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Autore: Tessa Scott    30/07/2018    0 recensioni
"Adesso ascoltami perché te lo diro adesso e non lo ripeterò più. Non è stata colpa tua. Queste cose succedono, non avrei mai pensato che sarebbe successo a noi, ma per quanto faccia male, per quanto la sola idea di farlo mi far venir la nausea, dobbiamo farlo, dobbiamo andare avanti, io e te"
Harry Styles cantante trentaduenne, Maria Cole avvocato ventottenne. Harry disperso per il mondo, Maria bloccata a New York. Stanno insieme da più di un anno eppure pochi sono a conoscenza di questo particolare. Riusciranno a portare avanti la loro storia? Riusciranno a continuare ad amarsi nonostante tutto ciò che dovranno affrontare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Surprise!

 

Pov. Maria 

“Jack sono pronti i documenti del caso Styles?” Chiesi per la terza volta al mio assistente,  lo avevo assunto da poco i capi dei piani alti, era competente ma si distraeva facilmente. “Jack, allora?”

Ero seduta nel mio ufficio, immersa in un caso di divorzio, non era esattamente il mio settore, ma Harry me l’aveva chiesto come favore personale e non avevo potuto dire no,  sua sorella stava divorziando e  lui si fidava  di me. Già non aveva preso bene il divorzio o le cause del divorzio stesso bene, non voleva che finissero spiattellate sulla prima pagina di una rivista da quattro soldi. 

Gemma Styles, l’avevo incontrata già diverse volte prima di prendere in mano il suo fascicolo, ed ero consapevole che questo non sarebbe stato un caso semplice. Era stato Mike, ora il suo quasi ex-marito a lasciarla dopo aver scoperto una serie di tradimenti, a nulla erano valse le sue scuse; ora l’obbiettivo era quello di uscirne inermi, tenere la stampa allo scuro e magari riuscire ad ottenere metà del contratto pre matrimoniale. Propriamente un gioco da ragazzi.

“Miss Cole, i suoi documen..ti” mi disse Jack balbettando e posando i documenti sulla scrivania “io andrei in pausa pranzo, se per lei va bene” continuo, aspetto un mio assenso del capo prima di ritirarsi e sorridente uscire dalla stanza. Non pensavo di essere un capo tanto male o di incutere tanto terrore, ma Jack sembra quasi terrorizzato da me, continuava a darmi del lei nonostante gli avessi detto più volte di non farlo e balbettava tantissimo. 

“Maria, ti ordino qualcosa per pranzo? Sushi?” Un voce, mi risveglio dal lavoro, Jessica la mia segretaria, nonché amica, se ne stava li, davanti la scrivania con in mano diversi menu dei takeway.

“Si grazie mille” le risposi  “pero niente sushi, non sto molto bene in questi giorni” continuai guardandola, avevo bene evitato di darle questa piccola informazione nelle nostre chiacchierate quotidiane, la adoravo, ma si preoccupava spesso e troppo. Ed infatti dopo neanche due secondi, inizio con la sua sfilza di domande.
“stai male? Cosa hai? Vuoi che ti chiami un dottore? Harry lo sa? ” 

Non potetti fare a meno di sorridere ed alzare gli occhi al cielo. “Ho solo un po di nausea e dolori al seno”

“Dai, per un attimo mi sono preoccupata, sarà la sindrome pre-mestruale. Ti ordino un insalata al bar dell’angolo” affermo e senza aspettare una risposta usci dall’ufficio. Era davvero una delle mie amiche più strette, una delle poche a sapere della mia storia con Harry ma sopratutto ad appoggiarla, da quanto era partito si preoccupava ancora di più per me. Era stata con me, nei momenti di sconforti e di crisi,  perché si la nostra storia era forte, ma i momenti di crisi non erano mai  mancati.

Continuai a lavorare,  fin quanto un insalata non mi si paro davanti agli occhi e per un momento amai Jessica, perché  non mi ero davvero resa conto della fame che avessi. 

Stavo per addentare la prima forchettata del mio pranzo, quando non potetti far a meno di pensare a ciò che Jessica aveva detto “sindrome pre mestruale” e rendermi conto di un assurda verità: erano più di due mesi che non avevo il ciclo. Non me ne ero resa conto fino a quel momento, sarà che era un periodo molto stressante e pieno d’impegni, la mia vita la passavo praticamente in ufficio e quando ero fuori di li, ero impegnata col volontariato.  Ma due mesi di ritardo erano un po tanti per non rendersene conto. Brava Maria, suppongo sarai proprio un ottima madre nel caso.

 

 

 “Sai un giorno mi piacerebbe avere dei figli” sussurro. Eravamo distesi sul letto, pelle a pelle, ero praticamente sdraiata sul suo petto, il suo mento appoggiato sulla mia testa, il paradiso in terra, il nostro paradiso. 

“Non penso sia il momento adatto Harry, tu lavori, io lavoro, abbiamo entrambi una carriera da portare avanti” non posso dire di non esserne sorpresa, era la prima volta che parlavamo di figli, di avere dei figli nostri.

“Lo so, ma ti piacerebbe un giorno?” Continuo, era incerto, quasi come se avesse paura della mia risposta. 

Alzai la testa e lo guardai dritto negli occhi e senza esitare cercai di rispondergli, facendogli capire tutto ciò che provavo per lui. 

“Harry io con te ci farei anche una squadra di calcio” 

 

Ma non pensava che fosse arrivata il momento, non era il momento, non era il tempo, lui era in tour, lei sommersa dal lavoro e poi era impossibile, prendeva la pillola e non la saltava mai. Era tutto cosi surreale. 

Ero schizzata fuori dall’ufficio, chiedendo a Jessica di annullare tutti gli appuntamenti del pomeriggio e spostarli al giorno dopo, mi aveva guardato sconvolta , ricordandomi tutti gli appuntamenti della giornata, ma Gemma Styles poteva anche aspettare, questa faccenda no, doveva arrivarne a capo prima delle sette di sera, prima della chiamata quotidiana con Harry. Si sarebbe accorto del suo nervosismo, ed era inutile farlo preoccupare per un qualcosa di surreale. 

 

Surreale, sperava che fosse solo surreale e non reale.

 

In questo momento mi trovavo davanti ad un scaffale pieno di test di gravidanza, ero imbarazzata e nervosa. Nella mia mente un vortice di domande, quale sarà il migliore? quanti ne dovrei prendere? Rimasi a fissarli per circa 10 minuti per poi decidere di prenderne tre per sicurezza e li scelsi tutti di marche diverse. Pagai ed usci, evitando l’occhiata della commessa che alla vita dei diversi prodotti, sembrava volermi  dire “non sai neanche scegliere un test di gravidanza, come potrai fare la madre?” 

 

Sarebbe stata una brava mamma? C’è l’avrebbero fatta? Come l’avrebbe presa Harry?  

Erano queste le domande che si accumulavano nella mia testa mentre tornavo a casa, una volta scesa dal taxi, mi precipitai nell’ascensore, senza neanche salutare Jon il portiere ultra-cinquantenne che più di una volta  mi aveva aiutata con la spesa. 

Dovevo  sapere e dovevo sapere il tutto al più presto.

 

Entro in casa di fretta, lascio la borsa in cucina e si diresse  direttamente verso il bagno, apri la porta e per poco non perse l’equilibro, Harry era li, con un asciugamano in vita , tutto bagnato, i test invece erano dispersi sul pavimento. Ottimo penso. 


 

Pov Harry

Avevo cercato di organizzare il tutto al meglio, con 144 ore libere prima del prossimo concerto e senza nessuna intervista o impegno supplementare avevo preso il primo aereo ed ero volato a New York. 

 144 ore di libertà non le avrei viste per almeno altri 4 mesi e ne avevo approfittato. Naturalmente Maria, non ne sapeva niente, sarebbe stata felice ne sono sicura, Jessica la sua segretaria non che amica, ne era stra-accorente, anche perché mi serviva il suo aiuto.

 Avevo un ottimo piano in mente, l’avrei sorpresa con una cena romantica nel nostro appartamento, avrei preparato il suo piatto preferito e ordinato una torta alle fragole nella sua pasticceria preferita. Jessica in tutto ciò, era colei che avrebbe dovuto fare la spesa, perché ero abbastanza sicuro che a casa non ci fosse praticamente nulla. 

 

“Sigonr Styles, bentornato!” Mi accolse Jon uscendo dalla sua scrivania per abbracciarmi. Jon era davvero fantastico, mi aveva aiutato più volte con i fan, con la sua faccia serena e sincera aveva convinto più di un fan, che li non abitava nessun Harry Styles ma che era tutto frutto della loro immaginazione. 

“Grazie Jon, Maria non è ancora tornata giusto?” gli chiesi

“no signore, di solito torna verso le 7. Vuole che l’avverto quando arriva?” Mi chiese sorridendomi

“no, preferisco farle una sorpresa” risposi dirigendomi verso l’ascensore e salutandolo con un cenno della mano.

Adesso non che Maria fosse una donna che amasse le sorprese, anzi al contrario le odia per la maggior parte delle volte, ma questa volta ero sicura che l’avrebbe adorato.

 

Una volta in casa, dovetti costatare diverse cose: prima di tutto mi era mancata stare in quella casa, non era cambiata molto, Maria aveva solo aggiunto una  nuova foto alla nostra parete dei ricordi, noi due a Parigi ma per il resto era tutto identico a 4 mesi prima. L’arredamento l’avevamo scelto insieme cosi come avevamo scelto insieme la casa, volevamo ricominciare e per questo motivo avevamo venduto i nostri due appartamenti in città, e affittato questo. Era piccola, nulla di esagerato o paragonabile a i  miei vecchi appartamenti, ma avevamo preferito qualcosa in intimo, qualcosa che eravamo in grado di gestire senza nessun aiuto esterno. Vi era due camere da letto, una cucina spaziosa ed un altrettanto spazioso salotto con una vista fantastica.

 

 La seconda cosa che dovetti constatare e che dopo 10 ore di viaggio, puzzavo da far schifo e per questo motivo era meglio farsi una doccia per poi iniziare a cucinare,  per non contaminare tutto con il mio profumo di rose. 

Solitamente facevo la doccia con la musica, mi rilassava come cosa, ma quest’oggi il silenzio, era ciò di cui avevo bisogno, in tour non era propriamente qualcosa che si sentiva spesso e per i 20 minuti della doccia, l’unica cosa che si sentiva il bagno era l’acqua che scorreva. 

Avevo appena avvolto un asciugamano sulla vita quando me la trovai di fronte, per poco non cadde per lo spavento. La cosa sarebbe stata molto simpatica, se non per il fatto che nella sua quasi caduta, aveva disperso sul pavimento quello che sull’impatto sembravano dei test di gravidanza. 

“Cosa significa?” Chiesi sconvolto, abbassandomi a prenderne uno. 


Note autrice: 
Ciao ragazze! Cosa ne diti di questa storia? Vi sta piacendo?
Spero di ricevere al piu presto la vostra opinione, a lunedi  per il prossimo argionamento (prima nel caso arriviamo a tre recensioni).
Un abbraccio, Tessa 
  
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