Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: PeNnImaN_Mercury92    09/06/2018    3 recensioni
Anno 846. Claire Hares si unisce all'Armata Ricognitiva in compagnia della sua migliore amica Petra Ral. Un fato atroce che la attende a casa influenza la sua scelta, ma il suo animo audace, generoso e un po' istintivo la renderanno una magnifica combattente sul fronte. Claire ci racconta la sua vita dopo essersi unita al Corpo di Ricerca, le sue emozioni, le sue soddisfazioni, i suoi timori e il suo rapporto con i suoi cari amici e con un soldato in particolar maniera. Armatevi di lame e di movimento tridimensionale e seguitela nelle sue avventure!
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Petra Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Wings of Freedom Series '
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23. Scommessa

-Claire, sei sicura? – mi domandò ancora una volta Petra, mentre mettevo a posto il letto su cui avevo appena riposato, con indosso solo la biancheria.
-Sicurissima – risposi. Ero determinata a mettere in atto la mia decisione, eppure avevo il timore di compiere involontariamente lo stesso solito errore; d’altronde, le avevo giurati che mi sarei sempre fidata di lei.
Qualche giorno successivo la convocazione di Erwin, avevo deciso di recarmi nella mia città a caccia di informazioni riguardanti i miei genitori. Avevo intenzione di fare ritorno nella mia casa natale per cercare documenti scritti di loro proprietà che mi avrebbero permesso di risalire al loro “segreto”, ciò che tramavano riguardante la storia dell’umanità chiusa in gabbia, di cui né io né mio fratello eravamo stati messi al corrente. Ovviamente, non potevo rivelare alla mia compagna e al mio superiore, dal quale cercavo disperatamente il consenso di quella visita nel Distretto, lo scopo di quel viaggio. Per di più, avrei dovuto affrontare l’apprensione del mio fidanzato e della mia migliore amica, che certamente non avrebbero perso l’occasione di riferirmi i loro dubbi circa il mio comportamento improvvisamente freddo che avevo assunto in quei giorni, dopo aver appreso qualcosa di tanto sconvolgente sulla storia della mia famiglia.
Petra mi conosceva straordinariamente bene, il che non mi permetteva di nasconderle bene un mio turbamento. Qualche secondo dopo aggiunse: -Sei strana, ultimamente. È come se ti tormentasse qualcosa. Problemi con Levi?
Iniziai a mordermi il labbro preoccupata, consapevole che avrebbe certamente insistito sull’argomento.
-No, lui non c’entra niente – sospirai. Mi avvicinai a lei, senza pensarci una seconda volta la abbracciai. –E’ una cosa… molto particolare. Per quanto sia convinta che mi rinfaccerai la questione fino a che non avrò proferito a riguardo, sono stata costretta a non farne parola. Cerca di capirmi, te ne sarei molto grata.
Non parve assai sollevata. Mi posò una mano sulla schiena. –Davvero non puoi dirmelo?
Scossi il capo. –Non ancora, almeno. Presto te ne parlerò, lo prometto. Io mi fido di te – soggiunsi, stringendola forte.
Questa volta, sembrò più soddisfatta, e mi invitò a prepararmi quanto prima. –Altrimenti raggiungerai Karanes troppo tardi – disse.
Mi sbrigai allora a preparare la mia divisa, ma ella mi fermò. –Perché non indossi il pullover, anziché la camicia bianca?
Alludeva alla maglia color verde acqua che, dissi a lei con molto imbarazzo, avevo trovato a buon mercato tra le provviste del Corpo. Ma ella fin da subito non credette alle mie parole, e, da giovane intelligentissima qual era, comprese fin da subito che quell’indumento mi era stato regalato da qualcuno di tanto speciale per me.
Arrossii. –La divisa dovrebbe essere altamente semplice, no?
-Claire, tutti indossano quel che vogliono sotto la giacca, lo sai meglio di me – ridacchiò. –Io direi che lo faresti tanto contento.
-Io direi che dovresti smetterla di intrometterti nelle mie faccende amorose.
Scoppiammo a ridere, poi decisi di fare come mi aveva suggerito, indossando il mio nuovissimo capo d’abbigliamento. Petra mi aiutò gentilmente ad indossare l’imbracatura, e io ricambiai il favore allo stesso modo. La salutai, dirigendomi estremamente ansiosa verso l’uscita dei dormitori, in cerca di Levi.
Dedussi che doveva già essere fuori dalla sua stanza, come tutti i restanti ufficiali, e, conoscendolo, l’avrei certamente trovato nel refettorio a sorseggiare del tè in tranquillità.
Il mio ragionamento fu giusto: una volta raggiunta la mensa, lo vidi seduto accanto ad Hanji, intenta a riferirgli un discorso di straordinaria importanza che, data l’espressione indifferente e infastidita del caporale maggiore, doveva apparire altamente ridicola alle orecchie di quest’ultimo.
Dopo essere entrata, li salutai entrambi, e ancora in piedi allungai al mio superiore il permesso che mi avrebbe garantito di poter usufruire di quella giornata per allontanarmi per poche ore dalla caserma.
-Hai deciso di partire? – domandò lui.
-Giorno libero, signore – gli risposi. –Ho una faccenda importante da sbrigare a Karanes.
Nonostante si notasse poco, era chiaro che Levi avesse intenzione di pormi innumerevoli domande circa la mia scelta di non avergli detto niente prima di quella mattina. Seduto accanto ad Hanji, la cui presenza, in quel momento, mi parve assolutamente inappropriata, iniziò a guardarmi in maniera perplessa e un po’ burbera. –Posso sapere il motivo?
Anche la Caposquadra aveva cominciato ad ascoltare con interesse la nostra conversazione, prima di essere fortunatamente richiamata da Moblit per qualche faccenda importante di sua competenza.
Il refettorio era finalmente sgombero, perciò potei parlare: -E’ qualcosa di molto importante, per me. Riguarda i miei genitori. Non posso dirtelo ora, ti prego di perdonarmi.
-Non ti fidi? – mi chiese, incrociando le braccia.
-Io mi fido di te più di chiunque altro, Levi – sedetti vicino a lui. –Ma mi è stato chiesto di non dirlo a nessuno. Pensa che anche mio fratello è all’oscuro di ciò.
Distolse lo sguardo, tamburellando le dita sul tavolo. –Non può essere così terribile, no?
Mi sorprese il modo col quale lui e la mia piccola amica avevano reagito alla stessa maniera, rimanendovi entrambi delusi. Ma quella volta non potei affatto maledirmi, poiché mi era stato imposto dal Comandante stesso di non rivelare una sola informazione riguardante la questione della quale ero venuta a conoscenza.
-Prometto che te lo dirò quanto prima. Ti chiedo solo di aspettare – lo richiamai, stringendogli la spalla. Levi finalmente si volse, permettendomi di alzargli il viso per il mento. –Farò presto, te lo giuro – dissi.
Egli arrossì un poco. Approfittai del fatto che potessimo godere un po’ della nostra intimità per lasciargli un tenero bacio sulle labbra.
-Ho come la sensazione di non riuscire a negarti nulla.
Ridacchiai, guardandolo amorevole. –Forse riesco a capirti.
Studiò meglio la mia divisa, rimanendo folgorato alla vista dell’indumento che portavo sotto la giacca beige. –Hai deciso di metterlo?
-Petra mi ha consigliato, non lo nascondo. Grazie ancora per avermelo regalato, è bellissimo.
I suoi occhi blu impuntati sui miei erano di una bellezza rara e abbagliante. Un vero e proprio spettacolo. Spettacolo che venne interrotto dalla voce prorompente di qualcuna che aveva appena fatto cautamente ritorno nella mensa, per poi esplodere: -LEVII! – aveva urlato la Caposquadra Hanji. –Per mille giganti, sapevo che c’era qualcosa tra te e Claire! Mike mi aveva detto che avevi un odore diverso! Questo è un sogno!
Le mie guance si erano già colorate di rosso, il cuore mi si era fermato nel petto. –Caposquadra, la prego… - provai a implorarla, lasciando il posto accanto al corvino.
-Che gioia che sei, Claire! Sei riuscita a sciogliere il cuore di pietra di questo nanerottolo! – ella mi saltò addosso, alzandomi da terra.
-Caposquadra, che sta facendo? – chiesi sbigottita.
-Quattr’occhi di merda, smettila di fare tutto questo casino! – intervenne Levi, facendo volare via la soldatessa. –Prova solo a ripetere questa cosa, ti assicuro che ti strozzo con le mie mani.
-Sei tu che fai i casini, Levi – ribatté lei, accovacciata per terra. Approfittò del fatto che il corvino cercasse in tutti i modi di nascondere il suo viso arrossito per lasciargli un pizzicotto sulla guancia.  –Non ti rendi conto… di quanto magnifica sia la vostra relazione? Due ricognitori che si innamorano l’un dell’altra… è assolutamente strepitoso! Meraviglioso!
-Hanji! – continuò il capitano.
Hanji rise spensierata, tentando di calmarsi. –Starò zitta, okay? Voi però promettetemi di rendermi partecipe nei vostri progetti futuri – Hanji si avvicinò a me di nuovo, stringendomi come al solito la mano. I suoi occhi brillavano sotto le lenti degli occhiali, mentre un rigolo di saliva le era già sceso dalla bocca. Il suo sguardo avrebbe messo in soggezione chiunque, non lo nascondo. –Claire, se questo piccoletto dovesse chiederti in moglie, fammi essere tua testimone di nozze.
Io moglie di…? Arrossii di colpo, e probabilmente anche Levi aveva fatto lo stesso. Mi allontanai intimorita dalla donna, chiedendole il consenso di congedarmi per poter raggiungere quanto prima il mio destriero e mettermi in marcia per Karanes.
-Un attimo, Claire. Devo parlarti di qualcosa di tanto importante – ella soffocò in un secondo tutta la sua eccitazione. –Levi, la nostra riunione è tra venti minuti, ricordi?
-Ovvio che sì – rispose lui. –Questo sciocco incontro che avete ideato tu e Erwin sulla cattura di un gigante mi sembra una grossa cazzata. Ma spiegami cosa c’entra Claire, in tutto questo.
Malgrado fossi felice di sapere che ai piani alti era stata finalmente approvata la richiesta della cattura di un esemplare di gigante, mi sentii presa in causa per qualcosa con cui avevo veramente poco a che fare, ed ero desiderosa di conoscerne di più.
-Claire c’entra eccome, Levi – intervenne la Caposquadra. Distolse lo sguardo dal piccolo soldato, guardandomi sorridente. –E’ stata la prima persona a non esitare un secondo prima di dare la sua disponibilità perché ciò avvenisse.
Provai un misto di vergogna, di gratitudine e di timore. Ancora una volta, Hanji stava sopravvalutando le mie abilità; non avendo l’esperienza di cui i veterani vantavano ed essendo ancora una matricola, la paura di deludere le aspettative dei migliori era sempre frequente in questi casi.
-Hanji, non tirarla in causa per queste faccende così delicate. Non ne hai il diritto – mi difese Levi.
-Ti preoccupi per lei, sei proprio carino! Ad ogni modo hai ragione: devo sempre sentirmelo dire prima da lei – rispose la soldatessa. - Questi sono affari che generalmente non rientrano nei compiti delle reclute, me ne rendo conto. Perciò, vorresti darmi il tuo appoggio anche questa volta, Claire?
Per quanto sapessi bene che, data la mia fragilità psicologica del momento, la quale non si sarebbe dissipata fino a quando non avessi scoperto di più sul segreto dei miei genitori, avrei dovuto necessariamente declinare l’offerta, evitando così di farmi carico di ulteriori compiti ardui e devastanti per una semplice recluta, mi resi conto, però, di quanto tutto fosse collegato: mio padre e il signor Smith si stavano battendo per identificare il segreto di quei misteriosi esseri terrificanti chiamati giganti, un mistero per cui si batteva ancora, allo stesso modo, anche la Ricognizione, benché tutta la serie di disfatte alle sue spalle.
Se Levi si preoccupava veramente per me, lo avrei chiaramente deluso. Ma avevo già preso la mia decisione: -Caposquadra, conti pure su di me.
Lei mi sorrise di nuovo, come al solito estremamente felice. –Grazie infinite, Claire. Il tuo sostegno conta molto. Ora andiamo, ci siamo dilungati in questa chiacchiera, tra un po’ avrà sede la riunione.
Hanji trascinò me e Levi fuori dal refettorio. Per un momento, fui assalita dall’ansia di non essermi ancora avviata alla volta di Karanes, ma, date l’ora mattutina, pensai che avrei potuto anche aspettare.
Ci dirigemmo verso quella che doveva essere la sala addetta alle riunioni degli ufficiali; non a caso, all’interno sedeva già buona parte dei migliori soldati della Ricerca. Anche il Caposquadra Mike presenziava già, seduto alla sinistra del Comandante.
-Erwin, ci siamo anche io e Levi – annunciò Hanji, facendo il suo ingresso.
Il generale dell’Armata Ricognitiva osservò in maniera confusa anche me, che, sullo stipite della porta, sull’attenti, attendevo l’ordine di poter entrare.
-Hares? – domandò un superiore.
-Hanji, hai convocato tu Claire? – chiese un po’ infastidito Erwin.
Detestavo essere vista come una scocciatura da quei soldati di alto rango, eppure non avrei mai negato di starli biasimando: la decisione di Hanji di farmi partecipare all’incontro era assolutamente malsana.
-Penso che ci possa essere di grande aiuto – spiegò lei, sistemandosi al fianco di Erwin. Nessuno ebbe più da ridire sulla mia presenza, perciò io e Levi potemmo sederci affinché la conferenza avesse inizio.
Alcuni tra i nostri commilitoni erano ancora visibilmente preoccupati per la missione che ci apprestavamo a mettere in atto, inorriditi da quello che sarebbe potuto essere il tasso di morti nel caso il progetto fosse fallito. Eppure, mi sorpresi non appena ascoltai il carismatico discorso di Erwin riguardante l’importanza di quella missione che, da sempre, i ricognitori hanno sperato di attuare e che finalmente le varie corporazioni, dopo continue sollecitazioni, avevano deciso di finanziare.
Ad Hanji brillavano gli occhi, ed ero contenta che Erwin avesse deciso di sostenerla nell’impresa.
Terminato il discorso, alcuni soldati parvero decisamente più sollevati, tranquillizzati dal fatto che una persona di rispetto e fidata come il Comandante Smith avesse dato il consenso ad Hanji di pianificare la cattura di un gigante.
Fu allora il turno della Caposquadra, che illustrò il progetto di ricerca che era desiderosa di attuare a seguito di una cattura. Gli esperimenti sarebbero stati innumerevoli, e, da come ci spiegò, sperava di ottenere al tempo stesso il supporto non solo della Ricognizione intera, bensì anche della Guarnigione.
-Catturato uno di quegli esseri, avremo modo di studiare la loro fisiologia, e otterremo la possibilità di avvicinarci di più a quello che è il loro modo di ragionare. Inoltre, è chiaro che faremo di tutto per indagare circa le loro intenzioni – chiarì lei.
Ero affascinata dalle parole di Erwin quanto dalle sue, ed ero pronta a fare il possibile perché tutto ciò avvenisse.
-Hanji, sappiamo bene quali conseguenze comporterebbero la riuscita di questa operazione – intervenne Levi. –Ora siamo qui per decidere in che maniera fermare uno di quei mostri senza registrare un numero alto di uccisioni.
-Per quanto riguarda la cattura, - iniziò lei, -non c’è nulla di cui preoccuparsi: in questi giorni ho ideato assieme a dei funzionari della Guarnigione una trappola in grado di catturare quei piccolini utilizzando le cinta murarie. È un sistema semplice, ma ben efficiente, che avremo modo di sperimentare a breve.
Hanji srotolò sul tavolo una pergamena su cui disegnato l’impianto di cattura da lei ideato, ce lo mostrò fiera ed ansiosa.
Ben presto, tuttavia, la Caposquadra rivelò il suo dubbio: -Ciò che ancora non siamo stati in grado di elaborare riguarda il loro trasporto all’interno delle mura. Non saremo mai in grado di eseguire i nostri ambiti esperimenti se sono ancora intrappolati contro le mura.
-Sarà necessario far evacuare un’intera città – pensò Mike.
-Inoltre, non abbiamo gli strumenti necessari per condurre un colosso avido di uomini all’interno di un portone.
-Già – concluse Hanji, rammaricata. –Dovremmo essere in grado di indebolire quanto più il gigante che intendiamo prendere, senza ovviamente correre il rischio di ucciderlo.
Non vi furono proposte da parte degli altri soldati, e approfittai di quel silenzio per riflettere: mi balzò alla mente il discorso che la Caposquadra mi aveva rivolto durante la mia prima spedizione. Il nemico, nel nostro caso tanto potente e spietato, poteva essere battuto solo se avessimo sfruttato una sua semplice, ma sufficiente debolezza.
Allora mi tornò alla mente l’esito dell’esperimento effettuato durante la stessa spedizione.
-E se sfruttassimo il buio? – azzardai, dopo aver passato dieci secondi del mio tempo a chiedermi se fosse stato conveniente per me intromettermi o meno nella conversazione.
-Il buio? – ripeté un caposquadra.
-Ma certo! – esclamò Hanji. –Abbiamo appena scoperto l’importanza della luce solare per i giganti, potremmo utilizzare la sua assenza per indebolire le prestazioni del gigante e condurlo in città.
-Hanji, anche le prestazioni di noi soldati sono ulteriormente diminuite dopo il calar del sole – disse Mike. -Sarà difficile anche per noi condurre un esemplare fino alle mura al buio.
-Non sarà necessario, - parlai di nuovo, -se brevettiamo uno strumento impermeabile alla luce da usare sui giganti anche in presenza del sole.
-E quello non ci manca, Claire! – esclamò ancora una volta la Caposquadra. –Io e la mia squadra stiamo lavorando sulla costruzione di un telo scuro da cui non filtra alcun raggio solare. Lo avevamo progettato per sperimentarlo durante una missione per capire l’effetto della luce su di loro, ma… credo che in questo caso ci tornerà ancora più utile.
-Ce ne servirà uno di dimensioni mastodontiche – le ricordò Moblit.
-Faremo del nostro meglio – rassicurò lei. –Allora, che ne pensate?
-Spero che sia come dici, Hanji – disse Erwin. –Sarà una vera e propria scommessa: l’idea potrebbe funzionare, ma questa volta dipenderà tutto dall’efficacia dei nostri mezzi.
-E dalle competenze di chi avrà il compito di portare a termine la missione – aggiunse il capitano.
-Credi che la tua squadra sia in grado di combattere in prima linea per attuare il piano di cattura, Levi? – domandò il Comandante.
-Le potenzialità dei membri del mio gruppo sono grandi. Sapete tutti comunque che la loro esperienza è minima, - parlò il corvino, poi guardò me, -ma se davvero hanno intenzione di dare una mano nell’operazione, posso garantire la loro disponibilità.
Gli occhi degli ufficiali si rivolsero a me.
-Claire gode della loro piena fiducia, più di me – riprese Levi. –Darà un grande contributo nell’elaborazione delle strategie d’attacco.
-Pensi di riuscire ad affiancare Levi anche questa volta, Claire? – Erwin pose la fatidica domanda.
-Credo di sì, signore. Ce la metterò tutta – dissi, arrossendo. Sapevo infatti che ormai persino Erwin conosceva l’intesa instaurata tra me e il caporale maggiore.
L’incontro giunse al termine: finalmente avrei potuto recarmi a Karanes senza più essere interrotta da qualcuno.
Fuori la sala “conferenze”, Hanji venne verso di me. –Claire, ti ringrazio infinitamente del tuo sostegno, ero convinta di poter confidare in te! Magnifica l’idea della luce, ci impegneremo.
Le sorrisi, avviandomi all’esterno della caserma. Levi si presentò con discrezione al mio fianco. –Non la smetti proprio di assecondare la Quattr’occhi, non è così?
Gli sorrisi. –La causa per cui si batte è molto importante, più della mia incolumità – gli dissi. -Presto quella donna farà la storia, ne sono convinta. È solo questione di tempo.
 

Spazio Autore: buonasera, fan di Attack On Titan!
Mentre il Corpo di Ricerca si appresta a mettere in pratica la prima decisiva missione di cattura, una nostra amica quattr’occhi scopre la relazione amorosa tra i due protagonisti della storia… e potete immaginare l’imbarazzo dei due! Però, nonostante tutto, Hanji la si vuole bene. Chi è arrivato a questo punto del racconto sa bene che il suo personaggio mi affascina. Molto spesso, addirittura la incontro nel mondo dei sogni (stanotte, ad esempio, era la mia prof di scienze… sono malata, lo so XD).

Non mi resta che continuare la storia. Alla prossima!
 
 
  
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