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Autore: PrincessintheNorth    29/07/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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KATHERINE
 
 
Solamente due ore dopo quella cena stranamente normale, eravamo tutti seduti intorno al grande tavolo di mogano nella sala del concilio di guerra della Marina, insieme a Thornton e ai miei secondi (oltre a Sìgurd), i generali Dukehanan, Accrington e Barthorpe.
-        Dobbiamo andarcene da qui. – disse papà, serissimo. – Secondo le mie fonti e l’incantesimo della tua sosia. – mi indicò. – Grasvard si trova nei boschi dietro Northern Harbor. Successivamente si muoverà passando per le città di Barwick e Ackerley, per poi arrivare a Winterhaal. Quindi, partiremo oggi stesso. Fortunatamente, la strada che ha scelto lui è la più lunga, ci metterà un mese e più ad arrivare a Winterhaal. Non possiamo prendere la strada che abbiamo usato per venire qui, che è la più rapida, dovremo allungare il viaggio. Ci metteremo circa tre settimane, arrivando a casa in tempo per prepararci.
-        C’è un problema. – fece Murtagh. – Katherine dovrebbe partorire tra due settimane.
-        Speriamo che la bambina arrivi in ritardo, allora. – sospirai.
-        In ogni caso, anche se arrivasse fra tre settimane, probabilmente saremmo ancora in viaggio, spiegami come intendi partorire in quelle condizioni. – commentò. – Posso portarla a Winterhaal a dorso di drago, in meno di una settimana.
-        Non è in condizioni di volare. – rispose Jasper laconicamente.
-        Possiamo fare delle pause …
-        Con le pause sarebbe ancora peggio. Lo stress che provoca il decollo potrebbe causare un parto pretermine, figurarsi se fosse ripetuto più volte. È più sicuro che partorisca mentre siamo in viaggio, sempre che la bambina non arrivi ancora più in ritardo …   
-        Certo. – sibilò. – è più sicuro che viaggi con un nutrito gruppo di persone facilmente individuabili. Ovvio. Chissà perché non ci ho pensato io?!
-        Io però … - cercai di dire.
-        Katie non è in condizioni di volare! – sbottò Jasper.
-        Farò in modo che Castigo non decolli propriamente, allora, ma non la farò viaggiare a terra come un tirassegno mobile! – urlò Murtagh.
-        Io devo …
-        Se non la pianti di fare l’idiota la metto in osservazione, voglio vedere come la porti via poi!
-        Non ci metto niente a prenderla e a portarla via adesso!
Continuarono a sbraitarsi addosso per almeno cinque minuti, finché papà non si stancò.
-        ADESSO BASTA! – urlò, sbattendo la mano sul tavolo e zittendo all’istante i due contendenti. – BabyKatherine deve dire una cosa.
Perfetto.
Adesso potevo parlare e insieme sembrare, agli occhi di tutti, la bambinetta di turno.
-        Io devo inaugurare la nuova nave. – dissi. – Mi hanno invitata a vedere le nuove aule dell’Accademia e anche a tenere una lezione.
-        Non mi sembrano cose fondamentali, ora. – sibilò Murtagh.
-        Beh, è il mio lavoro, e lo devo fare.
-        Forse ti sfugge il fatto che Grasvard è dietro l’angolo e la bambina sta per nascere. – mi ricordò.
-        Non me ne sono dimenticata, però …
-        Però è geniale. – fece papà, come illuminandosi. – Useremo di nuovo la tattica delle illusioni. Manderemo la carrozza con dentro quei fantocci, in direzione di Winterhaal. Grasvard ci è già cascato, ora è stanco e ansioso di avere degli ostaggi per trattare e non spendere altri soldi in eserciti e soldati … lo farà ancora. Nel frattempo, noi resteremo qui e partiremo pochi alla volta. Se si vuole arrivare a Winterhaal da qui via terra bisogna per forza passare dalle due città che intende assediare, non ci sono altri modi. Noi lo attireremo lì, facendo arrivare i soldati sia da Winterhaal che da qui, circondandolo, e a quel punto … porremo fine una volta per tutte a questa storia.
 
 
 
 
Da un paio d’ore, da quando quindi si era conclusa la riunione, Murtagh era lievemente irritato.
Forse, in realtà, la definizione corretta era arrabbiato nero.
Da due ore, infatti, sembrava trovare estremamente interessante fare la punta a tutte le sue frecce, e non erano poche. Quando poi aveva finito le sue, aveva finito l’arco della piccola, con tanto di frecce annesse, e quando aveva finito anche quello, aveva preso le mie e aveva iniziato a sistemare pure quelle.
Ovviamente, il tutto immerso nel suo tipico mutismo arrabbiato che urlava ai quattro venti “Sono intrattabile. Non disturbate. Tornate più tardi. Grazie.”
-        Murtagh …
-        Adesso ho da fare. – ringhiò.
-        Sì, ma …
-        Ho. Da. Fare. Non è evidente?!
-        Certo che lo è. – con un incantesimo feci arrivare la freccia che stava limando direttamente nelle mie mani. – Dico solo che stai limando questa freccia da mezz’ora, mentre per le altre hai impiegato sì e no mezzo minuto. Che ha questa freccia di speciale?
-        Niente. – sbuffò riprendendosela. – E ci metto il tempo che voglio, a limarla. Ci metto anche tutto il giorno, se mi va.
-        Se mi dicessi cosa non va …
-        Non c’è niente, che non va.
A quel punto, decisi di coglierlo sul vivo, ovvero sulla sua virilità.
-        Tipica risposta femminile, questa. Mi vuol far dubitare di aver sposato un uomo?      
-        Ma perché in questa casa non si può mai stare tranquilli?! – brontolò.
-        Lo dici in ogni luogo in cui io sia presente!
-        Chissà perché!
Tuttavia, la mia punzecchiatura aveva fatto effetto, perché gli aveva strappato un mezzo sorriso e lui aveva lasciato giù pietra pomice e freccia, raggiungendomi sul bordo del letto.
-        Sei una rompiscatole, piccoletta.
-        Tu mi stai insultando.
-        Che orecchio, amore.
-        Stai insultando una principessa, un Cavaliere, e, ultimi ma non meno importanti, tua moglie e la madre di tua figlia.
-        Però è vero. Sei piccola e sei una rompiscatole.
-        E tu hai un problema e preferisci limare frecce fingendo che siano la faccia di qualcuno piuttosto che parlarne.
-        Oh, perché tu non lo fai mai. Non pianti mai musi di giorni e settimane per mezza parola storta, non sei affatto permalosa. – mi prese in giro.
-        Non stiamo parlando di me, però …
-        E va bene.
-        Quindi adesso mi dirai cosa ti prende?
-        Non svelo i miei segreti così facilmente. – ridacchiò, facendo l’aria misteriosa e profetica.
-        Andiamo …
-        Niente. Mi da fastidio e mi preoccupa che saremo gli ultimi a partire. – ammise, storcendo il naso. – Ma ovviamente no. Prima Derek e Miranda, poi Alec e Audrey, poi Jasper con Angela, poi Sìgurd, e alla fine noi. Ovviamente, ognuno a tre giorni di distanza dall’altro. Facendo due conti, potresti essere in travaglio nel momento in cui partiremo.
-        Beh, è un po’ rischioso, però … è il modo migliore per prendere Grasvard e tenere al sicuro la bambina.
-        Al sicuro. Certo. Sta tranquilla che quasi sicuramente è al sicuro dal poter nascere come tutti i bambini, dato che dubito ci siano altri bambini nati a dorso di drago. – commentò. Poi scosse la testa, facendo sembrare i suoi capelli, che nell’ultimo mese si erano allungati, una vera e propria criniera da leone. – In ogni caso, non è una cosa che posso cambiare, quindi è inutile sprecare tempo arrabbiandosi. Quella lì ha intenzione di nascere o no? – ridacchiò accarezzandomi il pancione, e ottenendo dalla bambina un calcetto.
-        Murtagh, mancano due settimane. – gli ricordai.
-        Ma ormai dubito che debba crescere ancora … quindi perché non esci?! Guarda che la mamma non ti vuole più dentro la pancia!
-        Non è vero! Non credere al papà, che è stupido. Puoi star dentro quanto ti pare.
Ecco.
Lui la insultava e lei gli dava i calcetti.
Io la coccolavo, e mi dava le testate nello stomaco.
-        Simpaticona. – sbuffai.
-        Non insultare la mia bimba, Shepherd.
Uuuh, ridacchiò Antares. Ha usato il cognome. Come reagirà BabyKatherine?
Facendogli prendere un colpo, ovviamente.
Mi portai una mano sul pancione e finsi di gridare di dolore, un’interpretazione che andò piuttosto bene, perché lui fece un salto indietro e sbiancò.
-        HAI LE DOGLIE?! CHIAMO IL MEDICO! TU STAI FERMA E NON PARTORIRE! JASPEEER!!! DEREEK!– urlò, correndo fuori dalla camera, chiamando tutti, e dico tutti, i membri della mia famiglia presenti nel castello, quindi cugini, zii, e persino i genitori e gli zii di Audrey, che erano venuti a trovare lei e Susie.
Io mi stavo divertendo un mondo, ma Castigo ebbe pietà del suo Cavaliere e gli svelò il mio inganno.
Lui rimase zitto per qualche secondo, per poi gridare. – TUTTO A POSTO! KATHERINE FACEVA LA STRONZA! – a tutto il castello, e poi rientrare in stanza.
-        Allora. – fece, con un sorrisetto pericoloso il cui significato mi era ben chiaro. Solletico. – Tu sai che ci sono cose che puoi fare e cose che non puoi fare. Fingere che la nanetta stia nascendo … non lo puoi fare!
E mi si avventò addosso per torturarmi.
 
 
   
 
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