XXVI: Sposandosi
Parole: 470
Non so cosa mi sia preso, seriamente-
Norvegia ha sempre odiato gli anelli, durante la sua
lunga vita di Nazione conquistata.
Per lui non sono mai stati il simbolo di una dolce
promessa o di chissà cosa possano significare quei piccoli cerchi d’oro, ma
solo catene – catene indistruttibili e tremendamente strette che lo legavano
sempre a qualcuno, per fama o potere o vendetta. Appena ne ha avuto la
possibilità se ne è disfatto senza nessun rimpianto, sentendo anzi quel senso
di oppressione che sempre gli schiacciava il cuore tutte le volte che li vedeva
finalmente sparire in mezzo alle fiamme del camino in cui li ha gettati a
fondersi.
E li odia ancora adesso, per questo osserva con una
certa diffidenza quel sottile cerchio di oro bianco che l’altro gli ha posato
davanti in quella mattina come tante.
Gli viene d’istinto ritrarsi e irrigidirsi, non può
farne a meno… Ma c’è qualcosa di diverso, questa volta: Danimarca è stranamente
nervoso e continua a evitare il suo sguardo, e quell’anello è diametralmente
l’opposto di quello che ha portato per anni – sembra quasi che voglia fargli
notare che sono due situazioni diverse e, beh, lo sono già solo a guardarli.
Che fine ha fatto quel Mathias
fiero di sé che gli sorride radioso e lo stritola tra le braccia?
Chi sei tu, che
ne hai fatto di quel danese cretino?
Ma probabilmente Danimarca ha mal interpretato quel
suo inarcare le sopracciglia e si agita ancora di più.
-Aspetta, non andare in escandescenza.-
porta le mani avanti, agitandogliele davanti al viso. –Posso spiegare… -
Incrocia le braccia, irrigidendo la schiena. –Allora spiega.- perché questa situazione non gli sta piacendo per
niente e sente il sangue bollirgli nelle vene.
Mathias
si agita e cerca di formulare qualche frase che abbia un senso compiuto senza
balbettare e si tortura le mani. Poi prende un profondo respiro.
–Lo so che forse ci vorranno altri mille anni prima
che tu possa perdonarmi per quello che ho fatto… - parla con un tono di voce
troppo basso, non riesce a ricollegarlo all’esuberante ragazzone che ha di
fronte. –Ma ce la metterò tutta, per riavere la tua fiducia. Voglio rimediare
ai miei sbagli e… -
-E il primo passo è riavere Norvegia di nuovo con te?- non voleva risultasse una battuta al vetriolo, ma è
quello che teme davvero.
-…e voglio solo riavere Lukas con me. Fanculo gli
imperi e il dominio del mondo e tutte quelle altre cazzate, rivoglio solo Lukas.- gli sorride, uno di quei sorrisi che non vedeva da
anni e che erano sempre riservati solo a lui.
Rilassa la postura, Lukas, scuotendo appena la testa.
In fondo, cosa gli costa provare a dargli un’altra possibilità?
Allunga una mano, la sinistra, fissandolo impassibile
e altezzoso al tempo stesso. –Allora? Il mio anello?-
E sì, questo anello potrebbe anche piacergli…
D.P.P.: Deliri Post Partum
A
volte ritornano.
Sì,
sono viva. In qualche modo, non so nemmeno io come, ma sono viva non vi
libererete di me tanto facilmente
Su
questo prompt non credo di dover aggiungere molto:
non ho idea del perché sia uscito così, e non mi convince granché.
Spero
che a voi piaccia più che a me.
Maki