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Autore: Isidar Mithrim    09/07/2018    2 recensioni
Ginny e Harry sospettano che Lily stia di nuovo vedendo qualcuno, ma il fatto che non gliene abbia parlato li fa preoccupare parecchio... perché questa volta la figlia dovrebbe sentire l’esigenza di nascondere la sua relazione, quando in passato con loro non aveva avuto segreti?
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Padrino e figlioccio'
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Il genero che ogni padre vorrebbe… o forse no

{Questa storia può essere considerata
una sorta di sequel della storia
Di pubertà, Glumbumble e sangue di Veela,
ma è leggibile anche singolarmente}

“Harry...” disse Ginny, un po’ tesa.
“Cosa c’è?” chiese lui, preoccupandosi a sua volta.
“Credo che Lily stia vedendo qualcuno.”
“Oh” mormorò Harry, deglutendo. “E... ‘credo’ vuol dire che te l’ha detto lei e ti ha chiesto di non dirmelo, o...”
“No, lei non mi ha detto niente, in realtà” spiegò Ginny.  “Però... credo proprio che sia così.”
“Ma... quando si è messa con Nick ce l’ha detto subito” obiettò Harry. “Se stesse con qualcuno perché non dovrebbe raccontarcelo?”
Ginny lo guardò intensamente. “Non c’è alcun ‘se’, Harry. Ho sentito che parlava con qualcuno...”
Lui tacque per un istante, cercando di digerire l’inattesa notizia.
“Perché non ce l’ha detto?” gli chiese Ginny, non senza un certo allarme nella voce. “Perché lo sta tenendo nascosto?”
Harry non poteva biasimarla: ora si stava preoccupando anche lui. Perché Lily l’aveva tenuto segreto? Insomma, loro erano sempre stati aperti su questo, lei sapeva bene che l’avrebbero appoggiata anche se si fosse messa con... un Serpeverde, o un Babbano, o una donna...
“Non lo so” mormorò. “Tu non hai idea di chi possa essere?”
Ginny scosse la testa.
“Forse... forse è normale che non ce ne parli, e siamo noi che ci stiamo facendo troppi problemi?” tentò Harry, speranzoso.
“Di Nick ce l’ha detto subito” obiettò Ginny.
“Ma lui era il suo miglior amico, e noi lo conoscevamo già, quindi era semplice dircelo. O magari andava avanti da più di quello che ci hanno raccontato... Forse questa non è ancora una cosa seria, e prima di dircelo vuole vedere se lo diventa?” ipotizzò.
“Harry... non penso proprio che sia solo una frequentazione” ammise la moglie. “E comunque era più di un mese fa quando l’ho sentita parlarci, volevo aspettare che si facesse avanti lei…”
“Oh.”
“Sono preoccupata” confessò Ginny. “Non capisco perché non ce l’abbia detto...”
“Pensi che dovremmo chiederle di dirci la verità?” domandò Harry.
“Ho paura che finirebbe per chiudersi di più, in realtà...”
“Potremmo dirle qualcosa tipo ‘lo sai che che puoi parlarci di tutto’...”
Ginny alzò un sopracciglio, scettica. “Harry, sarebbe come chiederle se sta con qualcuno, ma senza avere il fegato di farlo. E comunque lo sa già che può parlarci di tutto... ed è proprio questo che mi mette ansia.”
“E se avesse solo bisogno di... di essere un po’ ribelle, ecco?” azzardò lui. Sapeva che non era una passeggiata, essere un Potter.
“A ventitré anni e con un diploma da Guaritrice quasi in mano? Mi sembra un po’ tardi per quello, Harry.”
“Sì, suppongo che tu abbia ragione” convenne lui. A quell’età loro due erano già sposati... “Ok, allora. Spara.”
“Cosa?” chiese Ginny, perplessa.
“Le ragioni per cui non dovrebbe avercelo detto! È ovvio che ci hai pensato parecchio, quindi sputa il rospo.”
Ginny sospirò. “Ok, sparo. È tornata con Nick. È –”
“Ma lui l’ha tradita!” s’indignò Harry.
“Ed è per questo che lo terrebbe segreto, no? Sa che non ci fidiamo di lui.”
“E a ben vedere” disse Harry, duro. “Vai avanti, ti prego.”
“È un suo professore. È un paziente. È sposato. È un Auror. È –”
“Perché non dovrebbe dirci se è un Auror?” si stupì Harry.
“Perché tu sei il capo degli Auror, se te ne fossi dimenticato” disse lei, con il tono di chi constata l’ovvio.
“E allora?”
“E allora è plausibile che un Auror non voglia che si sappia che sta con la figlia del capo...”
“Ok, ha senso” ammise Harry. “Non avevo pensato che potesse essere lui a non volerlo dire.”
“Lui o lei” lo corresse Ginny.
“Lo sa che può dircelo, se sta con una donna!” esclamò Harry.
“Ma, di nuovo, non è detto che voglia dirlo l’altra” osservò Ginny.
“Oh, certo” realizzò Harry. “Hai altro?” le chiese poi, anche se sperava vivamente che la lista fosse finita lì.
Ginny fece un respiro profondo, e Harry capì che non era affatto finita. “È molto più piccolo... o molto più grande. Un nostro amico, magari.”
Harry sgranò gli occhi. Erano una cosa che non aveva minimamente preso in considerazione, e sperò di non doverlo fare mai. Anche perché probabilmente avrebbe ucciso quell’amico, che poi amico non era, se si faceva sua figlia.
“Oppure è un mix di più cose” riprese Ginny. “O... un cugino.”
“Un cugino?” esclamò Harry, incredulo. “Ma...”
“Succede” disse Ginny.
“Nelle famiglie Purosangue, forse, ma –”
“Non solo” lo interruppe lei.
Harry stava per obiettare di nuovo, quando gli venne un mente un’idea peggiore.
“Non sarà il figlio di Dudley, vero?!”
“Merlino, no, non credo proprio!” si affrettò a dire Ginny. “Lily può aspirare a ben di più. Anche se...”
“Anche se?” si preoccupò Harry.
“Magari è un Babbano.”
“Ci avevo pensato, ma non vedo perché non dovrebbe dircelo.”
“Non lo so neanche io” ammise Ginny. “Magari è un Babbano parecchio più grande...”
Harry sospirò.
“Ipotesi peggiore e migliore?” domandò Ginny.
“Peggiore... un nostro amico?” azzardò Harry, cercando di non pensare a chi potesse essere. Per qualche strano motivo gli venne in mente Dean e rabbrividì.
Lei annuì, concorde.
“E migliore un Auror” affermò Harry con più convinzione. Conosceva tutti i ragazzi, ed erano piuttosto in gamba.
“E se fosse un tuo amico Auror molto più grande di lei, magari sposato?” obiettò Ginny.
“Oh. Oddio, spero proprio di no” mormorò Harry, che aveva dato per scontato che si parlasse di qualche Auror giovane, magari ancora in addestramento.
“Già, anche io...”
“Dobbiamo parlarle, Ginny” insisté Harry. Sarebbe morto se non avesse saputo... Avrebbe continuato a immaginarsi gli scenari peggiori...
“No, non possiamo, Harry. Se l’affrontassimo e lei non ci dicesse niente, poi non avremmo nemmeno una chance di scoprirlo per caso...”
“Quindi anche tu vuoi scoprirlo” osservò Harry.
“Certo che voglio! Te l’ho detto, sono preoccupata.”
“Sì, be’, ora lo sono anche io” commentò Harry, salace.
Ginny lo guardò offesa. “Stai dicendo che non avrei dovuto parlartene?” gli chiese, e lui si sentì subito in colpa.
“Scusami. In realtà ti sono grato per averlo fatto. Penso... penso che dovremmo aspettare qualche mese, e se entro allora non ce l’avrà detto lei... allora le parleremo a viso aperto, promettendole di non giudicarla, ok?”
Ginny sembrò esitare, ma alla fine annuì, e si sdraiò sul letto, accoccolandosi tra le sue braccia. Harry la strinse a sé, dandole un bacio sulla tempia.
“Però se si è messa a fare sesso con Lumacorno la giudicherò eccome” borbottò Ginny un attimo dopo, e Harry ci mise molto, molto tempo a scacciare quell’orrida immagine dalla mente e addormentarsi.

***

Harry rientrò in casa, sentendosi ancora tramortito dalla fattura che si era beccato. Aveva una gran voglia di chiamare Ginny e pregarla di rientrare prima dal lavoro per raggiungerlo, ma si trattenne, anche perché Lily doveva tornare a breve. E chi meglio della sua meravigliosa figlia, nonché Guaritrice tirocinante, poteva alleviare le sue sofferenze?
Così, Harry si trascinò pesantemente verso il primo piano con il preciso intento di buttarsi a peso morto sul letto.
Quando passò davanti alla porta stranamente chiusa di Lily, però, s’immobilizzò inorridito.
Per quanto volesse illudersi del contrario, era alquanto palese che sua figlia stesse facendo sesso. Harry sentì il cuore battere all’impazzata, e ritornò subito con la mente alla conversazione con Ginny di qualche mese prima. Si chiese con angoscia se lì dentro potesse esserci un suo amico, o un collega... Dio, ci sarebbe potuto essere anche il ragazzo perfetto, ma era atroce lo stesso. Un conto era sapere che Lily faceva sesso, un conto era sentirla fare sesso, sentirla gemere così mentre il letto si muoveva ritmicamente contro la parete e un uomo ansimava... no, quella era decisamente un’altra faccenda.
Una parte di lui voleva spalancare la porta e scoprire con chi stesse Lily; una parte invece inorridiva alla sola idea di vederla nuda, figuriamoci intenta a fare sesso.
Fu facile fare una scelta. Disperato, Harry scese le scale con l’intenzione di andarsene, ma arrivato in salotto una dolorosa fitta alla testa lo bloccò. Realizzò che non era il caso di Materializzarsi da solo, né di usare il camino. Così, optò per l’unica soluzione possibile.
“EHY! SONO A CASA! C’È NESSUNO?”
Poi, per restare il più possibile lontano dalla camera di Lily, ma anche per risparmiarsi l’ennesima rampa di scale, andò a buttarsi sul divano, cercando di cancellare dalla mente ciò che aveva appena ascoltato.
Non ci volle molto prima che Lily apparisse in salotto, vestita e sorridente.
“Ehy, papà! Ero in camera a studiare. Tu come mai già a casa?”
Harry dovette ammettere che era un’ottima attrice, perché se non l’avesse saputo non avrebbe mai dubitato di quelle parole convincenti.
“Una fastidiosa fattura. Immagino di non avere più i riflessi di una volta…”
“Oh, mi dispiace” disse lei, dandogli un bacio sulla guancia. Lui cercò di non pensare al fatto che quelle labbra avessero appena baciato il tizio nascosto in camera sua. “Vuoi che ti porto qualcosa?”
“No, grazie” mormorò Harry.
“Be’, io stavo andando a fare del tè per me e Teddy, se –”
“TEDDY?” esclamò Harry, scattando a sedere. Teddy? TEDDY? si urlò ancora nella testa, che per inciso aveva ripreso a vorticare.
Lily sgranò gli occhi spaventata, ma solo per un fugace istante. Aveva la faccia tosta di sua madre. “Sì, hai presente quel Metamorfomagus che ogni tanto mi aiuta a studiare, capelli azzurri, figlioccio di Harry Potter...?”
“Tu aspetta qui” disse Harry, mentre una sorda furia cresceva in lui.
Barcollò un attimo mentre si alzava, ma si scostò brusco quando Lily cercò di aiutarlo, e provò un moto di fredda soddisfazione nel vedere l’angoscia sul suo viso.
“Papà...” disse, preoccupata.
“Non azzardarti a salire” ribadì lui, duro.
“Papà, calmati!” ripeté Lily, ancora più allarmata.
Lui la ignorò e salì alla massima velocità che la sua testa vorticante gli permetteva.
Spalancò la porta della figlia, sollevò di peso Teddy dalla sedia su cui stava fingendo di studiare e lo sbatté al muro.
“Merda” mormorò il ragazzo, guardando la sua espressione furente. Harry era certo che non l’avesse mai visto così arrabbiato, non con lui. Forse con nessuno.
“Cosa cazzo ti è saltato in mente?! COSA?!”
“Harry, mi dispiace, ma –”
“Ti dispiace?! TI DISPIACE?! Ti ho cresciuto come un figlio, CAZZO! Ti rendi conto che è come se ti stessi scopando tua sorella, eh?!”
“Lily non é mia sorella!” urlò Teddy a sua volta, i capelli diventati rosso fuoco.
“È come se lo fosse!” ribadì Harry, furioso. “E se non bastasse vi passate dieci cazzo di anni!”
“Sono innamorato di lei!” urlò Teddy, scostando bruscamente Harry per liberarsi. Frastornato dalla rabbia e dalla fattura, lui finì a terra. Istintivamente Teddy si avvicinò per aiutarlo a rialzarsi, ma Harry si ritrasse. “Non mi toccare” gli disse con astio, tirandosi in piedi a fatica.
“Harry...” mormorò lui, mortificato.
“Come hai potuto? COME?!”
“Io... non volevo... ma è successo, e non posso fare finta che –”
È successo? È questa la tua cazzo di giustificazione per scoparti mia figlia di nascosto in casa mia?!”
Teddy tacque, gli occhi fissi sul pavimento.
“Vedo che almeno hai la decenza di sentirti in colpa” commentò Harry, caustico.
“Io… mi dispiace di avertelo tenuto nascosto, ma… la verità è che lo rifarei…”
“Merlino, Teddy! Ti rendi conto di cosa cazzo stai dicendo?”
“Anche tu e Ginny eravate come fratelli!” ribatté lui.
“Era completamente diverso, e lo sai bene! Ci passiamo solo un anno, e io non sono mai stato il suo fratello maggiore come tu lo sei stato per Lily! Tu l’hai vista nascere, dannazione! Le hai cambiato i pannolini! Ti sembra normale che ora le togli le mutande, eh?!”
“Lily non è più una ragazzina!”
“Non ho mai detto che sia una ragazzina!”
“Ma ti comporti come se lo fosse!”
“Ha dieci anni meno di te ed è tua sorella!”
“Be’, mi pare ovvio che lei non si consideri tale!”
Prima che Harry potesse trattenersi, la sua mano chiusa si schiantò contro la mandibola di Teddy.
Quando si fu ripreso dal colpo, il figlioccio lo guardò per un lungo istante, con un’espressione ferita e terribilmente delusa. Un attimo dopo uscì dalla stanza, e Harry non ci mise molto a capire che doveva seguirlo.
“Teddy!” gridò, ma lui non si fermò, obbligandolo ad arrancare giù per le scale, instabile. Riuscì a raggiungerlo solo quando fu in salotto, perché Teddy si era fermato vicino a Lily. Lei guardava il ragazzo con aria dolce e rattristata al tempo stesso, sfiorandogli il viso dove Harry l’aveva appena colpito.
Si girarono entrambi verso di lui, e l’espressione di Lily mutò improvvisamente, diventando rabbiosa e ferita.
“Non posso credere che tu l’abbia colpito!” esclamò.
Harry fece un profondo respiro, e si rivolse a Teddy. “Non avrei dovuto farlo” ammise. “Ma voglio che te ne vai da questa casa.”
“È anche casa sua!” s’infuriò Lily.
Non più! Non fino a che non avrà messo fine a questa storia ridicola!”
“Non è ridicola! Se cacci Teddy, allora cacci anche me, papà. Andrò a vivere da lui e non ti parlerò fino a quando non avrai ritrovato il senno!”
Harry la guardò incredulo, ferito a sua volta. Eppure, capì di non avere scelta. Prese un respiro profondo e fece un passo avanti. Teddy si ritrasse d’istinto, mentre Lily si mise davanti a lui, con sguardo di sfida.
“Mi sto solo sedendo” commentò Harry, aspro. “E fareste bene a sedervi anche voi, perché non ve ne andrete da qui finché non mi avrete spiegato che diavolo vi è passato per la mente. E non azzardatevi a dirmi cazzate.”
I ragazzi si sedettero sul divano davanti a lui. Lily lo fissava con espressione ardente, mentre gli occhi di Teddy vagavano incerti per la stanza.
“Da quanto va avanti?” chiese Harry, brusco.
I ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato.
“Da quanto?!”
“Un anno e mezzo” mormorò Teddy.
Harry li fissò incredulo. Un anno e mezzo. Era un’enormità.
“Chi lo sa?”
“Albus, James e rispettive compagne, e poi Rose e Hugo” elencò Lily, senza timore.
Harry la guardò attonito. Come diavolo era possibile che i suoi fratelli avessero lasciato correre una cosa del genere?
“E… le nostre nonne” aggiunse Teddy.
Harry era ancora più basito.
“Ginny?” domandò. Era un dubbio che aveva avuto fin dall’inizio, temendo che con quella conversazione di qualche tempo prima lei avesse voluto sondare le acque.
“Sei matto? Mamma ci ucciderebbe.”
“Per quello basto io” ribatté lui, duro, cercando di nascondere il sollievo per il fatto che la moglie fosse ignara quanto lui.
“Harry, lo so che è difficile da capire, ma –”
Difficile?! Merlino, Teddy, quando ti ho spiegato cosa fosse il sesso Lily era appena nata! Cosa cazzo c’è da capire?!”
“Per noi non è solo sesso!” esclamò Teddy.
“L’ultima volta che ho controllato, la differenza tra due fratelli e due inn– due amanti, è che gli amanti fanno sesso” commentò Harry, salace.
“Oh, certo, quindi se per qualche assurda ragione tu e mamma non poteste fare più sesso, allora sareste come fratelli, eh?” lo aggredì Lily.
Harry tacque, incapace di trovare un’obiezione valida. In pratica aveva appena sostenuto che per lui l’unica differenza tra Ginny e Hermione era che con Ginny facesse sesso. O che per Ginny, fosse quella l’unica differenza tra lui e Ron. Il solo pensiero lo fece rabbrividire.
“Che ti piaccia o no, siamo innamorati, e per quanto tu possa provarci, non ci riuscirai a separare” disse Lily, decisa.
“Come diavolo ti è venuto in mente, Teddy? Quale parte del tuo cervello ti ha suggerito che era una cosa sensata?”
Un attimo dopo, Harry si rese conto che forse non era stato il cervello a suggerirglielo, ma preferì non pensarci.
“Sono stata io a insistere, papà.”
Lui guardò la figlia sorpreso.
“Teddy continuava a negare ciò che provava, perché non voleva tradire la tua fiducia.”
“Be’, l’ha fatto” ribatté Harry.
“Sei stato tu a insegnarci a lottare per le persone che amiamo, papà! A lottare per la nostra felicità! Sei stato tu a raccontare a Teddy quanto è stata male Tonks, quando Remus aveva pensato di non imporle la sua licantropia e tutti i disagi che ne derivavano. E ora gli stai dicendo che avrebbe dovuto condannarci entrambi a soffrire, solo perché tu non avresti approvato?”
Harry dovette ammettere che, messa in quei termini, la cosa aveva un certo senso. Ovviamente si vide bene dal dirglielo.
“Come diavolo hai convinto James e Al a non affatturarti?” chiese a Teddy.
“Li ha convinti Lily. Dopo che mi avevano affatturato, in effetti.”
Harry fece un verso d’approvazione, poi tornò serio. “E a me? A me quando l’avreste detto? O avevate intenzione di tenermelo nascosto all’infinito? Merlino, grazie al cielo non ho aperto quella porta, prima. Mi sarebbe preso un infarto.”
“Papà… noi volevamo dirtelo, davvero. Solo…”
Harry serrò gli occhi. Non era certo di voler sentire il resto della frase. Solo, sapevamo che avresti reagito come un pazzo? Solo, volevamo essere sicuri che fosse una cosa duratura e non soltanto sesso?
I ragazzi si scambiarono un’occhiata incerta.
“Sputate il rospo.”
“Abbiamo immaginato di farlo tante volte, papà, ma… avevamo paura che non avresti capito, soprattutto all’inizio. Che avresti pensato che non fosse una cosa importante. Così, è diventato sempre più facile rimandare, e rimandare, e…”
Lily deglutì e lasciò la frase in sospeso; poi lanciò un’occhiata d’incoraggiamento a Teddy, e lui fece un respiro profondo. Harry si sentì gelare. Cosa diavolo gli stavano per dire?
“E poi abbiamo deciso che ve l’avremmo detto quando Lily diventerà Guaritrice, perché… ecco, le ho chiesto di venire a vivere da me, quando succederà.”
Harry si coprì il volto con le mani. Volevano andare a vivere insieme.
“Papà... non ti arrabbiare, ma –”
“Sono già arrabbiato” obiettò lui.
Lily sbuffò. “Tu non ti rendi di quanto a volte sia difficile essere tua figlia. Vostra figlia.”
“Non azzardati a incolpare me!” la ammonì Harry.
“Non ti sto incolpando!” disse lei, sulla difensiva. “Ma è un dato di fatto, ok? Tu non ti rendi conto quanto sia difficile essere all’altezza delle aspettative, o capire se la gente sia interessata a te perché sei te, o perché sei la figlia dei Potter!”
“Certo che me ne rendo conto, Lily! Lo sperimento anche io ogni giorno!”
“Ma tu sei Harry Potter!” ribatté lei. “Tu sei famoso perché hai fatto qualcosa di importante, non perché sei il figlio di qualcuno che ha fatto qualcosa di importante! E hai avuto la fortuna di innamorarti di una ragazza che conoscevi da quando eri piccolo, e di restare sempre con lei! E lo stesso vale per i tuoi migliori amici. Non sai cosa vuol dire dover... dover riuscire a fidarsi del fatto che una persona ti voglia bene davvero.”
Harry tacque, assorto. Ovviamente sapeva bene quanto potesse essere complicato portare quel nome, e sapeva che anche per i suoi figli era difficile, ma forse non si era reso davvero conto dell’enormità della cosa.
“Non è qualcosa che io abbia il potere di cambiare, Lily” mormorò.
“Lo so, ma puoi capirla, perché sai quanto sia importante potersi fidare ciecamente di qualcuno, come io mi fido ciecamente di Teddy” affermò la figlia, stringendo la mano a quello che a quanto pareva non considerava affatto suo fratello.
“Io la conosco davvero” intervenne Teddy. “Riesco a vedere chi è veramente, a capirla. E... e lei riesce a vedere me. Il vero me.”
“Anche io pensavo di conoscere il vero te” bofonchiò Harry.
“Sono sempre io” ribadì Teddy, un po’ duro.
“E comunque tutto questo l’avreste avuto anche senza bisogno di stare insieme” continuò Harry, ignorando l’obiezione.
“Ma noi vogliamo stare insieme, papà. Siamo felici, molto felici. E ti assicuro che Teddy mi tratta benissimo.”
“Sì, prima l’ho sentito piuttosto bene” commentò Harry, salace. “Ci sarebbe da chiedersi perché diavolo dobbiate venire a farlo qua, visto che Teddy ha una casa.”
“Be’, era davvero venuto ad aiutarmi a studiare…” ammise Lily, per la prima volta un po’ imbarazzata.
“Santo cielo, era una domanda retorica!” esclamò Harry. “Ma penso proprio che sarà la mia prima regola: sotto questo tetto, tenete le mani a posto.”
“Ma con Nick mi lasciavate farlo! E mamma mi ha raccontato che tu e lei alla Tana –”
“Va bene, allora fate quello che cazzo vi pare, basta che io non lo venga a sapere!”
“Stai dicendo che... che ti sta bene?” mormorò Teddy, incredulo.
“No, non mi sta affatto bene, ma immagino che dovrò imparare a tollerare la cosa, se voglio vedervi ancora” ammise Harry, ancora arrabbiato.
Per un attimo pensò che avrebbe vomitato vedendo il sorriso svenevole che Lily e Teddy si stavano scambiando – come diavolo avevano fatto a nasconderglielo per tutto quel tempo?! – ma cercò di darsi un contegno.
Un secondo dopo, però, finì effettivamente per vomitare sul tappeto, prima di perdere i sensi.

Si risvegliò in una stanza che decisamente non era il suo salotto. Ginny era seduta al suo fianco e gli sorrideva dolce, stringendogli una mano. Lily era in piedi in fondo a letto, Teddy era appoggiato a un angolo della stanza, in disparte.
“Ti sei preso una bella fattura, eh?” gli chiese la figlia.
“Come stai?” domandò invece la moglie.
“Bene, Gin. Mi gira ancora un po’ la testa, ma sto bene.”
“Grazie al cielo Lily e Teddy erano a casa.”
“Già, che fortuna incredibile…” disse lui, guardando la figlia negli occhi. Lily gli fece un sorrisetto colpevole, poi uscì per andare a chiamare i Guaritori.
“Perché non mi hai avvisata? Sarei uscita prima da lavoro” gli disse subito Ginny.
“Scusami. Pensavo che non fosse niente di grave, e poi c’era Lily a casa.”
“Sai, credo che si senta un po’ in colpa…” rivelò Ginny. “Immagino per non averti obbligato a venire al San Mungo, o per non aver capito che era peggio di quanto sembrasse.”
“Sì, immagino sia proprio per quello…”
“Lily ha detto ai Guaritori che hai subito una fattura... cos’era?” domandò Ginny, senza cogliere il lieve sarcasmo di Harry.
“Solo uno Schiantesimo deviato male.”
Ginny gli scoccò un’occhiata preoccupata, facendolo sentire parecchio decrepito.
“Stavo combattendo da solo contro quattro persone!” si difese lui.
“Combattendo?!” esclamò Ginny, allarmata. “Pensavo che oggi fossi impegnato con l’addestramento!”
“Sì, be’, erano i nostri quattro migliori studenti” bofonchiò Harry, vergognandosi un po’.
Dalla faccia della moglie, capì che lei stava faticando parecchio per non scoppiare a ridere.
Grazie al cielo, fu salvato dall’arrivo di due Guaritori, che gli chiesero le stesse cose. Harry cercò di sembrare un po’ più eroico, mentre raccontava di nuovo l’accaduto.
“Si ricorda se ha battuto la testa, Signore?” chiese quello più anziano.
“Sì, in effetti.”
“Come?”
“Cadendo” ammise Harry a malincuore.
“E dopo ha fatto qualcosa di faticoso o stressante?”
Harry spostò lo sguardo su Lily, che fissava intensamente il soffitto.
“Le scale” spiegò.
“Allora era solo un banale trauma cranico come sospettavamo, non si preoccupi.”
“Ottimo” disse Harry, sollevandosi dal letto. “Grazie del vostro tempo.”
“Non penserai certo di tornare subito a casa!” esclamò Ginny.
“Assolutamente sì” ribatté lui.
“Ma –”
“In effetti suo marito è libero di andare, Signora Potter. L’abbiamo già medicato per il trauma.”
“Ma gli gira ancora la testa!” obiettò Ginny.
Harry si pentì subito di averlo ammesso. “Ora non più” disse con poca convinzione, e la moglie gli lanciò un’occhiataccia. “Insomma, solo un pochino” ritrattò lui.
“È normale, Signor Potter. Svanirà in un’oretta” spiegò l’altro Guaritore.
“Non dovremmo aspettare, allora?” chiese Ginny. “Insomma, siete sicuri che possa già Materializzarsi?”
“Sì, ma se preferite potete usare la Materializzazione Congiunta per precauzione, nel caso perdesse un po’ l’equilibrio all’atterraggio.”
“Non servirà” bofonchiò Harry. Era certo che dopo Ginny avrebbe insistito, ma ebbe abbastanza tatto da non farlo davanti ai Guaritori, e lui le rivolse un sorriso grato.
“Può andare via quando vuole, Signor Potter. Compileremo noi le sue dimissioni. Arrivederci.”
“Grazie” disse ancora lui.
“È stato un piacere poterla aiutare” risposero i Guaritori, uscendo dopo un ultimo saluto.
“Be’, allora... io andrei” disse Teddy, cercando di suonare casuale.
“Non resti a cena?” si stupì Ginny.
“Ehm, io...”
“Certo che resta” disse Harry, con un sorriso finto. “Teddy, sono sicuro che Lily ci rimarrebbe male, se rifiutassi.”
“Anche io” sorrise Ginny, ignara. “E poi volevo dirlo anche ad Al e James, visto che –”
“Sto bene” ribadì Harry. “Non c’è bisogno di allarmarli, e poi è meglio che vada a letto presto” improvvisò.
“Ok, allora li inviterò domani” accettò Ginny. “Vieni, ti do una mano ad alzarti.”
“Ce la faccio da solo” bofonchiò Harry, ma appena si alzò in piedi la testa gli girò ancora e dovette accettare il supporto di Ginny.

Erano attorno alla tavola da un po’ a chiacchierare del più e del meno, quando Harry fissò Lily intensamente. Lei deglutì, e posò la forchetta.
“Mamma... devo dirti una cosa...” ammise, interrompendola di punto in bianco.
Ginny la guardò stupita. “Ora?” chiese perplessa, posando gli occhi su Harry e su Teddy.
“Sì” confermò la figlia.
“Non vuoi che andiamo in camera tua?” propose Ginny.
“Non servirà” puntualizzò Harry.
“Tu lo sai già?” si stupì la moglie.
Lui annuì. “Sì, io e Teddy lo sappiamo.” L’ultima cosa che voleva era che Ginny finisse per prendersela con lui per quella storia.
“Mamma... mi sto vedendo con qualcuno” confessò Lily.
“Be’… a dir la verità lo immaginavo; è da un po’ che io e tuo padre lo sospettavamo” ammise Ginny, stupendo Lily. “E saremmo felici di conoscerlo. Potresti invitarlo a cena, magari” suggerì.
Harry non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito, e Ginny lo guardò un po’ sorpresa e un po’ infastidita. “Cosa c’è?” chiese perplessa.
“Veramente... l’ho già invitato, mamma” spiegò Lily, cauta.
“Oh!” si stupì lei. “Be’, hai fatto bene. Quando?”
“A dir la verità... l’hai invitato te” disse quasi in un sussurro.
“Io?” chiese Ginny, perplessa. “Tesoro, non vedo come avrei potuto, visto che... aspetta, non sarà il mio collega Petersen?!”
“Mamma! Ha cinquant’anni!” esclamò Lily, disgustata.
“Allora chi –”
“Sono io” confessò Teddy, interrompendola bruscamente. Harry sapeva che il suo figlioccio aveva sopportato a fatica quel teatrino.
Ginny lo fissava pietrificata, senza parole.
“Mamma...?” tentò Lily, titubante.
Lei le scoccò un’occhiata delusa e si girò verso Harry. “Come diavolo hai potuto permetterlo?”
“Io?!” esclamò lui, colpito nel vivo.
Un istante dopo, Ginny cominciò a urlargli contro.
“Tu sapevi tutto e non –”
“Non sapevo assolutamente niente!” si difese lui, offeso dall’accusa. “L’ho scoperto oggi pomeriggio!”
“E l’hai invitato a cena come se niente fosse?!” lo aggredì lei.
“L’hai invitato tu!” ribatté Harry.
“Perché non sapevo che cazzo aveva fatto!” s’infuriò lei.
“Guarda che noi due siamo qui, mamma!” gridò Lily, altrettanto infuriata. “Se hai qualcosa da dire, puoi dirlo a noi!”
“Noi?! Non c’è nessun noi!” le gridò Ginny, alzandosi di scatto. Teddy si fece piccolo piccolo sulla sua sedia. “Questa cosa non sta né in cielo né in terra, e non ho alcuna intenzione di accettarla!”
“Papà l’ha fatto!” ribatté lei.
“Me ne sono accorta!” sbraitò Ginny, e anche Harry cercò di scomparire nella sua sedia. “Ma questo non significa che io sia d’accordo con questo scempio!”
“Questo scempio è la cosa migliore che mi sia mai capitata!” puntualizzò Lily, furente.
“È tuo fratello!” esclamò Ginny.
“NON LO SONO!” urlò Teddy, sorprendendo le due donne al punto da zittirle. “Non sono suo fratello e non lo sono mai stato, e l’unica cosa per cui devo scusarmi è avervi mentito, non certo essermi innamorato di Lily!”
Ginny lo fissò immobile per un istante, poi si risedette.
“È sbagliato, Teddy, e se non riesci a capirlo vuol dire che ti abbiamo cresciuto male.”
“Non siete stati voi a crescermi” disse lui con rabbia, e Harry sentì una morsa stringergli il cuore. Avrebbe preferito che gridasse, così almeno si sarebbe riuscito ad arrabbiare a sua volta, invece di sentire il dolore che quelle parole provocavano in lui.  “È stata mia nonna a farlo, e voi non avete alcun diritto di comportarvi come se foste i miei genitori. E a meno che non mi abbiate mentito per trent’anni quando dicevate che eravate orgogliosi di me e che mi volevate bene, dovreste essere al settimo cielo che mi sia innamorato di vostra figlia.”
“Non osare, Teddy” gli disse Ginny, ferita. “Noi ti abbiamo trattato come un figlio.”
“Lo so, e ve ne sono grato, ma questo non mi rende vostro figlio. Non mi rende il fratello di Lily.”
Ginny scosse la testa, amareggiata. “Vattene via, ti prego.”
“No.”
Harry era stato più duro di quello che aveva voluto, e si sentì in colpa quando Ginny lo fissò con espressione tradita.
“Non posso credere che tu approvi” gli disse, quasi con disprezzo.
“Non mi piace per niente, ma qualsiasi cosa tu possa rinfacciargli io l’ho già fatto prima di te, e non ho intenzione di perdere il mio figlioccio e nostra figlia nell’inutile tentativo di separarli.”
“E chi lo dice che è un tentativo inutile, eh?” ribatté Ginny.
“Noi” rispose Lily, secca. “Se lo cacci, andrò via con lui.”
Ginny guardò anche lei con espressione tradita, e per un attimo Harry temette che le avrebbe davvero detto di andarsene. Posò cauto una mano sulla sua, ma Ginny la scostò e si alzò di nuovo, andandosene via senza aggiungere una parola.
Calò un silenzio teso, e Harry non ebbe il coraggio di alzare gli occhi dal tavolo, certo che Teddy e Lily si stessero guardando afflitti.
“Almeno non vi ha scagliato una Fattura Orcovolante” mormorò, sforzandosi di guardarli.
“Non dire a mamma che vogliamo andare a vivere insieme, per favore” lo pregò Lily. “Non finché…”
“Non mi piace avere segreti con lei” disse Harry. “Non sulle cose importanti.”
“Neanche se hai promesso di non farlo?”
“Non l’ho mai promesso, Lily” obiettò lui, severo.
“Lo so, ma ti sto chiedendo di farlo ora… ti prego…”
Harry fece un profondo respiro. “Lo prometto” si arrese infine, sentendosi impotente.
“Comunque… non volevo che litigassi con Ginny per noi” gli disse Teddy, mesto. “Mi dispiace”
“Lo so” rispose Harry. “Se ne farà una ragione, prima o poi. Ce la faremo entrambi, se questo è davvero ciò che vi rende felici” si corresse.
“Grazie, papà” gli disse Lily, stringendogli una mano. Lui ricambiò la stretta e si sforzò di sorriderle.
“Forse dovrei andare” mormorò Teddy.
“Puoi stare un altro po’, se vuoi” disse Harry. In parte gli andava bene davvero, in parte non voleva assistere mentre loro due si salutavano. “Io devo salire su da Ginny, e in ogni caso Lily ha ragione, questa è anche casa tua.”
Teddy lo guardò riconoscente. “Grazie.”
Harry gli fece un cenno col capo e si alzò, avviandosi in salotto per salire le scale. Un attimo dopo, sentì un rumore di passi dietro di sé.
“Aspetta” gli disse Teddy, facendo un respiro profondo. “Prima non volevo dire che... insomma, tu… sei come un padre, per me.”
Teddy non gliel’aveva mai detto prima, non ad alta voce, e Harry strinse gli occhi, cercando di nascondere la commozione. “Lo so” mormorò, pensando che era proprio quello a rendere tutto più difficile. Sentì Teddy abbracciarlo, e non poté non stringerlo tra le braccia a sua volta. Merlino, si stava proprio rammollendo.
Quando si separarono, Teddy lo guardò negli occhi.
“Harry... quando dicevo che non era solo sesso –”
“Ti prego, qualsiasi cosa tu stia per raccontarmi, non credo proprio di volerla sapere” lo interruppe lui.
Teddy lo ignorò. “Questa volta ho aspettato. Ti ricordi cosa mi avevi detto, quando Victoire aveva quattordici anni? Che se l’amavo davvero, sarei riuscito ad aspettare un anno? Be’, con lei non ci sono riuscito... con Lily sì.”
Harry lo fissò con occhi sgranati, incapace di credere alle proprie orecchie.
Teddy deglutì. “Sapevo che... che non potevo mandare tutto all’aria. Volevo dimostrare che era – che è – una cosa seria, in primis a me e a Lily, e poi...”
“A me” concluse Harry, incredulo.
Teddy annuì. “Penso di essere innamorato di lei da molto più tempo di quanto io stesso immagini...” rivelò. “Ci ho messo così tanto a capire e accettare che non era solo amore fraterno quello che provavo per lei...”
Harry deglutì. In tutta onestà avrebbe preferito non saperlo: ora si stava immaginando un Teddy poco più che ventenne fare pensieri poco casti su Lily appena adolescente...
“Ho provato a fare finta di niente, te lo giuro” continuò il figlioccio. “Ho ignorato la cosa per anni, ma quando lei –”
“Ho capito, Teddy” lo interruppe Harry, più brusco di quanto avrebbe voluto.
“Sì, scusa. Immagino che non vuoi avere i dettagli...”
“No, meglio di no, in effetti” ammise Harry. Ancora non riusciva a credere che avessero aspettato un anno, ma conoscendo Teddy e la sua lealtà, non dubitava minimamente che fosse vero. Di certo doveva essere stato parecchio frustrante, anche se era pronto a scommettere che si fossero tenuti occupati in altri modi. Cercò subito di scacciare via quell’immagine dalla mente. “Grazie di essere venuto a parlarmi, Teddy” gli disse.
Lui fece un cenno d’assenso, e Harry lanciò al figlioccio un ultimo sguardo, prima di salire le scale per andare ad affrontare Ginny.

“Non voglio parlarne” disse subito lei, girandosi sul letto per dargli le spalle.
“Allora parlerò io” ribatté Harry.
Ginny si voltò di scatto, arrabbiata. “Non posso credere che ti vada bene!”
“Sempre meglio che farli allontanare da noi” obiettò lui.
“Merlino, come diavolo abbiamo fatto a non capirlo? Saranno più di sei mesi che va avanti!”
Harry deglutì, e per un attimo rimpianse che Lily non gli avesse fatto promettere di tacere anche quel dettaglio. “Un anno e mezzo, in effetti.”
Ginny sgranò gli occhi, incredula. “Non è possibile” mormorò.
“È così, me l’hanno detto prima” confermò lui. “Non hanno ragione di mentire. Non gioca certo a loro favore che l’abbiano tenuto nascosto tutto questo tempo...”
“Magari hanno pensato che la cosa ci sarebbe sembrata più seria” ipotizzò Ginny. “Che non avremmo provato a separarli, sapendo che andava avanti da così tanto.”
“Andiamo, Gin, mi sembra un’esagerazione. Credo proprio che fossero sinceri.”
“Harry, quando l’ho sentita parlarci... be’, era abbastanza chiaro che... che avessero fatto sesso da poco. Ed era circa cinque mesi fa, quindi non staranno insieme da più di sei mesi, ok?”
Harry sospirò. “Hanno aspettato un anno, prima di farlo.”
“Impossibile” disse Ginny.
“Anche io non potevo crederci quando Teddy me l’ha detto, ma è così.”
“Andiamo, pensi che ti abbia davvero raccontato la verità? Sei proprio ingenuo, Harry!”
“È la verità” ribadì lui. “Teddy non mi mentirebbe su una cosa del genere.”
“No, certo che no, ha solo nascosto per un anno e mezzo di stare con tua figlia” disse Ginny, sarcastica.
“Be’, quella... quella era più un’omissione...” azzardò Harry, pur pensando che Ginny tutto sommato avesse ragione.
“Un’omissione?!”
“Senti, so che è così, ok? Stanno insieme da circa un anno e mezzo e non hanno fatto sesso per un anno. Non sesso vero e proprio, almeno” borbottò Harry. “Magari tua madre può confermarti da quanto stanno insieme, se a me non credi.”
“Mia madre?!”
“Oh, non te l’ho detto” realizzò Harry. “Lei e Andromeda lo sanno, e anche Al e James.”
“Non posso crederci...” mormorò ancora Ginny. “E anche questo te l’hanno raccontato loro?”
“Sì, oggi pomeriggio, dopo che gliel’ho chiesto.”
“Vi siete fatti una bella chiacchierata, voi tre, eh?” gli disse lei, salace. “Forse hai battuto la testa peggio di come pensavo.”
“Ginny, ti assicuro che... che ho detto a Teddy tutto quello che gli hai detto tu e anche di più – be’, urlato, in realtà – e... gli ho anche mollato un pugno, in effetti.”
“Davvero?” si stupì Ginny.
“Davvero” confermò lui.
“Diamine, non posso credere di essermelo persa!” esclamò Ginny, e Harry ridacchiò. “Se l’avessi saputo gli avrei scagliato una fattura anche io.”
“Io ero più che giustificato” scherzò Harry.
Ginny lo guardò perplessa, poi sgranò gli occhi per la comprensione. “Oh Merlino... non sono stati loro a dirtelo... li hai beccati tu mentre...”
Harry annuì, più serio. “Grazie al cielo ho solo sentito, ma è stato comunque poco piacevole.”
“Io lo ammazzo!” urlò Ginny, scattando in piedi. Harry la trattenne.
“Preferirei di no” le disse con un sorriso gentile. “Mi ha appena detto che per lui sono come un padre...”

Ginny lo guardò stupita, e si risedette vicino a lui. “Oh, Harry” mormorò, carezzandogli una guancia. “L’hai sempre saputo, che era così...”
“Sì, ma sentirselo dire fa un certo effetto” ammise con sincerità. “Comunque... penso davvero che sia una cosa seria, Gin. Credo che... che non possiamo fare altro che accettarla...”
“Lo so” confessò lei.
“E poi... avevamo detto che non l’avremmo giudicata, no?”
“Avevamo detto che le avremmo promesso di non giudicarla, pur di estorcerle la verità. È un po’ diverso” obiettò lei, ma Harry sapeva che non diceva sul serio. Ginny era in grado di mentire con nonchalance – soprattutto a sua madre – ma manteneva le promesse. E anche lui.
“A proposito di promesse... c’è un’altra cosa che mi hanno detto, ma Lily mi ha fatto promettere di non dirtelo, anche se me ne sto già pentendo.”
“Oh Merlino, non dirmi che si sposano!” inorridì Ginny.
“No” rispose Harry, trattenendosi dall’aggiungere che non ci era andata lontano.
“Grazie al cielo” mormorò lei. Poi sembrò ricordare qualcosa. “Non posso credere che mia madre sapesse e li ha coperti, comunque! E Andromeda, e Al e James!”
“A quanto pare anche loro due hanno affatturato Teddy” sorrise Harry.
“Vedi, avrei dovuto farlo anche io!” esclamò Ginny, ma finalmente anche lei si era lasciata andare a un mezzo sorriso.
“Cosa gli diremo, allora?” chiese Harry, più serio.
“Non abbiamo molta scelta, mi pare...”
“No” ammise lui.
“Forse dovremmo invitare Teddy a cena anche domani...”
“Per dirgli che?” azzardò Harry.
“Che non ci piace, non ci piace per niente, ma... ma vogliamo dare loro la possibilità di dimostrarci che ne vale la pena” sospirò Ginny.
“E che non c’è bisogno che lo tengano segreto, magari?” suggerì Harry. “Non solo a noi due, intendo, ma... alla famiglia, e... a tutti, insomma.”
“Non sarebbe meglio aspettare che –”
“Stanno insieme da un anno e mezzo” ribadì Harry.
“Immagino che tu abbia ragione” convenne Ginny, impotente. “Finirò per uccidere la Skeeter, a questo giro” bofonchiò poi, e Harry non si trattenne dal ridere.

***

“Quindi... Lily e Teddy, eh?” gli chiese Bill, canzonatorio.
“Sì” annuì Harry, cercando di sembrare indifferente.
“Anche questa volta sosterrai che lui non c’entra niente?” continuò a prenderlo in giro Bill.
“Non l’ho mai detto” ribatté Harry, aspro, mandando subito all’aria il proposito di sembrare indifferente.
“Ehy, stavo solo scherzando” disse Bill, alzando le mani in segno di resa.
“Lo so. Scusa. Suppongo di non averla ancora digerita del tutto, anche se...”
“Anche se devi ammettere che stanno bene insieme?” completò Bill.
“Già. Ma per quanto mi stia sforzando di accettarlo – e ti assicuro che mi sto sforzando parecchio – ancora fatico a guardarli senza che mi torni in mente quando erano piccoli...”
“È un bravo ragazzo, Harry, e tu lo sai meglio di tutti” disse Bill. “All’inizio potrei non essere stato felice di sapere che, a causa sua, mia figlia abbia cominciato a fare certe cose così presto, ma la verità è che Teddy l’ha sempre trattata con i guanti.”
“Lo so” convenne Harry.
“In effetti, è più o meno il tipo di ragazzo che ogni padre vorrebbe per la propria figlia, capelli azzurri a parte” sorrise Bill.
“Il problema è che una parte di me si sente anche suo padre, pur sapendo che non lo sono...”
“Be’, mia madre ha continuato a considerarti come un figlio anche quando ha scoperto che ti portavi a letto mia sorella, quindi ce la farai anche tu” scherzò Bill.
Harry si lasciò sfuggire una mezza risata. “Sì, suppongo che tu abbia ragione. Immagino sia per questo che Lily le abbia raccontato tutto prima di dirlo a noi, e che lei li abbia coperti...”
“I nonni non hanno bisogno di ragioni valide per stare dalla parte dei nipoti, Harry” spiegò Bill divertito. “Ma tanto lo scoprirai presto...” aggiunse con un sorrisetto sornione.

***

“Dio... sei meravigliosa, Lily” disse Harry, un po’ commosso.
“Grazie, papà” rispose lei, dolce, dandogli un bacio su una guancia. “Sei pronto?” gli domandò poi, radiosa.
“Non dovrei chiederlo io a te?” ribatté lui, divertito.
“Io non vedo l’ora” ammise lei, al settimo cielo.
“Allora è meglio che non lo facciamo aspettare” sorrise Harry, porgendole il braccio.

Mentre camminava lungo la navata, Harry cercò Ginny con gli occhi per scambiarsi un sorriso, quindi posò lo sguardo su Teddy, che sembrava la felicità fatta persona, e aveva occhi solo per Lily.
Quando arrivarono davanti a lui, Harry diede un bacio sulla guancia alla figlia, quindi si scambiò uno sguardo con Teddy. Per tanti anni non avrebbe mai pensato di fare un ingresso del genere al matrimonio del suo figlioccio, ma negli ultimi tempi aveva atteso quel momento con trepidazione.
Lui e Teddy si sorrisero, e Harry non resisté alla tentazione di cingerlo brevemente a sé con un braccio, prima di cedergli la mano di Lily per andarsi a sedere in prima fila, tra Ginny e Andromeda.
In fondo, Lily e Teddy avevano avuto ragione fin dall’inizio: non sarebbe potuto essere più felice di così, nel vederli innamorati l’uno dell’altra.


***************


Di nuovo ciao a tutti!
Se avete letto il “prequel” (tra virgolette, perché qui lo richiamo in alcuni punti, ma lì non c’è volutamente alcun riferimento alla Teddy-Lily) state pure tranquilli: questa volta non ho molto da dire, sarà solo quella cinquantina di righe come al solito xD
In realtà ci tenevo solo spiegare che secondo me Harry non ha pregiudizi sul fatto che la figlia possa stare con un Serpeverde o un Babbano o una donna, ma sa che altri potrebbero avere pregiudizi in merito, e quindi le considera possibili ragioni per cui lei l’abbia tenuto nascosto.
Comunque, in realtà è probabilmente la prima volta che considero questa coppia, ed è per questo che in realtà mi sono divertita a vedere la cosa dal punto di vista di Harry; mi interessavano più le sue reazioni, che non la coppia in sé, in un certo senso. Per dire, ora come ora proprio non sarei in grado di scrivere la storia di come si sono messi insieme, ecco ^^’

Un saluto e un grazie in anticipo per eventuali commenti! :)

Ps volevo specificare che dal mio punto di vista (a differenza di quello di Harry e Ginny) io non ritengo Teddy una grande ‘sorpresa’, però mi piaceva l’idea che il lettore si facesse trascinare dalle congetture di Ginny… Anche se magari per noi lettori Teddy è la quintessenza della normalità, rispetto alle altre possibilità ;) Insomma, se avete pensato ‘ah, vabbé, era solo Teddy, capirai…” mi sembra assolutamente normale, così come mi sembra normale che all’inizio a Harry si drizzino i capelli, però ^^

Pps: niente da fare, questi giorni io e i titoli non andiamo d’accordo… sono aperta a suggerimenti ^^ (di ogni genere)


   
 
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