Capitolo 11
Emma tornò a casa comparendo in una nuvola di
fumo. Aveva avvertito Killian del fatto che si fosse
recata da Regina, anche se si era beccata una sfuriata per non averlo informato
subito, lasciandogli il tempo di preoccuparsi da morire, dato che l’unica cosa
che sapeva della sua amata, era di
averla sentita urlare e che poi era sparita.
Killian l’abbracciò immediatamente quando Emma fu
davanti a lei. La strinse forte, tanto che la salvatrice pensò che non la
lasciasse più andare e sinceramente quella idea non le dispiaceva affatto. Si
sentiva sicura tra le sue braccia, sentimento che ormai non provava da tempo a
causa di quanto vedevano i suoi occhi ogni volta che provava a chiuderli o
anche quando la realtà decideva di cambiare trascinandola nel suo mondo di
terrore.
“Accidenti Emma, ci hai fatto spaventare!”
disse Snow, abbracciando anch’essa la figlia, appena
le fu possibile, seguita successivamente da David.
“Alice e Neal?” chiese Emma, vedendo i genitori
a casa sua.
“Di sopra a dormire!” rispose David.
“Ora Swan, ci vuoi
raccontare cosa è successo? Sei svenuta così all’improvviso e ancora non riesco
a trovare una spiegazione!” disse Killian esasperato.
“Si, hai ragione. Roni
più o meno vi ha già raccontato della nostra esperienza negli inferi e vi ha
parlato di cinque persone che in un modo tutto loro ci hanno aiutato!” disse
Emma e vedendo che i presenti annuivano continuò “Bhe
uno di loro aveva bisogno di contattarmi e da quanto mi ha spiegato durante il
nostro tour a Neverland, mi ha addormentato per
spiegarmi cosa fare per risolvere questa situazione una volta per tutti.
“Cioè cosa?” chiese Killian
curioso, sperando vivamente che non si trattasse, per una volta, di qualcosa di
impossibile.
“incontriamoci domani nell’ufficio di Regina.
Chiamiamo anche Gold e vi racconterò tutto e verrete a sapere anche della pazza
idea del nostro caro sindaco.
La mattina seguente, Emma andò a svegliare
Alice e Neal. I suoi genitori erano ritornati alla loro abitazione, ma non
volendo svegliare per l’ennesima il bambino e con la figlia, avevano concordato
di lasciarlo riposare a casa sua.
Emma diede un baciò sulla fronte al suo
fratellino e alla sua bambina, ma i due non sembravano volersi alzare. Non poteva dar loro torto,
infondo il loro sonno era stato disturbato durante la notte e immaginava che i
due bambini avessero ancora bisogno di riposo, ma loro dovevano andare a scuola
e lei, Killian e i Charming
avevano un appuntamento in mattinata.
Emma riprovò nuovamente a svegliarli
dolcemente, ma entrambi continuavano a rimanere nel mondo dei sogni,
rannicchiandosi sempre di più all’interno delle coperte a ogni richiamo.
Killian dopo essersi lavato, passò davanti alla camera
dei bambini e vedendo la situazione disse “Permetti love?”
L’uomo entrò in camera avvicinandosi alle tende
che coprivano la luce del sole. Le aprì completamente, rendendo la stanza
improvvisamente troppo luminosa “Avanti ciurma, è ora di issare le vele e
levare l’ancora!” disse a voce alta con tono divertito.
Neal si mise con il sedere in aria e la testa
sotto il cuscino, cercando ancora una volta di tornare a dormire, ma Kilian lo scoprì completamente, gli rubò il cuscino e gli
diede una leggera pacca sul sedere, facendo sbuffare il bambino “Avanti mozzo o
devo vedere questa tua insubordinazione come un ammutinamento?” chiese il
pirata al ragazzino, che imbronciato si mise a sedere, rassegnato all’idea di doversi alzare.
“Non sono un mozzo, io sono il capitano!” disse
Neal.
“No quello è il mio papà!” disse Alice,
aggrappata al collo di Emma, volendo le sue coccole mattutine.
Emma sorrise a quella sveglia e guardò Killian divertita.
“Avanti vuoi due, ora vestitevi e scendete a
fare colazione. Il capitano qui, vi da cinque minuti, prima di preparare la
passerella e gettarvi in pasto ai pesci!” disse Emma continuando la recita del
marito.
Uscì dalla stanza, anticipata da Alice, che
correva verso il bagno facendo a gara con Neal, il quale, essendo più grande,
la superò, chiudendole la porta in faccia.
La bambina cominciò a bussare alla porta
imbronciata e ordinando allo zio di uscire perché doveva andarci lei,
improvvisamente anche con una certa urgenza. Emma la raggiunse e spingendola
leggermente verso la camera da letto le disse di usare, per quella mattina il bagno
che usavano lei e Killian.
La salvatrice scese in cucina, dove Killian l’aveva anticipata, e si lasciò cadere su una sedia
esausta.
“Tieni love, una bella colazione, ti darà la
forza per affrontare questa giornata!” disse Killian
porgendole un pezzo di torta alle fragole con panna.
Emma sospirò “Non basterà un pezzo di torta. Mi
servirebbe una dormita di un mese come minimo!” disse assaggiando la torta “Dove
l’hai presa?”
“Non posso averla fatta io?” chiese Killian alzando il sopracciglio.
“No, viene come minimo viene da Granny!” disse Emma, mangiandone un altro boccone.
“Colpito e affondato!” disse sorridendo Killian, mentre si versava una bella dose di caffè nella
sua tazza, tempestivamente rubatagli da Emma.
Killian scosse la testa e cominciò a mangiare la sua
fetta biscottata con marmellata, mentre aspettavano che i bambini scendessero a
fare colazione, cosa che non tardò a succedere.
Sia Alice che Neal ebbero la loro fetta di
torta, ma un particolare non sfuggi alla bambina, che con aria preoccupata
disse ad Emma.
“Mamma, il caffè non fa bene alla mia
sorellina!” disse la bimba seria.
Emma la guardò stranita e poi guardò Killian, che la guardava confusa.
La donna sospirò, mise giù la tazza e spostando
i capelli dal voto della figlia, disse “Tesoro, te l’ho già detto, non aspetto nessuna sorellina!”
“Ma mamma io lo so…” cominciò la piccola, ma Killian la interruppe “Solo perché desideri tanto una
sorellina, non è così che succede. Ci vuole pazienza per queste cose!”
“sono mesi che aspetto e…” tentò di nuovo
Alice, venendo interrotta sta volta da Emma.
“Ti ricordi quando hai visto Ashley, circa un
anno fa, e mi hai chiesto, se anche la tua pancia sarebbe diventata così grande
se avessi continuato a mangiare dolci e io ti dissi, che dentro la sua pancia
c’era un bambino?”.
La piccola annuì.
“La mia pancia assomiglia a quella di Ella?”
domandò Emma.
“No
però…” cominciò la bambina per poi interrompersi da sola, incrociare le
braccia e sbuffare.
Killian sorrise e alzandosi da tavola disse “Forza
ciurma, è ora di andare!”
Dopo che chi di dovere era andato a scuola,
tutti si ritrovarono nell’ufficio del sindaco come stabilito.
I primi ad arrivare furono Snow
e David. Regina si trovava lì da un pezzo e quando li vide entrare dalla porta,
non staccò loro di dosso gli occhi.
“Cosa c’è? Ho qualcosa in faccia per caso?”
chiese Snow, guardando poi David, il quale, scuotendo
la testa, non confermò la sua ipotesi.
“Emma…” cominciò “…Emma vi ha mai raccontato
qualcosa del suo passato?” domandò Regina, sorprendendo i due reali.
“No, è sempre stata schiva e misteriosa su
questo, perché?” chiese Snow.
“Abbiamo provato ogni tanto a farla aprire,
ma…sembra che su questo punto i suoi muri non vogliono cedere!” disse David.
“E un tale comportamento non vi ha mai fatto
venire il dubbio che nella infanzia di Emma possa esserci stato qualcosa che
possa averla traumatizzata a tal punto da non volerlo raccontare?” disse
Regina.
Snow sussultò “Cosa vuoi dire? Sappiamo che ha
avuto una infanzia difficile e solitaria perché non ha mai trovato qualcuno
disposta ad adottarla in modo definitivo. È passata da una casa famiglia
all’altra, senza mai conoscere l’amore di una famiglia!”.
“Si passa da una casa famiglia all’altra dopo
che sei stata affidata a una famiglia che poi ha preso la decisione di
rimandarti indietro. Non avrebbe cambiato così tante case famiglia altrimenti.
Il che mi fa pensare che Emma abbia viaggiato parecchio e che sia passata di
casa in casa come se fosse una semplice valigia che non disfi perché tanto
dovrà essere spostata di nuovo!” disse
Regina.
“Questa sinceramente a me sembra già una
ragione plausibile per non raccontarci niente. Non vuole farci sentire in colpa
per averla abbandonata!” disse David.
“Forse, ma ho come il presentimento che queste
famiglie in cui è stata sballottolata a
destra e a manca, non siano state tutte…diciamo gentili!” disse Regina, senza
dire espressamente quello che pensava.
“Pensi che sia stata maltrattata?” chiese Snow spaventata all’idea. Per quanto avesse potuto
immaginarsi la vita della sua bambina, mai aveva veramente pensato a una
eventualità del genere. Soprattutto perché non poteva immaginare che qualcuno
potesse fare del male a una bambina.
Regina stava quasi per rispondere, ma la porta
si aprì nuovamente, rivelando Emma, Killian, Robin,
Gold e Belle.
Erano tutti presenti e
ormai riunione poteva iniziare.
“Bene salvatrice, di cosa ci volevi informare?”
chiese Gold, sedendosi in una delle sedie a disposizione nell’ufficio di
Regina. Quest’ultima ed Emma erano in piedi, appoggiate alla scrivania del
sindaco.
“Sta notte sono di nuovo tornata là, negli
inferi e questa volta una delle anime li intrappolate, ha provato a informarmi
su come sistemare la situazione!” cominciò Emma “Bisogna ripristinare
l’equilibrio che è venuto a mancare, tra i vari mondi e l’aldilà!”
“Questo squilibrio come è venuto a mancare?”
chiese David curioso.
“Giocando con la vita e la morte. Più volte
abbiamo imbrogliato la morte, senza che ne avessimo il diritto e…questa è la
conseguenza. L’aldilà, più precisamente gli inferi, stanno prendendo possesso
di tutti i reami!” disse Emma
“Quindi quando quelle anime che vedi nei sogni
accusano la salvatrice per quello che sta succedendo, significa che si
riferiscono…” cominciò Robin.
“…a me, si! Quando ho evitato che tu morissi a Camelot, ho giocato con forze che dovevo lasciare stare e
non mi sono fermata lì. C’è stato Killian, Gold, mia
figlia e il prezzo non è mai stato
pagato!” concluse Emma.
“Ora invece il resoconto è arrivato, con tanto
di interessi!” disse David.
“E cosa bisogna fare per evitare di finire
tutti all’inferno, love?” chiese Killian.
“Lucas, l’anima che mi ha parlato, non è riuscito
a raccontarmi tutto, ma ha parlato delle scintille, come quella del Dark one. Ha detto che ogni terra ha una scintilla che la
rappresenta e che saranno indispensabili per fermare il processo!” Spiegò Emma
“Ma mi ha anche fatto intendere che non è qualcosa di già esistente, ma che
bisogna crearle!”
“Tutto qui?” chiese Regina, guardando la donna
che annuì.
“Io credo di sapere cosa volesse dire!” disse
Belle e poi rivolgendosi a Emma disse “Quel libro che ti è stato indicato dalla
visione, parla di qualcosa del genere. Sono solo miti, ma ogni mito ha un fondo
di verità!”
“Belle, che cosa ci sai dire?” chiese Snow, speranzosa che la donna avesse la soluzione, spesso
infatti grazie a lei avevano trovato la soluzione ai loro problemi.
“La scintilla rappresenta il cuore di un
qualcosa!” disse Belle.
“Come la scintilla del Dark one
rappresenta l’oscurità!” disse Emma.
“Esatto e per creare questa scintilla, si
necessità di alcuni elementi, oggetti che rappresentino, in questo caso, la
terra che la scintilla deve rappresentare!” disse Belle.
“Quindi per
creare la scintilla di questo mondo, avremo bisogno di…Acqua, fuoco,
elettricità, terra e aria?” chiese David.
Belle annuì.
“Anche le altre terre hanno questi elementi,
perché dovrebbero rappresentare solo il mondo senza magia?” chiese Killian.
“Perché il mondo senza magia è il mondo
principale. Senza questa terra noi non esisteremmo. Con l’invenzione delle
nostre storie e la loro diffusione nel mondo, le nostre terre e storie hanno
realmente preso vita, ma se si chiede a chiunque di pensare a cosa gli fa venire in mente una storia o una determinata terra dove è
ambientata una storia, non diranno mai, acqua, fuoco e tutto il resto. Ad
esempio, se dico Oz, cosa vi fa venire in mente?”
chiese Gold.
“Non saprei!” disse Snow.
“Nemmeno io!” disse David.
Robin scosse la testa, così come anche Belle.
“Gli smerarli, i mattoni gialli, il tornato e
le scarpette rosse!” disse Emma.
“Ben fatto salvatrice, sapevo che non mi
avresti deluso!” disse Gold.
“Saremo personaggi delle fiabe, ma non
conosciamo ogni storia e ogni terra. Conosciamo le nostre e sono già abbastanza
incasinate senza metterci anche quelle degli altri!” disse Regina.
“Su questo può appunto venirci incontro la
salvatrice, in quanto, essendo cresciuta nel mondo senza magia, per lei queste
fiabe per lungo tempo non sono state altro che fiabe e quindi ne conosce i
simboli!” disse Gold.
“Resta da chiarire quindi, quante sono le
scintille da creare, quali elementi cercare per ogni terra, come crearle e cosa
farne!” disse Emma.
“Di terre ce ne sono un’infinità. La foresta
incantata, Arendelle, Camelot,
la terra dei giganti e chissà quante altre!” disse Killian.
“Credo che per terre ci possiamo riferire ai
mondi, non i luoghi dove si svolgono le storie. Per foresta incantata
intendiamo il mondo da cui proveniamo noi, di cui anche Arendelle, la
terra dei giganti e Camelot ne fanno parte. La
foresta incantata, la terra senza magia e Neverland
ad esempio sono tre mondi separati e per accedervi si ha bisogno di un portare.
Non ci si può giungere con giorni di cammina” disse Belle.
“Secondo questa teoria allora, abbiamo già tre
scintille da fare!” disse David.
“Quattro con Oz!”
disse Regina.
“Io credo che ci manchi una sola terra.!” disse
Belle.
“Credi? Dobbiamo esserne sicuri!” disse Killian.
Belle si avvicinò alla scrivania di Regina,
prese un pezzo di carta e disegnò una stella a cinque punte “Guardate! Sul
libro c’è questa illustrazione. Una stella. Putroppo
questa parte è in una lingua sconosciuta che sto cercando di tradurre, ma dal
contesto credo proprio di aver capito cosa dica. Le cinque punte indicano i
cinque mondi esistenti e il centro della stella è l’aldilà, un mondo o realtà a
cui tutti siamo collegati. Quando si muore, indipendentemente se siamo reale o
personaggi di fantasia, tutti finiamo lì. Quindi in poche parole, i mondi
principali sono cinque.
Non ci resta che scoprire quale sia il quinto.
“il mondo delle storie non raccontare. Vi si
accede attraverso un portale!” disse Snow.
“Potrebbe essere!” disse Belle.
“No, non credo!” disse Emma “Se ho capito una
cosa, è il fatto che il mondo delle fiabe è diventato reale grazie alla
credenza del mondo senza magia, se hanno qualcosa in comunque queste terre è il
fatto che la gente di qui ci crede o comunque ne conosce l’esistenza anche se
attraverso una storia. Il mondo delle storie non raccontate non corrisponde a
questa descrizione, essendo storie mai raccontate, le persone di questo mondo
ne ignorano l’esistenza. Tutto parte da questo mondo, mentre la terra delle
storie non raccontate nasce grazie alle persona del nostro mondo che volevano fuggire dalle loro
storie. Per fare una analogia, se fossimo tutti delle componenti del desktop di
un computer, il mondo delle storie raccontate sarebbe il cestino dei mondi…chiamiamoli
di fantasia, perché chi ci si rifugia elimina la propria esistenza!”
“Sono d’accordo con la salvatrice su questo
punto, ma rimane il problema che ci rimane sempre una terra da individuare!”
disse Gold
Belle si alzò in piedi e determinata disse
“Provvederò a tradurre il pezzo mancante del libro. Appena so qualcosa vi
informo!” disse la donna uscendo dalla stanza per mettersi al lavoro.
Snow e David guardavano Emma con il sorriso sulle
labbra. La donna se ne accorse e stranita domandò loro.
“Perché mi guardate così?”
“Parlando della foresta incantata hai detto, la
nostra terra!” disse Snow.
“è la prima volta che ti consideri un
personaggio effettivo delle fiabe!” disse David.
Emma li guardò perplessi “Bhe…si…cioè,
non ciò fatto caso in realtà!” alzò le spalle “Ci sono dentro fino al collo, ci
ho fatto l’abitudine ormai!” disse sorridendo.
“Ehm, scusate, possiamo continuare la nostra
riunione?” chiese Regina.
Snow la guardò confusa e chiese “Finchè non sappiamo qualcosa da Belle, non possiamo
procedere oltre, di cosa dobbiamo parlare?”
Emma affiancò Regina e annuì per darle coraggio
“Mi prenderete per una pazza, ma…voglio diventare la salvatrice!”