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Autore: Yasha 26    08/07/2018    3 recensioni
Per chi ha letto Il Ruscello delle Fate, questo è il seguito ^_^
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- Aspetta! Come può essere cambiato tutto così? Stravedevi per me! Hai passato anni a dire: “Sho di qui. Sho di lì. Dove starà Sho starò anch’io! Sho è il migliore del mondo!” Perché è cambiato tutto così in fretta? Solamente per quello che hai sentito quel giorno? – domandò il ragazzo, che aveva sempre sperato di poterla riconquistare.
- Non è stato per quelle parole. Ho solamente rincontrato il mio Corn, tutto qui. Buonanotte Shotaro. – gli sorrise dolcemente, senza rabbia o altri sentimenti negativi, mentre si allontanava per raggiungere Kuon, lasciandolo lì stordito.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Julie Hizuri, Kuon Hizuri, Kuu Hizuri, Kyoko Mogami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ruscello delle Fate '
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Le settimane erano volate e le vacanze erano finite. Erano tornati a Tokyo, alla loro quotidianità e ai propri lavori.
I giorni passati con Kuu e Julie erano stati per Kyoko un vero toccasana. Sentirsi amata in quel modo, vedere i loro gesti affettuosi nei suoi confronti, le faceva ben sperare di avere una famiglia tutta sua un giorno. Pian piano iniziava a convincersi che amare ed essere amata non era una cosa tanto impossibile per lei. Le avevano anche promesso che si sarebbero visti molto presto sia per festeggiare il suo compleanno e il Natale, sia perché avrebbero discusso con Lory per la preparazione delle nozze.
Con stupore di tutti, il presidente Takarada si era fatto carico di tutto ciò che riguardava il matrimonio. Avrebbe pagato tutto lui per i suoi “figli speciali” poiché ne era stato, come si definiva lui, il Cupido. Lei e Kuon avevano provato a protestare ma Lory non aveva accettato un no, nemmeno da Julie e Kuu.
Quanto doveva a quell’uomo bizzarro che le aveva cambiato la vita? Aveva fatto così tanto per lei e Kuon che non le sarebbe bastata una vita per ricambiare. Se non fosse stato per lui, non osava nemmeno immaginare cosa ne sarebbe stato del suo Corn.
Era ancora così strano pensare che il suo amico d’infanzia, colui che le aveva dato la forza per andare avanti grazie alla sua pietra, fosse l’uomo di cui si era perdutamente innamorata anni dopo, nonostante i suoi propositi. Kuon non era una fata, tuttavia, il loro incontro era stato magico e sicuramente scelto dal destino.
A ben pensare, doveva ringraziare anche quell’asino di Shotaro, perché senza il suo egoismo non avrebbe mai deciso di entrare alla LME, in cui aveva ritrovato Corn. E mentre giungeva al parcheggio sotterraneo della TBM, in cui aveva appena finito le riprese di Yappa Kimagure Rock, dove aveva mantenuto il ruolo di Bō, come se fosse stato evocato da un incantesimo - più come una maledizione, pensò Kyoko – il suddetto cantante le apparve dinanzi con aria furente.
- Dove accidenti sei stata in queste settimane? E soprattutto con chi? – ringhiò Sho, che l’aveva cercata incessantemente per giorni. Il quinto giorno, in cui il suo cellulare risultava ancora spento, era andato a cercarla al ristorante dove viveva, ma i proprietari gli avevano detto che si era presa una vacanza ed era andata negli Stati Uniti. Qualche giorno dopo, durante un servizio fotografico, aveva sentito due modelle parlare di quell’idiota di Tsuruga e del fatto che girava voce fosse andato in qualche parte dell’America per una vacanza. Mettere le due cose insieme non era stato difficile, così l’aveva aspettata alla TBM, poiché gli avevano detto che sarebbe stata lì quella sera.
- Ciao anche a te Shotaro. Educato come sempre vedo. E comunque non sono affari tuoi. – rispose Kyoko, totalmente indifferente alla vista del ragazzo. Un tempo, invece, la sua sola presenza l’avrebbe fatta andare su tutte le furie.
- Invece sono affari miei! Dove sei stata? –
 - Non vedo perché dovrebbe interessarti, comunque mi sono presa una vacanza. Soddisfatto? Ora ti saluto perché ho molte cose da fare. – affermò l’attrice, tentando di andar via, ma lui la bloccò afferrandola per un braccio.
- In vacanza con chi? Eri con Tsuruga, non è vero? –
- E allora? – domandò annoiata.
- Non lo neghi quindi! –
- Ti ho già detto che ciò che faccio e con chi lo faccio non è affar tuo! Ora lasciami. – cercò di divincolarsi lei, ma senza riuscirsi.
- Ti sei innamorata davvero di lui? Che delusione! Lo dicevo che sei anche tu come quelle stupide donnicciole che cascano ai suoi piedi solo per uno dei suoi falsi sorrisi! Ma questo torna utile, sai? Hai perso la scommessa, quindi mantieni fede alla tua promessa tornando a casa e diventando la mia serva per il resto della tua vita! – ghignò soddisfatto Sho, ormai convinto di avere la vittoria in tasca. Kyoko sarebbe ritornata ad essere sua e presto avrebbe dimenticato quell’attore da strapazzo.
- Non ho perso un bel niente invece. E poi di quale casa parli? La tua? – rise ironica. - Hai iniziato a pagarla finalmente con i tuoi soldi oppure pretendi sia nuovamente io a pagartela? – lo prese in giro, lasciandolo sorpreso per la sua estrema calma. Si aspettava urla e proteste, invece appariva fin troppo tranquilla, perfino nel rinfacciargli i suoi sbagli.
- Non ho bisogno sia tu a mantenermi stavolta. Ho commesso questo errore già una volta e non lo ripeterò. – sostenne il ragazzo.
- Oh! Questo sì che è uno scoop! “Il grande Sho Fuwa ammette di aver sbagliato nel farsi mantenere da un’ingenua ragazza che credeva di amarlo.” È già un passo avanti, sai? – ridacchiò nuovamente.
- Piantala con questo stupido cinismo! E poi che significa che ‘credevi di amarmi’? Stravedevi per me! – sbottò irritato.
- E tu ne hai approfittato. Ero solo una ragazzina che non aveva mai ricevuto amore nella sua misera esistenza e che aveva scambiato quelle poche attenzioni che mi davi per qualcosa di più. Ora conosco la differenza. –
- Oh, ma davvero? E sarebbe stato Tsuruga a fartela conoscere? – domandò furente Sho, stringendole il braccio.
- Sho lasciami! Mi stai facendo male! –
- Rispondi prima alla domanda che ti ho fatto! – insisté il giovane, prima di sentire una mano stringere con forza il suo polso.
- No. Non è stato Ren Tsuruga a fargliela conoscere, ma io. E ti consiglio di lasciarle subito il braccio se non vuoi che ti spezzi la mano. – intervenne un ragazzo alto e biondo, dall’aspetto e la voce a Sho familiari.
- E tu chi accidenti saresti? – chiese il cantante, lasciando nolente la presa sul braccio di Kyoko. La minaccia di spezzargli il polso non era infondata, poiché quel tipo glielo stava quasi stritolando.
- Te l’ho appena detto Fuwa-san. Sono l’uomo che le ha fatto conoscere il vero amore. – sorrise gentilmente lo straniero biondo, ricordandogli lo stesso terrificante falso sorriso di Tsuruga.
- Tu… sei forse… -
- Ascoltami bene Fuwa, perché te lo dirò una volta soltanto… – esordì Kuon, cambiando completamente tono ed espressione, che divennero più ostili e minacciosi che mai, mentre puntava gli occhi in quelli del cantante. – Stai lontano da Kyoko. Non voglio mai più vederti ronzarle attorno. Non chiamarla, non cercarla e soprattutto non toccarla. Non hai più alcun posto nel suo cuore. Non ti ama e non ti odia, le sei totalmente indifferente, quindi sparisci dalle nostre vite e tornatene a fare ciò per cui l’hai abbandonata, ovvero la tua musica. Sono stato chiaro? – lo avvertì, stanco di ritrovarselo sempre tra i piedi.
Erano quasi le ventidue e stava aspettando Kyoko in macchina, di fronte al parcheggio della TBM, come avevano concordato. Poiché era buio, aveva tolto la parrucca e le lenti a contatto, così come faceva da quando erano tornati dalle vacanze. A breve, avrebbe rivelato al Giappone la sua identità, quindi aveva smesso di tingere i capelli, prima di diventare calvo come gli aveva detto Jelly.
Aveva visto uscire i fratelli Ishibashi ma di Kyoko non vi era ombra. Impensierito, aveva deciso di andare a vedere cosa la stava trattenendo, passando dal parcheggio sotterraneo per evitare troppi sguardi e quando la voce della fidanzata lo raggiunse, insieme a quella dell’uomo che più odiava, corse in suo soccorso.
- Perché, altrimenti che fai gaijin*? – lo sfidò il cantante, ghignando malignamente e osservando le sue fattezze, che di asiatiche avevano ben poco e non certo per via di qualche trucco di scena. Quello che aveva di fronte a sé doveva essere il suo vero aspetto. “Ecco perché non mi è mai piaciuto! È un tipo pericoloso. Chi diamine è davvero questo tipo?” pensò Sho, che vide chiaramente le scintille di rabbia negli occhi dell’attore. Doveva allontanarlo da Kyoko il prima possibile.
- Sho! Non essere maleducato! – intervenne Kyoko che, come Sho, aveva notato l’espressione truce di Kuon al suono di quella parola.
- Kyoko, vieni via con me! Sarai in pericolo se continuerai a stare con un tipo come lui! – provò a farla ragionare il cantante.
- Un tipo come me? E dimmi Fuwa, che tipo sarei? – domandò Kuon, fronteggiandolo ancora più minaccioso. Avrebbe preferito rompere subito la faccia a quel moccioso arrogante, ma aveva deciso di provare prima con le buone, così da non creare scandali vista la sua delicata situazione, però l’idiota ossigenato se la stava proprio cercando e lui non godeva di molta calma quando toccavano il tasto delle sue origini.
“Non va affatto bene! Si sta arrabbiando troppo!” notò preoccupata Kyoko, che non avrebbe saputo come fermare una lite tra i due, quindi decise di intervenire.
- Ren, ti prego, vai in macchina e aspettami lì. Ti raggiungo subito. – gli chiese, frapponendosi tra i due prima che fosse troppo tardi e la sua vera identità fosse sbattuta in prima pagina per aver picchiato quello stupido asino.
- E lasciarti da sola con questo moccioso? Stai scherzando spero! –
- Non sto affatto scherzando. - rispose, guardandolo seriamente e sperando si calmasse, ma non ottenne risposta. – Kuon, per favore. Fammi parlare con lui e ti raggiungo subito. – lo implorò nuovamente, sussurrando piano il suo nome per non farlo sentire a Sho.
Facendo un profondo respiro, Kuon provò a calmarsi, notando soprattutto lo sguardo preoccupato di Kyoko. Non voleva che finisse come con Murasame, ma era più forte di lui; odiava Fuwa con tutte le sue forze. Lo aveva sempre odiato, anche quando erano piccoli e sentiva decantarne le lodi da Kyoko, peccato che fosse così imbecille da non saperla neppure consolare quando piangeva.
- Ti aspetto dove posso vederti. Non impiegarci troppo. – acconsentì infine, osservando però Sho, come a volergli ricordare che lo teneva d’occhio.
- Va bene. Farò presto. – lo rassicurò.
Mentre l’attore si allontanava di qualche passo, Sho prese subito la parola.
- Mi spieghi che ci fai con uno come quello? Uno straniero poi! Sei del tutto impazzita? –
- Non è giapponese, e allora? Non vedo dove sta il problema. Lo amo e lui ama me, quindi non capisco perché non dovrei stare con lui. –
- Amore? Vuole solamente approfittarsi di te, razza di scema! Hai dimenticato tutte le donne che si dice siano passate nel suo letto? Scommetto che ti ha già abbindolato per fare lo stesso con te e poi mollarti come uno straccio usato! – sputò con rabbia al solo pensiero che Kyoko fosse di altro uomo.
- Credo tu lo abbia confuso con te. Sei tu quello che mi ha usato e poi gettato via! – gli ricordò infastidita.
- Io non ti ho usato come un giocattolo sessuale! Ho avuto rispetto per te! –
- Solo perché mi trovavi… aspetta… com’è che avevi detto? Ah sì “una brutta, noiosa ragazza del paese, trasandata e per nulla attraente”, ricordi? Sono le esatte parole che dicesti a Shoko-san quel giorno. –
- All’epoca ero solo un ragazzino che non capiva nulla della vita! Ora sono cresciuto, così come te! –
- E cosa sarebbe cambiato in questi due anni? Sentiamo. – chiese incrociando innervosita le braccia.
- È cambiato che… ecco… io… - esitò imbarazzato. Non era certo così che immaginava di confessare il suo amore.
Kyoko notò Kuon osservarla, a qualche metro di distanza, con espressione funerea. Doveva sbrigarsi o sarebbero stati guai.
- Non ho tutta la serata. Se non hai nulla da aggiungere vado a casa. –
- A casa con lui? Non puoi vivere davvero con quel gaijin! –
- Smettila di chiamarlo così! E poi quando avrei detto che vivo con lui? Comunque mi spieghi perché accidenti mi stai facendo il terzo grado come un fidanzato geloso? Che diamine t’importa? – esplose irritata l’attrice, stanca delle domande dell’ex amico.
- Possibile tu sia così ottusa da non capirlo? Sono innamorato di te, cretina! – urlò frustrato, sentendo rimbombare la propria voce all’interno del parcheggio.
- Tu… Che? – domandò incredula, sgranando gli occhi.
- Ho detto che ti amo! Lo trovi così difficile da credere? –
- Assolutamente sì! – esclamò lei.
- Cosa? Perché? –
- Perché… perché sei Sho! L’unica persona che hai sempre amato è te stesso! – spiegò, ancora sconvolta dalle parole udite.
- Hai un’alta opinione di me! – protestò il giovane.
- La mia opinione è il risultato dei tuoi gesti! – affermò lei, mentre il cantante sbuffava.
- Possibile che dopo due anni, tu sia ancora arrabbiata per quella sciocchezza? Sono maturato adesso! Dammi una possibilità per dimostrartelo! – le chiese, sapendo di contare ancora qualcosa per lei, o non sarebbe rimasta a parlare con lui senza la presenza di quell’attore inutile.
- Spero davvero tu sia maturato ma non sono io la persona a cui dimostrarlo. –
- Ma è te che amo! –
Kyoko sospirò, cercando di calmarsi. Ciò che stava vivendo sembrava surreale. Shotaro innamorato di lei? Non lo avrebbe creduto possibile nemmeno tra un milione di anni.
- Mi spiace, ma io non amo te. Forse, un tempo, avrei dato tutto per questa tua dichiarazione, ma adesso è tardi. Sto per sposarmi, Sho. Non sono neanche più arrabbiata con te; semplicemente non ti amo. – gli confessò, poiché da tempo aveva dimenticato i rancori verso il ragazzo con cui era cresciuta.
- St-stai per… sposarti? – balbettò sconvolto. Non ne sapeva nulla. Non immaginava nemmeno che fossero fidanzati quando invece già parlavano di matrimonio.
- Sì. Mancano pochi mesi ormai. Come vedi, non vuole approfittarsi di me. –
- Stai per fare un grande errore! Quel pazzo farà di te la sua preda e ti mangerà in un sol boccone. Potrebbe essere un criminale, non lo capisci? Non vedi che espressione omicida ha? – tentò di convincerla.
- Hai visto troppi film. Non farebbe del male a una mosca. – “O quasi, se non viene provocato… “ si corresse mentalmente, ripensando al periodo in cui interpretarono i fratelli Heel. Capelli d’alga e Murasame-san rischiarono grosso all’epoca.
- Non lo conosci abbastanza da saperlo! -
- Lo conosco più di quanto tu creda. –
- Che vuoi dire? – domandò curioso il cantante.
- Saprai tutto su me e lui fra qualche giorno. Ci sarà una conferenza stampa al riguardo. Ora devo davvero andare. – provò a congedarsi, ma Sho la fermò nuovamente.
- Aspetta! Come può essere cambiato tutto così? Stravedevi per me! Hai passato anni a dire: “Sho di qui. Sho di lì. Dove starà Sho starò anch’io! Sho è il migliore del mondo!” Perché è cambiato tutto così in fretta? Solamente per quello che hai sentito quel giorno? – domandò il ragazzo, che aveva sempre sperato di poterla riconquistare.
- Non è stato per quelle parole. Ho solamente rincontrato il mio Corn, tutto qui. Buonanotte Shotaro. – gli sorrise dolcemente, senza rabbia o altri sentimenti negativi, mentre si allontanava per raggiungere Kuon, lasciandolo lì stordito.
“Rincontrato? Che significa? Lo conosceva già? E poi Corn… questo nome mi è familiare… “ rimuginò Sho, lasciando a sua volta il parcheggio sotterraneo.
Mentre tornava a casa, non riusciva a fare a meno di sentirsi in qualche modo tradito. Credeva di essere al primo posto per lei, di essere la ragione principale dei suoi pensieri, anche se per vendetta. In fondo, si ripeteva sempre, amore e odio erano sentimenti molto simili, quindi occupare i suoi pensieri significava avere sempre qualche ascendente su di lei, per tenerla legata a sé. Peccato che non avesse tenuto conto di quel maledetto di Tsuruga.
 “Ma non tutto è perduto!” ghignò, ricordando la scommessa.
 
Raggiunto il fidanzato, Kyoko avvertì la tensione regnare in auto. Kuon era arrabbiato. E tanto anche.
- Cosa vorresti mangiare stasera? – provò a chiedergli, per rompere il ghiaccio.
- Quello che preparerai andrà bene. – rispose distaccato.
- Pensavo di fare le cotolette di maiale, ma dovrei passare a comprarle. –
Kuon non rispose e guidò in silenzio fino a un konbini, dove si fermò senza aggiungere nulla. Kyoko sbuffò e scese per comprare ciò che le serviva per la cena, sperando che al suo ritorno lui avesse sbollito la rabbia, ma così non fu. Giunti al suo appartamento, la ragazza sbottò esasperata dal mutismo dell’attore.
- Si può sapere perché ce l’hai con me? –
- Non ce l’ho con te. – mentì, cercando di calmarsi per non litigare con lei. Non voleva certo ripetere la scenata fattale in albergo ai tempi dei fratelli Heel, ma detestava troppo Fuwa per stare calmo. Era rimasta l’unica cosa in grado di fargli perdere il senno. Bastava la sua sola presenza per mandarlo su tutte le furie, ed essere chiamato gaijin aveva aumentato il suo odio.
- Sì invece! Per quale motivo? – insistette lei.
- Non voglio parlarne. –
- Io invece sì! Perché sei così arrabbiato? -
- Perché sarei dovuto restare a rompergli i denti, invece di darti retta e lasciarti sola con lui! L’ho sentito quando ti ha detto che ti ama e che vorrebbe ritornassi da lui. Ce ne vuole di faccia tosta dopo quello che ti ha fatto! E poi di quale scommessa parlava? – si decise infine a chiedere, stanco di arrovellarsi il cervello per quella scommessa di cui era all’oscuro, ma di cui aveva capito da solo il contenuto dalle parole di Fuwa. Il solo fatto che lei potesse avere dei segreti con lui, lo irritava ancora di più.
- Se fossi rimasto a picchiarlo, avresti rovinato la tua reputazione. È così che vuoi presentare Kuon Hizuri ai tuoi fan? Sai che scandalo avresti creato? Hai lavorato duramente per scrollarti di dosso il passato e non posso permetterti di rovinare tutto, soprattutto a causa di Shotaro. È per questo che ti ho chiesto di lasciarci soli. Non m’interessa se dice che mi ama. Ho messo bene in chiaro come stanno le cose tra di noi, quindi non preoccuparti di quello stupido. –
Kuon storse il naso; lei aveva perfettamente ragione, tuttavia non si sarebbe pentito della soddisfazione di potergli togliere quello stupido ghigno che aveva perennemente stampato in faccia. Doveva smetterla di cercarla sempre e ovunque.
- E la scommessa? – tornò a chiederle, poiché non aveva risposto a quella domanda.
- La scommessa… ecco… non è nulla. Era una cosa stupida, nulla di più. – cercò di minimizzare, non sapendo come l’avrebbe presa.
- Voglio conoscerla lo stesso. – asserì contrariato.
- Uffa e va bene! Era riuscito a estorcermi la promessa che se mi fossi innamorata di Ren Tsuruga, nonostante il mio impegno di non innamorarmi più, sarei tornata a fargli da cameriera per il resto della mia vita. In teoria ha vinto lui, ma nella pratica ha perso visto che Ren non esiste davvero. – spiegò infine, sperando non si arrabbiasse.
- Come diavolo ti è saltato in mente di fare una scommessa simile? E se Ren Tsuruga non fosse stato il mio nome d’arte? Saresti ritornata da lui pur di rispettare la parola data? – chiese risentito.
- All’epoca non credevo certo che mi sarei davvero innamorata di te. O meglio, cercavo di non farlo. E comunque, a pensarci, già sapevo che era il tuo nome d’arte, quindi come scommessa non valeva fin da subito*. –
- Quindi ti sei presa gioco di lui? – chiese un po’ più tranquillo, avendo dimenticato che lei già sapeva del suo nome falso dai tempi di Dark Moon.
- Sì e no. Ero davvero convinta di non volermi innamorare di te. Ero troppo terrorizzata. Volevo in parte autoconvincermi che non lo avrei mai fatto, qualunque fosse stato il tuo nome. Poi Cain e Setsu hanno rovinato i miei piani. Quella scommessa l’ho persa solo contro me stessa alla fine. – disse quasi divertita dalla piega che avevano preso gli eventi.
- E ne sei pentita? –
- Assolutamente no. – gli sorrise, mentre lui la prendeva tra le braccia.
- Non voglio che ti avvicini mai più a Fuwa, tantomeno faccia scommesse assurde con lui. Intesi? – le chiese serio, allontanandola da sé per guardarla dritto negli occhi.
- Promesso. Non farò più alcuna scommessa. Per quanto riguarda il non vederlo, non posso garantirtelo, è lui che cerca sempre me. – rispose infastidita.
- Mi auguro per lui che abbia capito il mio avvertimento; non ce ne sarà un secondo la prossima volta. – chiarì e Kyoko sapeva che non scherzava affatto.
“Speriamo quello stupido stia alla larga allora.“ pensò preoccupata.
 
Da giorni, Shotaro rifletteva sulle parole che Kyoko gli aveva rivolto prima di andar via, ma più ci pensava, più non riusciva a comprendere dove e quando aveva conosciuto Tsuruga.
“Corn… mi ricorda solo quella stupida pietra che lei conservava come un tesoro. Ma cosa c’entra con quell’attore fallito?”
Stanco di pensarci, si convinse che alla fine poco importava. Lei aveva fatto un patto con lui ed era certo che, in un modo o nell’altro, lo avrebbe rispettato. La conosceva troppo bene e sapeva che era solita mantenere la parola data.
Fu un paio di settimane più tardi, a pochi giorni dal Natale, mentre assisteva incredulo alla conferenza stampa di cui lei gli aveva parlato, che Sho capì a cosa si riferisse quella sera al garage.
Ren Tsuruga, anzi, Kuon Hizuri, figlio di Kuu e Juliena Hizuri, raccontava al mondo intero non solo parte della sua vita passata, ma annunciava la sua vita futura al fianco di Kyoko Mogami, conosciuta a Kyoto quando lui aveva dieci anni e che aveva ritrovato alla LME, anche grazie ad una serie di fortunati eventi che avevano spinto la ragazza a far parte della stessa agenzia in cui lavorava lui.
“Bastardo! Si riferisce a me!” pensò il cantante, reprimendo l’istinto di lanciare il telecomando contro il televisore.
Stavano raccontando allegramente dei bei momenti vissuti tra le rive del ruscello vicino il suo Ryokan - cosa che lo imbestialì ancora di più - e di come lei avesse storpiato il nome Kuon in Corn, credendolo addirittura un principe delle fate per via dell’insolito colore di occhi e capelli per un giapponese.
“Davvero vomitevole! E poi dietro casa mia! Traditrice!”
Dopo l’annuncio delle nozze, che si sarebbero tenute a breve, i giornalisti non si fecero mancare l’opportunità di mettere in imbarazzo la coppia con le loro congetture, domandando se quel matrimonio così repentino, vista la loro giovane età, servisse per rimediare a una possibile gravidanza dell’attrice.
Al pensiero che Kyoko potesse essere incinta, il cuore di Sho si strinse maggiormente. Era già difficile accettare che non fosse più sua – in realtà non lo era mai stata per colpa della sua stupidità – e vederla non solo già sposata, ma anche con la sua famigliola felice, gli avrebbe dato il colpo di grazia.
Seppur imbarazzati, i due attori smentirono, asserendo che la loro scelta dipendeva solo dal voler passare più tempo possibile con l’altro, poiché troppo innamorati per restare divisi dal lavoro.
- Bleah! Che schifo! Sono davvero insopportabili! – sbottò il cantante, spegnendo nauseato la tv.
- Sho! Io la stavo guardando! – lo rimproverò Shoko, la sua manager.
- Allora riaccendila! Io me ne vado. Sono stanco di sentire tante stronzate! – brontolò, andando via sbattendo la porta dell’appartamento della donna.
Shoko alzò gli occhi al cielo, riaccese la tv e finì di guardare la conferenza. Vedeva Kyoko raggiante, con occhi luminosi e pieni di amore, e non poteva non notare quanto fosse splendida con quell’espressione, così differente da quella piena d’odio e risentimento che aveva conosciuto anni prima.
Le dispiaceva vedere soffrire Sho, sapeva che ne era innamorato, ma era arrivato tardi per capire quale tesoro si fosse fatto sfuggire a causa del suo egoismo. Qualcun altro aveva saputo apprezzare quella piccola pietra grezza, trasformandola poi in un prezioso diamante luminoso, perché era così che Kyoko appariva in quel momento mentre parlava del suo futuro marito e di come lo aveva conosciuto, era radiosa come mai.
- Sono contenta per te Kyoko-chan. – disse Shoko, rivolgendosi alla ragazza sullo schermo.
 
Sho camminava spedito e senza una meta precisa. Era furioso. Non aveva mai visto Kyoko così felice. Bastavano i suoi occhi a parlare, per dire al mondo quanto amasse l’uomo che le stava seduto accanto.
- Quello sguardo doveva essere rivolto solo a me! Dannazione! Mi hanno fregato entrambi! – imprecò, calciando con rabbia un piccolo espositore pubblicitario e facendo scappar via delle fan che stavano per chiedergli un autografo.
Credeva di poter tenere Kyoko legata a sé con quel patto. Aveva capito da tempo che quell’ingenua teneva troppo in considerazione il suo “rispettabile senpai”, per questo sperava di tenerla in pugno con quella promessa estortale con l’inganno, ma aveva perso lui, nonostante fosse stata lei a perdere. Kyoko si era innamorata del suo senpai, come temeva, ma non di Ren Tsuruga poiché, a conti fatti, Ren Tsuruga non esisteva, era Kuon Hizuri, quindi lui era automaticamente il perdente.
Quell’uomo oscuro non gli piaceva. Il suo sguardo, ogni volta che lo incrociava, appariva freddo e letale. Tuttavia doveva ammetterlo, quando guardava Kyoko, il suo sguardo cambiava. Forse la amava davvero ma era comunque dura da mandare giù. Probabilmente non avrebbe mai fatto il tifo per la durata di quel matrimonio, ma comprendeva che non c’era più spazio per lui nella vita della sua amica d’infanzia, quindi doveva farsi da parte una volta per tutte.
Suo malgrado, iniziava pian piano a comprendere cosa aveva provato Kyoko quando lui le aveva spezzato il cuore, poiché il suo si trovava nello stesso identico stato in quel momento.
Sentì vibrare il cellulare e, prendendolo con poca voglia, notò un messaggio di Mimori. Quella ragazza gli ricordava molto Kyoko quando ancora stravedeva per lui. Era sempre pronta a fare di tutto per compiacerlo. Per Sho, invece, era sempre stata solo un piacevole passatempo e nulla di più ma, dopo gli ultimi eventi, iniziava a pensare che fosse tempo di smetterla con quell’atteggiamento. Non voleva fare con Mimori lo stesso errore. Aveva detto a Kyoko di essere cambiato e lo avrebbe dimostrato allontanando la giovane bruna da sé per il suo bene.
Forse era giunto il momento di iniziare a valutare l’offerta di Shoko per un tour promozionale in giro per l’Asia. Anche la sua vita, come quella di Kyoko, aveva bisogno di una svolta, e il più lontano possibile da lei.
 
 
 


   
 
*Gaijin significa “persona esterna” e da quel che ho letto i giapponesi la usano per indicare in modo dispregiativo gli stranieri. Il termine corretto e neutrale sarebbe gaikokujin ovvero “persona di una terra esterna” quindi qualcuno che non è un nativo giapponese.
 
*Kyoko scopre da Reino, nel capitolo 99, che Ren è un nome d’arte. Sho le estorce la scommessa nel capitolo 191, quindi lei già sapeva che è un nome falso.
Sarebbe troppo sperare in una Kyoko meno tontarella di quello che appare e che ha fatto quella scommessa anche sapendo già che “Ren” non esiste? Sì lo so, è poco probabile sia tanto arguta e abbia fatto una promessa sapendo già di vincerla, lo ha detto senza pensare e quasi credendoci XD  ma lasciatemi sognare.

Spero il capitolo vi sia piaciuto ^_^ e se ci sono fan di Sho, preparatevi a rivederlo ^.^ 
Al prossimo capitolo :* grazie a chi legge e recensisce <3 
Baci Faby <3 <3 <3 
 


 

   
 
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