Storie originali > Poesia
Segui la storia  |       
Autore: VeganWanderingWolf    20/07/2018    1 recensioni
esattamente come dice il titolo. di demoni e di altre chimere. è una raccolta (ognuna per sé). ed è nonsense (come mio solito). ovvero: qui e là il "senso", "significato", "interpretazione", o come meglio credete chiamarlo, è sfuggente, inafferrabile, sfaccettato (potenzialmente all'infinito).
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

. e venne il demone .

 

Il vento spirava caldo e secco

Giocavo all’idea che fosse un deserto australiano

seduto a gambe incrociate come un nativo

dimenticato dalle guerre e dalle conquiste

dimenticato persino

dal dolore di aver visto il suo tempo morire

e la terra rimanere

mentre la sabbia volava e volava

sembrava di sentire il suono misterioso

di un semplice maluk di eucalipto

ma ogni cosa ha mille nomi

anche quando è pressappoco la stessa

 

E arrivò il demone come un leone

Che camminava lento

L’immagine tremante nel calore spirante

Si sdraiò di fronte a me e guardandomi disse

Sono il sole anche nella notte, brucio di luce

Ma non sono un dio e nemmeno un re

Sono solo un leone

E io guardandolo lo vidi e dissi

Lo so, per questo sei così splendido

Ma al di sotto di quel regale manto

Vedo che ti approfitti delle prede delle leonesse

E uccidi i piccoli che non sono figli tuoi

Perciò puoi fare il dio e il re

Ma l’odore del sangue che rechi non mi piace

Poiché una leonessa senza manto, nuda della sua forza

Continuerà a sembrarmi più coraggiosa e regale di te

Si rialzò il vento

E il leone volò via come se fosse stato

Un castello di sabbia fine asciugatosi sotto il sole

Mi rimase il sapore di sale sulle labbra

Se fosse di un mare troppo lontano

O di lacrime che ci si è dimenticati di piangere troppo a lungo

Non saprei dire

 

La giungla dormiva profondamente

Come se sognasse la vita che la percorreva

Furtivamente e scioltamente

Come un serpente dalle mille spire

E senza fine né inizio

Come una storia infinita

Ed ogni anello era una catena

Trapuntata dal cangiare di forma

E giocando al gioco del fachiro si imparava

Che si può fare un trucco architettato

In ogni caso morte e vita

Ti troveranno qualsiasi sia il tuo inganno

 

E spuntò il demone come una tigre

Sfumante di colori a strisce di simmetria perfetta

Impalpabile come un sogno frusciante tra il verde smeraldino

Si fermò di fronte a me e disse

Sono la morte e la vita, ed entrambe potrebbero essere solo sogno

Ma non sono una vendetta né una benedizione

Sono solo una tigre

E io guardandolo mi persi nelle sfumature e mormorai

Lo so, per questo sei così meravigliosamente sfuggente

Ma al di sotto di quelle striature così nette

Pari un fantasma inconsistente

traboccato da qualche sogno immemore

Perciò puoi fare il bianco o il nero, ogni estremo e assoluto

Ma il senso di ciò che rechi lo sappiamo entrambi

Poiché ognun che vada smarrendosi per ritrovare un tesoro

Dovrebbe sapere che forse è perdersi l’unica meta, sfuggire ai templi l’unica saggezza

La giungla frusciò come se si rigirasse nel sonno

E la tigre era scomparsa come se non fosse mai stata lì

Un’allucinazione potenziale, o maestria d’illusione

Mi rimase sulla pelle il sentore

Se fosse di assolutismi che mi ero dovuto succhiar via dal sangue prima che fosse veleno

O di quei sogni che ti dicono ogni cosa, se solo potessi carpirla per un istante solo

Non saprei dire

 

La villa abbandonata era immobile

Come se si prestasse a farsi percorrere da ogni sorta di cosa

Fosse un gran chiasso, fin’anche totale sconquasso, terremoto e crollo

Fosse qualcosa che lavora paziente

Come piante che stringono in un morbido e invischiante abbraccio

O il ticchettare sommesso di unghie di animali raminghi

E ancora il vento e la pioggia a cesellare rovine di disegni senza progetto

Di una fantasia che non ha bisogno di essere concepita

Come traendosi dal trafficare del mondo

ed essere in balia d’esso

Un’imbarcazione abbandonata alla deriva

nel bel mezzo di una tempesta silenziosa

 

E poi era lì il demone dell’ombra

Come se fosse apparso al di fuori del cerchio di sale

Sfidando forse l’ingegno a studiare, come facesse a venirsene e andare

Restò lì dov’era perfettamente fermo e disse

Devo essere una forma di tua follia, dal momento che non esisto

Ma non sono tuo amico né tuo nemico

Sono solo un’ombra

E io alzai gli occhi e non avevo bisogno di credere di vederlo nel dire

Lo so, poiché ormai ho imparato a scrutare le ombre come te

E mi toccherà dirti, ora, che vedo al di sotto del tuo buio

Poiché sei solo superficie, e il più debole soffio ti farebbe ritornare un niente

Perciò puoi esser giunto per giocare a scacchi di raffinata tortura o a chi si fa più paura

Ma se muovessi un’unghia sapresti leggere le mie orme nella polvere sul pavimento

Poiché puoi leggere a ritroso ciò che ho fatto in questo tempo, ho attraversato ogni stanza a piedi nudi e senz’ordine

Ho parlato coi topi, ho imparato a danzare con le ombre, ho lame in ogni manica, assi in ogni angolo

E ho perduto il sentimento, di cui potresti cibarti, ma ho tutto lo spirito per ignorarti o farti sparire in un battito d’istante

Le stanze si rivoltarono, le pareti divennero liquide, l’inchiostro scorse come sangue

E l’ombra si era smarrita nel suo stesso luna-park di gioco di specchi

E poiché non mi interessava che cosa ne fosse stato d’essa né se esistesse

Scoprii appena i denti tra le labbra, quietamente girando un’altra carta del mio solitario

Se fosse di quelle vittorie che non hai bisogno di celebrare per gustartele come un respiro profondo e sazio

O di quelle sconfitte delle quali hai dissipato nel fluire del tempo ogni rancore o interpretazione

Non saprei dire

 

E il demone del fuoco mi venne incontro

Camminava in equilibrio su una miccia

Col suo passo di gioco aperto e di eleganza di equilibrista sottile

 

 

********************

 

N.d.A.: per il momento ho deciso di metterla on-line anche se incompleta. Avendola scritta diverso tempo fa, e per la sua natura, qualcosa mi dice che difficilmente ritroverò l’ispirazione sulla frequenza giusta per completarla. Ma non si sa mai. Nel caso, un giorno la completerò. O aggiungerò altre parti in generale, chissà. Ho lasciato anche l’ultimo frammento (incompleto), perché sarebbe una parte per me importante da aggiungere. Tuttavia, sto ancora aspettando l’ispirazione sula giusta frequenza. Se mai tornerà. Se mai avrà voglia di degnarsi di tornare. Chi lo sa.

Per vostra comodità, se aggiungo parti (o addirittura la completo), cambierò la dicitura nel titolo (quella tra parentesi quadre) per segnalarlo. Finché non vedete modificato il titolo, dunque, è sempre così com’è ora.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: VeganWanderingWolf