Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: GeGe_S    24/06/2018    5 recensioni
Tratto dalla storia:
Stringo il mio omamori, perdendomi nei ricordi, mentre ascolto il rumore della pioggia. Vengo distratto da un leggero bussare. Sbuffo andando ad aprire e quando lo faccio, devo aggrapparmi alla porta per non cadere.
- Alexander… - dico senza fiato.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scrivo e pubblico completamente di getto! 
Spero vi piaccia... 
Una sola premessa: leggete la storia e poi leggete quello che ho scritto giù.  Fatemi sapere che ne pensate!





2018

- Resta con me… Alexander... -

 

Più di un secolo dopo.

Pov Magnus
 

- Magnus, non sei più tornato all’istituto da quando… - alzo un dito per interrompere la frase di Catarina, non voglio sentire e lei lo capisce.

- Lo so… Cat, lo so… ma il capo dell’istituto mi ha chiesto un urgente consulto, c’è bisogno del Sommo Stregone, avrei evitato in caso contrario. - le dico, evitando il suo sguardo.

- Capisco… se hai bisogno di me, manda un messaggio. Ti raggiungerò ovunque tu sia. - la ringrazio e lei se ne va, lasciandomi solo con i miei pensieri.

È passato più di un secolo da quando ho rimesso piede nell’istituto. Abbiamo combattuto una guerra. Abbiamo vinto. Ho recuperato la mia magia grazie al sacrificio di Simon, che l’ha barattata con la sua immortalità. Ma niente, da allora, è più stato lo stesso.

 

 

L’istituto non è molto cambiato negli anni… solo qualche modifica qua e là e l’attrezzatura sempre più all’avanguardia.

Mi faccio strada nei corridoi per raggiungere l’ufficio del capo dell’istituto e il mio corpo agisce senza il mio totale controllo, non avendo mai dimenticato la via. Busso lentamente e vengo accolto da Maryse Lovelace, la pronipote di Isabelle e Simon, in piedi, accanto al capo dell’istituto Luke Herondale, il pronipote di Jace e Clary.

- Benvenuto Mr Bane. - sento a stento le sue parole, un’ondata di ricordi mi attraversa nell’esatto momento il cui varco quella porta.

 

Alexander.

 

- Grazie Mr Herondale, andrei un po' di fretta perciò… - lo vedo annuire, forse anche lui conosce la mia storia, la nostra storia.

 

L’incontro non si dilunga ed in poco tempo sono fuori da quell’ufficio, diretto nella zona dell’istituto in cui si possono creare i portali. Il mio respiro è pesante e non vedo l’ora di essere fuori da questo posto, volto l’angolo e qualcosa o meglio qualcuno mi finisce addosso.

Quando il mio sguardo cade sulla persona che mi ha colpito lo shock mi immobilizza.

 

- Mi dispiace tanto Signore, non volevo… i.io chiedo scusa. - è un bambino. Non dimostra più di dieci anni. Capelli scuri e occhi azzurri. Impugna un arco. Il suo volto è arrossato. Una familiare runa sul collo.

- Non è niente.- dico, ancora incapace di pensare razionalmente.

- Lei è il sommo stregone… - dice quasi in un sussurro.

- Si, sono Magnus… tu chi sei, giovane Shadowhunters? -

- Alec. Alec Lightwood. - dice sicuro, anche se il rossore sulle sue guance tradisce la sua timidezza.

Il sangue mi si gela nelle vene.

Alexander.

 

Dieci anni dopo

 

Stringo il mio omamori, perdendomi nei ricordi, mentre ascolto il rumore della pioggia. Vengo distratto da un leggero bussare. Sbuffo andando ad aprire e quando lo faccio, devo aggrapparmi alla porta per non cadere.

- Alexander… - dico senza fiato. L’espressione del ragazzo difronte a me si acciglia per un attimo.

Mentre immagini di un’altra vita si contrappongono a quelle che sto vivendo in questo istante.

- Magnus Bane? - chiede educatamente. Io riesco ad annuire e lui si schiarisce la voce, forse confuso dalla mia reazione.

- Sono Alec Lightwood, il nuovo capo dell’istituto di New York, speravo di poter parlare con lei. - annuisco ancora, incapace di parlare, e mi sposto invitandolo ad entrare.

In questo preciso istante, Alexander è esattamente qui davanti a me. È lui. Fisicamente è lui. Ma come può essere possibile?

In tutti i miei secoli di vita, non ho mai visto accadere una cosa del genere. Certo, c’erano persone che assomigliavano particolarmente ai propri antenati, ma questo… questo è troppo. Lui è… semplicemente identico al mio Alexander. In tutto e per tutto.

 

Cerco di riprendermi e faccio strada verso il salotto, offrendogli qualcosa da bere, lui rifiuta in tono educato.

- Non bevo molto. - mi dice, arrossendo un po'. Ed io faccio davvero fatica a trattenermi.

- Cosa ti porta qui, giovane Shadowhunter? - gli chiedo, fingendo un’indifferenza che non provo.

- Io volevo invitarla personalmente alle riunioni del consiglio. So che praticamente il suo delegato è sempre presente, ma in quanto nuovo capo dell’istituto, vorrei che fosse lei a prendere parte a queste riunioni. Visto che, in quanto Sommo Stregone, è lei la guida per la sua gente. - mentre parla, le immagini che la mia mente richiama non sono affatto piacevoli.

Io e Lui che discutiamo nei corridoi dell’istituto, sul fatto che in quanto capo dovevo pensare alla mia gente. Io che me ne vado, lasciandolo lì con il cuore spezzato.

Scuoto la testa per scacciare il pensiero.

Lui si acciglia, sembra sempre più confuso, ma se solo sapesse.

- Va bene, sarò io a venire alle riunioni da oggi in poi, se il capo dell’istituto ci tiene tanto. - e senza accorgermene gli sto parlando come ho sempre fatto con Lui.

Lo vedo arrossire e sorrido al pensiero. È incredibile.

- Uhm.. v.va bene allora. La prima riunione è fra due giorni, alle 17. - mi dice, alzandosi. Scatto in piedi volendolo trattenere, ma la sua espressione mi fa cambiare idea. D’altra parte, non conosco questo ragazzo, per quante ne so, potrebbe avere una fidanzata o un fidanzato.

Lui non è il Mio Alexander.

 

- A presto, Mr Lightwood. - dico solamente, guardandolo esitare sulla porta, con espressione confusa.

- A presto, Mr Bane. - si limita a dire alla fine.

 

Quando va via, la diga si rompe, crollo a terra e le lacrime a lungo trattenute solcano le mie guance inesorabilmente. Un solo nome sulle mie labbra.

 

Alexander.

 

Due giorni dopo

 

Dopo due giorni trascorsi nella più assoluta disperazione, eccomi qui, di nuovo a percorrere questi corridoi, diretto da quello che ha tutta l’aria di essere l’amore della mia vita, ma che è in realtà un perfetto sconosciuto. Entro nella sala e lui è lì in piedi ad accogliere i rappresentanti dei nascosti. Mi fermo a guardarlo per un attimo, e come se lo avessi chiamato il suo sguardo si alza su di me e lui mi sorride. Il mondo smette di girare per un momento e poi tutto ritorna sul proprio asse. Mi muovo verso di lui con un animo diverso.

 

- È un piacere rivederla Mr Lightwood. - dico, stringendo la sua mano.

- Anche per me Mr Bane. Grazie per aver trovato il tempo di unirsi a noi. - il suo tono è così malizioso che per un momento mi dimentico dove mi trovo, in che secolo sono, cosa è successo, e sono pronto a buttarmi tra le sue braccia per intrappolarlo in un bacio senza fine.

Mi riscuoto e noto le nostre mani ancora unite. Lascio la presa sulla sua e con un sorriso stentato mi dirigo verso il tavolo.

 

Che la mia personalissima tortura abbia inizio.

 

Lo guardo, osservo i suoi movimenti, ascolto le sue parole e tutto questo non mi aiuta affatto a chiarire le mie idee.

Molti ricordi affiorano e mi colpiscono a tradimento. I nostri baci, le Sue carezze, il Suo modo di consolarmi. Il nostro viaggio a Tokyo. Mi sento sopraffatto dalle emozione ma mantengo un contegno fino alla fine della riunione, stringendo tra le mani il mio omamori.

 

Dopo tre ore di agonia, torno a casa di corsa e chiamo Catarina per raccontarle quello che sta succedendo.

 

- Magnus, sei sicuro di quello che dici? Non potrebbe trattarsi di un gioco della tua mente? - mi chiede in apprensione.

- Catarina, non sono pazzo! - urlo – Lui è… è Lui! Quello è il mio Alexander! Non so come o perché, ma sento che è così. È il pronipote di Max, per questo è un Lightwood. Io.. Cat, lo sento nel profondo del mio cuore...- dico lasciandomi cadere sul divano.

- Ok… ok. Dobbiamo chiamare Tessa, forse lei può dirci qualcosa che non sappiamo.- mi dice pratica.

Un’ora dopo, Tessa e Jem sono nel mio salotto, hanno ascoltato tutto quello che avevo da dire e mi guardano in un misto di pietà e confusione.

Poi Jem sembra illuminarsi.

- Anni fa ho letto qualcosa in uno dei libri dei Fratelli Silenti. Parlava delle anime gemelle. Si trattava di una sorta di magia involontaria. Sapete, i Nephilim amano davvero una volta sola nella loro vita. E quell’amore puro e incondizionato è magico. È successo raramente che un cacciatore si innamorasse di uno stregone, davvero poche volte. Se le due anime sono anime gemelle, quando la parte mortale della coppia muore in maniera violenta, la magia agisce meccanicamente, involontariamente e fa in modo di conservare quell’anima, fa si che possa reincarnarsi. Non sapevo fosse vero, non ho letto di casi concreti, era solo teoria in quel momento. Ma adesso, dopo il racconto di Magnus, a cui credo fortemente, penso che sia tutto vero. - dice ed in me si riaccende una speranza.

- Ma lui non aveva la sua magia quando Alec è morto! - dice Catarina, facendomi sussultare. - Inoltre Alec non ha alcun ricordo di Magnus a quanto pare. - conclude, guardandomi poi in modo dolce, come a volersi scusare.

- Si, non aveva la sua magia ma… ok, aspettate qui, Tessa, portami alla Città Silente. - Jem all’improvviso si alza e Tessa fa quello che dice. Rimango da solo con Catarina e nessuno dei due parla, persi nei nostri pensieri.

Poco dopo sono entrambi di ritorno, con in mano un grosso tono che poggiano sul tavolino davanti a noi.

- Ecco. Non si tratta di un incantesimo, ma di una magia ancora sconosciuta, operata dal fato stesso, quando le due anime gemelle vengono strappate l’una dall’altra con la violenza.

L’anima reincarnata potrà avere un aspetto diverso da quello avuto in passato, ma plausibilmente potrebbe essere la stessa persona, in tutto e per tutto.

Se le due anime si ritroveranno riusciranno in qualche modo a riconoscersi e saranno attratte l’una dall’altra, ma l’anima reincarnata non ricorderà la sua metà fino allo scoccare dell’esatto momento in cui si sono visti per la prima volta. - Jem continua a leggere e qual pizzico di speranza che c’era nel mio cuore, cresce sempre di più.

Forse….

- Quindi Alec, ora che si sono ritrovati, ricorderà Magnus solo nell’anniversario del loro primo incontro? Possiamo metterla così? - dice Tessa con un sorriso.

- Si, penso che potremmo metterla così. - le risponde Jem guardandola amorevolmente ma poco convinto.

- Devi solo ricordarti quando è successo! - Catarina mi si avvicina e vedo nei suoi occhi un velo di lacrime.

- Ricordo dove è stato, com’è stato. Ma non ricordo quando. - dico affranto.

- Magnus, è passato più di un secolo, è normale. Devi pensare positivo però. Abbiamo fatto una scoperta assolutamente sconvolgente! - lei mi scuote ed io le sorrido.

Li ringrazio tutti e chiedo loro di lasciarmi da solo. Non voglio chiudermi in me stesso, ma ho bisogno di pensare.

 

Qualche ora dopo, sono sul balcone del mio loft quando sento bussare alla porta.

Vorrei ignorare chiunque abbia deciso di disturbarmi, ma i colpi si fanno più insistenti e alla fine deciso di aprire.

Tutto potevo aspettarmi tranne quello che vedo.

- Alexander… cosa ci fai qui, a quest’ora? -

- Che cosa mi hai fatto? - chiede agitato.

- Prego? - lo guardo davvero confuso.

- Che cosa mi hai fatto? Perché da quando te ne sei andato oggi, ho delle visioni di noi due insieme, cose che non… non sono mai successe. Frammenti di scene, momenti che non ho mai vissuto. Che cosa diavolo significa?? - alla fine ha praticamente urlato.

Resto pietrificato per un momento e poi il mio sguardo si addolcisce.

 

- Per più di un secolo ho sperato di rivederti ancora, almeno una volta. - dico guardandolo.

- Che cosa significa? - mi chiede sulla difensiva, facendomi tornare in mente l’Alec dei primi tempi, quello schivo e restio ad ammettere i suoi sentimenti.

- Significa che… in un’altra vita, molti anni fa, noi due ci siamo già incontrati. Ma temo di non poterti dire altro, per il momento. - vedo qualcosa cambiare nel suo sguardo. Si alza dal divano di corsa e fa per uscire ma poi si ferma e si volta verso di me.

- Mi fido di te. Non so perché, ma è così. - dice, ed il mio cuore esplode. Sono le stesse parole che ha pronunciato la prima volta che ha dormito qui. Prima di scappare via alle prime luci del mattino.

Gli sorrido.

Lui si volta e lascia l’appartamento.

Forse c’è davvero una speranza. Forse …

 

 

 

 

Pov Alec

 

Scappo da quell’appartamento così caldo e familiare. Scappo da quell’uomo che mi attrae in un modo così sconosciuto.

Da quando l’ho incontrato, o meglio da quando l’ho rivisto dopo quell’unica volta dieci anni fa, non faccio altro che pensare a lui. E tutte quelle immagini che riempiono la mia mente sono così strane, così lontane eppure così vere.

Sono così confuso.

 

* La confusione è il primo segnale, è così che si scopre che c’è qualcosa sotto! *

 

La sua voce mi riempie la mente ancora una volta. E ancora una volta non capisco quello che mi succede. Ha detto che in un’altra vita ci siamo già incontrati, ma cosa significa?

Arrivo all’istituto e mi rinchiudo nel mio ufficio. Per ora non voglio vedere o sentire nessuno.

La mia testa sta esplodendo e il mio corpo freme.

Devo venire a capo di questa situazione.

 

 

Due giorni dopo

 

Sembra che le strane visioni o sogni ad occhi aperti che ho avuto due giorni fa, siano terminate, perché da quando sono andato via dall’appartamento di Magnus non è più successo.

 

Ho appena concluso una battuta di caccia con mio fratello, lui e la sua ragazza erano diventati troppo appiccicosi, così ho deciso di fare una passeggiata senza di loro. Mi sono perso nei miei pensieri, perché adesso mi ritrovo qui, davanti al suo palazzo e non sono sicuro di come ci sono arrivato.

 

Busso alla porta e questa si apre magicamente. Entro nel loft, con un po' di insicurezza.

- Magnus… c’è nessuno? -

- Alexander… non ti aspettavo! -

- Io… si.. scusami. Ecco… stavo camminando e mi sono ritrovato qui senza davvero sapere come ci sono arrivato. Ma… avevo bisogno di vederti. - dico, guardando ovunque tranne che verso di lui.

- Non sono sicuro di cosa dovrei dire o fare. Una parte di me sente il bisogno di scappare… - guardo fuori dalla finestra mentre parlo, la mia voce è quasi inudibile.

- E l’altra? - chiede avvicinandosi a me.

- L’altra vorrebbe solo buttarsi tra le tue braccia. - dico e sento subito le mie guance andare a fuoco.

Lui sussulta, e non capisco se è per quello che ho detto o perché mi sono voltato di scatto ed ora siamo così terribilmente e straordinariamente vicini.

Forse entrambe le cose.

- Alexander… vorrei poterti dire di più di quanto non abbia già fatto… ma non sarebbe giusto. - scuote la testa e si allontana da me. Che per un momento sento un brivido attraversarmi.

Vedo qualcosa cadergli dalla tasca e mi chino per afferrarlo.

- Cos’è questo?- chiedo. Lui si volta per capire di cosa sto parlando ma poi con uno scatto me lo strappa dalla mano. Lo guardo accigliato per il gesto brusco e perché non riesco a capire.

- Un regalo… un dono molto prezioso per me. - sussurra, guardando l’oggetto fatto di stoffa colorata.

 

* -Dovrebbe portarti fortuna e protezione.-*

 

Ho un capogiro mentre sento me stesso dire quelle parole.

E devo davvero averle dette ad alta voce perché la sua testa scatta verso di me e i suoi occhi sono pieni di lacrime.

- Si… - il suo è appena un sussurro.

- Lo porti sempre con te? Ho visto che ci giocherellavi quel giorno alla riunione del consiglio. - chiedo, curioso di conoscere la storia.

- Si, sempre. - dice solamente.

- Perchè?-

- Perchè me lo hai regalato tu. - Boom.

Lo ha detto in maniera così semplice e sicura che quasi gli credo. Ma questo non è semplicemente possibile.

Scuoto la testa e provo ad allontanarmi da lui.

- Questo non… non è possibile.- dico prendendomi la testa tra le mani.

- Alexander io… non avrei dovuto dirlo. Così ti confondo solo le idee e non hai bisogno di questo..-

- Ti prego Magnus dimmi che cosa mi sta succedendo.- lo imploro afferrandogli le spalle e guardandolo negli occhi.

- Non posso… -

Dovrei arrabbiarmi, ma non ci riesco.

Guardo le sue labbra e poi di nuovo i suoi occhi e l’attimo dopo lo sto baciando.

 

È un bacio disperato e fuori controllo.

 

Quando ci stacchiamo, riapro gli occhi lentamente e quello che vedo mi colpisce in pieno petto.

 

I suoi occhi.

 

Il glamour è sparito ed il suo marchio da stregone si mostra a me. I suoi occhi da gatto mi guardano pieni di un sentimento che potrebbe distruggermi e riportarmi in vita nello stesso istante.

Quando si accorge di quello che sta succedendo prova a staccarsi da me, per nascondersi. Lo blocco subito e afferrandogli il volto con delicatezza fisso di nuovo lo sguardo nel suo.

 

- Magnus, sono bellissimi. Tu sei bellissimo. - dico.

 

Le lacrime che ha trattenuto fino ad allora, sgorgano come un fiume in piena.

Ed è in quell’esatto momento che un dolore lancinante mi fa piegare in due.

Porto una mano al cuore che sembra volermi schizzare fuori dal petto da un momento all’altro.

 

Sono in questo stesso appartamento, ma è tutto semi distrutto.

 

* - Io sono Magnus, non credo ci abbiamo presentato! -

-Alec - *

 

Poi la scena cambia. Sono fuori dall’istituto, ho paura, mi guardo intorno e poi qualcuno tocca il mio braccio.

 

* - Magnus… io ti amo! -

- Ti amo anch’io! - *

 

 

La visione cambia. Sono nella stanza delle cerimonie dell’istituto. Sembra un matrimonio. Sono vestito da sposo. Magnus è davanti all’ingresso e mi guarda. Vado verso di lui e lo bacio con passione davanti a tutti.

 

 

Vengo sbalzato via in un altra scena. Sono a casa di Magnus.

* - Ho sentito dire che una relazione richiede impegno. -

- Io sono per l’impegno! - *

 

Altre scene di vita quotidiana. Baci. Abbracci. Sorrisi innamorati.

 

E poi sono di nuovo qui, nell’appartamento di Magnus. Sono agitato, c’è del fuoco. Magnus è in mezzo al fuoco.

 

* - Ti amo Alexander! -

- Ti amo anch’io! - *

 

 

E poi eccola. La visione più terribile di tutte.

Sono a terra, in un vicolo, una freccia è infilata nel mio cuore.

Non riesco a respirare bene.

 

* - ALEC! - è Magnus ad urlare. Sospiro e sorrido.

 

- La mamma l’ha detto che avresti fatto un’entrata ad effetto. -

- È una donna saggia. -

 

Tossisco e sento le forze abbandonarmi.

 

- Resta con me… -

 

- Ti amerò per sempre Magnus Bane. -

 

- Alexander… - *

 

 

 

Le visioni finiscono ed io ritorno alla realtà.

 

- Alexander… che ti succede? - mi chiede Magnus in apprensione.

Lo guardo e finalmente tutto torna al proprio posto.

Il suo amore per me, il mio amore per lui. La mia morte. La mia rinascita.

 

- Quanto tempo è passato? - gli chiedo. La sua espressione si fa confusa. Sorrido.

- Quanto tempo è passato dalla mia morte Mags? - riformulo la domanda e lui spalanca gli occhi dalla sorpresa.

- 121 anni. - sospira e mi guarda, come a voler sondare la mia espressione.

- Mi ricordo tutto. - gli dico, prima di stringerlo in un abbraccio. Lo sento inizialmente rigido ma poi si lascia andare e mi stringe a sua volta, bagnando di lacrime la mia spalla e ripetendo il mio nome come una litania.

 

- Il momento in cui vi siete visti per la prima volta… sapevo che non si riferisse al nostro primo incontro. - dice, guardandomi negli occhi, il suo marchio ancora in vista. Lo guardo confuso e lui sorride commosso.

 

 

- Non posso più perderti Alexander. -

- Fino a quando tu sarai qui… non vado da nessuna parte! -



Giuro, questa storia mi è uscita totalmente di getto! L'ho scritta piangendo! https://www.youtube.com/watch?v=hJLJ9EbpwSs
Adesso potete vedere il video che mi ha ispirata... riempitelo di LIKE! Merita davvero! 
xx
G. 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: GeGe_S