Capitolo
21
Lo scontro cominciò.
Vegeta e Bardack si lanciarono in
avanti. Cozzarono contro i soldati Tsufuru e riuscirono a sfondare
quella muraglia umana entrandovi dentro.
I due ragazzi erano due
furie: attaccavano chiunque gli capitasse a tiro con pugni, calci,
gomitate, ginocchiate, codate, paravano i colpi e schivavano le salve
di armi da fuoco.
Bardack mentre combatteva sorrideva, contento di
poter menare le mani e di riavere la sua rivincita dopo lo smacco di
poco prima. Vegeta invece combatteva in silenzio.
“Come suo
solito.” pensò Bardack.
In realtà tutta l'attenzione del
ragazzino era presa da una sola cosa, o per meglio dire una persona:
il Re.
Voleva raggiungerlo, voleva raggiungerlo e fargliela
pagare.
Ad un tratto Vegeta si accorse di un soldato che gli stava
per sparare e si fermò di colpo.
Un'attimo prima che il soldato
premesse il grilletto, Echalotte gli atterrò sopra
colpendolo con un
calcio.
Vegeta la guardò stupito.
La Saiyan rispose allo
sguardo con un ghigno per poi mettersi a combattere.
“AHIA!”
sentì gridare.
Si voltò e vide Bardack colpito con il calcio di
un fucile.
Alzò la mano pronto a lanciare una sfera energetica
contro il soldato ma non fu necessario.
Ninjin comparve davanti
allo Tsufuru, lo colpì lanciandolo via, poi
afferrò Bardack e lo
rimise in piedi con una mano e disse:
“Sta più attento
moccioso. Farti battere da uno Tsufuru.”.
Il ragazzino fece un
verso irritato, poi si rimise a combattere insieme a Ninjin.
Si
voltò per vedere indietro: sua sorella era con Gine, e Tsuri
stava
tenendo a bada dei soldati tenendoli lontani da sua sorella, dando
prova di aver imparato molto da Ninjin negli allenamenti.
Vegeta
ripartì all'attacco.
Ora che tutti i suoi compagni stavano
combattendo poteva concentrarsi sul suo obbiettivo.
Stendeva tutti
gli Tsufuru che gli capitavano davanti ed avanzava.
Si avvicinava
sempre di più, e nessuno lo avrebbe fermato.
Doveva fargliela
pagare, per tutto ciò che aveva fatto a sua madre, per aver
assassinato suo padre, per l'inferno che lui e Frui avevano dovuto
passare.
Lanciò via uno Tsufuru e guardò davanti a se:
davanti a
lui, a meno di tre metri c'era il Re, in piedi che lo stava guardando
con uno sguardo inferocito.
Vegeta sorrise, ora avrebbe restituito
a quel maledetto tutto e con gli interessi, ed avrebbe chiuso
definitivamente il conto con lui.
Gli corse incontro alzando un
pugno in aria.
Era pronto a colpire.
Il Re non si scompose,
puntò contro Vegeta la sua pistola e premette il grilletto.
Il
colpo d'energia sparato dalla pistola, divise in due parti
l'aria.
Vegeta con un balzò riuscì ad evitarlo e si
girò per
vedere dove conduceva la traiettoria.
Non appena vide la
destinazione, sbiancò.
Quell'attacco... stava andando dritto
contro Frui.
La bambina osservava, immobile, la sfera che si
avvicinava sempre di più, non riuscendo nemmeno a gridare.
Aveva
la gamba ferita e, pertanto, non riusciva a usare la sua super
velocità...
Tsuri cominciò a correre verso di lei ma la bambina
sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta perché era troppo
lontano.
Ad
un tratto, qualcosa oscurò la visuale della bambina,
beccandosi in
pieno il colpo.
Non ci volle molto perché la bambina riconoscesse
il fratello maggiore...
Vegeta era davanti a lei, tutto tremante,
con gran parte dei vestiti a brandelli e con con in faccia
un'espressione di dolore e sforzo.
Tutti rimasero sorpresi e muti
davanti a quella scena.
Fu Frui la prima a interrompere quel
silenzio di tomba: “F... fratellone...”
“Scap... pa... Frui...”
fu tutto ciò che riuscì a dire il fratello prima
di cadere sulla
neve bianca e fredda che si colorò di cremisi col sangue del
principe degli tsufuru.
“Fratellone!” urlò la bambina
guardandolo cadere e, mentre le lacrime cominciarono a uscirle dagli
occhi, si avvicinò al corpo di Vegeta e, piangendo,
domandò:
“Fratellone, perché mi hai salvata?!”
Il ragazzino, con molta
fatica, si voltò verso la sorella e disse: “T-ti
ho detto... di
scappare... s-sbrigati.” “N-non morire... v-vedrai
che ce la
faremo! Ce l'abbiamo sempre fatta! T-ti prego, non morire!”
lo
pregò, disperata, la piccola Frui.
Vegeta tentò di rialzarsi
appoggiandosi sui gomiti ma cadde di nuovo per terra.
“Fratellone!”
urlò, disperata, la bambina e Vegeta si rialzò
sui gomiti,
sussurrando mentre le sorrideva: “Frui... io... ho promesso
alla
mamma... che qualunque cosa fosse accaduta... sempre.
Perché... tu
sei la mia sorellina.”
Frui sentì le lacrime calde uscirle
dagli occhi e rigarle il viso.
Per il suo fratellone... per il suo
Vegeta... era la cosa più importante del mondo... per una
come lei,
una patetica mezzosangue, si era addirittura
sacrificata...
“Fratellone...” sussurrò la bambina e fu
proprio in quel momento, che Vegeta perse quelle poche forze che gli
erano rimaste e cadde per terra.
“Fratellone!” urlò Frui,
cominciando a strattonarlo con tutta la forza che aveva in corpo,
inutilmente.
Vegeta non apriva gli occhi.
Nessuno osava dire
una sola parola.
Nel frattempo, il re stava tremando per la
rabbia.
Era successo di nuovo!
Un saiyan aveva sacrificato la
propria vita per un suo simile!
Non era possibile!
Quelle
dannate scimmie un po' troppo cresciute erano crudeli, spietati e
senza alcun legame con i propri simili, persino con i propri
familiari!
Com'era possibile che, per ben due volte nel corso
della sua vita, aveva visto ben due saiyan sacrificarsi per il
proprio fratello.
Prima quel patetico saiyan di Cabba che era
morto per salvare suo fratello maggiore e adesso suo nipote Vegeta
salvava la vita a sua sorella minore.
Non era possibile, era solo
un'illusione!
I saiyan erano creature fredde e assassine!
Molti
tsufuru erano morti per causa loro, sua moglie era morta per causa
loro... era assolutamente impossibile che esse avevano un cuore come
gli tsufuru!
Non avrebbe mai accettato una cosa del genere!
Li
avrebbe uccisi tutti pur di dimostrare che i saiyan erano davvero dei
mostri!
Così, cominciò a ricaricare la pistola.
Mentre lo
tsufuru faceva quei pensieri, Frui si alzò e, con le lacrime
agli
occhi, urlò, con tutta la voce che aveva:
“FRATELLONE!!!!”
Mentre
urlava disperata, attorno al piccolo corpo di Frui si
sviluppò una
fiamma bianca che l'avvolse completamente.
La neve attorno alla
bambina si sciolse completamente.
I presenti fissarono, scioccati,
quello strano spettacolo.
Echalotte si voltò verso Tsuri e
domandò: “Hey, ma cosa le piglia?”
“Principessa, vi prego,
calmatevi!” tentò di farla ragionare Tsuri ma fu
tutto
inutile.
Sempre continuando a urlare, Frui venne avvolta da quella
fiamma bianca.
Nonostante non vedessero la piccola, tutti, sia
saiyan che tsufuru, avvertirono un tremendo pericolo.
“Ha
davvero un potere straordinario...” commentò
Bardack, incuriosito
dalla potenza nascosta di Frui mentre Ninjin, commentò:
“Credo che
la bestia dentro Frui sia stata risvegliata...”,
Improvvisamente,
la piccola smise di urlare.
Tutti i presenti la guardarono, la
fiamma bianca continuava ad avvolgerla, i capelli le si erano rizzati
in testa e si muovevano da soli come mossi da una forza invisibile, e
agli occhi erano sparite le pupille diventando completamente bianchi,
quasi luminosi.
Ci furono diversi momenti di silenzio, nessuno, ne
i ragazzi ne i soldati, aveva il coraggio di parlare.
Frui rimase
ferma immobile in silenzio, quasi sembrava una statua.
“Fa
paura” mormorò Gine alla sorella.
E per una volta, Echalotte
non ribatté alla frase della sorella.
“Che cosa state
aspettando?” gridò il Re ai soldati
“è li ferma immobile.
SPARATELE!”.
Ma nessuno dei soldati si mosse.
“SPARATELE HO
DETTO!” gridò di nuovo il sovrano.
Di nuovo il suo ordine fu
inutile.
Allora il Re alzò la sua pistola e la puntò
contro la
bambina. Se i suoi soldati erano troppo vigliacchi per farlo, avrebbe
sparato lui stesso.
Tsuri si accorse dell'intento del sovrano e
cercò di mettersi tra lui e Frui per fermarlo.
Ma fu tutto
inutile, il Re sparò.
Così come era successo poco prima, il
colpo d'energia fendette l'aria avvicinandosi inesorabilmente verso
Frui.
Sotto gli occhi attoniti di tutti, la sfera d'energia
esplose alzando una piccola nube, ma non appena si dissolse tutti
videro che Frui era totalmente incolume, non le si erano neanche
bruciati i vestiti.
“Ma cosa!” esclamò il Re.
La bambina
alzò lentamente lo sguardo posandolo sul Re Tsufuru.
In un lampo,
Frui scomparve dalla vista di tutti, e ricomparve di fronte al Re,
l'unica traccia del suo passaggio era una scia di neve sciolta in
terra.
“Ma che dia...”.
Ma non riuscì a finire la frase
che Frui gli tirò un forte pugno allo stomaco.
Il Re si accasciò
tenendosi la pancia con le mani e tossendo per riprendere fiato.
Frui
lo afferrò al collo con una mano e lo sollevò da
terra.
“Maledetta
mocciosa!” gridò un soldato prima di sparare.
Il colpo esplose
sulla fiamma bianca che la circondava senza farle nulla.
“Cosa
state aspettando!” gridò lo stesso soldato ai suoi
compagni “Il
Re è in pericolo!”.
A quelle parole anche gli altri soldati si
riebbero e cominciarono a bersagliare la bambina.
Diversi colpi
esplosero intorno alla piccola.
Lei allora si voltò verso gli
Tsufuru che avevano sparato e li guardò a lungo.
Ad un tratto
mollò il Re, che una volta caduto a terra
cominciò a tossire per
riprendere fiato, scomparve dalla vista dei soldati per ricomparire
dietro di loro.
Gli Tsufuru non fecero in tempo a girarsi che Frui
ne aveva già stesi due e stava colpendo un terzo con un
pugno.
Un
ufficiale Tsufuru poco lontano, vedendo quello che stava succedendo
gridò ai soldati:
“Presto! Dobbiamo abbatterla!”.
E a
quelle parole tutti i soldati si prepararono a combattere. Intanto
l'ufficiale aveva raggiunto il Re che stava ancora tossendo, lo fece
tirare su da tre soldati e disse:
“Portatelo via da qui
svelti!”.
“Agli ordini!” risposero i soldati per poi
allontanarsi portando il vecchio Tsufuru.
“Prepararsi alla
battaglia!” gridò poi l'ufficiale.
Seguì poi un grido dei
soldati.
“Dobbiamo andarcene via.” gridò Ninjin
ai suoi
compagni.
Bardack, Gine ed Echalotte guardarono la Saiyan, mentre
Tsuri era in ginocchio di fianco a Vegeta intento a soccorrerlo.
“Ma
cosa stai dicendo?” disse Bardack, “Non possiamo
andarcene.”,
“Qui siamo in pericolo.” rispose Ninjin,
“Ma cosa facciamo con
Frui?”, “Guarda che è da lei che
dobbiamo allontanarci.”.
A
quelle parole Tsuri si voltò verso Ninjin.
“Non possiamo
lasciarla qui.” disse Bardack.
“Se tu vuoi metterti contro
quella furia fai pure.” si intromise Echalotte, Bardack si
voltò
verso la Saiyan, “Ma io e Gine ce ne andiamo via.”,
“Ma come?”,
“Mi hai capito benissimo babbeo.”.
Bardack guardò per un
momento la Saiyan davanti a se, poi si girò per correre
verso la
battaglia.
Ninjin lo afferrò bloccandolo dalle
spalle.
“Lasciami!” gridò il ragazzo dimenandosi.
Ninjin
non disse nulla, afferrò la testa di Bardack con le due mani
e la
puntò verso Frui.
“Guarda bene” disse Ninjin “In questo
momento Frui non è più la mocciosa che conosci,
è solo una bestia
assetata di distruzione, è talmente fuori di se che non ti
riconoscerebbe e ti ucciderebbe con un colpo. È questo che
vuoi?.”.
Bardack guardò per qualche momento Frui.
Era
implacabile, parava e schivava tutti i colpi con una
velocità tale
che neanche riusciva a seguire i suoi movimenti, i colpi di fucile
non le facevano nulla, compariva davanti ai soldati e li colpiva
facendoli stramazzare a terra o volare via, con una potenza che
neanche Gide aveva durante gli scontri passati.
Il Saiyan si calmò
e Ninjin lo mollò.
“Andiamo.” disse girandosi verso
Ninjin.
“Aiutami a portare il Principe.” disse Tsuri.
Bardack
si avvicinò e guardò per qualche momento Vegeta,
era ancora privo
di sensi ma ogni tanto emetteva dei mugolii, poi lo prese per le
spalle mentre Tsuri lo sollevò dalle gambe per poi iniziare
ad
allontanarsi insieme agli altri ragazzi.
Intanto i tre soldati
e il Re avevano raggiunto un campo Tsufuru poco lontano, il campo
dove si erano stanziate le guardie per catturare i due fuggitivi.
Non
appena arrivarono un soldato di sentinella si avvicinò di
corsa e ,
riconoscendo il Re, chiese:
“Sire tutto bene?”, “Certo che
sto bene idiota.” rispose il sovrano tenendo una mano allo
stomaco
ancora dolorante, “Volete che chiami il medico?”.
Il Re
rispose gettando un'occhiataccia, poi si girò verso dove era
venuto:
dal monte che si ergeva non molto lontano arrivavano i rumori della
battaglia, gli spari, le grida dei soldati, le esplosioni.
“Mandate
altri uomini.” disse il Re senza staccare gli occhi dal
monte,
“Signore?” chiese uno dei soldati che lo aveva
portato via,
“Mandate immediatamente altri uomini a combattere.”
ordinò il
sovrano, “Ma Signore...”, “NON DISCUTERE
I MIEI ORDINI!”.
Poi
il Re si girò verso i soldati, che non appena saputo che il
Re era
tornato al campo si erano radunati in formazione, e gridò:
“ANDATE
IMMEDIATAMENTE A COMBATTERE TUTTI QUANTI!”.
“Agli ordini!”
risposero all'unisono gli Tsufuru per poi partire di corsa.
“Anche
a costo di mandare l'intero esercito Tsufuru bisogna fermare quella
bestia.” mormorò tra se il sovrano.
Sulla montagna, la
lotta stava ancora infuriando.
In un primo momento gli ufficiali
erano riusciti a far sistemare i soldati in formazione e a sferrare
degli attacchi coordinati con diverse squadre.
Ma poi la
situazione cominciò lentamente a degenerare.
Per quanto
cercassero di abbatterla, Frui era completamente invulnerabile,
nessun colpo sembrava avere effetto su di lei, e la bambina
continuava a combattere fluttuando a folle velocità da un
soldato
all'altro, colpendo chiunque gli si parasse davanti senza alcuna
pietà.
Vedendo che i loro attacchi non avevano effetto e la
pericolosità della bambina, le formazioni cominciarono a
sfaldarsi e
i soldati a lanciare attacchi confusi e imprecisi.
“Ritornate
nei ranghi!” stava gridando l'ufficiale
“Rit...”.
Ma non
finì la frase che in un lampo Frui gli comparì
davanti e lo sollevò
in aria prendendolo per il collo. Poi, sotto gli occhi increduli dei
soldati li vicino lo lanciò in aria gettandolo oltre lo
strapiombo,
e l'ufficiale sparì nel vuoto gridando.
Alcuni Tsufuru spararono
a Frui, la bambina si voltò verso di loro,
allungò una mano dalla
quale partì un raggio che investì la zona con una
forte luce
bianca. Quando la luce si dissipò, dove era stato lanciato
il raggio
c'era solo una lunga scia vuota.
Poi la situazione degenerò del
tutto.
Le formazioni si sfaldarono del tutto, rendendo ancora più
facile a Frui di continuare il massacro.
Alcuni soldati più
lontani cominciarono a fuggire.
“Dobbiamo ritirarci.” stava
dicendo uno di loro “Non possiamo fare nulla.”.
Mentre
fuggivano però, Frui tagliò loro la strada.
Alcuni Tsufuru
corsero subito indietro, mentre uno di loro, quello che aveva parlato
poco prima, si accasciò sulla neve terrorizzato.
“non è una
bambina, è una fantasma.” fece in tempo a dire
prima che Frui si
gettasse contro di loro.
“Presto!” stava gridando
Ninjin.
“Fai presto a parlare tu.” si lamentò
Bardack “Tu
non stai portando un ferito.”, “Lamentati di meno e
sbrigati.”
lo rimproverò Ninjin.
“Arrivano dei soldati!” gridò
Gine.
Ninjin guardò verso il sentiero, e vide un gruppo di
soldati Tsufuru che stavano arrivando di corsa. Erano i soldati che
il Re aveva mandato dal campo base.
Non appena li videro, gli
Tsufuru puntarono subito le loro armi contro di loro.
“Echalotte”
disse Ninjin mettendosi in guardia “Dobbiamo occuparcene noi
due.”,
“Sarà una passeggiata.” rispose la
Saiyan facendo un sorriso
divertito.
Le due ragazze si gettarono contro i soldati, evitarono
gli spari e cominciarono a colpirli uno per uno.
Anche se i
soldati continuavano ad arrivare le due Saiyan avevano comunque la
meglio, e mentre combattevano continuavano ad avanzare aprendosi una
strada, seguite dagli altri compagni.
Dopo un po' raggiunsero il
ponte sospeso, dove fortunatamente non c'erano più
soldati.
Echalotte e Ninjin corsero dall'altra parte il più in
fretta possibile, poi venne il turno degli altri.
Gine stava
camminando sulle assi di legno molto lentamente e tenendosi salda
alle corde con le mani. Vista l'emergenza era salita sul ponte senza
che Bardack le desse supporto morale, ma comunque lei era lei, e
malgrado sua sorella e Ninjin le urlassero di sbrigarsi dall'altra
parte, Gine camminava piano.
Appena dietro di lei c'erano Bardack
e Tsuri con Vegeta tra le braccia. Lo Tsufuru sembrava distratto,
come se qualcosa lo stesse turbando. Ogni tanto gettava un'occhiata
al Principe quando lo sentiva gemere o muoversi.
Ad un tratto i
tre udirono un'esplosione e si voltarono: poco lontano, da dove si
stavano allontanando, si era alzata una grossa nube bianca, e si
riuscivano a sentire, anche se molto ovattate, le urla dei
soldati.
“E pensare che è solo una piccola.”
mormorò tra se
Bardack.
“Bardack andiamo.” disse Gine riprendendo a
camminare.
Il giovane Saiyan fece per muoversi, ma si accorse che
Tsuri era fermo immobile intento a guardare dietro di se.
Lo
Tsufuru guardò a lungo la montagna che si ergeva poco
lontano.
Lentamente abbassò lo sguardo, fino a che non si
fermò all'inizio
del ponte sospeso.
Proprio tra i due pali che sorreggevano le
corde, Tsuri vide la Principessa Strawberry. La Tsufuru era in piedi,
ferma immobile con il suo lungo abito blu che si muoveva spinto dal
vento, ferma immobile a fissare il ragazzino con gli
occhiali.
“Tsuri.” sentì riecheggiare il
ragazzino.
“Tsuri.”.
“Tsuri.”.
Lo Tsufuru chiuse gli
occhi per un momento, e quando li riaprì la sua Principessa
era
scomparsa.
“Tsuri” disse una voce.
Il ragazzino si voltò e
vide Bardack fissarlo in modo strano.
“Tutto a posto?” chiese
il Saiyan.
Tsuri senza dire nulla diede uno sguardo a Vegeta, poi
gli lasciò le gambe indietreggiando di un passo o due.
“Ma che
fai?” chiese Bardack mentre cercava di afferrare meglio il
Principe
tra le braccia.
“Scusami Bardack.” rispose lo Tsufuru “Ma
il
mio posto è accanto a Frui.”.
E finita la frase Tsuri si mise a
correre allontanandosi e sparendo presto dalla vista.
“TSURI
NO!” gridò Bardack.
“Cos'è successo?” chiese una voce alle
sue spalle.
Il Saiyan si voltò e vide dietro di lui
Ninjin.
“Tsuri è tornato indietro.” rispose il
ragazzino.
“Che cosa?” disse Ninjin “Ma cosa vuole
fare quello stupido?”,
“Prendi Vegeta.”, “Che cosa?”,
“Prendi Vegeta ho detto...
Vado a riprendere Tsuri.”, “Ma sei matto moccioso?
Noi ce ne
andiamo via.”, “Andate pure via se volete. Io vado
a riprendere
Tsuri.”.
E finita la frase Bardack fece per mollare Vegeta alla
Saiyan.
“NO!” gridò Ninjin.
Bardack guardò allibito la
Saiyan.
Ninjin guardò il Saiyan a sua volta.
Vide che quel
moccioso era intenzionato ad andare a recuperare Tsuri, e vista la
situazione era un suicidio bello e buono. Però non poteva
permetterglielo. Dopotutto lui era il suo fratellino.
Avrebbe
potuto tramortirlo con un pugno ben assestato sulla testa, ma se lo
avesse fatto sarebbe stato un peso anche lui, e c'era già
Vegeta. In
più Echalotte avrebbe cominciato a bombardarla di domande su
quel
gesto fino a che non sarebbe venuta fuori la verità. La
verità che
voleva rivelare a Bardack al momento giusto.
Non poteva
convincerlo a parole, perché era una testa di legno proprio
come lei
e quando si metteva in testa qualcosa non c'era verso di smuoverlo,
considerava già un miracolo averlo convinto a non correre
verso Frui
poco prima.
C'era solo una cosa che poteva fare per
impedirglielo.
“Vado a prenderlo io che sono molto più veloce
di te.” disse la Saiyan.
E con un balzo sparì dalla vista di
Bardack, che rimase li fermo con Vegeta ancora privo di sensi in
braccio.
Tsuri stava correndo verso la montagna.
“Doveva
raggiungerla” continuava a dire se stesso.
Anche se era fuori di
se, Frui rimaneva la sua Principessa, la figlia della donna che gli
aveva salvato la vita.
Raggiunse il campo e si infilò nella
mischia.
Corse in mezzo ai soldati. Tutto intorno a lui c'era solo
caos, non si vedeva ne sentiva nulla.
Ma lui corse ugualmente, in
mezzo agli Tsufuru che combattevano, che tentavano di fuggire e
nascondersi, che erano morti o feriti, o che si erano accasciati a
terra terrorizzati.
Aveva promesso alla Principessa Strawberry che
avrebbe aiutato i suoi figli e che sarebbe stato sempre accanto a
loro.
E anche se Frui non lo avrebbe riconosciuto, lui la avrebbe
raggiunta per cercare di farla rinsavire e aiutarla.
E anche se
Frui lo avrebbe ucciso, lui le sarebbe stato accanto fino alla fine,
perché quello era il suo posto.
Cercò di raggiungere Frui, ma
non appena si avvicinò, la bambina sparì per
ricomparire da
un'altra parte del campo di battaglia.
“Frui!” gridò mentre
si apriva una strada tra i soldati.
Ma di nuovo Frui sparì quando
stava per raggiungerla.
“Frui!” gridò rimettendosi a
muovere.
Ad un tratto si sentì afferrare per il braccio, si
voltò
e vide Ninjin.
“Finalmente ti ho preso!” esclamò la
ragazza,
“Lasciami andare Ninjin!” disse lo Tsufuru,
“Vieni via e non
fare storie.”, “Devo stare accanto alla mia
Principessa!”,
“Invece vieni via piccolo...”.
Ma Ninjin si bloccò
all'improvviso e lasciò Tsuri.
Lo Tsufuru guardò Ninjin, vide in
lei un'espressione tra lo stupore e la paura, vide che non si muoveva
e che guardava insistentemente verso l'alto.
Si guardò intorno e
vide che anche i soldati Tsufuru erano tutti fermi immobili a
guardare verso l'alto.
Così alzò lo sguardo anche lui.
“Ma
che diavolo stiamo aspettando?” esclamò Echalotte
avvicinandosi a
Bardack e Gine a metà ponte.
“Che ritorni Ninjin con Tsuri.”
rispose Bardack, “Che cosa? Ma sei scemo?... Io e Gine ce ne
andiamo.”.
“No Echalotte.” rispose Gine,
“Cosa?”, “Io
rimango insieme a Bardack.”, “Ma che
dici?”, “Io sto con
Bardack”.
“Che diavolo è quell'affare?”
esclamò
Bardack.
Le due ragazze si voltarono, e videro nel cielo un
piccolo puntino luminoso che si stava alzando lentamente.
“Non
lo so.” disse Gine.
Echalotte mise una mano sopra gli occhi e
strinse le palpebre per cercare di vedere meglio l'oggetto della loro
attenzione, poi fece un'espressione stupita e disse:
“Ma quella
è Frui!”.
“Sorellina.” disse Vegeta.
“Ma è sveglio!”
esclamò Bardack.
Subito dopo guardò Vegeta, il ragazzo anche se
sembrava spaesato e confuso, aveva gli occhi aperti.
“Come
stai?” chiese Bardack.
Ma Vegeta non rispose, e Bardack pensò
che fosse ancora mezzo addormentato. In realtà tutta
l'attenzione di
Vegeta era rivolta verso il punto luminoso nel cielo.
“Sorellina...
Frui...” mormorò con un filo di voce.
“Frui.” disse con
un filo di voce Tsuri.
Il ragazzino arrivò sotto Frui e la guardò
sollevarsi lentamente in aria e salire sempre più in alto.
“Frui!”
chiamò lo Tsufuru.
La bambina si fermò dalla sua ascesa, rimase
ferma per qualche istante.
“Frui!”.
Poi la luce che la
pervadeva crebbe di intensità lentamente, fino a diventare
quasi
accecante.
“FRUI!” gridò Tsuri.
La bambina abbassò per un
istante lo sguardo verso lo Tsufuru sotto di lei.
La montagna
fu pervasa da una luce bianca accecante che la avvolse dalla cima
fino ai piedi, poi la luce si trasformò in una fortissima
esplosione, seguita da un rombo assordante e da un forte colpo d'aria
che spazzò tutta l'aria circostante.
“Accidenti!” gridò
Bardack.
Il ragazzino si stava tenendo con una mano ad una delle
funi del ponte, e con l'altra cercava di tenere il corpo di Vegeta,
cercando di resistere a quel forte vento che lo aveva investito,
cercando di resistere alla neve e alle macerie che stavano cadendo
tutte intorno a lui colpendolo.
Ad un tratto un grosso masso lo
colpì al braccio e il Saiyan mollò la presa da
Vegeta, che sparì
cadendo sotto di lui.
“NOOOOOO!” gridò il Saiyan.
“BARDACK
AIUTAMI!” gridò Gine.
Bardack fece appena tempo a voltarsi e
vedere Gine ed Echalotte venire travolte da un cumulo di neve e
macerie e buttarsi verso di loro sparendo anche lui in quel
caos.
Non riusciva a capire dove fosse.
Stava sognando
forse?
Non riusciva ad aprire gli occhi, e sentiva tutto il suo
corpo immerso in una sostanza pesante che gli bloccava il petto, che
lo stava soffocando.
Provò a prendere fiato, ma subito la bocca
gli si riempì di un qualcosa di freddo e morbido che lo fece
soffocare ancora di più.
Provò a muovere le mani, e scoprì che
riusciva a smuovere quella sostanza che lo schiacciava.
Allora
cominciò a smuovere quella sostanza con le mani cercando di
tirarsi
fuori.
Più in fretta che poteva, prima di perdere i sensi per la
mancanza d'aria.
All'improvviso riuscì ad uscirne fuori. Uscì
fuori dalla sostanza che scoprì essere neve.
Vegeta si accasciò
sul manto bianco e fece dei respiri profondi.
Non riusciva ancora
a capire se fosse sveglio o se stesse sognando.
Dopo aver ripreso
fiato si guardò intorno per cercare di capire dove si
trovasse ma
non riusciva a riconoscere il posto.
Cercò di mettersi in piedi,
ma una fitta al ventre glielo impedì.
Si tastò il punto
dolorante, e vide la sua mano sporcarsi di sangue.
Quella vista lo
fece sussultare.
Ricordò l'attacco e di come avesse fatto scudo a
Frui.
“Frui.” disse Vegeta agitato.
Si alzò in piedi e si
guardò intorno in cerca della sua sorellina, ma intorno a
lui non
c'era nessuno, e continuava a non capire dove si trovasse.
“Frui!”
gridò ad alta voce.
Ma era possibile? Era cresciuto in quelle
montagne, le conosceva come le sue tasche ma non riconosceva quella
vallata in cui si trovava.
Vegeta fece un sussulto. Si ricordò di
quando aveva ripreso i sensi, dell'esplosione, del caos, della luce
bianca nel cielo...
Capì perché non ricordava quel posto. Quella
vallata in mezzo alle montagne era il monte dove c'era casa sua, dove
aveva vissuto con sua madre e suo padre.
Poi quella luce bianca
esplose distruggendo tutto... e tutti... La luce bianca...
FRUI!
Il
Saiyan si accasciò sulla neve, respirava affannosamente ed
emetteva
dei rantoli e dei gemiti strozzati, picchiò i pugni sulla
neve e li
strinse fino a conficcarsi le unghie nella carne e sanguinare, delle
piccole gocce caddero sulla neve lasciando dei piccoli segni sul
manto bianco.
Vegeta poi alzò i pugni in aria e gridò con tutto
il fiato che aveva:
“NOOOOOOOOO!”.
“Mio Signore.”
disse la guardia Tsufuru.
“Parla.” rispose il sovrano.
Il
soldato guardò per qualche istante la tenda da campo dove si
trovava
con il sovrano. Era ancora scosso e stava cercando di calmarsi un
momento prima di parlare al suo Re.
“Allora?” chiese il Re
seduto su una sedia.
“L'esplosione che ci ha colpiti ha
distrutto il campo base, fortunatamente eravamo abbastanza lontani e
non ci sono state vittime tra i pochi Tsufuru rimasti nel campo base.
Siamo riusciti a rimettere in ordine e a chiamare i soccorsi. Saranno
qui a breve.”, “Questo già lo
so.” sbottò il Re “Dimmi
della montagna.”, “Sono tornato ora da una
ricognizione mio Re.
La montagna è stata completamente distrutta dall'esplosione.
Ora al
suo posto si è creata una vallata.”,
“Una vallata?”, “Si mio
Re. La cosa preoccupante è che ora c'è un
passaggio diretto tra le
terre Tsufuru e i territori Saiyan. La catena montuosa ha sempre
formato un muro naturale che separava le terre, ma ora i Saiyan
potrebbero entrare facilmente.”, “Farò
mettere i migliori
ingegneri al lavoro per risolvere questo problema...”.
Il Re
stava per dire qualcosa quando un soldato entrò nella tenda,
fece un
saluto veloce e poi disse agitato:
“Mio Re... Abbiamo trovato
dei sopravvissuti.”, “Che cosa? Qualcuno
è sopravvissuto?”
chiese il Re, non poteva crederlo.
“Si” rispose lo Tsufuru “Li
abbiamo portati ora al campo.”, “Li state
soccorrendo?”, “Si
mio Re... Ma credo che dobbiate venire a vederli.”.
Nelle
terre Saiyan, in un posto dove le montagne erano solo un'alone scuro
all'orizzonte, un Saiyan vestito con pelli di animali stava seduto
davanti a un fuoco a contemplare della carne che stava arrostendo.
Ad
un tratto udì un rumore, si voltò e vide un
ragazzino avvicinarsi.
Era un ragazzino con uno sguardo freddo come quello dei Saiyan, ma
indossava degli abiti strani.
“Che cosa vuoi?” chiese il
Saiyan guardando male il ragazzo “Fila via!”.
Il ragazzo si
fermò davanti al Saiyan e lo fissò per un momento.
“Ma tu sei
uno Tsufuru!” esclamò il Saiyan riconoscendo i
vestiti del ragazzo
“Vattene via pidocchio!”.
Il ragazzo non rispose, e senza dire
nulla si tolse i vestiti e li gettò nel fuoco.
“Non sono uno
Tsufuru.” disse poi incamminandosi.
Il Saiyan guardò allibito i
vestiti carbonizzarsi al fuoco ed il ragazzino allontanarsi a piedi,
nudo come un verme e con la coda che si agitava in aria.
«Non
sono uno Tsufuru... Non lo sono... Io sono un Saiyan...
Vivrò come
un Saiyan in mezzo ai Saiyan... e quando sarà il momento
tornerò ad
esigere ciò che devo... la farò pagare a tutti
gli
Tsufuru...».
FINE PRIMA PARTE
Ringraziamo
tutti quelli che hanno letto questa storia e speriamo che vi abbia
entusiasmato.
In particolare vogliamo ringraziare di cuore
Teo5Astor, per aver seguito la storia, per le sue recensioni e per
averci sostenuto.
Vi salutiamo.
Il Corsaro Nero e CTE