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Autore: PrincessintheNorth    05/07/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
 
-        Ma lo sai che fai bleble come la tata un pochettino di tempo fa? Ma sei inc … incinto? – fece April, per poi scoppiare a ridacchiare.
A quel punto, quella bambinetta, la guardai male.
La signorina aveva voluto a tutti i costi fare una gita in barca, ovviamente con me e Katie, non sia mai che chi, come me, non riesce a stare su una nave possa stare a casa.
Risultato?
Nonostante gli incantesimi per evitarmi il mal di mare, stavo facendo conoscenza del secchio del mozzo da più di un’ora, da quanto ci ero stato abbracciato.
E quella bambina mi dava dell’incinto?
-        Posso ucciderla adesso? – chiesi a Katie, che stava appollaiata sull’albero maestro assicurando una fune.
Quella si mise a ridere.  
-        Cosa devo aspettarmi da due sorelle … - sbuffai, mentre sentivo lo stomaco contrarsi di nuovo. – Merda …
La relazione con il secchio si fece più intima, di nuovo.
A quel punto, Katherine scese giù dall’albero.
-        April, non è ora di merenda?
-        No!
-        Ma c’è la sagra delle caramelle … - la tentò a quel punto.
Non è mai il caso di nominare cibo dolce e zuccherino di fronte ad uno che vomita, perché provocheresti conati peggiori.
Infatti fu quello che accadde a me.
-        Allola sì che è l’ola della melenda! – esultò April.
-        Molto bene.
-        Andiamo via davvero?
Non mi sembrava vero, da quanto era bello.
-        Sì. – ridacchiò Katie. – Non sia mai che la bambina nasca mentre vomiti.
-        Perché, hai le doglie? – feci, speranzoso.
-        Non credi che starei già urlando se le avessi?!
Ancora, quella bambina non si decideva a venire al mondo.
-        Sei una bimba un po’ stronza, fattelo dire. – sbuffai.
-        È bravissima, invece. – rise Katherine. – April, con mia madre, scalciava molto di più. Almeno questa signorina fa la matta solo ogni tanto.
-        Ho capito, ma sta di fatto che non vuole nascere! Io mi sono anche un po’ stufato di aspettare, eh!
-        L’attesa migliora tutto, in fondo, no? – mi prese in giro. – Ah, e ti consiglio di stare qui. – si spostò al centro esatto della nave. – Ti sentirai subito meglio.
A quel punto, lei se ne andò, tutta tranquilla, al timone, per riportarci tutti a casa, e io provai ad andare dove mi aveva detto.
Ovviamente, non fu una cosa semplice. Dato che il mare era pure mosso, dovetti andarci carponi, portandomi il secchio, ma alla fine ce la feci.
Già dopo cinque minuti, il senso di nausea si era attenuato moltissimo, forse perché era il punto dove si sentivano meno i dondolii della nave.
Ma se mi venissi a prendere?, chiesi a Castigo.
Sì, certo, così poi mi vomiti addosso.
Ma non soffro il mal d’aria!
Non m’interessa. Non appena ti muoverai da dove sei ora vomiterai.
Ma …
Tu non mi sporcherai di vomito.
Grazie, drago.
-        Una nave a tribordo, capitano! – urlò il nostromo della nave, un certo Evans, dall’albero maestro.
Vidi Katherine che, in fretta e furia, prendeva il cannocchiale per capire chi fosse.
Subito, tirò un sospiro di sollievo.
-        È tutto a posto! – gridò. – è Magnus Black!
-        Tutto a posto?! – urlai io a quel punto. – TUTTO A POSTO?! È un pirata, Katherine!
-        È un amico mio! – rise. – Va tutto a meraviglia! Gli ho detto io di passare al Tridente! Andiamogli incontro!
Mia moglie, una Principessa, aveva come amici dei pirati.
Perfetto.
-        Non è normale, tua sorella, April. – le dissi, dato che era venuta a sedersi vicino a me per giocare con i soldatini.
-        Pelò almeno è buffa. – rispose. – Fa lidele molto tanto.
-        E questa è una cosa importante.
-        Impoltantissimissima. Acche il papà lo dice semple, la tata è un po’ stlana ma buffa.
-        Eh, già.
Mezz’ora dopo, i vascelli di Katherine e del suo amico Magnus Black, la Northern Wind e la Seastorm, si incontrarono, e il pirata usò una passerella per raggiungere la nostra nave.
-        Vostra Altezza Reale. – la chiamò, togliendosi il cappello. – Quale onore essere ricevuto sul vostro nobile vascello.
-        Intanto è un veliero, dovresti saperlo. – lo corresse lei, divertita. – E quale onore ricevervi, signor pirata.
-        Bello, bello, bello. – fece una donna, seguendo il pirata sulla passerella. – Dove sono Katherine e Murtagh Kirk?
-        Ah, eccoti qua, cara. Katherine, questa affascinante signora è …
-        Angela. O così mi chiama la maggior parte della gente. – fece la donna. – Tu devi essere Katherine Kirk. Dov’è Murtagh?
-        Là. – fece Katie, piuttosto stranita, indicandomi. A quel punto, capii che dovevo alzarmi.
Solo che barcollai non appena mi misi in piedi.
Alla fine, un aiuto inaspettato giunse da Sìgurd, che mi mise qualcosa in mano.
-        Che è?
-        Medicina. – rispose scrollando le spalle.
-        E perché non me l’hai data prima?!
-        Scherzi, vero? Mi sarei perso lo spettacolo! – rise, per poi andarsene.
Ero sempre più convinto che un giorno l’avrei ucciso, il ragazzino.
Raggiunsi Kate, mentre la medicina iniziava già a fare effetto, permettendomi di tornare non solo a ragionare, ma a godermi il mare e tutto il resto.
In effetti, quella donna era piuttosto strana, anche se affascinante, con i capelli ricci e gli occhi verdi. Indossava una maglia da uomo, infilata in un’ampia gonna viola, sopra cui aveva annodato uno scialle beige. Al fianco portava una strana arma, a metà tra un falcione, un bastone e una spada, ed era accompagnata da un grosso gatto nero.
-        Oh, noi ci siamo già incontrati. – fece sbrigativa, indicandomi rapidamente.
-        No, non credo. – la fermai. Ero sicuro di non averla mai vista, il suo volto non mi era nemmeno familiare.
-        Ma sì, ragazzino. La battaglia del Farthen Dur. Ti ho curato le ferite, poi ho curato la schiena di tuo fratello.
Solo a quel punto la riconobbi, perché onestamente in cinque anni era cambiata parecchio.
Angela.
Tipicamente lei ed Arya si urlavano addosso dalla mattina alla sera riguardo i metodi migliori per curare Eragon, che nel frattempo dormiva e brontolava cose assurde.
-        Adesso mi ricordo. Ad ogni modo, che ci fai qui?
-        Che domande. Mi piace stare dove accadono cose importanti, e sembra che in questo paese, e soprattutto intorno a voi due. – indicò me e Katie. – Ne accadano parecchie.
-        Tipo? -  chiese Katherine.
-        Tipo vostro figlio, signorina. – rispose. – Non capita tutti i giorni che due Cavalieri concepiscano un figlio. Oh, sì, a volte o il padre o la madre diventavano Cavalieri come il partner … ma non è mai successo che un bambino venisse concepito da due persone che fossero al contempo Cavalieri. Sarà un bambino potente. Oh, e poi c’è ovviamente tutta la questione della guerra, è chiaro. In ogni caso, devo parlare con tuo padre.
-        In ogni caso. – sibilò Katie. – Mio padre è il re del Nord, e faresti meglio a rivolgerti a lui con il titolo che è più consono. Inoltre, non mi sembra che io e te siamo poi così in confidenza, quindi o sei molto sicura di te per credere che ti lascerò avvicinare a mio figlio, o molto stupida. Per quanto ne so potresti anche essere una spia. Adesso non ho tempo di stare dietro anche a te, ho da lavorare.
E se ne andò.
-        Oh, beh. Suppongo che raggiungerò Derek in altre maniere. – Angela scrollò le spalle, e tornò sulla nave di Black.
Lui, intanto, raggiunse Katie, e iniziarono a parlare di cose di cui non mi intendevo, come modifiche alle navi, correnti e scorribande.
 
 
 
 
 
Quella sera, non solo la bimba non nacque, ma Angela arrivò al Tridente.
Ovviamente, quando Katie si metteva in testa che una persona non le piaceva, nulla riusciva a farle cambiare idea.
Perciò, rimase ostinatamente seduta a braccia e gambe conserte sul letto, rifiutandosi di riceverla.
-        Non mi convince. – ripeté, quando anche Derek cercò di farla ragionare.
-        Kate, non è qui per farti male, ma per aiutarti. Sì, è una personalità un po’ esuberante, ma … puoi fidarti di lei. – le spiegò.
-        Non m’interessa! Questa arriva e mi parla come se ci conoscessimo da sempre. Non mi piace.
-        È qui per aiutarti con il parto. – proseguì. – Ed è meglio di qualunque altro mago ci sia in circolazione.
-        E allora perché non l’hai chiamata prima?
-        Perché non è quel genere di maga che gira per le corti al servizio dei nobili. – ammise.
-        Beh, se non sa rispettare le gerarchie, allora può andarsene. – disse altezzosamente. Katie faceva così, quando qualcuno cercava di farla ragionare e lei non era in buona. Faceva la principessina viziata. – In ogni caso, sono disposta a darle una possibilità, solo se prima si presenterà da me a chiedere scusa per il suo comportamento.
Avevamo già ottenuto tanto.
Meglio non insistere.




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And I'm back! Scusate l'immenso ritardo, ma in questi giorni, nonostante avessi le idee pronte in mente, mi  stato difficile metterle scritte :( Cercherò di essere più rapida!!!
Un bacione!



 
   
 
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