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Autore: Laura Taibi    08/08/2018    1 recensioni
{Sequel di "The last sacrifice"}
Sono passati piú di vent'anni da quando Ladybug e Chat Noir sono spariti nel nulla, dopo aver sconfitto Papillon. Pargi ha vissuto un lungo periodo di pace ma una nuova minaccia, proveniente da un lontano passato, sta per risorgere in cerca di vendetta.
Prima di iniziare ci tenevo a scrivervi un paio di cose e fare i dovuti ringraziamenti: prima di tutto alle mie fidate compagne Ambrogio's angels, nonché al fantastico master Ambrogio... se non fosse stato per loro né TLS, né tantomeno questa storia avrebbero mai visto la luce. Ringrazio con tutto il cuore la fantastica Dark Side, per aver fatto la magnifica copertina che vedete (che amo davvero alla follia!!!) e, infine, ringirazio mio marito Alex, che nonostante le mie ovvie turbe mentali mi sta sempre accanto e mi sostiene in tutti i progetti, anche se ancora non sono riuscita a convertirlo a miraculous (ma non demordo xD).
Buona lettura!
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Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'autobus partì proprio mentre l'uomo voltava l'angolo. Tentò di raggiungerlo, urlando al conducente di fermarsi, ma il mezzo pubblico continuò imperterrito la sua corsa, svanendo tra le strade semi deserte della città.

 

«Dannazione» imprecò l'uomo, poggiandosi ad un palo con il fiatone. Diede uno sguardo all'orologio, poi agli orari dei mezzi pubblici e imprecò nuovamente. Non voleva aspettare ma, se voleva arrivare a casa, non gli restava altra scelta che andare a piedi.

 

Era tardi e il rumore dei suoi passi rimbombava per le vie. Le luci all'interno delle case erano quasi tutte spente e, nonostante l'aria tiepida, inspiegabilmente l'uomo si ritrovò a rabbrividire.

 

Era quasi come se qualcuno lo stesse osservando.

 

«Salve.»

 

L'uomo quasi saltò in aria dallo spavento. Si voltò di scatto e si ritrovò davanti una ragazza, non più che ventenne, che gli sorrideva.

 

«Salve» disse l'uomo, tentando di ritrovare la calma «le serve qualcosa?»

 

La ragazza sorrise, portandosi una ciocca dei fluenti capelli neri dietro l'orecchio. «La mia auto si è fermata e non riesco più a farla ripartire. Mi chiedevo se poteva aiutarmi...»

 

L'uomo si guardò intorno, confuso.

 

«Si trova a pochi isolati da qui!» si affrettò a spiegare la ragazza «Le faccio strada!»

 

L'altro si voltò verso la strada che lo avrebbe ricondotto a casa. Non sapeva perché ma aveva una brutta sensazione addosso.

 

«La prego» incalzò la ragazza, sbattendo i suoi enormi occhi a mandorla e agganciando lo sguardo di lui «sono qui da pochi giorni e non conosco nessuno. Parigi a volte può essere pericolosa per una ragazza sola, di notte...»

 

L'uomo annuì e lasciò che quella facesse strada.

 

Svoltarono un paio di angoli, allontanandosi dalla via principale per addentrarsi in alcuni vicoli.

 

«Allora, che ci fa una ragazza giovane come te, da sola a Parigi?» chiese l'uomo, più per spezzare il silenzio che altro.

 

La ragazza si fermò, guardandosi intorno. «Ho un conto in sospeso con un vecchio amico.»

 

L'uomo sorrise. «Non mi sembri così grande da avere "vecchi amici"! Quanti anni avrai? Venti? Venticinque?»

 

Una luce rossa proveniente dalla ragazza abbagliò l'uomo. Non appena fu di nuovo in grado di distinguere ciò che aveva intorno si rese conto che la ragazza aveva cambiato abbigliamento e lo guardava con un'espressione divertita da dietro una maschera.

 

Spaventato, l'uomo fece per scappare ma, voltatosi, si rese conto di essere in trappola: il vicolo era bloccato da centinaia di ragni.

 

«In realtà,» disse la ragazza, avvicinandosi a lui e cingendogli il collo con i lunghi artigli affilati, «ho più di duecento anni.»

 

Una miriade di fili avvolsero l'uomo, mentre il suo grido si perdeva nella notte.

 

 

 

 

 

Era passata solo una settimana, ma la notizia che due nuovi eroi erano apparsi per difendere Parigi era già sulla bocca di tutti.

 

Le persone che venivano attaccate, scoprirono, se non venivano liberate al più presto rimanevano prive di coscienza, potevano cadere in coma o anche peggio, cosa che rendeva fondamentale riuscire a sventare gli attacchi nel minor tempo possibile.

 

Arakne aveva tentato un altro attacco, stavolta al Louvre, ma ancora una volta Kitty Noir e Coccinelle erano riusciti a sventare i suoi piani, dopodiché la loro nemica sembrava essersi volatilizzata.

 

«Forse si è arresa» azzardò Emi, controllando nuovamente il nuovo blog. La ragazza aveva seguito il consiglio di Daniel, aprendo il "Coccinews" che, in pochi giorni, aveva ricevuto migliaia di visualizzazioni e tantissime testimonianze di persone che le avevano inviato video e foto dei due eroi in azione.

 

Plagg sbadigliò, rigirandosi sul letto della ragazza. «Non credo proprio. Magari è solo affamata.»

 

«Sei tu quello affamato» obbiettò l'altra.

 

«E tu dovresti nutrirmi!» si lamentò il piccolo kwami, sbattendo le zampette sul materasso, per protesta.

 

Emi si voltò a guardarlo, scuotendo la testa con un mezzo sorriso. Si era affezionata a quell'esserino più di quanto non volesse ammettere.

 

Nell'ultimo periodo sua madre era stata spesso a casa, ma le continue emicranie le impedivano di fare la maggior parte delle cose, costringendola a letto, spesso per giorni interi.

 

Anche suo padre non era molto presente in quei giorni. Il lavoro lo occupava per la maggior parte del tempo e, durante il resto del giorno, era sempre in giro o chiuso nel suo studio per chissà quale strano motivo.

 

A causa di ciò, spesso Emi si ritrovava a cenare o pranzare da sola e avere Plagg sempre accanto le faceva pesare molto meno la solitudine.

 

Afferrò un pezzo di camembert e lo lanciò all'amico, che lo afferrò al volo.

 

Emi si stiracchiò e stava quasi per mettersi il pigiama quando qualcosa batté sulla porta-finestra della sua camera. Si voltò e quasi non cadde dalla sedia quando vide nientemeno che Coccinelle, appollaiato sulla ringhiera. Si affrettò a guardarsi intorno ma, fortunatamente, Plagg si era già messo al riparo sotto il letto.

 

Che ci faceva Coccinelle lì? Aveva forse scoperto la sua identità? Come aveva fatto?!

 

«C-ciao» disse incerta, aprendo le imposte.

 

Coccinelle la salutò con la mano, sorridendo. «Spero di non disturbare» disse.

 

«Ehm, no, non disturbi. Che ci fai q... c-cioè, wow, sei davvero Coccinelle?»

 

«Sì, esatto. E tu devi essere Emilie Agreste, giusto?»

 

«Come sai il mio nome?»

 

Coccinelle indicò all'interno della sua camera, dove lo schermo del pc rimandava l'immagine della home del "Coccinews".

 

Emi collegò immediatamente, sospirando di sollievo per non essere stata smascherata. «Ah! Tu sei qui per il blog! Ma come hai scoperto dove vivo?»

 

Coccinelle sorrise, mettendosi comodo sulla ringhiera. «Ehi, sono un supereroe, posso fare qualsiasi cosa!»

 

Emi rise, scuotendo la testa. «Più che un supereroe mi sembri uno stalker!»

 

«Scusami per l'intrusione. Se vuoi posso andare via.»

 

«No no, figurati!» si affettò a dire la ragazza. In realtà era felice che Coccinelle fosse andato da lei. «È che, insomma, non credevo che avrei attirato la tua attenzione con il mio blog.»

 

«Scherzi? Mi piace moltissimo! Scrivi davvero bene, hai talento!» esclamò il ragazzo.

 

Emi sorrise imbarazzata. «Sei venuto fin qui solo per dirmi questo?» chiese.

 

«Anche. E poi volevo sapere che aspetto avessi, nel caso un giorno ti avessi vista in giro.»

 

Emi si poggiò alla ringhiera, a pochi centimetri da lui, osservando il cielo stellato. «Davvero? E ora che mi hai vista, cosa ne pensi di me?»

 

Coccinelle si voltò a guardarla, deglutendo. «Beh, penso che tu sia una delle ragazze più carine che abbia mai incontrato.»

 

I loro sguardi s'incrociarono, specchiandosi l'uno negli occhi dell'altro. Emi ringraziò la luce fioca della luna per quella penombra, perché sentiva il viso in fiamme.

 

Daniel abbassò lo sguardo, grattandosi la testa. «In ogni caso, sono felice di averti conosciuta!» disse. Prese lo yo-yo e fece per lanciarlo.

 

«Aspetta!» esclamò la ragazza.

 

Coccinelle si voltò a guardarla.

 

«Torna a trovarmi, qualche volta.»

 

Coccinelle sorrise. «Ai tuoi ordini, chéri.»

 

Emi osservò mentre il ragazzo prendeva il volo, perdendosi tra I tetti, nella notte. Sentiva il cuore batterle nel petto come mai prima d'ora e si chiese come poteva essere innamorata di un ragazzo senza sapere neppure il suo vero nome. Si gettò sul letto, abbracciando il cuscino e ridendo.

 

Plagg uscì fuori dal suo nascondiglio, andandosi a sedere sul bordo del comodino.

 

«Credo di essermi innamorata, Plagg!» esclamò la ragazza, guardando il piccolo amico.

 

Il kwami sospirò. "Tale padre, tale figlia" pensò, sbadigliando.

 

 

 

———————————————————————

Chi pensa che Plagg dovrebbe essere il VERO ed UNICO protagonista della serie urli con me: CAMEMBERT!

Ecco, appunto...

 

Non c’è nulla da fare, il mio amore infinito per quel pestifero kwami non ha limiti. Continuo a pensare che se fosse lui il protagonista in due puntate avremmo risolto tutto!

 

Ciao lettori, come andiamo? Oggi mi sono data da fare e ho deciso di scrivere questo capitolo, fresco fresco, in queste calde giornate di Agosto!

Che ne dite della coppia che si sta andando a formare? Vi piace la EMINELLE (emiXcoccinelle)? Io li trovo davvero carini!

 

Beh, fatemi sapere se anche a voi piacciono e che ne pensate del capitolo. Noi ci rileggiamo nel prossimo!

Baci!!!

 

Laura

   
 
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