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Autore: LadyBones    12/07/2018    4 recensioni
Dal testo:
[...] "Quando dice qualcuno intende l'Hydra, non è così?" Mi ritrovai a trattenere il respiro in attesa della sua risposta e, quando finalmente arrivò, fu come ricevere una pugnalata in pieno petto. "No, non semplicemente l'Hydra, ma la loro arma migliore." [...]
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nick Fury, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We Are All Lost Stars Trying To Light Up The Sky'
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Adesso, chi dovrebbe odiare chi?

Nessuno dei due aveva osato fiatare dopo quella domanda, probabilmente entrambi persi nei propri pensieri cercando di metabolizzare quello che era appena successo. Avevo avvertito il suo sguardo addosso, ma non ero riuscita a sollevare gli occhi nella sua direzione. Era stato vigliacco da parte mia, ne sono consapevole. Un conto, però, era restare a penzolare da una finestra a cinque metri di altezza e un altro era ritrovami faccia a faccia con l’espressione delusa di Bucky.

Avrei capito la rabbia, la frustrazione e le mille altre emozioni presenti sull’intera superficie terrestre, ma non la delusione – quella proprio no. Non che non avesse tutte le ragioni per esserlo, ma ciò avrebbe significato aver rotto qualcosa in quel meccanismo imperfetto che avevamo creato e che, stranamente, funzionava così bene per noi.

E tutto quel silenzio sicuramente non andava ad aiutare la mia ansia già a livelli altamente preoccupanti

Lo capisco, ok? lo avevo sussurrato non senza aver prima lottato contro il nodo che mi si era formato in gola.

Non era quello che ti aspettavi di sentire venendo qui. Non era quello che ti aspettavi da me. E non c’è scusa che tenga perché lo so che cosa hai dovuto sopportare. Io lo so. Nonostante tutto, se solo potessi prenderei metà di tutto quel dolore per alleggerirti il peso anche a costo di restarne schiacciata.

Avevo sollevato gli occhi per una sola frazione di secondo mentre parlavo, ma era bastato per rimanere intrappolata in mezzo al ghiaccio.

Ma non puoi.

E come al solito Bucky aveva finito per rispondere in modo conciso senza, però, mancare il colpo.

No, non posso. Avrei potuto, ma non l’ho fatto.

Mi morsi il labbro inferiore talmente tanto forte da sbiancare la pelle non appena avvertii una nuova ondata di lacrime prendere il sopravvento. In quel momento realizzai l’esatta portata delle mie azioni e fu un po’ come ricevere uno schiaffo in piena faccia.

Dio, come sono stupida. Ero così tanto concentrata su me stessa che ho finito per ferire tutte le persone che mi sono intorno. I miei nonni saranno preoccupati da morire in questo momento, ho quasi rischiato che Tim venisse ucciso. Howard è morto per colpa mia, perché non sono stata in grado per una dannatissima volta di fare la cosa giusta. E, adesso, tu mi odi e hai tutto il diritto di farlo perché non solo ti ho impedito di parlare con Steve ma, forse, a quest’ora tu avresti potuto vivere qualcosa che si avvicinava a una vita felice. Qualcosa… qualsiasi cosa, ma non questo.

Avevo parlato talmente tanto veloce da dimenticarmi di respirare. Il risultato era stato quello di avvertire i miei polmoni svuotarsi, prima di andare alla disperata ricerca di ossigeno senza trovarlo. Portai le mani ai capelli cercando di fare respiri profondi nella vana speranza di trovare sollievo. Più respiravo e più avevo bisogno d’aria, sembrava che non bastasse mai. Mi ritrovai a sgranare gli occhi, una mano sul petto alla ricerca di qualche appiglio a cui aggrapparmi. Il cuore che martellava sempre più forte tanto da farmi male, con la paura che da un momento all’altro avrebbe potuto scoppiarmi nel petto.

Chiusi gli occhi quasi d’istinto, la testa che volteggiava appena, indietreggiando alla cieca continuando a ripetermi che sarebbe passato. Qualche altro secondo e mi sarei sentita meglio, ma quel sollievo di cui tanto avevo bisogno sembrava non arrivare mai fino a quando non avevo avvertito la presa salda di due mani intorno alle mie braccia.

Lenny!

Il suono lontano di quella voce così dannatamente familiare aveva finito per riportarmi alla realtà. Spalancai così gli occhi ritrovandomi a fissare un Bucky spaventato, ma che per il resto continuava a rimanere impassibile. E se fino un attimo prima tutta quella consapevolezza aveva finito per travolgermi come un mare in piena, adesso, la sua espressione indecifrabile aveva finito per innervosirmi più di quanto avesse dovuto. Fu un po’ come la goccia che fa traboccare il vaso.

No, Lenny un cavolo. Per l’amor di Dio, per una volta – una soltanto – arrabbiati. Urlami contro, tira un pugno contro il muro, spacca tutto. Fa qualcosa, qualsiasi cosa.

Lo guardai quasi con occhi imploranti, prima di liberarmi dalla sua presa e fare un passo indietro. Lui era rimasto immobile, leggermente interdetto dalla mia reazione. Sicuramente non era quello che si aspettava, ma onestamente non me lo aspettavo neanche io di arrivare a quel punto. Insomma, non mi era mai capitato di ritrovarmi nella situazione di implorare qualcuno di arrabbiarsi con me.

Andiamo, non è poi così difficile. Perché non riesci a urlarmi contro quanto io ti abbia ferito, deluso… perché non puoi semplicemente odiarmi? Chiunque altro lo farebbe dopo quello che ti ho detto, perché tu non puoi?

Lo avevo visto sorridere a quelle parole. Un sorriso amaro che aveva piegato il suo labbro verso l’alto, ma senza riuscire ad arrivare fino ai suoi occhi. Si era ritrovato a scuotere la testa, spostando lo sguardo da una parte all’altra della stanza prima di lasciarlo posare nuovamente su di me.

Ho passato tre quarti della mia esistenza nell’odio. Prima quello di qualcun altro, poi in quello verso me stesso. Non puoi neanche immaginare quanto sarebbe facile per me odiarti in questo momento. La sensazione sarebbe così dannatamente familiare che il solo pensiero mi spaventa. Il loro odio mi ha trasformato in qualcosa che non riconosco. Non ricordo neanche che cosa significa non essere questo.

Si era fatto più vicino, parola dopo parola. Io ero rimasta in silenzio, per la prima volta senza sapere che cosa dire. Mi ero ritrovata, così, a restare a fissare i suoi occhi chiari che piano piano avevano finito per trasformarsi in acqua salata.

Sarebbe così facile odiarti Eleanor, ma se lo facessi darei a loro ancora altro potere. Il potere di portarti via da me. E io ho perso fin troppe cose per una vita intera…

E sono certa che in quel momento il mio cuore abbia finito per perdere qualche battito. Per un attimo, uno soltanto, non ho potuto impedire di chiedermi in cosa mi fossi cacciata perché quello non era decisamente ciò che avevo previsto quel famoso giorno al museo. Insomma, ammettiamolo, certe cose capitano soltanto alle eroine delle serie tv o di qualche libro di serie B.

Dio, ma cosa c’è di sbagliato in noi?

Tutto e niente.

Se solo…

Qualsiasi cosa tu stia dicendo, non dirla.

Non sai neanche cosa stessi per dire.

Che importanza ha? I se solo per noi non funzionano. Se solo io non fossi caduto da quel treno. Se solo tu non fossi tornata indietro. Se solo io non fossi diventato il Soldato d’Inverno. Se solo tu avessi detto loro che cosa sapevi… che cosa sarebbe cambiato? Non ho scelto io di cadere da quel treno o diventare qualcosa che non ero. E nessuno ci dà la certezza che se tu avessi agito diversamente le cose sarebbero andate per il meglio.

E se invece, adesso, tu fossi potuto essere felice?

E se, invece, io fossi ancora il mostro di cui tutti hanno paura?

Corrugai la fronte a quelle parole, interdetta. Bucky aveva ragione, non c’era nessuna certezza. Avrei potuto avvertire Peggy e Howard, ma poi cosa sarebbe successo? Forse avrei potuto sistemare le cose, o forse no. Le conseguenze ci sarebbero state in ogni caso, ma tanto meglio affrontare quelle con cui avevamo più familiarità.

Avrei voluto essere la persona che sarebbe riuscita a salvarti.

Lo sussurrai con un filo di voce, lo sguardo rivolto in basso in direzione della punta delle mie scarpe. Avvertii subito dopo il metallo freddo sulla mia guancia e fu quasi istintivo strizzare forte gli occhi, come a voler ritardare qualsiasi cosa sarebbe successa da lì in poi.

Ho incontrato quella persona davanti alla teca di un museo.

Sospirai appena a quelle parole, mentre un brivido finì per attraversarmi la schiena. Non potevo cambiare il passato, quello che avevo fatto o tanto meno quello che non avevo fatto. Di una cosa, però, ero certa. Potevo ancora avere il potere di sistemare ogni cosa strada facendo. E sarà stato che avevo finito per piangere tutte le lacrime che avevo in corpo, o il fatto che fossi incredibilmente esausta dopo tutto quello che era appena successo, ma non ci pensai due volte. Afferrai un lembo della maglietta di Bucky prima di attirarlo più vicino. Un secondo più tardi le mie labbra avevano finito per incontrare a metà strada le sue. Non era stato come il primo bacio che ci eravamo scambiati.

Aveva il sapore di qualcosa di diverso. Non era stato frettoloso, o precipitoso. Eravamo rimasti lì ad assaporare quel momento, un sospiro dopo l’altro. Lasciai scivolare una mano tra i suoi capelli, mentre la sua stretta intorno alla mia vita si faceva più salda. E, cavolo, le farfalle le avevo avvertite tutte nel mio stomaco.

Era sbagliato? Probabilmente sì, ma allora perché sembrava così dannatamente perfetto?

Ci ritrovammo fronte contro fronte, appena qualche secondo più tardi cercando di riprendere fiato. Le nostre erano vite incredibilmente complicate, ma onestamente non ero in grado di dire chi avesse incasinato la vita di chi al momento. 

Mi dispiace per Howard…

Lo sentì sussurrare qualche secondo più tardi, ancora così vicini da riuscire ad avvertire il suo respiro contro la pelle.

Spiace anche a me.

E non mentivo, non su quello. Peccato, però, che per Howard non potessi fare più niente. Avessi potuto, avrei messo il mondo sotto sopra per riportarlo indietro ma quello andava decisamente oltre le mie capacità. E fu in quel momento che mi ricordai della lettera che Fury mi aveva dato. D’accordo – non avrei potuto salvare Howard, ma avrei potuto tenerlo in vita prendendomi cura di quello che lui e Peggy avevano lasciato. Avrei fatto esattamente quello che mi avevano chiesto: lottare anche per loro.
 



 


NdA:
Ciao! Mi vergogno un pò a ritornare dopo tutto questo tempo senza essermi fatta viva per nulla, ma purtroppo gli impegni mi hanno tenuta occupata. Finalmente sono riuscita a liberarmi degli ultimi esami e a breve arriverà la tanto sospirata laurea, quindi è stato difficile per me cercare di fare tutto. Ho dovuto lasciare andare alcune cose, ma adesso sono qui per riprendere in mano questa storia. Non vi avrei mai e poi mai lasciate sul più bello, ci ho messo un pò e di questo mi scuso ma adesso eccomi qui. Spero che anche questo capitolo vi piaccia e continuerete a restare con me fino alla fine.

Un bacione e a presto,
-LadyBones.

 

   
 
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