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Autore: Lady_Sue1789    11/07/2018    1 recensioni
Con il titolo traducibile come "Ridere a crepapelle", ecco una raccolta di storie più o meno brevi e (spero) divertenti ispirate agli eventi e ai personaggi della serie...
Cap. 1. A prima vista: trovare il compagno perfetto è una vera fortuna, e loro ci sono riusciti!
Cap. 2: Le Dinosaure: non tutte le akuma escono col buco...
Cap. 3: La vendetta è un piatto da servire in scatola... - (corretta la formattazione dei dialoghi)
Cap. 4: Quando il cuore batte Roquefort
Cap. 5: Consigli in Nero
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: be'. Rieccoci qui, ancora una volta... Sono mesi che cerco di lavorare a questo capitolo e alla fine mi sono detta: o va o non va, più di così che dovrei fare? Come già ampiamente premesso, non sono una comica, sono brava a far piangere (in tanti modi, principalmente scrivendo cose orribili), e quindi... Niente. Ecco qui l'ultimo disastro! Buona (???) lettura!
*****

Adrien sospirò per l'ennesima volta in quella lunga giornata, mentre faceva scorrere lo schermo del suo cellulare con il pollice, trovando subito un'altra nuova foto di Ladybug.
La sua amata, adorata Ladybug.
Un altro sospiro, abbastanza profondo e sonoro, che questa volta fu interrotto da un ringhio di Plagg.
- ARGH! Sul serio, ragazzo, se provi a fare ancora un sospiro, io... Giuro che do di matto!
Adrien si era un momento irrigidito, spaventato in un primo istante dalla reazione del kwami. Ma in brevissimo tempo, la sua espressione divenne nuovamente un misto di malinconia e felicità, quella dolce agonia tipica degli innamorati non corrisposti (o che non sanno di esserlo... O che non sanno di essere ricambiati solo per una parte di sé... O che non sanno di essere innamorati di un lato di quella che definiscono "solo un'amica" mentre l'altro lato smania per un lato di loro. Insomma, dopo l'amore poligamico, qui abbiamo un tipo di amore poligonico: troppi lati!)
- Ma Plaaaaag... Lei è così bella, in gamba, intelligente, gentile, forte... Se solo ci fosse un modo per conquistarla...
Il biondino si rabbuiò, pensando a tutti i tentativi, più o meno seri, che aveva fatto fino ad allora per vincere il suo amore.
Le rose no, le sorprese a lume di candela no, i tentativi per farsi dare almeno un bacetto... Niente. E di recente aveva anche scoperto perché.
A lei piaceva un altro. E se Adrien avesse potuto scoprire chi, probabilmente Parigi avrebbe contato un abitante in meno. O magari solo un abitante sano in meno... In fondo, non è che far fuori un rivale facesse guadagnare punti agli occhi della sua amata... No?
Il giovane Agreste sembrava quasi sentire quella vocina nella sua testa come se fosse stata di fianco a lui.
- Oh, insomma... Se non puoi averla, che cosa ti ostini a fare? Se tu non avessi rivali, sarebbe un altro paio di maniche. Certo, in alcuni casi verrebbe voglia davvero di usare un bel "Cataclisma" ben piazzato...
Stranamente, quella vocina somigliava molto a quella di...
-Plagg! Ma cosa ti salta in mente??? Ok, lei ama un altro ragazzo, ma da qui a distruggere qualcuno, mi sembra davvero esagerato!
Il piccolo kwami nero storse appena il musino, come ricacciando il pensiero in qualche angolo remoto della propria testa.
- Ok, se non vuoi prendere in considerazione questa idea, allora... FATTENE UNA RAGIONE E SMETTILA DI TORMENTARMI CON I TUOI SOSPIRI!
Detto ciò, se ne svolazzò in giro, raggiungendo la cassaforte in cui teneva al sicuro il suo Camembert e vi si nascose dentro.
Senza neanche più i consigli (nemmeno troppo utili) della piccola divinità, Adrien ritornò con il suo piccolo broncio sofferente a guardare le foto dell'eroina a pois.
-Ah, se solo sapessi cosa fare...
Sospirò un'ultima volta, mentre le palpebre iniziavano a chiudersi sempre più spesso e sempre più a lungo, finché il sonno non vinse sul ragazzo e lo trascinò nel mondo dei sogni.
Per quella volta, il mondo dei sogni di Adrien aveva la fattezza delle notti parigine viste dai tetti ancora intiepiditi dal calore del giorno concluso.
E se di solito quello era lo scenario notturno che Chat Noir e Ladybug potevano ammirare nelle loro ronde dopo il tramonto, nel sogno Adrien era solo Adrien e accanto a lui (o meglio di fronte) non c'era la supereroina in rosso, ma tre uomini, tutti con il viso più o meno coperto da Maschere Nere.
Eppure, non avevano nessuna delle altre caratteristiche che potessero farli sembrare dei cattivi akumizzati, né le precedenti versioni di Chat Noir. Sembrava anzi che fossero lì da molto e lo stessero aspettando. Il che rese il giovane Portatore ancora più confuso.
Il tempo che Adrien passò ad osservarli, i tre parvero non essersi nemmeno propriamente accorti delle sue perplessità.
Due di loro erano vestiti interamente di nero: uno indossava semplicemente una blusa, dei pantaloni, un paio di stivali e una bandana che gli copriva il capo e la metà superiore del viso fatta eccezione per gli occhi, ed era seduto addossato a un comignolo, puntellando il polso sull'elsa della spada posta perpendicolarmente al tetto, con noncuranza.
L'altro, indossava più o meno gli stessi abiti, ma la blusa era più scollata lasciando intravedere il petto tonico, per lo più liscio e abbronzato; la maschera copriva solo gli occhi, lasciando scoperto il naso fino, i baffi appuntiti e il sorriso talmente smagliante da sembrare un faro nella notte. In aggiunta a questa mise, indossava un mantello lungo fino alle ginocchia e un cappello a falda larga.
Il terzo, invece, stonava un po' con il resto del gruppo: gli unici accessori neri erano la maschera che copriva gli occhi, il cappello da moschettiere con tanto di piuma (bianca, oltretutto), i guanti, gli stivali, la cintura, e il ricamo sulla blusa.
Il resto era di diversi colori: la blusa sembrava chiara, giallognola e accollata; il mantello probabilmente blu tenuto legato sul petto da un fermaglio simile alla piuma sul cappello e anch'esso bianco, come d'altra parte i pantaloni attillati.
In effetti, sembrava tenersi vagamente in disparte. E dico sembrava, perché vista l'esuberanza del tizio con i baffi, chiunque sembrava mettersi da parte.
- Hola, giovane hombre! Sono arrivati i tuoi rinforzi!
Se prima Adrien era perplesso, ora era veramente confuso. Ma, abituato all'educazione che il se stesso sveglio aveva duramente ricevuto, il lui onirico mantenne il controllo limitandosi a un (alquanto sonoro):
- CHE???
L'uomo con i baffi lo aveva già raggiunto e circondato le spalle con un braccio e aveva già aperto bocca per rispondergli, quando l'altro nero-vestito si voltò verso di lui senza scomporsi più di tanto.
- Siamo qui per aiutarti con i tuoi problemi di cuore...
E la bocca di Adrien stava già assumendo una forma arrotondata in "oh" di comprensione (e nemmeno tanta, a dire il vero), che l'uomo che ancora lo teneva stretto intorno alle spalle esultò, stritolandolo.
- Ma si! Con nuestros consejos, TU, caro Chat Noir, conquisterai la tua Ladybug!
Un lampo sembrò illuminare la mente del giovane parigino, portando finalmente chiarezza in quella situazione alquanto bizzarra.
- Oh! Si! Ora ho solo una domanda da fare... Ma voi... Chi siete?
La domandà cadde nel silenzio generale e si poteva quasi udire il leggero scricchiolio delle ciglia di tre paia di occhi che sbattevano rapidamente in confuso disappunto.
- Be'... Questa si che è bella... Siccome siamo nel tuo sogno, davamo per scontato che tu sapessi già chi avresti incontrato qui... Un po' imbarazzante, non credete? Ma siamo qui, quindi... Io sono Wesley. Meglio conosciuto come il Pirata Roberts. O almeno, uno dei tanti... Il nostro amico latino è Don Diego de la Vega. E se la tua infanza ha avuto il minimo barlume di normalità, saprai sicuramente che tutti lo conoscono come...
- ZORRO! Ma certo, che sciocco a non averti riconosciuto subito! Ti facevo più vecchio, però... Complimenti, li porti benissimo i tuoi quasi cento anni!
L'ispanico sembrò scurirsi per un momento, stringendo appena di più la presa della mano sul braccio di Adrien che pigolò un "Ahi..." piccino picciò.
A quel suono, l'uomo allargò gli occhi, come rendendosi conto di un errore, e lo lasciò andare, accompagnando il tutto da una profonda risata.
- Ahahahah! Per un attimo ho pensato dicessi sul serio, ma davvero sei uno spasso, muchacho! Cento anni! Ahahaha!
Adrien e Wesley lo guardarono l'uno con confusione e l'altro con compassione.
- La verità fa male, spesso e malvolentieri...
Constatò il pirata, ormai in piedi e leggermente inchinato verso Adrien, in tono confidenziale.
Adrien rimase in silenzio per qualche secondo, come a constatare la realtà di quelle parole e decidendo di non insistere oltre.
Con un lieve scossone alle spalle, pensò fosse meglio tornare ad altri argomenti. Tipo...
- E invece lui chi è?
Chiese, mentre indicava con il pollice il terzo - e finora alquanto silenzioso - "supporto".
L'espressione corrucciata e pensierosa degli altri due prese per diverso tempo il posto di una risposta.
Alla fine, piegando le labbra in una smorfia di noncuranza, Wesley liquidò la questione con un cenno della mano.
- Ah, lui è il Tulipano Nero. Diciamo che è qui più come interprete, perché... Lunga storia. Lascia stare. Pensiamo a cose importanti: Ladybug e il suo cuore!
Se per i due uomini la questione sembrò risolta abbastanza in fretta in questo modo, Adrien non era meno confuso. Anzi, la situazione andava sempre a peggiorare... Ma almeno aveva capito che non era necessario insistere, ma pensare a cose più importanti... Certo che questo sogno si stava rivelando lungo e ingarbugliato...
- Allooooooora... Come posso conquistare Ladybug? Voi come avete fatto?
Di nuovo, Zorro proruppe in una sonora e baldanzosa risata. I due accanto a lui iniziarono seriamente a temere che questi scoppi improvvisi avrebbero fratturato i loro timpani o fatto scoppiare i loro cuori dallo spavento...
- Ahahahahahah! Mio caro ragazzo... Alle donne piacciono gli uomini veri. Il fascino e la cavalleria sono arme vincenti! Mostrale la tua pasiòn, il tuo corazon e il tuo coraje. Sii caliente, impavido e siempre caballero con lei!
- Già provato. Non funziona.
- Nemmeno con la voce sensual?
- Ah ah. Nada.
- Bailando? Un paso doble!
Bisognava ammettere che l'eleganza della piroetta con casqué che fece fare al povero Wesley, era uno spettacolo. Specie con la nuvola di coriandoli dorati che il Tulipano Nero aveva fatto partire accanto al duo. Ma Adrien non poteva lasciarsi distrarre.
- Diciamo che è abbastanza determinata a conservare il suo spazio fisico.
- Ahi, Pepito...
- Pepito chi?
- Non ce la farai mai.
Gli occhi verdi del giovane divennero grandi come piattini. Tutta quella manfrina, per poi vedersi smontare così? Ma allora che cavolo erano nel suo sogno a fare???
Si voltò verso Wesley, tornato alla sua più virile posizione, sperando in un aiuto migliore.
- E tu come hai fatto?
Il pirata si grattò la nuca con un gesto nervoso che lo stesso Adrien riconosceva come proprio.
- Be'... Diciamo che non ho proprio fatto qualcosa... Lei è il mio vero amore.
- Si. Quindi l'hai abbandonata...
Puntualizzò l'ispanico, con un ghignetto beffardo sul volto, a cui il pirata replicò roteando gli occhi in una placida esasperazione.
- Non l'ho abbandonata, sono partito!
- Ti sei fatto passare per muerto mentre in realidad sei diventato un pirata...
- Ehi, ho dovuto farlo, l'identità del Pirata Roberts è un'eredità!
- E quando lei è stata chiesta in sposa da un altro e poi rapita, tu sei tornato, l'hai ritrovata, sei muerto de verdad, sei stato riportato in vita mentre lei è stata riportata dal "promesso sposo", l'avete salvata (non fosse stato per Inigo Montoya, stareste ancora a rimbalzare tra le porte...) e tutti vissero felici e contenti.
- Esatto!
- Quindi davvero non hai fatto niente...
Commentò il ragazzo, dopo aver sentito la vicenda di Wesley narrata da Zorro.
- Be', sono andato in suo soccorso, le sono rimasto fedele e ho combattuto in ogni modo per lei.
Si difese il protagonista delle vicende appena narrate.
- Ok, ma anche io ho fatto tutto questo, e niente... Assolutamente niente.
Wesley alzò le spalle, come a difendersi e a scusarsi di non poter fare di più.
Adrien sospirò.
- Forse è vero che essere il Gatto Nero è una sfortuna...
Poi una piccola lampadina si accese in lui e si rivolse al Tulipano Nero.
- Ci deve essere una ragione se tu sei qui. Dimmi la tua storia!
Il terzo uomo rifletté in silenzio. Le sue espressioni passavano da qualcosa di totalmente astratto, a confuso, a imbarazzato, a rassegnato e poi tutto daccapo.
Solo dopo molti istanti di silenzio, alzò il viso, si schiarì la voce e, posando entrambe le mani sul pomolo dell'elsa della spada che portava al fianco, si preparò a parlare aspirando a denti stretti una notevole quantità d'aria.
- Be', lei era fantastica. Una combattente eccezionale. Gran donna. E poi...
Si, questa poteva essere la storia giusta, già pensava Adrien. Il Tulipano Nero fece ancora una piccolissima pausa, come a non essere sicuro di voler rivelare qualche dettaglio.
- Ho scoperto che era mia sorella...
Adrien si tirò su a sedere, madido di sudore nel suo letto, le lenzuola stropicciate e umide e nelle sue orecchie l'eco di tre "NO" urlati nella notte parigina. I suoi occhi sbarrati al punto che quasi vedeva nel buio-non troppo buio della sua stanza. Senza troppe cerimonie, afferrò il proprio kwami e lo portò accanto al proprio viso, senza guardarlo.
- Plagg... Dobbiamo scoprire come fare un test del DNA...
  
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