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Autore: Tessa Scott    19/07/2018    0 recensioni
“Edward, so che sono comoda però dovresti svegliarti e metterti la cintura” le sussurro all’orecchio. Quando si sveglio, dopo un attimo di disorientamento, Edward disse “scusami, mi sarò appoggiato quando dormivo”
“Nessun problema davvero” rispose Isabella sorridendogli. Edward condivise con lei un cornetto che aveva appena comprato e poco prima di scendere dall’aereo le chiese, qualcosa che Isabella davvero non si aspettava “Senti, visto che sono in città, che ne dici se ci vediamo?”
Edward e Bella si incontrano per caso su un aereo, tutte e due stanno tornando a "casa". Cosa succederà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo I : Incontri

"Si prega i passeggeri di sedersi ai loro posti e di allacciare le cinture, l’aereo sta per decollare” erano 5 minuti che quell’orribile voce continuava a dire quelle parole. L’aereo stava già partendo con più di due ore di ritardo e l’idea di passare le prossime 8 ore seduta al mio posto non mi entusiasmava più di tanto. Amavo volare, l’aereo era davvero l’unico luogo in cui non solo riuscivo a riposare ma in cui mi sentivo viva. Viaggiavo per lo più da sola, un po per visitare posti nuovi, un po per lavoro, ero una giornalista per il New York post e mi capitava più volte al mese di ritrovarmi su un aereo. 
Ma ultimamente, avevo preso cosi tanti voli che il viaggio stesso iniziava ad avere un effetto opposto su di me. Passare ore in aereo porto, superare i controlli di sicurezza, vedere sempre le solite scene, ragazzi che si baciano, abbracci chilometrici. Erano tutte cose carine, ma che dopo un po scocciavano. Si diventava una specie di autonomi, in gamba a schivare valigie e insensibili alle scene più passionali. 

Una voce, mi risveglio dai miei pensieri “Mi scusi, quello è il mio posto, dovrei sedermi ma..” disse una ragazza, era bassina con una taglio a caschetto, aveva davvero uno sguardo speranzoso e vispo, al che io la esortai con lo sguardo a continuare “ecco, questo è il mio ragazzo” disse guardando un ragazzo in uniforme “Jasper, le dispiacerebbe fare cambio con lui? Il suo posto è li infondo sulla destra vicino a mio fratello Edward”. 

“certo, nessun problema, subito dopo il decollo ci scambiamo di posto. Va bene?” le risposi, non mi costava nulla e per di più, la ragazza aveva la faccia di una di quelle persone, che attaccano bottone sempre ed essendo un volo da 8 ore ero più che felice di cambiare posto. Non pensate male, adoro parlare in aereo, ma 8 ore erano pur sempre 8 ore. 

“Si certo! Comunque piacere Alice” mi rispose sorridendo.

“Isabella” le dissi.

 

Non appena il segnale delle cinture, si spense, mi alzai velocemente, salutai Alice e mi diressi verso il mio posto. Alice era davvero particolare, in meno di 10 minuti mi aveva praticamente raccontato la storia della sua vita. Stava ritornando a New York, dopo aver passato un anno a Milano per studiare moda, il suo ragazzo Jasper era di base a Vicenza e stava tornando a casa in licenza per un paio di mesi. 

Jasper era già in piedi e pronto a spostarsi quando arrivai al suo posto, mi sorrise riconoscente e mi accomodai, stranamente il posto di fianco era libero “Edward è andato in bagno” disse come spiegazione alzando le spalle.  Impiegai 5 secondi per fare mente locale, Edward era… il fratello di Alice. 

Stavo già iniziando a curiosare tra i film disponibili a bordo quando un ragazzo  mi si accomodo di fianco. Devo ammettere che era bello, davvero bello e la divisa aiutava non poco, aveva i capelli sul rossiccio, occhi verdi e da ciò che si poteva intravedere era anche abbastanza muscoloso. Devo confessarlo gli uomini in divisa hanno sempre avuto un certo fascino su di me. Lo guardai forse per un secondo di troppo, perché si giro e con uno sguardo confuso affermo “Bhe tu certo non sei Jasper”. 

Non potei fare almeno di ridere e ancora sorridendo dissi “Sono Isabella, tua sorella Alice mi ha chiesto di cambiare posto cosi da poter stare vicino al suo ragazzo”

Edward passo da uno sguardo confuso a uno divertito e non potè far a meno di dire “Tipico di Alice”  “Comunque sono Edward, piacere”

“piacere mio” risposi, notaio che mi stava facendo una vera e propria radiografia e per la prima volta la cosa non mi diede fastidio anzi mi senti anche abbastanza lusingata. Ero modestamente bella, avevo le curve al posto giusto, i capelli sul castano e gli occhi color cioccolato, le lusinghe e gli sguardi non mi dispiacevano anche se a volte gli  sguardi di molti uomini erano troppo invadenti. Tossi e Edward alzo lo sguardo imbarazzato, si passo una mano tra i capelli e mi sorrise. Dopo quella piccola interazione, ognuno di noi torno nel proprio mondo isolandosi, notai piu volte gli sguardi di Edward addosso ed io stessa devo ammettere di aver fatto lo stesso, più volte ci eravamo sorrisi a vicenda senza pero smettere di “ignorarci”. 

Dopo piu di tre ore di volo, una hostess interruppe il nostro gioco di sguardi “volete qualcosa da bere?”  “ per me una coca cola” disse Edward “Per me lo stesso grazie” segui a ruota. 

Edward da li prese la palla al balzo ed inizio a parlare, iniziammo a parlare per ore, era una vita che non parlava così tanto, Isabella scopri che era un ragazzo oltre che carino altruista e gentile.

Edward era stato per un periodo a Vicenza, stava tornando a casa a New York dalla sua famiglia, era un new yorkese doc, nato e cresciuto in città. Uno di quelli che ignora i turisti e alle luci di times Square non ci fa neanche più caso. Suo padre era un chirurgo mentre sua madre un architetto. A 18 anni aveva deciso di arruolarsi, inizialmente per ripicca nei confronti del padre, per poi rendersi conto che la vita nell’esercito era davvero ciò che faceva per lui. Sarebbe stato per un paio di mesi in licenza per poi partire e andare li dove lo Zio Sam lo voleva. A quella battuta Isabella non poté far almeno di ridere, lei stessa dal suo canto, si apri in una maniera incredibile e gli racconto che stava tornando a New York, dopo più di due settimane di vacanza a casa, in Italia. Suo padre Charlie, racconto, era il tipico italo-americano cresciuto a Seattle, era molto fiero delle sue origini, cosi all’eta di 50 anni, dopo una splendida carriera come poliziotto si era trasferito in Italia e con lui mia madre. Avevano deciso di riprendere in mano la storica attività di famiglia: un azienda agricola nelle colline toscane.  Racconto di aver passato fin da quanto ha avuto memoria tutte le sue estati in Italia, immersa nei boschi italiani, considera l’Italia casa e da quando poi Charlie e Renèe avevano deciso di trasferirsi definitivamente era più che felice di tornarci.


Non sa bene, come o quando si erano addormentati ma quando senti la voce del capitano annunciare “Siete pregati di allacciare le cinture, l’aereo sta per atterrare” , apri gli occhi e noto che il peso che sentiva sulla spalla non era alto che Edward.

“Edward, so che sono comoda pero dovresti svegliarti e metterti la cintura” le sussurro all’orecchio. Quando si sveglio, dopo un attimo di disorientamento, Edward disse “scusami, mi sarò appoggiato quando dormivo” 

“Nessun problema davvero” rispose Isabella sorridendogli. Edward condivise con lei un cornetto  che aveva appena comprato e poco prima di scendere dall’aereo le chiese, qualcosa che Isabella davvero non si aspettava “Senti, visto che sono in città, che ne dici se ci vediamo?”

 


Note autrice:
Era tantissimo tempo che non scrivevo, quest'oggi pero ho avuto un ispirazione quindi eccomi qui! Spero che vi sia piaciuto, ringrazio tutti coloro che hanno letto fin qui, sarei felicissima di leggere i vostri commenti, cosi da poter migliorare! Inoltre sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate.
Cosa posso dire ancora, grazie mille ancora per aver letto ed un grazie ancora più grande a chi desidera di lasciare una recensione! Un abbraccio, Tessa


Ps: qui ( https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3781147&i=1 ) potete trovare l'altra storia che ho pubblicato oggi, se vi fatemi sapere cosa ne pensate. 

  
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