Luca le bacia un orecchio. Lui e Ramona sono seduti uno di fronte all'altra, su uno scoglio. La spiaggia è isolata, i piedi scalzi a mollo nella correte tiepida e nera.
«Ti amo e ti odio.» le dice con un tono amaro.
Ramona sorride spropositatamente. Stringe le mani di Luca e le porta alle labbra per baciarle.
«È un sollievo, credevo di essere l'unica strana a pensarlo.»
Luca le accarezza il viso, le afferra la nuca e la spinge verso di se. Più che abbracciarla si sdraia con i pensieri stanchi sopra il suo seno.
Chiude gli occhi e lascia che Ramona lavori con i suoi capelli quasi fossero argilla e lei un'artista.
«Perdonami per tutto ciò che ti ha fatta soffrire per colpa mia. Scusa per ogni gesto, parola e silenzio. Adesso sono inutili, meschini e tremendi.» mormora lui, stringendole la vita.
«Non dirlo perché sono moribonda, per me non hanno tutto questo peso. Senza non saremmo il disegno di adesso. Vedi, intanto uno traccia tante linee sghembe e brutte, fa errori e si innervosisce, ma alla fine riesce a cancellare il pasticcio e dare una forma armoniosa e bella.»
Luca sospira. C'è l'ha con Dio, anche se non ha mai creduto in lui; vorrebbe prenderlo a botte perché gli sta togliendo la cosa più preziosa che possiede.
«Vuoi che mi vesta di azzurro per il tuo funerale?» Luca tenta di fingersi neutro al discorso, ma non si accorge di piangere nel dire queste parole.
«Si, proprio come per il mio compleanno. E non ti radere la barba, sai che ti trovo super sexy con quella.»
Sorridono, non possono fare altro.
La malinconia li avvolge, si coccolano per un po', ma non hanno intenzione di dormire. Quella notte proprio non dormono.