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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    30/07/2018    1 recensioni
[Angst/HurtComfort/FamilyFluff][PostHades]
Versione riveduta e corretta, divisa opportunamente in capitoli, della mia fic con lo stesso nome.
Quando non si sa se le cose miglioreranno o meno, quando un certo numero di segreti sono talmente dolorosi da rischiare di distruggere una famiglia ancora prima che questa possa muovere i primi passi...
Quando la Guerra Santa porta ferite molto più profonde di quelle fisiche.
Genere: Drammatico, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nei Giardini Che Nessuno Sa'
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CAPITOLO 14

FRAMMENTI


10 Dicembre


Ehi, leggete qui! Su questa rivista parlano di vacanze da trascorrere in campeggio. Potrebbe essere una bella idea per la primavera!”

Sai che hai ragione, Nachi?”

Ma abbiamo abbastanza tende? E il fornello da campo?”

Ci serve una lista di tutto il necessario, cosa dice l’articolo?”

Sono stati previdenti, è tutto scritto qui. Saori-san, dove potremmo trovare un materasso ad aria?”

Dovrei chiedere a Tatsumi se sa dove trovare dell’attrezzatura da campeggio alla Villa, da qualche parte di certo dovremmo averla. In caso contrario, la ordineremo.”

Verresti anche tu, Saori?”

Naturalmente, Seiya.”


Era primo pomeriggio ma la luce, dato il cielo coperto che minacciava pioggia, era già scarsa; tuttavia, nessuno dei ragazzi sembrava preoccuparsi, completamente a proprio agio nelle differenti posizioni sparse un po’ in ogni angolo.

Con le gambe di Seiya in grembo – impegnato nella lettura attenta di uno dei fumetti che Shun gli aveva portato qualche giorno prima e di tanto in tanto occupato a grattarsi il naso per il fastidio della cannula dell’ossigeno - Saori osservava i suoi ragazzi che discutevano della proposta di Nachi: “Forse Aprile sarebbe la stagione più indicata.” fece notare Shun, indicando un grafico colorato stampato sulla rivista, “Non fa ancora troppo caldo ed elenca anche alcuni posti interessanti che varrebbe la pena visitare.”.

Non sarebbe divertente andare ad Hakone?”

Ad Hakone ci vanno i vecchietti, Seiya.”

Ma i bagni termali sono il massimo.”

Così giovane fuori ma così vecchio dentro...”

Noioso.”

Vecchietto.”

Il cuscino venne lanciato nella direzione generale di Ichi ma non superò neppure Saori, che se lo ritrovò in grembo; con un sorriso, la ragazza lo prese tra le mani, lo sprimacciò ben bene e si allungò per rimetterlo dietro la schiena di Seiya: “Non preoccuparti, dirò ad Akiko-san di non dargli la solita doppia razione di torta al cioccolato stasera.”.

Ichi si rintanò con la testa tra le spalle mentre gli altri presenti ridevano.

Grazie di vendicare il mio onore.” Seiya si lasciò cadere all’indietro e chiuse gli occhi per qualche istante, esausto anche solo per quel piccolo movimento.

Quando riaprì gli occhi, la mano di Shiryu stringeva un bicchiere a pochi centimetri dalla sua bocca: “Devi bere un po’.” gli disse lui.

Seiya annuì e avvicinò le labbra al bicchiere, lasciando che il fratello lo aiutasse: “Grazie…”.

Shiryu annuì e, una volta che Seiya ebbe finito di bere, riprese il bicchiere e lo poggiò sul comodino prima di riprendere possesso della sedia che ormai era diventata parte di lui: “Riprenditi in fretta, così possiamo andare in campeggio già questa primavera.”.


17 Dicembre


Makishima-sensei ripose lo stetoscopio nella borsa e rivolse un sorriso a Seiya, che lo fissava con aria stanca: “Avete fatto bene a farmi chiamare, ha qualche linea di febbre ma niente di troppo preoccupante, l’importante è che assuma abbastanza liquidi e che non si sforzi troppo. Il suo fisico è ancora indebolito dalla lunga immobilità e ha bisogno di abituarsi gradualmente alla vita di tutti i giorni ma sta migliorando costantemente. Mi aspetto che presto possa iniziare la terapia riabilitativa, magari possiamo provare tra un paio di giorni? Tempo che la temperatura torni ottimale.”.

I presenti sospirano di sollievo quasi all’unisono e, mentre Saori si attardava a parlare ancora per qualche minuto col medico, Shun si era avvicinato al letto per sedersi sul bordo accanto al coetaneo, gli strinse la mano e poggiò la testa sulla sua spalla: “Sono proprio contento...” ammise sottovoce.

Seiya si lasciò scappare un sorriso e ricambiò la stretta: “Non sarà mai troppo presto.” ammise lui, prima di poggiare la guancia tra i capelli del fratello, “Comincio a essere stanco di sentirmi così debole…” borbottò, chiudendo gli occhi.

Shun gli accarezzava la schiena ritmicamente, mormorando una vecchia ninna-nanna: “Pensa che siamo qui per te, che per noi l’importante è che tu sia qui, vivo e vegeto.”.

Grazie, Shun… Grazie davvero. E-E sono felice che siate qui, sul serio...”.

Gli occhi di Shun si riempirono di lacrime a quelle parole appena sussurrate ma si limitò a sorridere e a stringerlo più forte: “Ti voglio bene, fratellino...”

Ehi… Non siamo così distanti di età.”

Ma sono comunque più grande di te.”

Non fare tanto lo sbruffone, solo di qualche mese.”


22 Dicembre


Quindi secondo lei può essere dimesso?”

Con la propria tazza di tè ancora intonsa sulla scrivania e quella semi vuota della giovane Dea davanti a sé, il dottor Makishima annuì e si poggiò coi gomiti a sorreggere la testa: “Certamente. Ha fatto enormi progressi in queste ultime settimane di cure e terapie farmacologiche, anche i primi risultati della riabilitazione sono discreti e sono lieto di confermare la mia iniziale idea: Seiya-kun potrà essere dimesso a breve, una decina di giorni al massimo, e se anche i primi tempi sarebbe consigliabile che deambulasse con l’ausilio di una sedia a rotelle, non ne avrà bisogno sul lungo periodo. Prevedo un recupero praticamente totale. Certo, si affaticherà con maggior facilità ma riprenderà a camminare senza problemi. Mi auguro che lo continuerete a sostenere anche in futuro.”.

A quelle parole, il petto di Saori si liberò di un peso e la giovane si lasciò andare a un sospiro sollevato: “Non sa che gioia mi dà, dottore.” rispose lei sorridendo.

Posso immaginarlo, sa…” l’uomo si alzò in piedi e le diede le spalle, guardando al di là della grande finestra che illuminava lo studio: “So cosa dovete aver passato, ojou-sama. Seiya-kun non è il primo paziente così giovane che mi è capitato in cura. Ho visto molte famiglie nelle vostre condizioni ma il fatto che sia sopravvissuto… è un dono enorme, mi aspetto che non lo gettiate via.”.

Non ne abbiamo l’intenzione. Adesso che… vogliamo agire per il meglio.” replicò Saori con un lieve e rispettoso cenno del capo: “Abbiamo perso troppo tempo, abbiamo sacrificato troppe cose...”.

È una buona cosa, ojou-sama e sono felice di vedervi finalmente sorridere.”

A quelle parole, la ragazza sollevò di scatto la testa, guardando il dottore con aria confusa mentre questi sorrideva accondiscente e le versava dell’altro tè prima di risedersi: “La conosco da molti anni e conoscevo suo nonno da molto prima, non sono a conoscenza di tutti i dettagli ma Kido-sama era solito confidarsi con me nell’ultimo periodo della sua vita, oltre che con Tatsumi-san, ovviamente. Mi ha raccontato che questi ragazzi… che sono figli suoi, che sono fratelli nel sangue e nello spirito, che li ha dovuti mandare via, incontro a morte certa. Una notte venne da me, vecchio e pallido come mai l'avevo visto in vita mia, supplicandomi di occuparmi di loro se mai fossero tornati, che il rimpianto delle sue azioni lo avrebbe accompagnato nella tomba. Quella notte, per la prima volta, l’ho visto piangere senza alcun freno. Era un uomo come tanti, un uomo che ha fatto tanti, forse troppi errori, che non ha mai chiesto perdono perché consapevole di non meritarlo. Ma io credo che Seiya-kun sia qui anche grazie a lui, ho l’incrollabile fede che anche dopo la morte lui abbia continuato a vegliare sui suoi figli, su di lei, ojou-sama, e che stia espiando la sua colpa cercando di darvi quella gioia di cui vi ha privati in passato.”.

Ma io-”

So che da bambina era particolarmente… convincente.” la fermò l’uomo con un cenno della mano e un tenero sorriso: “Era solita ottenere quello che voleva, ad ogni costo.” aggiunse, Saori abbassò lo sguardo, turbata, “Ma con l’atteggiamento permissivo dalla quale era circondata, ha negato una natura amorevole che, ho potuto notare, le s'addice molto di più. Kido-sama se n’è accorto forse troppo tardi quando il danno era già stato fatto – lui per primo si è pentito di non aver posto un freno alla cosa quando avrebbe potuto - ma lei è cresciuta e si è presa cura di questi ragazzi, come penso anche loro si siano presi cura di lei in passato, ha affrontato con coraggio una sfida enorme e posso dire senza ombra di dubbio che suo nonno sarebbe stato fiero di lei, così come lo sono io.”.

Un singhiozzo, seguito da altri, bloccò il fiato in gola alla ragazza, che nascose il viso nella stoffa dell’abito candido: “I-Io non... non capivo... Pensavo f-fossero g-giocattoli, n-non bambini come m-me... Ricordo... Ricordo di aver chiesto a Tatsumi di poter sostituire J-Jabu perchè si era rotto un braccio per f-farmi da cavalluccio.” la ragazza sembrava veramente distrutta, “C-Chiesi a T-Tatsumi di r-riportarlo dove l'a-avevano trovato e di prenderne un a-altro. Eppure, lui non ha mai smesso di proteggermi, mi sono stati vicino anche quando avevo la freccia nel petto, n-non mi hanno lasciata sola un attimo. E io l-li volevo sostituire come v-vecchi g-giocattoli rotti, n-non li ritenevo u-umani come me, e-erano o-oggetti! Oggetti! Quei ragazzi h-hanno fatto così tanto per me e io v-volevo buttarli via.”.

Pazientemente, Makishima-sensei le sorrise e le passò un fazzoletto, che ella accettò di buon grado mentre le lacrime non smettevano un attimo di scendere: “Pianga finché ne sente il bisogno, ojou-sama. Qui nessuno la disturberà. Si prenda tutto il tempo di cui ha bisogno.”.

Lei annuì: “N-Non voglio farmi vedere dai ragazzi… Non così. Hanno bisogno di me. Devo essere forte per loro.”.

Sanno che lei è accanto a loro e che sta facendo tutto quello che è in suo potere perché stiano bene, sono anche sicuro che l’abbiano vista in condizioni molto peggiori, non la giudicheranno negativamente per questo.”

S-Sono sempre stati forti, per me e per tutti quanti. Hanno convissuto per tutta la vita con un peso enorme che non so come abbia fatto a non schiacciarli, si meritano che qualcuno adesso lo prenda sulle proprie spalle al posto loro.”

Sono invece convinto che soffrirebbero.”

Confusa, Saori alzò gli occhi ancora lucidi verso il medico, il quale era tornato a sedersi: “Vi ho visti, ojou-sama. Stavo facendo un ultimo giro prima di ritornare a casa, sono passato in camera di Seiya-kun per valutarne le condizioni e vi ho trovati addormentati, vi tenevate per mano e Seiya-kun sembrava tranquillo e sereno, nonostante le sue condizioni. E quando si è sentita male... Ojou-sama, quel ragazzo le vuole un bene infinito e se lei soffre, beh, soffrirebbe anche lui, lui e tutti gli altri. Non abbia fretta, la vita che avete davanti è lunga e bellissima, avrà tempo per “espiare”, se così si può dire. Anche se sono convinto che non ce ne sia bisogno. Non più, almeno.”.

La ragazza sembrava tremare impercettibilmente sotto lo sguardo del dottore mentre il significato di quelle parole si amalgamava coi suoi sentimenti: “In questo momento deve sentirsi senza dubbio molto turbata, forse anche molto spaventata. Dia tempo alla sua mente di guarire; anche se ad essere stato ferito maggiormente è stato Seiya-kun, non per questo non siete vittime anche voi. Anche le famiglie sono vittime quando qualcosa accade ai loro cari.”.

Saori annuì, stringendo il fazzoletto tra le dita sottili.

Ora si asciughi gli occhi, può servirsi del mio bagno personale, se ne sente il bisogno. Poi, una volta che si è calmata, può tornare in camera da Seiya-kun.” Makishima-sensei le indicò la pesante porta di legno lucido in fondo alla stanza: “Faccia con comodo.”.

La giovanissima sorrise: “La ringrazio.”

Lui scosse la testa: “Non deve. Mantengo solo una promessa fatta ad un vecchio amico. Ora vada, per qualsiasi cosa mi trova qui”.


§§§


Non si era detto che non ti saresti mosso da qui mentre andavamo a prendere il pranzo anche per te?”

Mi annoiavo e Jean e Satsuki-san non avevano tempo di chiacchierare.”

Avresti potuto farti male.”

Non farla così tragica, serpentello. Satsuki-san mi ha lasciato le stampelle apposta per fare un giro. Il medico ha detto che muovermi mi fa bene, per la riabilitazione!”

Sempre il solito incosciente. Non ha detto che potevi uscire sotto la neve!”

Il battibecco che accolse Saori di ritorno nella piccola stanza le strappò una risata sincera: Seiya, aggrappato alle spalle di Geki, gesticolava all’indirizzo di Ichi, che sembrava tirarlo per i pantaloni del pigiama mentre Jabu, scuotendo la testa sconsolato, depositava sul mobiletto un vassoio con sopra cinque scodelle e altrettante tazze di tè pericolosamente in bilico: “Sei pallido come Hyoga, e non è un complimento.” gli fece notare Unicorn, raddrizzandosi e asciugandosi i palmi delle mani sui pantaloni della tuta.

Ma ho fatto solo quattro passi per il corridoio!”

Jean-kun ha detto di averti visto uscire in cortile prima di riuscire a riportarti dentro semi-congelato. Non avevi neppure uno straccio di giacca addosso.” aggiunse Geki, depositandolo sul materasso con cautela; Ichi afferrò la pesante coperta appoggiata allo schienale della poltrona e gliela mise addosso: “Stai tremando.” disse torvo, “Perché ti vuoi ammalare a tutti i costi? Testardo.”

Cosa è successo?” chiese Ban, comparso all'improvviso sulla soglia accanto a Saori, sembrava pallido e col volto tirato ma si sforzava di sorridere, più che altro a beneficio degli altri.

Saori sentì un brivido di freddo correrle lungo la schiena, sembrava avesse visto un fantasma; si domandò se per caso...

I quattro ragazzi si voltarono di scatto verso di loro e Seiya le sorrise: “Lo hanno trovato che gironzolava per il cortile, in pigiama. Ha nevicato tutta la notte e le temperature sono polari.” rispose Jabu al suo posto, frugando nel cassetto alla ricerca di qualcosa, “Ecco, tieni questo sotto la lingua e non parlare.” esclamò, tirando quindi fuori il termometro e passandolo a Ichi; questi glielo infilò poco gentilmente tra i denti; “Ban, dov'eri finito? Hai trovato Makishima-sensei?” chiese Hydra.

Saori sussultò e Ban la imitò, i due non osavano guardarsi negli occhi ma sembrava che nessuno degli altri se ne fosse accorto: “N-no, era occupato e non sono riuscito a parlarci...” ammise, tenendo lo sguardo basso.

Infastidito dal termometro, Seiya lanciò un’occhiata indispettita ai fratelli suoi coetanei: “Non fiete mia mafre.” borbottò.

Cos’ha detto?”

Che non siamo sua madre, preferisci che chiamiamo Meiko-san? Lei sarebbe ben contenta di farti un bel predicozzo.”

Pegasus si ammutolì di colpo.

Vedo che ci siamo capiti.” esclamò Jabu soddisfatto, facendo quindi spazio ad Atena: “Abbiamo preso qualcosa da mangiare anche per lei, Saori-san.”.

La ragazza annuì prima di entrare; seguita da Ban - che accostò la porta alle loro spalle -, andò a sedersi in poltrona: “Vi ringrazio.” disse solo, prendendo una delle ciotole che Geki teneva in equilibrio, “Ho delle buone notizie da parte del dottore, Seiya presto potrà essere dimesso.”.

Davvero?! E quando?!” chiese subito l’interessato, a cui Geki aveva tolto in tempo il termometro dalla bocca: “Quasi 38° C, ecco cos’hai ottenuto dalla tua gita.” lo rimproverò Ursa Minor, agitandogli l’oggetto davanti al naso, “Saori-san, verrà dimesso prima o dopo Natale?” continuò poi il massiccio ragazzo, “Abbiamo mandato Ban a cercarlo appunto per avere notizie sulla dimissione.”.

Credo che prima della fine dell’anno sarà a casa, sul Natale non saprei dirvi nulla ma Makishima-sensei pare voglia tenerlo ancora un po’ sotto osservazione. Soprattutto vista questa febbre. Ma vedremo stasera, quando farà il giro delle visite.”.

Rabbuiatosi improvvisamente, Seiya si lasciò sprofondare nei cuscini che lo tenevano sollevato; accortasi del suo inaspettato mutismo, Saori si girò verso il Saint di Pegaso, scrutandolo con preoccupazione: “Ti senti male?” chiese lei.

Seiya scosse la testa ma evitò accuratamente di incrociare lo sguardo dei presenti: “Senti dolore da qualche parte?” Saori non capiva cosa avesse scatenato quella reazione e neppure gli altri tre ragazzi sembravano averne compreso l’origine, data l’espressione pensierosa sui loro volti; ancora una volta, Seiya scosse la testa e si aggrappò col pugno alla casacca del pigiama, giusto all’altezza del proprio petto martoriato: “Solo…” mormorò, sentendo gli occhi iniziare a riempirsi di lacrime.

Solo…?”

Solo che… Stamattina ho visto in giro delle decorazioni e non volevo crederci… E’ davvero Dicembre?”

Saori sentì distintamente Geki accanto a sé trattenere il fiato mentre la stanza sprofondava nel silenzio.

Con un sospiro stanco, la ragazza poggiò la ciotola sul comodino per poi andarsi a sedere sul materasso accanto a Seiya; facendo attenzione a non strappare alcun filo, Athena gli strinse le mani tra le proprie, sfregandole per scaldarle: “Ho perso davvero così tanto tempo?” sussurrò lui guardandosi attorno sperduto, come se il peso immenso di quei mesi lo avesse improvvisamente soverchiato.

Jabu sentì il cuore balzargli in gola: c’era qualcosa di profondamente sbagliato nel vedere Seiya così indifeso e fragile, lui che era sempre stato il cuore pulsante dei Bronze Saints di quell’epoca.

Saori rivolse a Seiya un sorriso affettuoso mentre gli sistemava i capelli troppo lunghi e spettinati dietro le orecchie: “Ti sei preso il tempo che ti serviva.” disse lei, “Non c’era alcun motivo per cui tu avresti dovuto aver fretta. Ti abbiamo aspettato.”.

Saori-san ha ragione.” intervenne Jabu, lui e Ichi si erano avvicinati al letto e ne avevano occupato l’altro lato: “Tutto è meglio dell’alternativa. E se ti preoccupa l’esserti perso il mio compleanno… Beh, hai sempre tempo per rimediare.” concluse Unicorn con soddisfazione, “Ho visto proprio ieri una cosa che potresti comprarmi per farti perdonare.”.

E il mio compleanno allora?” borbottò Seiya: “Ve lo siete dimenticato?”

Non è proprio così, malfidato.”

Dalla porta lasciata socchiusa, entrarono all’improvviso Hyoga e Shun, seguiti a breve distanza da Shiryu e Nachi, quest’ultimo aveva le braccia piene di pacchetti: “Abbiamo fatto un giro veloce in orfanotrofio e poi in pasticceria per ritirare la torta, volevamo aspettare che stessi meglio per festeggiare.” annunciò Andromeda mentre si levava la sciarpa e i guanti.

Saori si alzò per aiutare i nuovi arrivati a mettere ordine: “Non abbiamo ancora pranzato, però.” disse lei, spostando il vassoio dimenticato in un angolo; Cygnus scrollò le spalle, esaminando il contenuto delle tazze e delle ciotole di zuppa: “E’ ancora caldo, sedetevi e mangiate. Noi abbiamo preso qualcosa al volo lungo la strada.”

In pochi secondi, i piatti furono distribuiti e i cinque cominciarono a mangiare, scambiando di tanto in tanto qualche parola tra di loro, Seiya – ancora debole – veniva aiutato da Shiryu con le posate; quando infine anche gli ultimi residui di zuppa e riso vennero spazzati via e le stoviglie messe da parte per evitare che si rompessero, l’involto più grosso di tutti venne posato con delicatezza sul letto: “Akiko-san e le altre avrebbe voluto prepararti una delle loro torte al cioccolato, sanno che le apprezzi particolarmente, ma i bambini le hanno precedute e hanno voluto ad ogni costo comprartene una.”.

Gli occhi di Seiya si allargarono in maniera buffa, inumidendosi un poco per la commozione mentre Saori, seduta accanto a lui, sorrideva: non era stato per niente difficile coinvolgerla, per i bambini, in quella missione “super-segretissima per far felice Seiya-nii”.


Sorellona carina, possiamo chiederti una cosa?”

Seduta sulla veranda e impegnata a chiacchierare con Miho e Seika, Saori non si era accorta dell’arrivo di un gruppetto di bambini i quali, scostatisi dai compagni, si erano radunati davanti a lei; sorpresa, la ragazza annuì: “Cosa succede?” domandò, passando a Seika la tazza semi-vuota.

Imbarazzati, i piccoli si scambiarono un’occhiata per poi consegnarle una busta decorata con mille adesivi e tracce di pastelli: “Abbiamo raccolto questi. Seiya-nii ha saltato il compleanno, lui adora festeggiarlo con noi!” esclamò Makoto, il bambino era sempre in prima linea quando si trattava di far qualcosa per il suo fratellone preferito, “Sorellona carina, puoi comprargli una torta e portargliela da parte nostra? Ci hanno detto che per un po’ non potremmo andare a trovarlo...”.

Ve l’abbiamo spiegato, piccoli.” intervenne Seika, tirando fuori dalla tasca un fazzoletto per pulire le guance di Hiroshi ancora sporche di pennarello: “Seiya sta facendo delle cose che lo faranno stare meglio ma non sono cose da bambini. Ma quando uscirà potrà giocare con voi.”

Saori annuì, la sua mente andò alla terapia di riabilitazione che il Saint di Pegasus aveva da poco iniziato, era faticosa e a tratti anche dolorosa oltre ogni previsione e sia Shiryu che tutti gli altri fratelli erano costantemente impegnati ad assisterlo durante ogni sessione e per tale motivo le loro visite all'istituto si erano drasticamente ridotte.

Lo sappiamo, ma lui ha sempre festeggiato tutti i nostri compleanni e vogliamo fargli un regalo.” insistette Akira, “Makoto, dagliela.”

Lo sto facendo!” esclamò piccato l’altro bambino, allungando ancora il braccio per depositare la busta in grembo alla Dea: “Abbiamo visto una torta bellissimissima in un negozio mentre andavamo con Seika-neechan allo zoo, dentro la busta c’è l’indirizzo. È giusto perchè abbiamo controllato sull'elenco telefonico per essere sicuri, li abbiamo anche chiamati per chiedere se l'avevano ancora e ci hanno detto di sì. Sorellona carina, ci aiuti?” Mimiko si era aggrappata alle spalle di Hiroshi per vedere meglio in viso la ragazza più grande, “E’ una missione super-segreta per far felice Seiya-nii.” mormorò lei con fare cospiratorio

Incerta su come rispondere per non far udire il singhiozzo che le si era fermato in gola, Saori annuì, prendendo il piccolo involto di carta con mano tremante, aprendolo per esaminarne il contenuto: sul foglietto che trovò allegato alle banconote stropicciate, era segnato effettivamente l’indirizzo di una delle pasticcerie migliori della città.

Esultando soddisfatti, i piccoli si sparsero per il giardino mentre Miho, presa una manciata di fazzoletti di carta dalla scatola poggiata accanto a sé, li allungò verso la coetanea: “Sono delle pesti ma di buon cuore.” disse soltanto, anche lei aveva gli occhi lucidi.

Non ne ho mai dubitato.” rispose lei prima di alzarsi in piedi e sistemarsi la veste stropicciata: “Ora però è meglio che vada” aggiunse; Seika e Miho la imitarono, iniziando a raccogliere gli oggetti sparsi per la veranda, “Può restare quanto vuole, ojou-sama, lo sa che ci fa piacere la sua presenza. E poi i bambini la adorano, quasi quanto adorano i ragazzi.” disse la più anziana delle due educatrici ma Saori scosse la testa con un sorriso, “Il negozio che i bambini hanno visto chiuderà a breve e voglio passarci prima di tornare in clinica.”


Quando Nachi finalmente riuscì a rompere il nastro che teneva chiuso il pacco, nella profusione di carta, apparve un dolce dall’aspetto invitante, un trionfo di cioccolato ed eleganti volute di crema, dalla cura visibile nei minimi particolari decorativi: “Gli scriccioli si sono impegnati.” esclamò questi, scostandosi per far vedere quel trionfo di zuccheri anche ai fratelli, “Chissà a quante caramelle hanno rinunciato.”.

Seiya non riuscì a dire niente, sentiva unicamente gli occhi riempirsi di lacrime e un groppo fermarsi in gola.

La mano gentile di Saori gli si poggiò sulla spalla e, anche senza alzare lo sguardo, il ragazzo poteva giurare che la sua Dea stesse sorridendogli con lo stesso affetto di sempre: “L’hanno fatto per te, per farti sorridere e farti capire che ti sono vicino.” disse a bassa voce senza interrompere il contatto, “Ti vogliono bene, Seiya, sei circondato dall’amore di così tante persone…”.

Il ragazzo annuì, sfregandosi gli occhi con la manica del pigiama prima di alzare la testa e guardarli uno ad uno negli occhi: “L-Lo so, eppure… Non riesco a smettere di piangere.” ammise con un filo di voce.

Con cautela, Shun gli si avvicinò; sedutosi sul materasso accanto a Saori, si sporse per asciugargli il viso dalle lacrime: “Siamo qui per te, Seiya. Tutti, nessuno escluso.” mormorò il fratello, non senza un vago senso di colpa a pesargli sul petto, sapeva di parlare implicitamente anche per Ikki-niisan, anche se ormai aveva perso il conto dei giorni in cui aveva smesso di incontrarlo anche solo di sfuggita nei corridoi della villa, un fantasma che aleggiava negli angoli di una stanza perennemente chiusa a chiave, una stanza dove nessuno di loro poteva entrare, impenetrabile come la mente del più anziano fra tutti e sigillata come lo scrigno del suo cuore.

Lo so… E-E mi dispiace, davvero, non so cosa mi prenda.”

Come facciamo a farti capire che non devi giustificarti? Non con noi e neppure con qualcun altro, non è necessario.” Geki e Ban, ben più alti di tutti loro messi assieme, svettavano sopra le teste dei presenti con espressione seria.

Ursa Minor si fece largo tra Shiryu e Hyoga - in piedi accanto al comodino come a voler vegliare sul Saint di Pegaso - e poggiò la propria mano sulla sua testa, scompigliandone i capelli: “Non hai fatto niente per cui tu debba farti perdonare.”.

Seiya annuì e tirò su col naso prima di sollevare lo sguardo su ciascuno di loro: “Vi ho fatto soffrire così tanto… Eppure siete ancora qui. Non saprò mai come ringraziarvi.” mormorò, gli occhi pieni di lacrime e speranza.

Ai presenti balzò il cuore in gola; mentre Shun gli gettava le braccia al collo, stringendolo con tutta la forza che aveva, tutti gli altri lo circondarono, racchiudendolo in un guscio di amore e affetto da cui sarebbe stato difficile districarsi, non che qualcuno di loro volesse, in realtà.

Quando i singhiozzi smisero di farlo sussultare, Seiya si scostò gentilmente dall’abbraccio e si asciugò gli occhi con la manica del pigiama, non disse niente, incerto della propria voce, ma annuì vigorosamente allo sguardo incoraggiante del fratello coetaneo, che lo fissava ansioso: “Ti senti meglio?” chiese Shiryu, chinandosi su di lui per passargli un fazzoletto.

Seiya annuì di nuovo.

E se intanto iniziassimo a tagliare la torta? Sarebbe un peccato sprecarla.”

Nel tentativo di alleggerire l’atmosfera, Nachi afferrò uno dei coltelli che avevano portato dalla villa e ne puntò la lama verso il dolce: “Non so voi ma ho fame.”

Hyoga gli diede un pugno scherzoso sulla spalla: “Ma se ti sei mangiato una dozzina di takoyaki al chiosco vicino alla pasticceria! E hai rubato un giro di bacchette di ramen a Shun!”

C’è sempre spazio per il dolce.”

In breve, la torta venne tagliata a fette e distribuita – quattro vennero tenute da parte per Meiko, Satsuki, Jean e il dottore – e l’aria attorno a loro perse quella pesantezza emotiva che sembrava averli imprigionati fino a qualche minuto prima: dopo aver finito di mangiare, il letto venne invaso da pacchetti di ogni forma e dimensione, doni da parte dei bambini, di Miho e Seika, delle donne di servizio della Villa, uno arrivava perfino dalla Grecia e il mittente sorprese e non poco il gruppo di guerrieri che facevano a gara per accaparrarsi un pezzo di materasso dove appoggiarsi per avere più ampia visuale.

Julian Solo? Davvero, Saori-san?” chiese Jabu, esaminando il biglietto d’auguri scritto in eleganti lettere greche; la ragazza annuì con una risata nascosta dietro la mano: “E’ arrivato verso metà Novembre, l’ho conservato con cura da allora. Poseidon- Julian-kun venne a sapere dell’ “incidente” in Grecia e, dato il passato che abbiamo... condiviso, è stato di grande aiuto e sostegno. Si presentò in ospedale, impedendo che facessero troppe domande, e ha supportato il vostro trasferimento con medici e infermieri che hanno sostituito temporaneamente quelli della Fondazione che erano in arrivo. È stato fondamentale per soccorrervi e stabilizzarvi.”.

I ragazzi si guardarono confusi: “Questo vuol dire che… ricorda quello che è successo?” Hyoga sembrava restio ad accettare la cosa.

Saori scosse la testa: “Non del tutto. Ricorda che deve essere accaduto qualcosa ma i dettagli gli sono del tutto oscuri. Tuttavia, non ha fatto domande. La coscienza di Poseidon riposa tranquilla e, anche se si risvegliasse, non sono convinta che ci possa essere avversa, non più. In ogni caso, ci teneva a far avere a Seiya questo regalo, possiamo prenderlo come un buon segno per il futuro.”.

Quando finalmente lo spacchettarono, i ragazzi sgranarono gli occhi mentre un elegante ed ugualmente possente Pegaso intagliato nel cristallo rifletteva i raggi del sole, poggiato sul palmo della mano di Seiya.

Ad Atena scappò una risata divertita nel vedere le facce dei suoi ragazzi e, in cuor suo, sperò che quella pace durasse per il resto delle loro vite, e magari anche oltre.


§§§


Devono essere veramente stanchi per dormire così a lungo in quella posizione.”

Jabu scese dal bordo del letto con un balzo mentre Seiya, dalla sua posizione accoccolata sul cuscino accanto a Shiryu, osservava con espressione lievemente stralunata il viso addormentato di Saori, semi-sdraiata sulla poltrona assieme a Nachi e Ichi.

Geki scosse la testa: “Dovremmo riportarli a casa.” fece notare, senza però fretta di muoversi: “Non rischiano di ammalarsi, dormendo così?” chiese Ban.

Con le teste degli altri due in grembo e tutti e tre avvolti in una morbida coperta, Saori sembrava in pace con sé stessa.

Lasciamoli tranquilli per ora, manca ancora un po' alla fine dell'orario di visita.” Shiryu si interruppe un attimo per bere un sorso di té tiepido: “E non credo che Meiko-san sarà troppo fiscale. E poi, il riscaldamento funziona a pieno ritmo, staranno bene.”.

Però rischiamo di svegliarli se restiamo qui a chiacchierare.”.

E se uscissimo in corridoio a fare due passi? Così Seiya potrebbe togliersi la voglia di andare a zonzo da solo e noi potremmo al contempo tenerlo d'occhio.” Ban si era alzato dalla sedia e aveva spostato le stoviglie sporche e gli avanzi di torta: “Non è una cattiva idea.” Geki approvava quella proposta, senza contare che restare sempre chiuso lì dentro non faceva bene a Seiya, ne comprendeva il desiderio di libertà – benchè i metodi di evasione che il fratello impiegava non fossero i suoi preferiti – e voleva fare qualcosa al riguardo.

Te la senti? La febbre non è più così alta ma...” chiese Ban, voltandosi verso Seiya; questi annuì vigorosamente e spostò le coperte, mettendo in mostra i tutori che celavano le gambe: “Scherzi? Passami quelle stampelle e usciamo prima che Shiryu decida di fermarci.” disse lui, allungando le mani verso le stesse, poggiate contro il muro più lontano.

Shiryu scosse la testa e si lasciò scappare una risata: “Non ho intenzione di fermarvi. Penso anche io che sia una buona idea.” e così dicendo lo sollevò, prendendolo da sotto le ascelle, e lo depositò con cura sulla sedia più vicina mentre Hyoga gli allungava le stampelle e Shun afferrava una vecchia felpa per fargliela indossare.

In breve, il gruppo seguì un traballante Seiya all'esterno; Jean – notatili fin dal banco dell'accettazione – li raggiunse di corsa: “Meno male che non sei da solo questa volta, Seiya-kun! Oppure Meiko-san se la prende con me.” disse l'infermiere, scompigliandogli i capelli.

Per impedire altri tentativi di evasione bislacchi, gli abbiamo permesso di fare un giro all'esterno. Ma solo se non si stanca.” Jabu fulminò Seiya con lo sguardo, “Al primo accenno, ritorneremo in camera.”.

Per tutta risposta, Seiya gli fece una linguaccia: “Se non te ne fossi accorto, sono qui con voi. Non parlare come se non fossi presente.”.

Cos'è questo ronzio fastidioso? Lo senti, Shun?” intervenne Hyoga.

No, non sento niente. Sarà stato il vento. Ci sono un sacco di spifferi.” Shun nascose la propria risata dietro la mano: “Dovremmo dire a Saori che sono necessari dei lavori di ristrutturazione.”.

Jean scoppiò a ridere: “C'est drôle, Seiya-kun! Saori-ojousama è in camera?”

Si è addormentata. Nel caso si svegliasse prima del nostro ritorno, potresti dirle che siamo usciti?” ormai Seiya aveva fatto amicizia con lui; il giovane infermiere annuì: “Lascia fare a me, Seiya-kun. Ora andate. Buon pomeriggio, ragazzi.” e così dicendo ritornò al bancone, immergendosi nella lettura di un plico di documenti che faceva bella mostra di sé accanto al telefono.

Bene, cosa vogliamo fare ora?” chiese Hyoga: “Probabilmente il giardino interno è ancora aperto, anche se è tardo pomeriggio.”.

Prima scendiamo in caffetteria, voglio salutare la signorina dei ramen.” intervenne Seiya: “Me ne ha fatta recapitare una ciotola l'altra sera dopo riabilitazione, è stata gentile.” aggiunse, notando gli sguardi interrogativi dei fratelli.

Deve essere la stessa che ha preparato i ramen per noi, Shiryu.” Jabu si voltò verso il maggiore di loro: “La signorina della caffetteria, quella della sera in cui Saori-san è rimasta a dormire qui.”.

Shiryu annuì, ricordava la ragazza che sorrideva dietro il bancone: “Allora scendiamo.”.

Il gruppo di ragazzi si strinse attorno a Seiya e avanzò verso l'ascensore; mancavano ormai pochi passi quando una voce sorpresa li bloccò, facendoli voltare: “Seiya, ragazzi, dove state andando?”.

Seika era in piedi sulla soglia, le mani sollevate a togliere la sciarpa lunga e pesante e l'aria visibilmente confusa: “Non ti aspettavamo oggi, Seika-san.” rispose Geki, poggiando una mano sulla spalla di Seiya per tenerlo fermo e impedirgli di cadere, “Stiamo andando di sotto. Vieni con noi, Seika-neesan?” gli occhi di Seiya brillavano per l'entusiasmo di vedere la sorella maggiore; ella, a propria volta, si sentiva felice nel constatare che le condizioni del fratello fossero migliorate al punto da permettergli non solo di alzarsi dal letto ma anche di andare in giro per la clinica con un minimo aiuto.

Lei annuì, raggiungendoli con pochi e ampi passi: “Saori-ojousama? Gli altri?” domandò lei, schiacciando il pulsante di chiamata dell'ascensore; Jabu indicò la stanza alle loro spalle con un sorriso, “Addormentati. Quanto vorrei avere una macchina fotografica sotto mano.”.

Sempre il solito dispettoso, Jabu-kun.” rise Seika.

E' un modo come un altro di collezionare ricordi.” disse invece lui: “Riuscite a immaginare la faccia di Tatsumi nel vedere Saori-san addormentata su una poltrona? Peccato abbia già perso tutti i capelli, altrimenti se li strapperebbe da solo. Conosci Tatsumi, vero, Seika-san?”.

Ve l'ho già detto, Jabu-kun, ragazzi, non c'è bisogno di essere formali con me. Potete chiamarmi Seika e basta, anche Seika-neesan, se vi fa sentire meglio. Insomma, siamo praticamente una famiglia... Comunque no, in realtà non lo conosco. L'ho visto soltanto una volta ma di sfuggita, ho avuto come l'impressione che stesse cercando di evitarmi...” mormorò Seika pensierosa, ricordando quel breve scambio di sguardi che si erano scambiati mesi prima, in una sera d'estate in cui il maggiordomo era passato a prendere Saori in clinica per riportarla a casa.

Jabu rise nervosamente: “Non è facile abituarsi.” ammise lui.

Però tu e gli altri mi avete fatto da scudo e non avete avuto bisogno di alcuna abitudine. Potete fare questo piccolo sforzo per me.” e così dicendo, Seika strizzò l'occhio ai ragazzi presenti: “Anche Hyoga ha smesso di usare il -san con me.” fece notare.

Seiya sbuffò: “Non voglio doverti contendere con Jabu.” borbottò con tono falsamente offeso: “Già mi ruba le coperte quando resta a dormire qui. In ogni caso, Crapa Pelata non è proprio la persona più indicata con la quale cercare di fare amicizia, neesan.” disse lui, “Non lo è mai stato, neppure in passato.”.

Seika guardò il fratello minore con aria sorpresa: “Non capisco.” ammise lei, “L'ultima volta che l'ho visto sembrava turbato. E' successo qualcosa?”

Non è mai stato tanto gentile nei nostri confronti, Seika.” intervenne Shiryu con un sorriso tirato: “Noi crediamo... Crediamo che adesso si senta in colpa.”.

La ragazza sembrò sorpresa ma si limitò a guardare alternativamente i ragazzi, senza dire alcunchè.

Quando eravamo bambini, si divertiva a farci del male...” Shiryu non sapeva come spiegarle la situazione senza turbarla troppo: “E' sempre stato crudele con noi, eppure al momento tende a evitarci.”.

Definisci crudele, Shiryu. Mi ribellavo ai suoi metodi violenti contro i più piccoli e mi sono trovato più volte appeso a testa in giù come bersaglio mobile per la sua spada di bambù. Se la prendeva perfino con Shun, con Shun! Che neppure riusciva a guardarlo in faccia per il terrore!” esclamò Seiya massaggiandosi al contempo il fianco che aveva preso improvvisamente a fargli male.

Seika sussultò e lo afferrò istintivamente per il braccio, stringendolo a sé: “Ma Saori-ojousama...” mormorò sconvolta.

Geki scosse la testa: “Era una bambina come noi e tutti la viziavano. Anche lei... Anche lei è stata crudele nei nostri confronti ma all'epoca non era in grado di comprendere cosa stesse facendo, nessuno gliene fa una colpa.” disse lui spingendo i ragazzi nell'ascensore appena arrivato, “Quando sono riuscito a tornare in Giappone... All'inizio, la detestavo.” ammise candidamente Seiya, chinando il capo, “Ero sicuro che non avesse fatto nulla per trovarti, neesan, che volesse soltanto farci uccidere nel suo spettacolo. Poi però...”

Poi però...?”

Sono successe molte cose da allora.” intervenne Shun, stretto in un angolo dell'ascensore: “Abbiamo imparato a conoscerla, a conoscere la coscienza di Atena dentro di lei, l'abbiamo seguita e protetta. Vedi, anche lei ha sacrificato molto per questo mondo e non ce la sentiamo di colpevolizzarla per qualcosa sulla quale non aveva alcun potere. Forse è stata lei a pagare il prezzo più alto di tutti.” sospirò lui.

L'abbiamo perdonata, per quello che c'era da perdonarla. Ma mentre noi eravamo in addestramento... lei deve aver visto il proprio mondo andare in pezzi mentre lentamente si rendeva conto di tutto quello che deve aver fatto da bambina.”.

Ma come fate ad esserne sicuri...?” Seika era ancora turbata da quelle confessioni.

Perchè l'ho sentita.”.

A sorpresa, Ban si era fatto avanti, pallido e lo sguardo puntato verso il pavimento: “Qualche ora fa, ero andato a c-cercare il medico per chiedergli della dimissione di Seiya, avremmo voluto averlo a casa per Natale. Sono arrivato davanti al suo ufficio e ho sentito Saori-san che piangeva. M-Mi sono spaventato e sono rimasto a sentire, p-pensavo che f-fosse qualcosa che riguardava Seiya. Invece piangeva per quello che ci ha fatto, per quello che c-contribuì a fare.” confessò il ragazzo con un filo di voce, “Si sentiva in colpa e p-piangeva per noi.”.

Shun gli strinse il braccio: “Ne parlavamo prima, in camera. Come Saint, ne siamo usciti malconci ma lei non ha avuto una sorte migliore.”.

Il segnale sonoro dell'ascensore ne annunciò l'arrivo al piano, le porte si aprirono con un fruscio e i ragazzi si sparsero al di fuori, guardandosi attorno: “La caffetteria è da quella parte.” disse Shiryu, indicando il fondo del corridoio e la porta che si apriva su un'altra stanza, più ampia e luminosa. In silenzio, col solo rumore dei loro passi come compagnia, il gruppo di fratelli si mosse, raggiungendo in breve l'accesso; all'interno, non videro nessuno, solo la ragazza dietro il bancone che sembrava affaccendata nelle pulizie.

Noi cerchiamo un tavolo abbastanza grande per tutti.” disse Hyoga, tirandosi dietro Shun e Ban: “Non dimenticate di prendere qualcosa da mangiare per Seika-san.” aggiunse Andromeda, prima di venir trascinato via in tutta fretta.

Ma non è necessa-” tentò di dire la ragazza, venendo bloccata da Shiryu che le sorrideva: “La decisione è presa.” disse lui, “Hai mangiato, neesan?” chiese Seiya, osservandola con attenzione.

Imbarazzata, la ragazza scosse la testa: “Mentre i bambini erano fuori con Miho-chan, io ne ho approfittato per rimettere un po' in ordine. Non mi sono neppure accorta dell'ora. Quando i bambini sono tornati, sono uscita di corsa per venire qui.”.

Jabu scosse la testa: “Non ti fa bene non mangiare, neesan.” insistette Seiya, “Ha ragione, Seika-san.” Jabu tirò fuori dalla tasca un piccolo portafoglio di pelle, dal quale estrasse una banconota da 1000 yen nuova e numerose monete, “Ramen caldo per Seika-san, té per Shiryu, Shun e Hyoga, kasutera per me e Ban, caffè per Geki...”

Io voglio una cioccolata calda!” intervenne Seiya.

E una cioccolata calda per il marmocchio.” concluse Jabu, contando con attenzione i soldi nel palmo della mano: “Perfetto, possiamo ordinare.” annunciò, avvicinandosi al bancone.

La giovane donna dietro di esso alzò la testa e sorrise, agitando la mano in un segno di saluto: “Buongiorno ragazzi, cosa posso fare per voi?”

Jabu ripetè l'elenco delle richieste e le porse i soldi: “Grazie.”.

Lei annuì e sparì nella piccola cucina, dalla quale ben presto giunse il rumore di stoviglie e pentole che cozzavano le une contro le altre; appoggiato con la schiena al bancone, Jabu incrociò le braccia al petto: “Non ci vorrà molto, è veloce.”.

Ma non era necessario. Avrei mangiato con calma assieme a Miho-chan stasera a cena.”

Neesan, mancano ancora parecchie ore. Non farmi fare il fratello maggiore che ti rimprovera perchè non mangi, sarebbe troppo strano.”

Ecco a voi ragazzi.”

Il vassoio con tutti gli ordini fumanti venne poggiato con delicatezza sul bancone e Shiryu lo prese in mano: “Grazie.” rispose lui.

È il mio lavoro. E poi, è bello vedervi più sereni.”

Grazie per l'altra sera, Jean mi ha portato i ramen.” intervenne Seiya, avvicinandosi con passo traballante: “Erano buonissimi.”.

La ragazza gli sorrise mentre riprendeva a sistemare dietro il bancone: “Sono contenta che ti siano piaciuti, E poi, Jean-kun è sempre così disponibile e affettuoso con i pazienti che ha voluto ad ogni costo occuparsene, io mi ero già organizzata per portarteli personalmente.”.

Jean è veramente gentile, ha sempre un mucchio di caramelle nascoste nelle tasche da darmi.”.

Ora capisco perchè, di recente, non hai più così tanto appetito. Mangi fuori pasto.” Shiryu teneva il vassoio in equilibrio ma al contempo lo squadrava con espressione severa: “Dovremmo fare un discorsetto sulla questione.”.

Per tutta risposta, Seiya gli fece una linguaccia e andò a nascondersi dietro la schiena di Geki: “Ho bisogno di zuccheri per riprendermi!”

Ammettilo che in realtà sei solo un inguaribile goloso.”

Senti chi parla... Chi si è appena ordinato un pezzo di kasutera da mangiare da solo?”

Buoni bambini.” sorrise Geki, spostandosi di lato e dando una leggera pacca sulla schiena di Seiya: “Andiamo a sederci prima che si raffreddi tutto. Grazie signorina.” e con un leggero inchino alla ragazza, Ursa Minor prese i due fratelli più giovani sotto braccio e li accompagnò fino al tavolo, seguito da breve distanza da Seika, che non la smetteva di ridacchiare dietro la mano sollevata a coprire la bocca, e Shiryu.

Shun si alzò non appena li vide avvicinarsi per spostare la sedia dove far accomodare Seiya: “Ci avete messo poco.” notò lui, riponendo le stampelle contro la parete perchè non fossero d'ingombro, “La signorina è sempre veloce ed efficiente. Attento che la teiera scotta.” rispose Shiryu, iniziando a distribuire piatti e tazze; una volta serviti tutti, si sedette a propria volta.

Come sono i ramen, neesan?” s'informò Seiya, il labbro superiore sporco di cioccolata.

Buonissimi. Non mi ero accorta di avere così tanta fame.”

Immaginavo, Seika-chan.” Shun sorrise gentile: “Avessimo saputo che fossi passata, ti avremmo tenuto da parte anche una fetta della torta dei bambini.”.

La torta di compleanno per Seiya? Com'era, buona?” chiese lei curiosa: “Mai mangiata una più buona.” rispose l'interessato, “Appena possibile, voglio ringraziarli a dovere.”.

Quando ti dimetteranno, verrai a trovarci, otooto.” disse Seika.

Senz'altro. Non vedo l'ora di giocare con quelle piccole pesti.”

Con calma, Seiya. Non subito, prima devi riprenderti.”

Ah, ma sto bene, Shiryu! E poi, il dottore ha detto che vorrebbe dimettermi presto, no? Quindi anche lui è convinto della cosa!”

Conscio che discutere con il fratello minore fosse del tutto inutile, ma felice per la sua allegria e il suo entusiasmo nei confronti del futuro, Shiryu riprese in mano la tazza smaltata per bere un altro sorso di té mentre Seiya si voltava verso Geki: “Abbiamo una partita di pallone in programma, gliel'avevo promessa prima di partire, e stavolta verrete anche voi.”

Dovremmo allenarci allora, non gioco a calcio da una vita.” esclamò Ban, incrociando le braccia dietro la nuca: “Quei bambini sono avversari temibili, dove non arrivano con le gambe, arrivano con le braccia. Senza contare che giocano tutti insieme contemporaneamente quindi è difficile intuire dove andranno a lanciare il pallone.” intervenne Hyoga, “E usare il Cosmo sarebbe come barare, quindi è stato bandito.”.

Fammi capire, salvate il mondo almeno tre volte prima di pranzo e vi fate mettere sotto da dei bambini?” Jabu era sull'orlo delle lacrime dal ridere.

Non ho detto questo.” si difese Hyoga: “Solo, non è corretto usare il Cosmo contro dei bambini; ti assicuro però che difficilmente ci facciamo battere senza lottare.”.

Lo sapevo, i marmocchi ve le suonano di santa ragione.”

Questo perchè Seiya si ostina a restare in porta, non ne prende una.”

Questo, a casa mia, si chiama arrampicarsi sugli specchi e non ti fa onore, Hyoga.”.

E poi non gioco così male in porta!”

Su questo avrei da ridire.”.

Seika posò le bacchette sulla ciotola e si sporse verso Shun: “Sono allegri, vero?” disse lei, “Otooto, non cavare gli occhi di Jabu col cucchiaino.”, aggiunse, sporgendosi verso il fratello per togliergli di mano l'arma improvvisata.

Shun non potè non scoppiare a ridere: “Già.” rispose, osservando i ragazzi che battibeccavano tra loro ma senza la minima malizia: “E' bella la pace.”.


§§§


Quando Saori aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu Nachi chino su di lei: “Che succede?” chiese, coprendosi la bocca per nascondere uno sbadiglio; dal bagno si udiva il rumore dell'acqua che scorreva e la ragazza notò non solo l'assenza di Ichi ma anche la stanza deserta, tranne che per loro due.

Ci siamo addormentati, Saori-san.” confessò Wolf con le guance arrossate per l'imbarazzo: “E gli altri devono essere usciti.”.

Saranno andati a far sgranchire le gambe a Seiya, stare chiuso qui dentro non deve essere il massimo per lui.” fece notare Ichi, di ritorno dal bagno: “Li troveremo nel giardino interno, dubito che Shiryu abbia permesso a Seiya di uscire con la febbre. Saori-san, se vuole darsi una rinfrescata al viso...”.

La ragazza annuì per poi alzarsi: “Aspettatemi qui, andiamo a cercarli assieme.” e sparì dietro la porta bianca.

Con un sospiro, Hydra si gettò sulla poltrona mentre Nachi raccoglieva le stoviglie sporche del pranzo: “La mensa è sulla strada per il giardino, non ci costa niente riportarle giù.” aggiunse, incerto su come interpretare lo sguardo del fratello fisso su di lui; questi annuì ma non disse nulla, si limitò a concentrare lo sguardo su un punto che, Nachi capì, si trovava alle sue spalle.

Voltatosi, Wolf vide che l'anta dell'armadio era mezza aperta e, da essa, si intravedeva non solo lo scialle di Seika-san ma anche un certo numero di disegni appiccicati al legno con pezzi irregolari di nastro adesivo, disegni di bambini, gli stessi che i loro piccoli amici avevano donato a Seiya in quei lunghi mesi di coma.

Nervosamente, ripose le stoviglie sporche e si avvicinò al fratello, che non aveva staccato gli occhi dall'armadio: “Ehi, tutto bene?” chiese con un filo di voce prima di poggiargli la mano sulla spalla; Ichi sussultò e, con uno scatto, spostò lo sguardo su di lui, quegli occhi neri come la pece sembravano spalancati su un mondo spaventoso.

Nachi non disse nulla, si limitò a stringere più forte le dita nel tentativo di fargli sentire che gli era vicino: lentamente, Ichi sembrò riacquistare la propria consapevolezza e, come se si vergognasse, abbassò lo sguardo, “S-Sì, tutto a posto.” mormorò, senza per questo avere il coraggio di guardare l'altro negli occhi.

Wolf sospirò ma non si mosse: “Non ti credo.” disse soltanto.

Fu quello il momento in cui Saori ritornò in camera, trovandosi davanti la bizzarra scena; sorpresa, restò ferma sulla porta, osservando la posizione statica di Ichi e quella tensiva di Nachi: “Ragazzi?”.

I due ebbero un sobbalzo e si voltarono verso di lei con l'espressione di due bambini pescati con le mani nella marmellata: “Tutto bene?” chiese lei, asciugandosi il viso con un asciugamano color pesca, “Siete pallidi.”.

Ichi scosse la testa e tenne lo sguardo basso: “E' stato solo un momento, g-giuro.”.

Vieni a sederti un attimo qui.” Saori si era accomodata in fondo al letto di Seiya e, battendo la mano sulla coperta, invitò il ragazzo a raggiungerla: “Non avere paura...”.

Vedendolo incerto, Nachi lo spinse in avanti – aveva entrambe le mani poggiate sulle sue spalle – e lo guidò fino al letto dove Saori lo attendeva con le braccia spalancate: “E' tutto a posto, non sei obbligato a parlare...” mormorò lei, stringendolo a sé.

Ichi annuì poco convinto ma non fece alcun movimento ulteriore mentre il peso che gli premeva sul petto sembrava diventare sempre più opprimente, impedendogli quasi di respirare.

è stato un anno difficile, per tutti quanti.” la voce di Saori era carezzevole e gentile: “Non solo per Seiya, ma anche per voi che gli siete rimasti vicini, che avete scoperto il vostro passato.”

M-Ma voi siete stati in prima linea in battaglia, noi non abbiamo fatto granchè...”

Avete protetto Seika-san e avete dato a tutti una ragione per tornare indietro, hanno avuto la forza di farcela solo perchè sapevano che c'era qualcuno ad aspettarli. Avete dato a Seiya una ragione per vivere ancora.”

A quelle parole, Ichi ebbe un sussulto e Nachi si avvicinò di un passo a loro, pallido in viso e confuso: “In che senso?” domandò.

Senza lasciare la presa su Ichi, la ragazza gli sorrise: “Seiya... Seiya forse saprà spiegarvi meglio ma, quando abbiamo visto il Pegaso in cielo quella notte, sono corsa qui.”

Me lo ricordo.”

Al mio arrivo, ho sentito il suo Cosmo. Soffriva così tanto, sentivo il suo dolore come se fosse stato il mio e non potevo lasciarlo lì; ho attraversato le vie del Cosmo e l'ho trovato, era lontano da noi ma al tempo stesso vicino, ci separava soltanto un velo che però lui non riusciva a varcare per la paura, era scisso in due dal terrore di soffrire ancora e dal desiderio di tornare qui per riabbracciarci e riabbracciarvi. Tuttavia, non era da solo.”

Cosa vuol dire?” mormorò Ichi.

Assieme a lui, c'era vostro padre. E non soltanto lui.”

Intende dire che...?”

Lo spirito di Seiya rischiava di perdersi nel nulla, di sparire e di andarsene per sempre ma vostro padre, le vostre madri e perfino i vostri fratelli... Erano tutti lì con lui, lo hanno tenuto ancorato alla vita e gli hanno dato un motivo per resistere. E il motivo siete voi.”

Nachi sembrava sull'orlo delle lacrime.

Ripeto, lui saprà senza dubbio spiegarvi meglio ma non dite che non avete fatto nulla. Non ve lo permetto. Anzi, ringrazio gli Dei che non siate scesi in battaglia assieme a noi, il vostro ruolo è stato senza dubbio molto più importante: forse Seiya e gli altri hanno salvato l'umanità ma voi avete salvato Seiya. Lo avete aspettato e gli avete dato la forza di affrontare il dolore e superarlo, i veri eroi siete voi.”.

D-Dice davvero?”

Con le lacrime che avevano iniziato a scendere senza freno, Nachi si era avvicinato a Ichi – nelle medesime condizioni – e lo aveva stretto a sé senza tuttavia perdere il contatto visivo con Saori; tra le sue braccia, Hydra sembrava più bambino che mai: “Non potrei mai mentirvi, né ora né mai. Stamattina ho parlato con Makishima-sensei ed è stato lui a farmi capire una cosa fondamentale. E' stato un anno difficile per tutti e non soltanto Seiya ne è una vittima ma anche te, Nachi, e Ichi, e Hyoga, Shiryu, Jabu... Tutti voi siete vittime, tutti noi siamo vittime ed è per questo che dobbiamo darci il tempo necessario per riprenderci e guarire, per poter affrontare di nuovo il mondo con gioia e speranza. E se non riuscite a credere alle mie parole per il vostro bene, almeno fatelo per quello di Seiya...”.

Nella stanza si udirono solo singhiozzi soffocati per parecchi minuti ma, quando infine Saori uscì nel corridoio, seguita dai due ragazzi, sui loro volti ancora arrossati per le lacrime vi erano dipinti dei timidi sorrisi e nei loro occhi si era rinnovata quella fiamma che sembrava essersi spenta per sempre dopo la Guerra.

Forse il processo di guarigione sarebbe stato più lungo del previsto ma qualcosa cominciava a muoversi.

   
 
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