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Autore: shinigami di fiori    05/07/2018    3 recensioni
Un giorno...Tu capirai.
Capirai perché il mondo non meriti la pietà di nessuno...Poiché persino un eroe altri non è che una vittima dell'ingiustizia.
La Strega Blu, dopotutto, è tornata davvero in circolazione.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ti aprirò la strada per brillare...Un’ultima volta-.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Tu...Sarai il prossimo...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Quì in diretta sull’elticottero della polizia che sta raggiungendo i due eroi coinvolti in questa violenta battaglia, i soccorsi sono nelle vicinanze- disse la voce agitata della ragazza sul grande schermo che compariva sul grattacielo WestMall.
 
La folla che si era ammassata nella piazza era rimasta a bocca aperta, tra il fumo che si era alzato e la telecamera che continuava a muoversi non era possibile capire cosa stesse succedendo di preciso.
 
Tra il fumo si levò la snella figura di All Might, barcollante e con i dorati capelli in disordine.
Le gambe gli tremavano, le vesti lacerate e il viso coperto dalle ombre polverose.
Gli occhi di Izuku si riempirono di lacrime alla vista del suo mentore.
L’indice puntato verso la telecamera dell’elicottero, puntato verso il suo allievo attraverso il grande schermo.
 
Il giovane possessore di All For One si portò le mani in viso piangendo silenziosamente tra tutti i sussurri e i bisbigli della gente.
Katsuki lo osservò con quello che pareva uno sguardo afflitto...Capì che quello che aveva appena perso doveva essere qualcosa di speciale.
Il biondo girò nuovamente lo sguardo sul grande monitor, notando i movimenti della videocameta farsi pià bruschi.
 
-Abbiamo appena ricevuto una notizia terribile, riprendi, riprendi per favore- disse agitata la voce della ragazza.
 
-No, non posso...Mostrare una cosa del genere in pubblico- rispose il cameraman.
 
Un’imprecazione da parte della giornalista che quindi decise di fare da sola, afferrando il grande apparecchio delle registrazioni.
 
 
Tre bambine si mossero tra la folla, facendosi strada a gomitate.
Arrivarono davanti a Katsuki e ad Izuku, rimanendo con il fiato sospeso.
La più grande si strinse la mano al petto, stropicciando il piccolo fiocchetto bianco.
 
-Ehi, ferme-! la voce di un uomo.
 
 
 
-Ci arrivano notizie terribili, l’eroina Phantom Snow è stata trovata in fin di vita nella zona della battaglia...Mi stanno comunicando l’immediato arresto di All For One...Eccoli, i soccorsi stanno scendendo in questo momento- la giovane teneva la telecamera storta a causa del’abbandono del suo partner.
 
La bimba più piccola stava per dire qualcosa e indicare lo schermo, ma la più grande le coprì gli occhi, abbassando lo sguardo.
La grande mano dell’uomo dietro di lei si posò sulla sua chioma chiara, tendente al biondo cenere.
 
Con un’inquadratura azzeccata, la videocamere riprese tutto...Tutto il sangue che colorava il pavimento.
All Might reggeva tra le braccia un corpo immobile, riversato sulle sue gambe tremanti a causa della grande ala ripiegata e sporca di sangue.
 
-Quella è una persona-?
-Phantom Snow-?
-Oddio, è sangue-?
 
 
Dalla folla si levò un’incredibile brusio, fino a trasformarsi in vere e proprie urla.
 
-Phantom Snow-san-? Chiese Izuku, sollevando lo sguardo sullo schermo.
 
I suoi occhi caddero sulla piccola figura al suo fianco, immobile.
Percepì un lungi brivido lungo la schiena e le sue iridi smeraldo si rimpicciolirono tutto d’un tratto.
 
Quella piccola dai capelli chiari stava piangendo.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Bisogna stabilizzarla...Di questo passo non andremo da nessuna parte-
-La perderemo...Somministrate altro sangue-
-Non è possibile, è una Vilesangue-
-La compatibilità-?
-Il suo corpo sembra rigettarlo anche se è del gruppo sanguigno adeguato...-
-Non mollate, tenete duro...La salveremo, costi quel che costi-
 
 
La donna entrò in coma poco dopo l’arrivo in ospedale.
Il tempo passava...E del suo miglioramento nemmeno l’ombra.
I due mesi che passarono furono duri per tutti coloro che la conoscevano...Fu dura per la sua famiglia.
Izuku e il resto della classe venivano a trovarla in settimana, cercando di rallegrare le sue tre figliolette.
Si affezionarono in particolar modo a Uraraka e Tsuyu dato che quest’ultima era abituata ai bambini grazie ai suoi fratelli minori.
Le facevano giocare e, la notte, rimanevano sole in ospedale con il loro papà, sconvolto e stanco.
 
 
 
Una ragazzina dai folti capelli chiari come l’alba si alzò sulle punte dei piedi per inserire una monetina nel distributore automatico; era piena notte nel reparto rianimazione dell’ospedale della città, solo la luce della hall rendeva quel posto meno spaventoso.
Per quanto si sforzasse...Peonia non riuscì a raggiungere la piccola entrata dedicata alle monete.
 
-Uffa...- mormorò, grattandosi la gamba con il piede destro.
 
 Una mano inserì una monetina, oscurando la visuale della bambina.
 
-Cosa desideri-? chiese una voce assonnata.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Peonia ci sta mettendo un pò...Si sarà persa-? Chiese una bellissima signorina di tredici anni, la più grande.
 
-Avrà fatto una sosta al bagno- scherzò l’uomo accanto a lei, scompigliandole i capelli.
 
La ragazzina abbassò lo sguardo, finendo di bere il suo succo alla pesca.
 
-Dormi pure se vuoi, farò io la guardia a tutte e tre- sorrise l’uomo, allentandosi lo strappo che sorreggeva la protesi, attaccata alla spalla.
 
-Non ho sonno...E invece Angelica dov’è-? Chiese ancora la piccola.
 
L’uomo si portò una mano agli occhi, asciugandosi una lacrima senza farsi vedere, poi posò nuovamente la mano sulla chioma della figlia.
 
-Va tutto bene, Dianora...Va tutto bene...- sussurrò, trascinandosela al petto e stringendola forte.
 
-Papà...-?
 
-La mamma se la caverà...Vedrai...Perchè lei è la più forte di tutti- sorrise, affondando il viso nel collo della piccola, bagnandolo con le sue lacrime.
 
La piccola Dianora gli accarezzò i capelli, iniziando a piangere a sua volta.
 
-Tranquillo papà, andrà tutto bene- piangeva...Perchè non sapeva come nascondere una tale paura.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Capisco...Quindi il tuo papà e le tue sorelle sono con te- disse un uomo.
 
Si erano sistemati sulle sedie della hall, proprio di fianco alla macchinetta.
 
La piccola annuì, bevendo il suo latte alla fragola con la cannuccia.
 
I lunghi capelli neri dell’uomo gli furono complici in quanto non permisero alla piccola di notatare che i suoi occhi la stessero studiando.
 
“La figlia di un Vilesangue? Mi sembra solo una comune bambina”
 
-Lei ha detto di chiamarsi Aizava-? Chiese senza nemmeno guardarlo negli occhi.
 
-Aizawa Shouta- disse semplicemente il pro-hero, correggendola.
 
La piccola staccò le labbra dal lungo tubicino di plastica.
 
-Perchè è qui? Ha qualcosa a che fare con la mamma-? Chiese la ragazzina.
 
Shouta non rispose subito, si limitò a giungere le mani, con i gomiti posati sulle ginocchia.
 
-è una mia cara amica, la tua mamma-.
 
-Davvero-?
 
-Si-
 
La piccola sorrise, osservando l’uomo con le sue grandi guance rosee.
 
-è forte vero? La mamma intendo-
 
Shouta strinse le mani, nervoso.
 
Poi un sorriso si formò sulle sue labbra.
 
-Si...è molto forte- disse, mettendole una mano sulla testolina.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Si sciacquò la faccia, rimanendo davanti allo specchio per qualche minuto.
I suoi capelli chiari, molti simili a quelli della madre e delle sue sorelle.
Dato che in quell’ospedale faceva caldo decise di comprarsi una lattina di succo...Aveva delle monete con sé.
La ragazzina si bloccò non appena una strana figura le si presentò davanti.
 
-Lei è...Posso aiutarla-? Chiese molto educatamente mentre faceva tintinnare le monete che teneva in mano.
 
Non ottenne subito risposta.
 
-Non dovrebbe essere quì...Le sue condizione potrebbero peggiorare, All Might-san- disse ancora, avvicinandosi all’uomo.
 
Magro, i lunghi capelli dorati non rimanevano alzati come loro solito, una lunga tunica d’ospedale, il gesso sul braccio destro e un’aria distrutta.
 
-Tu sei la piccola Angelica, vero? La figlia di Aulica-san- disse Toshinori, avanzando mentre le gambe gli tremavano come ramoscelli.
 
La ragazzina aveva dodici anni, portava i capelli raccolti in una corta ma corposa treccia decorata con un fiocco bianco alla fine.
 
L’uomo fece un passo verso di lei ma le forze lo abbandonarono velocemente, facendolo barcollare e perdere l’equilibrio.
Angelica fu subito pronta a sorreggerlo, passandogli una mano dietro la schiena e l’altra sul petto.
Riusciva a sentire il battito debole del suo cuore.
 
-Ti ringrazio...Ora non sono altro che un rottame- ridacchiò l’uomo, abbassando lo sguardo.
 
-Questo non è vero...- sussurrò debolmente la piccola.
 
Il biondo sospirò appena mentre un sorriso stanco si dipingeva sul suo volto.
-Vorrei parlare un pochino con te...Ci facciamo un bel té-? sorrise gentile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angelica, Peonia e Dianora? Sono dei bellissimi nomi- Disse Shouta, strofinandosi un occhio mentre la bimba giocava a saltare le righe nere delle piastrelle.
 
-Anche il suo è bello- rispose la ragazzina.
 
Aizawa la osservò tranquillo...Era sicuro che sarebbe riuscito a vedere la famiglia di Snow, ma non si aspettava certo tutta questa spensieratezza.
 
La piccola fece un saltello, poi si bloccò.
 
-Signor eroe...- sussurrò.
 
Aizawa sforzò gli occhi pesanti.
 
-è vero che...La mamma non ce la farà...-
 
Ereased strinse i denti...
Le sue bambine...Stavano soffrendo più di chiunque altro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Io so che la mamma...Non ce la farà...- sussurrò Angelica seduta sulla sedia accanto al letto di All Might.
 
Teneva una tazza azzurra piena di tè bollente...Era al limone e, anche se non ne andava pazza, aveva accettato senza storie la gentilezza dell’uomo.
 
-Piccola Angelica...Non dovresti dire così...Tua madre sta lottando con tutte le sue forze...- rispose l’uomo.
 
Sapeva che Angelica, la figlia di mezzo, era la più saggia e sveglia di tutte.
Era stata proprio Snow a parlargliene durante un’uscita di svago, davanti ad un cappuccino.
 
-Ma lei non fa altro che lottare...Vorrei che la smettesse...-disse, egosticamente.
 
-Ma, piccola Angeline...Lei è...-
 
-Un eroe...Lo so...Lo so...Però...Io...-
All MIght la osservò stringere nervosamente la tazza tra le mani.
 
-Io so che gli eori salvano le persone...Io lo so...Però...Però se loro dovessero mai trovarsi nei guai...Se...-
 
 
 
 
 
 
 
“Uno spiraglio...Per poterti fare brillare un’ultima volta”
 
 
 
 
 
 
 
 
-Se sono gli eroi ad essere nei guai...A chi spetterà il compito di salvarli-?
disse, singhiozzando debolmente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-La mamma è un’eroina...Lei è fortissima, ma questa volta...-disse Peonia, seduta nuovamente accanto all’eroe.
 
-Le sue condizioni sono critiche...- disse Shouta, dandosi mentalmente del cretino ad utilizzare certi termini con una bimba così piccola.
Non era certo bravo con i bambini...Ma sentiva che parlare con quella ragazzina fosse la cosa giusta.
 
-La tua mamma...- riprovò -Ha combattuto bene...Lei è un’eroina con i fiocchi- disse, soffiando sul suo caffè bollente.
 
-signor eroe...Lei è mai stato salvato da qualcuno-? chiese Peonia, facendo dondolare le gambe.
 
-Immagino di si...- rispose lui.
 
-Chi è che salva gli eroi? Se si trovano in pericolo, esistono degli eroi che salvano gli eroi-? Chiese innocentemente, intricandosi con la stessa parola.
 
Aizawa aprì piano gli occhi, ricordandosi di una cosa.
 
-Peonia, chi ha salvato la tua mamma quando non riusciva a tornare indietro-?
 
La piccola piegò di lato la testa.
Si ricordava fin troppo bene di quell’evento.
 
-Papà-!
 
-E chi le ha regalato il carillon per poterlo fare-?
 
-L’idea è stata di Angelica, però io e Dianora abbiamo aiutato papà a colorarlo-
 
Aizawa le mise un inidice davanti agli occhi, sorridendo appena.
 
-Ecco chi è stato...A salvarla, siete stati voi...La sua famiglia-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-La ringrazio tanto...Mi sento molto meglio- disse Angelica, inchinandosi davanti al letto dell’uomo con rispetto.
 
-Non dirlo nemmeno, sono felice di vederti finalmente con un sorriso- rispose l’uomo, sorridendo a sua volta.
 
-Allora le auguro una buona notte...- disse cordialmente.
 
-Ah, piccola Angelica...-?
 
La bimba si voltò.
 
-Sono davvero dei bellissimi nomi, lo sai? Peonia, Dianora e Angelica...- disse.
 
Angelica arrossì sulle guance paffute, dondolandosi sulle gambe.
 
-La mamma, sai...Lei ha voluto darci dei bellissimi nomi per separarci dalla sua unicità...Noi continuavamo a dirle che non ce n’era bisogno, ma...-.
 
Intrecciò le mani dietro alla schiena, sporgendosi in avanti.
 
-Però, Aulica...Anche il suo nome è bellissimo...vero-? Chiese sorridente.
 
 
 
 
 
 
 
Le due ragazzine si incontrarono non appena furono davanti a loro padre, profondamente addormentato con Dianora sulle gambe e appoggiata al suo petto.
-Sorellona, ho parlato con un super eroe, oltre alla mamma...- disse Peonia, sedendosi accando al padre.
 
Angelica sorrise, raggiungendola.
 
-Anche io...-.
 
L’infermiera del turno notturno uscì dall’ascensore, salutando i presenti ed entrando nella camera di Aulica.
La lucina sopra la porta si accese, era l’ora delle medicazioni e delle iniezioni.
Angelica osservò la porta per ore e rimase l’unica sveglia.
Quando vide la giovane infermiera uscire con le lacrime agli occhi la piccola le si avvicinò, afferrandole il camice rosa.
 
-Signorina...Posso entrare a vedere la mamma-? chiese, con occhi lucidi.
 
La ragazza si abassò alla sua altezza e la strinse forte, accarezzandole la piccola testolina.
 
-La vostra mamma vuole vedervi...Per favore, entrate-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un violino venne adagiato contro una lapide ricca di sterpi e piante rampicanti.
L’edera aveva invaso il marmo chiaro, raggiungendo anche la foto della ragazza dai capelli scuri.
Una mano strappò via alcune erbacce, scansando poi la polvere con il palmo.
Poi la figura si tirò su in piedi, lasciandosi accarezzare dal vento notturno.
I suoi lunghissimi capelli neri, le grandi ala divenute scure a causa del sangue stagnato e dello sporco...La spalla leggermente abbassata a causa della perdita del braccio.
Il viso spento e il lungo mantello logoro del suo vecchio costume da eroe.
Delle lame non vi era traccia...La sua unica arma sembrò essere il braccio rimasto, muscoloso e dalle lunghe unghie aguzze.
Le vene marcate sull’avambraccio, sulle gambe scoperte e sul collo, le iridi ridotte a due fessure feline e glaciali.
 
 
 
 
 
 
-Hai una bella faccia tosta- disse una voce dietro di lei.
 
La ragazza non si voltò nemmeno...Rimase ad osservare la tomba trascurata.
 
-Che diavolo ci fai qui-? continuò la voce, per niente amichevole.
 
-é stata una battaglia terribile...- sussurrò poi la ragazza, voltandosi verso il suo compagno di classe.
 
-Come stanno tutti-? Chiese, senza ricevere risposta dal giovane.
 
Sorrise appena nel vederlo illuminato dal piccolo lampione del cimitero.
 
-Sei sparita senza dire nulla...Tutti i deficenti erano preoccupati per te- le sputò, mettendosi le mani in tasca.
 
Osservava con attenzione le grandi ali che andavano su e giù lentamente, a ritmo dei respiri della proprietaria.
 
-Ce ne hai messo di tempo, cretina...Ora andiamo a casa- disse, voltandosi appena per spronare la giovane a fare lo stesso.
 
Solo in quel momento Bakugo notò la venature sul collo della ragazza, il braccio segnato e le nervature delle gambe simili alle radici di un albero.
Le sue lunghe unghie e...E la mancanza del suo braccio.
 
Evangeline sorrise, sollevando lo sguardo verso le stelle...Verso una costellazione particolare.
 
-Hai sentito, no? Come mi chiamano, intendo- sussurrò.
 
Katsuki rimase fermo ad osservarla.
 
-Strega Blu...Ma credevo che mi avrebbero chiamata così una volta diventata un eroe...Invece...-
Il corpo della vera Strega Blu non era più riconoscibile ed è stata classificata come vittima ignota...Del resto, della Strega Blu, il mondo ha sempre visto solo le sue grandi ali sulla cima di un palazzo...Niente più-.
 
-Cosa diavolo stai blaterando-?
 
-Persino mio padre, davanti al suo corpo al riconoscimento...Ha detto di non averla mai vista...Che lo abbia detto onestamente o per qualche altro fine, mi sfugge...Sta di fatto che, anche lui, ha perso completamente la testa- sorrise triste.
 
-Dalla mia ultima trasformazione sono diventata instabile...Sono riuscita a tornare indietro per miracolo...Non so come abbia fatto...Ma...-
 
La giovane si toccò il la spalla sfregiata.
 
-Sento che il mio corpo ha accettato questa unicità...Ormai sono completamente fusa con lei...Non esistono più stadi, dolori, incontrattempi...Solo io conosco il mio corpo- disse.
 
-Ora al mondo c’è solamente una Strega Blu..- concluse, muovendo le ali.
 
-Non dire stronzate, ohi...Smettila con questa storia e sbrighiamoci a tornare a casa- disse il biondo, iniziando a preoccuparsi seriamente.
 
La ragazza sollevò piano il viso, osservò Bakugo e, sorridendo, scosse la testa lentamente.
 
-Anche se tornassi indietro...No...Non posso farlo...Io sono la Strega Blu per il mondo...-
 
-Cosa-?
 
-Queste ali...Non posso più nemmeno ritirarle, davvero, non so più come si faccia. Il sangue nelle mie vene è più scuro e pesante, ma la mia vista, il mio olfatto...Sono tutti migliorati-.
 
-Basterà spiegare tutto alla...-
 
-Polizia? No...Quante persone ho ucciso? La mia anima è sporca come il mio sangue...-
 
Katsuki tolse le mani dalle tasche mentre i suoi occhi si spalancavano piano.
 
Eva gli rivolse le spalle, voltandosi verso la tomba.
 
-Ho scoperto che ci sono altri produttori del Siero Lunare...Qualcuno sta ancora svolgendo degli studi- aggiunse improvvisamente.
 
-Siero-?
 
La ragazza sbattè la ali con forza, sollevando un grande polverone.
 
Katsuki si coprì gli occhi con gli avambracci.
 
-Ma che diavolo...-?
 
La Strega stava volando senza fatica...Non ci era mai riuscita prima, ma ora le sembrava naturale come respirare.
 
-Vorrei ringraziarti di tutto...E che riferissi a tutti che sto bene- sorrise.
 
Bakugo la osservò fluttuare in aria.
 
-Tutto questo...Sembra una grande stronzata...-
 
La Strega Blu curvò le labbra dolemente.
 
-Non avrete più niente a che fare con me...Quello che farò da ora in poi, sarà soltanto affare mio...-
 
-Aspetta-!

-Sai cosa credo mi abbia fatto tornare indietro, Katsuki-? Chiese.
 
Le iridi rosse del ragazzo si piantarono in quelle scure di lei.
 
 
 
 
-Le tue parole...Ogni volta che mi hai parlato...Quando non capivo cosa stesse succedendo nella mia testa credo di aver sentito...”Vedi di svegliarti, deficente”- Arrossì leggermente.
 
La giovane sparì in un vortice di piume nere, lasciando Bakugo solo nel buio della notte.
Osservò la lapide e, inginocchiandosi davanti al sorriso della ragazza sul marmo, si portò una mano sugli occhi.
 
 
-Maledizione...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-La mamma si è svegliata-!
-Tesoro...-
-Mamma-!
-La mamma sta bene-!
 
 
Le piccole si erano buttate intorno al letto, tirando le lenzuola con forza.
 
Aulica aveva gli occhi ridotti a due fessure, non poteva parlare, non sentiva niente.
Ma era sveglia.
 
Dopo che riuscirono a stare un pò con lei, dopo vari e deboli sorrisi per comunicare, dopo i racconti delle bambine, Dianora, Peonia e il loro papà decisero di lasciare riposare la donna, visibilmente debole.
 
-Angelica...- un sussurro.
 
La bimba, l’ultima rimasta nella stanza, si avvicinò piano al lettino.
 
-Mamma...-?
 
La donna alzò il braccio tremante costretto dalla flebo sulla guance della piccola.
 
Subito il labbro inferiore di Angelica prese a tremare.
 
-Il carillon...è bellissimo, lo sai? Volevo ringraziarvi di tutto...Voi mi avete salvata così tante volte...- era debolissima e non sempre la piccola riusciva a cogliere tutte le parole della madre.
 
-Avervi come famiglia...è sempre stata la mia gioia più grande...Per cui, ti prego...-
 
Angelica deglutì.
 
-Anche se con questo aspetto debole e distrutto...Vi prego...Ricordatemi così...Dimenticatevi quell’altro aspetto brutto e cattivo, va bene-? chiese, con un filo di voce.
 
Il tubo che le passava sotto al naso luccicò sotto la fioca luce della lampadina.
 
-Certo mamma- sorrise la ragazzina, cercando di non piangere.
 
Un sospiro di sollievo.
La tiara riposava sul comodino vicino al letto, risplendeva di mille colori.
 
-Angie...Ho sete...Potresti portarmi un bicchiere d’acqua-? Chiese gentilmente.
 
Angelica subito si agitò.
 
-Ah, c-certamente, torno subito-! disse, precipitandosi fuori.
 
Snow osservò la lampadina sul soffitto con un sorriso sulle labbra...Un sorriso sincero e rilassato.
Essendo ricoverata d’urgenza non poteva bere nulla...Ma questo la piccola Angelica non poteva saperlo.
Decise di spegnersi così...Tranquilla, consapevole di essere amata dalla sua famigla.
Consapevole di aver aiutato All Might a sconfiggere un villain dalla potenza pericolosa.
Consapevole di aver contribuito alle origini della Strega Blu.
 
Consapevole...Eppure...Non si era mai sentita così umana in tutta la sua vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In quello scuro magazzino, un fastidioso brusio si levò tra tutte quelle persone ammassate nel buio.
 
-Si può sapere quanto ha intenzine di farci aspettare-? Disse una ragazza con due appuntite corna sulla testa.
 
-Dannazione...Effettivamente se la sta prendendo comoda- disse un uomo muscoloso con una possente coda intrecciata intorno al suo collo come una sciarpa invernale.
 
Le luci si accesero, due grandi ali nere si spalancarono sulla cima di quelle scale...In cui una volta stava la precedente Strega Blu.
 
Le voci si ammutolirono, stupefatte da quella figura dai lunghi cappelli neri e dal lungo mantello.
 
 
 
 
-Buonasera signori, io sono la Strega Blu e se avete intenzione di ascoltarmi sappiate un paio di cose sul mio conto...-.
 
Le numerose persone schioccarono la lingua infastidite, altre incrociarono le braccia al petto.
 
 
-Ho un obbiettivo che voglio raggiungere a qualunque costo...Per questo ho radunato quì tutti coloro che, in qualche modo, hanno a che fare con i Vilesangue- disse seria, mostrando i lunghi canini appuntiti.
 
I presi in causa direttamente rizzarono le orecchie...Non erano molti, ma vi erano dei Vilesangue presenti in quella stanza, persone che erano state rigettate dalla società, altri avevano perso qualcuno di caro a causa della malattia manifestata.
 
-Io vi sto offrendo la vendetta nei confronti di coloro che vi hano rovinato la vita attraverso il Serio Lunare- continuò.
 
Una ragazza con le braccia conserte si strinse il braccio, nervosa.
Un altro giovane strinse i denti.
Oltre che criminali in quel magazzino vi erano anche vittime di un’intera vita.
 
-Posso farlo se mi cederete la vostra fiducia e la vostra collaborazione. Posso guidarvi e farvi raggiungere la meta...-
 
Una giovane, un Vilesangue con le braccia coperte di piume azzurre si fece avanti, puntando il dito verso la Strega con sguardo aggressivo.
 
-Come possiamo fidarci di te...La Strega Blu è solita lavorare da sola e perseguire solo i suoi di obbiettivi...Chi sei? Dovresti dirci qualcosa di più sul tuo conto- le disse, mettendosi le mani sui fianchi.
 
La Strega chiuse piano gli occhi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Tu puoi diventare un eroe...Un eroe, capito...Giovane Evangeline?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Aprì gli occhi dalle iridi sottili.
 
-Io sono la Strega Blu, ebbene posso rivelarvi solo due cose-.
 
Scese i gradini con fare deciso e per niente titubante, bastò quella lenta camminata a conquistare la fiducia di tutti i presenti.
 
-le mie origini...-
 
Si bloccò, pensando alla notizia della morte dell’eorina numero tre in classifica, Phatom Snow.
 
 
 
 
 
 
River.
 
 
 
 
 
 
 
-E il fatto che un villain...Non puù mantenere le promesse-.
 
I presenti la osservarono in silenzio mentre la giovane portava il mantello a coprire la spalla ferita, in un’elegante posa.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Allora...Iniziamo-?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Angolo autrice-
 
Santo Dio che depressione...Riesco a coglierla nell’aria.
Eccomi, tornata con l’ultimo capitolo di questa storia a cui mi sono affezionata parecchio T.T
Dovevano essere due capitoli divisi rispettivamente con le conversazioni di Angelica, Dianora e Peonia in un uno e tutto il resto nell’altro ma...Oh, bhe!
Non era una storia e lieto fine...Non le è mai stata XD.
Evange...La Strega Blu è nata, e sappiamo che al suo obbiettivo ci è arrivata...Bene XD
Non c’è stato molto spazio per Katsuki o per i suoi compagni...I Vielsangue e l’ingiustizia sono il fulcro di questa storia.
Spero vi sia piaciuta, è venuta bella lunga, non pensavo XD...
 
P.s...Phantom Snow...T.T
 
 
Grazie a tutti voi che siete arrivati fin quì, siete stati fantastici e incredibilmente gentili, tutti quanti <3
 
Un abbraccio a tutti, spero di sentirvi ancora quì, nel’ultimo capitolo :3
All prossima!
-Shinigami di fiori-
 
  
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