Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: _Circe    29/07/2018    4 recensioni
Dal testo:
"All'Ordine erano giornate noiose: gli adulti non li lasciavano partecipare alle riunioni, Hermione sorrideva a Ron, Ron non capiva perché, Hermione si arrabbiava perché Ron non capiva e Ron continuava a non capire; Molly moriva d'ansia e cucinava, cucinava e moriva d'ansia; Sirius faceva il misterioso cercando comunque di essere simpatico e Arthur era continuamente indaffarato, insomma: sempre la stessa cosa.
[...]
Così, un bel giorno, Fred e George Weasly decisero che era ora di reindirizzare la loro energia creativa da qualche altra parte che non fosse origliare e di fare qualcosa di costruttivo... e con costruttivo ovviamente si intende distruttivo.
Ovviamente.
Una sfida: tre turni. Chi avrebbe destato più stupore e sconvolgimento avrebbe vinto."
FredxHermione.
[Usata qualche parolaccia qua e là]
Buona lettura!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutti i personaggi, le ambientazioni, etc. contenute all’interno di questa storia non mi appartengono. Sono stati creati da J.K. Rowling e sono di sua proprietà. Questa storia non è a scopo di lucro né intende infrangere il copyright.
 
"Stai perdendo colpi in una maniera disgustosa, fratello."
"Sta' zitto George. Qui nessuno sta perdendo niente."
"Veramente tu stai perdendo. Se non colpi, almeno questa scommessa" Le parole finali sfumarono insieme alla risata carica che era rimasta fino a quel momento legata alla bocca di George, e che si liberò dalle sue labbra. 
"Puoi ammettere la tua sconfitta e basta, per favore? Mi metti tristezza."
"Guarda che manca ancora un turno, non hai ancora vinto."
"Vedi che comunque ne ho vinte due su tre: vuol dire che teoricamente ho già vinto." Un elegante dito medio fu la risposta di Fred. Niente da dire: sempre elegante ed efficace.
"Facciamo che le prime due sono nulle, allora. Chi vince questa, vince tutto. Però sappi che ti sto facendo la carità."
" 'Fanculo"
E Fred se ne andò, lasciandosi dietro le risate di George.
 
All'Ordine erano giornate noiose: gli adulti non li lasciavano partecipare alle riunioni, Hermione sorrideva a Ron, Ron non capiva perché, Hermione si arrabbiava perché Ron non capiva e Ron continuava a non capire; Molly moriva d'ansia e cucinava, cucinava e moriva d'ansia; Sirius faceva il misterioso cercando comunque di essere simpatico e Arthur era sempre indaffarato, insomma: sempre la stessa cosa.
Per interi giorni; e neanche l'arrivo di Harry aveva scosso più di tanto le cose. O meglio, non abbastanza per i gemelli.
 Così, un bel giorno, Fred e George Weasly decisero che era ora di reindirizzare la loro energia creativa da qualche altra parte che non fosse origliare e di fare qualcosa di costruttivo... e con costruttivo ovviamente si intende distruttivo. 
Ovviamente. 
Una sfida: tre turni. Chi avrebbe destato più stupore e sconvolgimento avrebbe vinto. 
Cosa? La stupenda sensazione di aver vinto, logico.
 Non sono i tempi giusti per essere schizzinosi.
Peccato però che evidentemente Fred aveva avuto tempi migliori: il suo estro era probabilmente ancora sepolto sotto l'accumulo di noia che avevano subìto in quei giorni, e aveva perso le prime due sfide. 
Aveva ammesso tra sé e sé che non aveva dato il meglio, il fratello lo aveva decisamente superato:  aveva sbriciolato il loro Torrone Sanguinolento in ogni piatto prima di cena, facendo sanguinare a dismisura il naso a tutte le persone a tavola, classico, banale in confronto allo stato di disagio in cui George aveva fatto sprofondare tutte le persone in casa  per interi giorni somministrando il filtro  No-Pupù-No-Pipì. Per non parlare della seconda manche, per cui aveva pensato di aver avuto un'idea geniale: sostituire ogni  bacchetta presente in casa con  Bacchette Trabocchetto, che si trasformano in polli di gomma o mutande quando si agitano; peccato che George avesse pensato a qualcosa di ancora più divertente, facendo esplodere davanti a Ron un Detonatore Abbindolante, creazione fresca di brevetto, creando quindi un gran casino, per poi fare un incantesimo insonorizzante su tutto l'ambiente circostante e facendo credere a Ron di essere diventato sordo per il forte rumore, cosa che ha fatto particolarmente effetto perché ancora non avevano fatto vedere a nessuno la loro nuova invenzione.
 In sua difesa però Fred poteva dire che George aveva scelto un bersaglio facile, quindi una vittoria facile. Insomma, Ron fa ridere anche senza aiuti esterni.
 
Dopo la conversazione con il gemello, un frustrato e leggermente incazzato Fred si stava dirigendo in cucina, in cerca di qualcosa da mettere nello stomaco - Più stupidi di quelli che dicono che 'i soldi non fanno la felicità' sono quelli che sono convinti che 'il cibo non è un rimedio per tutto'- quando, lui e il suo brillante e diplomatico pensiero, furono bloccati da una porta che sbatteva e da un Ron che, altrettanto frustrato e incazzato, ma soprattutto confuso, usciva dalla stanza di Hermione e Ginny. 
"Ma chi la capisce a quella." Disse, un po' a se stesso, un po' abbastanza forte in  modo che anche la riccia potesse sentirlo.
"Problemi in Parad... Purgatorio, fratellino?"
"Vaffanculo, Fred"
Evidentemente era diventata una moda finire le conversazioni così. Poco importava comunque, perché Fred conosceva il fratello, e sapeva che tra tutte le qualità che possedeva, l'osservazione non era presente, quindi aveva il forte sospetto che la colpa di quella presunta litigata non fosse della Granger. 
Un'idea stava iniziando a farsi strada nella rossissima testa del ragazzo, e per quanto labile ancora potesse essere, era decisamente abbastanza per far si che sulle labbra di Fred si dipingesse un ghigno.
 
"Tutto ciò è completamente senza senso." Hermione neanche alzò lo sguardo dalla pergamena che stava scrivendo quando sentì la proposta di Fred. 
Quella notte non aveva dormito, pensando e ripensando a qualcosa che fosse abbastanza per farlo vincere, l'unica cosa che sapeva era che doveva c'entrare la Granger. Non si capacitava di non averci pensato prima, era ovvio che sarebbe dovuta essere lei il soggetto di qualunque cosa avrebbe fatto: era la più integerrima, seria e, adulti esclusi, la più abile. Dopo lui e il fratello, chiaro. Praticamente qualsiasi cosa fatta fare da lei sarebbe stata sconvolgente abbastanza. Però doveva superarsi, quella ragazza, in un modo o nell'altro, attirava l'attenzione di tutti. Be', tranne di quel cretino di Ron, ovviamen-- 
Quando Morfeo riuscì a catturare Fred, quella notte, il gemello aveva un sorriso soddisfatto stampato sul viso. Eccola che era arrivata: l'idea della vittoria.
 
La mattina dopo, quando era andato da Hermione per esporle il suo brillante piano, non si sorpreso della risposta della riccia, anche se non la capiva: avrebbero finto di stare insieme, non per tanto, un periodo limitato che però doveva essere lungo abbastanza da far credere che sia vero. Lui ci avrebbe guadagnato la vittoria schiacciante, lei attenzione e reazioni da quell'imbecille di suo fratello, che sembrava essere cieco, oltre che stupido.
 
"E io non ho bisogno di attenzioni da Ron, per di più" disse, sempre senza degnare d'uno sguardo Fred.
"Che ci perdi, Granger? Va bene: tu non hai bisogno di attenzioni, no? Mettiamo pure che creda a questa penosissima bugia," fece una pausa per vedere se avesse reagito. Niente. "non vuoi comunque vedere la casa che impazzisce? Potrebbe ridefinire la parola 'divertente' " 
Finalmente alzò lo sguardo, gli occhi nocciola impassibili. 
"Sinceramente? No, non mi va. Questo posto è stato già abbastanza vittima di voi due." Finì la frase con l'attenzione di nuovo spostata sul quello che stava facendo prima che arrivasse Fred, e avrebbe continuato se la sua piuma non avesse trovato la strada sbarrata dalla grande mano di Fred che aveva sbattuto sul tavolo di legno scuro e che andava a coprire parte della pergamena. "Senti, Granger, ora mi ascolti. E mi guardi." Si piegò per avvicinarsi di più  alla sua altezza, molto ridotta dato che era seduta, al contrario di Fred.
"Ti ascolto e ti guardo, ma è comunque un no."
"Tu lo vuoi fare, in realtà. Non ti stanca il fatto che tutti pensino a te come 'quella che fa le cose giuste'? A meno che tu non sia veramente solo quello, e non sia realmente capace di uscire dai tuoi schemi. In quel caso, scusa per il disturbo, ho sbagl-"
"Quello che posso o non  posso fare lo decido io. Se voglio fare le cose per bene o voglio essere qualcuno di cui ci si può fidare, lo decido io. Non sono schemi pre impostati nella mia testa dai quali non posso uscire, va bene?"
"E allora decidi qualcosa di diverso, per una volta. Interrompermi mentre parlavo non è stato né educato né gentile, ma scommetto che ti ha dato più soddisfazioni che lasciarmi finire la frase."
Hermione stette in silenzio per qualche secondo, valutando i pro e i contro. 
Cosa strana: non riusciva a vedere tanti contro quanti ne avrebbe voluti.
"E va bene, ma sappi che penso comunque che sia una cosa senza senso."
"Proprio per questo è divertente, no?" Fred tolse la mano dalla pergamena con i muscoli del viso che si distendevano, e mentre si allontanava, si sentì dire nella sua direzione: "Faresti proprio di tutto per vincere, eh?"
"Di tutto, Granger. E comunque," continuò la frase andandosene, dando le spalle ad Hermione "la gente si fiderebbe di te anche se decidessi di investire tutti i tuoi risparmi in un allevamento di gnomi da giardino per usare la loro saliva per creare dei cosmetici."
Anche non sapendo esattamente perché, dopo che se ne fu andato, le sue parole gli rimbalzarono in testa. Non riuscì più a finire quella pergamena.
 
Valutò molto se dirlo a Ginny, il loro rapporto si era intensificato molto nell'ultimo anno, poteva dire senza problemi che fosse la sua migliore amica. Il che, anche se può sembrare stupido, era decisamente un sollievo: avere due migliori amici maschi poteva essere davvero stressante: con Ginny invece era diverso, molto più facile; meno spontaneo, forse, all'inizio, ma dopo un po' le cose avevano iniziato a funzionare da sole. Fatto sta che, se le fosse piaciuto un ragazzo, non l'avrebbe mai e poi mai detto ad Harry e Ron - anche perché quest'ultimo se ne sarebbe uscito con: "Ah, allora ti piacciono i ragazzi!"- ma l'avrebbe sicuramente detto a Ginny, ragion per cui sarebbe strano se si mettesse con Fred, così, di punto in bianco, senza aver detto nulla prima all'amica. Con questo pensiero uscì in giardino, dove Ginny si stava allenando con la scopa, per iniziare a parlarle di Fred, così che non sospettasse niente quando, qualche giorno dopo, li avrebbe visti insieme. Non le avrebbe detto la verità per il semplice fatto che il fratello aveva ragione: era divertente. Anche se non l'avrebbe ammesso.
La scopa sfrecciava veloce in mezzo al cielo annuvolato, ma Ginny non era come Harry: lui si estraniava dal mondo appena salito in sella, Ginny no, era sempre attenta a quello che accadeva fuori dal suo campo d'azione, quindi appena Hermione arrivò nel giardino, lei la vide e atterrò scendendo dalla scopa.
"Non so come fai, Gin, io non potrei mai." Hermione odiava il Quiddich. Lo odiava.
"Lo so. Ma io non riuscirei mai a stare con Ron e Harry tutto il tempo che ci stai tu, quindi siamo pari"
"Certo, come no. Tu che non riusciresti a stare con Harry o con tuo fratello? O ancora, con Harry?" Ginny non fu irritata dal sarcasmo che aveva colorato la voce della riccia, aveva ragione: era praticamente innamorata di Harry, ed Hermione lo sapeva benissimo.
"Insieme, ho detto che non riuscire a stare con loro due insieme."
Hermione si mise a sedere a terra a gambe incrociate con un movimento fluido e Ginny la seguì a ruota, stendendosi. I fili d'erba si intrecciavano con i capelli rossi della ragazza; se Hermione avesse avuto una macchina fotografica in quel momento l'avrebbe usata, i colori complementari  -verde e rosso- creavano quasi un'opera d'arte.
"Gin, ti devo parlare"
"Dimmi tutto" gli occhi chiusi, aveva un'espressione beata.
"Penso... penso mi piaccia tuo fratello Fred" Hermione si dovette concentrare davvero molto per non ridere né sorridere, così come per avere un tono un po' timido, un po' imbarazzato; il fatto che Ginny non la potesse vedere rendeva tutto più facile. Era molto soddisfatta di sé.
Attese la risposta dell'amica, già pregustandosi la sua espressione sorpresa.
"Lo so." Disse, calmissima. Non aveva nemmeno aperto gli occhi.
Hermione, allibita, rimase in silenzio. Non ci credeva.
Praticamente il suo silenzio obbligò Ginny ad aprire gli occhi e tirarsi su con il busto; le braccia tese all'indietro, si poggiava sul terreno con le mani. Guardò per un po' Hermione, aspettando che dicesse qualcosa, ma dopo qualche secondo capì che se voleva che la conversazione proseguisse avrebbe dovuto ricominciare a parlare lei, perché non avrebbe avuto il supporto dell'amica.
"Andiamo Herm, era scontato. Se il tuo intento era quello di nasconderlo, hai fallito."
Hermione ancora non riusciva a capire cosa le dicesse il cervello: all'affermazione di Ginny un po' non riusciva a ribattere formulando un pensiero logico, senza capire perché, un po' le veniva da ridere. 
A me non piace Fred,  pensava,  Gin si è bevuta il cervello, forse? 
"Cosa intendi con 'era scontato', scusa?"
"Che si vedeva da lontano, per chi ti conosce. A scuola lo sgridi di continuo per i suoi scherzi, probabilmente in sala comune passi più tempo con lui che con me" A Ginny scappò un risolino.
"Lo sgrido perché è sbagliato quello che fa!" Hermione stava iniziando a infervorarsi, per qualche motivo. Credeva sinceramente che quello che facessero lui e George fosse sbagliato.
"Ma dai, Herm. Da quando hai conosciuto nel primo anno Harry e Ron hai infranto tipo un milione di regole, e poi stai tutto il giorno, tutti i giorni, a lamentarti per qualche caramella che fa vomitare?"
"Le regole che ho, che abbiamo infranto... erano per una buona causa! E poi erano Harry e Ron che mi trascinavano."
"Ti do una notizia: non avrebbero mai infranto nessuna regola se non fosse stato per te, probabilmente. Alla prima prova avrebbero capito di non saper usare nemmeno un' Alohomora e se ne sarebbero tornati a dormire nei loro bei letti a baldacchino. Loro facevano quel che facevano perché c'eri tu. probabilmente Harry Potter è Harry Potter anche grazie a te. Quindi non venirmi a dire che era solo per le regole. E poi, guarda un po', sgridavi praticamente solo Fred, mai George."
"Non mi sembra proprio che sia una ragione valida dire di aver capito quello che provo, scusa Gin." Hermione si stava arrabbiando. Era solo uno scherzo, non sapeva perché se la stesse prendendo tanto, alla fine sapeva che tutto quello che stava dicendo l'amica era falso.
"Ma infatti mica è solo per questo. Ci conosci da tanto ormai, Herm. Noi ti consideriamo di famiglia, tu ci consideri una famiglia. Tutti noi siamo come fratelli per te, e ci tratti come fratelli, sei spontanea qui. Poco ci manca che inizi a chiamare mia madre 'mamma'. Ma con Fred è diverso: non lo tratti come tratti noi, non sei così spontanea con lui. E' come se volessi mantenere le distanze. All'inizio pensavo che fosse perché lui ha un carattere troppo ribelle, anche più di George, quindi ti trovassi male con lui, poi con il tempo iniziato a credere che forse potesse essere perché tu non volevi vederlo come un fratello, e non volevi che lui ti vedesse come una sorella"
Che sciocchezza. 
"Be', ti sbagliavi" sbottò Hermione.
"Sarà," Ginny alzò le spalle "ma comunque avevo ragione sull'insieme, no? Ti piace mio fratello, questo è l'importante." Lanciò un'occhiata di traverso ad Hermione, con un sorriso beffardo "E speriamo che questa volta sia il fratello giusto. Ti piacciono i rossi, per caso?"
Questa volta riuscì a strappare una risata all'amica.
"Scema."
 
Non potevano iniziare a fingere di stare insieme così, dal nulla. Hermione pensava e ripensava mentre aiutava la signora Weasly a cucinare: le aveva regalato un libro di ricette babbane quell'estate e lei si stava divertendo tantissimo, aveva veramente apprezzato il suo regalo, solo che non riusciva a starci dietro da sola, perché non per tutte le tecniche esisteva un incantesimo, ma Hermione era ben felice di cucinare con lei. 
Avremo bisogno di dettare delle regole, rifletteva, Non possiamo andare così, all'avventura. 
Così iniziò a farsi una lista mentale di possibile regole, punti, strategie d'azione e tante altre cose che già sapeva che Fred non avrebbe ascoltato. Era così persa nel suo mood da o-perfetto-o-niente che non sentì la Signora Weasly che le parlava, se ne accorse solo quando sentì la mano della donna posarsi sulla sua spalla.
"Tesoro, sembri molto sovrappensiero ultimamente. Tutto bene?"
"Sì, sì, non ti preoccupare" ma intanto stava pensando a dove avrebbe potuto parlare con Fred senza che nessuno si intromettesse, cosa difficile in un posto come quello. 
Mentre stava articolando una risposta migliore da darle, un pimpante Fred- ma d'altronde era sempre pimpante- entrò nella stanza. Hermione fece finta di niente, come aveva sempre fatto, e continuò quello che stava facendo.
"E' solo che ho avuto un po' di cose per la testa, ma nien--" Fred la interruppe
"Mamma, smettila di stressare Hermione, anzi, te la rubo un attimo" e così, come niente fosse, fece il giro del tavolo e la prese per mano, portandola via nella stanza accanto, dove Hermione si divincolò dalla stretta con un'espressione esterrefatta.
"Ma che cavolo stai facendo? Sei impazzito?" Sussurrava per non farsi sentire da nessun altro. Fred con tutta la tranquillità del mondo si buttò a sedere sul divano.
"In che senso? Ho preso per mano la mia ragazza, ovvio. Non mi sembra strano."
"Non avevamo deciso di iniziare!"
"Ah no? Io è da quando hai detto sì che ho iniziato, veramente." Fred rise.
Con un sospiro, Hermione si avvicinò al divano e si sedette su bracciolo. Erano l'uno affianco all'altro, alla stessa altezza, visto che lei era più bassa di lui; quindi Fred si girò nella sua direzione per poterla guardare negli occhi.
"Dobbiamo avere delle regole."
"Che palle."
"Muoviti e non fare il bambino. La vuoi vincere o no questa sfida?"
"E va bene, iniziamo, allora" come se anche solo la parola 'regole' lo avesse sfinito, Fred si buttò all'indietro, steso sul divano.
"Bene. Inizio io: niente di eccessivo davanti ad Arthur e Molly, non sarebbe credibile"
"Io che non sono eccessivo non sarebbe credibile, dai."
"Niente di eccessivo. Punto. Tocca a te."
"Non ti posso chiamare Hermione, troppo impersonale. Quel cretino di mio fratello ti chiama 'Mione e non siete assolutamente niente, voi due. Figurati se io, come fidanzato, ti posso chiamare Hermione"
"Io e Ronald siamo migliori amici, veramente."
"Sì vabbè, hai capito. Herm no, troppo banale. 'Mione assolutamente no." Un paio di secondi di silenzio. "Che ne dici di Jean?"
"Jean?"
"Sì, è il tuo secondo nome, no?"
"Sì. Ma come fai a saperlo?"
"Perché non dovrei? Vabbè, comunque: va bene per te?"
"Sì, sì." Era rimasta un attimo destabilizzata da una cosa banale come quella, ma si riprese in fretta. "Ora tocca a me. Non enfatizzare troppo la cosa, non inventarti storie strane su come ci siamo messi insieme e non esagerare."
"Difficile, ma fattibile. Tu non cambiare troppo atteggiamento." La sua voce assunse una sfumatura di scherno. "Ho capito che vuoi provare le tue doti attoriali e che anche tu sai mentire, ma vedi di controllarti"
"Tranquillo, non avevo intenzione di dirti 'Ti amo' ogni minuto e affibbiarti nomignoli carini.  Mio turno: non estenuare troppo Harry e Ron. Harry si sentirà male per non averlo capito, intuito o non avermi chiesto niente, non voglio farlo sentire in colpa."
"Non mi stai veramente chiedendo di lasciare in pace quei due. Devo fargliela pesare. Devo."
"Sii gentile. O meglio, per usare una lingua che puoi capire: non fare lo stronzo."
"Non ti prometto niente. Sai di chiedermi troppo." Fred si alzò con uno scatto, rimettendosi dritto con il busto e trovandosi faccia a faccia con Hermione "Tocca a me: anche quando saremo soli, e succederà più spesso di prima, ovviamente, dovremo fingere" Buttò un occhiata all'orologio sulla parete "Tra cinque minuti ci sarà la cena, e George ci vedrà. Non potrai mai essere sicura di avere davanti me o lui, e anche se ovviamente capirà che è finto ed è un modo per vincere, non voglio dargli la soddisfazione di coglierci in fragrante." Hermione riusciva solo ad avere uno sguardo scettico e a fare no con la testa. "In più, in questa casa non siamo mai soli: i muri hanno letteralmente le orecchie. Ci potrebbero essere orecchie oblunghe ovunque, George non sarà l'unico che sospetterà qualcosa." Il movimento della testa di Hermione da destra verso sinistra e viceversa si fermò: Fred aveva ragione sull'ultimo punto, suo malgrado.
"Va bene, semplicemente non dovremo parlare della finzione. Non ci sarà bisogno d'altro."
"Non sai proprio divertirti, eh?" Un sorriso malandrino comparve sulle labbra di Fred.
"Andiamo a cena, che è meglio" Hermione ignorò completamente l'affermazione del fidanzato.
 
Essere a cena coi Weasly o in uno stadio è circa la stessa cosa, solo con più cibo, meno scope e un po' più confusione. Per questo Hermione era abbastanza tranquilla, le interazioni fra lei e Fred non si sarebbero notate troppo. Per questo, quando lui le chiese: "Mi passi il piatto, Jean?" e ne approfittò per sfiorarle la mano un po' troppo a lungo quando lei glielo porse, non si aspettava che metà della tavola si fermasse a guardare la scena con facce allibite e sconvolte.
"Che c'è?" Chiese Fred, facendo finta di non capire. Tutti stavano zitti, e il silenzio della metà tavola che li stava ascoltando attirò anche l'altra metà. Allora Fred fece come se avesse avuto un'illuminazione. "AH! Capito. Io e Jean stiamo insieme." Lo disse con nonchalance unica.
"Jean?" Ron non capiva niente, era a bocca aperta come un pesce lesso.
"E' il secondo nome di Hermione" rispose Harry, anche lui senza parole.
Allora, le frasi fatte spesso hanno un po' di verità, ma tanta tanta bugia; forse una delle poche che è quasi totalmente vera è che 'Il corpo è una macchina perfetta'. Ogni cosa ha un significato, ogni cosa risponde a qualcosa ed è la conseguenza e causa di qualcos'altro. Questa introduzione assolutamente indesiderata è per spiegarvi cosa succede al nostro corpo quando si trova in una situazione di pericolo: il cuore, per un breve attimo, rallenta a dismisura, per poterci dare la freddezza necessaria per capire cosa fare con lucidità, dopo di che, passato questo secondo brevissimo, pompa sangue a più non posso e accelera, così da permettere di aver più energia per reagire e l'adrenalina inizia a scorrere a fiumi. Evidentemente per le persone presenti a tavola, la notizia di Hermione e Fred fidanzati doveva essere pericolosa quanto un gruppo di dissennatori con carenze d'affetto, visto che avevano reagito proprio così: due secondi di silenzio, assoluta immobilità, poi un'esplosione di voci, domante, persone che si strozzavano o sputavano la burrobirra e il succo di zucca che stavano bevendo. Unica voce fuori dal coro: un divertito George che aveva schioccato la lingua e che con un sorriso incredulo faceva 'no' con la testa.
Hermione non sapeva cosa fare, aveva immaginato che ci sarebbe stato caos, ma non così tanto, l'unica cosa che riusciva a fare era guardare di traverso Fred che si stava già divertendo un po' troppo per i suoi gusti.
Grazie a Dio, Ginny venne in suo soccorso. 
"Sì, va bene. Stanno insieme, ora possiamo tornare a mangiare e a far finta che non vi abbia sconvolto la vita, okay?" E almeno lei tornò tranquilla a mangiare il suo purè, portando Sirius a farsi i fatti suoi, così come Arthur e George, che continuava a ridere sotto i baffi.
"Be', ora che avete finito, quasi tutti" e Fred lanciò una finta occhiataccia a Harry, Ron e sua madre "di blaterare, ora io mi alzerei da tavola. Jean, vieni con me?"
"No, ti raggiungo dopo. Penso di dover parlare con Harry e Ron" e li guardò.
"Direi" dissero in coro i due.
 
   Hermione Granger, componente a tutti gli effetti di quello che chiamavano The Golden Trio, non si era mai sentita così a disagio con i suoi migliori amici. La cosa terribile era che non sapeva perché. Sarebbe dovuta essere divertita, tutto quello che lei e Fred stavano facendo era finto, non aveva nascosto niente a quei due in realtà. Era seduta sul letto di Harry a gambe incrociate e guardava gli amici con aria quasi colpevole. Harry era seduto sul davanzale della finestra, mentre Ron era in piedi, braccia incrociate, che la fissava. 
"Allora? Che è questa storia con mio fratello?" Il tono che usò sorprese Hermione, era pieno d'astio. Pensava di volere questo, una reazione forte, ma il suo modo di parlare la irritò a tal punto da prendersela come se veramente ci fosse qualcosa tra lei e Fred, e lui stesse insultando la loro storia. 
"Questa storia è, letteralmente, una storia. Pensavo che l’avessi capito da "Jean e io stiamo insieme"." Poche volte nella sua vita aveva usato un tono tanto acido.
"Herm..." iniziò Harry, che fino a quel momento era rimasto zitto "perché non ce lo hai detto prima?"
"Tu eri così impegnato e preoccupato... e a lui certo non potevo dirlo" buttò un'occhiataccia a Ron.
"Ah! Ora magari è colpa mia, no?"
"No, Ronald. Non è colpa tua, semplicemente perché tu non c'entri assolutamente niente con questa storia!" Hermione si stupì della verità di quell'affermazione che aveva appena pronunciato, e sperò non si percepisse sul suo viso.
"Ron, dalle tregua, mica ha commesso un crimine."
"Mah, sembra molto simile a me!" Ron era assurdo, Hermione non capiva, davvero. Però fu sollevata quando, tutto stizzito, se ne andò dalla camera sbattendo la porta, lasciando dietro di lui un Harry che andava a sedersi vicino ad Hermione dicendole che va tutto bene, ma che la prossima volte avrebbe potuto parlarne con lui. Scendendo le scale quasi inciampò su uno scalino, facendo uscire dalla bocca un'imprecazione tale che se Molly l'avesse sentito lo avrebbe tenuto senza cibo per due giorni, ma non gli interessava. Che stupida che era stata Hermione! Sicuramente tra lei e suo fratello non sarebbe durata. Arrivato in cucina si incrociò con l'unica persona che non avrebbe voluto vedere.
"Fratellino, stai andando su? Già che ci sei, mi chiami Jean?"
"Chiamatela da solo a quella là" e se ne andò.
Fred neanche provava a trattenere le risate, in quell'ora e mezza si era già divertito più che in tutta l'estate. La cosa avrebbe dovuto farlo riflettere, ma evitava di pensarci, si godeva il momento. Sirius, dopo cena, quando Hermione e quegli altri due erano andati a chiarirsi -Chiarirsi di poi, che? Saranno fatti suoi con chi esce- Sirius si era avvicinato e gli aveva dato una bella pacca sulla spalla con un sorriso, come a dire "Ben fatto", sua madre gli aveva fatto una predica infinita su come avrebbe dovuto trattarla e Ginny, pur non avendo detto niente, aveva una minaccia scritta a lettere cubitali negli occhi, del tipo "attento a non farmela soffrire". Fred quasi si aspettava di veder arrivare il padre con un discorso sull'importanza di usare le precauzioni, ma fortunatamente non successe, Mentre saliva le scale per andare a chiamare Hermione rifletteva sul fatto che la ragazza non si sarebbe mai esposta più di tanto, quindi sarebbe toccato a lui prendere in mano la situazione se avesse voluto rendere il tutto veramente interessante. Il pensiero lo fece sorridere in modo strano. 
Quando entrò nella camera trovò particolare il fastidio che sentì quando vide Hermione e Harry abbracciati sul letto che ridevano per qualcosa che lui non poteva capire, ma un po' lo attribuì al fatto che aveva paura che stessero ridendo perché Hermione magari Hermione gli aveva raccontato qualcosa, un po' aveva semplicemente ignorato la sensazione.
"Jean, vieni? Harry, te la rubo."
"Arrivo subito." Sussurrò qualcosa all'orecchio di Harry, che scoppiò a ridere, poi lo raggiunse sul ciglio della porta, quanti furono lontani dalla stanza, chiese: "Che gli stavi dicendo?" Fred poteva giurare che il tono con il quale aveva proferito quelle parole non era programmato.
"Niente di che, stavamo scherzando"
"Ah. Va bene. Comunque, com'è andata? Io sono praticamente morto dalle risate, ma ho visto Ron piuttosto incazzato, eh?" Forse era un po' troppo soddisfatto.
"Lasciamo perdere, come se dovessi dar conto a lui delle mie decisioni. E' stato assurdo, non sapevo se ridere o piangere."
"Ridere, decisamente ridere" e quasi come se quelle parole fossero state per lui un ordine, scoppio in una risata piena. "George è riuscito a dirmi soltanto: "Sei una merda", sa di non poter fare niente a questo punto."
"Non gongolare troppo" Hermione si strofinò gli occhi con le mani "Devo finire ancora una pergamena e sto morendo di sonno, vado in camera mia. Tanto so che Ginny non mi farà dormire 'sta notte. Buona notte." E si avviò verso camera sua, quando si sentì tirare la mano all'indietro, e Fred, sporgendosi, le diede un bacio sulla guancia, per poi sussurrarle all'orecchio: "Anche quando siamo soli, ricordi?" E poi, più ad tu vieni voce: "Buona notte, Jean."
Allora Hermione poté veramente andare in camera, ma certo non senza una sensazione strana.
 
Quella notte, fra George che lo prendeva in giro e diceva che stava giocando sporco e il rumore dei suoi pensieri, Fred non dormì un gran che. Il fatto era che lui non è mai stato uno che si nascondeva dietro armature, al contrario è sempre stato onesto con se stesso e con gli altri. I primi anni di scuola lui e George erano molto bravi, poi avevano deciso che impiegare il tempo sui libri non faceva al caso loro, quindi hanno cambiato modo di fare seguendo la loro vocazione. Erano così da quando avevano undici anni. Volevano qualcosa, se lo prendevano. Non mentivano, non si nascondevano -Gazza permettendo- facevano quel che volevano in tutta sicurezza. Ecco, la parola giusta è sicurezza. Fred è sempre stato sicuro di sé. Non riuscirebbe neanche se volesse a ricordare un episodio in cui si è vergognato di qualcosa che gli piaceva, che voleva, desiderava o provava. Per questo, la notte in cui aveva dato uno stupido e innocuo bacio sulla guancia della Granger -ma che tanto innocuo non era stato, visto che gli aveva fatto aprire una finestra sulla propria mente- capì che si era accorto tardi di quello che voleva, senza conoscere però il motivo di questo strano ritardo. Decise, quindi, che era arrivato il momento di prendersi quello che veramente desiderava. Quando in fine si addormentò, tardi e mal volentieri, lo fece pensando che non vedeva l'ora che il sole sorgesse per iniziare a smettere di giocare e cominciare a cercare, e riuscire, ad ottenere quello che voleva.
Il gallo cantò presto, troppo presto, inverosimilmente presto. E con gallo ovviamente si intende la signora Weasly, che alle sei in punto passò per tutte le camere a aprire le finestre e buttare tutti giù dal letto, perché era la giornata dedicata alla disinfestazione degli gnomi da giardino, che erano troppi e troppo dispettosi perché Molly se ne potesse occupare da sola. In più, quella sera ci sarebbe stata una grande cena a casa, sarebbero venuti tanti ospiti: Lupin, Tonks, Moody e altri Auror, si parlava anche del fatto che forse sarebbe venuto Silente; quindi Molly Weasly ovviamente doveva iniziare a cucinare dalle sei di mattina. 
Quando furono tutti a fare colazione, Fred, che si era prontamente seduto vicino ad Hermione, dopo aver guardato per un po' sua madre che già correva da una pentola all'altra, le sussurrò: "Li farà mangiare così tanto che se Tu-Sai-Chi ci dovesse attaccare non riuscirebbero neanche ad alzarsi dalla sedia" Hermione scoppiò in una piccola risata sincera, che fece bene sia a lei che a Fred... forse un po' di più a Fred. 
"Allora, oltre a inseguire gnomi malefici, abbiamo qualche programma per oggi?"
"Sta sera c'è la cena, e saremo occupati fino a tari con la disinfestazione."
"Dai, Jean, veramente non vuoi provare a scappare dalla tortura di 'sta sera?"
"Assolutamente no! C'è Lupin, e forse anche Silente. Non me la voglio perdere"
"Va bene, va bene" Fred avvicinò il viso talmente tanto a quello di Hermione che lei pensava stesse per baciarla, e le prese un colpo, ma invece si mise solo a parlare.
"Però sta sera ti siedi vicino a me. Sono quasi cinque anni che stai in mezzo a quei due, non ti sei stancata?" Tutto in Hermione diceva di allontanarsi e di ristabilire una safe zone, tutto tranne la pancia. Quella a teneva ancorata in quella posizione, anzi, suo malgrado, la spingeva ancora più avanti. 
"Io, in mezzo a quei due, ci sto benissimo" 
"Credimi, non sai cosa si prova a stare vicino a qualcuno che non ti vuole toccare solo come se fossi una sorella. Non sai cosa ti perdi." la voce era diventata un sussurro. Gli altri vedevano solo lei e Fred molto vicini, niente che non ci si aspettasse da una coppia, ma Hermione aveva appena sentito qualcosa che non sapeva come interpretare, o peggio, che non sapeva come voler interpretare. Per la prima volta da quando lo conosceva, non seppe tenere testa a Fred, si allontanò leggermente rossa sulle gote e ricominciò a fare colazione, come se ignorare l'affermazione fosse un modo per affrontare la situazione. Dopo quasi un minuto in cui le mangiava e Fred la guardava soddisfatto, lei disse: "Per 'sta sera poi vediamo."
Be', meglio di niente, pensò Fred.
 
Per chi non lo sapesse: dare la caccia agli gnomi da giardino è veramente estenuante, soprattutto se in giro ci sono dei tipi come Fred e George che, invece di facilitare il lavoro, lo peggiorano. Per questo, quando finirono, si sentirono un grandissimo peso sulle spalle che li lasciava, alleggerendoli. Finirono circa verso le 18:30, così ebbero tutto il tempo di lavarsi, vestirsi e rilassarsi prima della cena. Una volta che furono tutti puliti e sistemati, si riunirono per un po' nel soggiorno, chi a leggere, chi a chiacchierare e chi a sonicchiare. Hermione aveva sempre pensato che l'abitudine di tutte, o quasi, le famiglie babbane di ritrovarsi prima o dopo la cena, fosse merito della televisione che forniva un pretesto per stare tutti insieme per un po', ma da quando viveva la vita quotidiana del mondo magico aveva capito che la tv non c'entrava niente, probabilmente era un bisogno umano, visto che anche senza niente di simile loro si ritrovavano tutte le sere.
Hermione si era seduta sul divano con un libro in mano, era un volume scolastico  dell'anno precedente, e lo stava leggendo quando Fred si buttò sul posto a fianco a lei. Si era appena finito di fare la doccia, sapeva di fresco, di bosco.
"Che fai?"
"Ripasso. L'anno prossimo ci saranno i G.U.F.O e possono chiedere qualcosa di tutti e cinque ci anni."
Aveva mai notato l'odore di Harry o Ron?
"Ah, i G.U.F.O! Io e George ne abbiamo presi una manciata a testa, lo stretto necessario. G.U.F.O. a parte, quello è stato un anno grandioso." Fred si allontanò da Hermione, e lei non capì perché, ma lo fece solo per potersi stendere e poggiare la sua testa sul grembo della ragazza.
Ad Hermione mancò un battito. Piano, come se ne avesse paura, cominciò ad accarezzargli i capelli, morbidi e lisci, e a farli passare tra le sue dita. Appena la sua mano gli tocco la testa, sulle labbra di Fred si dipinse un sorriso che neanche lui si aspettava.
"Be', io ne voglio più di una manciata" Hermione ricominciò a parlare perché la situazione stava degenerando. Ma non smise di giocare con i capelli di Fred.
Si guardò intorno e capì che il suo complice aveva decisamente vinto. La casa era ancora sconvolta dopo due giorni di piccole effusioni e dimostrazioni, e lei era felice per Fred, aveva avuto un'idea effettivamente geniale.
Fermò le sue mani in mezzo a quella piccola foresta rossa solo quando, dopo che qualcuno andò ad aprire alla porta, entrò Tonks che, vedendoli, esclamò: "Ma guarda un po'!" quasi gridando e con un sorriso a trentadue denti.
No, la discrezione non era mai stata il suo forte. 
 
Hermione non aveva mai bevuto. Non veramente, comunque. Aveva assaggiato un paio di birre, un bicchiere di vino a tavola ogni tanto, ma non aveva mai bevuto. Aveva smesso di vivere nella società babbana quando aveva undici anni, e ci tornava solo per le vacanze. Nel mondo magico non c'era tutta questa sorta di pressione sui giovani per quanto riguardava il bere, non era severamente proibito proprio perché non era considerato figo o 'un rituale' dai giovani. Quindi, semplicemente, non era abituata a bere. C'era però un'occasione in cui tutti potevano concedersi qualche bicchiere senza che nessuno se ne accorgesse: le cene o i pranzi grandi a casa Weasly. E ogni volta che c'era l'opportunità, i figli Weasly la coglievano e si divertivano un po'. In queste occasioni, anche Hermione si lasciava un po' andare, ma vuoi per una cosa, vuoi per l'altra, quella sera si lasciò andare un po' troppo. C'è da dire, però, che 'un po' troppo' non è un'unità di misura precisa, visto che per Hermione corrisponde ad appena due bicchieri e mezzo di vino. Così, se di solito era piacevole averla un po' brilla, perché più rilassata e allegra, quella sera era arrivata già alla fase in cui si capisce chiaramente che hai alzato leggermente troppo il gomito, e che forse dovevi fermarti prima. Fred quindi decise di prenderla e portarla via, tra i suoi mugugni e risatine, nell'altra stanza. Normalmente, di solito, quel compito sarebbe toccato ad Harry o Ginny, in alcune occasione -per la felicità di lei- ad Harry e Ginny insieme; però quella volta i due si guardarono, poi guardarono Fred, e decisero che era compito suo.
Oneri e onori per chi si prende Hermione Jean Granger..
La accompagnò sul divano, quello che era praticamente diventato il loro divano, e si mise accanto a lei, che farfugliava cose sconnesse tra loro. Fece sorridere Fred.
"Che regola stupida che hai scelto"
"Come?"
"Hai scelto una regola stupida!" Strascicava le parole, come se dovessero stare al passo coi suoi pensieri, o viceversa.
"Quale regola?"
"Quella del fingere anche se non c'è nessuno" abbassò la voce per sussurrare, poi scoppiò a ridere del suo stesso tono "E' ovvio che so quando sei tu o quando è George."
"Ah sì?" la voce di Fred era intrisa di un sorriso così evidente da essere ridicolo, se non fosse stata ubriaca, si sarebbe trattenuto.
"Ma sì, ovvio. Ho sempre capito quando eri tu che stavi davanti a me, non so perché." E questa volta toccò a lei stendersi sul divano con la testa sul grembo di Fred. "E' tipo qualcosa nella pancia."
"Dovrei farti bere più spesso, sai?" Fred attese una risposta che non arrivò, quando abbassò lo sguardo, vide che si era addormentata. Avrebbe potuto metterle un cuscino sotto la testa e tornare a tavola, ma restò lì, con la sua fronte schiacciata sul suo ventre, ad accarezzarle la schiena.
 
La mattina dopo, Ginny le raccontò che Fred dopo mezz'oretta che l'aveva portata in salotto, l'aveva chiamata per aiutarlo a portarla in camera, e da lì l'aveva lasciata nelle mani di Ginny.
"Non ricordo niente" disse mentre si stiracchiava, non era ancora del tutto sveglia. Si ributtò all'indietro sul cuscino, stanca ancora prima che la giornata cominciasse.
"Ci credo. Eri divertente, però."
"Ah sì, certo. Posso solo immaginare"
Hermione Granger decise che non voleva neanche provare a ricordare quello che era successo, per una volta, la frase 'beata ignoranza', le calzava a pennello.
"Dai, scendiamo a fare colazione"
"No. Voglio restare qui." E si mise un cuscino sulla faccia.
"Muoviti, vieni." Allora Ginny si avvicinò a lei e la tirò su con forza per un braccio, fino a farla alzare. "Credimi, non hai fatto niente di che ieri, straparlavi e basta."
"Per quello che ne sai tu. Sono stata mezz'ora sola con Fred"
"E allora? State insieme, non avrai fatto nulla di strano."
"Già." Fu il commento laconico di Hermione.
 
La giornata passò in fretta, senza particolari avvenimenti, almeno fino al tardo pomeriggio. Come già detto, prima di cena tutti si riunivano in salotto per stare insieme, e in quel momento Fred fece qualcosa che fece davvero arrabbiare Hermione. Erano sul loro divano, quando Fred, mentre prendeva un cuscino che si trovava affianco di Hermione, nel tirarlo versi di sé, le schioccò un bacio sul collo. Molly si girò verso di loro scandalizzata. Anche se non era niente di grave, per la Signora Weasly rasentava il socialmente accettabile. Non disse niente, ma divenne un po' rossa su tutto il viso. Ecco: questo intendeva Hermione per “Non esagerare davanti ai tuoi genitori”. Fred non era minimamente preoccupato, anzi. Era molto soddisfatto. Il perché, Hermione non lo capiva. Lei, dal canto suo, non era fisicamene in grado di identificare quello che era successo nel suo stomaco nel momento del bacio.
Quando ebbero finito, Fred era tornato in camera sua insieme a George e, seduti a terra, stavano discutendo davanti a delle carte sparse sul pavimento, dei progetti. C'erano numeri, proporzioni, bozze e disegni. Parlavano di prezzi, prove e, Hermione fu certa di averlo sentito, cavie. Erano così presi che non si accorsero di quando entrò; appena attirò l’attenzione su di sé con un colpo di tosse, George si alzò e uscì dalla stanza, dicendole sulla soglia: “Non cedere troppo facilmente, dagli filo da torcere” con un sorriso a mezza bocca. Lasciò Hermione sinceramente confusa, ma non capiva mai veramente i gemelli, quindi lasciò stare. Fred, vedendo Hermione entrare e George uscire, si alzò e andò verso la finestra, dove si appoggiò con la schiena.
"Ti mancavo?"
"Ti devo parlare. Ora, non dirmi che sono pesante" Fred stava sorridendo in modo bizzarro, facendo 'no' con la testa.
"Non dire no. Abbiamo stabilito delle regole per un motivo. Prima hai propr-" Fred si mise dritto e raggiunse Hermione al centro della stanza, lei aveva interrotto la sua ramanzina per cercare di capire cosa stesse succedendo, fallendo. La risposta non tardò ad arrivare, perché Fred si abbassò all sua altezza, e con i capelli leggermente lunghi che le solleticavano la fronte, unì le sue labbra con le proprie, baciandola lentamente, in attesa di un riscontro da parte di lei. Quando si alzò leggermente in punta di piedi per rispondere al bacio, Fred si poté ritenere soddisfatto.
"Cosa sei venuta a dirmi? Ma ti avverto, al momento non sono psicologicamente in grado di ricevere critiche" 
"Allora le tengo per dopo." Un sorriso sincero sbocciò, colorando il viso di Hermione. Sapeva che non gli avrebbe detto niete, dopo. Aveva imparato a essere un po' più flessibile con Fred. Tutti avrebbero imparato qualcosa da quella singolare storia.
 
Quando andarono a cena, pochi minuti dopo, alla fin fine l'unica cosa che contava veramente era il pensiero di George, che era convinto, dopo tutto, che lui la sfida l'aveva vinta.
 
FINE


Grazie per essere arrivati fin qui! Se vi è piaciuta, fatemelo sapere, se non vi è piaciuta, lo stesso. Si può e si deve sempre migliorare! 
Ciao e, spero, alla prossima!
_Circe
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Circe