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Autore: Spensieratezza    03/08/2018    3 recensioni
Può il potere di una moneta cambiare il corso di una vita? E perchè Jared Padalecki lo permette?
Jared Padalecki e Jensen Ackles si ritroveranno a essere l'uno, l'antitesi dell'altro, senza averlo scelto.
Genere: Angst, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fiaba oscura/ serie dei gemelli '
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Erano passati dei giorni durante la gita alle grotte e quella sera avrebbe incontrato Jensen alla festa in piscina di un loro amico comune.

Non erano venuti insieme, lo aspettava in giardino, come tutti. Era una festa in maschera, quando lo vide arrivare, però, trattenne il fiato.

Jensen era vestito completamente di nero con un lungo mantello e una maschera.

L’uomo del suo sogno!

“Jared. Ti piace il mio costume?” gli disse sorridendo, togliendosi la maschera.
“S-sì.” Tremò Jared. “E a te piace il mio?”

Jared era vestito un po come arecchino. La tuta che aveva indosso era per metà come un clown e l’altra metà raffigurava metà pantaloni classici e metà camicia bianca con metà cravatta.

Jensen lo guardò con un sorrisino sbieco.

“Sembra il completamento di un’opera di un artista che non è mai riuscito a finire o decidere quale delle due dovesse prevalere sull’altro.”

“Rappresenta la dualità, Jensen.” spiegò il moro. “Lo sdoppiamento dell’anima. Rappresenta crudeltà e debolezza.”
Jensen lo guardò perplesso.
“Ti chiederei quale delle due prevarichi l’altra.”
“Sono complementari. Chi è debole, è sempre crudele.”(citazioni dal libro "l'ultima riga delle favole )
 

Jensen fissò Jared e per qualche attimo ci fu il gelo tra loro.

“Non è quello che mi hanno insegnato.” Sbuffò. “A me hanno insegnato che la cosa più importante è la giustizia e la giustizia punisce chi è crudele, se ne frega se l’uomo è stato crudele, perché debole.”
 

Rimanemmo così a fissarci per qualche istante, poi Jensen se ne andò da solo a prendere qualcosa da bere.
Notai che si girò di nuovo a fissarmi.

Ci eravamo lasciati così, senza comprenderci, ma in questo mondo, è difficile comprenderci.(citazioni dal libro "I dolori del giovane Werther" )
 
Mi sentii strappare il cuore, come se lo stessero portando via da me.

Mi avvicinai a grandi passi, veloci, verso Jensen che sgranò appena gli occhi a vedermi in quel modo.
Era seduto a bordo piscina con gli altri.

Mi inginocchiai a lui e lo abbracciai da dietro, singhiozzando contro la sua spalla,piano, incapace di frenare i sentimenti che mi laceravano dentro.
Lo amavo così tanto…

Jensen da parte sua, mi accarezzava i capelli, mi guardava con i suoi occhi meravigliosi, che erano diventati liquidi e mi sussurrò di perdonarlo, mi confessò che non era sé stesso in quei giorni. Era tutta colpa sua, non mia, diceva.
Come poteva essere colpa sua? Ero io, IO la causa di tutto, dicevo.

Jensen scuoteva la testa, mi diceva che non capivo, doveva mostrarmi una cosa, diceva.
Mi prese per mano, mi portò nella palestra immensa del nostro amico e chiuse a chiave la porta.
 


Se la situazione non fosse stata drammatica, avrei perfino potuto pensare che Jensen avesse intenzioni sconce, ma quando si voltò verso di me, i suoi occhi brillavano d’oro.
 
“Jensen…i tuoi occhi…cos’hai? Cosa..sono?? Quel luccichio..”

“Posso fare delle cose, Jared, da quando quel pipistrello mi ha morso io sono..cambiato. Non sono un vampiro.” Disse con un sorrisetto. Lui e Jared avevano preso in giro molte volte tutti quei film che andavano di moda adesso sui vampiri e il biondo sapeva a cosa il moro avrebbe immediatamente pensato.

“E quindi..cosa sei?” chiese Jared sarcastico, tenendogli il gioco.
Jensen lo guardò sospettoso.
“Se te lo mostro, mi prometti che non cambierà niente tra di noi?”

“Te lo prometto..” sussurrò Jared, ma non era sicuro di poter mantenere la promessa, non proprio.

Jensen sembrò lottare per prendersi coraggio, poi spiccò un salto.
Solo che non fu un salto qualunque.


Fu un salto enorme. Riuscì ad aggrapparsi alla trave di legno situata sul soffitto e da li, spiccare un altro salto come una scimmia sugli alberi.

Jared lo fissava a bocca aperta, poi Jensen fissò il materasso di gomma poco distante e con agilità ci atterrò sopra seduto, con grazia.
Jared era allibito.
Jensen gli stava sorridendo.

“Non..non credevo che..un trapezista sapesse fare cose del genere..”
“Non le sa fare, infatti..” disse Jensen, tranquillo.
“Jensen..”
“Non mi credi, bene, ma magari crederai a questo..” Jensen lo prese per una mano e si mise a correre davanti alla finestra aperta, Jared fu costretto a correre per stargli dietro, la finestra era sempre più vicina…..



Jared era a bocca aperta, incapace di fermarlo o di fermarsi, era terrorizzato, ma nonostante tutto non gridò per fermarlo, perché irrazionalmente si fidava di Jensen.
E poi saltarono.
 
Quel salto sembrò durare secoli, attimi, secoli di attimi infinitesimali, epoche lontane e diverse, non fu niente di tutto quello che Jared avesse mai provato, perfino il deltaplano non era paragonabile a un’esperienza come quella di lanciarsi in quel modo nel vuoto, con il vento tra i capelli e il terreno che ti manca sotto i piedi.
Poi atterrarono.

Su un altro tetto.

Incredibilmente, atterrarono con grazia senza frantumarsi i piedi, Jared però dovette essere sostenuto poi da Jensen, perché l’atto del volo lo frastornò un po, barcollava.


“Ehi, tutto okay?” gli chiese Jensen sorridendo.
“Che..che..che cosa cavolo è appena successo?” ansimò Jared.
Jensen gli sorrise in maniera radiosa.

“Io volo, Jared.”
“Che..che cosa??”

“Non proprio completamente, ma per buona parte i miei salti assomigliano a questo, mi dispiace di averti spiazzato così, ma non mi avresti creduto mai altrimenti.”

“Che..mio dio, Jensen! potevamo cadere, potevamo sfraccelarci entrambi al suolo!!”
Jensen scosse la testa.
“Sapevo che non sarebbe successo. Da quando quel pipistrello mi ha morso, il mio corpo è cambiato, Jared.”
“Cambiato..in che senso??

“Mi sento potente, come non mi sono mai sentito così in tutta la mia vita. Le mie funzioni vitali non sono più le stesse di un tempo, i limiti che prima concepivo non ci sono più, posso..VOLARE..quasi! Avevo così paura di dirtelo, temevo che mi considerassi un mostro, ma non voglio esserlo, Jared, capisci? Con questo che posso fare, con le mie capacità ho capito che..voglio fare del BENE, perché POSSO, capisci? Io..posso cambiare il mio destino! “

Jared lo fissava sempre più spaventato. Non sembrava dalle sue parole, un suo possibile nemico.
“Ora che sai..mi accetti ancora?” chiese Jensen con un sorriso titubante.

Jared accettò la sua mano tesa e dopo pochi istanti, sentì un altro tuffo al cuore.
Avevano di nuovo saltato. Jensen lo aveva trascinato di nuovo con sé, nel vuoto.
 
Ma proprio come la prima volta, non si sfracellarono al suolo!
Atterrarono di nuovo su un altro tetto!
E poi un altro, un altro.


L’adrenalina di Jensen era la sua adrenalina, il suo entusiasmo era il suo, la sua gioia era condivisa, era al passo con lui, perfettamente simmetrici, con il cuore e la mente, come non avrebbe mai creduto potevano essere. Non capiva niente, vedeva le immagini delle case, sfrecciare, la vista offuscarsi, ma la stretta nella mano di Jensen, rimanere salda e non dubitò neanche per un istante, che Jensen lo avrebbe fatto cadere.
 
Poi, una discesa più lunga delle altre e Jared si acorse che erano di nuovo a terra, erano scesi da tutti quei tetti ed erano uno di fronte all’altro, in piedi, in un vicolo buio.



“Oddio! È stato..è stato..merviglioso.” ansimò Jared, ma le sue parole parevano essere smentite dal giramento di testa che ebbe in quel momento.

“Piano, piccolo.” Lo sostenne Jensen. “Accidenti, forse ho esagerato.” Disse con un sorriso dolce, sentendosi un po in colpa.

“No. No. mi è piaciuto..” disse Jared, sconvolto. “Dio, non avrei mai potuto pensare di provare delle sensazioni, delle emozioni del genere!” disse Jared, aggrappandosi a lui.

Jensen ridacchiò. “Volevo che le provassi, volevo che sentissi quello che provo io.”

“Perché? Ti fidi così tanto di me, da cedermi una parte così intima di te?”

Ti amo così tanto, da farlo. “ disse Jensen.
 

Jared non credette di poter essere più felice di così. Dimenticò di tutto, della moneta, della maledizione, delle visioni strane che aveva avuto sul loro destino nefasto, le voci, perfino suo fratello, in quel momento c’era solo Jensen e l’amore che provava per lui, che sapeva ormai, essere diventato immortale e forse, lo era sempre stato.

Ti amo, Jensen.” disse, prendendogli il volto e baciandolo con passione, sotto le stelle.
   
 
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