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Autore: Diva_13    21/07/2018    2 recensioni
L'aria non giungeva ai polmoni, come un boa che avvolge la sua preda per poi ucciderla, così la vita stava intrappolando Harry, divenendo troppo stretta per lui.
Chiunque merita una seconda possibilità, merita di essere felice una seconda volta.
Lo specchio delle brame ti guarda dentro e scova ogni desiderio recondito, insidiato nell'angolo più buio del cuore e a volte ignoto alla persona stessa.
Harry non aveva dubbi: poter vivere una vita tranquilla e felice con le persone a lui care.
Ma la guerra miete vittime e lui è rimasto solo. Ha battuto Voldemort, ma a quale prezzo?
La speranza lo ha abbandonato, ed ora non gli resta altro che lasciarsi morire.
Fino a quando però non gli si presenta una seconda opzione: potrà vivere in una dimensione alternativa, dove tutti i suoi amici, i suoi genitori sono vivi, al prezzo di dover sconfiggere nuovamente Voldemort.
Dal cap. 1
"Non sapeva se sarebbe sopravvissuto una volta attraversato il velo, non sapeva se al di là avrebbe condotto una vita migliore, ma la paura non riuscì a fermarlo: fece un passo avanti, prese un lungo respiro e si lanciò senza esitazione, facendosi avvolgere dal buio"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Harry Potter, I Malandrini | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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CAPITOLO 3  –THE ORDER OF PHOENIX-
 
Con aria pacata Harry lasciò che Remus conducesse la sua mano attorno al braccio, e che lo smaterializzasse con lui. Si udì un semplice pop e i quattro uomini si ritrovarono davanti ai cancelli di Hogwarts dove Gazza li accolse con la sua solita aria arcigna, accompagnato dalla sua gatta fedele che strusciandosi sulle gambe del padrone miagolava in modo sinistro.

“Certe cose non cambiano mai” pensò Harry con aria nostalgica. I suoi occhi scrutavano il castello attenti,  ogni punto che lo sguardo incontrava lo portava a rivivere la morte di qualcuno dei suoi amici. Una fitta alla testa lo colse e la vista cominciò ad appannarsi: i sensi di colpa tornarono a farsi vivi. James fece appena in tempo a sorreggerlo che un nuovo capogiro colpì  Harry, e gli face perdere l’equilibrio.

“Ehi, tutto bene?” chiese con aria preoccupata James, “Sirius portiamolo da Madama Chips, credo…”

“No! Sto bene, è stato solo un capogiro” rispose velocemente Harry, sfregandosi in modo compulsivo la cicatrice. Mannaggia alla sua emotività, e alla facilità con cui si lasciava travolgere dal passato. Oramai il mantra “devo essere forte” era diventato parte integrante della giornate del ragazzo.

Remus lo guardò con profondità perdendosi in un ragionamento che Harry non riuscì a cogliere: l’empatia e acutezza del suo vecchio professore potevano essere la sua fine.              Le urla di James e Sirius rivolte all’estrema incompetenza del guardiano e al fatto che nessuno gli avesse ancora aperto, però distrassero improvvisamente i due uomini e finalmente, quando arrivò Gazza con un mazzo di chiavi in mano, poterono entrare nel castello.

Subito suo padre e il suo padrino iniziarono a battibeccare su chi dovesse fargli da guida,ancora entusiasti per averlo convinto a venire con loro, e illustrandogli alla fine assieme, la storia del luogo, spiegandogli la funzione delle casate, dei punti, il perchè della presenza dei fantasmi...

Harry ascoltava con attenzione ogni parola, ma come notò Remus, che continuava ad osservare il ragazzo con attenzione, e decise, avrebbe continuato a farlo fino a quando non avrebbe avuto le idee chiare sul mago, il suo sguardo non era sorpreso come accadeva ad ogni  persona che arrivava per la prima volta in quel luogo, bensì esprimeva una gioia soffocata come se in quel momento fosse tornato a casa dopo un lungo viaggio: Harry si guardava intorno con aria malinconica, ma rassicurata allo stesso tempo.

“Quindi Harry devi capire che questo è un luogo antichissimo” nel frattempo Sirius continuava il suo sproloquio senza notare che Harry era perso nei propri pensieri “Chiunque venga  a scuola qui finisce col considerare il castello casa sua. Sai che ci sono quattro case a cui puoi appartenere? Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Modestamente, Grifonodoro è la migliore, ma non lo dico perché io è stata la mia casa, no, ma perché…perché è perfetta in tutto!!! Vero James? Partiamo dai colori dello stemma per esempio: quanto è bello il rosso? È un colore regale, fiero, simbolo della passione, mentre guarda gli altri, il verde prendendone uno a caso, che colore scialbo, come la casata a cui appartiene dopotutto!! E poi vogliamo parlare della gente? Grifondoro è la casa dei coraggiosi, puri di cuore, leali, la sede della nascita di amicizie fantastiche, durature, non come a Serpeverde che…”

“ Non credi di stressarlo troppo Sirius?? E’ appena arrivato dopotutto, lascialo respirare un attimo” Harry non potè fare a meno di ridere, Silente era arrivato di fronte a loro e gli sorrideva da dietro i suoi occhiali a mezzaluna; come al solito un luccichio di consapevolezza in più rispetto agli altri era presente nelle iridi argentee.

“Piacere ragazzo, io sono il professor Silente, preside di questa meravigliosa scuola, tu immagino sia Charles Newedge” si presentò il preside, stringendo la mano a Harry che nel frattempo annuiva in segno di conferma a quello che era stato appena detto.

Con un gesto della mano indicò a quattro uomini di seguirlo e dopo aver percorso la scalinata a chioccola li condusse nel proprio ufficio.

Quando Harry entrò rimase stupefatto dal numero di persone che vi erano presenti al suo interno. Alla domanda silenziosa del come e perché rispose Sirius che, intuito il dubbio del giovane, gli raccontò di come Remus aveva avvisato Silente e di come quest’ultimo avesse indotto una riunione improvvisa mediante un loro modo di comunicazione basato su dei marchi a forma di piuma di fenice.

“Se entrerai a far parte dell’ordine  lo avrai anche tu” gli spiegò tirando su la manica del braccio destro e mostrando il tatuaggio.

Harry sorrise mesto al ricordo del  marchio che aveva più volte visto sulle braccia degli uomini dell’ordine e di come egli aveva più volte desiderato possederlo a sua volta. Da sempre aveva voluto essere utile e considerato tale perché ne aveva le capacità e il desiderio proprio, non essere visto solo una marionetta come molti tendevano invece a trattarlo.

Il ragazzo sussultò quando si accorse che fra la gente presente vi era anche sua madre. Bellissima come se la era sempre immaginata, stava parlando con Tonks, quando,avendo la sensazione che qualcuno la stesse osservando volse il proprio sguardo verso Harry e dopo aver incontrato gli occhi del figlio gli rivolse un sorriso rassicurante. Il cuore di Harry perse un colpo. Era la prima volta che sua madre gli sorrideva, la luce aveva raggiunto i suoi occhi,che nonostante fossero identici ai suoi, verdi,intensi, come la calma prima della tempesta, erano invece pieni di vita e lo avevano riempito per quei pochi secondi di amore. Se l’incredibile somiglianza con James lo aveva inizialmente scosso, il primo incontro con sua madre aveva colmato anni di dubbi, domande e lacrime. Per quel sorriso era pronto ad affrontare mille Voldemort, se ciò avesse significato poter riabbracciare la propria famiglia.

I suoi pensieri vennero interrotti quando Silente richiamò la loro attenzione.

“Miei cari, mi scuso per aver convocato una riunione all'ultimo minuto, sono consapevole degli impegni di ciascuno di voi, ma la faccenda da discutere oggi è veramente importante.”

Tutti si erano accomodati in cerchio attorno al preside e lanciavano di tanto intanto occhiate curiose a Harry. Le domande su chi fosse, e cosa ci facesse lì,erano stampate nei loro occhi. Solo Piton si asteneva da ciò e ascoltava il preside mantenendo fisso sul volto il suo ghigno funereo che tanto atterriva i suoi alunni.

“ Dobbiamo decidere se accogliere un nuovo mago fra di noi: Charlie Newedge. Lui ha espresso il suo desiderio di voler combattere contro il Signore Oscuro e di poter avere una possibilità di vendetta nei suoi confronti, in quanto il Lord gli ha portato via tutta la sua famiglia.”

Silente interruppe il suo discorso aspettando che qualcuno esprimesse la sua opinione. Lui non sapeva se essere favorevole o meno all’ammissione di quel ragazzo nell’Ordine, era troppo giovane, ma il modo in ci aveva combattuto a Diagon Alley, la rabbia che era presente nelle parole rivolte ai Mangiamorte  lo avevano stupefatto e fatto considerare a se stesso se non fosse stato il caso di rivalutare il giovane mago.

Il silenzio causato dallo stupore iniziale però non durò a lungo.

”E’ solo un ragazzo cosa potrà avere mai di speciale?”

“Non è in grado di sopportare il peso di una guerra!”

“Non possiamo permettere a un giovane di combattere”

“Potrebbe essere un Mangiamorte sotto copertura, una spia del Signore Oscuro, perché dovemmo fidarci di lui?”

Le voci si accalcavano l‘una sull’altra e a quel punto non era più chiaro il filo del discorso. Harry non si stupì per la confusione che la sua presenza aveva causato, era logico che  dopo venti anni di guerra fossero diffidenti nei suoi confronti, ma allo stesso tempo lo irritava il fatto che anche qui lo considerassero troppo giovane per combattere. Se fosse stato ancora nel suo mondo avrebbe probabilmente fatto una scenata mostrando così in effetti quanto fosse ancora bambino. Ora invece era calmo, guardava la tempesta infervorarsi sopra di lui aspettando che si calmasse.

Silente fissava il nuovo ragazzo. Qualcosa in lui gli diceva che era pericoloso, che non fosse il caso di averlo come nemico, ma allo stesso tempo l’idea che fosse troppo giovane per un compito simile attanagliava anche lui e gli impediva di dare un giudizio definitivo. Fu la determinazione,il coraggio e la tenacia che vide egli occhi di Charlie a fargli prendere una decisione. Capì che anche se gli avesse impedito di entrare a far parte dell’ordine, lui avrebbe comunque trovato un modo per combattere il Signore Oscuro. A quel punto era meglio poterlo tenere sott’occhio. 

L’ordine nel frattempo era collassato nel caos più totale: i Malandrini e qualcun altro, uomini per lo più, lottavano perché Charlie potesse entrare a far parte dell’ordine,ritenendo che il giovane mago avesse grandi doti, conoscenza della magia, e determinazione; le donne come Lily, Molly, e Tonks invece ritenevano che fosse troppo giovane per immischiarsi in una guerra, e che dovesse tornare a studiare. Altre persone come Severus Piton erano rimaste sedute sulla loro sedia, indifferenti alla  discussione che stava avvenendo e preoccupandosi solo di evitare che qualcuno gli schiacciasse il mantello nella foga del momento.  

“Silenzioooo” Silente riportò la calma nel gruppo.

Harry nel frattempo si era avvicinato al suo vecchio mentore, e dopo aver ricevuto un cenno d’approvazione dal vecchio preside, prese parola: “Io capisco la vostra sfiducia nei miei confronti. Anche io al  posto vostro avrei timore ad accettare una persona nuova nel gruppo. Non posso convincervi dicendovi di darmi fiducia, che non ve ne pentirete perché neanche io lo farei, in tempi di guerra fidarsi è bene,non fidarsi è meglio. Ma posso raccontarvi la mia storia e farvi capire le motivazioni che mi spingono a odiare Voldemort più di ogni altra cosa.” Al sentir nominare il signore oscuro la gran parte della gente presente nella stanza rabbrividì. “Quando ero piccolo i miei genitori vennero uccisi dal Signore Oscuro, e il mio padrino rinchiuso a tradimento ad Azkaban. Ciò mi ha portato a vivere un infanzia terribile. Durante gli anni di scuola tutti i miei amici sono stati uccisi da lui e dai suoi Mangiamorte.  Non ho paura della Morte, perché l’ho vista in faccia più volte. Oramai l’unica cosa che mi tiene in vita è la sete di vendetta. Io non vi chiedo di avere fiducia in me, ma di tenere a mente la mia storia e di fidarvi del buon senso di James, Sirius,e Remus. ”

Concluso il proprio discorso si sedette di nuovo. Nei suoi occhi la determinazione ardeva come fuoco vivo, chiunque avesse avuto dubbi riguardo la sua fedeltà ora era pienamente convinto. Dal canto suo Harry ricordava i tempi in cui i suoi amici gli vantavano il suo spirito da leader e la capacità di convincere le persone dispose ad ascoltare che ciò che lui diceva alla fine fosse la cosa corretta; sperava che queste doti fosse ancora vivo in lui.

Solo Malocchio Moody rimase restio davanti a quella decisione :” Sei giovane ragazzo, quanti anni hai? Chi ci dice che se le tue motivazioni sono buone anche la tua bacchetta lo è? Non abbiamo bisogno di carne sacrificale.”

“Alastor, tu non lo hai visto combattere…” azzardò James sostenuto da Sirius e Remus.

Harry sorrise davanti alla cura con cui i Malandrini lo difendevano. Come nel suo modo erano generosi, e nonostante quello che gli era capitato erano disposti a proteggere uno sconosciuto solo perché aveva suscitato in loro sensazioni strane. C’era chi avrebbe chiamato ciò stupidità, ma Harry era affascinato dal loro spirito buono. Quando si erano presentati a Diagon Alley Harry aveva riso di fronte alla loro allegria e ironia. Remus calmo come sempre, Sirius e James invece si erano presi in giro a vicenda prima di rivelare i loro veri nomi. E Harry invidiava questa loro spensieratezza, era ciò che ambiva da tutta la via.

“Ho diciotto anni, ma credo di essere in grado di combattere. Ho ricevuto un’educazione approfondita per quanto riguarda la guerra, ma se vorrà testare le mie capacità personalmente non mi tirerò indietro. L’avviso, rare volte mi hanno battuto in un duello, leale o meno che fosse.” Con questa frase Harry concluse il proprio discorso e venne invitato dal preside ad uscire un attimo dall’ufficio per permettere ai membri dell’ordine riflettere sulla decisione.

“Ne sarò contento ragazzo” disse Malocchio Moody prima che il giovane mago lasciasse la stanza.

Quando lo fecero rientrare sul viso dei Malandrini vide un enorme sorriso e quindi capì di essere stato accettato. Non sapeva perché loro si fossero affezionati già così tanto a lui, ma se da un lato era arrabbiato con se stesso per aver permesso ai sentimenti di prendere il sopravvento,dall’altro era felice: i suoi timori di non piacere alla propria famiglia erano stati cancellati.

Silente lo marchiò: era diventato un  membro ufficiale dell’Ordine della Fenice

“Benvenuto a casa” gli disse il vecchio preside mentre tutti applaudivano, ed Harry non potè che confermare dentro di se quanto queste parole fossero vere.

Piano a piano la stanza incominciò a svuotarsi e alla fine rimase da solo con Silente e i Malandrini. Quando anche quest’ultimi se ne furono andati, dopo avergli fatto promettere che si sarebbero rivisti presto, il ragazzo si voltò verso il vecchio preside e con voce solenne parlò: “E’ il caso che lei sappia alcune cose”
 

ANGOLO AUTRICE
Mi scuso ancora per il ritardo nel postare il capitolo, ma sono ancora all’estero e ho trovato solo oggi una wifi a cui attaccarmi e poter postare. Ci tenevo a dirvi che se avete riscontrato problemi con l’impaginazione, quali dialoghi attaccati e niente spazi, è causato sempre per il fatto che sono all’estero e mi sono ritrovata a  dover utilizzare un dispositivo piccolo che non sempre mi accetta le modifiche che io faccio. In ogni caso sto sistemando il tutto. Al prossimo capitolo!!
   
 
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