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Autore: A_Typing_Heart    14/07/2018    1 recensioni
* in corso di revisione * L'Uomo in Blu è una leggenda moderna, un uomo misterioso che appare in un paesino del Sorrentino per rendere omaggio a una lapide senza nome né fotografia. Circolano infinite voci su di lui, sulla sua origine, e sul perché visiti una tomba avvolta dai segreti. Ma nessuno sa la verità, e le motivazioni dell'Uomo in Blu sono radicate al tempo in cui il futuro boss Sawada Tsunayoshi fu ferito in un attentato. Un momento che cambiò la vita del giovane e di chi gli stava accanto per sempre.
Genere: Drammatico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Enma Kozato, Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il giorno seguente Enma non ebbe alcun problema a ritagliarsi del tempo in solitudine. Tsunayoshi aveva rimandato la sua riunione in banca e si era allenato all'alba per avere tutta la giornata libera, e aveva deciso di passarla in cucina con Haru, Kyoko e Lambo, il quale in cambio di un paio di faccenducole poteva essere assaggiatore ufficiale. Quella sera avrebbero cenato tutti insieme.
Enma, conoscendo l'acredine che il Decimo provava realmente verso gli ignoti che avevano attentato alla sua vita, era molto sorpreso che fosse riuscito a passarci sopra così facilmente e non riusciva a comprendere esattamente come fosse accaduto, ma avrebbe potuto chiedergli spiegazioni in merito in un altro momento. Dato che si era dignitosamente ritirato dalle cucine dicendo che andava a studiare, aveva tutta la giornata per cercare risposte che gli interessavano molto di più.
Anche se nessuno gli aveva mai vietato l'ingresso alla biblioteca privata dei Vongola fu con circospezione che vi entrò. Era un locale enorme, situato nell'ala est della villa, con i soffitti altissimi e con volte decorate. Era pieno di massicce scaffalature contrassegnate da lettere e numeri, anni, sillabe. Un cartello in uno scaffale lontano era scritto in una lingua sconosciuta, che sembrava un disegno con curve e cerchi.
Sentendosi un po' smarrito raggiunse i tavoli al centro, dove c'erano due computer, uno grande e un portatile chiuso, e alcune lampade per facilitare la lettura. Trovò lì anche una scatola aperta con un kit di ceralacca per chiudere i documenti, che sembrava usato di recente e abbandonato dopo aver buttato il timbro e il blocco di cera caoticamente dentro il contenitore. La cera era azzurra e questo gli fece pensare che fosse di Yamamoto, dato che il Decimo aveva assegnato a ogni guardiano una cera dello stesso colore della loro fiamma.
Posò il quaderno, il libro di geografia e le sue penne su uno dei banchi e prese a scrutare i cartellini, chiedendosi da dove iniziare a cercare. Avrebbe dovuto cercare i Kozato, o forse riesumare qualche articolo sull'accaduto alla sua famiglia quel tragico dicembre? Optò per questa seconda opzione e si diresse verso gli scaffali contrassegnati dagli anni. Si imbattè in una lunga serie di dossier sui quali anno, luogo e nome erano scritti a mano con dei pennarelli, altri rilegati con l'anno stampato in oro sul dorso. Prese un dossier a caso, chiamato Pioggia Insanguinata, e l'aprì. Non aveva nulla a che vedere con il suo caso, ma fu affascinato dalle carte battute a macchina e cominciò a sentirsi emozionato. In fondo si trovava in un luogo dove, riuscendo a leggere, c'era tutta la storia dei Vongola e di come si erano intrecciati con il resto del mondo.
Purtroppo la sua emozione non dissimile dall'entusiasmo di Indiana Jones si mutò in terrore quando sentì dei passi. Alcuni di quei passi avevano un suono caratteristico che gli mise i brividi. Era sicuro che fosse Mukuro. Lo stava seguendo?
-Il Decimo non dovrebbe fare queste cose da donne.-
-Solo perchè tu non sai cucinare, Gokudera, non significa che sia una cosa per donne.- commentò quasi distrattamente Mukuro. -Ma d'altronde voi giapponesi siete dei tradizionalisti.-
-Io sono nato qui.- obiettò Gokudera.
-Beh, anche gli italiani hanno quell'idea persistente della donna massaia.-
-Tu non sei italiano?-
-Il mio corpo mortale è nato qui, se è quello che intendevi sapere.-
Enma li vide sbucare proprio in fondo al suo corridoio in tempo per notare il gesto stizzito di Gokudera. Mukuro non lo notò perchè era preso a sfogliare un libro. Il guardiano della tempesta notò l'intruso prima che potesse ragionare se nascondersi o fingere di studiare geografia.
-Kozato, che cosa fai qui?-
Mukuro alzò gli occhi e si guardò intorno piuttosto stupito prima di individuarlo. Sembrava oltremodo sorpreso di trovarlo lì, quindi di sicuro non lo aveva seguito. Enma tentò di decidere rapidamente che cosa raccontare mentre i due guardiani gli si avvicinavano, ma quando gli furono davanti non si era ancora deciso. Gokudera gli prese il dossier dalle mani e gli diede un'occhiata.
-Perchè ti interessano le gesta eroiche di Yamamoto?-
-Era... parlava di Yamamoto?-
-Beh, non ti riguarda.- sentenziò lui, e ripose il fascicolo. -Credimi, è meglio non sapere certe cose di lui.-
-Yamamoto è un uomo pieno di sorprese.- commentò Mukuro con un sorrisetto malizioso. -Sarà per questo che suscitava tanto interesse nel nostro sfuggente guardiano della nuvola?-
-Non voglio parlare di queste cose, mi fanno diventare nervoso.-
-Oh? Gokudera kun, forse tu ne sai più di me... non è usuale questa situazione.- ribattè Mukuro, chiudendo il suo libro. -Forse ti dovrei offrire da bere una di queste sere.-
-Cianuro?-
Persino Enma notò che non era con il consueto tono scherzoso che lo disse, e i suoi occhi verdi si erano come rannuvolati. Mukuro alzò gli occhi al cielo con un sospiro oltremodo esasperato.
-Ti prego, dacci un taglio... non è che adesso che hai confessato di aver coperto quell'inutile muccofilo devi guardarmi con quall'aria contrita per sempre... anzi, in realtà mi infastidisce. Ti ho detto che non ce l'ho con te, e ti assicuro che se volessi vendicarmi per la mia faccia comincerei da intollerabili sensi di colpa, prima di arrivare al veleno.-
Gokudera non rispose, ma sembrò leggermente confortato. Enma, dal canto suo, si rilassò perchè nessuno dei due provava l'urgenza di sbatterlo fuori o di sgridarlo perchè curiosava nei documenti riservati della famiglia. Ma certo, in presenza di Mukuro non era mai del tutto sereno. Quasi come se gli avesse letto nel pensiero, Mukuro posò gli occhi su di lui con una certa curiosità.
-Comunque che cosa stai facendo tu qui dentro?-
-Ri... ricerche.-
-Ah.- fece Mukuro, quasi deluso. -Beh, congratulazioni, Gokudera, forse sei riuscito a civilizzarlo.-
Mukuro portò il suo libro rilegato ai tavoli centrali e prese posto vicino al portatile, iniziando a leggere. Gokudera scosse la testa e guardò Enma prima di sorridergli. Enma sentì un battito anomalo del cuore, perchè il suo insegnante non l'aveva mai guardato così prima. Il suo sorriso aveva lo stesso calore e la stessa gentilezza di quello del loro boss e non credeva che ne fosse capace.
-Che cosa stai cercando?-
-Beh... io veramente...-
-A meno che non cercasse una cartina della Germania prima della caduta del muro, è nel reparto sbagliato.-
Il guardiano della tempesta ed Enma si voltarono verso Mukuro, il quale si premurò di sbandierare il libro di geografia. Mentre leggeva il suo. Il ragazzo dai capelli rossi si chiese come faceva a leggere, ascoltare e notare cose intorno a lui nello stesso momento. A volte sembrava lui il computer, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo apertamente.
-Stavi cercando informazioni sulla tua famiglia?-
-Oh... beh... sì.- ammise Enma.
-Beh, è naturale... dopo quello che hai sentito ieri, poi... vuoi che ti aiuti?- domandò Gokudera. -Conosco bene l'archivio, ti posso aiutare a cercare.-
Non si sarebbe mai aspettato un aiuto spontaneo, anche se quell'uomo era stato assegnato come suo insegnante. Non pensava nemmeno di avere il permesso di cercare, quindi si sentì galvanizzato e annuì con vigore.
-Sì, per favore!-
-Bene... beh, in questo reparto immagino cercassi l'annuario... per leggere degli incidenti dei tuoi? Credo che non lo troverai... ma ci dovrebbe essere un faldone con gli articoli degli incidenti su tutti gli eredi dei Kozato...-
Cominciarono a cercare insieme. Enma fece cadere dossier e libri dagli scaffali, la maggior parte delle volte a causa di portentosi starnuti causati dalla polvere. Quando salì la scaletta per cercare nello scaffale più alto starnutì forte e una pioggia di fogli si sparse nel corridoio. Forse era solo paranoia, ma fu certo di aver sentito un debole verso simile a un "kufu"
Dopo due ore Enma era ancora assorto nella lettura di un voluminoso libro rilegato a mano che conteneva gli alberi genealogici delle famiglie mafiose dell'epoca della fondazione dei Vongola. Scoprì così che il Primo Vongola era giovanissimo all'epoca della fondazione, e che il comando era passato al fratello Riccardo poichè si era ritirato in Giappone dove si era sposato e aveva avuto dei figli. Si trattava del ramo giapponese dei Vongola e degli antenati di Tsunayoshi. Leggere il suo nome in fondo all'albero lo fece sorridere, ma poi notò che tutti gli altri rami presentavano una sottile riga rossa sui nomi, indice che erano morti. Tsunayoshi era l'unico figlio di suo padre, e non aveva avuto figli a sua volta dal suo matrimonio. Che cosa ne sarebbe stato di quel passo dei Vongola?
-Trovato niente?- domandò Gokudera, stiracchiandosi.
-Oh... niente di particolare...-
Enma chiuse il librone sospirando. Non aveva più idee. Oltre agli articoli di giornale e al dossier sull'incidente Kozato, il nome della sua famiglia non figurava da nessuna parte. Erano come mai esistiti e non riusciva a spiegarsi per quale motivo. Possibile che dopo lo sterminio tutti i documenti su di loro fossero stati nascosti o distrutti?
Mukuro abbassò il libro, che Enma scoprì essere un libro di psicologia criminale, e li fissò entrambi da sopra la copertina verde abete. Con movimenti misurati chiuse il libro e lo posò, raddrizzandolo con cura. In silenzio li guardò ancora una volta, afflitti com'erano dallo scoramento.
-Che cosa state cercando?-
-Qualsiasi informazione sulla famiglia di Enma, ma prima degli incidenti sembra non esistere.-
-Beh... perchè prima degli incidenti non esisteva, infatti.-
Enma guardò Mukuro con rinnovato interesse. Lui conosceva la sua famiglia? Aveva delle informazioni?
Lo vide aprire il portatile e usarlo pigramente, con una mano sola.
-Facevano parte dell'Alleanza dei Vongola fin dal principio, il loro albero genealogico è nel libro che hai di fronte, Kozato... solo che in cima alla pagina troverai scritto Simon. È così che si chiamava il tuo antenato, il boss che era amico del Primo Vongola... avete acquisito il cognome Kozato quando non eravate più parte della mafia.-
Enma riaprì il libro e lo sfogliò alla velocità della luce. Trovò in breve la pagina che cercava, quella della famiglia Simon. Il Primo Boss recava la medesima data di nascita del Primo Vongola, nello stesso anno. Erano coetanei, quindi entrambi giovanissimi. Solo due generazioni conservavano quel nome, che si era perduto a causa di sole figlie femmine e di una linea senza eredi. Poi sopraggiungeva un uomo giapponese che aveva dato alla nipote del Primo Simon la bellezza di otto figli maschi con il suo cognome, Kozato. Enma era incredibilmente emozionato. Non aveva mai saputo cose così antiche della sua famiglia, e suo padre non gli aveva mai detto il perchè di quello strano cognome che nessun altro aveva sulle isole. Era in parte giapponese, un po' di sangue in comune con Tsunayoshi...
-Allora dobbiamo cercare altri libri... sotto Simon.- disse Gokudera.
-Abbiamo cinque volumi dove vengono citati.- disse Mukuro. -Reparto B quattordici, reparto Sim nove, genelogia delle famiglie, statuto dell'alleanza nel reparto A uno e censimento anno 1945.-
Gokudera lo guardò come se stesse guardando uno strano tipo di alieno. Un tipo che non gli piaceva.
-Hai imparato a memoria la biblioteca?-
Mukuro indicò il portatile che stava usando. Gokudera si sporse a guardare ed Enma allungò il collo, anche se non riuscì a distinguere nessuna scritta.
-Secondo te a cosa è servito indicizzare l'intero archivio nel computer? A sapere chi e cosa viene descritto o citato in quale di questi tomi polverosi.-
-Non l'avevo mai usato prima.-
-Complimenti per il grazioso passatempo, Gokudera Hayato.- commentò Mukuro, che sembrava profondamente deluso. -D'ora in poi non criticare mai più l'hobby di Tsunayoshi per la cucina. Almeno il suo tempo finisce in qualcosa di apprezzabile.-
Gokudera arrossì fino alle orecchie in tempo record, prima che sparisse dietro lo scaffale annuari. Mukuro posò lo sguardo su Enma con l'aria compassionevole di qualcuno che trova un cartoncino di cuccioli abbandonati sotto la pioggia.
-Forse per l'informatica dovrei insegnarti io qualcosa, Gokudera non è in grado.-
Enma era lusingato all'idea che il guardiano della nebbia fosse arrivato a pensare che meritasse di far parte del mondo umano e non più di quello delle scimmie, ma era anche atterrito all'idea di passare ore e ore da solo con lui a studiare. Fortunatamente lui non voleva una risposta. Fece un sorriso quasi normale e si alzò.
-Andiamo.-
-A... dove?-
-C'è un'altra cosa interessante sui Simon in questa biblioteca... andiamo a dare un'occhiata.-
L'idea che fosse un tranello sfiorò la mente di Enma solo per un attimo, poi venne attratto dalla forza primordiale del sangue dal nome della propria famiglia e si alzò in tutta fretta. Seguì Mukuro attraverso un corridoio di scaffali contrassegnato solo da numeri, dove tutti i libri erano senza titolo sul dorso. Si addentrarono in una zona più buia, dove piccole lampade ai lati si accesero al loro passaggio. Quel reparto era zeppo di dossier e archivi contrassegnati a mano e recava anche la classificazione 69 scritta a mano.
-Non sono tanti quelli che porto nella mia sezione, Kozato, sentiti onorato per questo.-
-Questi... sono tuoi?-
-Sì, sono i miei archivi personali... sulle cose che mi suscitano interesse, su quelle che ritengo torneranno utili, o su lavori che mi assegna il capo... quando sono tornato da Parigi ho controllato una cosa che mi è sembrata insolita.-
Prelevò un dossier che sembrava nuovo o scarsamente consultato e glielo porse. Era contrassegnato come dossier Simon-Kozato. Enma gettò un'occhiata a Mukuro, che annuì incoraggiandolo con un gesto ad aprirlo. Non se lo fece ripetere e l'aprì. C'erano dentro delle fotocopie di altri documenti, dall'albero genealogico che aveva visto prima alla lista dei membri, poi il censimento del dopoguerra e una copia dello statuto dell'alleanza dove poteva leggere la firma del Primo Simon. In fondo c'era un cd-rom.
-Questo...?-
-È la copia dei dati che ho copiato al laboratorio francese... perchè l'Engine porta il vostro nome, Kozato... si chiama Simon 00, qualche cosa dovrà significare.-
-E significa?-
-Ho pensato che potesse essere anche un nome francese, ma io non credo alle coincidenze... per quanto sia buffo che lo pensi proprio io, quello che è caduto in un buco e ha trovato casa tua mentre faceva tutt'altro...-
-In effetti.- convenne Enma.
-Ma forse la cosa si fa interessante proprio ora... c'è un fascicolo nel reparto scientifico che non avevo notato prima, andiamo a darci un'occhiata.-
-Come mai non lo hai visto? I Simon non sono molto presenti in questo archivio...-
-Oh beh... diciamo che chi ha informatizzato l'archivio ha trascritto erroneamente "Shimon" nei contenuti e quindi il computer non me lo trovava come risultato per la ricerca Simon.-
-Quindi qualcuno ha preso tutti questi libri e ha scritto nel computer su quale scaffale erano e tutte le cose che contenevano?- domandò Enma, che guardava le migliaia di volumi, impressionato. -Ma chi l'ha fatto?-
-Beh... io.-
-Ehh?! Hai letto tutti i libri e li hai messi nel computer?!-
-Era necessario, non hai idea di quanto fosse un casino trovare un libro qui dentro!-
Mukuro si lanciò in una descrizione di quanto fosse stato trascurato l'archivio, che all'arrivo della decima generazione alla villa era solo una mucchia di faldoni e libri ammonticchiati su una decina di scaffali o per terra, e di come lui, con le cameriere ai comandi, avesse fatto fare una pulizia totale e avesse di fatto ristrutturato la biblioteca portandola nel ventunesimo secolo. Si premurò anche di dirgli quanto Tsunayoshi fosse stato ammirato dal suo lavoro portato a termine a tempo record di soli nove mesi. Enma non avrebbe potuto essere più colpito di così e prese subito la decisione di studiare con maggiore impegno.
-Ah, eccolo...-
Mukuro trovò il faldone che cercavano, impresa resa più ardua dall'etichetta sbiadita. Era un faldone imponente che emanò una bella nuvola di polvere una volta appoggiato sul ripiano di consultazione. Bastò aprirlo per capire perchè si trovasse nel reparto scientifico. Conteneva a sua volta piccoli dossier, con numerosi schemi e paroloni che Enma non capiva. Mukuro invece si era accigliato. Si rimise a frugare sullo scaffale e trovò, messo di traverso sul fondo, un tubo portadisegni. Solo quando tirò fuori degli ampi disegni tecnici, realizzati con precisione chirurgica su carta ormai ingiallita, Enma comprese che dovevano essere i "disegni preparatori" di cui si parlava nei fascicoli citati come "allegati". Il primo non lo riconobbe, ma il secondo disegno era chiaramente un prototipo di braccio meccanizzato.
Gli occhi di Mukuro scintillavano come se avesse trovato il Sacro Graal.
-Kozato, immagino che questo ti renderà molto felice.-
-In.. in che modo?-
-Credo che i progetti per le protesi funzionanti, o almeno i prototipi dai quali sono state sviluppate le tue braccia e quelle di Tsunayoshi siano stati creati dalla tua famiglia.-
-Cosa... davvero?-
-Questo progetto riporta il nome dell'ingegnere che l'ha disegnato.- disse, indicandogli una piccola scritta in corsivo. -Laura Kozato... se non ricordo male, era la tua bisnonna.-
Enma sentì un nodo alla gola e una bizzarra sensazione di formicolante calore nell'addome. Possibile che fossero stati i progetti originali della sua bisnonna a salvare la vita a Tsunayoshi? A rendere in qualche modo possibile il loro incontro? Mukuro continuò a tirare fuori progetti di diversi componenti, tutti firmati da Laura. Fece un sorrisetto.
-Doveva essere una donnina niente male la tua bisnonna... che una donna nella sua epoca disegnasse progetti ingegneristici a un livello così avanzato è a dir poco formidabile.-
-E a questo punto dovremmo parlare con tuo suocero.-
La voce di Gokudera li fece sussultare entrambi. Mukuro si portò la mano al petto.
-Porca puttana, Gokudera, non farlo mai più.-
-Ero qui già da qualche minuto, non mi avete sentito?-
-Se ti avessimo sentito prima non saremmo morti di paura...- commentò Enma.
-Scusate.-
-Mio suocero chi, comunque? L'ultima volta che ho controllato non ero sposato.-
-Intendo il boss dei Verdesca.- disse Gokudera, e mostrò loro un volume aperto. -All'epoca della sottoscrizione dello statuto, i Verdesca volevano entrare nell'Alleanza, ma i Simon pare abbiano convinto il Primo Vongola a escluderli fino a che non avessero dimostrato di avere tutti i requisiti necessari... i Verdesca e i Simon rimasero ai ferri corti fino a che il Primo Vongola non si ritirò in Giappone e i Simon abbandonarono la mafia. Dato che erano nemici, forse conservano informazioni su di loro... forse hanno qualcosa anche dopo la loro scomparsa. Purtroppo Riccardo perse interesse nell'Alleanza e si disinteressò a tutte le famiglie che non possedevano grandi numeri e forza militare.-
-Che uomo rude questo Riccardo.- disse Mukuro. -Fossi vissuto alla sua epoca l'avrei ucciso sicuramente.-
-Avresti avuto l'incoraggiamento di molti, pare sia stato il boss che ha subito più attentati nella storia dei Vongola.-
-Confortante.-
Mukuro chiuse il libro e prese ad arrotolare i progetti.
-Penso che questa sera a cena dovremmo invitare anche i Verdesca per una chiacchierata informale...-
-Non sarà un problema per Tsuna?-
I due guardiani guardarono Enma come se si fossero momentaneamente dimenticati della sua presenza. 
-Intendi perchè deve cucinare per più persone?-
-I Verdesca non sono parte della sua Alleanza, anche se non sono suoi nemici non sono nemmeno suoi alleati... non sarà un problema interrogare il loro boss su queste cose? Potrebbero... non so, offendersi, o sentirsi minacciati? Non voglio che Tsuna finisca nei guai perchè voglio sapere della mia famiglia.-
Mukuro tornò ad arrotolare con cura i disegni e sorrise.
-Sembra che qualcuno stia cominciando a capire che non esiste soltanto lui... questo è positivo.-
-Detto da te.- commentò sottovoce Gokudera, udibilissimo comunque.
-Ma non preoccuparti... una gentile richiesta di informazioni non urterà certo Bruno Verdesca più del fatto che mi porto a letto sua figlia, e di quello non ha mai detto niente.-
-E lo sa?- domandò il guardiano della tempesta.
-Sì, purtroppo stanno già discutendo sul fatto che i nostri bambini prendano o no il nome Verdesca.-
Gokudera fece una faccia inesplicabile per una frazione di secondo, poi scoppiò a ridere talmente forte che fece sussultare Enma dallo stupore. Raramente lo vedeva ridere di gusto, ma mai lo aveva visto tanto esilarato. Rideva così tanto che non riuscì più a stare dritto e si piegò in avanti aggrappandosi allo scaffale più vicino. Mukuro lo guardò offeso.
-Cosa ridi?-
-Ve... Verdesca!- esalò con un filo di voce.
-Ohi! Piantala!-
Mukuro lo picchiò con il tubo dei disegni, ma Gokudera non accennava a smettere di ridere. Era diventato tutto rosso in faccia e faticava a prendere fiato. Il guardiano della nebbia gli lanciò anche il tomo, ma questi lo parò con la mano e tentò con difficoltà di darsi un contegno.
-Sì, sì, scusa. Smetto... ho smesso.-
Si trattenne per un secondo o due, prima di scoppiare a ridere di nuovo e causare la comparsa di un'espressione d'indignazione suprema in Mukuro. Per quanto lui facesse paura con quella faccia Enma trovò impossibile non lasciarsi contagiare dalla ridarella di Gokudera, soprattutto perchè era una risata acuta molto strana. Gli sfuggì un suono e si coprì la bocca con un gesto che sperava essere disinvolto, ma Mukuro l'aveva sentito e si girò verso di lui fulminandolo.
-Ti ci metti anche tu? Guarda che ti ammazzo qui e subito!-
-No, non stavo...-
-Stai ridendo!-
Effettivamente non riusciva a cancellarsi il sorriso dalla faccia, così si allontanò di un passo dall'irritabile guardiano e congiunse i palmi delle mani.
-Scusami! È lui che mi fa ridere, lo giuro!-
-Siete due... idioti! Che diavolo ci trovate da ridere nel nome Verdesca? Noi ci chiamiamo Vongola, c'è ben poco da sfottere! Almeno la verdesca è un animale che incute timore!-
-Eh, la verdesca è un animale?- domandò Enma interessato.
-Ma certo, è uno squalo...-
-Uno squalo nano!- intervenne Gokudera, che faticò a pronunciare le tre parole senza scoppiare di nuovo nella sua risata compulsiva.
-Noi siamo delle vongole! Hai presente che diavolo sono le vongole? Questo sì che è patetico!-
-Mukuro... Mukuro.- fece Gokudera, prendendo profondamente fiato. -La cosa che fa più ridere... non è il nome Verdesca... è che qualcuno pensi davvero che tu possa allevare dei bambini!-
Questo sembrò indignare Mukuro ancora di più, ed Enma si sorprese moltissimo che si arrabbiasse per un simile motivo. Tsunayoshi e Hibari gli avevano detto che Mukuro aveva delle curiose fobie, tra le quali quella degli abbracci, quella delle siringhe e quella dei bambini. Pareva avesse addirittura sostenuto di essere allergico ai neonati, quindi Enma avrebbe dato per scontato che non volesse mai dei bambini dalla sua fidanzata, e invece la discussione tra i due guardiani si stava aggravando nei toni. 
Ritenne prudente non mettersi in mezzo, anche perchè non aveva alcuna opinione particolare sulla questione, nemmeno a lui i bambini erano mai interessati fino a che Hibari non gli aveva fatto tenere in braccio Damiano.
Decise quindi di raccogliere il libro con l'albero genealogico, il dossier sui Simon e il tubo dei disegni tecnici e se ne andò. Nell'enorme biblioteca gli scambi di battute di Mukuro e Gokudera si confondevano, accavallandosi con gli echi, e gli strascichi lo seguirono finchè le porte dell'ascensore non si chiusero.
   
 
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