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Autore: Feisty Pants    17/07/2018    2 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XVIII.
TIC,TAC,TIC,TAC
 


Passarono tre giorni e Judy teneva gli occhi bene aperti per capire qualcosa in più su quella mail maledetta ma tutto taceva.
Tutto normale. Magari volevano solo intimorirla per nulla.

La mattina del quarto giorno la classe di Judy era pronta per svolgere una simulazione della seconda prova di maturità. Non sarebbe stata valutata ma i ragazzi erano comunque in panico.

Judy si concentrò sul compito riuscendo a completare la metà dei quesiti in neanche un’ora.

Ad un certo punto alzò la testa per controllare l’orologio.

10.05

Senza pensarci troppo tornò sulla simulazione per poi rialzare il viso di scatto e controllare nuovamente l’apparecchio.
Di colpo buttò indietro la sedia alzandosi in piedi e correndo verso l’uscita della classe.

Aveva capito!

Nella sua testa ora aveva tutto senso!

La mail mandata l’altra sera si riferiva a quel giorno.

Tic, tac, tic, tac… numero 4! Tic, tac, tic, tac… il rumore delle lancette dell’orologio! Tic, tac, tic, tac… mail inviata alle 22.45!

 Era tutto collegato!

 Quattro giorni dopo la mail, alle 10.45, sarebbe successo qualcosa, ma cosa?!

Tic, tac, tic, tac… UN TIMER!

Un timer che non indicava certo la cottura di una torta ma piuttosto…una bomba!

 “Hopps! Dove crede di andare?!” domandò la docente irritata dal comportamento.

“Devo avvisare il preside! Immediatamente, è urgente!”

“Stiamo facendo un compito e non lo può interrompere così nel nulla!” tuonò l’insegnante e Judy, arrabbiata dall’ignoranza della donna, prese la sua verifica, la mise sulla cattedra e schizzò via.

Corse fino all’ufficio del preside ed entrò senza bussare e non badando alla persona presente a dialogare con lui.

“Cosa succede?!” chiese il dirigente scolastico vedendosi piombare davanti la ragazza.

“Preside mi scusi per l’invadenza, ma deve far evacuare la scuola! Qualcosa sta per esplodere!”

“Oh insomma, voi ragazzini! Ne ho abbastanza con le vostre bravate! Non posso far evacuare la suola per un’ipotesi così assurda!” si arrabbiò lui leggermente imbarazzato di fronte all’ospite con cui stava contrattando.

“Va bene, grazie per la vostra considerazione. Mi arrangio io” concluse lei scocciata uscendo dallo studio.
Mancavano ormai pochi minuti all’intervallo e Judy non sapeva cosa fare.

 Si fermò un momento e ragionò.

Come poteva far uscire la gente?

Non li avrebbe mai convinti tutti!

Doveva far partire l’allarme anti incendio!

 In questo modo i ragazzi sarebbero stati obbligati ad uscire.

 Come fare però? La loro scuola era dotata di una tecnologia avanzata, non sarebbe bastato accendere una sigaretta o creare del fumo sotto il sensore! Doveva toccare l’impianto elettrico, ma chi poteva aiutarla?

Nella sua mente si accese una lampadina.

Ricordò che qualche giorno prima Riley, sorella di Kristoff, parlò al fratello dell’arrivo di un ragazzo chiamato Hiro, considerato un vero e proprio genio dell’informatica, della meccanica, dell’elettronica, insomma di tutta quella branca di materie.

“Buongiorno, scusate se interrompo la lezione ma avrei bisogno dell’aiuto di Hiro per aiutarci a sistemare un computer. E’ questione di qualche minuto” disse la ragazza entrando nell’aula del giovane che, un po’ intimorito dalla sconosciuta, si alzò titubante e la seguì all’uscita.

Judy spiegò il problema a Hiro che una volta compresa la missione da compiere si mise all’opera. Sfruttarono l’intervallo per entrare in portineria e rubare le chiavi dell’impianto elettrico.

In lontananza lo pseudo bullo Nick si accorse della situazione e, incuriosito, si avvicinò ed origliò i discorsi della coppia. Anche Nick era bravo in informatica e, senza esitare, piombò di fronte ai due offrendo aiuto.

“Ricordate una cosa importante: quando parte l’antincendio, qualcuno in portineria parla al microfono per avvertire”

“Astuto…cosa pensi di fare Wilde?” chiese Judy incuriosita.

Vedere il ragazzo propositivo era tutta un’altra cosa che notarlo sottomesso ai piedi di altri deficienti. La diagnosi preliminare di Judy sul suo conto era corretta: Nick non era un bullo vero, faceva finta di esserlo.

“Mentre voi fate partire l’allarme io, con un programma apposito, cambierò la mia voce cercando di renderla uguale a quella del segretario e parlerò.”

Astuta la volpe eh?!

“Come posso fidarmi?” domandò la ragazza dubbiosa.

“Se quello che dici è vero, stiamo tutti per morire per colpa di qualche difetto nel sistema o di un attentato di qualche psicopatico. Al 90% la colpa verrà data ai bulli della scuola e questa volta non voglio entrarci.”

Il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi color smeraldo sembrava serio e determinato motivo per cui Judy, avendo a disposizione 10 minuti, lo assecondò e corse via con Hiro.

Nick era veramente sincero ed iniziò a lavorare al computer prestando attenzione a non farsi scoprire, anche se il segretario Benjamin Clawhauser sarebbe tornato dopo circa venti minuti, tutti sapevano che trascorreva l’intervallo nel bar vicino ad abbuffarsi di ciambelle. Non c’era pericolo.

Hiro iniziò a sistemare l’impianto elettrico e Judy, sentendosi per la prima volta ignorante in materia, decise di fare la guardia.

“Hiro veloce!” mise ansia lei.

“Non è così immediato sai?! Ancora due minuti!” disse lui facendo viaggiare le mani sui vari dispositivi.

“Ne mancano 3 di minuti prima che esploda quella cosa…” pensò tra sé e sé Judy.

Non fece a tempo a dire altro che l’allarme cominciò a rimbombare nelle sue orecchie.
Ora dovevano assicurarsi che uscissero tutti.

I due corsero velocemente fino all’ingresso quando sentirono Nick che era stato in grado di permutare la propria voce in quella del segretario.

“Attenzione prego! Questa non è un’esercitazione! Mantenete la calma ma sbrigatevi ad abbandonare l’edificio! Sgomberate tutte le classi, la palestra ed ogni millimetro!”

Presi dal panico gli alunni non ascoltarono le dritte dei docenti e si piombarono fuori dalla scuola disordinatamente.

“Sono usciti tutti?” chiese Judy rivolta a Nick.

“Sì, tranne noi… muoviamoci”

I tre scattarono all’aperto e, nell’istante in cui toccarono l’esterno, si avvertì un fracasso enorme.

“Deve essere esploso qualcosa!” urlò il preside stravolto.

“Io l’avevo avvertita!” pizzicò Judy.

“Perché non dici loro quello che hai detto a me?! Che probabilmente c’era una bomba nella palestra ed è esplosa?” chiese Nick spazientito di fronte al mutismo della ragazza.

“Perché la mia era solo un’ipotesi per ridere un po’ e rendere piccante il momento, me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa e ho inventato la storia della bomba. Magari in realtà è stato un cortocircuito o un problema alla caldaia che potrebbe essersi congelata visto il freddo” si difese lei.

Fortunatamente era molto brava e preparata a mentire, erano anni che mentiva sulla verità.
Gli altri non potevano sapere o avrebbe rischiato grosso.

“Sei strana forte sai?! Comunque grazie di avermi accettato ed avermi permesso di aiutarti”
ringraziò lui e, dopo un grande sorriso, si allontanò da lei.

Judy rimase immobile ad osservarlo da lontano. Alla fine era viva anche grazie a lui che l’aveva aiutata gratuitamente. Era cocciuto come lei… ma con un grande cuore e questo aspetto la colpì.
Judy venne bombardata di domande da polizia, giornalisti e amici, ma mentì su tutto. Odiava mentire alle forze dell’ordine ma doveva farlo.

Grazie all’astuzia sua e degli zii, il caso venne chiuso in pochi giorni. La scuola terminò il giorno stesso dell’accaduto per permettere la ricostruzione della palestra e migliorare il sistema di sicurezza. La colpa venne data alla prima ipotesi di Judy: l’antigelo malfunzionante o qualche altro problema tecnico avevano fatto esplodere la caldaia situata accanto alla palestra.

Due giorni dopo l’accaduto Judy ricevette un’altra e-mail:

“Sei stata brava… mi hai colpito. So di averti fatto fare gli straordinari ma ora ti meriti le vacanze. Ci rivediamo a gennaio, goditi la tregua. Usa questo tempo per pensare e per deciderti a rivelarmi il segreto… o continuerò a lasciarti regali in giro”
  
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