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Autore: Neko    26/06/2018    1 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

 

Le bambine guardavano terrorizzate la scena davanti a loro. Erano al sicuro grazie al campo di forza creato da Emma, ma questo non valeva per la salvatrice, che già da diverso tempo, stava combattendo contro quelle arpie.

Vedevano che il numero era diminuito e che da dieci, ne erano rimaste solo tre. Il problema era che la donna era visibilmente stanca e il fatto che aveva cominciato ad avere l’affanno per lo sforzo fisico, l’aveva portata a immettere nei polmoni più aria malsana e a causa di ciò, a volte, vedevano come Emma nei pochi istanti di pausa, si portasse le mani al petto e tossisse.  Ma quei momenti di riposo erano veramente brevi e la donna vide nuovamente quegli esseri piombare su di lei. Si concentrò ancora una volta sulla sua magia e scagliò nuovamente via quegli esseri, prima di crollare inginocchio, tenendosi con le braccia per non colpire il terreno. Era stremata e non si accorse del pericolo, fin quando si sentì buttata violentemente a terra e un  forte dolore  al fianco.

“Mamma!” urlò Alice e fu proprio in quel momento la bambina scomparve.

 

“Calmati tesoro, ci sono qui io!” disse Snow, che era stata avvertita da Neal, che la sua nipotina aveva preso ad agitarsi nel sonno ed entrò in camera giusto in tempo, per vedere la bimba sedersi di scatto e chiamare la madre.

Alice si guardò intorno. La luce del mattino illuminava la stanza e comprese di non trovarsi più in quel posto infernale. Era nuovamente al sicuro nella sua casa, ma subito si ricordò di cosa le avesse chiesto la madre e correndo al piano di sotto, chiamò suo padre.

Lo chiamò ripetutamente e cominciò ad agitarsi quando non ricevette risposta. Snow, inseguendola, le afferrò dolcemente le spalle e cercò di calmarla.

“La mamma è in pericolo, ha bisogno di aiuto. È ferita e Roni è…devo avvertire papà!” disse la bambina spaventata per aver visto la madre venire ferita.

Snow sussultò a quelle parole. Non sospettò minimamente di un sogno che l’aveva semplicemente spaventata. La bambina ed Emma avevano una magia simile e questa aveva sicuramente fatto da collegamento e ora la piccola era l’unico mezzo che sua figlia aveva per chiedere aiuto.

Snow avvertì immediatamente David, il quale a sua volta, diede appuntamento a Killian e Regina davanti da Granny’s da lì a pochi  minuti.

Alice corse tra le braccia del padre appena lo vide e Killian cercò di confortarla, chiedendole però di raccontarle tutto.

 

Emma si tenne il fianco ferito dagli artigli di una arpia sbucata dal nulla che l’aveva atterrata senza il minimo sforzo. Non era una delle dieci bestie che aveva abbattuto e sebbene fossero tutte pressoché uguali, poteva dirlo dal colore delle piume, non tanto diverso, ma abbastanza da poterla differenziare dalle altre.

Riuscì a mandarla via  per qualche momento, giusto il tempo per accorgersi della scomparsa della figlia.

Vedeva lo sguardo spaventato di Roni e sapeva che non poteva cedere nonostante la stanchezza accumulata sia dal suo rifiuto di dormire sia dalla battaglia con quegli esseri. Però dentro di sé potè cominciare a sperare. Comprese che la sparizione della figlia, era dovuto al suo improvviso risveglio e sperava vivamente che la piccola si ricordasse del sogno. Era la loro unica speranza.

Si rimise in piedi e, tamponandosi la ferita con la giaccia di pelle e ignorando il dolore, si preparò ad affrontare l’arpia.

 

“Siamo arrivati, ma il bosco è un po’ troppo generico. Alice riesci a ricordarti qualche dettaglio in più che ci possa condurre da Roni ed Emma?” chiese Regina speranzosa, abbassandosi all’altezza della bambina.

La piccola scosse la testa per un attimo, poi si ricordò qualcosa.

“Mentre scappavamo da quei mostri, ricordo che abbiamo superato i due alberi che si abbracciano!” disse la piccola, scatenando gli sguardi confusi di Robin, Regina e David.

“So io dove si trovano. A nord di Storybrooke, non tanto lontano da qui!” disse Killian, per poi cominciare a correre facendo strada a tutti.

Ci misero una decina di minuti per arrivare all’albero, ma di Emma e Roni nessuna traccia.

“Qui non ci sono!” disse Regina guardandosi intorno, in cerca di qualche indizio che tornasse loro utile, cosa che non tardò ad arrivare, quando un bagliore luminoso attirò la loro attenzione.

“Che cos’era?” chiese Robin.

Regina sorrise “Magia bianca. È la magia di Emma!”

Ripresero tutti a correre  e finalmente poterono intravvedere le due salvatrici.

Regina vedendo Roni, cercò di correre immediatamente da lei, ma Robin, la spinse a terra quando un colpo di magia rischiò di colpirla.

“Emma!” urlò David, vedendo la figlia che veniva nuovamente scaraventata a terra da una forza invisibile.

Regina comprese che la stessa cosa che era successa in biblioteca, si stava ripetendo. Vi era qualcosa in quel momento con loro, qualcosa che non era percepibile ai loro occhi, ma tremendamente reale per Emma e Roni.

“Dobbiamo riuscire a svegliarle!” disse Killian, provando ad avvicinarsi ad Emma, fermato però da David.

“Cosa hai intenzione di fare? Emma sta usando la magia, senza  sapere che noi siamo qui. Potrebbe essere pericoloso!” disse David.

A Killian non era sfuggito il sangue sui pantaloni e di come sua moglie di teneva dolorante il fianco sinistro.

“Guarda tua figlia David. È ferita ed esausta e tu mi chiedi di stare attento?  Devo salvarla e sarei disposto a gettarmi nel fuoco se servisse a qualcosa!” disse Killian, cercando di liberarsi dalla presa del suocero.

“Ti do ragione, ma non è facendoti uccidere da lei che la potrai aiutare. Dobbiamo trovare un altro modo!” disse David spostando lo sguardo su Emma che in quel momento cercava appoggio da un albero, mentre un colpo di tosse la scosse e la fece gemere ancor di più per il dolore.

Regina vide Roni battere su un campo di forza che compariva solo quando i suoi pugni la colpivano e Regina comprese che quella era opera di Emma, che aveva cercato di mettere al sicuro la bambina.

Regina si avvicinò al campo di forza insieme a Robin e cercarono di svegliare la bambina. Il sindacò usò lo stesso metodo che aveva usato con Emma, cercando di far percepire la sua presenza con i suoi poteri.

Roni guardò alla sua destra spaventata, sentendo qualcosa di strano, quando improvvisamente cominciò a intravvedere la sagoma di sua madre e suo padre circondati dalla luce del giorno. Non erano nitidi, ma era sufficiente a farle comprendere che i soccorsi erano arrivati.

La bambina sorrise e chiamò Emma per dirle che stesse succedendo.

Regina si accorse che la bambina era in grado di vederla e la sentiva annunciare il loro arrivo ad Emma, ma l’espressione di Roni da felice, si trasformò in impaurita.

Regina vide il cambio di espressione della figlia e le domandò cosa stesse succedendo, ma l’unica cosa che sentì fu il nome di Emma pronunciato dalle labbra della piccola.

Le cose non si stavano mettendo bene, perché il sindaco potè chiaramente notare, il campo di forza che stava proteggendo la figlia cadere.

Emma era a terra ansimante, dopo aver colpito duramente un albero, incapace di trovare la forza di rialzarsi. La stanchezza era troppo e il dolore non le risparmiava nemmeno il più piccolo osso che aveva in corpo. L’oblio minacciava di prenderla e il suo corpo si era arreso. Non importava quanto la sua mente non volesse morire e perdere le tappe importanti che sua figlia avrebbe percorso. Una lacrima le scese dal viso, quando vide l’arpia abbattersi  per l’ennesima volta su di lei, questa volta per darle il colpo di grazia. Era convinta che ormai la sua ora fosse giunta, ma il destino aveva altro in mente per lei perché un’onda di magia bianca andò a colpire quel demone, salvandola.

Emma spalancò gli occhi, riconoscendo la magia. Era la sua, ma non essendo stata lei, solo una persona poteva averla soccorsa.

Roni!” disse in un sussurrò, riuscendo a malapena a voltare il capo per vedere la bambina correre verso di lei.

“Emma, la mamma e il papà sono qui. Possiamo andarcene!” disse Roni, guardando Regina, che l’aveva raggiunta e ora era li a fianco a lei.

“Non…non riesco a percepirla!” disse Emma in un sussurro, chiudendo gli occhi e gemendo.

“Tesoro, prendile la mano, fai tu da collegamento!” disse Regina incoraggiandola, quando Roni la guardò, non sapendo esattamente cosa fare.

La bimba seguì il suo consiglio e semplicemente le strinse la mano e tutto intorno a loro si trasformò e tornò normale.

“Regina!” disse Emma           quando vide la donna china su di lei. La donna, sorrise “Si e non sono sola!” disse per poi spostarsi, per permetterle di vedere la sua famiglia dirigersi verso di lei.

“Emma!” urlò Killian poco prima di inginocchiarsi accanto a lei “Devi smetterla di farmi preoccupare così!”

“Emma!” chiamò a sua volta David, seguendo l’esempio del pirata, tenendo la mano di Alice che più volte, aveva cercato di correre dalla madre, senza sapere se c’era ancora pericolo o meno.

“Mamma!” disse la piccola prendendo posto vicino al padre.

Emma le sorrise, ma presto la sua espressione si trasformò in una smorfia.

Gemette sentendosi a pezzi.

“Non ti sforzare love, hai già fatto abbastanza!” disse Killian sollevandola come una sposa, cercando di essere il più delicato possibile.

Emma appoggiò la testa al suo petto felice di essere nuovamente tra le sue braccia, ma un altro colpo di tosse scosse il suo corpo, facendola irrigidire per il dolore.

Non fu l’unica però a tossire.

Roni, tutto bene tesoro?” disse Regina preoccupata, quando vide la  bimba portarsi una mano alla gola e solo allora si rese conto che legata al collo aveva una stoffa strappata.

“l’ha fatta Emma, per proteggermi dall’aria cattiva!” disse la bambina, vedendo la domanda non  formulata negli occhi della madre.

Regina la guardò preoccupata.

 Emma sentendo le parole della bimba, spiegò “L’aria…non era respirabile per…i vivi! disse la salvatrice prima di ricominciare a tossire nuovamente e più a lungo.

“Dobbiamo portarvi subito in ospedale!” disse Regina teletrasportando tutti al pronto soccorso.

 

Passò diverso tempo, durante i quali Emma e Roni erano state ricoverate nella stessa stanza, avendo gli stessi sintomi. Regina aveva potuto curare le loro ferite, ma non equilibrare i loro parametri vitali.

Snow e Neal avevano raggiunto il resto della famiglia e ora aspettavano informazioni sulla salute delle due salvatrici.

Whale si presentò loro e disse “Tutto sommato stanno bene. Il livello di ossigeno era basso rispetto ai valori normali, ma i valori stanno tornando normali grazie all’ossigeno che gli stiamo fornendo. In più abbiamo riscontrato che entrambe erano disidratate e abbiamo provveduto a collegarle a una flebo per reidratarle, ma la domanda sorge spontanea…come hanno fatto a ridursi così? Non date da bere  a vostra figlia  e moglie?” chiese Whale a Regina e Killian.

“Vedi di fare poco lo spiritoso e dicci se si riprenderanno!” disse il pirata.

“Non mi sembra di aver parlato arabo, come ho detto stiamo fornendo loro le cure necessarie si riprenderanno presto. Una notte in osservazione  e staranno benone!” rispose Whale.

“Possiamo vederle?” chiese Snow.

Whale annuì e indicò loro la stanza.

Roni appena vide i genitori, provò a muoversi, ma subito la mascherina sul volto e la flebo del braccio, le ricordarono di dover stare ferma, ma presto ebbe quello che voleva, sentirsi protetta nelle braccia dei suoi genitori.

Emma giaceva sul letto, addormentata, anche lei con la flebo sul braccio e la maschera d’ossigeno per riequilibrare il livello di ossigeno nel sangue. Snow le si avvicinò guardando il volto della sua bambina che nonostante il sonno non sembrava in pace. Questo la turbò e vedendo l’espressione di Killian, poteva scommettere che quello che passava per la sua testa, stesse tormentando anche i pensieri del pirata.

“ Credi che sia di nuovo…” cominciò Snow.

“Non lo so” spero vivamente che questo per lei sia veramente un sonno ristoratore e non un nuovo viaggio negli inferi!” disse Killian stringendo la mano della salvatrice. Non aveva potuto salvarla prima e non sapeva come aiutarla in quel momento. Si sentiva inutile.

Regina osservò l’amica e sospirò prima di dedicare la sua attenzione alla figlia e vedendo che non era stanca, grazie a Emma che si era presa cura di lei. Le chiese di mettere al corrente tutti loro di quanto era successo.

Raccontò di come si erano ritrovati da un momento all’altro prima nella Storybrooke reale a quella che la piccola chiamava immaginaria, della loro fuga attraverso la città e poi attraverso il bosco e di come una volta che si era svegliata dal suo sonno, vide Emma parlare con cinque persone, le stesse che nel momento prima le avevano aggredite.

Non seppe però dire loro di cosa stessero parlando, ma aveva letto nel volto di Emma paura e colpa, la stessa espressione che lessero tutti un momento dopo, quando Emma si svegliò di colpo.

 

  
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