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Autore: A_Typing_Heart    28/07/2018    1 recensioni
* in corso di revisione * L'Uomo in Blu è una leggenda moderna, un uomo misterioso che appare in un paesino del Sorrentino per rendere omaggio a una lapide senza nome né fotografia. Circolano infinite voci su di lui, sulla sua origine, e sul perché visiti una tomba avvolta dai segreti. Ma nessuno sa la verità, e le motivazioni dell'Uomo in Blu sono radicate al tempo in cui il futuro boss Sawada Tsunayoshi fu ferito in un attentato. Un momento che cambiò la vita del giovane e di chi gli stava accanto per sempre.
Genere: Drammatico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Enma Kozato, Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Enma scrutò trucemente dalla finestra del secondo piano scostando appena la tenda. Là sotto, nel cortile, vedeva Mukuro risalire il vialetto bianco che serpeggiava attraverso il prato rigoglioso della villa sorrentina. Lo vide fermarsi un momento, sempre tenendo la mano di Giulia Verdesca, mentre lei si chinava a raccogliere alcuni fiori gialli da un vaso. Istintivamente incrociò le braccia al petto mentre i suoi occhi ritoccati meccanicamente si settavano per vedere più nitidamente la scena nonostante l'intensità della luce solare. 
A Tsunayoshi faceva piacere questa nuova storia di Mukuro. Forse avrebbe dovuto fare piacere anche a lui, dato che lo teneva spesso fuori dalla villa e lo rendeva straordinariamente poco incline a prendersela con il suo capro espiatorio preferito, ma qualcosa nella sua radiosa felicità lo infastidiva. Aveva decine di motivi di rallegrarsi di quella storia d'amore, ma ne aveva uno per non esserne entusiasta e gli bastava. Aveva sofferto troppo poco. Enma sentiva di essere stato trattato barbaramente da Mukuro, non gli erano mai state porte delle scuse e semplicemente Mukuro aveva patito troppo poco per questo. Lui poi non aveva avuto alcuna soddisfazione personale, non era mai riuscito nemmeno a rispondergli male. Era fermamente convinto che il guardiano della nebbia non meritasse una donna che lo facesse sentire come Tsunayoshi faceva sentire lui. Non meritava nemmeno che tutti ne fossero felici, che tutti fossero d'accordo sulla loro relazione, persino il padre di lei non aveva problemi a concedere la sua adorata figlia a un uomo che fino a quel momento ne aveva solo collezionate e dimenticate, come vecchie cartoline.
Il malumore di Enma persisteva ormai da qualche giorno, da quando aveva visto con quanta simpatia tutti guardassero Mukuro e Giulia seduti vicini, o parlarsi, o fare qualsiasi genere di cosa. Gokudera, che era un guardiano parecchio intransigente, non li aveva redarguiti nemmeno quando li aveva trovati a scambiarsi baci appassionati dietro una tenda del corridoio. Yamamoto si stampava un sorriso in faccia ogni volta che li vedeva. Persino Hibari sembrava lanciare a Mukuro delle lunghe occhiate intense, che sfociavano in un vago sorriso quando lui se ne accorgeva. In ultimo, la sorella Anna era felicissima di pensare che Mukuro potesse fare parte della loro famiglia e Don Verdesca in persona non aveva perso un'occasione per dichiarare quanto si sentisse sereno riguardo la relazione della figlia.
Enma passava ore, sottraendosi alla compagnia di tutti, a tenere d'occhio i due piccioncini e a ribollire segretamente di irritazione. Purtroppo scoprì che la sua avversione non era stata celata bene come sperava.
-Per quanto pensi di tirare avanti così, Enma?-
Enma sussultò violentemente come se gli avessero urlato nell'orecchio. Col cuore in gola trovò Tsunayoshi seduto sul divanetto del salottino, tutto preso a sfogliare un libro che ipotizzò essere uno dei suoi manuali di cucina.
-Così come?-
-È la presenza dei Verdesca in casa che ti mette tanta rabbia o è qualcos'altro?-
Il boss alzò gli occhi castani su di lui ed Enma ebbe la sgradevolissima sensazione di essere radiografato. Gli sembrava che Tsunayoshi già sapesse il motivo del suo fastidio e per non dargliene conferma si voltò verso il giardino. Purtroppo vide la coppietta seduta sul muretto e se possibile ciò lo irritò anche di più. Ma non sarebbero dovuti partire per un qualche lago per il week end? Perchè se ne stavano seduti lì, a tubare impunemente proprio davanti ai suoi occhi? Succube della più densa paranoia si domandò se Mukuro non sapesse che li osservava e lo stesse facendo di proposito.
-Enma... guardami.-
Riluttante gli obbedì, perchè sapeva che glielo avrebbe ripetuto più volte fino a obbligarlo se avesse provato a resistere. Vide che aveva distolto gli occhi dal suo libro, ma non lo aveva chiuso. Era un buon segno, voleva dire che non si era ancora arrabbiato.
 -Perchè ti dà tanto fastidio vederli insieme? Sai da un po' che Mukuro si vede con una ragazza... perchè ti infastidisce solo ora?-
-Non mi danno fastidio.- mentì Enma, troppo precipitosamente per essere credibile.
-Non sono così tanto stupido... sul serio, non riesco a capire... certo non ti manca il tempo passato con lui, non siete amici...-
-Ovviamente no.-
-E allora cosa? Trovi Giulia troppo bella per lui? Vuoi fare cambio?-
Enma si accigliò nonostante avesse notato il sorriso e il tono scherzoso.
-Giulia è molto bella, e gentile, e simpatica. Sì, penso sia troppo per uno come lui.- commentò lui lentamente, soppesando le parole con cura. -Ma non voglio fare cambio... tu sei mio ormai.-
Tsunayoshi, che non si era mai sentito rivolgere parole così possessive da sembrare riferite a un oggetto, aggrottò leggermente le sopracciglia in un'espressione confusa. Enma voltò le spalle al vetro mentre un cameriere passava accanto alla coppia con le loro valigie e i due si alzavano per seguirlo alla macchina. Ancora infastidito dal fatto che entrambi ridessero spensierati, non sciolse le braccia che restarono strette al petto.
-Non credo di aver capito.- rispose piano Tsunayoshi, cauto.
-Ho detto che tu sei mio ormai.- ripetè l'altro. -Non ti scambierò nè condividerò con nessuno.-
-Sebbene apprezzi il sentimento con cui lo dici, non mi piacciono le parole che hai scelto.-
-Per quale motivo non ti piacciono?-
Enma abbandonò definitivamente la finestra, che ormai non gli offriva più un buon punto di osservazione, e con passi misurati si avvicinò al divano. Tsunayoshi sembrava vagamente irritato, se ne accorgeva dalle leggerissime rughe tra naso e sopracciglia.
-Non mi piace che mi si parli come fossi un oggetto la cui proprietà è decisa con un contratto o qualcosa del genere. Avrò parti finte del mio corpo, ma sono ancora una persona con i suoi diritti inalienabili.-
Enma sarebbe stato d'accordo... era d'accordo, naturalmente, ma i suoi squilibri emotivi degli ultimi giorni lo spingevano a comportamenti insoliti. Si erano susseguiti momenti di gelosia, poi sollievo, stress da studio intenso e fatica da allenamento, shock per la scoperta inattesa dell'origine della bomba ibisco, paura, poi ancora il sollievo, poi il dubbio, la gioia e la tristezza mescolate per ciò che aveva scoperto della sua famiglia... e poi Verde, e Mukuro che sembrava seguire un ciclo diametralmente opposto al suo, salendo al settimo cielo mentre lui sprofondava...
-Sai, a proposito delle tue parti finte.-
Enma afferrò saldamente il polso di Tsunayoshi, facendo chiudere la copertina del libro che stringeva. Si accorse di essersi sbagliato, non era un libro di cucina, ma un volume rilegato in pelle e dalle pagine consunte. Non sapeva leggerne il titolo, che era in una lingua a lui sconosciuta, ma al momento non gli importava niente di quel volume.
-Mi sono sempre chiesto perchè le tue braccia non abbiano praticamente nessuna arma...-
-Enma... che cosa stai facendo?-
-Hai le braccia completamente ricostruite, ma ti sei fatto togliere persino il cannone 2744... potresti innalzare il tuo arsenale bellico di diversi punti e invece non lo fai.-
-Questo... ho scelto così... non ho bisogno di una mitragliatrice nella mano, le mie mani erano già un'arma efficace prima di perderle... preferisco combattere con armi che so come funzionano.-
-Francamente nelle tue condizioni attuali basta molto poco a renderti inoffensivo, sai?-
Il ragazzo dai capelli rossi gli sfilò l'anello del cielo dei Vongola dal dito prima che Tsunayoshi potesse elaborare quello che gli stava succedendo e se lo mise al dito della mano sinistra. Il suo boss sembrava troppo stupito per decidere cosa fare o cosa dire e si limitò a fissarlo come se nessuno avesse mai osato essere tanto irriverente nei suoi confronti. Il che era probabilmente vero, ma Enma non aveva nemmeno cominciato a ribellarsi. Gli afferrò il libro e lo lanciò alla cieca alle sue spalle, dove atterrò sul tappeto, come dedusse dal rumore attutito.
-Ma cosa... non trattarlo in quel modo, è un libro antico, molto prezioso! E soprattutto è un regalo!-
-Non mi interessa un accidente di un vecchio libro muffito.-
-Enma, adesso dacci un taglio.- fece Tsunayoshi serio e molto impegnato a trattenersi. -Volevo parlare di cosa ti turbasse in questi giorni, ma se non vuoi parlarne basta dirlo chiaramente. Questo comportamento è molto infantile. Ridammi l'anello.-
Enma sorrise istintivamente, perchè trovava molto divertente l'irritazione malcontenuta del suo boss. Non era spaventato, nè preoccupato: se Tsunayoshi avesse davvero pensato di dover reagire con violenza non avrebbe esitato. Lo spinse all'altezza delle spalle in modo da lasciarlo sdraiato sul divano e tirò con forza la sua camicia, i cui bottoni schizzarono tutti via come lapilli.
-Enma! Che cosa diavolo stai combinando?!-
-Non mi piace quando ti vesti di blu, con il rosso stai molto meglio.-
-Ma sei ubriaco o cosa?-
-Vestiti di rosso d'ora in poi.-
Tsunayoshi stava cominciando ad arrabbiarsi, lo notava dal modo in cui le sue labbra si stringevano e diventavano sottili. Inoltre il suo sguardo si fece più duro, al punto che il suo caldo colore castano degli occhi non era più confortante e gentile. Evidentemente stava iniziando a capire che Enma non stava scherzando e non era nemmeno alterato da sostanze insolite.
-Non tollero che mi si diano degli ordini.-
-Ah, questo è interessante, Tsunayoshi. Sai che cosa non tollero io?-
Il boss non rispose, ma gli ricambiò lo sguardo con attenzione.
-Non tollero i tuoi modi di fare ultimamente.- ribattè Enma, sedendoglisi a cavalcioni sull'addome. -Perchè cerchi di farmi passare del tempo con la tua amica Kyoko?-
Tsunayoshi perse la sua intensità e sbattè gli occhi più volte, perplesso.
-Cosa?-
-L'altra volta mi hai incastrato con lei e i suoi fiori... e anche a preparare il tè con lei... e anche quando stavo studiando letteratura, spingi me ad aiutarla o lei a fare qualcosa con me e poi tu scompari e mi lasci da solo.-
Ecco un altro tarlo che lo aveva afflitto in quei giorni: la fastidiosa tendenza di Tsunayoshi a intrappolarlo a fare commissioni o faccende di vario tipo con Kyoko Sasagawa. Non solo, in verità lo aveva fatto anche quando gli aveva chiesto di accompagnare Lambo a ritirare una cosa per lui in città, o quando lo aveva fatto allenare con Sasagawa, o quando aveva lasciato che parlasse da solo, alla festa di Kyoko, con Hibari Kyoya per ore.
-Questo... ho pensato che fosse la cosa migliore per te...- rispose titubante Tsunayoshi. -Volevo che tu avessi i tuoi rapporti personali con gli altri... farmi da parte e lasciarti da solo con loro ti permette di creare dei ricordi con altri amici, relazioni che non passano attraverso me...-
-E per questo inviti così spesso Giulia Verdesca? Anche fuori dalla villa?-
-Questo non ha nulla a che vedere con te.-
Non poteva non partire un campanello d'allarme a quella risposta così evasiva.
-E allora chi riguarda? Mukuro?-
-Riguarda me e Mukuro.- ribattè Tsunayoshi. -È la sua ragazza, e io conosco Mukuro da tanto tempo... siamo legati, anche se lui lo negherebbe, e se lei diventa parte della sua famiglia allora diventa anche parte della mia. La invito perchè voglio conoscerla meglio.-
Tsunayoshi sembrava molto meno propenso a rispondere ad altre domande e aveva messo su una faccia che Enma conosceva: quella di quando era troppo infastidito per proseguire una conversazione, la stessa che esibiva ogni volta che qualcuno sconfinava in zone che riteneva non gli competessero.
-Ci sono altre domande stupide che vuoi farmi? Perchè se hai finito ti chiedo di toglierti di dosso, recuperare il mio libro e anche tutti i miei bottoni.-
-In realtà ho una domanda ancora.- disse Enma, serio, ora che era arrivato alla questione più essenziale. -Perchè continui a punzecchiarmi sul mio albero genealogico?-
Occorsero alcuni istanti prima che Tsunayoshi cogliesse il senso di quella domanda. Aveva già dimenticato come gli aveva detto che lui avrebbe ancora potuto aggiungere dei nomi a quei rami ormai troncati? Perchè Enma non era riuscito a dimenticarlo per giorni...
-Ma... ma quella era una battuta... solo ironia, Enma.-
-Non è piuttosto che stai cercando di spingermi verso qualcun altro?- domandò Enma, chinandosi un po' per guardarlo dritto negli occhi. -Non vuoi staccarti da me, per dare la caccia a qualcun altro?-
-Ma sei impazzito?-
-Come dici tu, Giulia è una fantastica ragazza. Mukuro forse ti sta ingelosendo uscendo con lei.-
-Io sono felice che stia con lei!- sbottò lui in tono fin troppo veemente. -Lei lo fa stare in pace con se stesso, cosa che io non sono mai stato capace di fare, che nessuno di noi è riuscito mai a fare! Io sono felice per lui, non geloso! Tutti siamo felici per lui!-
Enma credette praticamente all'istante a quello che gli era stato detto, ma non dubitava nemmeno delle proprie sensazioni. Qualcosa sotto doveva esserci. Forse aveva sbagliato cosa.
-Forse è un altro uomo, allora... qualcun altro dei tuoi guardiani?-
-Che cosa... che diavolo dici? Ti faccio notare che Sasagawa, Gokudera e Hibari sono fidanzati ufficialmente, e c'eri anche tu quando Yamamoto ha chiarito le sue tendenze dicendoci che era stato con la donna di Xanxus!- 
-Beh, anche tu eri sposato con una donna, prima.- osservò lui. -Mh... non so, forse... Lambo?-
Non che Enma ci credesse davvero, ma il suo sospetto principale era stato Mukuro. Avendolo perso procedeva a tentativi, non importava quanto strampalati e assurdi fossero. Qualsiasi cosa pur di trovare un indizio che alimentasse la sua paranoia e lo portasse a capire quale fosse la minaccia. Lo sguardo di Tsunayoshi invece fu di terrore e si portò la mano alla bocca prima di distogliere lo sguardo.
-Come puoi pensarlo... Lambo è un ragazzino... non potrei mai pensare a lui in quel modo! Per che tipo di uomo mi hai preso?-
-E allora una donna... tu non hai avuto figli dal tuo matrimonio, non è vero?-
-Questo cosa c'entra adesso? Cosa c'entra con noi?!-
-Stai cercando di allontanarmi per trovarti una donna e avere degli eredi?-
-Non sto cercando nessuna donna! Dio santo, ma ti senti? Che cosa stai dicendo?- rispose il boss, indignato. -Non mi importa degli eredi, se non sono riuscito ad averne dal mio primo matrimonio quando ancora non ero sicuro di quale sesso mi attraesse dubito molto che ci riuscirei adesso!-
-Chi sarà boss dei Vongola dopo di te se no?-
-Questa non è cosa di cui ti debba preoccupare tu, e tantomeno ora!- protestò Tsunayoshi. -Ma che cosa ti è preso, adesso? Da dove ti vengono tutte queste congetture?-
-Non puoi liberarti di me e scaricarmi quando non servo più.-
Enma gli strinse le spalle con forza senza accorgersene finchè Tsunayoshi non si lasciò sfuggire un gemito e una smorfia. Lo lasciò andare subito, ma vedeva già i segni lasciati dalle dita sulla sua pelle chiara.
-Io... non voglio che mi usino ancora... non voglio un altro Verde...-
Tsunayoshi non replicò e lo guardò con qualcosa che Enma non aveva mai visto nei suoi occhi quando lo guardava. La identificò come una profonda, infinita e snervante pietà. Non gli piaceva essere compatito. Capito? Certamente. Accettato? Sicuro. Ma non compatito.
-Enma... non c'è bisogno di tutti questi sospetti... e nemmeno di queste maniere violente... se c'è qualcosa di cui vuoi parlare io sono sempre pronto ad ascoltarti...-
Tsunayoshi allungò le braccia e lo strinse a sè con forza e dolcezza. Enma tentò di resistergli per qualche attimo, ma poi si abbandonò. Gli bastarono pochi secondi per provare vergogna indicibile per i suoi sospetti e per lo stupido, arrogante e violento modo in cui li aveva esternati. L'occhio che non era a contatto con la spalla di Tsunayoshi si posò a terra su uno dei bottoni della camicia. Provò un tale imbarazzo che arrossì.
-Non ti manderò allo sbaraglio... non ti getterò via come ha fatto Verde con te... ma Enma, volevo farti capire che se mai tu ti innamorassi di qualcun altro... di qualcun'altra, come è successo a Mukuro...-
-Io non sono Mukuro.- l'interruppe con un flebile tono infantile.
-Quello che è successo a lui può succedere a chiunque... in qualsiasi momento, anche a te... e se quel giorno arrivasse, Enma, io voglio che tu sia felice. Voglio che tu viva con meno rimpianti possibili da ora in avanti, perchè la vita te ne ha già inflitti tanti.-
Enma restò immobile e si sentì accarezzare i capelli. Era stranamente spaccato tra una rabbia sorda e una dolce assuefazione. Non riusciva ad arrabbiarsi del tutto, ma nemmeno a calmarsi. Era una bizzarra e sgradevole sensazione, perchè la frustrazione gli impediva di cullarsi in quell'abbraccio, e al tempo stesso la vergogna profonda limitava le sue reazioni rabbiose.
-Volevo solo dirti che ti lascerei andare qualora tu lo volessi... ma non voglio cacciarti...-
-In questi giorni mi hai ignorato, lasciandomi da solo. Mi hai lasciato sempre da solo.-
-Mi sono accorto che eri arrabbiato e nervoso, se è quello che volevi sapere.- rispose calmo il boss. -Ti ho lasciato solo perchè hai ventidue anni e devi imparare a elaborare quello che provi in un tuo modo... non posso dirti io come reagire, e mi aspettavo che una volta che fossi riuscito ad avere una tua visione di tutto ciò che è accaduto prendessi la tua decisione.-
-La mia... su che cosa?-
-Su Verde.-
Il nome, pronunciato da Tsunayoshi, ebbe l'effetto di una scarica elettrica su Enma. All'improvviso non fu più indeciso e provava una rabbia bruciante per l'uomo che aveva sempre creduto essere una fonte di protezione, di verità e di potere. Il più vile e ripugnante uomo della terra. Al confronto delle sue menzogne e delle sue manipolazioni, il suo odio per Mukuro quasi svaniva. Almeno Mukuro, per quanto gli suscitasse rabbia per gli insulti mai ritrattati, era un uomo che avrebbe potuto anche ammirare per le sue incredibili capacità e per la lealtà che riusciva a ottenere dagli altri nonostante quel suo tremendo carattere. Verde invece... il meglio che potesse dire di lui era che un uomo così geniale aveva visto il potenziale dei progetti della sua famiglia... ma non poteva certo ringraziarlo per essersene accorto, dato che ciò gli aveva dato la bella idea di sterminare tutti i suoi parenti.
-Io... aspettavo che decidessi e mi dicessi cosa vuoi fare con Verde...-
-Lo voglio uccidere.-
Tsunayoshi, al contrario di quanto si aspettava Enma, non fu sorpreso di quella risposta. Bensì pareva preoccupato e lo guardò con l'aria di qualcuno che chiede scusa.
-Io farò tutto quello che posso per aiutarti in questo... ma... Verde è un Arcobaleno, e si nasconde meglio di chiunque altro... potrebbe volerci molto tempo per trovarlo...-
-Il mio corpo non invecchia come quello degli altri. Ho molti anni per aspettare il momento per vendicarmi, e non passerò un solo giorno senza ricordarmi di mia sorella.-
Tsunayoshi annuì con l'aria sconfitta di chi vede confermate le sue peggiori ipotesi. Forse aveva creduto che trovare una casa, dei compagni e l'amore lo distogliesse dalla vendetta, che potesse dimenticare tutto il dolore e andare semplicemente avanti. Questo lo aveva creduto anche lui, ma prima, quando credeva che l'assassino della sua famiglia fosse un fantasma senza nome, che avrebbe potuto essere già morto. Ma Verde era vivo, era ancora in attività nelle sue losche tresche, a fare esperimenti su Emilia Conversi e chissà quanti altri. Aveva fatto sterminare tutti i portatori del suo stesso sangue e per quanto lo riguardava poco importava chi avesse torturato Mami, la mente di quel massacro era la sua. Da lui sarebbe partito e poi, se non fosse stato soddisfatto, avrebbe chiesto ai Verdesca un dono tangibile della loro buonafede a seppellire il passato: il nome del sicario in persona.
Era stanco ormai. Stanco di sentirsi trattato come una cavia, di ricevere solo angherie e bugie dagli altri, di essere considerato un debole che si lasciava trattare male da chiunque. La sua rabbia scaturiva dal suo recente, neonato orgoglio. Non avrebbe permesso a qualcuno di passarla liscia per tutto ciò che gli era stato tolto e, al suo ritorno dal lago, avrebbe anche preteso delle scuse da Mukuro, a costo di fargliele sputare con la forza.
   
 
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