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Autore: Master Chopper    07/07/2018    3 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 2: OCKHAMS RAZOR

(Part 4)  Daily Life

 

 

Giorno 5

Il faticoso ed infinito giorno di esplorazione del secondo piano si era concluso, lasciando agli studenti il tempo di assaporare la luce del sole.

Nashi si svegliò non così presto come gli era capitato di fare in quei giorni, ma nemmeno troppo in ritardo rispetto all’ora di colazione.

- Chissà come deve essere ammirare le stelle dal prato del secondo piano ?- Si chiese mentre indossava la divisa azzurra della Hope’s Peak Academy.

Sistemò la cravatta verde chiara, spazzolò rapidamente i capelli specchiandosi con l’e-Handbook, ed infine uscì dalla propria camera.

 

Si accorse di non essere l’unico in quel corridoio quando incrociò Amari Sako, anch’ella diretta verso il salone.

“ Buongiorno Amari !”

La ragazza non rispose al saluto, continuando a camminare trascinando i piedi per terra.

Il ragazzo comprese che la compagna di classe non era piena di energie come suo solito: gli occhi erano segnati da profonde occhiaie, e la mascella spalcata dondolava ad ogni lento passo.

“ Tutto bene ?” Le domandò con cautela, siccome una parte di sé credeva fosse in uno stato di sonnambulismo.

Fortunatamente la ragazza dai capelli corvini strizzò gli occhi per poi spalancarli, raddrizzando la schiena come se avesse preso la scossa. Anche le orecchie da gatta sulla frontiera si rizzarono verso l’alto.

“ Terra chiama me! Terra chiama me !” Iniziò a gracchiare imitando una voce robotica.

Notando però l’espressione confusa del ragazzo, si lasciò scappare una risata divertita.

“ Sì, sì, va tutto bene. È solo che per riprendermi mi servirebbe un po’ di coca …”

I due camminarono verso la porta per il salone, anche se il bruno non smetteva di guardare l’altra teso come una corda.

“ Ovviamente intendevo una diet coke.” Rettificò la video maker, al che il giovane sospirò sollevato.

 

“ Buongiorno !” Li accolse la ormai familiare voce di Arima Robun, intento a portare a tavola gli alimenti per la colazione.

Quasi tutti erano seduti attorno al tavolo.

“ Buongiorno Arima. Ultimamente sei sempre tu quello che si prende cura del salone.” Constatò Nashi, accomodandosi.

“ Bhe, sì! Mi piace darvi una mano, e svegliarmi presto per apparecchiare non mi pesa per niente.” Rispose il ragazzo con un sorriso educato.

Tuttavia, l’attenzione di Nashi venne attirata dal piatto immediatamente apparso davanti ai suoi occhi nell’istante in cui si sedette.

Una scodella con del porridge ricolmo di albume scuro e condito con pesche era appoggiata alla sua destra, mentre a sinistra troneggiava su di un piatto la più grande bistecca che lo studente avesse mai visto.

La carne era al sangue, cotta il minimo indispensabile a giudicare dall’odore.

Infine, al centro, in quello che doveva essere un boccale da birra, c’era del latte al cioccolato.

Lo Ultimate Memory, che non aveva mai mangiato niente del genere a colazione, e soprattutto in quella quantità, deglutì impressionato da tutto quel cibo.

“ Ehm… scusami Arima? Ci deve essere un errore.” Richiamò l’amico con un po’ di vergogna.

“ Uh ?” Lo Ultimate Eventi Planner si voltò confuso.

 

“ Devi ringraziare me, fratello !” Nashi ricevette una fortissima pacca sulla spalla, dopodiché venne cinto dal braccio del suo vicino  di posto: Umezawa Gaho.

Lo Ultimate Stuntman gli sorrideva sornione, probabilmente aspettandosi davvero qualche ringraziamento.

“ Ma… come mai ?” Fu tutto quello che il ragazzo riuscì a dire, intimidito dalla situazione così senza senso.

Il rosso sgranò gli occhi, non comprendendo cosa l’altro volesse dire.

“ Perché?! Perché vedo che mangi come se fossi un prigioniero di guerra, ecco perché! Un uomo deve mangiare per essere sempre in forma e a stomaco pieno!”

- Mi sfamerei con solo un quarto di quello che mi hai offerto !- Pensò Nashi, continuando però a sorridere all’amico.

“ Ti prepari a correre la maratona, Nashi ?” La risata divertita di Jitsuke Zetsu, seduto di fronte al bruno, lo riprese spiritosamente.

Lo Ultimate Hypnotist ottenne soltanto un’occhiata piena di giudizio dall’altro, come se si aspettasse un qualche aiuto anziché una battuta del genere.

“ Anche tu non mi scapperai, Jitsuke! Sei più pelle e ossa di lui e mangi pure male !” Ringhiò Umezawa al verde, sbattendo con innecessaria rabbia il pugno sul tavolo.

Il ragazzo in risposta sollevò le mani sorridendo.

“ Apprezzo ma declino: mi basta la dieta ayurvedica.”

“ Ayu… che ?”

“ L’ayurveda è la medicina tradizionale indiana.” Si intromise nella discussione Kumagai Yone, seduta accanto a Zetsu.

 

Lo Ultimate Hypnotist si strinse nelle spalle e continuò a mangiare dalla sua scodella di cereali.

“ Siccome sono una persona di costituzione vata, ho bisogno di stimolare il mio metabolismo con cibi caldi e grassi.” Spiegò serenamente.

“ Come fai a conoscere questa medicina, Kumagai? Sei anche tu di costituzione patata ?” Domandò interessato Umezawa, con il solo risultato di ricevere uno schiaffo dalla ragazza.

Vata è una delle tre costituzioni dell’uomo secondo la medicina ayurvedica.” Lo corresse la Ultimate Contorsionist, respirando profondamente per sbollire la rabbia.

“ Per essere una contorsionista è basilare conoscere i massaggi uzhichil della medicina ayurvedica. Servono soprattutto per aumentare l’elasticità dei muscoli e migliorare la circolazione sanguigna.”

Lo stuntman però si era immediatamente annoiato della conversazione, ed aveva ripreso a mangiare come se nulla fosse accaduto.

 

“ Vi piace tanto parlare di queste cavolate inventate dai personal trainer apposta per farvi iscrivere ai loro corsi di yoga, eh ?”

Con voce seccata, Mitsuko Atsuki si andò a sedere accanto a loro, senza nemmeno alzare lo sguardo dal suo vassoio.

I quattro ragazzi la guardarono inarcando un sopracciglio, confusi e sorpresi dall’improvvisa apparizione della Ultimate Hexer. Un altro dettaglio che attirò la loro attenzione, fu una svariata serie di candele colorate presenti sul suo piatto, accando ad una tazza di caffè nero.

“ Perché, invece quelle robe magiche di cui ti occupi funzionano ?” Chiese Umezawa Gaho, senza presunzione, ma solo curiosità.

La corvina rispose lanciandogli un’occhiata penetrante e spietata, capace di far pietrificare il ragazzo sul posto.

“ L’ayurveda se non sbaglio esiste solo da quattromila anni, mentre l’accensione del fuoco per dei rituali risale alla scoperta dello stesso.” La ragazza pareva essere molto permalosa riguardo la sua competenza in quanto fattucchiera.

Terminata la spiegazione smise di aggrottare le sopracciglia, e bevette il suo caffè amaro gustandoselo fino all’ultima goccia.

 

Nashi stava distrattamente giocando a spostare le briciole di pane sulla tovaglia, quando una musica dal motivo incalzante attirò la sua attenzione. Anche chi era seduto attorno a lui se ne accorse, e tutti sorvolarono con i loro sguardi l’intero tavolo, cercando di capire da dove provenisse.

Quando infine raggiunsero il posto a capotavola, notarono Ebisawa Shoko seduto e circondato da PC portatili, e persino con un microfono davanti al viso.

“ Benvenuti! Qui è Radio Hope’s Peak, io sono Ebisawa Shoko, ed oggi diamo il via al primo appuntamento mattutino con questo nuovo programma radiofonico !”

Parlando tutto d’un fiato e con voce energica, lo Ultimate Radio Host indossava una cuffia sulla testa in modo da coprire un solo orecchio, mentre sull’altro era appoggiato un auricolare, collegato ad un secondo PC.

Dal microfono si srotolava un cavo lungo tutto il pavimento del salone, sbucando da oltre il tavolo e lanciandosi nel corridoio, sicuramente verso la sala computer.

Il ragazzo dai capelli ricci continuava a parlare, ogni tanto sbirciando un foglio appoggiato sulle sue ginocchia, ma comunque senza mai fermarsi o bloccarsi.

“ Che cosa sta facendo ?” La Ultimate Hexer non sembrò apprezzare tutto quel trambusto di prima mattina, mentre al contrario Nashi guardava il suo compagno di classe con sguardo sorpreso.

- Sembra totalmente un’altra persona …- Pensò, ricordandosi di tutte le volte in cui Ebisawa si addormentava in piedi, o in situazioni inadatte.

 

“ Parliamo un po’ di cosa è accaduto in questi cinque giorni !” Proseguì Ebisawa, iniziando a digitare sulle tastiere di due computer diversi.

“ Abbiamo scoperto la presenza del secondo piano, secondo di quelli che sembrerebbero ben sette. E sì, tutti noi ci aspettavamo che in una torre così alta ce ne potessero essere almeno un miliardo… però a quanto pare Monokuma voleva risparmiare sull’arredamento.”

Mentre lui parlava in modo sciolto e disinibito, di colpo Amari Sako gli saltò in spalla, sporgendosi verso il microfono dopo avergli assestato un colpo di mento alla testa.

“ Amici di radio spettatori, sono un’ospite felice di presentarvi una ospite… ah no, chiedo scudo.” La Ultimate Video Maker non era altrettanto preparata a parlare davanti ad un microfono, ed immediatamente iniziò a sudare confusa mentre balbettava.

“ Sono… ospite… ?” Ripeteva all’infinito, mentre intanto Ebisawa si contorceva per terra dal dolore.

 

“ Ebisawa! Stai bene ?” Lilith Kurenai sopraggiunse ad aiutare il ragazzo con aria preoccupata, venendo tuttavia respinta con un gesto della mano.

“ S-Spegni il microfono e fate partire la musica !” Sibilò Ebisawa tra i lamenti, indicando alla rossa un pulsante nero sul microfono.

Quando l’operazione fu compiuta, Amari si rivolse ai due con un sorriso a trentadue denti ed occhi pieni di contentezza.

“ Sono stata brava, vero ?” Domandò con le mani sui fianchi per l’orgoglio.

“ Ehm… sì ?” Provò a risponderle Lilith, sorridendo in modo convincente per evitare di deluderla.

“ Se mi capitasse questa frequenza sulla radio sono sicuro che mi lancerei fuori dall’auto pur di non ascoltarla !” Esclamò una voce gracchiante dal tavolo.

 

Monokuma era nuovamente apparso tra di loro senza preavviso, esattamente come il giorno prima e quello prima ancora.

“ Solitamente non so accettare le critiche, però ora ti darei ragione …” Borbottò Ebisawa massaggiandosi la testa. Amari di tutta risposta inclinò la testa con aria interrogativa.

“ Cosa vuoi? Finisci in fretta il tuo teatrino così posso tornare a mangiare indisturbato.” Il tono freddo ed austero di Takejiro Kurisu si riversò sull’orso, carico di tutta la sua rabbia.

Lo Ultimate Liar era rimasto in silenzio fino ad allora, o meglio dalla sua apparizione nella classe del pomeriggio precedente.

Nashi si ritrovò inevitabilmente a fissarlo.

“ No, oggi mi sento così importante da volervi dare l’oppurtunità di divertirvi.”

La risposta enigmatica e pacata di Monokuma fece gelare l’aria.

Tutti pendevano inevitabilmente dalle sue labbra, consci che avrebbe  detto qualcosa di sorprendentemente terribile.

Quel peluche era fatto così, l’avevano capito: adorava sembrare poco serio e sveglio solo per fare abbassare loro la guardia, mostrandosi una macchietta fastidiosa e che non potesse fare nulla di brutto.

Eppure, in determinati momenti, perché sapeva come colpirli, era capace di sconvolgere le loro vite mostrando la sua vera natura insana.

 

“ Sto parlando del nuovo movente per il Killing Extra-Curricular Course! Vi state adattando fin troppo bene ad una vita mondana e senza stimoli! Se non vi divertite voi, spiegatemi come posso divertirmi io ?!”

Con ingiustificata eccitazione, Monokuma arrossì ed iniziò a gongolare in modo disgustoso.

“ Inutile !” Ruggì una voce dalla tavola, seguita da un fracasso.

Arima Robun, il quale aveva lasciato che il vassoio tra le sue mani cadesse per terra, ora puntava l’orso con l’indice, fulminandolo con uno sguardo pieno di determinazione.

“ Pensi davvero che dopo ciò che è successo a Domen e a Iwayama, potremmo continuare ad ucciderci ?!”

Lo Ultimate Event Planner non era mai stato un tipo coraggioso, e nemmeno qualcuno capace di schierarsi in prima fila per difendere le sue ragioni. Eppure, in quel momento aveva trovato la forza di ribellarsi a Monokuma.

Tutti loro avrebbero fatto lo stesso, perché da due giorni i ricordi di Domen ed Iwayama aleggiavano in quelle stanze come fantasmi. Vittime di Monokuma e della sua disperazione.

“ Non riuscirai a strapparci le nostre vite !” Proseguì, mantenendo la stessa grinta in corpo.

“ E… e poi …” Persino Nishizaka riuscì a dare voce ai suoi pensieri, sollevando lo sguardo verso il peluche.

“ Con Kigiri al nostro fianco, qualsiasi assassino verrebbe smascherato all’istante !” Asserì con convinzione la Ultimate Web Personality, sorridendo alla Ultimate Criminologist.

Kigiri però non rispose, né ringraziò l’altra del complimento. Era troppo concentrata nella sua posa riflessiva, con braccia incrociate e sguardo impassibile fisso sugli occhi di Monokuma.

 

L’orso di pezza rimase in silenzio a lungo, con il suo mezzo sorriso stampato in volto.

“ Capisco …” Mormorò con tono accomodante.

“ E se vi dicessi che stavolta l’assassino potrà tornarsene a casa al cento percento ?”

“ Cosa ?!” Esclamò confuso Nashi.

- Ma le Regola numero Sei dice che se l’assassino dovesse essere scovato durante il Processo di Classe allora verrà giustiziato !-

 Il ricordo dell’esecuzione di Iwayama Koan per mano di Monokuma rimaneva vivida nella sua mente.

“ Esatto !” L’orso sembrò avergli letto nel pensiero, e saltando verso di lui continuò a parlare, stavolta con più contentezza.

“ La vedete questa ?” Domandò, estraendo da chissà dove un biglietto di colore blu. Sopra vi era stampato lo stemma della Hope’s Peak Academy.

“ L’ho chiamata Killer Card! Oggi la consegnerò segretamente ad uno di voi… e dopo averla firmata, chiunque potrà commettere un omicidio! Perché il bello è che anche se venisse scoperto e ritenuto colpevole… gli sarà comunque permesso di lasciare la torre senza alcun problema !”

Fu incredibile agli occhi dei ragazzi come un oggetto così piccolo e fragile potesse trasformarsi in un artefatto di disperazione.

- Potrei andarmene …- Si ritrovò a pensare Nashi per un istante.

La possibilità di tornare alla sua vita di prima non era mai stata così vicina e sicura. Il solo prezzo di una vita avrebbe salvato la sua da quella prigionia, dalla costante paura di non poter fuggire.

Fortunatamente si riprese, accorgendosi di star ansimando pur essendo rimasto fermo per tutto il tempo.

- Grazie al cielo… sono tornato di me !- Sospirò, conscio di aver corso un grosso rischio. Cedere alla tentazione di Monokuma era l’ostacolo più grande in quella torre.

 

“ Spero che questo mio regalo capiti al migliore! Au revoir !” E canticchiando, l’orso scomparve davanti ai loro occhi.

Nessuno volle più parlare di tutto ciò, e gli studenti si dispersero tra i due piani della torre.

Purtroppo il seme della disperazione era stato piantato, ma non tutti lo potevano sapere.

 

All’uscita dal salone, Nashi si ritrovò ancora una volta perso nelle sue riflessioni.

- Ora che ci penso Yonamine mancava anche oggi.- Lo Ultimate Actor non era stato presente a colazione, e non credeva di averlo visto da quando il giorni prima si era ritirato da pranzo.

“ E-Ehm… scusatemi, non mi sento molto bene. Vorrei tornare nella mia stanza.”

- Che possa essere ancora lì? Avrà sentito la comunicazione di Monokuma ?- Guardò con aria distratta i monitor appesi ai muri.

Essendo presenti in ogni camera e stanza, una comunicazione importante poteva essere trasmessa in qualsiasi luogo.

Tuttavia non era quello a preoccuparlo, bensì il comportamento misterioso del ragazzo negli ultimi due giorni. Più precisamente dall’arrivo di Lilith.

Il giorno precedente lo Ultimate Actor aveva fatto un’osservazione sulla questione dei libri di storia, ma nel momento in cui la ragazza aveva preso parola, si era immediatamente zittito, evitando il suo sguardo.

- Ora che ci penso, a differenza degli altri, non l’ho mai visto parlare con Lilith.- Gli era sconosciuta la posizione della Ultimate Majokko, ma si ripromise di chiederle informazioni a riguardo.

 

Si trovò però incuriosito da ciò che vide nel corridoio dei dormitori: appartati in un angolo, senza nessuno intorno, Kigiri stava parlando ad Amari, Ebisawa ed Arima.

Il tono di voce della conversazione era molto basso, motivo per cui il ragazzo non riuscì a sentire cosa stessero dicendo.

- Forse non dovrei immischiarmi nei loro affari… anche se è raro che Kigiri parli con qualcuno in privato.-

Il bruno fu sul punto di tornare in camera sua, ignorando i tre, quando si sentì chiamare da una voce alle sue spalle.

 

“ Dove credi di andare ?” Gli disse Mitsuko Atsuki, facendolo sobbalzare per la sorpresa.

“ In… camera. Perché ?” Per quanto Nashi provò ad apparire sorridente e sereno, la ragazza gli riservò un’occhiata truce e piena di sospetto.

“ Ti accompagno.” Sibilò la Ultimate Hexer, facendo sì che la schiena di lui venisse attraversata da un brivido glaciale.

Senza porre resistenza Nashi la condusse in camera sua, dove immediatamente lei iniziò a frugare d’appertutto.

“ Ma che fai ?” Domandò allarmato lui, vedendola ribaltare il copriletto.

La corvina non si fermò prima di aver messo a soqquadro la stanza, dopodiché tirò un profondo sospiro di sollievo.

“ Volevo controllare che non avessi ricevuto la Killer Card.” Rivelò, già con aria più tranquilla, sedendosi a gambe incrociate per terra.

Guardò il ragazzo con impazienza, fino a quando anche lui non si sedette come lei, seppur non capendo il perché.

“ Ve l’avrei detto immediatamente se Monokuma me l’avesse data.” Ammise Nashi.

“ Forse è vero, però non credere che tutti lo farebbero.” Rispose la ragazza con tono duro.

Il bruno riuscì a comprendere la preoccupazione che affliggeva la ragazza, facendola agire sospettosa in quel momento più di prima.

- Proprio come è successo ad Iwayama …- Rifletté, pensando come lo Ultimate Weapon Collectioner avesse mentito fino all’ultimo riguardo il suo coltello.

 

“ Non ti vedevo parlare con gli altri da un po’.” Il ragazzo cercò di cambiare argomento.

La reazione di Mitsuko fu istantanea: il suo volto si inabissò tra la matassa di capelli scuri e scompigliati, diventando ricoperto dall’ombra.

“ Mi stai dando della schizzata ?!” Brontolò da lì sotto.

“ N-No! Assolutamente no !” Si difese subito l’altro.

“ Spero tu possa capire che per alcune persone concedere fiducia al prossimo sia… difficile. Ce l’avrei fatta anche prima, se non fosse accaduto …” Le parole di Mitsuko si spezzarono.

L’omicidio era un tabù di cui tutti erano a conoscenza.

- Più che un segreto che vogliamo dimenticare sembra una barriera per i nostri cuori.- In base al comportamento di certi suoi compagni di classe, Nashi era arrivato a questa soluzione.

Nessuno era pronto a ciò che era successo, e nessuno alla fine avrebbe creduto che fosse possibile compiere un gesto così disperato pur di salvarsi dalla disperazione.

 

“ E sono sicura che è questo il tuo compito qui. Sei l’unico che ha il coraggio e la determinazione per poter risollevare gli animi di tutti noi…”

Ancora una volta le parole di Lilith gli infusero lo spirito di forza e coraggio.

“ Certo che lo capisco, e nessuno ti vuole costringere ad essere quella che non saresti fuori di qui.” Le disse stringendo i pugni sulle proprie ginocchia.

Mitsuko venne attraversata da un fremito, come se fosse sul punto di risvegliarsi di soprassalto dal sonno.

“ La mancanza di fiducia però è l’unica cosa che ha portato Iwayama a cadere nella trappola di Monokuma! Per questo credo dovremmo iniziare a collaborare e a credere di più nel prossimo.”

Il ragazzo sentiva sue quelle parole, forse perché gli erano sempre appartenute. Nei suoi pensieri, nei suoi desideri, era tutto ciò che voleva: collaborare per fuggire di lì e salvare i suoi compagni.

E poteva leggere nello sguardo nascosto dall’ombra di Mitsuko Hazuki, che era anche ciò che lei voleva.

 

La ragazza annuì lentamente, scostandosi i capelli ai lati del volto.

Ora la sua faccia sembrava molto più luminosa, ed i suoi occhi scuri fissavano intensamente quelli di Nashi, scrutando dentro di lui.

“ L’unica persona da cui vorrei proteggermi è me stessa.” Ammise infine, svelando quello che poteva sembrare il suo primo sorriso sincero.

“ Per questo non voglio diventare ciò di cui Monokuma ha bisogno.” Sghignazzò, d’apprima quietamente, e poi sempre più forte.

Anche il ragazzo venne contagiato da quella risata allegra e colma di scherno verso il loro nemico comune, e si ritrovarono entrambi a ridere a squarciagola.

“ E va bene, Jonetsu Nashi… ti sei meritato il tuo incantesimo.” Quando ebbe finito, la ragazza fece spallucce con finta aria rassegnata.

Il bruno non comprese cosa volesse dire, fino a quando non la vide estrarre dalle tasche del suo vestito una candela bianca.

Di colore molto pallido, era piccola in quanto molto consumata. La corvina la appoggiò in una piccola ciotola di bronzo. Dopodiché, con espressione molto seria, guardò Nashi.

“ Ho usato questa candela dal primo giorno in cui siamo arrivati qui. Per questo motivo è carica della mia energia ogni qual volta richiedevo difesa dalle forze del male.”

Il ragazzo osservò il corpo in cera, e ne percepì l’utilizzo ripetuto, come se quella cosa gli avesse appena parlato.

“ Una candela bianca si brucia nei rituali di protezione, e può essere più potente di tutte le altre quando si tratta di desiderare difesa dalle forze del male… e di sopravvivere ad una sfida.”

Mentre parlava, la ragazza stava ungendo la candela con un olio proveniente da una piccola boccetta.

“ Bruciare una candela è un’usanza appartenente a qualsiasi religione ormai, perché è intrinseca nell’istinto umano accendere una luce per rischiarare le tenebre. Alle candele affidiamo sempre tutto… secondo te perché si accendono e si spegnono le candeline su di una torta di compleanno ?”

Infine, si tolse un ciondolo dal collo, appoggiandolo ai piedi della candela.

Era una pietra molto scura e lucida, simile a vetro.

“ Questo amuleto di ossidiana mi ha sempre protetto.” Confidò la ragazza, ma quando l’altro fu sul punto di farle una domanda, lo zittì sollevando il dito indice.

A quel punto, nel silenzio, spalancò le braccia e chiuse gli occhi. Nashi la sentì bisbigliare tante parole in una lingua che non conosceva, forse latino, o forse persino più antica.

La candela venne accesa con un gesto delicato dalle mani di Mistuko, la quale persino ad occhi chiusi sapeva svolgere quel lavoro alla perfezione.

Le formule recitate aumentarono, mentre la fiamma si rifletteva sulla superficie dell’ossidiana, facendone sfavillare il riflesso con la danza del fuoco.

 

Quando la Ultimate Hexer terminò il suo rituale, spense la candela con due dita, e a Nashi parve che l’aria fosse diventata di colpo più leggera.

L’odore della cera bruciata era delicato e misterioso, come se appartenesse ad un fiore che persino lui aveva dimenticato.

“ Per questa volta niente soldi.” Dichiarò ridendo la corvina, alzandosi in piedi.

“ Però ho esaurito tutta la carica di questa candela, quindi non potrò più usarla per lo stesso rituale.”

Il ragazzo immaginò di doversi sentire in colpa per quanto aveva detto.

“ Ehm… mi dispiace, non volevo.”

“ Fa niente! La si può usare come candela normale, anche se la cera è quasi esaurita… ma ce ne sono un sacco ancora che potrei usare in uno scatolone su in libreria. Prima di colazione di solito passo del tempo a caricarle in camera mia.”

Mitsuko, dopo aver recuperato ed indossato il suo amuleto di ossidiana, si diresse verso la porta.

“ Nashi …” Mormorò sulla soglia, dando le spalle al ragazzo.

“ Sì ?”

“ Nel cuore di Genjo Yonamine leggo ancora che ha paura di aprirsi alla fiducia… tra lui e Takejiro non so chi dovresti convincere per primo a credere nella tua missione.”

E con quelle parole forti quanto gentili, la corvina lasciò la stanza.

 

 

Nashi decise di salire per prendere una boccata d’aria.

Il sole splendeva come al solito luminoso sul prato, e per la prima volta si accorse che l’erba era molto più alta di quanto credesse. Alcuni ciuffi gli raggiungevano gli stinchi, e persino qualche fiore spuntava alla base delle colonne, dove poteva otteenre la sufficiente quantità di ombra e luce.

Scorse Fujima Wakuri e Zetsu Jitsuke, e vi si avvicinò.

La ragazza aveva in mano il suo e-Handbook, sul quale digitava appunti mentre lanciava sguardi alle piante. Zetsu invece si era seduto all’ombra di una colonna, soffiandosi delle ciocche di capelli via dalla fronte.

- Il ritratto della persona annoiata.- Pensò sconsolato Nashi, per poi rivolgersi alla ragazza.


“ Ehi Fujima, che fai ?”

La ricercatrice si voltò accorgendosi di lui, e a differenza di Mitsuko gli sfoderò subito un sorriso gentile.

“ Yao !” Esclamò con voce squillante.

- Yao ?-

“ Come pensavo in questo prato ci sono un bel po’ di parassiti.” Disse lei con espressione pensierosa, facendo scorrere le pagine virtuali sul suo e-Handbook.

“ Parassiti ?”

“ Già… probabilmente deve aver piovuto prima del nostro arrivo, perché ho rinvenuto campioni di plasmo para viticolata.” E mostrando al ragazzo una foglia, gli fece notare come la superficie verde fosse tappezzata da macchie giallastre.

 “ Questa malattia è causata dai parassiti peronospora, e se non la eliminiamo subito l’intero prato potrebbe rischiare di ammalarsi.”

Accovacciandosi per terra, dove su di una tovaglia erano allestite due provette contenenti liquidi misteriosi ed un innaffiatoio, la ragazza iniziò a lavorare con diverse polveri accartocciate in bustine di plastica.

Nashi decise di osservare per comrpednere cosa stesse facendo, la Ultimate Toxicologist era così veloce e precisa nei movimenti che gli sembrò solo stesse mescolando prodotti a caso.

Ad un certo punto, mentre versava una provetta in un’altra, Fujima dovette indossare degli occhiali protettivi per proteggersi da uno zampillio fosforescente. Togliendosi gli occhiali continuò a lavorare a sangue freddo, mentre i due ragazzi la guardavano quasi spaventati da tanta meccanicità.

 

“ Ecco fatto !” Esclamò Fujima al termine della procedura, sollevando l’inanfiatoio, ora colmo del miscuglio che aveva creato.

“ Cosa hai fatto ?” Domandò Nashi, vedendola iniziare ad innaffiare i fiori più vicini.

“ Ho creato un potente feromone per attirare le formiche rosse.” Rispose allegra la scienziata, lasciando di stucco il ragazzo.

- Ha detto… formiche… ?- Il bruno riuscì appena a formulare il pensiero, prima che un ronzio  sospetto lo cogliesse impreparato.

Con velocità inaudita e sovrannaturale, l’aria iniziò a vibrare, e da oltre il precipizio si sollevò un’ondata di colore rosso. Ben presto quella massa scomposta si rivelò essere uno sciame di formiche rosse volanti, al che Zetsu e Nashi scattarono in piedi urlando.

“ Wawawaaargh !” Strillarono all’unisono i due, stringendosi forte mentre gli insetti li sfioravao nel loro volo spaventoso.

Intanto Fujima rideva e saltellava da una parte all’altra del prato, continuando ad innafiare. Sembrava divertita dalla reazione dei ragazzi, mentre la quantità colossale delle formiche non la tangeva per nulla.

“ Perché urlate ?” Ridacchiò innocente, venendo intanto circondata da un tornado rosso ronzante.

 

Quando Nashi credette che sarebbe morto lì, tutto finì.

Aprì gli occhi giusto in tempo per vedere lo sciame sollevarsi dal prato come un pavimento volante, e sparire all’orizzonte con la stessa velocità dell’arrivo.

“ Ehm… coff coff !” Finse di tossire Zetsu con voce strozzata dalle troppe grida, asciugandosi persino una lacrima.

“ Dicevo… a cosa serviva questo feromone ?” Cercò di chiedere con tono composto, venendo trafitto dallo sguardo giudicatore dell’amico.

 

Fujima si chinò con una lente d’ingrandimento, ispezionando i fiori e l’erba.

“ Le formiche rosse sono ghiotte delle larve dei parassiti! Per questo ho creato un feromone che le attraesse, ma allo stesso tempo ho fatto in modo di contaminare l’erba con un fitofarmaco capace di scacciarli. In questo modo non hanno rovinato l’erba !” Gioì, facendo roteare l’innaffiatoio attorno alla mano come se fosse una pistola.

“ Ma… sapevo che gli insetticidi rovinassero le piante.” Disse Nashi, riflettendo su quante volte gli fosse stato proibito di versare insetticidi direttamente sui vasi di fiori.

Al contrario la Ultimate Toxicologist aveva innaffiato tutto direttamente su erba e fiori senza pensarci due volte.

“ Ehehe …” Ridacchiò Fujima, coprendosi la bocca con una mano.

“ Non mi permetterei di rovinare le piante ed i bellissimi fiori di questo prato. L’insetticida di mia creazione conteneva solo elementi dalle quale le piante possono trarre nutrimento.” E con orgoglio, gli indicò i bellissimi fiori da campo. Tutto era rimasto intatto come qualche secondo prima.

 

“ Ma è strabiliante !” Esclamò Zetsu, mentre i capelli verdi assumevano la forma di due antenne.

- Pensavo che fosse Amari quella delle citazioni …- Si disse Nashi, sospirando.

 

 

 

Giorno 6

 

Nashi si risvegliò, ripensando a come il giorno prima si fosse riposato rispetto a quando con Lilith aveva svolto un’interminabile ricerca in libreria.

Mentre giaceva sul letto con il solo scopo di guardare il soffitto, qualcuno bussò alla sua porta.

“ Nashi ?” Per pura coincidenza, sentì proprio la voce della Ultimate Majokko chiamarlo.

Convincendosi di dover alzarsi, le aprì la porta cercando di apparire quantomeno sveglio.

“ Ehi !” La salutò sorridendo, e così fece lei.

“ Oggi hai dormito più del solito, lo sai ?” Gli chiese la rossa, ridendo.

Nashi controllò l’orario sull’e-Handbook, ed effettivamente aveva mancato di ben due ore la colazione.

Si spiegò così il brontolio allo stomaco che lo colse successivamente.

“ Dai, altrimenti rischi di addormentarti ancora !” Lo prese in giro dolcemente la ragazza, incoraggiandolo a seguirla in salone.

 

Lì trovarono ancora tutti seduti ai loro posti. Lo Ultimate Memory fu sorpreso di rivedere finalmente Yonamine Genjo. Lo Ultimate Actor sedeva in disparte, con il volto coperto in combinazione dallo sciarpone e dal cappello.

- Forse dovrei provare ad avvicinarmi a lui.- Pensò, e così fece, siccome fortunatamente il posto accanto al suo era libero.

“ Ciao Yonamine !” Gli disse sorridendo quando si sedette, eppure come risposta ricevette un semplice e timido saluto.

- Sembra che ogni giorno si tenga sempre più distante da noi…- Realizzò il ragazzo, iniziando a pensare come fosse possibile tutto ciò.

 

“ Vi pregherei di ascoltarmi tutti !” Dopo parecchio tempo che non la sentiva parlare, Nashi ebbe quasi un colpo vedendo Kigiri sporgersi sul tavolo con entrambe le mani puntate.

“ Ok, abbiamo una comunicazione …” Al suo fianco, Ebisawa Shoko le avvicinò alla bocca il microfono.

Doveva star registrando la nuova puntata del suo programma radiofonico, ma rispetto al giorno prima pareva molto più stanco.

“ Mi sono già accordata con Arima, Amari ed Ebisawa per accertarmi che fosse possibile… ed abbiamo deciso che si potrebbe organizzare una festa domani sera nel prato !” Con tono serio ed inflessibile, la ragazza dai capelli lilla pronunciò le parole che nessuno si sarebbe mai aspettato da lei.

“ Eeeh ?!” Reagì per l’appunto Nishizaka Iki, con la mascella che le arrivava a terra.

“ E chi se lo aspettava …” Disse tra sé e sé Amari Sako, altrettanto meravigliata.

“ Ma scusa, ha appena detto che tu lo sapevi.” Le fece notare Akagi Aozome, al che la ragazza si schiacciò le guance per lo stupore, diventando simile ad un pesce luna.

“ È veeero !”

“ Ehm …” Con un finto  colpo di tosse Kigiri cercò di riportare l’attenzione sulla comunicazione.

 

“ Ho pensato che lo spazio del secondo piano sarebbe ideale per essere sfruttato, sopratutto in questi giorni di tempo sereno. Arima si occuperà dell’allestimento, Ebisawa dell’impianto luci ed audio, mentre Amari e Yonamine di uno spettacolo preparato all’occorrente.”

Al sentir quelle parole, Nashi comprese quale fosse il progetto segreto di cui Amari si riferiva parlando di Yonamine, e anche del perché la ragazza il giorno prima sembrasse così stanca.

- Quindi in realtà stavano lavorando a questo progetto segreto… per noi !- realizzò, voltandosi verso lo  Ultimate Actor.

Questo, notando come l’attenzione si fosse posata su di lui, parve arrossire a livelli inverosimili dietro la sua sciarpa.

“ Nashi e Takejiro… mi servireste per preparare il necessario tra poche ore. E domani alle 9 tutti quanti saliranno per gli ultimi preparativi.” Aggiunse Kigiri, guardando i due ragazzi.

Lo Ultimate Liar si limitò a borbottare un commento acido, mentre lo Ultimate Memory annuì contento.

 

“ Guardate un po’! Questo è il progetto dell’allestimento delle sedie, dei tavoli e del palco !” Con orgoglio, Arima iniziò a turbinare tra i tavoli, posando davanti agli studenti dei disegni.

“ Che te ne pare Nashi ?!” Domandò infine al ragazzo, tenendo il disegno stretto tra le sue mani in modo che lo vedesse.

L’altro poté ammirare un bellissimo schizzo che ritraeva il prato, abbellito però da vasi di fiori e sedie con veli eleganti. Un piccolo palco con tanto di riflettori avrebbe nascosto la statua di Monokuma, lasciandosi alle spalle la luna splendente nel cielo notturno.

“ Sembra un’atmosfera da favola, Arima !” Si complimentò sinceramente al suo amico, il quale arrossì allargando ancor di più il suo sorriso.

“ Grazie mille …” Sussurrò appena, chiaramente emozionato.

“ Bah, a me non piace.” Una sola voce si levò dalle sedie, spezzando fischi di ammirazione e versi di stupore.

In quel momento Nashi poté vederlo nitidamente: il volto di Arima mutò radicalmente, proprio come cambia una stanza illuminata da una stanza senza luci.

I suoi occhi ebbero un fremito, prima che le sopracciglia si abbassassero proiettando ombre sugli zigomi, ora induriti e non più piegati per formare un sorriso.

 

Molto lentamente il ragazzo dai capelli blu raddrizzò la schiena, voltandosi verso chi aveva parlato.

“ Avrei preferito qualcosa di più sobrio. Cioè, capisco la voglia di lusso, ma siamo comunque dei ragazzi prigionieri in una torre.” Continuò Takejiro Kurisu, guardando sprezzante il suo foglio.

Intanto Arima stava percorrendo la distanza che li separava a grandi falcate.

“ Oi… non si mette bene !” Iniziò ad allarmarsi Umezawa Gaho.

“ Tu …” Sibilò lo Ultimate Event Planner.

Takejiro sollevò lo sguardo confuso.

“ Si può sapere cosa hai fatto da quando siamo qui, a parte lamentarti di qualsiasi cosa ?!” Furono queste le prime parole che esplosero dalla bocca del ragazzo in piedi, mentre i suoi occhi spalancati ora sembravano fumare di rabbia.

“ Prima non mangiavi neppure con noi ed ora lasci che ti serviamo il pasto! Ogni tanto sparisci, solo per ripresentarti e lamentarti di qualcosa! Non ti fidi di nessuno, prendi in giro chi vuole andare avanti senza uccidere nessuno… ma forse è perché sei tu il solo vero codardo !”

Il corvino si alzò anch’egli, fronteggiando Arima con sguardo rilassato e la bocca inarcata in un ghigno.

“ Cosa vuoi dire ?”

Immediatamente la risposta lo raggiunse.

“  Visto che ti piace così tanto parlare ed accusare gli altri di essere assassini, perché non fai tu il prossimo passo avanti ?!”

“ Arima, basta !” Urlò Kigiri, avvicinandosi al ragazzo.

“ Eh? Allora, perché non provi ad ammazzarci tutti ed andartene, visto che non ti piace il posto ?!” Arima però non ascoltava più nessuno, e tutto ciò che riusciva a fare era sbraitare in faccia al ragazzo senza pietà.

Fino a quando Takejiro non si mosse più veloce di lui.

Con un gesto felino spostò la sedia dalle sue spalle a dietro Arima, ed infine, appoggiandogli una mano sulla spalla, lo fece sedere.

L’azzurro sembrò paralizzarsi, e la sua voce echeggiava soltanto nella stanza, ora silenziosa.

“ Stai calmo damerino… chi risponde alle critiche accusando l’altro è quasi sempre una persona incapace di relazionarsi al mondo esterno.” Gli sussurrò lo Ultimate Liar all’orecchio, per poi voltarsi e camminare via.

“ Chiamami quando hai bisogno di me, Kigiri.” E con queste parole, anche la colazione di quella giornata si concluse.

 

 

… 

 

 

Nashi e Lilith sedevano sul prato, in attesa che lui venisse chiamato dalla Ultimate Criminologist.

“ Non avevo mai visto Arima perdere il controllo così.” Ammise il ragazzo, ripensando a tutti i sorrisi gentili che lo Ultimate Event Planner gli aveva sempre riservato.

“ Già… oggi mi sembrava parecchio su di giri.”

“ Comunque! Come sta andando con Corex ?” Cercando di portare la conversazione su di un argomento più allegro, il ragazzo si accorse di non essere mai finito nella situazione di porre quella domanda.

- Cielo… anche se mi sento la migliore amica che segue ogni passo della relazione dell’altra… immagino che sia un’esperienza che prima o poi tutti facciamo.- Pensò rassegnato.

“ Sì, no, sì! Molto bene !” Sebbene con molta confusione ed imbarazzo dissimulato, la rossa cercò di rispondere con un sorriso pacato.

“ Due sì ed un no ?” Chiese Nashi, sospettando qualcosa nella risposta della ragazza.

Lilith riuscì a rimanere immobile per qualche secondo, finendo per sospirare sconsolata e abbandonare il sorriso.

“ Più o meno, insomma… mi ha fatto leggere la nuova fan fiction che sta scrivendo al momento. Io sarei voluta andare più in la, ma niente.” Ammise triste.

Nashi arrossì solo al pensiero di cosa volesse significare “più in la”.

 

Fortunatamente, forse, una voce lo chiamò interrompendo il silenzio imbarazzante.

“ Oooi fratellooo !” Umezawa Gaho piombò tra i due come un meteorite a ciel sereno, mandando a gambe all’aria il ragazzo.

Lo afferrò per le spalle, iniziando a trascinarlo con facilità verso la palestra.

“ Scusami se ti rapisco un attimo dalla tua donna, ma io e te avevamo un accordo !” Sghignazzava mentre correva.

Intanto sia Lilith che Nashi si ripetevano in mente con la stessa confusione e disagio:

- Tua donna ?-

 

Quando il rosso fu riuscito a portarlo in palestra, lo poggiò per terra come si farebbe con un criceto.

“ Ma si può sapere di quale accordo parli, Umezawa ?” Domandò terrorizzato il bruno, ricevendo come risposta un’altra folle e terrificante risata.

“ Quello in cui ti avrei allenato, ricordi?! Abbiamo iniziato ieri con la colazione proteica.”

Lo Ultimate Memory non poteva essere più in disaccordo. Tuttavia il suo nuovo allenatore improvvisato ed auto dichiarato non ebbe tempo di ascoltarlo, ed immediatamente iniziò ad urlargli contro.

“ Iniziamo con una serie infinita di flessioni fino a quando non svieni! Così testiamo un po’ la tua resistenza e ti preparo la scheda.

“ Fino a quando non svengo ?!” Strillò Nashi, tremando.

Accorgendosi finalmente dei suoi occhi colmi di paura, lo Ultimate Stuntman smise di urlare e tornò calmo.

Un piccolo sorriso caldo si fece largo sul suo viso, ed appoggiò la mano sulla spalla del ragazzo.

“ Ehi… so che potrà sembrarti strano. Però io ci tengo che tu diventi forte. Altrimenti se qualcuno ti attaccasse per… bhe, come potresti difenderti ?”

Il rosso sembrava emanare un’aura di serenità che fece immediatamente dimenticare Nashi della paura. Iniziò a concentrarsi sulle parole piene di premura dell’altro, e comprese che forse aveva esagerato.

 

“ Ti mostro una cosa.” Fece Umezawa allargando il sorriso, per poi dirigersi verso la cyclette. Vi ci sedette sopra, premendo i piedi sotto i pedali.

“ In tutta la mia vita per diventare lo stuntman che sono ho imparato che prevenire è sicuramente meglio che provare. E più preveni allenando il tuo corpo per resistere ad ogni ostacolo, meno dovrai curare.”

Con una potenza esplosiva i muscoli delle sue gambe si espansero, rendendosi visibili anche attraverso i pantaloni della tuta, come se fossero due colonne di carne pulsanti.

“ Potrai smettere di preoccuparti per te solo quando sarai sicuro di poter fare qualsiasi cosa !”

Utilizzando una forza spaventosa, con un colpo di reni sollevò le ginocchia, e con esse l’intera cyclette da terra. Mentre era in aria inarcò la schiena al massimo delle sue capacità, riuscendo a ribaltarsi e a tornare nell’esatta posizione inziale dopo una capovolta all’indietro.

Neppure un rivolo di sudore solcava la sua fronte, quando con aria soddisfatta sollevò lo sguardo.

“ Allora Nashi, che ne pensi ?” Ma il ragazzo era già fuggito lontano, e da parecchio tempo anche.

 

 

Il pomeriggio Nashi lo passò con Kigiri e Takejiro, svolgendo l’inventario per la serata di domani.

In uno scatolone nella libreria trovarono tutti gli utensili per il giardinaggio, dove probabilmente Fujima aveva preso l’innaffiatoio. Trovò persino le candele colorate di cui Mitsuko gli aveva parlato.

Un falcetto balzò agli occhi del ragazzo, trasmettendogli un’improvvisa carica di emozioni negative.

“ Di che hai paura? Finché non lo impugna nessuno non ti può fare male.” Scherzò Takejiro, sollevando lo scatolone e togliendoglielo da sotto lo sguardo.

“ Però dobbiamo assolutamente sequestrare e custodire tutti gli utensili potenzialmente pericolosi.” Ribadì Kigiri, prendendo il falcetto.

“ Come immaginavo… una festa non era esattamente il tuo genere di trovata.” Le disse Takejiro con un sorriso appena visibile.

Nashi si domandò cosa l’altro avesse comprese, fino a quando la ragazza dai capelli lilla non si voltò verso di loro.

“ L’unico modo di impedire che si consumi un crimine è programmare una situazione tale che nulla di male possa accadere.” La Ultimate Criminologist iniziò a parlare con voce distaccata, come se stesse ripetendo a memoria una regola.

“Favorire un ambiente ed un’attività dove tutto possa essere sotto controllo stimolerà gli altri ad evitare di commettere un crimine. Inoltre, in una situazione dove non esistono controlli di sicurezza, saranno i partecipanti stessi a monitorarsi tra di loro, acquisendo così conoscenza del dover collaborare per gestire le situazioni avverse.”

In quella filosofia di azione-reazione di Kigiri, Nashi iniziò a comprendere molti dettagli sulla ragazza, in precedenza oscuri e contorti.

“ Non bisogna fidarsi di nessuno, qui dentro.”

“ Non può funzionare così la fiducia.”

 

Quelle parole, che per tanto tempo gli erano suonate come una mancanza di fiducia, in realtà ora assumevano un altro significato.

- Kigiri crede che possa esistere la fiducia !-

“ Proprio perché era un mio compagno di classe voglio trovare chi lo ha ucciso, e scoprire cosa possa averlo condotto a compiere tutto ciò.”

- La fiducia accorre quando tutti si uniscono per sconfiggere la disperazione… ovvero chi non ha fiducia. D’altronde è proprio questa la disperazione di cui parla Monokuma: un gioco dove tutti dubitano del prossimo, solo che anziché collaborare, chi desidera scappare di qui è disposto a sacrificare il resto degli altri.-

Finalmente trovò il coraggio di sorridere a cuor leggero davanti all’enesima frase della ragazza.

“ Cosa c’è ?” Domandò lei, confusa nel vederlo così rasserenato.

“ Nulla.” Mormorò il ragazzo, comprendendo di aver sempre avuto la Ultimate Criminologist come alleata.

 

 

Giorno 7

 

Vergognandosi del ritardo del giorno precedente, Nashi mantenne la sua promessa di alzarsi presto.

Si era ricordato dell’appuntamento fissato da Kigiri per le 9 in punto al secondo piano, e decise che ci sarebbe andato insieme agli altri subito dopo colazione.

- Chissà qual è questo spettacolo che Amari e Yonamine hanno preparato per stasera ?- Si chiese mentre infilava la giacca e sistemava la cravatta.

Assistere ad una collaborazione tra la Ultimate Video Maker e lo Ultimate Actor doveva essere proprio un privilegio per pochi, o almeno così credeva.

Diede un’occhiata all’orologio e fortunatamente non era così presto. Prima delle 6 Monokuma aveva proibito di uscire dalle stanze, ma quell’orario era passato già da un’ora e mezza.

Decise di dirigersi dunque verso il salone, non aspettandosi di certo la tavola imbandita.

 

Così fu, infatti, quando all’ingresso della sala vide solo pochi presenti all’appello.

Infatti, solo Amari Sako, Ebisawa Shoko, Kigiri Yoko e Nishizaka Iki erano già seduti al tavolo.

“ Tu non sai svolgere il tuo lavoro! Sarei mille volte meglio io come presentatrice del programma !” Sbraitava la video maker contro il ragazzo con le cuffie in testa.

“ Ma se ieri parlavi come un cercopiteco durante una tac !” Rispose il presentatore radiofonico.

Nashi comprese che la situazione non era delle più rosee. Nishizaka sospirò al suo arrivo, guardandolo con lo sguardo di chi stava soffrendo quel fracasso già da un po’.

Al suo contrario, la criminologa digitava qualcosa sull’e-Handbook.

“ Ehm.. perché litigate ?” Osò chiedere il ragazzo.

Di colpo gli sguardi dei due litiganti, ardenti come tizzoni, si piantarono su di lui con ferocia.

“ Perché lui si addormenta durante la puntata !” Accusò la ragazza dalle orecchie da gatta.

“ In questi giorni mi sono rilassato un po’ troppo, va bene! Che sarà mai !” Rispose Ebisawa, incrociando le braccia e voltandosi, immobile.

Rimase immobile ancora a lungo.

“ Uhng …” Mormorò, appena addormentatosi.

Intanto una musica allegra in playback rendeva la situazione ancora più surreale.

 

“ Siete qui da molto ?” Domandò allora il ragazzo alle due ragazze sedute in disparte.

“ No, appena arrivate.” Rispose la Ultimate Web Personality.

Rimasero dunque lì, e dopo qualche minuto iniziarono ad arrivare gli altri studenti.

L’ultimo fu Yonamine Genjo, alle 8:50.

Di Arima Robun e Mitsuko Atsuki, tuttavia, nessuna traccia.

“ Sto morendo di faaame.” Brontolò Akagi Aozome, massaggiandosi la pancia.

“ Anche tu dovresti provare la mia dieta dimagrante !” Gli disse Umezawa Gaho, tornando nella sua follia psicopatica da personal trainer.

“ Effettivamente Arima ci ha viziato fin troppo bene con la sua puntualità.” Scherzò Zetsu, anch’egli con la pancia che brontolava per la fame.

Gli studenti cercarono di distrarsi, aspettando gli ultimi due rimanenti.

 

“ Certo che hai proprio dei bei gusti musicali, Ebisawa !” Disse Lilith, avvicinandosi allo Ultimate Radio Host.

Quello, che intanto continuava a registrare la sua puntata, seppur con molta sonnolenza, fu leggermente infastidito dall’esser stato interrotto.

“ Ed ecco la nostra ospite speciale, Lilith Kurenai !” Provò a rimediare in modo professionale all’errore, al che la ragazza non seppe più cosa dire.

“ …che ci stava facendo i complimenti per…?” Il bruno la invitò a parlare, incalzandola con lo sguardo.

“ Ah, sì !” Squittì divertita Lilith.

“ Per la musica che fate passare in questo programma. Non sono solo band commerciali, anche classici e gruppi poco conosciuti, ma comunque molto talentuosi. Mi sono piaciuti i Begrave, non pensavo di poterli sentire passare in radio !”

“ Ah, li conosco anche io i Begrave.” Si intromise Nashi.

“ Non è un server pubblico, ma un programma radiofonico! Prima di parlare vi devo introdurre !” Esclamò Ebisawa, sgridando i due ragazzi che scapparono via piangucolando.

 

 

Passati dieci minuti, Kigiri decise di andare a bussare alle porte dei due mancanti.

Quando tornò, un’espressione tesa le era apparsa sul volto.

“ Non risponde nessuno.” Annunciò.

Nashi provò una fitta allo stomaco molto pesante ed opprimente.

“ Staranno dormendo.” Disse Kumagai, per niente preoccupata come il bruno.

“ Possiamo vedere di che preparativi ci dobbiamo occupare, così poi possiamo mangiare ?” Anche l'Ultimate Contorsionist stava letteralmente sbavando per la fame.

Con il consenso comune, i ragazzi e le ragazze presero i loro appositi ascensori.

Tutti, tranne Yonamine, il quale si fermò prima di oltrepassare la porta del bagno.

“ Che fai, non vieni ?” Chiese Takejiro, seccato.

Lo Ultimate Actor scosse la testa con timidezza, o forse timore.

“ Non lo forzare.” Disse allora lo Ultimate Rhythm Game Player al corvino, salutando l’attore.

 

Quando i ragazzi ebbero raggiunto il secondo piano, sbucarono in giardino per incontrarsi con le ragazze.

E fu in quel momento, quando entrambi i gruppi erano concentrati in un solo punto, che poterono vedere le prime tracce sospette.

Il sole cocente di primo mattino illuminava alcuni ciuffi d’erba di uno strano colore rossastro, innaturale senza dubbio.

“ Giuro che non è colpa del mio pesticida.” Si difese Fujima, venendo però ignorata da Kigiri, la quale si fece avanti a passo pesante.

Dopo aver avanzato per un po’, si bloccò sul posto.

Tutti allorano la imitarono, e videro la statua di Monokuma.

Il vassoio era completamente macchiato da un liquido che ora colava lungo il corpo in pietra dell’orso, gocciolando ritmicamente nel silenzio.

“ È… è… sangue ?!” Sussultò Zayasu Korin.

 

- No… non di nuovo.- Fu tutto ciò che Nashi riuscì a pensare, mentre al suo fianco Kigiri era scattata in direzione della classe.

Stava  seguendo altre tracce sull’erba, le quali conducevano proprio alla porta. Il terreno era stato smosso, e quanto rimaneva del tappeto erboso era inzuppato di sangue.

La Ultimate Criminologist spalancò la porta di scatto, venendo seguita dagli altri.

Persino il pavimento lì dentro presentava una striscia rossa, la quale come un percorso conduceva alla libreria. Quella porta era però misteriosamente aperta.

“ Fermi !” Esclamò la ragazza, frapponendosi tra la porta ed i propri compagni con una presa di posizione ferrea.

“ Entro io.” Sussurrò con un fil di voce, prima di fare il suo ingresso nella libreria con cautela.

- Qualsiasi cosa sia successa qui… non abbiamo visto scendere nessuno dal secondo piano.- Realizzò Nashi, comprendendo che se qualcuno si fosse trovato lì, molto probabilmente ci era rimasto.

 

Tuttavia, nel momento in cui la criminologa fece ingresso nella stanza, la luce proiettata dai monitor illuminò la classe buia.

“ Pim pom pam pom! È stato ritrovato un cadavere. Trascorso un breve periodo di tempo libero si terrà un Processo di Classe. Grazie al cielo, erano passate ben 110 pagine dall’ultimo annuncio !”

Monokuma, seduto sulla sua poltrona, pietrificò i ragazzi con la sua sola voce per l’ennesima volta.

Nashi poté scorgere l’espressione scossa di Kigiri, la quale ancora non si era mossa mentre guardava un punto a lui nascosto della stanza.

“ No… non ce la faccio …” Iniziò a mormorare a se stesso, tremando sempre più forte.

“ Non un’altra volta !” Ripeté in preda al panico.

Avrebbe voluto che tutto fosse stato uno scherzo, un’altra maledetta battuta di Monokuma per prenderli in giro.

Eppure tutti loro lo fecero, entrando nella libreria con il cuore già afflitto da mille pensieri cupi.

 

Seppellito da una pila di libri insanguinati, un corpo faceva capolino sul pavimento, espandendo una pozza di sangue fino ai piedi degli studenti.

Era visibile una lunga gonna violacea e parti di una tunica nera, ora inzuppate e più simili a buste di plastica spiaccicate su braccia e gambe. Il resto del corpo era coperto dai volumi, ma dove si sarebbe dovuta trovare una testa, sbucava una cascata di capelli neri.

Infine, un falcetto per l’agricoltura era piantato sulla faccia, fortunatamente oscurata dal sangue e da pagine o copertine in cuoio strappate.

“ Mi…tsuko …” Pronunciò a fatica Nashi, sentendo la lingua diventare pesante e molto secca.

Credette di star diventando muto per sempre, o che il suo intero cervello stesse spegnendosi per salvarlo da quanto aveva già visto.

Purtroppo rimase cosciente anche quando il dolore lo colpì al cuore, facendolo crollare in ginocchio.

“ NOOO !” Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, fino a sentirsi la laringe ancor più secca e dolorante.

Riuscì a vedere nitidamente l’immagine del suo volto inondato dalle lacrime, per un malsano scherzo del destino, sul pendolo d’ossidiana della fu Ultimate Hexer.

Mentre alle sue spalle il resto degli studenti iniziavano a provare lo stesso dolore e frustrazione, un secondo urlo squarciò l’aria.

Una voce proveniente dalla piscina.

 

“ Non c’è tempo da perdere! Questo è Yonamine !” Esclamò rabbiosa Kigiri, correndo con tutta la sua forza fuori di lì.

Raggiungendola, gli studenti poterono trovare lo Ultimate Actor disteso ai piedi della vasca.

“ È solo svenuto.” Constatò Fujima, portandogli un dito alla carotide.

Intanto il telo protettivo della piscina stava misteriosamente ritirandosi, mostrando l’acqua cristallina.

E quando tutto il telo si fu ritirato, come un sipario che svela il palcoscenico, mostrò il secondo macabro spettacolo di quel mattino.

 

Sul fondo della vasca, a testa in giù ma comunque riconoscibile grazie agli abiti eleganti e ai capelli azzurri, Arima Robun giaceva immobile.

Nemmeno una bolla d’aria si sollevava dal suo corpo.

“ Ma cosa diavolo… sta succedendo ?!” Balbettò Nashi, ormai sconvolto fino al profondo della sua anima.

 

“ Pim pom pam pom! È stato ritrovato un altro cadavere. Trascorso un breve periodo di tempo libero si terrà un Processo di Classe per entrambi gli omicidi.”

 

 

 

 

 

Da un palco con su scritto: Cabaret di Monokuma.

*Monokuma raggiunge il palco camminando a ginocchia unite, come i pinguini*

Monokuma: Quando ero a scuola c’era una materia che ho sempre amato studiare: la scenza! Fateci caso, se non fosse per la scenza che ci insegnano sin da quando siamo piccoli, non potremmo spiegarci i fenomeni più importanti della natura, come il ciclo dell’acqua o la fotosintesi clorofilliana.

*il pubblico applaude*

Monokuma: Se ci pensate poi, la scenza ci ha fatto scoprire l’astrologia. Cioè, se Armstrong non avesse avuto questa passione per l’astrologia, non sarebbe stato il primo uomo a metter piede sulla Luna. Ed è tutto grazie alla maledetta scenza, come ho detto prima!

*il pubblico lancia rose sul palco*

Monokuma: Mi chiedete cosa mi piaccia di più della scenza? Bhe, allora… ok, ok, la smetto! Volevo che qualcuno di voi si arrabbiasse: “Eh, Monokuma! Ma si scrive scienza non scenza!”

*Monokuma se ne va ridendo e cala il sipario*

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Per rimediare alla lunga attesa, in questo capitolo l’omicidio è doppio! In ogni gioco di Danganronpa (non ho ancora giocato il V3, ma non ditemi se c’è pure lì) c’è un doppio omicidio, e spesso vuol dire che il killer alla base di tutto è sempre particolarmente abile a nascondere e ad ingannare ogni suo passo.

Ma… si tratterà davvero di un doppio omicidio? Chissà, ditemi cosa ne pensate nelle recensioni.

Nel prossimo capitolo tocca all’investigazione.

Alla prossima!

   
 
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