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Autore: Nadja_Villain    18/06/2018    0 recensioni
Astrid non è un'eroina e non si aspetta che gli altri la acclamino come tale. Dopo la sua cattura, si troverà a scegliere tra due prigionie differenti: una gabbia in vibranio in fondo all'oceano o unirsi agli Avengers, sotto contratto vincolante. Una sola potrà costituire un'occasione per riscattarsi. Tra i battibecchi col Capitano e le esortazioni ambigue di Tony Stark, dovrà fare i conti con la minaccia di un sadico Dio degli Inganni, una coscienza ipercritica e le falle di un'infanzia dissacrata.
▸ Ambientazione e contesto:
Post battaglia di New York: Loki è fuggito senza lasciare tracce di sé. La Stark Tower si è tramutata nella dimora degli Avengers.
Post "Iron Man 3" - pre "Capitain America: The Winter Soldier"
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volevo informarvi che ho creato una pagina Instagram multifandom in cui tratto delle mie storie e di vari disagi (tra cui il mondo di Wattpad).
Cercatemi, sono:
@nadjavillain 


+*. Buona lettura .*+

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Neve e Cenere | MARVEL

40 . Ora o mai più


La Strega stava immobile come un cane da guardia, studiava la ladra con occhio attento, i piedi ben saldi al pavimento, i muscoli rigidi e pronti a rispondere, gli occhi ben truccati stretti in due fessure intimorenti.

Astrid invece non era concentrata su di lei. Quel tremolio del terreno e i pizzicori, se li ricordava da quella volta che aveva steso il gigante. Anche se non tutto le tornava perfettamente, iniziò a pensare che un certo Dio stesse agendo senza il suo ausilio. Da una parte era un sollievo, perchè almeno non sarebbe dovuta vagare per chissà dove per trovarlo. Le sarebbe bastato pronunciare il suo nome, probabilmente, e Loki sarebbe apparso alle sue spalle come sempre, pronto per compiere lo scambio accordato. Doveva solo disfarsi della Strega e correre verso l'uscita. Ma come?

Una spina nel fianco. Ecco cos'era. E la sua voce fastidiosa. Non poté fare altro che pensare al Capitano. La sua faccia da tutore apprensivo rivitalizzò l'immortale senso di colpa che le tentacolava nello stomaco come un verme solitario. Se fosse stato presente, le sarebbe rimasto appiccicato per tutto il tempo, come faceva sempre. Eppure non era lì. Forse stava iniziando a stancarsi di lei. Forse si era stancato di esasperarsi. Forse si era rassegnato. Forse era il principio di un allontanamento. Doveva essersi trovato davanti ad una scelta e quella volta non era stata lei. Il che, in quel momento, le faceva molto comodo, ma l'idea le scatenò una sensazione indesiderata, come di vuotezza, come di perdita. Era davvero pronta a trovarsi di nuovo sola?

Il terreno si scosse di nuovo per un breve istante, una scossa più violenta e improvvisa. I neon che schiarivano la parte del salone dove non arrivava la luce naturale, occhieggiarono. Le valige sul tavolo e le sedie emisero un gracidio assieme ad una simultaneità di scricchiolii, tintinnii e lamenti metallici, come se tutto l'edificio si stesse torcendo su sé stesso.

-Antisismico, eh? - borbottò Astrid sollevando lo sguardo verso la luce che filtrava dalle vetrate che d'un tratto si stava spegnendo, come se davanti al sole si fosse sdraiato uno spesso manto opaco. Astrid e Wanda si guardarono per la prima volta senza competitività.

-Questo non è normale.

-Manca solo che un mostro di dieci metri sbuchi dal pavimento. - ironizzò Astrid convinta che non fosse possibile perchè Loki, per richiamare quel coso aveva avuto bisogno del Tesseract e quello era davanti a loro, racchiuso in una valigia a lucchetto elettronico.

-Come quello che era addormentato nella Torre Avengers?

Astrid saltò in piedi. Wanda fece un passo indietro.

-Che c'è?

-Addormentato?

-Sì, addormentato.

-Come fai a dire che era addormentato?

-Perchè... sognava...

Non si soffermò sul fatto che una creatura così stupida e animale fosse in grado di sognare. Il motivo per cui potesse ancora farlo era più rilevante. Perchè non ci aveva mai pensato? Perchè avevano dato per scontato che ormai quel bestione fosse innocuo? Come avevano fatto a non pensare che poteva tornare utile a quello psicopatico intergalattico? Loki aveva sempre saputo dove lo tenevano nascosto ed era andato a richiamarlo proprio quando la difensiva era dispersa. Un piano diabolico. Un piano perfetto. Forse nato per caso, ma c'era un motivo se Loki, che sapeva pazientemente nascondersi nel dubbio e nella falsa quiete, cadeva sempre in piedi. Che errore idiota avevano fatto! Non erano caduti nel tranello, ci si erano tuffati a capofitto! Com'era che il Capitano si era lasciato sfuggire un dettaglio così pericoloso?

D'un tratto si sentì il portone sbattere. Due paia di piedi correre. Pietro apparve con una folata di vento, i capelli argentati tutti spettinati, una faccia sconvolta.

-Tutti fuori! Uscite tutti! - urlava la voce di Clint rimbombando nel corridoio. Astrid e Wanda si affacciarono nel corridoio. Wanda la precedette.

-Avevi detto che era antisismico.

-Antisismico, non anti-trivella.

Astrid agganciò lo sguardo del Falco che entrò nella stanza con grande fretta. Era esattamente come aveva intuito.

-Quant'è vicino? - chiese.

-Molto.

-Vi ha visti?

-Non ancora. E non possiamo attirarlo qui. Portiamo tutto fuori.

Prese una valigia. L'altra la prese Astrid che dovette contenere il proprio compiacimento perchè Wanda le lanciò un'occhiataccia. Uscirono sul ponte mentre si sistemavano gli auricolari. Il cielo era diventato scuro, le nuvole pesanti si addensavano con una velocità impressionante. A fondersi con esse erano i colori sbavati della città che si stava sbriciolando. Una maestosa colonna di fumo si alzava sulla moltitudine di grattacieli. Astrid avrebbe giurato di vederci anche delle fiamme.

-Via! Nel bosco, presto!

Iniziarono a correre lungo il ponte della diga. Era fatto di cemento, progettato per resistere alle elevate pressioni dell'acqua, ma ad ogni scossa diventava come uno di quei percorsi sospesi nel vuoto e sembrava minacciare di sgretolarsi sotto i loro piedi da un momento all'altro. Seguirono una stradina tra gli alberi che costeggiava la diga e portava verso la città.

Astrid alzò il capo verso il cielo torvo nel momento sbagliato. Aveva notato un rumore e una macchiolina rossa che li inseguiva nel cielo. Si sforzò di ignorarla, non era momento per scene da film sentimentale. Inoltre era già senza fiato dopo poco che correvano, per questo motivo non riusciva a stare dietro al gruppo e la valigia pesava più di quanto avesse pensato. Dovette rallentare per recuperare il respiro, ma la macchiolina rossa ronzava sulle loro teste e lei non poteva attirare l'attenzione. Così riprese il ritmo, anche se con più difficoltà, fingendo di non sentire di dover sputare una bile sanguinea derivante direttamente dalla milza. Stava pensando di avere una gran voglia di stendersi, quando si accorse che Clint si era fermato per aspettarla.

-Sto bene, andiamo. – ansimò lei, strizzandosi il fianco sinistro con la mano libera.

-Dai a me quella. - Fece lui e prima che Astrid potesse protestare, la valigia era già passata nella sua mano. Dopodichè tornarono a muoversi ad una velocità più ragionevole. Tutti tranne Pietro che aveva già fatto tutta la lunghezza del bosco e ritorno due volte. Così Clint lo aveva mandato a perlustrare i dintorni per scovare qualche "amico" nascosto.

-Sembra pulito. – aveva detto la sua voce nell'auricolare.

-Confermo. Nessuno anche da quassù. Tutto bene là sotto? - fece la voce di Stark all'improvviso. Nessuna entrata di scena teatrale? Astrid se ne stupì alquanto.

-Sì. Tutto perfettamente. – rispose Clint con una leggera punta di sarcasmo.

Tutto perfettamente, ripetè Astrid tra sé e sé. Dovette fermarsi di nuovo, le mani sulle ginocchia. Non ne poteva più di stare così, spossata, debole. Ogni volta che si muoveva scopriva qualcosa che la affaticava o che la rallentava. Un tonfo affondò nell'erba alle sue spalle e lei sapeva già che avrebbe fatto meglio a correre più veloce di prima, nonostante le stesse venendo un infarto o un attacco di asma o entrambi in simultanea. Non si voltò nemmeno per guardarlo. Sentiva che volesse iniziare una conversazione, ma lei non voleva che le parlasse, non voleva nemmeno sentire la sua voce e anche se solo le avesse chiesto se stava bene, probabilmente gli avrebbe tirato un pugno. Fortunatamente qualcun altro salvò entrambi dall'imbarazzo. Una scia bianca spaccò il cielo torbido con un lampo e un boato esplosivo. La scarica elettrica si schiantò proprio sul tetto dell'edificio da cui erano usciti. Una piccola sagoma scura apparve dallo sfumare del fascio di luce. In quel momento ad Astrid venne in mente che probabilmente Stark era atterrato per non prendersi il fulmine in testa, non per parlarle.

-Barbie è tornata dal parrucchiere! - esclamò Iron Man. Astrid trovò il suo tentativo di fare il solito simpaticone nonostante tutto, più irritante e fuori luogo del solito.

-Non avevamo detto di non farci vedere vicino alla diga per non attirare il gigante? - evidenziò Pietro. La faccia contrariata di Clint e il suo sbuffo spazientito parlavano da soli.

Un ruggito rauco dettò silenzio sotto le fronde e nei petti di ognuno. Gli sguardi di tutti si incrociarono confusamente cercando la fonte del verso del mostro.

-Okay. – fece Clint impugnando l'arco che si aprì con uno scatto. - Rimettiamo il cucciolo in gabbia.

Iron Man lo bloccò subito.

-Se posso dire la mia, Barton, non sei stato molto efficace l'ultima volta.

-Non c'era bisogno che lo sottolineassi, Stark.

-È per dire che tu e Testa Calda sareste più utili allontanando i giocattolini dal campo di battaglia che facendo le belle statuine e rischiando di condannare tutti ad un futuro infelice.

A "Testa Calda" Astrid trattenne il respiro. Quel fare finta di niente suonava così tristemente patetico. 

-Mi dispiace lasciarvi andare da soli, ragazzi. - fece Clint ai gemelli. In realtà aveva già considerato l'idea di rimanere. Sebbene non fosse abituato a tirarsi indietro facilmente, doveva riconoscere che Stark avesse ragione.

-Ce la caveremo. – assicurò Pietro rivolgendo lo sguardo verso la sorella che invece era impegnata a torturare Astrid con lo sguardo, contrariata dalla decisione appena presa.

-Fate attenzione. – si raccomandò Clint mentre Iron Man spiccava il volo e Pietro prendeva in braccio Wanda per poi sfrecciare via come un razzo.

-Non ce la faranno. – commentò Astrid. Non era il pessimismo a parlare, tutti sapevano che l'unica a poter fermare il gigante era lei.

-Ascolta, l'importante adesso è che lo distraggano e lo allontanino dalla città. Noi abbiamo un compito diverso. – spiegò Clint mentre caricava una pistola. – Tieni. Devi difenderti.

Astrid impugnò l'arma senza fiatare. La fissò come si fissa la chiave della propria gabbia. Fu come un'illuminazione. In quell'istante capì che cosa doveva fare e non poteva ragionarci a lungo altrimenti non avrebbe più trovato il coraggio. Ora o mai più, si disse. Così, mentre Clint le dava le spalle e sbirciava tra gli alberi, spiegando che cosa avrebbero fatto nel frattempo, ovvero aspettare l'agente Hill che li avrebbe raggiunti col fuoristrada, Astrid lo colpì sulla nuca con la coda dell'impugnatura.

-Scusa. – biascicò mentre il corpo dell'uomo con cui giocava a "chi ne fa fuori di più", del compagno che si fermava ad aspettarla e che gli aveva appena fornito un'arma perché non aveva dubbi su di lei, si accasciava a terra senza sensi, tradito vilmente. Astrid si pietrificò davanti alla scena perchè una parte di sé urlava terrorizzata dal fatto che aveva appena concretizzato i propri pensieri e di quanto veloce e facile era stato scavalcare i freni inibitori. Quanto avrebbe rischiato se avesse detto che non era stata lei? Alla fine Clint non l'aveva vista in faccia mentre lo stendeva. Forse avrebbe dovuto trascinarlo in un posto più nascosto e sicuro, forse avrebbe dovuto dire a qualcuno che si era sentito male. Si accorse che ci stava pensando troppo quando udì il rombo di un motore. Doveva essere l'agente Hill. In pochi secondi sarebbe scesa e avrebbe chiesto di Barton o lo avrebbe visto disteso ai suoi piedi e da lì Astrid non sarebbe più scappata. Non poteva assolutamente farsi vedere. Quindi afferrò le valigie e scattò nella direzione opposta.

   
 
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