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Autore: Teemo Omegasquad    30/06/2018    3 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 1
La prima radice: orfana


Il mondo venne sconvolto dalla scoperta delle razze magiche, rimaste nascoste e ben occultate dagli occhi degli umani.
Quando vennero in contatto con la razza umana si ebbe l'inizio di qualcosa di nuovo.
Si ebbero parecchie diffidenze verso le creature magiche, in quanto erano qualcosa di mai visto prima.
Le differenze tra loro erano parecchie evidenti, se non abissali, mostrando con grande evidenza le loro peculiarità.
Per fortuna in molti ambivano alla pace, non avevano desiderio di dominio, eccetto, sfortunatamente, per alcune, che volevano dimostrare la propria supremazia sugli altri. A causa di ciò si susseguirono lunghi periodi di persecuzioni e svariate battaglie in alcuni punti del mondo.
Ma grazie alla "Pace di Amalia" tutto questo trovò finalmente una fine. Tutte le razze coesistono insieme, con pari diritti ed andando d'accordo.

Si vennero a creare dei simboli in memoria di ciò, per fare in modo che non succedesse ancora.
Uno di essi era la Braveheart, divenuta la più grande scuola del regno, che aiutò la Convocazione formando i più grandi paladini che il mondo conosce e divenne la rappresentante della coesistenza tra più razze.
La preside Iris, una bellissima donna che soleva accarezzarsi con fare malizioso la lunga chioma di mori capelli selvaggi, osservava con i suoi occhi coperti da una folta frangia, la scuola e chiunque nel raggio di pochi chilometri incontrasse la sua persona, ne restava estasiato.
Quella mattina indossava una giacca scura con una cravatta rossa abbinata e pantaloni eleganti. Mosse in modo impercettibile, la lunga coda rossa e le piccole ali da diavola fremettero mentre guardava dal suo ufficio, dall'alto, l'accademia che aveva creato.
Restava estasiata e rapita dai meravigliosi giardini e la fornitissima biblioteca con tomi che contenevano ogni sorta di magia e nozione scolastica, con lo scopo di addestrare e istruire i prossimi difensori del regno.
Ovviamente non c'era riuscita come se niente fosse da sola.
Tutto questo, le origini della scuola, avevano radici ben più profonde di quanto si pensi.
Iris se lo ricordava bene, impresso nella sua mente e sulla pelle, senza poterlo dimenticare neanche volerlo.
 
Successe molto tempo fa, durante una delle grandi crisi che il mondo affrontò.
Lei era nata appena agli inizi di quel tragico evento e la sua razza veniva perseguitata e temuta a causa dei doppi poteri che possedeva.
 
-Forza Iris! Se riusciremo a passare il confine potremmo finalmente essere lasciate in pace!- la donna-diavolo correva, mentre i lunghi capelli mori come quelli della figlia, si muovevano in armonia con la sua schiena sferzati dal forte vento.
La pelle rosso-fuoco, era levigata dalle continue frustrate che la donna riceveva ogni giorno, costretta ad ubbidire a chi le voleva male e per paura del suo potere, desiderava la sua totale eliminazione.
Sulla fronte spiccavano due lunghe corna ricurve che come i rami di un albero si ergevano fiere. indossava solamente una povera tunica stracciata e logora e i piedi erano scalzi e sanguinanti dal troppo correre, teneva sulla schiena la piccola Iris e sperava suo malgrado, di raggiungere un luogo sicuro almeno per la figlia.
Erano nel mezzo di una foresta ormai bruciata.
Usavano i resti cinerei degli alberi morti come copertura per non essere viste da delle probabili pattuglie aeree.
Non si fermarono nemmeno un attimo per timore di essere scoperte.
La donna era stanca, volenterosa di fermarsi anche per rassicurare la propria figlia, ma girandosi vide un drappello di orchi guerrieri che seguivano le loro tracce.
A quel punto cambiò idea proseguendo la corsa, mettendo in primo piano la salvezza della piccola.
La bambina si teneva stretta alla schiena della propria madre, impaurita e in cerca di scacciare la paura che la tormentava.
Tentò di confondere le tracce in fretta e furia che si lasciava dietro usando le ceneri degli alberi, muovendone alcuni rami carichi di quella  polvere bruciata e grigia.
Una volta fuori dalla foresta, e aver guadagnato un po' di tempo, videro una città ormai distrutta e ridotta in macerie.
Si incamminarono verso di esso ormai stanche, ma l'udito della madre sentì dei battiti d'ali in lontananza.
Alzò la testa verso il cielo, vedendo due imponenti dragoni, nascondendosi nel primo cespuglio che vide nel panico di quell'attimo.
Valutò la distanza che mancava verso  le rovine, pensando che i draghi avrebbero tenuto lontani anche gli orchi per via della loro fama di distruttori. Ma valeva la pena rischiare? Sì, per sua figlia sì.
 
-Ascoltami Iris, adesso dobbiamo correre il più velocemente possibile. Hai capito? Corri come non hai mai corso piccola!- mise a terra Iris tenendola per le spalle, guardandola dritta negli occhi per avere la sua più totale attenzione e assicurarsi che abbia capito cosa doveva fare.
 
-M-ma mamma...! P-possiamo farcela...? Ho paura!- terrorizzata dalla situazione in cui erano, cominciò a versare delle piccole, innocenti, lacrime, rigandole il viso intriso di paura.
 
-Certo che possiamo farcela tesoro! Ora forza...!- le sorrise per rassicurarla, portando la calma nel suo cuore e nella sua mente, momentaneamente.
 
Guardò sia in cielo che in terra per cercare il giusto tempismo per uscire, ma non le venne dato il tempo per farlo che gli orchi riuscirono a uscire dalla foresta, più infuriati di prima, sbracciando le loro armi a dimostrazione della loro rabbia.
Corse in fretta e furia, passando da cespuglio a cespuglio e per loro fortuna gli energumeni verdi furono intimoriti dai draghi che volavano sopra le loro teste, ma per sfortuna presero coraggio, e anche a causa della loro stupidità, le inseguirono urlando a squarciagola, con le armi in alto.
Madre e figlia, dopo una pericolosa corsa allo scoperto, riuscirono a introdursi nelle rovine trovando un nascondiglio per potersi finalmente riposare.
Sfortunatamente vennero presto raggiunte dagli orchi e la donna strinse a se Iris tra le sue braccia con fare materno e protettiva, guardando da uno spioncino la situazione fuori.
Dannazione a quei cosi e al loro fiuto sopraffino, unico pregio che possedevano, ma che le ha condannate.
 
-Qualsiasi cosa succeda non uscire ok Iris?! Rimani qui!- a mali estremi estremi rimedi.
 
Fu obbligata a uscire, nascondendo come meglio poteva la figlia, con la paura pressante che la opprimeva.
 
-Cercavate me per caso...?- uscì con passo lento e sensuale, tenendo in mostra le gambe per intontirli, cercando di rimanere calma il più possibile per non mandare tutto a monte.
 
-Eccoti mostro! Verrai con noi e ci darai i tuoi poteri! Sarai pure la fattrice del nostro clan!- l'orco a capo del gruppo le puintò contro la spada, parlando con tono grosso e grottesco, avvicinandosi lentamente.
 
-Mmmh, penso potrebbe esserci un'altra opzione che va contro il vostro piano...- si avvicnò pure lei, poggiando una mano sul petto del capo che sembrò eccitarsi, carezzandoglielo dolcemente.
 
Lentamente gli trafisse il petto con la mano strappandogli il cuore di netto, uccidendolo quasi sul colpo.
 
-Che ho una figlia a cui badare!-
 
Il drapello le saltò addosso senza perdere tempo tutti insieme, sguainando le loro spade.
La donna saltò in aria, appoggiandosi al soffitto, per poi spingere con le gambe con forza tramortendo tutti quanti i nemici con un colpo solo, facendoli sbattere a terra.
Per la fretta non li controllò e andò dalla figlia per andarsene da quel postaccio tirandola fuori dal nascondiglio, frettolosa di andarsene.
 
-Iris! Piccola mia! Andiamocene prima che...!- mentre parlò le uscì un rivolo di sangue dalla bocca che quasi finì sul viso di Iris, accorgendosi che una lama le aveva trafitto il petto, di cui la punta aveva quasi raggiunto i dolci lineamenti di Iris.
 
Con un calcio allontanò l'aggressore estraendo l'arma, facendola sanguinare ancora di più, costringendola a tenersi una mano sull'emorragia per rallentare la perdita, pronta a dare ancora battaglia per proteggere la propria figlia.
Quando gli orchi videro la piccola la chiamarono "figlia di satana" ripetutamente, innalzando le mani in coro festeggiando il fatto che avrebbero potuto vincere la guerra grazie a lei.
La donna tentò di reagire per proteggerla, ma a causa della ferita i suoi movimenti erano rallentati, venendo soprafatta, dilaniata e fatta in mille pezzi dalle lame.
Cadde a terra ormai morta.
Iris, in lacrime, andò da lei muovendole leggermente una spalla, pensando innocentemente che fosse solamente caduta a terra dormiente.
 
-M-mamma...? N-no mamma, dovevamo stare insieme per sempre...! M-mamma...!- le lacrime scesero copiose e senza tregua, in un'espressione di disperazione e tristezza.
 
-Su piccola, vedrai che con noi starai bene!- un'orco la prese per i capelli sollevandola da terra scoprendone gli splendenti occhi color smeraldo.
 
Si dimenò per liberarsi, ma ad un tratto, a causa del forte shock emotivo, cominciò a vedere delle strane linee rosse passare nei loro grossi e tozzi corpi, in diversi punti e lunghezza.
Ne toccò uno del braccio che la teneva su, venendo liberata cadendo a terra.
 
-Il mio braccio! Non lo sento più! Cosa mi hai fatto dannata?!- stava per colpirla con ferocia, ma la spada si disgregò al solo sfiorarla.
 
La piccola stava emanando una strana aurea rosso sangue che la circondò, la pelle si mutò in un divampante scarlatto acceso, le crebbero due lunghe corna curve sulla sua fronte che si facevano spazio nella frangia e infine, sulla schiena, due grosse e maestose ali infernali e gli occhi si illuminarono da una ardente fiamma proveniente dagli inferi più oscuri e brucianti.
 
-MAMMA!!- lo urlò con tutta la forza che aveva dentro, scatenando una potente onda d'urto che disgregò gli orchi partendo dalla loro pelle come se fosse un acido altamente corrisivo, distruggendo anche l'edificio in cui si trovava.
 
Attirò l'attenzione dei due draghi che volevano in cielo, facendoli scendere in picchiata sul posto per indagare cosa fosse accaduto.
Esaminarono il luogo dell'accaduto e uno dei due si accorse di Iris, ancora trasformata e con gli occhi che smbrava ormai vuoti, che la attaccò a vista e con ferocia per via dell'alta pericolosità della sua razza chiamandola "figlia di satana", ma venne polverizzato all'istante a causa del suo immenso potere incontrollato.
Il secondo dragone vide la scena e attaccò anche lui con furia per vendicare il proprio compagno morto.
Il braccio gli venne polverizzato non appena la sfiorò, perdendo poi la propria vita in un mucchio di polvere.
 
-M-mamma, t-ti prego svegliati...m-mamma...- si mise le mani sugli occhi, piangendo più forte di prima.
 
Non appena vide i cadaveri apparvero vari immagini nella sua testa o meglio dire ricordi, i ricordi di chi aveva appena ucciso e di chi era morto, un quantitativo spropositato di dati che la piegarono in due dal dolore, facendola quasi impazzire.
Urlò, urlò per sfogare il dolore che la attanagliava in quel momento, quasi coinvolgendo l'ambiente intorno a lei nelle sue grida.
Per mantenere la sanità mentale si ancorò ai ricordi di sua madre.
La tempesta nella sua mente si placò, attenuando il dolore e tornando normale.
Guardò il mare rosso che si era formato intorno a lei, era rimasta completamente sola.
Prese il corpo della madre trascinandola di peso con se fino a una grande radura poco distante, seppellendola come meglio poteva, imprimendo nella sua mente, e nel suo cuore, il luogo di sepoltura in suo ricordo e per renderle onore, in un futuro che si augura arrivì presto per poterlo fare.
 
Si mise in cammino verso una meta sconosciuta.
Dopo svariati giorni di viaggio trovò una piccola città. Vide che era parecchio movimentata, ma il suo stomaco non aveva pietà senza darle tregua, cadde a terra priva di energie, con i crampi di fame.
Riaprì gli occhi dopo molte ore, risvegliandosi sul letto di una casa.
 
-Tutto bene piccola?- una donna umana dai lunghi capelli appoggiati sulla spalla sinistra, raccolti in una elegante e grossa treccia, e un lungo grembiule bianco sporco di farina per averle appena preparato una piccola focaccia ripiena.
 
In preda alla fame gliela strappò di mano mangiandola in gran fretta e voracità, quasi piangendo per la squisitezza, in preda alla fame più feroce, come se qualcuno gliela volesse portare via da un momento all'altro.
 
-Avevi fame eh? Si vede che hai affrontato un lungo viaggio. Come ti chiami piccola?-
 
-I-iris...- parlò con la bocca piena, continuando a mangiare senza ritegno.
 
-Mangia con calma piccola. Vado a prenderti qualcos'altro.- le sorride andando in cucina.
 
Finì di mangiare, aspettando la gentile donna, muovendo le gambe giocosa. Che finalmente ha trovato una casa in cui poter vivere...?
Passò fin troppo tempo da quando era andata, quindi decise di scendere dal letto per andare a vedere come mai ci stesse mettendo così tanto e si rese conto che era stato un grande errore...
La vide con il telefono in mano, guardandola spaventata e prese al volo un coltello, aggredendola immediatamente.
Riuscì a schivarla per miracolo, andando nel panico a causa di quella scoperta e della distruzione del piccolo sogno che si era fatta prima.
 
-A-adesso te rimarrai qui...con me...e le guardie ti porteranno via...!- le puntò contro il coltello tremante, tentando di tenerla ferma fino all'arrivo delle guardie.
 
-P-perché signora...?- le chiese in lacrime, convinta che lei era diversa rispetto agli altri per il modo che la aveva accolta.
 
-P-perché quelli come te della tua razza sono pericolosi e se ti porterò dalle guardie mi daranno una lauta ricompensa...!-
 
Tentò di scappare via, ma la donna provò a fermarla in un gesto di panico.
Iris, inconsciamente e impanicata per la sua vita, le crebbe un piccolo corno sulla fronte e le si infiammò un occhio, che con un gesto della mano le fece implodere il braccio che brandiva il coltello in un mare di sangue e urla, scappando via per la strada.
Corse via il più lontano possibile da quella casa, ritrovandosi di nuovo sola e cominciò pure a piovere. Si mise sotto un balcone stringendosi con le gambe, impaurita di cosa la attendeva il domani.
Passarono svariati anni, combattè con le unghie e con i denti per sopravvivere in mezzo alla strada, imparandone la legge e facendo anche nuove amicizie che la aiutarono a sopravvivere per lungo tempo.
 
Aveva ormai 18 anni, ha visto cosa la crisi ha portato via a tante persone, portando distruzione, disperazione e morte in qualsiasi luogo che ha colpito, ma tutto quanto si stava ormai attenuando e calmando finalmente, dando un po' di pace agli abitanti
Iris se ne stava tranquilla sul tetto di una casa abbandonata, guardando dall'alto il mercato della città, che era diventato più grande e movimentato da come si ricordava da piccola. Indossava dei pantaloni logori e strappati grigi, testimoni di estenuanti e esasperate corse a rubare, e una maglietta a brandelli che la copriva dal collo fino quasi all'ombelico, fiero lottato della strada, si era fatta crescere la frangia per coprirle gli occhi e i capelli si erano fatti selvaggi.
 
-Iris! Iris! è arrivato il mercante dell'oriente con un grosso carico e sembra che abbia molte cose interessanti!- un ragazzino povero, orfano come lei, con solamente come avere gli indumenti che indossava, ovvero dei semplici pantaloncini strappati e una maglietta a maniche corte con svariati buchi sul petto, consumato dalla fame di qualche insetto rendendolo il proprio pasto. Pure scalzo coi piedi anneriti e il viso sporco dalla polvere di strada, doveva avere sui 12 anni.
 
-Grazie per la soffiata Jes! Raduna gli altri che ci prepariamo a colpire!- lo ringraziò per poi mandarlo ad avvisare gli altri.
 
Si incamminò anche lei nel loro punto di incontro.
Una volta riuniti organizzarono il colpo in base alle informazioni a loro disposizione.
Si diressero al mercato, alcuni sui tetti, alcuni a terra, vedendo che il mercante era accerchiato da delle guardie armate, nascoti da lunghi mantelli incappucciati.
Iris diede il segnalo per distrarle e sembrò pure funzionare, tenendole tutte quante occupate, saccheggiando il grosso bottino.
 
-DIVIDE...!- quando stava per dare il comando notò che quelli che dovevano distrarli erano stati uccisi tutti, per questo sembrava che andasse così bene, bloccandosi per un momento, tormentata dal fatto che era stata lei a mandarli incontro alla morte.
 
L'illusione della pace la aveva ingannata, scordandosi che il mondo intero era ancora sul piede di guerra.
Si accorse che era l'unica a essere sopravvissuta, ma una guardia imponente le bloccò la strada e stava per agguantarla.
Lasciò dietro di se il malloppo per poter riuscire a scappare più velocemente senza alcun peso, correndo più come poteva.
Però la guardia non la mollò per un attimo, correndole dietro andando più veloce di lei.
Disperata e ancorata alla propria vita era nel panico e quando riuscì a prenderla atterrandola per la vita non ci vide più, rispondendo all'istinto di sopravvivenza scalciando per poi riuscire a liberarsi, ritrovandosi con le spalle al muro, pronta a vendere cara la pelle.
Le tornarono in mente i ricordi della sua burrascosa infanzia, agli inizi della guerra, in cui veniva perseguitata e la morte di sua madre.
L'enorme figuro la attaccò di nuovo, ma Iris reagì spinta dai ricordi che la tormentavano in quel momento, scrutando il proprio nemico per colpire i punti vitali, senza vederne uno. In preda al panico tentò di afferrargli un braccio per poi buttarlo a terra, ma gli tolse solamente il mantello rivelandone l'identità.
Era un grosso uomo muscoloso con una benda nera sugli occhi, dai corti capelli mori che, in apparenza, evidenziavano il carattere duro e freddo della guardia che aveva di fronte e la divisa militare con gli scarponil e fecero affermare questo sempre di più insieme ai muscoli, con una lunga e enorme coda nera di drago mostrando la sua razza di appartenza, ma sembrava muoverlo con discreta agilità facendola sembrare un terzo braccio.
 
-Va tutto bene ragazza, non voglio farti del male.- tentò di rassicurarla per fermarla.
 
-Fottiti stronzo! Dite tutti quanti così per poi tentare di catturarmi o uccidermi! E poi come cazzo fai a vedere se sei bendato?!?!-
 
-Posso vedere i tuoi selvaggi e lunghi capelli neri, il tuo fisico e che nascondi gli occhi color smeraldo.-
 
-S-stai zitto!- provò di nuovo a scrutare su di lui per vari punti deboli, ma non vide ne i punti e nemmeno il passato del suo avversario per eventuali punti deboli di cui poteva sfruttare contro di lui.
 
Provò a colpirlo con un pugno nello stomaco guidata dalla paura, ma quando lo colpì le si ruppe quasi la mano, era come colpire un blocco di acciaio.
Il dragone, in quell'attimo, la prese bloccandola a terra in una presa di sottomissione, rompendole un braccio senza volerlo, ma si dimenò tentando di liberarsi.
 
-Se ti calmi ti lascio andare!- la ragazza si fermò e quando la lasciò ne approfittò per scappare via.

-Ma sei seria?- la bloccò di nuovo, ammanettandola e portandola con se.
 
Quando la portò dal mercante venne severamente rimproverata e prese una sciabola intenzionato a tagliarle un braccio come punizione.
 
-Penso che sia più utile con entrambe le braccia e ho qualche lavoretto per lei per questo. Me ne occuperò io e scommetto che non è un problema per lei, vero? - il dragone prese Iris mettendola dietro di se dicendolo con un fare intimidatorio, riuscendo ad ottenere l'approvazione.
 
Instillò nel mercante una paura viscerale, passando sopra all'accaduto, nonostante avesse gli occhi coperti dalla benda.
Quel pomeriggio stesso terminò l'incarico, mettendosi in tasca vari fogli e portò con se Iris.
 
-Su, ora ti porto con me da una mia amica che ti metterà a posto il braccio e la mano.-
 
Intrapresero un viaggio che durò per ben 5 ore in treno.
In lontananza videro una grande città, florida e ricca, per poi scoprire che era la più grande metropoli mai creata finora , nonche simbolo della futura pace.
 
-Q-quella è...!-
 
-Sì, Icatiel, la più grande metropoli esistente al mondo, nonche il fulcro di ogni cosa e centro dell'esercito e anche la nostra destinazione. Forza, preparati e ti troveremo pure qualcosa di decente da metterti, ti unirai all'esercito.-
 
Iris non replicò, valutando che era un individuo particolarmente forte e che era meglio non avere contro.
Una volta scesi non si fermarono da nessuna parte, dirigendosi subito in caserma.
I soldati presenti esultarono quando entrò il dragone, urlando come se fossero un coro da stadio, dicendo cose tipo "bella la ragazza! te la vuoi fare?" e simili, urlando anche un nome, ovvero Dante.
 
 -Non pensavo che ci fosse così tanta carne morta da mangiare.- li mise in silenzio in quanto era anche un loro superiore dirigendosi nella infermeria.
 
Disse a Iris di abbassarsi quando aprì la porta e infatti fece come dice in quanto volò  addosso a loro una sedia in metallo.
 
-Porco di...! Dove cazzo eri finito brutta testa di cazzo di una lucertola nera troppo cresciuta?!- un'infermiera elfa si lanciò addosso a lui con un calcio volante, ma la prese per la caviglia lanciandola contro il muro in una grossa chiazza di sangue, sentendo un fragoroso rumore di ossa che si rompevano tutte insieme.
 
-Ma l'hai uccisa!!!- Iris rimase sconvolta da ciò che aveva fatto.
 
-Non muore per così poco...o almeno non può morire proprio in ogni caso. Ti presento Scarlett, un'elfa mezza matta e piuttosto violenta.-
 
-Esattamente!- si staccò dal muro ricomponendosi pezzo per pezzo con un fragoroso rumore di ossa.
 
-Allora, che cazzo ti serve Dante?- si tolse la cuffia e la mascherina mostrandone i lineamenti del volto.
 
Aveva dei lunghi capelli scarlatti proprio come faceva presagire il nome, gli occhi di un vigoroso e acceso rosso invece ricalcavano sempre un'espressione di rabbia e disgusto verso chiunque guardava, tutto quanto era intonato al suo umore attuale o almeno pensava che era così solo in quel momento, accorgendosi dopo che aveva un sinuoso fisico, dalle curve provocanti.
 
-Dai un'occhiata a questa ragazza, io devo fare un paio di cose. Tienila d'occhio per me.- la lasciò a lei dileguandosi.
 
La ladra decise di approfittare di quel momento per scappare, ma un bisturi la bloccò alla parete tramite i vestiti e Scarlett le fece segno col dito di no con un'espressione da pazza tirandola verso di lei guardandole il braccio.
Mugolò di dolore mentre le muoveva l'arto.
Una volta finito di valutarne lo stato l'elfa creò dei cerchi magici sui palmi delle mani, afferrandola stringendo con forza, quasi facendola gridare, ma al tempo stesso glielo curò, rimettendola apposto.
 
-Come ti chiami ragazza?- le chiese bendandole il braccio con una specie di benda magica.
 
-I-iris...-
 
-Mi domando come mai Dante ti abbia portata qui, non è il tipo da fare queste cose. Comunque faresti bene a rimanere qua con me, questo edificio è pieno di soldati arrapati e pure vecchi che ci proverebbero con la prima bella ragazza che vedono.- la incitò a rimanere con lei più per proteggerla.
 
Infatti ciò che disse Scarlett non ci mise poco a realizzarsi.
Due soldati erano entrati in infermeria, flirtando con Iris, che si imbarazzò subito tentando di prendere le distanze, ma le loro robuste braccia la bloccarono quasi portandola fuori.
L'elfa intervenne infastidita separandoli dalla ragazza con dei calci volanti, sbattendoli fuori, rompendogli pure il naso.
Dante tornò verso sera.
 
-Era ora che tornassi! Che fine hai fatto?!- lo rimproverò la pazza, volendo sapere cosa avesse fatto.
 
-Non incazzarti fin da subito Scarlett. Ho finalmente trovato notizie di lei, prendo le mie robe e parto subito!- andò al suo armadietto raccattando tutto quello che c'era dentro.
 
Si bloccò a guardare Iris per un secondo, prendendola di peso per un braccio.
 
-E tu verrai con me. Mi saresti più utile in viaggio che qui.-
 
-E-ehi! Perché dovrei venire con te?!- gli chiese infastidita.
 
-Preferisci subire le advance di vecchi arrappati e andare incontro di nuovo alla morte oppure venire con me e vivere senza questi rischi?- una domanda veramente convincente le fece.
 
Remuginò per qualche secondo, decidendo di andare con lui.
 
-Ehi! Mica mi vorrai lasciare qua ad annoiarmi?! Con te è tutto più divertente e meno noioso! E poi mica lascio da sola Iris con te e alle tue "abilità" di guarigione!- Scarlett aveva già un grosso zaino in spalla, pronta a partire insieme a loro.
 
-Molto bene allora. Avevo giusto bisogno di qualcuno che medicasse eventuali ferite di vario genere o simili.- rimise giù Iris a terra.
 
Una volta tutto pronto uscirono dalla caserma cominciando un viaggio che sembrerà non avere fine.
Ma non sapevano che quel viaggio era soltanto l'inizio delle origini della Braveheart, costruendone le prime radici e fondamenta.
 
ANGOLO AUTORE
Non vi aspettavate questo aggiornamento colossale della storia eh?! Comunque ci sono altri motivi per cui ho deciso di riscriverla, ma non voglio annoiarvi.
Spero che questo nuovo inizio possa coinvolgevi meglio della versione precedente e di come era prima. La trama è cambiata drasticamente, come la storia e i poteri di alcuni personaggi come i loro ruoli e tutto quanto e per questo ringrazio la mia collaboratrice Stardust94(leggete le sue storie) che mi sta dando una grossa mano con la riscrittura di Braveheart e a risolvere svariati dubbi e collegamenti.(un giorno troverò il modo di ringraziarla a dovere)
Ci ho messo un po' a riscrivere questa storia, ci ho dovuto pensare molto per riuscirci e spero gradirete molto!

Nota dopo un piccolo rework: non credevo di metterci così tanto per farre delle modifiche così piccole e insignificanti... comunque anche i prossimi 3 capitoli potranno subire piccoli cambiamenti per via del nuovo incipit creato per la storia, adattandolo di conseguenza, sperando che vi possa piacere di più. Tra l'altro lo reputo più realistico di quello di prima.
                                                   Comunque davvero... credevo che c'era bisogno di più modifiche, ma a quanto pare non è stato così. Forse lo riguarderò ancora in futuro.
(forse i primi 4 capitoli verranno uniti in 1 più avanti e se lo riterrò giusto)
   
 
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