lei si ferma e mi guarda con sospetto.
“Lo so che ti si potrà sembrare strano, ma…  stavolta non c’entro veramente niente con quello che è successo ad Alisa.”
Xiaoyu mi scruta incerta. Il mio tono di voce inizia a convincerla.
“Sei serio?”
Annuisco.
“E allora cosa le è successo? Sembrava davvero giù!” chiede.
Ora più che arrabbiata sembra preoccupata.
Sospiro e mi siedo su una panchina libera del corridoio. Lei mi segue e mi si siede a fianco.
Mi guardo intorno, non sembra esserci nessuno nelle vicinanze. Forse posso darle qualche piccola informazione per tenerla buona per un po’.
“Ti avrà… parlato del ragazzo che viveva a casa con noi, immagino.” inizio tastando il terreno.
“Sì, Lars!” esclama subito lei “Il ragazzo svedese che lavora per tua madre e che…”
“Esatto, lui.” la interrompo facendole cenno di abbassare la voce “Diciamo che… è dovuto andare via all’improvviso.” spiego evasivo “E diciamo anche che… Alisa aveva un rapporto speciale con lui.”
Xiaoyu spalanca la bocca.
“Oh!” esclama sorpresa “Non mi stai prendendo in giro vero?!”
Faccio di no con la testa e mi prendo il pranzo dallo zaino.
“Cavolo… erano così affiatati con Alisa?”
“Praticamente erano sempre insieme.”
Xiaoyu pensa in silenzio.
“Beh, possono sempre sentirsi al telefono o tramite internet no?”
Esito nel rispondere.
“In realtà le cose non sono così semplici.” spiego poco dopo iniziando a mangiare “Ed è probabile che non si sentiranno più.”
Xiaoyu sembra sempre più confusa. Prende il suo pranzo.
“Hanno litigato?!”
“Non proprio.”
“E allora perché…”
“Senti, non posso dirti altro ok?” la blocco.
“Ma…” riprende Xiaoyu poco convinta “Perché Alisa non me ne poteva parlare e mi ha detto di chiedere a te?”
Apro la bocca per rispondere, ma non mi viene in mente niente che possa dire senza che poi la risposta sollevi altri quesiti difficilmente soddisfabili.
“Basta con le domande!” dico allora un po' brusco.
Lei mi guarda accigliata.
“È una situazione delicata e che non mi riguarda!” spiego per giustificarmi “Non posso parlartene nei dettagli!”
“Ok ok.” brontola offesa “Potevi dirlo anche più gentilmente!”
Sospiro.
“Ok, scusa. Ma…” faccio una smorfia “... è un momento molto, molto stressante anche per me.”
Mi guarda stupita.
“Anche tu sei triste per la partenza di Lars?”
“No!” rispondo immediatamente “Ma… è stata una giornata difficile anche per me. È questo quello che succede ad aver a che fare con la mia famiglia! Anche per Alisa sarebbe stato molto meglio se non fosse mai venuta a stare da noi, non avrebbe mai conosciuto Lars e…” mi fermo un momento, poi la guardo “Persino tu! Dovresti pensare di chiudere tutti i ponti con Heihachi il prima possibile! Questo coinvolgimento non può portare a niente di buono e prima o poi…”
Mi fermo improvvisamente.
Ho appena ragionato su una cosa.
Xiaoyu mangia guardandomi con sospetto.
“Beh? Ti sei incantato?”
Quando lo scandalo uscirà la Mishima Zaibatsu come intera azienda potrebbe risentirne e se le cose si mettessero molto male…
“Xiaoyu, tu… vivi nel complesso della Mishima Zaibatsu, giusto?”
Lei alza le spalle.
“Sì, che c’entra adesso?”
“Ehm… come ti paghi le rette scolastiche?”
Mi guarda offesa a bocca aperta.
“E poi sarei io a fare troppe domande?”
“Hai ragione, era una domanda molto invadente. Scusa.” dico.
“Certo che ti vengono delle curiosità proprio strane!” commenta stranita e continua a blaterare qualcosa di quanto sia inopportuno chiedere agli altri di come gestiscono i propri soldi, ma non l’ascolto più.
Se non ricordo male è stato Heihachi ad averle offerto di trasferirsi e di frequentare la scuola qui.
Quindi se non fosse la famiglia a pagarle le rette, se la Zaibatsu dovesse fallire e la gestione della scuola passare a qualche altra società, lei potrebbe dover rinunciare a continuare gli studi qui.
Lei mi agita una mano davanti agli occhi.
“Oi, ci sei?!” chiede “Perchè mi guardi così? Ma si può sapere che ti prende oggi?!”

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Bloodred Ridin Hood