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Autore: Il corsaro nero    29/07/2018    1 recensioni
Storia scritta a quattro mani con CTE.
Questa è una storia che parla di due ragazzi del pianeta Plant: Vegeta e Bardack.
Il primo è un principe che vive nel Palazzo Reale della capitale Tsufuru, il secondo è un vagabondo che abita nella discarica della capitale.
Quando i due si incontreranno inizierà per loro una grande avventura e un lungo viaggio, dove supereranno ostacoli, combatteranno nemici, incontreranno amici e che li porterà a diventare i due più grandi Saiyan del loro pianeta.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bardack, Gine, Nuovo personaggio, Re Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21

Lo scontro cominciò.
Vegeta e Bardack si lanciarono in avanti. Cozzarono contro i soldati Tsufuru e riuscirono a sfondare quella muraglia umana entrandovi dentro.
I due ragazzi erano due furie: attaccavano chiunque gli capitasse a tiro con pugni, calci, gomitate, ginocchiate, codate, paravano i colpi e schivavano le salve di armi da fuoco.
Bardack mentre combatteva sorrideva, contento di poter menare le mani e di riavere la sua rivincita dopo lo smacco di poco prima. Vegeta invece combatteva in silenzio.
“Come suo solito.” pensò Bardack.
In realtà tutta l'attenzione del ragazzino era presa da una sola cosa, o per meglio dire una persona: il Re.
Voleva raggiungerlo, voleva raggiungerlo e fargliela pagare.
Ad un tratto Vegeta si accorse di un soldato che gli stava per sparare e si fermò di colpo.
Un'attimo prima che il soldato premesse il grilletto, Echalotte gli atterrò sopra colpendolo con un calcio.
Vegeta la guardò stupito.
La Saiyan rispose allo sguardo con un ghigno per poi mettersi a combattere.
“AHIA!” sentì gridare.
Si voltò e vide Bardack colpito con il calcio di un fucile.
Alzò la mano pronto a lanciare una sfera energetica contro il soldato ma non fu necessario.
Ninjin comparve davanti allo Tsufuru, lo colpì lanciandolo via, poi afferrò Bardack e lo rimise in piedi con una mano e disse:
“Sta più attento moccioso. Farti battere da uno Tsufuru.”.
Il ragazzino fece un verso irritato, poi si rimise a combattere insieme a Ninjin.
Si voltò per vedere indietro: sua sorella era con Gine, e Tsuri stava tenendo a bada dei soldati tenendoli lontani da sua sorella, dando prova di aver imparato molto da Ninjin negli allenamenti.
Vegeta ripartì all'attacco.
Ora che tutti i suoi compagni stavano combattendo poteva concentrarsi sul suo obbiettivo.
Stendeva tutti gli Tsufuru che gli capitavano davanti ed avanzava.
Si avvicinava sempre di più, e nessuno lo avrebbe fermato.
Doveva fargliela pagare, per tutto ciò che aveva fatto a sua madre, per aver assassinato suo padre, per l'inferno che lui e Frui avevano dovuto passare.
Lanciò via uno Tsufuru e guardò davanti a se: davanti a lui, a meno di tre metri c'era il Re, in piedi che lo stava guardando con uno sguardo inferocito.
Vegeta sorrise, ora avrebbe restituito a quel maledetto tutto e con gli interessi, ed avrebbe chiuso definitivamente il conto con lui.
Gli corse incontro alzando un pugno in aria.
Era pronto a colpire.
Il Re non si scompose, puntò contro Vegeta la sua pistola e premette il grilletto.
Il colpo d'energia sparato dalla pistola, divise in due parti l'aria.
Vegeta con un balzò riuscì ad evitarlo e si girò per vedere dove conduceva la traiettoria.
Non appena vide la destinazione, sbiancò.
Quell'attacco... stava andando dritto contro Frui.
La bambina osservava, immobile, la sfera che si avvicinava sempre di più, non riuscendo nemmeno a gridare.
Aveva la gamba ferita e, pertanto, non riusciva a usare la sua super velocità...
Tsuri cominciò a correre verso di lei ma la bambina sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta perché era troppo lontano.
Ad un tratto, qualcosa oscurò la visuale della bambina, beccandosi in pieno il colpo.
Non ci volle molto perché la bambina riconoscesse il fratello maggiore...
Vegeta era davanti a lei, tutto tremante, con gran parte dei vestiti a brandelli e con con in faccia un'espressione di dolore e sforzo.
Tutti rimasero sorpresi e muti davanti a quella scena.
Fu Frui la prima a interrompere quel silenzio di tomba: “F... fratellone...” “Scap... pa... Frui...” fu tutto ciò che riuscì a dire il fratello prima di cadere sulla neve bianca e fredda che si colorò di cremisi col sangue del principe degli tsufuru.
“Fratellone!” urlò la bambina guardandolo cadere e, mentre le lacrime cominciarono a uscirle dagli occhi, si avvicinò al corpo di Vegeta e, piangendo, domandò: “Fratellone, perché mi hai salvata?!”
Il ragazzino, con molta fatica, si voltò verso la sorella e disse: “T-ti ho detto... di scappare... s-sbrigati.” “N-non morire... v-vedrai che ce la faremo! Ce l'abbiamo sempre fatta! T-ti prego, non morire!” lo pregò, disperata, la piccola Frui.
Vegeta tentò di rialzarsi appoggiandosi sui gomiti ma cadde di nuovo per terra.
“Fratellone!” urlò, disperata, la bambina e Vegeta si rialzò sui gomiti, sussurrando mentre le sorrideva: “Frui... io... ho promesso alla mamma... che qualunque cosa fosse accaduta... sempre. Perché... tu sei la mia sorellina.”
Frui sentì le lacrime calde uscirle dagli occhi e rigarle il viso.
Per il suo fratellone... per il suo Vegeta... era la cosa più importante del mondo... per una come lei, una patetica mezzosangue, si era addirittura sacrificata...
“Fratellone...” sussurrò la bambina e fu proprio in quel momento, che Vegeta perse quelle poche forze che gli erano rimaste e cadde per terra.
“Fratellone!” urlò Frui, cominciando a strattonarlo con tutta la forza che aveva in corpo, inutilmente.
Vegeta non apriva gli occhi.
Nessuno osava dire una sola parola.
Nel frattempo, il re stava tremando per la rabbia.
Era successo di nuovo!
Un saiyan aveva sacrificato la propria vita per un suo simile!
Non era possibile!
Quelle dannate scimmie un po' troppo cresciute erano crudeli, spietati e senza alcun legame con i propri simili, persino con i propri familiari!
Com'era possibile che, per ben due volte nel corso della sua vita, aveva visto ben due saiyan sacrificarsi per il proprio fratello.
Prima quel patetico saiyan di Cabba che era morto per salvare suo fratello maggiore e adesso suo nipote Vegeta salvava la vita a sua sorella minore.
Non era possibile, era solo un'illusione!
I saiyan erano creature fredde e assassine!
Molti tsufuru erano morti per causa loro, sua moglie era morta per causa loro... era assolutamente impossibile che esse avevano un cuore come gli tsufuru!
Non avrebbe mai accettato una cosa del genere!
Li avrebbe uccisi tutti pur di dimostrare che i saiyan erano davvero dei mostri!
Così, cominciò a ricaricare la pistola.
Mentre lo tsufuru faceva quei pensieri, Frui si alzò e, con le lacrime agli occhi, urlò, con tutta la voce che aveva: “FRATELLONE!!!!”
Mentre urlava disperata, attorno al piccolo corpo di Frui si sviluppò una fiamma bianca che l'avvolse completamente.
La neve attorno alla bambina si sciolse completamente.
I presenti fissarono, scioccati, quello strano spettacolo.
Echalotte si voltò verso Tsuri e domandò: “Hey, ma cosa le piglia?” “Principessa, vi prego, calmatevi!” tentò di farla ragionare Tsuri ma fu tutto inutile.
Sempre continuando a urlare, Frui venne avvolta da quella fiamma bianca.
Nonostante non vedessero la piccola, tutti, sia saiyan che tsufuru, avvertirono un tremendo pericolo.
“Ha davvero un potere straordinario...” commentò Bardack, incuriosito dalla potenza nascosta di Frui mentre Ninjin, commentò: “Credo che la bestia dentro Frui sia stata risvegliata...”,
Improvvisamente, la piccola smise di urlare.
Tutti i presenti la guardarono, la fiamma bianca continuava ad avvolgerla, i capelli le si erano rizzati in testa e si muovevano da soli come mossi da una forza invisibile, e agli occhi erano sparite le pupille diventando completamente bianchi, quasi luminosi.
Ci furono diversi momenti di silenzio, nessuno, ne i ragazzi ne i soldati, aveva il coraggio di parlare.
Frui rimase ferma immobile in silenzio, quasi sembrava una statua.
“Fa paura” mormorò Gine alla sorella.
E per una volta, Echalotte non ribatté alla frase della sorella.
“Che cosa state aspettando?” gridò il Re ai soldati “è li ferma immobile. SPARATELE!”.
Ma nessuno dei soldati si mosse.
“SPARATELE HO DETTO!” gridò di nuovo il sovrano.
Di nuovo il suo ordine fu inutile.
Allora il Re alzò la sua pistola e la puntò contro la bambina. Se i suoi soldati erano troppo vigliacchi per farlo, avrebbe sparato lui stesso.
Tsuri si accorse dell'intento del sovrano e cercò di mettersi tra lui e Frui per fermarlo.
Ma fu tutto inutile, il Re sparò.
Così come era successo poco prima, il colpo d'energia fendette l'aria avvicinandosi inesorabilmente verso Frui.
Sotto gli occhi attoniti di tutti, la sfera d'energia esplose alzando una piccola nube, ma non appena si dissolse tutti videro che Frui era totalmente incolume, non le si erano neanche bruciati i vestiti.
“Ma cosa!” esclamò il Re.
La bambina alzò lentamente lo sguardo posandolo sul Re Tsufuru.
In un lampo, Frui scomparve dalla vista di tutti, e ricomparve di fronte al Re, l'unica traccia del suo passaggio era una scia di neve sciolta in terra.
“Ma che dia...”.
Ma non riuscì a finire la frase che Frui gli tirò un forte pugno allo stomaco.
Il Re si accasciò tenendosi la pancia con le mani e tossendo per riprendere fiato.
Frui lo afferrò al collo con una mano e lo sollevò da terra.
“Maledetta mocciosa!” gridò un soldato prima di sparare.
Il colpo esplose sulla fiamma bianca che la circondava senza farle nulla.
“Cosa state aspettando!” gridò lo stesso soldato ai suoi compagni “Il Re è in pericolo!”.
A quelle parole anche gli altri soldati si riebbero e cominciarono a bersagliare la bambina.
Diversi colpi esplosero intorno alla piccola.
Lei allora si voltò verso gli Tsufuru che avevano sparato e li guardò a lungo.
Ad un tratto mollò il Re, che una volta caduto a terra cominciò a tossire per riprendere fiato, scomparve dalla vista dei soldati per ricomparire dietro di loro.
Gli Tsufuru non fecero in tempo a girarsi che Frui ne aveva già stesi due e stava colpendo un terzo con un pugno.
Un ufficiale Tsufuru poco lontano, vedendo quello che stava succedendo gridò ai soldati:
“Presto! Dobbiamo abbatterla!”.
E a quelle parole tutti i soldati si prepararono a combattere. Intanto l'ufficiale aveva raggiunto il Re che stava ancora tossendo, lo fece tirare su da tre soldati e disse:
“Portatelo via da qui svelti!”.
“Agli ordini!” risposero i soldati per poi allontanarsi portando il vecchio Tsufuru.
“Prepararsi alla battaglia!” gridò poi l'ufficiale.
Seguì poi un grido dei soldati.
“Dobbiamo andarcene via.” gridò Ninjin ai suoi compagni.
Bardack, Gine ed Echalotte guardarono la Saiyan, mentre Tsuri era in ginocchio di fianco a Vegeta intento a soccorrerlo.
“Ma cosa stai dicendo?” disse Bardack, “Non possiamo andarcene.”, “Qui siamo in pericolo.” rispose Ninjin, “Ma cosa facciamo con Frui?”, “Guarda che è da lei che dobbiamo allontanarci.”.
A quelle parole Tsuri si voltò verso Ninjin.
“Non possiamo lasciarla qui.” disse Bardack.
“Se tu vuoi metterti contro quella furia fai pure.” si intromise Echalotte, Bardack si voltò verso la Saiyan, “Ma io e Gine ce ne andiamo via.”, “Ma come?”, “Mi hai capito benissimo babbeo.”.
Bardack guardò per un momento la Saiyan davanti a se, poi si girò per correre verso la battaglia.
Ninjin lo afferrò bloccandolo dalle spalle.
“Lasciami!” gridò il ragazzo dimenandosi.
Ninjin non disse nulla, afferrò la testa di Bardack con le due mani e la puntò verso Frui.
“Guarda bene” disse Ninjin “In questo momento Frui non è più la mocciosa che conosci, è solo una bestia assetata di distruzione, è talmente fuori di se che non ti riconoscerebbe e ti ucciderebbe con un colpo. È questo che vuoi?.”.
Bardack guardò per qualche momento Frui.
Era implacabile, parava e schivava tutti i colpi con una velocità tale che neanche riusciva a seguire i suoi movimenti, i colpi di fucile non le facevano nulla, compariva davanti ai soldati e li colpiva facendoli stramazzare a terra o volare via, con una potenza che neanche Gide aveva durante gli scontri passati.
Il Saiyan si calmò e Ninjin lo mollò.
“Andiamo.” disse girandosi verso Ninjin.
“Aiutami a portare il Principe.” disse Tsuri.
Bardack si avvicinò e guardò per qualche momento Vegeta, era ancora privo di sensi ma ogni tanto emetteva dei mugolii, poi lo prese per le spalle mentre Tsuri lo sollevò dalle gambe per poi iniziare ad allontanarsi insieme agli altri ragazzi.

Intanto i tre soldati e il Re avevano raggiunto un campo Tsufuru poco lontano, il campo dove si erano stanziate le guardie per catturare i due fuggitivi.
Non appena arrivarono un soldato di sentinella si avvicinò di corsa e , riconoscendo il Re, chiese:
“Sire tutto bene?”, “Certo che sto bene idiota.” rispose il sovrano tenendo una mano allo stomaco ancora dolorante, “Volete che chiami il medico?”.
Il Re rispose gettando un'occhiataccia, poi si girò verso dove era venuto: dal monte che si ergeva non molto lontano arrivavano i rumori della battaglia, gli spari, le grida dei soldati, le esplosioni.
“Mandate altri uomini.” disse il Re senza staccare gli occhi dal monte, “Signore?” chiese uno dei soldati che lo aveva portato via, “Mandate immediatamente altri uomini a combattere.” ordinò il sovrano, “Ma Signore...”, “NON DISCUTERE I MIEI ORDINI!”.
Poi il Re si girò verso i soldati, che non appena saputo che il Re era tornato al campo si erano radunati in formazione, e gridò:
“ANDATE IMMEDIATAMENTE A COMBATTERE TUTTI QUANTI!”.
“Agli ordini!” risposero all'unisono gli Tsufuru per poi partire di corsa.
“Anche a costo di mandare l'intero esercito Tsufuru bisogna fermare quella bestia.” mormorò tra se il sovrano.

Sulla montagna, la lotta stava ancora infuriando.
In un primo momento gli ufficiali erano riusciti a far sistemare i soldati in formazione e a sferrare degli attacchi coordinati con diverse squadre.
Ma poi la situazione cominciò lentamente a degenerare.
Per quanto cercassero di abbatterla, Frui era completamente invulnerabile, nessun colpo sembrava avere effetto su di lei, e la bambina continuava a combattere fluttuando a folle velocità da un soldato all'altro, colpendo chiunque gli si parasse davanti senza alcuna pietà.
Vedendo che i loro attacchi non avevano effetto e la pericolosità della bambina, le formazioni cominciarono a sfaldarsi e i soldati a lanciare attacchi confusi e imprecisi.
“Ritornate nei ranghi!” stava gridando l'ufficiale “Rit...”.
Ma non finì la frase che in un lampo Frui gli comparì davanti e lo sollevò in aria prendendolo per il collo. Poi, sotto gli occhi increduli dei soldati li vicino lo lanciò in aria gettandolo oltre lo strapiombo, e l'ufficiale sparì nel vuoto gridando.
Alcuni Tsufuru spararono a Frui, la bambina si voltò verso di loro, allungò una mano dalla quale partì un raggio che investì la zona con una forte luce bianca. Quando la luce si dissipò, dove era stato lanciato il raggio c'era solo una lunga scia vuota.
Poi la situazione degenerò del tutto.
Le formazioni si sfaldarono del tutto, rendendo ancora più facile a Frui di continuare il massacro.
Alcuni soldati più lontani cominciarono a fuggire.
“Dobbiamo ritirarci.” stava dicendo uno di loro “Non possiamo fare nulla.”.
Mentre fuggivano però, Frui tagliò loro la strada.
Alcuni Tsufuru corsero subito indietro, mentre uno di loro, quello che aveva parlato poco prima, si accasciò sulla neve terrorizzato.
“non è una bambina, è una fantasma.” fece in tempo a dire prima che Frui si gettasse contro di loro.

“Presto!” stava gridando Ninjin.
“Fai presto a parlare tu.” si lamentò Bardack “Tu non stai portando un ferito.”, “Lamentati di meno e sbrigati.” lo rimproverò Ninjin.
“Arrivano dei soldati!” gridò Gine.
Ninjin guardò verso il sentiero, e vide un gruppo di soldati Tsufuru che stavano arrivando di corsa. Erano i soldati che il Re aveva mandato dal campo base.
Non appena li videro, gli Tsufuru puntarono subito le loro armi contro di loro.
“Echalotte” disse Ninjin mettendosi in guardia “Dobbiamo occuparcene noi due.”, “Sarà una passeggiata.” rispose la Saiyan facendo un sorriso divertito.
Le due ragazze si gettarono contro i soldati, evitarono gli spari e cominciarono a colpirli uno per uno.
Anche se i soldati continuavano ad arrivare le due Saiyan avevano comunque la meglio, e mentre combattevano continuavano ad avanzare aprendosi una strada, seguite dagli altri compagni.
Dopo un po' raggiunsero il ponte sospeso, dove fortunatamente non c'erano più soldati.
Echalotte e Ninjin corsero dall'altra parte il più in fretta possibile, poi venne il turno degli altri.
Gine stava camminando sulle assi di legno molto lentamente e tenendosi salda alle corde con le mani. Vista l'emergenza era salita sul ponte senza che Bardack le desse supporto morale, ma comunque lei era lei, e malgrado sua sorella e Ninjin le urlassero di sbrigarsi dall'altra parte, Gine camminava piano.
Appena dietro di lei c'erano Bardack e Tsuri con Vegeta tra le braccia. Lo Tsufuru sembrava distratto, come se qualcosa lo stesse turbando. Ogni tanto gettava un'occhiata al Principe quando lo sentiva gemere o muoversi.
Ad un tratto i tre udirono un'esplosione e si voltarono: poco lontano, da dove si stavano allontanando, si era alzata una grossa nube bianca, e si riuscivano a sentire, anche se molto ovattate, le urla dei soldati.
“E pensare che è solo una piccola.” mormorò tra se Bardack.
“Bardack andiamo.” disse Gine riprendendo a camminare.
Il giovane Saiyan fece per muoversi, ma si accorse che Tsuri era fermo immobile intento a guardare dietro di se.
Lo Tsufuru guardò a lungo la montagna che si ergeva poco lontano. Lentamente abbassò lo sguardo, fino a che non si fermò all'inizio del ponte sospeso.
Proprio tra i due pali che sorreggevano le corde, Tsuri vide la Principessa Strawberry. La Tsufuru era in piedi, ferma immobile con il suo lungo abito blu che si muoveva spinto dal vento, ferma immobile a fissare il ragazzino con gli occhiali.
“Tsuri.” sentì riecheggiare il ragazzino.
“Tsuri.”.
“Tsuri.”.
Lo Tsufuru chiuse gli occhi per un momento, e quando li riaprì la sua Principessa era scomparsa.
“Tsuri” disse una voce.
Il ragazzino si voltò e vide Bardack fissarlo in modo strano.
“Tutto a posto?” chiese il Saiyan.
Tsuri senza dire nulla diede uno sguardo a Vegeta, poi gli lasciò le gambe indietreggiando di un passo o due.
“Ma che fai?” chiese Bardack mentre cercava di afferrare meglio il Principe tra le braccia.
“Scusami Bardack.” rispose lo Tsufuru “Ma il mio posto è accanto a Frui.”.
E finita la frase Tsuri si mise a correre allontanandosi e sparendo presto dalla vista.
“TSURI NO!” gridò Bardack.
“Cos'è successo?” chiese una voce alle sue spalle.
Il Saiyan si voltò e vide dietro di lui Ninjin.
“Tsuri è tornato indietro.” rispose il ragazzino. “Che cosa?” disse Ninjin “Ma cosa vuole fare quello stupido?”, “Prendi Vegeta.”, “Che cosa?”, “Prendi Vegeta ho detto... Vado a riprendere Tsuri.”, “Ma sei matto moccioso? Noi ce ne andiamo via.”, “Andate pure via se volete. Io vado a riprendere Tsuri.”.
E finita la frase Bardack fece per mollare Vegeta alla Saiyan.
“NO!” gridò Ninjin.
Bardack guardò allibito la Saiyan.
Ninjin guardò il Saiyan a sua volta.
Vide che quel moccioso era intenzionato ad andare a recuperare Tsuri, e vista la situazione era un suicidio bello e buono. Però non poteva permetterglielo. Dopotutto lui era il suo fratellino.
Avrebbe potuto tramortirlo con un pugno ben assestato sulla testa, ma se lo avesse fatto sarebbe stato un peso anche lui, e c'era già Vegeta. In più Echalotte avrebbe cominciato a bombardarla di domande su quel gesto fino a che non sarebbe venuta fuori la verità. La verità che voleva rivelare a Bardack al momento giusto.
Non poteva convincerlo a parole, perché era una testa di legno proprio come lei e quando si metteva in testa qualcosa non c'era verso di smuoverlo, considerava già un miracolo averlo convinto a non correre verso Frui poco prima.
C'era solo una cosa che poteva fare per impedirglielo.
“Vado a prenderlo io che sono molto più veloce di te.” disse la Saiyan.
E con un balzo sparì dalla vista di Bardack, che rimase li fermo con Vegeta ancora privo di sensi in braccio.
Tsuri stava correndo verso la montagna.
“Doveva raggiungerla” continuava a dire se stesso.
Anche se era fuori di se, Frui rimaneva la sua Principessa, la figlia della donna che gli aveva salvato la vita.
Raggiunse il campo e si infilò nella mischia.
Corse in mezzo ai soldati. Tutto intorno a lui c'era solo caos, non si vedeva ne sentiva nulla.
Ma lui corse ugualmente, in mezzo agli Tsufuru che combattevano, che tentavano di fuggire e nascondersi, che erano morti o feriti, o che si erano accasciati a terra terrorizzati.
Aveva promesso alla Principessa Strawberry che avrebbe aiutato i suoi figli e che sarebbe stato sempre accanto a loro.
E anche se Frui non lo avrebbe riconosciuto, lui la avrebbe raggiunta per cercare di farla rinsavire e aiutarla.
E anche se Frui lo avrebbe ucciso, lui le sarebbe stato accanto fino alla fine, perché quello era il suo posto.
Cercò di raggiungere Frui, ma non appena si avvicinò, la bambina sparì per ricomparire da un'altra parte del campo di battaglia.
“Frui!” gridò mentre si apriva una strada tra i soldati.
Ma di nuovo Frui sparì quando stava per raggiungerla.
“Frui!” gridò rimettendosi a muovere.
Ad un tratto si sentì afferrare per il braccio, si voltò e vide Ninjin.
“Finalmente ti ho preso!” esclamò la ragazza, “Lasciami andare Ninjin!” disse lo Tsufuru, “Vieni via e non fare storie.”, “Devo stare accanto alla mia Principessa!”, “Invece vieni via piccolo...”.
Ma Ninjin si bloccò all'improvviso e lasciò Tsuri.
Lo Tsufuru guardò Ninjin, vide in lei un'espressione tra lo stupore e la paura, vide che non si muoveva e che guardava insistentemente verso l'alto.
Si guardò intorno e vide che anche i soldati Tsufuru erano tutti fermi immobili a guardare verso l'alto.
Così alzò lo sguardo anche lui.

“Ma che diavolo stiamo aspettando?” esclamò Echalotte avvicinandosi a Bardack e Gine a metà ponte.
“Che ritorni Ninjin con Tsuri.” rispose Bardack, “Che cosa? Ma sei scemo?... Io e Gine ce ne andiamo.”.
“No Echalotte.” rispose Gine, “Cosa?”, “Io rimango insieme a Bardack.”, “Ma che dici?”, “Io sto con Bardack”.
“Che diavolo è quell'affare?” esclamò Bardack.
Le due ragazze si voltarono, e videro nel cielo un piccolo puntino luminoso che si stava alzando lentamente.
“Non lo so.” disse Gine.
Echalotte mise una mano sopra gli occhi e strinse le palpebre per cercare di vedere meglio l'oggetto della loro attenzione, poi fece un'espressione stupita e disse:
“Ma quella è Frui!”.
“Sorellina.” disse Vegeta.
“Ma è sveglio!” esclamò Bardack.
Subito dopo guardò Vegeta, il ragazzo anche se sembrava spaesato e confuso, aveva gli occhi aperti.
“Come stai?” chiese Bardack.
Ma Vegeta non rispose, e Bardack pensò che fosse ancora mezzo addormentato. In realtà tutta l'attenzione di Vegeta era rivolta verso il punto luminoso nel cielo.
“Sorellina... Frui...” mormorò con un filo di voce.

“Frui.” disse con un filo di voce Tsuri.
Il ragazzino arrivò sotto Frui e la guardò sollevarsi lentamente in aria e salire sempre più in alto.
“Frui!” chiamò lo Tsufuru.
La bambina si fermò dalla sua ascesa, rimase ferma per qualche istante.
“Frui!”.
Poi la luce che la pervadeva crebbe di intensità lentamente, fino a diventare quasi accecante.
“FRUI!” gridò Tsuri.
La bambina abbassò per un istante lo sguardo verso lo Tsufuru sotto di lei.

La montagna fu pervasa da una luce bianca accecante che la avvolse dalla cima fino ai piedi, poi la luce si trasformò in una fortissima esplosione, seguita da un rombo assordante e da un forte colpo d'aria che spazzò tutta l'aria circostante.
“Accidenti!” gridò Bardack.
Il ragazzino si stava tenendo con una mano ad una delle funi del ponte, e con l'altra cercava di tenere il corpo di Vegeta, cercando di resistere a quel forte vento che lo aveva investito, cercando di resistere alla neve e alle macerie che stavano cadendo tutte intorno a lui colpendolo.
Ad un tratto un grosso masso lo colpì al braccio e il Saiyan mollò la presa da Vegeta, che sparì cadendo sotto di lui.
“NOOOOOO!” gridò il Saiyan.
“BARDACK AIUTAMI!” gridò Gine.
Bardack fece appena tempo a voltarsi e vedere Gine ed Echalotte venire travolte da un cumulo di neve e macerie e buttarsi verso di loro sparendo anche lui in quel caos.

Non riusciva a capire dove fosse.
Stava sognando forse?
Non riusciva ad aprire gli occhi, e sentiva tutto il suo corpo immerso in una sostanza pesante che gli bloccava il petto, che lo stava soffocando.
Provò a prendere fiato, ma subito la bocca gli si riempì di un qualcosa di freddo e morbido che lo fece soffocare ancora di più.
Provò a muovere le mani, e scoprì che riusciva a smuovere quella sostanza che lo schiacciava.
Allora cominciò a smuovere quella sostanza con le mani cercando di tirarsi fuori.
Più in fretta che poteva, prima di perdere i sensi per la mancanza d'aria.
All'improvviso riuscì ad uscirne fuori. Uscì fuori dalla sostanza che scoprì essere neve.
Vegeta si accasciò sul manto bianco e fece dei respiri profondi.
Non riusciva ancora a capire se fosse sveglio o se stesse sognando.
Dopo aver ripreso fiato si guardò intorno per cercare di capire dove si trovasse ma non riusciva a riconoscere il posto.
Cercò di mettersi in piedi, ma una fitta al ventre glielo impedì.
Si tastò il punto dolorante, e vide la sua mano sporcarsi di sangue.
Quella vista lo fece sussultare.
Ricordò l'attacco e di come avesse fatto scudo a Frui.
“Frui.” disse Vegeta agitato.
Si alzò in piedi e si guardò intorno in cerca della sua sorellina, ma intorno a lui non c'era nessuno, e continuava a non capire dove si trovasse.
“Frui!” gridò ad alta voce.
Ma era possibile? Era cresciuto in quelle montagne, le conosceva come le sue tasche ma non riconosceva quella vallata in cui si trovava.
Vegeta fece un sussulto. Si ricordò di quando aveva ripreso i sensi, dell'esplosione, del caos, della luce bianca nel cielo...
Capì perché non ricordava quel posto. Quella vallata in mezzo alle montagne era il monte dove c'era casa sua, dove aveva vissuto con sua madre e suo padre.
Poi quella luce bianca esplose distruggendo tutto... e tutti... La luce bianca...
FRUI!
Il Saiyan si accasciò sulla neve, respirava affannosamente ed emetteva dei rantoli e dei gemiti strozzati, picchiò i pugni sulla neve e li strinse fino a conficcarsi le unghie nella carne e sanguinare, delle piccole gocce caddero sulla neve lasciando dei piccoli segni sul manto bianco.
Vegeta poi alzò i pugni in aria e gridò con tutto il fiato che aveva:
“NOOOOOOOOO!”.

“Mio Signore.” disse la guardia Tsufuru.
“Parla.” rispose il sovrano.
Il soldato guardò per qualche istante la tenda da campo dove si trovava con il sovrano. Era ancora scosso e stava cercando di calmarsi un momento prima di parlare al suo Re.
“Allora?” chiese il Re seduto su una sedia.
“L'esplosione che ci ha colpiti ha distrutto il campo base, fortunatamente eravamo abbastanza lontani e non ci sono state vittime tra i pochi Tsufuru rimasti nel campo base. Siamo riusciti a rimettere in ordine e a chiamare i soccorsi. Saranno qui a breve.”, “Questo già lo so.” sbottò il Re “Dimmi della montagna.”, “Sono tornato ora da una ricognizione mio Re. La montagna è stata completamente distrutta dall'esplosione. Ora al suo posto si è creata una vallata.”, “Una vallata?”, “Si mio Re. La cosa preoccupante è che ora c'è un passaggio diretto tra le terre Tsufuru e i territori Saiyan. La catena montuosa ha sempre formato un muro naturale che separava le terre, ma ora i Saiyan potrebbero entrare facilmente.”, “Farò mettere i migliori ingegneri al lavoro per risolvere questo problema...”.
Il Re stava per dire qualcosa quando un soldato entrò nella tenda, fece un saluto veloce e poi disse agitato:
“Mio Re... Abbiamo trovato dei sopravvissuti.”, “Che cosa? Qualcuno è sopravvissuto?” chiese il Re, non poteva crederlo.
“Si” rispose lo Tsufuru “Li abbiamo portati ora al campo.”, “Li state soccorrendo?”, “Si mio Re... Ma credo che dobbiate venire a vederli.”.

Nelle terre Saiyan, in un posto dove le montagne erano solo un'alone scuro all'orizzonte, un Saiyan vestito con pelli di animali stava seduto davanti a un fuoco a contemplare della carne che stava arrostendo.
Ad un tratto udì un rumore, si voltò e vide un ragazzino avvicinarsi. Era un ragazzino con uno sguardo freddo come quello dei Saiyan, ma indossava degli abiti strani.
“Che cosa vuoi?” chiese il Saiyan guardando male il ragazzo “Fila via!”.
Il ragazzo si fermò davanti al Saiyan e lo fissò per un momento.
“Ma tu sei uno Tsufuru!” esclamò il Saiyan riconoscendo i vestiti del ragazzo “Vattene via pidocchio!”.
Il ragazzo non rispose, e senza dire nulla si tolse i vestiti e li gettò nel fuoco.
“Non sono uno Tsufuru.” disse poi incamminandosi.
Il Saiyan guardò allibito i vestiti carbonizzarsi al fuoco ed il ragazzino allontanarsi a piedi, nudo come un verme e con la coda che si agitava in aria.

«Non sono uno Tsufuru... Non lo sono... Io sono un Saiyan... Vivrò come un Saiyan in mezzo ai Saiyan... e quando sarà il momento tornerò ad esigere ciò che devo... la farò pagare a tutti gli Tsufuru...».

FINE PRIMA PARTE


Ringraziamo tutti quelli che hanno letto questa storia e speriamo che vi abbia entusiasmato.
In particolare vogliamo ringraziare di cuore Teo5Astor, per aver seguito la storia, per le sue recensioni e per averci sostenuto.
Vi salutiamo.
Il Corsaro Nero e CTE

   
 
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