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Autore: Yasha 26    15/07/2018    1 recensioni
Per chi ha letto Il Ruscello delle Fate, questo è il seguito ^_^
*
- Aspetta! Come può essere cambiato tutto così? Stravedevi per me! Hai passato anni a dire: “Sho di qui. Sho di lì. Dove starà Sho starò anch’io! Sho è il migliore del mondo!” Perché è cambiato tutto così in fretta? Solamente per quello che hai sentito quel giorno? – domandò il ragazzo, che aveva sempre sperato di poterla riconquistare.
- Non è stato per quelle parole. Ho solamente rincontrato il mio Corn, tutto qui. Buonanotte Shotaro. – gli sorrise dolcemente, senza rabbia o altri sentimenti negativi, mentre si allontanava per raggiungere Kuon, lasciandolo lì stordito.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Julie Hizuri, Kuon Hizuri, Kuu Hizuri, Kyoko Mogami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ruscello delle Fate '
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Il giorno delle nozze era infine giunto.
Mentre l’Okami del Darumaya le sistemava il lungo velo, Kyoko si osservava incredula allo specchio. Con la bellissima acconciatura che le aveva fatto Jelly e con addosso l’abito con ricami e merletti vari che Julie aveva realizzato appositamente per lei, si sentiva davvero una delle principesse dei suoi sogni. Inizialmente, aveva pensato a un matrimonio tradizionale con il kimono, ma poiché nei templi erano ammesse poche persone e i loro invitati erano decisamente molti, alcuni dei quali stranieri, su consiglio del presidente Takarada avevano optato per un matrimonio in stile occidentale, e non poteva dire di esserne dispiaciuta alla fine, visti i risultati.
- Sei bellissima bambina mia. – asserì Julie, cercando di non piangere per l’emozione, cosa che non le riusciva molto bene.
- Grazie mamma. E grazie anche a te, Ten-san. Non sembro neppure io. – le ringraziò Kyoko, guardandole con immensa gratitudine. L’avevano resa stupenda per il giorno più bello della sua vita.
- Di nulla Kyoko-chan, ma attenta a non rovinare il mio lavoro come sta facendo Julie-san. – sbuffò Jelly, indicando gli angoli degli occhi della donna leggermente sbavati di nero e che continuava a tamponare senza sosta.
Kyoko sorrise commossa verso la madre acquisita. Julie le era stata accanto fino alla fine dei preparativi. Anche in quel momento speciale era con lei invece che con suo figlio. L’aveva aiutata nella scelta della nuova casa e dell’arredamento, l’aveva incoraggiata nei momenti di panico, le aveva dato tanti piccoli consigli, soprattutto le era stata vicino quando sua madre Saena le aveva detto che non sarebbe venuta al suo matrimonio perché in viaggio d’affari. Nemmeno in quell’occasione sua madre era presente, ma non ne era molto sorpresa e per fortuna aveva trovato qualcuno che la amava e la voleva come figlia, e questo era stato di grande aiuto per la ragazza, che non si sarebbe fatta rovinare quel giorno da niente e nessuno.
- La locanda sarà così vuota senza di te. Mi ero abituata ad averti in giro per casa. – confessò tristemente l’Okami del Darumaya. Si era affezionata molto a Kyoko e nonostante fosse felice per lei, non poteva fare a meno di provare un senso di nostalgia per la separazione.
- Non ho certo intenzione di abbandonarvi solo perché mi sposo, Okami-san. Verrò spesso a mangiare da voi con Kuon e a darvi una mano tutte le volte che potrò. – la rassicurò la giovane, abbracciandola.
- E noi che dovremmo dire? Siamo rimaste solo io e Chiori in quella dannata sezione! Senza di te dovremo fare il doppio del lavoro! – si lamentò Kanae, incrociando le braccia al petto.
- Non fare finta che t’importi solo dei lavori da ripartirci, Kanae-san. – intervenne Chiori, che ben conosceva lo stretto legame tra le due. - Mancherà anche a me riunirci tutte insieme durante le ore di pausa, ma suppongo potremo sempre organizzarci e vederci al di fuori della stanza della Love Me. –
- Certo che sì ragazze! L’essermi laureata da quella sezione non mi allontanerà dalle mie migliori amiche! – chiarì Kyoko, abbracciando anche loro.
- E staccati! A me non mancherà di certo essere assalita da questa specie di boa constrictor a tutte le ore del giorno! – affermò Kanae, fingendosi arrabbiata e uscendo di corsa dalla stanza per nascondere una piccola lacrima caduta contro la sua volontà,  ma che non sfuggì comunque a nessuno.
Kyoko non se n’era mai accorta, chiusa com’era nel suo dolore, ma era circondata da molte persone che l’amavano, che l’avevano sostenuta come una sorella e cresciuta come una figlia, nonostante non fosse loro compito; proprio per quel motivo, presenti al matrimonio vi erano anche i signori Fuwa, che parteciparono molto volentieri, e in fondo era quasi d’obbligo invitarli visto dove si stavano svolgevano le nozze. Il luogo lo aveva scelto soprattutto Kuon ma lei non poteva essere più d’accordo.

Era metà giugno e tra i boschi di Kyoto tirava un piacevole venticello fresco mentre Kyoko percorreva, incredibilmente emozionata, un sentiero coperto da petali colorati che conduceva al piccolo gazebo di rami in fiore dove Kuon l’aspettava.
Il suono del ruscello e del cinguettio degli uccelli aveva accompagnato i loro voti, per poi essere sostituito dal pianto di Julie e dagli auguri degli invitati.
Il ricevimento fu, come intuibile da tutti visto chi lo aveva realizzato, bizzarro ma al tempo stesso romantico. Lory, rispettando il tema naturale del luogo in cui si trovavano, aveva fatto disporre tavoli, sedie e panchine interamente in legno grezzo, perfino i sottopiatti erano ricavati da dischi di tronchi d’albero. Decorazioni di fiori, cuori e piccole sfere di vetro decorate scendevano delicatamente sui tavoli, sorrette da fili bianchi legati ai rami dei maestosi alberi che li circondavano. La luce, al calare del tramonto, era data da piccole luci a led attorcigliate ai tronchi e dalle numerose candele a forma di fata disposte sui tavoli. Anche i segnaposto erano a forma di fatine colorate, così come alcune piccole statue che circondavano la zona, ma Lory non si era limitato a quelle piacevoli decorazioni, in quanto aveva previsto enormi ali e ghirlande da far indossare, per la loro felicità, a tutti gli invitati, esclusi gli sposi, per i quali erano previste due corone in oro bianco al posto delle ghirlande. Aveva addirittura assunto degli attori, grandi e piccoli, vestiti da fate e che si aggiravano per i tavoli con le loro “magiche” bacchette, da cui saltavano fuori coriandoli colorati.
Kyoko era al settimo cielo. Amava ogni singola decorazione che la circondava, perfino le ali, anche se stonavano col suo abito ed erano scomode mentre stava seduta; la corona, poi, la faceva sentire davvero una principessa. Aveva abbracciato Lory profondamente grata per aver realizzato tutto con un tema che amava e che in parte rappresentava lei e il suo Corn. In verità, aveva passato numerose notti insonni conoscendo le idee improponibili di Takarada-san, temendo realizzasse, dato il luogo, qualcosa di assurdo in stile Libro Della Giungla, con tigri, lupi, scimpanzé, pantere o peggio ancora serpenti. Sarebbe stata una vera tragedia sia per lei sia per gli invitati.
- Quell’uomo è pazzo! – esclamò Kanae, avvicinandosi insieme agli altri amici al tavolo degli sposi - Ricordatemi di non accettare mai il suo aiuto per organizzare il mio matrimonio! – dichiarò inorridita dai bambini urlanti che le lanciavano continuamente addosso coriandoli. Oltretutto, la ghirlanda le stava facendo venire prurito sulla fronte, così la gettò infastidita in un angolo, insieme alle ali.
- Matrimonio? Moko-san, stai per sposarti? – esclamò emozionata Kyoko, con occhi luminosi, mentre l’amica le si sedeva accanto.
- Co-cosa? No, Mai! Dicevo per dire… - negò la ragazza, guardando per un istante in direzione di Yashiro, il manager di Kuon e a cui non sfuggì l’occhiata che si dettero i due.
“Ma guarda un po’. Mio caro Yukihito, si sono ribaltati i ruoli eh?” pensò Kuon, ghignando tra sé.
- Daiiii Moko-saaan! Sono o non sono la tua migliore amica? Dimmi la verità! Ti piace qualcuno? –
- E smettila di strillare così! Abbi un po’ di decoro almeno il giorno del tuo matrimonio! – la rimproverò Kanae, bloccandola con una mano prima che le saltasse addosso come suo solito.
- Parlare di decoro, in mezzo a tanti piccoli Campanellino che strillano e lanciano coriandoli in faccia alla gente, mi sembra poco indicato. - ridacchiò Chiori, che in realtà trovava divertente quell’ambientazione buffa.
- Tanta felicità! Tanta felicità! – esclamò l’ennesimo “fatino”, agitando la sua bacchetta verso Kanae e riempiendole i capelli di coriandoli. La suddetta, si voltò con sguardo omicida verso il bambino che pareva l’avesse presa di mira per tutta la serata, o almeno stando alle urla della ragazza mentre lo inseguiva per spezzargli la bacchetta tra gli invitati intenti a ballare.
- Qualcosa mi dice che si è arrabbiata davvero. – mormorò Chiori, mentre osservava incredula l’amica.
- Yukihito, non sarebbe meglio se andassi a prenderla? – gli chiese Kuon, ridacchiando.
- Eh? Perché dovrei farlo io? –
- Sono sicuro che tu sia il più indicato per calmarla. Sbaglio? – ghignò l’attore.
- Mmmh… ok. – rispose il manager, intuendo che Kuon era a conoscenza del suo interesse per Kanae. Non che volesse tenerglielo nascosto, ma si era fatto avanti da poco con lei ed era stato quasi un miracolo che avesse accettato di uscire con lui, visto il suo carattere difficile. Se Kyoko era restia ad innamorarsi, Kanae era ancora più restia a qualunque gesto affettuoso, quindi voleva andarci coi piedi di piombo nella relazione con lei, prima di renderla pubblica. “Speriamo che col tempo si ammorbidisca un po’.” pensò il giovane, osservando la ragazza sorridere soddisfatta davanti alla bacchetta rotta e al bambino in lacrime.
Quando finalmente il ricevimento si concluse, i neosposi poterono ritirarsi nella suntuosa suite in cui avrebbero trascorso la prima notte di nozze, in attesa del viaggio per la luna di miele.
Per loro iniziava una nuova vita come il Signor e la Signora Hizuri, una piacevole novità per Kyoko e un felice ritorno al proprio nome d’origine per Kuon.
 
I mesi trascorsero felici per i novelli sposi, almeno fino al giorno in cui Kyoko si ritrovò chiusa in bagno con un test di gravidanza in mano. Da circa tre mesi aveva interrotto l’uso della pillola senza dirlo a Kuon per fargli una sorpresa, quindi sapeva che, prima o poi, sarebbe accaduto ma sperava di poter avere un po’ più di tempo per prepararsi mentalmente a dare al marito ciò che tanto desiderava.
Kuon non pensava ad altro. Da quado si erano sposati parlava di bambini nonostante la loro giovane età e lei non se la sentiva di esporgli i suoi timori. Le avrebbe sicuramente detto che poteva aspettare che fosse pronta, ma lei non voleva essere tanto egoista. Sebbene ne avesse parlato con Julie tempo prima, perdurava in lei quel senso d’inadeguatezza a essere madre. Osservò nuovamente lo stick e fu felice della momentanea assenza di Kuon, lontano per un paio di settimane per le riprese di un film, perché così non avrebbe visto la sua espressione cupa.
Passò i due giorni successivi a rimuginare e ad auto-convincersi di ciò che Julie, Kuu e perfino Moko-san le avevano ripetuto senza sosta mesi prima: Lei non era sua madre. Tra l’altro, pensava che l’odio di Saena nei suoi confronti fosse più che giustificato, mentre lei non aveva motivo per odiare il bambino che aspettava da Kuon. Loro si amavano, erano legalmente sposati, avevano un matrimonio felice, a lei piacevano i bambini, la loro carriera non correva alcun pericolo, avevano un generoso conto in banca, quindi non vi era alcun motivo per cui preoccuparsi per la nascita di quel bambino.
Lei voleva quel bambino.
- Ok, ora devo solo convincermi davvero delle cose che ho appena pensato! Io e Kuon ci amiamo! Siamo felici e il nostro bambino sarà felice! È semplice, no?” - si disse, provando ad infondersi coraggio.
Troppo spesso, le sue insicurezze la portavano a temere che Kuon potesse stancarsi di lei, nonostante lui le ripetesse quanto unica e speciale fosse. Aveva provato a lottare contro quelle assurde paure, ma era più facile a dirsi che a farsi e quella gravidanza l’avrebbe messa a dura prova. Se c’era, però, una cosa a cui Kyoko non avrebbe mai rinunciato, era lottare. Non si era mai arresa davanti a nulla e non avrebbe iniziato in quel momento. Sarebbe stata una buona madre, magari non la migliore, ma sicuramente una madre amorevole.
Con quella nuova convinzione, che sperava di non perdere cinque minuti dopo, visto il suo umore altalenante a causa anche degli ormoni, attese il ritorno del marito per dargli la notizia. Voleva fosse una sorpresa, ma soprattutto aveva bisogno di abituarsi in solitudine a quell’idea.
 
Kuon osservava spaesato la moglie mentre cucinava il pranzo come se nulla fosse.
In quei giorni, lontano da lei, si era detto che la prima cosa che avrebbe fatto, appena tornato a casa, sarebbe stata abbracciarla e portarla nella loro camera per recuperare il tempo perduto. Era la prima volta che si separavano da quando stavano insieme come coppia e non credeva che Kyoko potesse mancargli tanto in sole due settimane. Peccato che i suoi piani fossero stati rovinati dalle proteste della ragazza, che era sgusciata subito via dalle sue braccia con la scusa di dover preparare il pranzo.
Trovò quel comportamento molto strano visto che ogni sera, da quando erano sposati, al suo ritorno a casa lei lo accoglieva abbracciandolo e baciandolo come se non lo vedesse da giorni, quado invece erano passate meno di dodici ore.
“Adesso che non mi vede da due settimane, non dice nulla? Non mi ha nemmeno dato un vero bacio.” rimuginò Kuon, rimasto deluso dal veloce bacio a stampo e uno sbrigativo “Bentornato”.
Tornato in soggiorno, dopo la doccia, sentì Kyoko bisbigliare dalla cucina, sicuramente al telefono con qualcuno, così si nascose per ascoltare, sbirciando quanto possibile oltre la porta senza farsi notare.
- No, Moko-san, non gliel’ho ancora detto. Sto cercando un modo per spiegargli perché gliel’ho tenuto nascosto. – rispose con tono preoccupato, mentre poggiava il cellulare tra l’orecchio e la spalla per liberare le mani e controllare la teglia nel forno. Voleva raccontare al marito delle sue paure; sentiva di doverlo finalmente fare, ma non sapeva da che parte iniziare per non sembrargli una vera stupida. – Lo so, ma potrebbe anche arrabbiarsi o sentirsi ferito. Senza contare che in questi giorni ho fatto tutto di nascosto mentre non c’era. – sospirò, ascoltando le parole d’incoraggiamento della sua amica.
Kuon la osservò con cipiglio. Cosa gli stava nascondendo di così grave che potesse farlo arrabbiare? Era forse il motivo del suo strano comportamento? Tornò a prestarle attenzione quando la sentì parlare nuovamente.
- Già, è vero. Comunque è stata la prima volta che un altro uomo mi ha vista in quel modo. Quando mi ha detto di togliere gonna e slip, ero imbarazzatissima! Però è stato davvero bravo e di una delicatezza unica. Avevi ragione Moko-san! – esclamò entusiasta e sollevata. Quando Kanae le aveva consigliato il ginecologo delle sue sorelle, non sapeva se fosse il caso di andare da un uomo, ma l’amica aveva insistito dicendo che era davvero bravo, così era andata da lui. La salute del bambino veniva prima del suo imbarazzo.
L’ira di Kuon, nell’udire quelle parole, fu tale da farlo uscire allo scoperto livido di rabbia.
- Cos’è che hai fatto?  – chiese furente dietro di lei, facendole scivolare il telefono dalla spalla per lo spavento.
- Ku-Kuon? Cosa ho fatto?  – domandò confusa l’attrice, notando la sua espressione.
- Ti ho sentita, quindi non fingere di non capire! Hai detto di esserti spogliata davanti ad un altro uomo e che ti è pure piaciuto quello che ti ha fatto! – spiegò Kuon, ferito anche nell’orgoglio. 
- Eh? – riuscì solo a dire Kyoko.
- Smettila di fare quella faccia sorpresa! Chi è che è stato tanto bravo? Eh? È Fuwa per caso? Ci sei ricascata? È per questo che prima non hai nemmeno voluto abbracciarmi? – continuò, tempestandola di domande.
Kyoko non sapeva cosa dire. Era rimasta pietrificata. Aveva completamente travisato le sue parole. Come poteva pensare che lo tradisse? E con Sho per giunta, che non vedeva da mesi. Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, ma le mancarono le forze per muovere anche un solo muscolo.
- Rispondimi! –
- Ti rendi conto di cosa mi stai accusando Kuon? –
- Sì e tu non dici nulla per difenderti! Se non volevi stare con me, potevi anche dirlo! Ehi, dove stai andando? – la fermò, vedendola uscire dalla cucina.
- A prendere la tua risposta. – dichiarò con tono freddo e distaccato, senza nemmeno guardarlo. Entrò in camera e prese l’ecografia da uno dei cassetti dentro all’armadio. Doveva essere una sorpresa, invece era stata lei a riceverne una. Una davvero deludente. Quando uscì dalla camera, gli consegnò la sottile cartella, colpendolo al petto con essa. – Qui c’è il nome del mio “amante”. Spero sarai soddisfatto adesso. – affermò, vedendolo leggere con stupore prima l’intestazione sulla copertina e poi il contenuto. Soddisfatta della sua espressione confusa, si voltò e uscì dalla cucina, senza nemmeno attendere una sua parola. Prese il cappotto e si diresse spedita verso la porta di casa.
- Kyoko! Aspetta! – la chiamò, ma la giovane non si fermò e aprì la porta, che fu richiusa prontamente dalla mano di suo marito, fermo dietro di lei.
Un déjà-vu familiare a entrambi, ma stavolta lei non fingeva di essere una sorella gelosa.
- Togliti. – ordinò Kyoko con voce impassibile, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
- Kyoko, ascolta… mi dispiace! Io non pensavo che… –
- Hai pensato anche troppo Kuon! Togliti! Voglio uscire! – ripeté, iniziando a perdere l’autocontrollo che si era imposta per non crollare di fronte a lui.
- Dobbiamo parlare prima. Non ti farò uscire in questo stato! –
- Non ho voglia di parlarti. –
- Dannazione Kyoko! Mettiti nei miei panni un secondo! Torno a casa dopo due settimane che non ci vediamo e sembra non importarti; provo a baciarti e abbracciarti ma fuggi come se ti facessi ribrezzo; ti sento anche dire quelle cose equivoche al telefono… Immaginati al mio posto! – provò a farla ragionare lui, pur sapendo di essere nella parte del torto, per l’ennesima volta, nei suoi confronti.
- Di certo non ti avrei accusato di tradirmi con una tua amica d’infanzia senza nemmeno lasciarti spiegare! – si voltò la giovane, fronteggiandolo furiosa. - Non vedo Shotaro da più di un anno poi! O pensi ti abbia mentito al riguardo? Che accidenti ti passa in quella testa? Come puoi aver dubitato di me? –
- Perché quell’idiota era sempre vicino a te! Ovunque tu fossi, ovunque tu andassi, lui era sempre lì come un’ombra e tu gli davi sempre corda, come per quella stupida scommessa di cui nemmeno mi avresti parlato se non lo avessi scoperto da solo in quel parcheggio! E ti ricordo che un tempo eri innamorata di “quell’amico d’infanzia”! – replicò Kuon, marcando le stesse parole dette dalla moglie.
- Stiamo parlando di oltre quattro anni fa! Direi che le cose sono un po’ cambiate da allora e forse non sono mai stata davvero innamorata di lui. Smettila di esserne geloso e soprattutto non dubitare della mia fedeltà nei tuoi confronti, perché non ti ho mai dato motivo per farlo! – ribatté la ragazza, mentre alcune lacrime lasciavano senza controllo i suoi occhi. Si era trattenuta a stento, ma non ci riusciva più.
- Hai ragione… Scusami. – sospirò Kuon, asciugandole le guance e prendendola tra le braccia, tra le quali Kyoko pianse maggiormente. - Sono un idiota e tu hai ragione a essere arrabbiata. Non accadrà mai più, te lo giuro. – aggiunse, stringendola a sé mentre la sentiva singhiozzare. Aveva esagerato come al solito, finendo col ferirla esattamente come altri avevano già fatto e si stava odiando per quello. In quei pochi secondi, però, gli erano passate centinaia d’immagini di lei e Fuwa insieme, ed era stata una vera stilettata al cuore. Doveva davvero smetterla di essere geloso di quel cantante, o avrebbe finito col rovinare il rapporto con Kyoko con le proprie mani, non a causa di altri. – Perdonami tesoro. – le ripeté, stringendola più forte.
Kyoko si sentì un po’ delusa. Aveva compreso il perché della reazione del marito ma sapere che potesse avere dubbi su di lei era doloroso da mandare giù. Tuttavia provò a mettersi nei panni di Kuon e non poteva certo dire che sarebbe stata felice di ascoltare una conversazione equivoca come la sua. Prese un bel respiro e provò a calmarsi. Gli ormoni impazziti certo non l’aiutavano a trovare una stabilità emotiva; e si trovava solo agli inizi. Non osava immaginare come sarebbe stato con l’avanzare della gravidanza.
Sentendo la moglie calmarsi, Kuon riprese la parola.
- Kyoko, ora mi spieghi cos’è successo? –
- Che intendi? -
- Perché tutto quel mistero riguardo alla gravidanza? Perché non me lo hai detto subito e perché hai detto alla tua amica di aver fatto tutto di nascosto? –
- Ah… ecco… è lunga da spiegare. – rispose la giovane.
- Ho tutto il tempo che serve. – le sorrise, portandola con sé sul divano, sul quale si accomodarono.
 
- Sei una stupida! – sentenziò Kuon, sospirando sconfortato dopo il racconto della moglie.
- Sapevo avresti pensato questo di me. – rispose avvilita.
- Avresti dovuto parlarmene e avremmo affrontato tutto insieme e con calma. Non ti avrei mai chiesto di avere un bambino se non ti sentivi pronta.  –
- Sapevo lo avresti detto. Comunque non mi è facile parlare di quest’argomento. –
- Argomento che tutti conoscevano, a quanto pare, tranne me! – disse risentito, poiché anche i suoi genitori parevano esserne a conoscenza.
- Beh, era con te che avrei dovuto farlo questo bambino. Ovvio avessi timore a parlartene. –
- Perché? Pensavi potessi lasciarti perché non eri propensa ad avere un figlio? – ipotizzò, vedendo poi lo sguardo della moglie incupirsi. – Oh cielo, Kyoko… dici sul serio? Pensavi ti avrei davvero lasciata per una cosa del genere? – chiese stupido.
- Sarebbe stata una reazione comprensibile. È normale volere una famiglia dopo il matrimonio. Non te ne avrei fatto una colpa, ma mi si sarebbe spezzato il cuore. – rispose in un sussurro carico di tristezza.
Kuon osservò per la prima volta la vera fragilità della moglie. Conosceva il suo conflitto interiore con la madre, ma non avrebbe mai creduto che potesse scaturirle dentro simili paure. L’abbracciò forte, col desiderio di spazzare via quel sentimento di inadeguatezza che l’aveva accompagnata per tutti quegli anni.
- Non potrei mai lasciarti, nemmeno se fossi tu a chiedermelo. Non vedi quanto sono geloso di te? Quando capirai che ti amo più di ogni altra cosa a questo mondo? Io desidero solo stare con te, stringerti tra le mie braccia, sentirmi chiamare Corn, ascoltare i tuoi sospiri quando facciamo l’amore, svegliarmi con te al mio fianco, ascoltare i tuoi rimproveri quando salto un pasto. Sono queste le uniche cose che ho sempre voluto. Il resto non conta. – le ricordò Kuon, sentendola singhiozzare nuovamente tra le sue braccia.
- Mi dispiace. Non volevo dubitare di te, ma è di me che dubito sempre. –
- Non devi farlo. Mai. – rispose il ragazzo, allontanandola da sé per guardarla negli occhi arrossati dal pianto. – Tu non sei Saena Mogami. Non sarai mai una cattiva madre come lo è stata lei. Siete legate solo dal sangue, non dal carattere. Smetti di avere sempre questi dubbi, perché sono infondati. O devo ricordarti che se non mi fossi finto Corn, due anni fa, non mi avresti mai rivelato di amarmi solo perché eri convinta di essere rifiutata? –
- Hai ragione… sono una stupida. – ammise la ragazza, asciugandosi gli occhi.
- Non sei affatto stupida, tesoro. – l’accarezzò dolcemente il marito.
- Ma se lo hai detto tu stesso poco fa. –
- Ah beh, mettiamola così, solo io posso dirti che sei stupida quando fai cose stupide; tu non puoi dirlo a te stessa. –
- Ti rendi conto che non ha senso ciò che hai appena detto? – gli fece notare lei.
- Sì, lo so. – le sorrise Kuon, vedendo anche Kyoko sorridere più tranquilla a sua volta. – Bene, ora che la questione è risolta, abbiamo una cosa da fare. -
- Cosa? –
- Festeggiare! Dobbiamo dire a tutti che presto diventeremo genitori! – esclamò con occhi brillanti dalla gioia, iniziando a fare chiamate a mezzo mondo.
Anche se lo aveva negato, Kyoko conosceva troppo bene Kuon per non sapere che voleva davvero tanto un bambino e non sarebbe certo stata lei a negarglielo, e non per la paura di restare sola, ma per il grande amore che provava per lui. In fondo, suo marito aveva ragione, doveva imparare ad avere più fiducia in se stessa. Doveva mettersi in testa che anche lei lo desiderava tanto quanto lui e che sarebbe stata di certo una buona madre, perché lei non era e non sarebbe mai stata come Saena. Avrebbe dato al suo bambino tutto l’amore che le era stato negato quando era piccola.
L’illuminazione la colpì improvvisamente.  Forse, al contrario di ciò che aveva sempre pensato, prendere sua madre da esempio le sarebbe tornato utile, poiché bastava fare esattamente tutto il contrario di ciò che aveva fatto lei. Come aveva fatto a non pensarci prima? Ricordava ogni giorno i modi freddi e quasi violenti della donna ogni volta che le rivolgeva la parola; bastava semplicemente che la guardasse in silenzio per farla arrabbiare. Non aveva ricevuto mai una carezza, mai una parola di conforto nemmeno quando si ammalava. In quegli anni in cui aveva vissuto con lei, era stato come vivere da sola. Non che con i Fuwa le cose fossero state diverse. Non l’avevano mai trattata male, anzi, festeggiavano perfino il suo compleanno, ma non erano grandi dispensatori di affetto, e lo si notava soprattutto dalla rigida educazione che le avevano impartito. Li capiva anche, poiché il loro lavoro li teneva sempre troppo impegnati; così aveva imparato ad arrangiarsi da sola in tutto.
“Non proprio da sola.” sorrise a se stessa, ricordandosi che aveva sempre avuto la compagnia di Corn con sé e quella non l’aveva mai abbandonata in quegli anni, aiutandola in tante circostanze, perfino a ritrovarlo.
Si voltò verso il marito, che nel frattempo stava comunicando la lieta notizia ai suoi genitori, e non poté fare a meno di sentirsi davvero felice e in pace con se stessa dopo tanti anni. 
 
 


 
Buona domenica :*
Ammetto di aver avuto mille ripensamenti su questo capitolo. Non sapevo se lasciarlo così o no. Alla fine ho voluto tenere i dubbi e le incertezze di entrambi così come sono usciti alla prima stesura (perché pure Kuon non è che scherzi in quanto a insicurezze quando si parla di Kyoko e Sho, che ama quanto una martellata ai gioielli di famiglia XD) Non so dirvi perché li ho fatti battibeccare XD forse per non renderli troppo sdolcinati stile “vita, cuore, battito” XD
Riguardo al matrimonio, invece, ve lo immaginate Lory  a realizzare un matrimonio normale al 100%? Io no XD 
Per Kanae, scusate ma io non riesco a verla con un bambino XD Hiou lo vedo più con Maria che con Kanae. Parere mio ovviamente
Ditemi voi cosa ne pensate, se vi va ^_^
Grazia di cuore a chi legge e a chi ha recensito il precedente capitolo, grazie infinite <3 <3 <3
Al prossimo capitolo :*
Baci Faby <3 <3 <3 <3

(Alcuni esempi di matrimonio nei boschi *-* QUI (nel sito trovate tante altre immagini)  QUI , QUI , QUI , QUI )
 

   
 
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