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Autore: CHAOSevangeline    17/07/2018    4 recensioni
{ Viktuuri | Storia partecipante al concorso "Le forme dell'amore" indetto da i love ace 30 sul forum di EFP }
Da quella scelta, dal trasloco infernale, dalle guerre di pennellate combattute sui loro vestiti da battaglia mentre ritinteggiavano il soggiorno, erano passati già due anni.
Due anni di routine, di allenamenti, di risate. Di discussioni, anche, ma pure di chiarimenti che li avevano avvicinati ancor di più.
Erano stati due anni di tante cose, ma soprattutto due anni pieni d’amore.
Di Viktor per Yuri, di Yuri per Viktor. Di entrambi per la loro casa, la loro nuova vita.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al concorso "Le forme dell'amore" indetto da i love ace 30 sul forum di EFP.
Titolo: Un luogo da chiamare casa
Fandom: Yuri!!! On Ice
Personaggi: Yuri Katsuki, Viktor Nikiforov (Viktuuri)
Genere: Romantico, fluff, slice of life
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Introduzione: Yuri e Viktor si sono finalmente sposati e convivono da due anni in un appartamento in Giappone. L'amore che provano è più grande di giorno in giorno; non c'è spazio per la monotonia e il rimpianto per l'amore dei primi tempi, proverbialmente più aceso e passionale. Ma qualche sorpresa non gusta mai.
Note dell'autore: È stata un po' una corsa, ma la storia mi è uscita così di getto che mi son detta sarebbe stato un peccato non provare quantomeno a partecipare. Un'altra piccola nota: il prompt del mio pacchetto era "romanticismo". Credo di averne dato una visione un po' "quotidiana" e forse sembrerà che mi sia soffermata di più sul titolo del pacchetto in sé (amore incondizionato) che non sul prompt, ma spero comunque vada bene!




Alla mia signorina Nikiforov (Rika), che penso sempre quando scrivo Viktuuri (e non solo), oramai.
Probabilmente non avrei avuto il coraggio di partecipare davvero al concorso se non mi avessi detto di lanciarmi.
E beh, potevo non dedicarti una fanfiction che è un inno al nostro cwtch? <3
 



 
Un luogo da chiamare casa
 


 
Viktor e Yuri si erano costruiti un nido d’amore di poco più di ottanta metri quadri.
« Se devo vendere il mio appartamento in Russia e trasferirmi qui, allora è il caso che lo faccia per bene », aveva detto Viktor con disinvoltura, come se firmare un contratto da milioni di yen per acquistare una nuova casa senza nemmeno aver venduto la prima facesse parte delle sue abitudini.
Non avevano letteralmente costruito la loro casa, ma la fatica c’era stata comunque. E non solo quella del trasloco: Yuri ricordava ancora, vivide come se fossero appena trascorse, le notti insonni di fronte al pc, la luce bluastra dello schermo che si rifletteva sulle lenti degli occhiali mentre Viktor riposava la testa sulla sua spalla. Tutto perché dopo la medaglia d’oro, fra i preparativi fulminei del matrimonio tanto desiderato da entrambi, mancava la cosa più importante: una casa tutta loro.
Non avevano nessuna intenzione di fare i neo-sposini dai genitori di Yuri, ad Hasetsu, fra gli ospiti delle terme e gli sguardi ammiccanti che sua madre aveva iniziato a lanciargli da quando aveva scoperto del suo fidanzamento con Viktor. Voleva essere di supporto, la donna, ma le uniche cose che ne risultavano erano un grande imbarazzo da parte di Yuri e le risate di Viktor di fronte alle sue guance arrossate.
Da quella scelta, dal trasloco infernale, dalle guerre di pennellate combattute sui loro vestiti da battaglia mentre ritinteggiavano il soggiorno, erano passati già due anni.
Viktor poteva chiamarsi Katsuki da un po’ e Yuri poteva chiamarsi Nikiforov da altrettanto tempo. Sorridevano sempre per quello scambio di cognomi, ma non osavano prendersi in giro; i nomi che il matrimonio aveva donato loro rasentavano la sacralità, per quanto li avevano resi e rendevano ancora felici. Insieme alle loro fedi sancivano un legame indissolubile.
Due anni di routine, di allenamenti, di risate. Di discussioni, anche, ma pure di chiarimenti che li avevano avvicinati ancor di più.
Sapevano già molto l’uno dell’altro, Yuri e Viktor, erano le persone che più si conoscevano al mondo e a cui più di tutte, giorno dopo giorno, anno dopo anno, permettevano di vedere uno spiraglio in più di sé stessi. Un pregio da apprezzare, un difetto da correggere, accettare, amare. Non si nascondevano nulla.
Erano stati due anni di tante cose, ma soprattutto due anni pieni d’amore.
Di Viktor per Yuri, di Yuri per Viktor. Di entrambi per la loro casa, la loro nuova vita.
Non avevano mai sentito la mancanza dell’amore dei primi tempi, quello per cui ci si crede perfetti, per cui si mostra solo quello che si crede piacerà. Per cui il romanticismo regna sovrano. La sentivano ancora calda e confortante, la scintilla dell’inizio.
Erano arrivati alla seconda guerra di pennellate. Missione: ritinteggiare la camera da letto.
Avevano coperto tutti i mobili di carta di giornale e adesso sembravano dei fantasmi tatuati di parole, un po’ rigidi e spenti nell’appartamento luminoso.
Il portoncino di casa si aprì.
« Yuri, sono tornato. »
Viktor era uscito a fare la spesa, a cercare qualcosa con cui arrangiare dei panini per sopravvivere anche a quel pasto. Avrebbero potuto cucinare, la cucina in fin dei conti non era una trincea di latte di colore, ma erano troppo stanchi per farlo.
Una ventata di profumo inondò l’appartamento. Non era quello di Viktor, però: Yuri lo avrebbe riconosciuto.
Uscì dalla stanza e vide Viktor, il cappotto indosso nonostante fosse primavera solo perché era l’indumento che più di tutti sarebbe riuscito a nascondere la maglia bianca e sporca di colore che indossava insieme ai pantaloni di tuta sgualciti. Guai che uscisse senza essere presentabile. Era già tanto avesse rinunciato ai mocassini in favore di un paio di comode scarpe da ginnastica.
Aveva gli occhiali da sole sulla testa, Viktor, i capelli argentati tirati indietro e due profonde occhiaie violacee a segnare gli zigomi alti e pallidi.
Tutta colpa delle ore di sonno che avevano deciso di strapparsi proprio i primi giorni di vacanza.
« Per essere liberi poi », avevano detto.
Ma era comunque stata una scelta masochista.
Quelle occhiaie, di tutta la gente che Viktor aveva incontrato da quando era uscito dall’appartamento fino a quando aveva fatto ritorno, le aveva viste solo Yuri.
Un segno di enorme fiducia, da parte di Viktor.
Yuri si passò un braccio sulla fronte, i capelli sconvolti e gli occhiali che scivolavano sul naso a causa del sudore. Aveva le ginocchia che chiedevano pietà per essere state contro il pavimento tutta la mattina, mentre Yuri rimaneva accucciato per dipingere gli angoli fra muro e battiscopa. Poterle sgranchire era una benedizione.
Non avevano nulla di perfetto in quel momento, ma a modo loro sentivano che lo fosse, tutto perfetto.
Annullarono insieme la distanza che li divideva, Yuri con una mano sul petto di Viktor e Viktor con un braccio avvolto intorno ai suoi fianchi. Un bacio a stampo sulle labbra.
Quella era la quotidianità, non un eccezionale gesto romantico. E piaceva loro per questo: perché non avrebbero mai sentito spegnere l’emozione data da quei piccoli gesti. Erano innamorati in quel modo, casalingo e privato, solo loro.
« Hai trovato qualcosa da mangiare? »
Era piacevole che quei discorsi così spontanei, naturali per una famiglia, ormai fossero da tempo sulle loro labbra. Perché lo erano, una famiglia.
« Sì, adesso preparo qualcosa. Ma prima… »
Yuri nemmeno si era accorto del braccio nascosto dietro la schiena di Viktor, se non quando comparve dinnanzi a lui insieme ad un maestoso mazzo di fiori gialli e celesti. Ginestre e Non ti scordar di me.
Ecco cos’era quel profumo.
Fra tanti gesti abitudinari che conservavano il loro essere speciali, una sorpresa non guastava.
Yuri rimase senza parole, la bocca e gli occhi spalancati. Le iridi castane saettarono dai fiori al volto di Viktor. Il cuore vibrò d’emozione per quel gesto del tutto spontaneo compiuto dal russo solo per renderlo felice, per sorprenderlo. Per farlo sentire amato.
C’era riuscito.
« Sono bellissimi… »
Lo ringraziò.
« Lo so! » rispose Viktor, il tono spavaldo e naturale, fiero della reazione di Yuri, che stava lentamente prendendo fra le mani il mazzo di fiori. « È stato difficile, sai? Siamo sempre insieme, amore mio, non è semplice farti una sorpresa! »
Viktor rimase in silenzio per qualche istante, il volto appena assorto.
« Non è una cosa che mi piacerebbe cambiare, però. »
Yuri rise e prese la mano di Viktor, intrecciando le dita con le sue. Si diresse verso la cucina per mettere i fiori nell’acqua e aiutare il marito a svuotare i sacchetti della spesa.
« Sai cosa significano questi fiori? » chiese Viktor di punto in bianco.
Yuri alzò gli occhi e scosse il capo.
« Amore vero in tutte le stagioni. »
Le guance di Yuri si imporporarono, proprio come accadeva quando Viktor gli rivolgeva i primi gesti d’amore e lui non sapeva come gestirli. Era così adatto, così giusto quel significato. Era loro.
Un bacio di Viktor fra i suoi capelli e poi eccole lì.
Di nuovo le piccole cose.
Viktor che ascoltava interessato mentre Yuri lo aggiornava sui progressi della parete della camera da letto.
La loro. Quella del loro nido d’amore di poco più di ottanta metri quadrati.
Nel loro luogo da chiamare casa.




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Buongiorno a tutti!
Era ora che tornassi nel fandom con una fanfiction più leggera, spensierata e soprattuto basata sul canonverse di Yuri on Ice. Mi era mancato, perché mi mancava tutta la leggerezza e le belle sensazioni che Yuri e Viktor nello specifico mi sanno dare. Questa è la motivazione per cui li infilo in tutti gli universi AU possibili ed immaginabili, ma il loro meglio lo sanno dare sicuramente nel mondo originale <3
Questa storia partecipa, come detto nelle note iniziali, ad un concorso. Ho fatto un po' una corsa per riuscire a partecipare, ma mi auguro che il risultato possa piacervi. Mi farebbe davvero piacere ricevere dei pareri su questa storia ;v; nonostante sia stata scritta in velocità l'idea mi ha colpita come un fulmine e fremevo all'idea di metterla per iscritto. Tutti i pacchetti che ho ricevuto erano molto belli e la parte più difficile è stata proprio decidere quale sviluppare.
Spero questa one-shot possa trasmettervi qualcosa!
I fiori sono un elemento ricorrente nelle mie storie da un po': amo i significati alle loro spalle e anche se ormai quando li vedo mi dico "Sul serio, ancora scrivi sui fiori?" mi lancio ugualmente perché sono bellissimi. Il significato che Viktor dice a Yuri alla fine della storia è un riassunto dei significati di Gerbera e Non ti scordar di me, che rispettivamente vogliono dire "amore in tutte le stagioni" e "amore vero".
Fatto quest'ultimo appunto vi lascio.
Ringrazio chiunque sia giunto fino a qui!
Alla prossima ~
   
 
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