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Autore: Betta3x9    10/06/2018    1 recensioni
[Raccolta di oneshort Steve/Tony scritta per la challenge del gruppo "Hurt/Comfort Italia"]
1) "A volte, Steve ha l'impressione che non sia passato che un mese soltanto dal 1945 e una vita intera da New York"
2) "Non è il peggior rapimento che gli sia mai capitato, ma è definitivamente in top five, subito dopo l'Afghanistan, pensa, ed è un pensiero straordinariamente coerente, per il suo stato".
3) Gli occhi gli lacrimano e la gola si contrae come se avesse qualcosa bloccato nella trachea e tossisce e tossisce e tossisce fino a vomitare una manciata di petali azzurri. Oh. Pensa stupidamente. Sto per morire.
4) "Ehi, non sarai al sole da troppo tempo?"
5) "Stai tenendo sveglia l'intera città"/.Tony conosce perfettamente la voce alle sue spalle. Non distoglie lo sguardo dall'incudine. "Timely è abituata ai miei orari"
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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PROMPT: Acqua
UNIVERSO: MCU

Note: Pre-slash, probabilmente.
Ambientata da qualche parte post The Avengers.
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Non è il peggior rapimento che gli sia mai capitato, ma è definitivamente in top five, subito dopo l'Afghanistan, pensa, ed è un pensiero straordinariamente coerente, per il suo stato.

L'attimo dopo, tutta la sua attenzione è focalizzata sulla necessità di respirare, ingoiando quanta più aria possibile, nonostante la gola dolorante.
Uno, due, tre respiri affannati e poi uno degli uomini gli afferra dolorosamente i capelli e gli spinge di nuovo la testa sott'acqua.

L'acqua è scura e nauseante e Tony non riesce comunque a chiudere gli occhi, perché persino la luce verdastra della vasca di pietra è meglio del buio dietro le sue palpebre.
Cerca di non inghiottire l'acqua, ma è quasi inevitabile: non riesce a resistere all'impulso di aprire la bocca, quando ha finito tutta l'aria e i polmoni bruciano - e non può che agitarsi inutilmente, cercando di calciare e graffiare come un gatto selvatico gli uomini che lo stanno annegando.

Con uno strappo ai capelli bagnati sulla nuca, la sua testa è di nuovo fuori dalla vasca e Tony boccheggia e tossisce, cercando di rigettare l'acqua che ha inghiottito che gli brucia la gola e le narici.

"Ci sentiamo più collaborativi, eh, Stark?", chiede uno degli uomini in fondo alla stanza.

Vaffanculo - pensa Tony, ma non può dirlo a voce alta, perché in un attimo la sua testa è di nuovo nell'acqua maleodorante e, questa volta, la spinta è così brusca e improvvisa da fargli sbattere la fronte contro una delle pareti in roccia della vasca. Per un attimo, è completamente sbilanciato e, con i polsi legati ammanettati dietro la schiena e le caviglie legate, riesce solo a scivolare ancora più giù dentro l'acqua, che finisce ad arrivargli al petto.

La batteria! Non devo bagnare la batteria - pensa terrorizzato, perché l'unica cosa che lo tiene vivo sono vecchi pezzi di un motore usato, attaccati al suo petto che ha un buco dove ci dovrebbero essere carne e ossa.
Sente uno strappo allo scalpo e per un attimo riesce a inghiottire qualche boccata d'aria, ma tutta la sua attenzione è verso quella dannata batteria, che non vede da nessuna parte e fa che sia asciutta, fa che sia asciutta, pensa, perché sa che non potrebbe mai sopravvivere a una carica di elettroshock diretta al cuore.

Quando qualcuno gli spinge nuovamente la testa sott'acqua, non pensa più niente: c'è solo il bisogno di aria che gli stringe i polmoni e gli fa girare la testa e l'acqua maleodorante che lo circonda e gli riempie la bocca quando cerca di urlare e il panico perché non riesce a vedere la sua batteria.

E' solo quando gli strattonano la testa fuori dall'acqua e riesce ad abbassare lo sguardo che realizza che non c'è nessuna batteria, non c'è più stata da anni; al centro del petto la luce azzurra dell'arc reactor gli assicura che il suo cuore è a posto tanto quanto può esserlo in un petto pieno di schegge.

Non sa come abbia potuto dimenticarlo, pensa, ma è sempre più difficile nella sua mente dividere gli avvenimenti dell'Afghanistan da quelli che sta vivendo adesso. Le linee sono confuse e incerte e per un momento si ritrova a chiedersi se Yinsen sia al sicuro.

Quando gli spingono di nuovo la testa sott'acqua è così esausto e confuso e terrorizzato dal non vedere la sua batteria, che quasi non si dimena, nè cerca di combattere l'inevitabile -ed è anche il motivo per cui non nota il fragore improvviso della porta di metallo che si spalanca e sbatte contro una delle pareti in cemento.

"Tony", urla qualcuno, ma Tony non può sentirlo.

Se fosse lucido e in sé probabilmente avrebbe deriso una scelta tattica così ridicola come quella di irrompere in una stanza con una dozzina di uomini quasi tutti armati e con un ostaggio - ma il caos che si scatena a pochi centimetri da lui è qualcosa di così lontano che non increspa nemmeno la superficie dell'acqua sporca e scura che lo circonda e in cui affonda a faccia in giù - prima le spalle, poi il torace e, sempre più giù - e finalmente, finalmente chiude gli occhi, scivolando verso l'oscurità.

Un attimo dopo, qualcuno lo afferra per le spalle e rovescia con ben poca delicatezza sul pavimento bagnato e freddo.

"Andiamo, andiamo, Tony, respira", lo prega Steve, premendogli le dita sul collo per controllare il battito.
Senza una parola, Natasha si lascia cadere a terra al suo fianco, e, dopo avergli sollevato la testa, appoggia le labbra contro quelle di Tony e spinge l'aria nella sua bocca, ritmicamente.

Al terzo respiro, Tony apre gli occhi, volta la testa e vomita quella che sembra essere una quantità d'acqua tale da riempire una piscina.

"Grazie a Dio, Tony, grazie a Dio", mormora Steve, mentre Natasha usa uno dei suoi coltelli per tagliare le corde che gli legano le caviglie.
"Steve", dice Tony, con voce rauca.
"Non parlare, respira e aspetta Bruce. Sta arrivando". La catena delle manette si spezza come se fosse  stoffa sotto la forza del supersoldato.
Tony apre la bocca per dire Bruce sa di essere quel tipo di dottore? oppure Un altro momento e avrei fatto esplodere questo posto, ma senza il suo permesso, la sua voce dice "Siete venuti".

Così tu sei un uomo che ha tutto e niente, gli aveva detto Yinsen una vita fa - o forse solo pochi momenti fa, perché Tony continua a guardare al suo fianco aspettandosi di vedere una batteria che non è lì - ma da qualche parte lungo la linea che ha percorso dall'Afghanistan, ha acquisito qualcosa.

"Certo che siamo venuti", risponde Steve, con l'espressione di qualcuno a cui abbiano aperto il petto e strappato via il cuore.
Tony si strofina i polsi tagliati a sangue dalle manette e "Ho frequentato piscine migliori", dice, alla fine, cercando di allontanare l'imbarazzo di essersi fatto sfuggire una frase così patetica.
"Verremo sempre", continua Steve, non facendosi distrarre dal suo commento. Allunga una mano e più delicatamente di quanto le mani di un supersoldato dovrebbero avere il diritto, gli sfiora i polsi tagliati, voltandoli per controllare le ferite.

Per un attimo vorrebbe protestare - è perfettamente in grado di sfuggire a un rapimento, grazie tante - ma la gola gli brucia come se gli fosse stata scorticata e sta cercando accuratamente di evitare di pensare alla vasca piena d'acqua scura a un passo da lui perché è intimamente familiare con l'esperienza di un attacco di panico.
Solo per una volta, pensa, solo per questa volta, è piacevole lasciare tutto nelle mani di qualcun altro.

"Basta piscina per me. Pensavo alla campagna. Ho una deliziosa villa in campagna da qualche parte in Italia. Sono sicuro che sia deliziosa, anche se non l'ho mai vista. Che ne dici, Cap? Ci meritiamo una vacanza. E il team. Può venire persino Barton. Un Weekend in Italia. Senza piscine".
La presa di Steve scivola dal polso fino a prendergli la mano. "Qualsiasi cosa tu voglia, va bene, Tony".

Tony chiude gli occhi e si lascia scivolare nell'oscurità, respirando tranquillo, stretto al sicuro tra Capitan America e la Vedova Nera.

 
   
 
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