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Autore: JEH1929    28/06/2018    1 recensioni
"Perché, per quanto si cerchi di fuggire dal passato, di lasciarselo alle spalle, quello è sempre lì dietro l’angolo, pronto a richiamarti indietro alla minima deviazione.
Non posso sfuggire all’attrazione fatale di Neptune."
Fanfiction ambientata 5 anni dopo la fine della terza stagione, senza tenere conto del film e dei libri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- … lo sceriffo Vinnie Van Lowe ha, questa mattina, arrestato due membri considerati integerrimi della nostra comunità. Stewart e Rose Manning sono stati denunciati dalla loro secondogenita, Lizzie, di maltrattamenti e violenze sulla più piccola Grace…
L’immagine mostra un ridente Vinnie mentre trascina via un impettito e sprezzante Stewart Manning, poi la ripresa si sposta su Lizzie Manning, che tiene per mano la piccola Grace. I suoi due enormi occhi, leggermente cerchiati di scuro, mi procurano una lieve fitta al petto. Come ho potuto non fare niente fino ad ora? Come ho potuto tollerare che questa faccenda andasse avanti per altri sei anni, dopo averla scoperta? Grace dimostra meno dell’età che dovrebbe avere, ma forse sono soltanto i miei occhi a farmela sembrare così piccola e indifesa, come mi era sembrava quella volta in cui l’avevo trovata chiusa nello sgabuzzino dietro l’armadio e lei mi aveva detto che non poteva uscire altrimenti suo padre si sarebbe arrabbiato con lei.
- Veronica, non è colpa tua. – Duncan, seduto sul divano al mio fianco, mette una mano sulla mia e mi sorride.
Dopo la chiamata che ho ricevuto quando ero da Logan, mi sono precipitata a casa e ho trovato Duncan che mi aspettava, per assistere insieme all’arresto in diretta televisiva, visto che, per adesso, non è ancora prudente che si faccia vedere in giro.
Probabilmente anche lui prova lo stesso rimorso che provo io. Ma lui se ne è andato, ha dovuto salvare Lilly dai nonni, non poteva occuparsi anche di Grace, dovevo essere io a fare qualcosa, se non altro in memoria di Meg.
- L’importante è che adesso sia tutto finito. – continua.
- Avrei potuto farlo finire prima, se avessi voluto. – protesto, a bassa voce.
- Veronica, eri una ragazzina e portavi sulle spalle già abbastanza pesi per poterne sopportare un altro. Adesso è tutto risolto, Grace ha Lizzie e verrà sicuramente seguita da diversi psicologi, vedrai che starà bene.
Non rispondo, limitandomi a fare un sospiro.
- Hai salvato Lilly e questo è più che sufficiente.
Alzo lo sguardo verso di lui.
- Almeno per me. – conclude e mi sorride, con il suo solito sorriso caldo e rassicurante.
Improvvisamente il mio telefono suona e l’incantesimo si rompe. Con un sobbalzo ritraggo la mano dalla sua e rispondo alla chiamata.
- Tesoro! – la voce di mio padre al telefono è esultante.
- Ciao, papà!
- Duncan ti ha avvertito? Hai visto il notiziario?
- Sì, lo stiamo vedendo proprio adesso.
- Con questo tutte le accuse di rapimento contro Duncan cadono definitivamente!
- È quello che volevamo, no? – gli chiedo, con voce ammiccante.
Mio padre ride.
- Sto tornando adesso. Con quello che sono riuscito ad ottenere Duncan sarà un uomo libero entro pochi giorni.
- Perfetto.
Ci salutiamo e riattacchiamo.
- Mio padre dice che sarai un uomo libero entro pochi giorni! – annuncio trionfante a Duncan.
Lui sorride.
- Non puoi immaginare che sollievo possa provare a queste tue parole. – risponde.
- No, credo di non potere.
- Poter finalmente tornare alla mia vecchia vita, avere di nuovo una famiglia normale, e non fare quella faccia, perfino Celeste mi è mancata in tutti questi anni, avere di nuovo degli amici, una ragazza…
Duncan lascia che le parole si diffondano nella stanza, continuando a fissarmi negli occhi.
Involontariamente mi ritrovo a distogliere lo sguardo dal suo, senza sapere esattamente il motivo.
- Devo andare! – annuncio, prendendo la borsa, - E Lilly avrà bisogno di te.
- Sì, hai ragione. – dice lui, scuotendosi a sua volta.
 
 
Brava Veronica! Sempre un ottimo modo per sfuggire ai problemi, come al solito, continuo a ripetermi mentre guido verso il luogo dell’appuntamento con Travis, che oggi arriva da San Diego. Almeno non è stata veramente una scusa per andarmene, dovevo davvero uscire o sarei arrivata in ritardo. Tuttavia non riesco a spiegarmi la mia strana reazione, né le strane parole di Duncan. Che cosa avrà voluto dire?
Parlando di problemi, non ho potuto fare a meno di notare l’espressione di Logan quando me ne sono andata. Dopo aver trascorso una giornata così tranquilla e perfetta, quando sono tornata dalla cucina era così pallido e tirato che sembrava l’avessero appena colpito con un pugno particolarmente doloroso nello stomaco. Ma forse è stata soltanto una mia impressione. Se avesse avuto qualche problema, me ne avrebbe parlato. Probabilmente era solo contrariato per la mia partenza improvvisa, dopo che avevamo trascorso delle così belle ore insieme.
Travis mi aspetta seduto nella sua macchina incasinata a sporca, la sua base. Tiene un grosso panino nella mano destra, mentre con l’altra pigia i pulsanti di un computer di ultima generazione e stranamente immacolato. Ma Travis tiene ai suoi strumenti tecnologici più che a qualsiasi altra cosa, sicuramente più che a sé stesso, mi dico, notando la macchia di maionese caduta dal panino sulla manica della maglietta che indossa.
Non appena mi vede, chiude il computer, lo deposita delicatamente nella custodia sul sedile del passeggero ed esce dall’auto.
- Veronica! – mi saluta calorosamente.
- Ciao Travis!
- Mi sembra di non vederti da un secolo. – dice.
In effetti anche io ho la stessa sensazione, anche se, con tutto quello che è successo, non me ne stupisco affatto.
- Tutto bene a San Diego?
- Oh sì, escludendo il fatto che Frank è imbestialito con te e minaccia ogni giorno di licenziarti e la povera Jenny si subisce tutte le sue sfuriate stolidamente, come al solito.
Mi mordo un labbro, sentendomi in colpa.
- Ma non preoccuparti, sai com’è fatta Jenny, tutto le scorre addosso come se niente fosse. E sono convinta che lei pensi che, se ci stai mettendo tanto, ne valga la pena.
- E Frank?
- Frank si lascia andare ai soliti scatti d’ira, lo conosci, ma anche lui pensa sicuramente che sia una cosa importante, altrimenti non si limiterebbe a strepitare tanto, metterebbe in pratica le sue minacce. E poi sei una investigatrice troppo importante per lui.
- E tu? – chiedo alla fine.
- Io sono qui! – dice, con un gran sorriso, allargando le braccia, e in quel momento sembra accorgersi della macchia di maionese crollata dal suo panino.
- Dannazione!  - esclama, cercando di pulirla.
Scoppio a ridere. Sono contenta di aver trovato degli amici validi anche a San Diego.
- Bene, adesso vorrei conoscere la tua amica. – dice, quando ha finito di pulirsi la macchia.
- Diretto come al solito.
- Certo, me ne hai parlato così tanto che sono proprio curioso di conoscere questo genio dei computer. – dice, apparentemente scettico.
- Non ne rimarrai deluso. – gli assicuro.
In effetti, dopo aver analizzato le attrezzature di Mac ed essere stato tre lunghissimi minuti in estasi davanti ad un apparecchio dalla funzione per me indefinibile, Travis mi rivolge un’occhiata, puntando il dito contro la mia amica.
- È davvero forte! – esclama.
Mac scoppia a ridere.
- Visto? Te lo avevo detto. – rispondo.
Prima che inizino un’altra interminabile discussione su chip, memorie, firewall ecc ecc, mi affretto a parlare a Travis di quello che mi sta succedendo, senza entrare troppo nei dettagli. Lui fa un’espressione strana e si scambia un’occhiata con Mac, ma non commenta, discreto come al solito, riguardo a queste cose. Mac gli mostra quello che ha scoperto e insieme si mettono a pigiare sui tasti dei loro computer, completamente immersi in una nuova incomprensibile conversazione. Mi alzo e li saluto, ringraziando nuovamente Travis per essere venuto fino a Neptune per aiutarmi.
- A cosa servono altrimenti gli amici? – chiede lui, mentre sto uscendo.
Mac alza la testa e mi lancia un’occhiataccia. Una piccola fitta di senso di colpa mi attraversa. Mi affretto ad avviarmi all’uscita.
- L’hai sentito, Veronica? L’hai sentito bene? Ecco a cosa servono gli amici! – mi urla dietro Mac.
 
 
È stata una giornata stancante e sono finalmente felice di poter andare a casa da mio padre. Direi che ne ho abbastanza per un bel po’. Fra l’incidente, Duncan, Travis e tutto il resto, ne ho abbastanza di tutto. Mi rendo conto di non aver pensato affatto a Logan nell’elenco di cosa di cui ho abbastanza. Strano, di solito riesce sempre bene a farmi impazzire e imbestialire.
Mentre salgo le scale il mio telefono squilla. Penso di non rispondere, ma quando vedo chi mi sta chiamando non esito un secondo ad accettare la chiamata.
- Ciao, Logan. Se ti stai chiedendo se sono sana e salva, ti assicuro che… – dico in tono allegro, mentre un sorriso mi compare sulle labbra.
- Ho bisogno di parlarti. – mi interrompe, la sua voce è strana, brusca, molto diversa da quella che mi sarei aspettata.
- Che succede?
- Non so, magari potresti spiegarmelo tu.
Eh? Ma che sta dicendo?
- Non possiamo parlare domani? Sono sfinita…
- No. Adesso. – sembra irremovibile.
Che sia successo qualcosa di grave? Che abbia scoperto qualcosa sul killer di Lara? Potrebbe essere in pericolo.
- Arrivo. - riattacco.
Mentre guido verso casa sua, ripenso a quello che mi ha detto la madre di Lara. Qualcuno ha incontrato sua figlia poco prima dell’omicidio. Non so perché ma sono sicura che quel qualcuno sia la chiave per scoprire qualcosa su questa storia. Poteva essere qualcuno che Lara conosceva? Ne dubito, sua madre ha detto che sembrava a disagio, spaventata quasi. Però poi non ha voluto dirle niente, quando le ha chiesto chi fosse. Magari Lara non pensava che quell’uomo potesse rappresentare una minaccia per lei, almeno non una minaccia tanto grave. Tutto questo continua a non darmi alcun dettaglio o indizio su chi possa essere. Dannazione!
Magari Logan ha davvero scoperto qualcosa, dal tono sembrava impaziente, ma anche piuttosto strano.
Quando mi apre la porta mi accorgo subito che qualcosa non va. Logan ha i muscoli tesi ed evita di toccarmi in ogni modo possibile, anzi, non appena mi chiudo la porta alle spalle, lui va dall’altra parte della stanza, il più lontano possibile da me. Non mi guarda, ma i suoi occhi continuano a vagare inquieti al pavimento, al muro, per poi soffermarsi un secondo su di me. Stringe i pugni in maniera inquietante. Quello che è successo deve essere ben più grave di quanto avessi previsto.
Improvvisamente ricordo la sua aria strana di prima, quando me ne sono andata. Ma cosa può essere successo in quei pochi minuti in cui sono stata in cucina? E perché non me ne ha parlato subito? Questo non è un comportamento da Logan. Non è mai stato un tipo molto bravo nel nascondere le emozioni e tanto meno nel non esternarle nel momento stesso in cui le provava.
- Logan, che succede? – mi accorgo che la mia voce è più ansiosa di quanto pensassi.
- Non lo so, Veronica, forse potresti dirmelo tu. – ripete, per la seconda volta, ma questa volta, nella sua voce, noto una nota di sarcasmo, oltre alla durezza di prima.
- Che cosa dovrei dirti? – chiedo, come un’idiota.
Si stacca dal punto dove è appoggiato, tornando a guardarmi. Nei suoi occhi leggo rabbia, frustrazione e… delusione?
- Il fatto che tu non abbia idea di cosa devi dirmi è un’ulteriore prova. Perché mai dire qualcosa al buon vecchio Logan? Quando mai lui deve sapere qualcosa? È troppo stupido per coinvolgerlo in qualsiasi cosa. Un peso, come al solito. È questo che dovreste aver pensato, no? Non sarebbe neanche la prima volta.
Lo guardo, senza capire.
- Logan, ma che diavolo stai dicendo? Dobbiamo aver pensato? Noi chi? – chiedo.
La rabbia nei suoi occhi sovrasta tutto il resto e per un attimo ho l’impressione che potrebbe rompere qualcosa, addirittura colpirmi. Ma io non ho paura di Logan, non ho mai avuto paura di lui. Però lui si trattiene.
- Veronica, basta! È il momento di smetterla con questa commedia. So tutto.
- Sai tutto?
- L’ho vista, ho visto la chiamata.
La chiamata? Continuo a non capire. Per qualche secondo continuiamo a studiarci in silenzio, finché la verità non comincia a farsi strada lentamente nel mio cervello. La chiamata. Ho capito adesso, la chiamata di Duncan. Ecco cosa ha visto questa mattina. Nel momento in cui la consapevolezza illumina i miei occhi, Logan sembra capirlo, perché fa un suono sprezzante, tornando ad appoggiarsi al muro e allargando le braccia, in un chiaro invito a dire qualcosa per giustificarmi. Mi sta dando la possibilità di difendermi e quello che vorrei fare sarebbe dirgli tutta la verità, in fondo che male ci sarebbe? Duncan tra poco sarà libero. Apro la bocca per iniziare a spiegarmi.
Ma poi mi ricordo le parole di Duncan. Mi ha espressamente chiesto di non dire niente a Logan. E, in fondo, questa faccenda non riguarda me, ma lui. Non ho alcun diritto di dire niente che riguardi Duncan senza il suo diretto permesso. E lui mi ha chiesto esattamente il contrario. Chiudo la bocca e deglutisco. Una nuova ombra scura sembra attraversare gli occhi di Logan. Dolore? Delusione?
- Come pensavo… - dice, abbassando la testa e distogliendo lo sguardo da me, come se non riuscisse neanche più a guardarmi.
Faccio di nuovo per dire qualcosa, boccheggiando, senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Ed infine, in modo sconnesso, mi escono le parole peggiori che potessi dire.
- Beh, Logan… insomma, direi che questi non sono affari tuoi.
Dannazione! Peggio di così non poteva andare.
Alza la testa di scatto e mi guarda. Il suo sguardo è di fuoco. Però è pure irremovibile. L’ho visto poche volte così sicuro di sé. In un modo o nell’altro ero sempre riuscita a giostrarmela nel modo giusto con lui, perché adesso è così difficile?
- Non sono affari miei? Mi stai prendendo in giro?
Fa un passo verso di me e io mi ritrovo involontariamente a indietreggiare, sento che potrei essere incenerita dai suoi occhi da un momento all’altro. Lui se ne accorge e si ferma, un sorriso beffardo sulle labbra.
- Ma come? La grande Veronica Mars spaventata è senza parole? Non riesci a inventarti neanche una scusa da propinarmi come fai di solito? È davvero così difficile? – il tono è cattivo, accentuato da tutta la sua delusione e la sua rabbia.
Di nuovo sono sul punto di dirgli tutto, ma non posso. Non posso proprio.
- Si tratta di un caso. – balbetto, sconnessamente.
- Ah, si tratta di un caso il fatto che il mio migliore amico sia ricomparso dal nulla dopo sei anni di latitanza senza che io ne sapessi minimamente qualcosa? Per non parlare del fatto che, quando è scomparso, non mi ha neanche salutato.
- Mi pagano per non rivelare dettagli dei miei casi. – la mia voce è quasi un sussurro, quasi non mi riconosco.
- Ah, allora è una questione di soldi? Nessun problema. Sai che quelli non mi mancano proprio. Anzi, è l’unica cosa a non mancarmi.
Estrae ostentatamente il portafoglio dalle tasche e prende tutte le banconote che ci sono dentro, le alza in aria e le tira nella mia direzione.
- Potrai averne anche altre, per il momento è tutto quello che ho. – sorride di nuovo, con quel suo sorriso insopportabile.
Abbasso lo sguardo con lentezza sulla mazzetta di banconote ai miei piedi. Confusamente penso che siano tanti soldi, ma il mio sguardo si fa opaco, lacrime rischiano di colarmi lungo le guance. Ma cosa sta succedendo? Reprimo le lacrime, fino a farmi bruciare gli occhi, poi alzo di nuovo lo sguardo. Parlo in preda all’ira, prima di riuscire a fermarmi.
- Come ti permetti? – mi accorgo che mi trema un po’ la voce, non so se per via delle lacrime represse o per la rabbia, - Stai veramente cercando di comprarmi? Pensi che sia in vendita? Ma come osi? Tutte le volte che ti ho salvato il culo gratis e tu pensi che io sia davvero così miserabile da volere i tuoi sporchi soldi da 09?
Faccio una pausa, l’aria è elettrica, siamo entrambi sul punto di esplodere e non so come possa andare a finire. Ma non riesco a controllarmi.
- Se questo è quello che pensi di me, non abbiamo più niente da dirci. – concludo, voltandomi.
- Oh, adesso scappi? Non ho mai pensato che fossi una codarda, oltre che una bugiarda e calcolatrice, ma potrei cambiare idea.
Mi volto nella sua direzione e troppo tardi mi rendo conto delle lacrime che hanno iniziato a solcare le mie guance.
- Sei uno stronzo. – adesso la mia voce trema visibilmente.
Logan abbozza un altro sorrisetto sarcastico e mi si avvicina pericolosamente.
Indietreggio di nuovo.
- E adesso cosa hai intenzione di fare? Vuoi colpirmi? Non mi aspetterei niente di meno dal figlio di Aaron Echolls.
Prima ancora di aver finito di parlare mi rendo conto dell’enormità di quello che ho detto. Il dolore attraversa gli occhi di Logan e lui barcolla, come se lo avessi colpito al petto con qualcosa di pesante.
- Io non sono come mio padre. – balbetta, - non ti ho mai fatto del male. Le persone che ho picchiato se lo meritavano… - alza lo sguardo ferito verso di me, - spesso l’ho fatto per te…
- Beh, io non te l’ho mai chiesto. – rispondo, ormai non riesco più a fermarmi, ho bisogno di dire tutto, - Avrei preferito che non mi avessi tradito con la persona che odio più al mondo, quando dicevi di amarmi.
Logan si avvicina e questa volta sono davvero convinta che mi colpirà. Alza un braccio e io mi metto sulla difensiva, ma lui si limita ad aprire la porta alle mie spalle.
- Io non ti ho mai tradito. – risponde, improvvisamente calmissimo. – Non sarà stata la cosa più intelligente che ho fatto, ma non stavamo insieme, non ti ho mai tradita. Ti sei nascosta dietro a questa storia di Madison anche troppo. Se davvero ti fosse importato qualcosa di noi, ci saresti passata sopra. E mi avresti detto la verità su Duncan fin dall’inizio, fin da quando se ne andò, sei anni fa. Ma evidentemente non te ne è mai fregato nulla. – conclude.
Mi spinge delicatamente fuori, per poi chiudere la porta, senza più guardarmi. Io mi sento come incapace di muovermi, paralizzata. Che cosa ho fatto?
Salgo in auto, prendo il telefono e invio un messaggio a Duncan.
“Logan sa che sei qui.”
Riesco a fare pochi metri, prima che il mio sguardo sia completamente offuscato, allora mi fermo e piango, piango, piango. Fino a non poterne più.



Ciao! Ecco il nuovo capitolo! Forse è un po' più corto degli altri e in effetti all'inizio pensavo di farlo più lungo, ma poi mi è sembrato giusto farlo finire così. Spero vi piaccia

Ringrazio L Ignis_46
   
 
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