Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: lsir    05/07/2018    2 recensioni
Avete mai pensato di poter passare del tempo con i BTS?
E se la BigHit stesse cercando qualcosa?
E se voi foste ciò che la BigHit cerca?
Dal prologo:
Quando ho saputo che la BigHit voleva aggiungere una figura femminile ai Bangtan Boys la prima cosa che ho pensato è stata che non avesse alcun senso, non solo perché con una 'girl' i Bangtan Boys non sarebbero più stati tanto 'boys', ma anche perché con Jimin e le sue manine una pseudo donna ce l'avevano già'.
La seconda cosa che ho pensato è stata che io ero una donna.
La terza cosa che ho pensato è stata che io, essendo donna ed avendo capacità canore non indifferenti, potevo essere ciò che la BigHit cercava.
Non posso mettere più di cinque personaggi, ma i ragazzi ci sono tutti, tranquilli.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La prima cosa di cui mi accorgo quando mi sveglio è che c’è una terribile puzza, un misto fra sudore e piedi, e questo basta per farmi passare ogni voglia di dormire.

Mi metto seduta ancora con gli occhi chiusi. 

Schiudo lentamente le palpebre richiudendole subito dopo per colpa della luce che mi ferisce gli occhi.
Mi massaggio gli occhi con le mani cercando di far sparire il fastidioso dolore, poi li riapro cautamente cercando di abituarmi lentamente alla luce che entra dalle tende lasciate negligentemente aperte.
La prima cosa che vedo quando i miei occhi si sono abituati a quella mattiniera tortura oculare comunemente chiamata ‘luce’, sono effettivamente due paia di piedi -il che spiega la mancanza di aria respirabile- uno dei quali è mio.

Il secondo paio si piedi che vedo è enorme. 

Sul serio, quei piedi sono due volte più grandi dei miei (non che ci voglia molto quando porti il trentacinque).

Alzando lo sguardo sul possessore di quei piedi mi ritrovo davanti niente meno che Kim Taehyung.


E qui il mio cervello va in pappa.


Resto un secondo ferma guardando il bel volto del coreano disteso nel sonno.

Quando effettivamente mi rendo conto di avere di fronte Kim Taehyung dei BTS la voglia di urlare di gioia è tanta ma mi trattengo. 

Per un attimo mi assale la paura che, svegliando Taehyung, questo possa sparire ed io non voglio.
Se anche questo fosse un sogno voglio godermelo finché posso.

Un rumore sordo di pentole che cadono mi distoglie dalla mia contemplazione del perfetto Taehyung.
Volto il mio sguardo verso la porta da cui provengono adesso parole soffocate che non riesco a capire.
Giro il capo guardando la stanza in cui mi ritrovo.

 Lo spazio è ampio ma talmente arredato e pieno di oggetti e pelouches da non risultare vuoto o freddo.

La stanza è vuota se non per me e Taehyung, ma il rumore di padelle è le risate che sento provenire da fuori la porta mi dicono che, chiaramente, non siamo soli.

Lancio un ultimo sguardo a Taehyung trovandolo ancora addormentato con la bocca delicatamente aperta. Mi mordicchio leggermente il labbro inferiore indecisa se fare o no quello che ho in mente.

“Ah che diamine” sussurro a me stessa chinandomi per lasciare un bacino sulla fronte di Taehyung per poi scendere dal letto dirigendosi verso il luogo da cui provengono le voci.

I corridoi che attraverso sono senza finestre e sono dipinti di beije, la luce soffusa data dalle plafoniere opache da un senso di calore e la moquette scura è piacevolmente morbida contro i miei piedi nudi.

Mi chiedo chi mi abbia tolto le scarpe e arrossisco pensandoci. Nella mia strana mente malata i piedi e il naso sono le parti più imbarazzanti del corpo umano e sapere che qualcuno ha toccato i miei mi disturba un po’.

Improvvisamente il corridoio finisce allargando in un’ampia stanza con il soffitto alto e il pavimento di parquet. Una bella cucina ad angolo moderna, di acciaio e vetro, è situata contro le pareti dell’angolo destro della stanza, e un isola, altrettanto bella e moderna, sorge quasi al centro dell’ambiente.

La stanza è divisa al centro da un grosso tavolo di vetro ricolmo di cibo cui stanno intorno otto sedie e la parte sinistra della stanza è occupata da un gigantesco divano marrone rivolto verso il muro sul quale è fissato l’impianto stereo visivo più imponente e tecnologico che abbia mai visto.

Appena entro nella stanza sono costretta a strizzare di nuovo gli occhi a causa della forte luce chiara che entra dalle grandi finestre nella parete che ho di fronte.


“O, geunyeoga kkaeeonassda!”-oh si è svegliata- Un ragazzo basso, con i capelli biondi e gli occhi sicurissimo mi si para di ffronte.


“O, naneun geunyeoleul mannagileul gidalil su eobs-eossda!”-Oh, non vedevo l’ora di conoscerla!- Un'altra testa castano scuro entra nel mio campo visivo. Dio mio Hoseok, non capisco un cavolo di quello che stai dicendo!


“Eotteonge buleuni? Jeuginaneunimi algo issjiman naneun dang sin-i malhaneun geos-eul deudgo sipseubnida. Geudeul-eun dang sin-i jjogaejineun eumseong-eul gajigo issdago malhanda!”-come ti chiami? Cioè, lo so già ma voglio sentirti parlare. Dicono che hai una voce che spacca!-


 Sono totalmente stordita dal fiume di parole sconosciute che questo ragazzo mi sta dicendo.

Un altro ragazzo si avvicina a Hoseok mettendogli una mano sulla spalla per fermarlo dal dire altre cose.


 Santo Kim Seokjin!


“Hoseok pyenghwalobge geos-eul nangyeo duji man, uli eon-eoleul inaehaji moshandaneun geos-eul aljimoshabnikka? Chalai Namjoon-ah jeonhwahasibsio”-Hoseok lasciala in pace, non vedi che non capisce la nostra lingua? Piuttosto vai a chiamare Namjoon-


Bhe, ‘Namjoon’ l’ho capito.


Hoseok annuisce e lascia la stanza tornando subito dopo con il suddetto rapper.

Un brivido mi scorre lungo la schiena: ho sempre avuto un debole per il leader del gruppo.

 Cioè, guardatelo! Con quelle spalle larghe, quegli occhi scuri e quel sorriso con le fossette, è così bello! Ahh!

Namjoon, appena mi vede, si apre in un super sorriso che mette in moto i miei ormoni e mi si avvicina.


“Ben svegliata!” comincia a dire in inglese e quasi piango quando finalmente riesco a capire qualcosa di ciò che mi viene detto “io sono Kim Namjoon, questo è Kim Seokjin, questo è Jung Hoseok e questo piccoletto è Park Jimin” dice indicando per ultimo il giovane con i capelli biondi che, non capendo cosa Namjoon stia dicendo in inglese, sorride orgoglioso di sé stesso.

E qui, la fangirl che è in me, esce.


“Oh io lo so chi sei Kim Namjoon, ovvero Rap Monster, ovvero dio della distruzione, rapper, compositore e produttore. Non sei proprio un gran ballerino, nato il dodici settembre del 1994 a Island Seoul, hai ventiquattro anni. Sei alto un metro e ottantuno, lo so perché ho un tuo cartonato a misura naturale in camera mia, pesi sessantasette chili. Sei vergine, anche se non so se di fatto, il tuo gruppo sanguigno è A e il mio obiettivo è baciarti.”

E qui cala il silenzio. Forse sono suonata un po’ stalker.

Jimin dice qualcosa a Namjoon ma, ovviamente, non capisco- anche se, guardando l’espressione confusa del biondo, ho l’idea che l’incomprensione sia reciproca e che stia chiedendo al rapper che cavolo ho detto.
Contro ogni previsione Namjoon si mette a ridere di gusto, poi mi prende per le spalle e mi avvicina a se stampando un sonoro bacio sulle labbra.


OH SI!


“Non posso credere che tu, una nostra fan – anche particolarmente accanita a quanto sembra – sia adesso qui e faccia parte della band che sostieni! Cavoli, sei una Army e adesso, in teoria, sei fan di te stessa! Questo è troppo comico!” e continua a ridere e ridere mentre io sto ancora li, imbambolata, con un sorriso ebete sul viso e tre paia di occhi spalancati puntati addosso.


Quando Rap Monster ha finito di ridere e si rimette dritto punta di nuovo il suo sguardo divertito su di me.


“Non credo tu abbia bisogno di altre presentazioni allora. Ti do solo qualche piccola dritta: la maggior parte degli oggetti rosa che trovi sono di Jin quindi è meglio se ti scegli un altro colore per le tue cose e ricordati di rispettare gli onorifici, specialmente con lui. Hoseok è stupido, quindi non te la prendere se ogni tanto fa qualche battuta un po’ troppo oltre i limiti, non lo fa apposta. Jungkook è molto timido quando si tratta di ragazze quindi se per il primo periodo non ti parla molto è solo perché è incapace di costruire relazioni con gli esseri umani, in più e molto geloso delle sue cose quindi… non stare troppo attaccata a Jimin. Jimin è una bella pallina zuccherosa ma quando si incazza fa dannatamente paura, oh, e non giudicare mai il suo peso, è molto insicuro su questo aspetto. Quando Yoongi si sveglia viene fuori dagli inferi quindi sii gentile. Taehyung e terribilmente fisico, quindi preparati ad essere investita da abbracci e placcaggi a tutte le ore. Non darmi mai cose importanti in mano non le rivedrai mai più intere e, infine, non mangiare mai cose cucinate da chiunque se non da Jin o, al massimo, da Yoongi.” 


Ancora stordita dal bacio quasi infantile che mi ha dato ho sentito più o meno mezze parole… ho l’impressione che fosse qualcosa di importante. 


“Jiminie, baoleul taeuda Tae gaseo Jongkook-ah sua seugalago” -Jiminie, va a svegliare Tae e a chiamare Jungkook e Suga- dice Rap Monster è tutto ciò che riesco a capire è: Jiminie, Jungkook e Suga ma va bene così! Sorridi e annuisce cara, sorridi e annuisci!


Jimin esce dalla stanza cui poco dopo fa ritorno, il corpo provato sotto il peso di un Taehyung ancora mezzo addormentato, che viene scaricato poco delicatamente su una sedia, seguito da Jungkook e Yoongi, che dovevano essere gia svegli dal momento che non sono più in pigiama.


Finalmente ho tutti i BTS di fronte a me, ci sono Jimin, Suga, Namjoon… Jin… Tae…


Oh Cavolo! Ho i BTS di fronte a me!


La consapevolezza di essere di fronte ai ragazzi su cui ho sbavato per anni mi arriva come un pugno in faccia e, improvvisamente barcollo un po’, tremante.

Vedendomi instabile tutti e sette si protendono verso di me pronti a sostenermi ed io sussulto un po’ sorpresa fermandosi sui miei passi. 

Il silenzio è quasi teso, con me che guardo loro con le mani strette al petto e loro che guardano me con gli occhi sbarrati e le braccia proteste verso di me, come se cadendo potessi infrangere in mille pezzi. Ah! Non hanno ancora idea di quanto io sia goffa.

Mi rimetto cautamente dritta vedendo Taehyung e Jungkook sospirare rassicurati dal mancato pericolo.


“Dio mio” sussurro “state tranquilli, non morirò. Sto bene” continuo parlando con voce bassa come se stessi parlando a degli animaletti spauriti.


Muovo un passo erroneamente fuori dal tappeto -su cui non mi ero nemmeno accorta di stare in piedi—rabbrividendo per il fresco del pavimento a contatto con i miei piedi nudi e, improvvisamente, mi ricordo di essere scalza. Mi sento un  po’ a disagio. 


“Io…” inizio voltando verso Namjoon “avrei bisogno delle mie scarpe, o di un paio di calzini. È qui la mia valigia?”


Namjoon annuisce.


“Ti è stata preparata una camera tutta per te e la tua valigia è già lì. L'ha portata Willson quando ti ha accompagnata qui. Willson è la guardia del corpo di colore che ti è venuta a prendere in aeroporto.” 


“Si, l’ho conosciuto.” Sorrido.


Namjoon si incammina verso la porta da cui sono entrata ed io lo seguo ma inciampo, probabilmente su un granello di polvere, finendo lunga distesa per terra.


Mentre penso alla mia prima pessima figura con questi ragazzi sento un paio di mani agganciarsi alle mie braccia e ritirarmi in piedi.


I Fantastici Sette lanciano urletti più o meno virili e sento volare il nome di Namjoon, detto con tono di rimprovero, diverse volte.


“Ma si certo! Prendiamola con Rap Monster, tanto è sempre colpa sua, vero?” dice il suddetto in inglese tenendomi per le braccia e aiutandoci a camminare dritta senza inciampare.


La mia camera è meravigliosa: la stanza è ampia ma il soffitto non è molto alto e da una sensazione di raccolto, di privato e di personale che mi riscalda in modo piacevole. 

Mi fa sentire a casa.

Il pavimento è di parquet chiaro e i muri sono di un tenue rosa pallido. Il letto è a due piazze ed è rialzato su una pedana a due scalini, le coperte sono fucsia ed è pieno di cuscini e peluches.

Tutto l’impianto del letto è addossato verticalmente alla parete destra mentre, sulla sinistra, tutto il muro è occupato da un grosso armadio di legno chiaro.

A terra, nello spazio fra l’armadio e i piedi del letto ci sono diversi pouf di varie forme e dimensioni e, accanto alla porta e attaccata alla parete, c’è una cassettiera-scrivania-specchiera che è il sogno di qualsiasi ragazza, tipo quelle che vedevi nelle case delle bambole e volevi diventassero realtà.

Due porte finestre, che danno su un piccolo balcone, fanno sì che la stanza risplende di luce naturale.


“Bhe, è tutto qui. È stato Jin ad arredarla, come puoi vedere da tutta questo rosa, non è un granché ma puoi sempre sistemarla come -Hei! Perché piangi?! Non ti piace? Possiamo cambiare il colore se vuoi!”
Non mi accorgo di star piangendo fino a che non me lo dice Namjoon.


Cambiare colore?! 

Non mi piace?!

 Tutti i miei sogni si stanno realizzando e questa camera è meravigliosa! 

Quello che ci vorrebbe ora è una corona, una di quelle d’acciaio su cui ho sempre sbavato da bambina.

Guardo Namjoon che sembra terrorizzato dal vedermi piangere.


“Non è-“ chiedo con voce un po’ singhiozzando “-non è che avete una corona?” stranamente Namjoon non sembra troppo sorpreso dalla mia richiesta ma, semplicemente, si mette a pensare a, se, e dove, possono tenere quell’oggetto.


“Jin!” chiama dopo qualche secondo e il ragazzo accorre velocemente e, vedendomi piangente, lancia uno sguardo di fuoco a Rap Monster.


“Nega hangeoya?” -che le hai fatto?-


“Naega hangsang mwonga leuhaeyamanha neun mueos-ibnikka?” -perché devo sempre aver fatto qualcosa?- Namjoon sbuffa prima di ricordarsi perché ha chiamato il bel coreano.


“Wang-Gowan iss-eoyo?” -abbiamo una corona?- chiede Namjoon  e Jin alza le sopracciglia sorpreso dalla richiesta, poi annuisce iniziando a trafficare fra i cassetti della cassettiera. 

Jin aggrotta la fronte quando non trova ciò che cerca poi improvvisamente ha un’ illuminazione, si schiarisce la gola e tira fuori la voce più paterna e autoritaria che abbia mai sentito.


“Jimin!” il ragazzino arriva e già sul suo viso c’è un espressione colpevole.


“Mwo gajyeo gassni?” -hai preso qualcosa?- chiede Jin conoscendo già la risposta e quindi stendendo una mano aperta pronta a raccogliere tutto ciò che Jimin vi avrebbe posato.


Jimin si morde il labbro inferiore per poi mettersi una mano in tasca e tirare fuori un tubetto di mascara consegnandolo a Seokjin.

Il maggiore non fa una piega rimettendo il trucco in u cassetto e stendendo nuovamente la mano.

Jimin implora con lo sguardo Jin ma questi gli risponde con uno sguardo Severo al che il più piccolo sbuffa uscendo dalla stanza, ritornando poco dopo con un certo oggetto luccicante in mano.

Se prima piangevo, quando Jin ha preso la coroncina luccicante e me la ha posata sulla testa mi sono sciolta.


“Hei Hei! Che succede?” Mi chiede Jimin in uno stentato inglese.


“Non ti piace? Se vuoi posso roprenderla io.”


“Jimin!”


“OK ok, scherzavo! È tua, davvero! E… non l’ho usato quel mascara, è ancora nuovo. Se vuoi te ne compro uno nuovo ma per favore non essere triste.”


Io tiro su col naso e mi dondolo un po’ sui piedi per poi gettargli le braccia al collo stringendo a me.


“Sono così felice!” singhiozzo contro il suo maglioncino chiaro e lui mi passa le braccia dietro la schiena stringendomi.


Sento un paio di ‘Aww’ prima che altri due corpi e altre due paia di braccia si aggiungano a quello strano abbraccio improvvisato.

Sento dei passi avvicinarsi, il suono ovattato della moquette, e guardo verso la porta vedendo spuntare gli altri quattro componenti del gruppo.

Taehyung ci mette un secondo prima di saltellare verso di noi abbracciando Jimin da dietro pizzicandogli i fianchi facendolo contorcere.


“OH, ani, dasihagoiss-eo!” -oh no, lo stanno facendo di nuovo- sbuffa Suga incrociando le braccia al petto.


“Oh~gaja” -oh andiamo lo rimprovera bonariamente Hoseok prima di unirsi abbracciando jungkook che a sua volta si è appiccicato a Jin.

A questo punto l’unico rimasto fuori da quel caldo bozzolo è Yoongi che si rifiuta categoricamente di prendere parte a quell’azione infantile.

Jimin si sposta un po’ nella mia stretta voltando verso Suga.


“O~gaja Hyung!” -andiamo Yoongi!- miagola e il ragazzo vacilla nella sua integrità. Deve avergli detto qualcosa di carino, forse se provo a dirlo anche io… com’ è che diceva?


“O~gaja” ci provo ma so che sbaglio pronuncia quando sento Namjoon ridacchiare alle mie spalle.


“O~gaja Hyung” ci riprovo e stavolta, con la voce di Jimin che si unisce alla mia e i nostri occhioni luccicanti e speranzosi puntati addosso Suga non può fare altro che unirsi a noi -con tutte le alzate di occhi al cielo e gli sbuffi della situazione.


“I yeoja aeneun name chwihyang-e neomu gwaminhada”- questa ragazza ha troppo aegyo per i miei gusti- borbotta Yoongi facendo ridacchiare un po’ tutti tranne me che, ovviamente, non capisco un beato cavolo di quello che stanno dicendo!

Dio, ho bisogno di imparare il coreano.


Non so neanche che cavolo ho detto per convincere Yoongi a unirsi a quell’abbraccio di gruppo.


“Devo imparare il coreano.” Dico un po’ biascicando contro la spalla di Jimin.


“Appunto!” dice Namjoon uscendo dall’intreccio di arti tirando fuori anche me. L’abbraccio di gruppo si scioglie.


“La prima lezione sarà oggi! Vieni, andiamo a fare colazione e poi iniziamo!” e dicendo ciò mi trascina di nuovo verso la cucina












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Si è forse capito che il mio Bias è Jimin e il mio Wrecker  Namjoon?
 
Comunque, mi dispiace, questo è il coreano di Google traduttore perché io lo sto imparando lentamente quindi non vi sdegnate. 

Se non siete gente da ship non vi preoccupate perché non ci sarà troppa roba shipposa.
   
 
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