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Autore: dreamlikeview    09/08/2018    4 recensioni
Castiel vive nel suo mondo fatto di libri e romanzi, nel southside di Chicago, nella libreria di famiglia, insieme a suo fratello Gabriel, quando Dean Winchester, attore di fama internazionale entra per caso nella libreria e gli sconvolge la vita, tuttavia anche Dean ha i suoi piccoli problemi, e in qualche modo, l'incontro con Castiel, lo aiuterà a risolverli.
[Destiel, accenni Sabriel, AU, actor!Dean, bookseller!Cas, mini-long]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Desclaimer: I personaggi non mi appartengono (se mi appartenessero, Dean e Castiel sarebbero insieme già da anni luce) e non intendo offendere nessuno con questo scritto e da questo non guadagno assolutamente nulla! (ci perdo la faccia).

Avviso: Ho scritto una one shot! Che poi è diventata come al solito troppo lunga. Shame. Dean è un po' stronzo, ma solo all'inizio, in realtà è un bigné alla crema. Cas è un soffice muffin con cuore caldo al cioccolato. Enjoy!
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Castiel era agitato. Qualche giorno prima, Dean lo aveva chiamato e gli aveva chiesto di accompagnarlo ad una serata di beneficenza, a cui doveva partecipare, ma alla quale non voleva andare da solo, loro erano amici, quindi gli avrebbe fatto piacere passare del tempo con lui; e Castiel aveva accettato, perché fin da quando erano usciti insieme, la prima volta, circa due mesi prima, aveva iniziato, suo malgrado a sentire qualcosa di profondo, nascere per l’attore. E adesso era agitato, perché non aveva mai indossato uno smoking, non era mai andato a nessuna serata di gala, e lui sapeva che sicuramente sarebbe stato imbarazzante. Per sua fortuna, suo fratello sarebbe stato con lui, perché a quanto pareva, Sam Winchester aveva ufficializzato la loro relazione durante un’intervista. Loro erano carini, si completavano in qualche modo e sembrava si amassero davvero. Ogni volta che Sam andava in libreria per vedere Gabe, era sempre felice, raggiante, e splendido. Castiel era davvero felice per loro, suo fratello meritava di essere felice.
Quello che non capiva, era Dean, a volte sembrava che ci provasse con lui, altre lo trattava come un semplice amico; altre volte sembrava che avesse intenzione di baciarlo, altre era così distaccato da sembrare un cubetto di ghiaccio.
E adesso lo aveva invitato ad una serata di beneficenza, sarebbero andati insieme, con la stessa auto, si sarebbero fatti vedere insieme, come amici. Dean ci aveva tenuto a specificare questo perché a quanto pareva aveva appena rotto con una modella australiana e non voleva andare da solo alla serata. Castiel aveva accettato anche sotto insistenza di Gabriel, il quale lo aveva supplicato, perché almeno così non sarebbe stato l’unico pesce fuor d’acqua. Così Castiel alla fine aveva accettato, e adesso si ritrovava ad essere nervoso, a controllare che uno stupido smoking non lo facesse sentire un completo idiota, sperando che non si rendesse ridicolo. Gabriel invece era perfettamente a suo agio, non aveva minimamente il timore di ciò che lo attendeva, anche perché aveva la sicurezza di avere Sam al suo fianco.
«Stai tranquillo, Cassie» gli disse il maggiore, sistemandogli la cravatta «Andrà tutto bene».
«Per te è facile. A te piacciono tutte queste cose. Io… io sono un disadattato, lo sai».
«Smettila di sminuirti. A Dean piaci, sai?» domandò retoricamente «Altrimenti non ti avrebbe invitato».
«Siamo solo amici, l’ha detto quando mi ha invitato».
«Anche io e Sam, siamo usciti come soli amici e siamo finiti a pomiciare nel bagno del locale. Poi non ci siamo più lasciati» scherzò, guardando il minore «Non dico che finirete a pomiciare in un bagno, ma… sui sedili dell’Impala?»
«Gabe, la smetti?!» domandò arrossendo «E poi c’è una differenza abissale tra quello che è successo a te, e a me».
«Cioè?»
«Dean è etero, da quello che so io» disse con serietà, sospirando.
«Cassie, sei davvero adorabilmente ingenuo» lo canzonò il maggiore sorridendo «Ogni cosa a suo tempo».
«Non capisco di cosa parli».
«Lo capirai».
«Ma…»
«Adesso dobbiamo andare, i ragazzi stanno arrivando» disse interrompendolo. Poi lo trascinò verso la porta con forza, e Castiel lo lasciò fare, solo perché era troppo turbato. Quando un’auto nera con i fari accesi fece capolino davanti a loro, il minore si bloccò, si paralizzò sul posto, rigido come una statua di cera. Non sapeva cosa aspettarsi da quella serata, non sapeva come sarebbe andata con Dean, e non capiva le parole di suo fratello. Era confuso, ancora più di prima, e voleva solo avere delle risposte. L’auto si fermò esattamente davanti a loro, e Sam fu il primo ad uscire dall’auto, si avvicinò a Gabriel e gli stampò un lento bacio sulle labbra, mormorandogli «Sei un incanto stasera, baby». Castiel vide suo fratello arrossire e dire al suo partner che anche lui stava bene, e in effetti stava davvero bene, quel completo lo faceva sembrare ancora più alto. Poi Dean raggiunse Castiel, e gli sorrise con tenerezza; a quella visione il libraio restò a bocca aperta. L’attore in smoking era assolutamente perfetto. Deglutì un paio di volte prima di riuscire a salutarlo con un tremante «Ciao Dean».
«Ehi Cas» lo salutò in risposta l’altro sorridendogli «Wow, stai benissimo così!»
«Grazie… uhm, neanche tu sei male» borbottò, ancora scioccato da quella visione incantevole. Salirono tutti e quattro sull’auto, Sam e Gabriel dietro, perché quei due erano come due calamite e non riuscivano a smettere di stare appiccicati per tutto il tempo, per l’imbarazzo dei loro fratelli, che erano davanti e dovevano sopportarli. Dean aveva optato quindi per mettere della musica rock, e in quel frangente tra lui e Castiel calò un imbarazzante silenzio, intervallato solo dalle canzoni che passavano in radio.
Arrivarono al luogo dell’evento benefico, e appena misero piede fuori dall’auto, si trovarono davanti alcuni fotografi e giornalisti che volevano fare delle domande ai due attori. I due risposero con un sorriso a tutte le domande che venivano loro poste, senza annoiarsi, senza risultare odiosi.
«Dean, Dean rispondi a qualche domanda?» gli chiese un reporter. Lui annuì sorridendo, e rispose alle sue domande, Castiel lo guardò annuendo felice, tenendosi in disparte, ma sentendo ugualmente le parole che i due uomini si scambiavano.
«Ultimamente hai fatto parlare molto di te» gli disse.
L’attore annuì, sorridendo «Beh, penso che stiamo facendo un bel lavoro con il nostro film, e penso che anche i fan ne saranno entusiasti» affermò fiero di se stesso e del lavoro che stava portando avanti con il fratello.
«Sì, e invece il bel ragazzo che ti ha accompagnato?» domandò «Chi è?»
«Nessuno di importante» disse freddamente, dopo un minuto di silenzio. Poi si allontanò dal reporter ed entrò nella sala del ricevimento, insieme a Sam, Gabriel e Castiel, che li seguì, senza essere davvero presente.
Quella risposta di Dean, gli aveva gelato il sangue delle vene, il libraio si chiese perché fosse lì, se era un nessuno, ma cercò di non farsi prendere dallo sconforto, non voleva lasciare solo Dean, giusto? Non poteva.
Erano dentro ormai, i giornalisti erano fuori, ma sembrava che l’attore fosse turbato da qualcosa, perché per tutta la serata si trattenne a parlare con alcune modelle, attrici e cantanti presenti all’evento, sorridendo e ammiccando con fare da Don Giovanni per tutto il tempo, ignorando le persone con cui era arrivato.
Dean, infatti, non si avvicinò più a Castiel per il resto della serata, lo ignorò per tutto il tempo e Castiel ad un certo punto, avvisò suo fratello che si sentisse male, e che avesse bisogno del bagno. Così corse via dalla sala e si chiuse dentro, cercando di respirare bene. Che diavolo ci faceva lì? Evidentemente che non era il benvenuto, perché Dean lo aveva portato lo stesso lì? Doveva tornare a casa sua immediatamente. Non poteva restare lì, non con Dean che gli passava davanti ogni due minuti e lo ignorava come se fosse stato uno scarto. Dannazione, lo aveva invitato lui, perché si comportava così male, adesso? Che aveva fatto di male? Lo aveva offeso in qualche modo? Perché per Dean non era altri che un nessuno? Avrebbe potuto dire che erano semplici amici, no? Gli amici si portano agli eventi, i nessuno no. Allora lo aveva portato lì solo perché non voleva arrivare da solo? Maledizione. Perché si sentiva così male adesso?
Si stava crogiolando nella sua autocommiserazione, quando sentì qualcuno bussare alla porta della piccola toilette in cui si era chiuso. Poi sentì la voce di Dean, e finse di non esserci.
«Cas, ti prego, esci da questo bagno!» esclamò Dean, battendo un pugno sulla porta «Perché sei scappato dalla sala? Gabriel ha detto che non ti sentivi bene, come ti senti?» nessuna risposta «Cas, lo so che sei lì dentro, ti prego!» il silenzio dilagava lì dentro, nessun suono o rumore si udiva «Castiel, ma perché diavolo ti sei chiuso lì dentro? Aprimi, dannazione!» l’altro era rigido nel suo silenzio ostinato, nonostante avesse voglia di urlare contro Dean per come era stato trattato, non voleva dargli la soddisfazione di vederlo distrutto «Cas» appoggiò la fronte contro la porta di legno «Ti prego, sono preoccupato, voglio solo sapere come stai…»
Castiel si convinse ad aprire la porta, solo perché non sopportava più quel lamento. Ciò che lui provava per Dean, andava oltre l’orgoglio, tuttavia, non aprì del tutto la porta, la aprì di poco, pochissimo, tanto che di lui si vedevano solo gli occhi e dietro di lui, il buio pesto.
«Sto bene, adesso va via».
«Ma che… che diavolo ti prende?»
«Niente, che ti importa?» sputò acidamente «In fondo, non sono nessuno» marcò pesantemente la voce su quell’ultima parola, tanto che Dean capì subito il riferimento a quanto accaduto poco prima. L’attore non impiegò molto a spingere la porta del bagno, facendo indietreggiare l’altro, entrando insieme a lui in quel minuscolo cubicolo.
«Ti sei offeso per quello?» Castiel non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo sui propri piedi «Cas, sei serio?» una mano di Dean volò sotto il mento dell’altro, alzandogli il viso verso il suo «Credi davvero che tu per me non sia nessuno, Cas? Lo credi davvero?»
L’altro sfuggì alla sua presa, ed indietreggiò, ritrovandosi spalle al muro.
«Lo hai detto tu non l’ho sognato» sputò acidamente, senza alzare lo sguardo su di lui  «Hai detto nessuno di importante, se è così perché diavolo mi hai invitato?» chiese, sotto gli occhi stupefatti di Dean, che non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere «Siamo amici e, dannazione, mi avevi invitato tu, Dean! Non ti ho costretto a portarmi con te!» ripeté per far capire all’altro il concetto. Sì, era ferito perché lo aveva definito nessuno, chi altro non si sarebbe sentito nello stesso modo?
«Cas, io…»
«No, tu niente! Non mi importa, ora ho capito» disse rammaricato «Anzi  me ne vado, tolgo il disturbo così evito di metterti in imbarazzo» disse, cercando di superarlo; ma Dean non gli diede il tempo di uscire dal bagno, lo afferrò per un braccio e lo avvicinò a sé, bloccandolo tra sé e il muro in quel piccolo spazio, appoggiando un dito sulle sue labbra per zittirlo.
«Cas. Sta’ zitto e impegna le labbra in un’attività migliore» sorrise, spostando il dito, mentre Castiel lo guardava spaventato e sorpreso. Non capiva cosa stesse accedendo, né perché Dean lo tenesse contro un muro di un bagno sporco del locale dove si stava tenendo un evento di beneficenza dal quale voleva solo scappare.
«E-e quale?» domandò con un filo di voce. La vicinanza di Dean lo confondeva, lo faceva sentire vulnerabile in qualche modo, perché non riusciva a pensare lucidamente in quel momento.
«Baciare me» rispose prontamente l’attore, premendo con delicatezza le proprie labbra contro quelle del libraio, che dopo il primo istante di sorpresa si ritrovò a muovere le labbra in sincrono con quelle dell’altro. Non capiva, ma Dean non era etero? Non aveva appena lasciato un’australiana? Non ci provava con tutte le donne che incontrava? Perché man mano che andava avanti in quel bacio, sentiva che l’attrazione provata nei confronti dell’attore, oltre ad aumentare, mutava in qualcosa di più profondo, di più dolce, qualcosa che scottava, ma non bruciava, non faceva male? Era una sensazione rasserenante, una melodia che suonava nella sua testa, era la brezza del mare sul viso, che soffiava durante una giornata afosa; era il sole caldo che riscaldava la pelle nei giorni freddi; era il profumo delicato di un fiore; era un susseguirsi di battiti accelerati e respiri affannati, la dolcezza e la passione erano entrambe fuse insieme, era semplicemente perfetto; ma lo confondeva anche. Cosa stava succedendo?
Castiel era sbigottito, e persino quando si separarono, alla ricerca di ossigeno, cercò di non incrociare gli occhi del biondo, perché non voleva mettersi a nudo, non voleva fargli capire quando fosse provato da lui. Perché Castiel ne era consapevole, si stava innamorando di Dean, prima di quel bacio, ma subito dopo quello, il suo cuore aveva scelto per lui. Aveva capito di essere irrimediabilmente innamorato dell’attore e non poteva più tornare indietro. Probabilmente si era innamorato di lui fin da subito, quando gli aveva dato del maleducato o forse quando Dean lo aveva soccorso dopo averlo investito, ma se n’era reso conto solo in quel momento. E quando Dean riuscì finalmente ad incontrare il suo sguardo, si ritrovò davanti allo sguardo più limpido e angelico mai visto.
«Ma…ma cosa…?» domandò confuso, quando l’altro si staccò da lui, per guardarlo negli occhi «No, non… non capisco, Dean, cosa sta succedendo?»
«Cas, non è vero che tu non sei nessuno per me, mi dispiace, sono andato nel panico.  Ma tu mi piaci ed è… difficile».. Il suo cuore iniziò a battere forte nel petto, così veloce che Castiel lo sentì salire fino alla gola e per poi essere inghiottito di nuovo. Non riusciva a pensare, non riusciva a muoversi, il corpo di Dean lo schiacciava totalmente, e lui era sopraffatto dalle emozioni contrastanti che provava in quel momento.
«Ma tu…come è possibile? Tu sei… etero, o sbaglio?» domandò ancora confuso.
«Okay credo di doverti delle spiegazioni» disse piano «Usciamo da qui, e magari, non so, andiamo a fare una passeggiata? Ho presenziato, al resto può pensare Sammy» disse.
«O-Okay» balbettò Castiel, sopraffatto. Cosa stava accadendo? Cosa era appena successo nella sua vita? Perché sentiva il suo cuore battere così forte nel petto? Sapeva di non doversi illudere, ma Dean gli stava rendendo complicate le cose.
Senza dire altro, uscirono dal bagno, e prima di uscire dalla sala, il biondo si guardò attorno circospetto, sperando probabilmente di non essere visto da nessuno. I giornalisti erano andati via, o erano entrati nella sala per assistere all’evento, e gli ingressi erano liberi. Così i due giovani si diressero in fretta all’Impala e vi salirono in completo silenzio. Castiel era completamente scioccato, non riusciva a pensare in modo razionale.
«Cas, c’è una cosa che devo dirti» mormorò.
«Ti ascolto» riuscì ad articolare, senza però riuscire ad alzare lo sguardo su di lui.
«Io sono gay» disse, e nel dirlo sembrò che tirasse un sospiro di sollievo, come se si sentisse finalmente libero «Non lo sa nessuno, solo mio fratello, qualcuno dei manager e adesso tu» disse a disagio «Ma tu mi piaci e la cosa sta iniziando a diventare ingestibile» spiegò velocemente «Vorrei… poter essere libero, ma non lo sono» disse ancora «Il mio manager, sai, lui… dice che per la mia immagine sia meglio apparire etero e… anche se dovessi avere qualche relazione, io, dovrei… tenerla nascosta» merda – pensò Castiel, ecco perché Dean aveva storie così brevi con attrici o modelle, solo per mantenere una copertura. Ora si spiegava tante cose che non gli erano state chiare.
«Oh…» riuscì a dire, poi alzò lo sguardo su di lui «Wow, capisco. Quindi prima…»
«Sono andato nel panico, e so di averti ferito, e mi dispiace, ma ciò non cambia il fatto che mi piaci».
«A me piaci tu, Dean» confessò a sua volta guardandolo negli occhi «Se, uhm, se vuoi possiamo farla funzionare».
«Davvero?» domandò l’attore, guardando l’altro sbigottito.
Il libraio annuì: «Io piaccio a te, tu piaci a me… basta fare in modo che non sappiano che ci siamo baciati» disse prontamente, guardandolo negli occhi, e accarezzandogli una guancia «Terremo il segreto. Non importa, mi basta avere te» sorrise dolcemente, e Dean si perse negli occhi blu di Castiel, che lo guardavano con tenerezza e affetto.
«Sei fantastico, Cas» disse solamente, prima di avvicinare il volto al suo e baciarlo con dolcezza.
La mente finalmente sgombra, capace di assimilare ogni attimo di quel bacio; il cuore che palpitava; ogni insicurezza scivolata via; era tutto incredibilmente magico e romantico, niente avrebbe potuto spezzare quell’attimo. Ironicamente, Cas si ritrovò a pensare che Gabe avesse avuto ragione, e che si trovasse proprio nell’Impala a pomiciare con Dean. Quando si separarono, si guardarono negli occhi, semplicemente. Uno sguardo, privo di parole, li legò da quel momento in poi, senza suoni, senza altri gesti. Una muta accettazione di un sentimento appena sbocciato.
 
*°*°* 

“Dean Winchester: gay o bisessuale?”
“Dean Winchester e il ragazzo misterioso, cosa nasconderanno?”
“Sarà amore o no, tra Dean Winchester e il misterioso ragazzo con il trench beige?”
 
Tenere il segreto non era bastato, era tutto ciò che pensava Dean, mentre scioccato leggeva quegli articoli di giornale. Aveva iniziato a frequentare Cas da poche settimane, e subito la stampa scandalistica aveva iniziato a scrivere cose del genere, e lui non sapeva cosa fare. Non voleva che la gente pensasse che lui fosse gay, anche se lo era, il suo agente aveva sempre specificato che era meglio che non lo sapessero. Lui e Cas erano stati molto attenti, non avevano frequentato posti pieni di gente, si erano sempre mossi insieme a Gabe e Sam, dei quali non parlava nessuno perché li ritenevano troppo carini e innamorati per parlarne male. Lui invece si sentiva giudicato, si sentiva sotto esame ogni volta qualche articolo parlava della sua tendenza sessuale, ed era per questo che non voleva fare coming out, per questo non voleva che si sapesse di lui e Cas, non era ancora pronto per rivelare al mondo chi era in realtà e non voleva mettere il suo ragazzo in una situazione del genere. Ed era per questo motivo che avevano ridotto le loro uscite insieme, adesso si vedevano di nascosto, nell’appartamento di Castiel, cenavano insieme, e spesso si ritrovavano sul letto del moro a leggere insieme qualcosa – a Cas proprio non piaceva guardare la tv, anche se una volta lo aveva convinto a guardare uno dei suoi film – ed erano belli quei momenti, erano gli unici in cui si sentiva libero e felice; a volte andava da lui alla libreria e si nascondevano nel magazzino quando c’erano pochi clienti e si baciavano con passione.
«Che hai, Dean?» gli chiese quando arrivò a casa sua quella sera.
«Il mio agente» sbuffò, lasciandosi cadere sul divano, lanciando a Castiel l’ultimo articolo di giornale uscito, riguardante un suo possibile trasferimento a Chicago per vedere il suo amante dal trench beige «Vuole che esca con una ragazza fissa in modo serio, perché a quanto pare stanno ancora parlando troppo di noi».
«Non capisco come sia possibile» disse Castiel, sedendosi accanto a lui «Non ci vediamo mai in pubblico, siamo sempre qui o nel tuo appartamento…» sospirò «E sei venuto giusto due volte in libreria».
«Forse è stato quello? Non lo so, Cas» sospirò «Il mio agente mi sta con il fiato sul collo, preferirebbe che io e te ci lasciassimo» mormorò afflitto «Gli ho detto di andare al diavolo e di inventare qualcosa, io non ti lascio».
«Perché invece non pensi al coming out?» domandò Castiel come se nulla fosse. Un suggerimento azzardato, ma sensato, ma che non fece felice Dean per niente. No, il coming out non era contemplato nella sua vita. Lui non avrebbe fatto coming out, perché non poteva farlo, cosa ne sarebbe stato della sua carriera? E di quella di suo fratello? No, non poteva permettersi un lusso tanto grande, non poteva farlo, non poteva essere egoista.
«No. E non tornerò sull’argomento» disse freddamente, senza degnarlo di uno sguardo, come poteva prendere una cosa del genere, così alla leggera?
«Va bene» disse Cas «Solo, Dean, cerca di stare tranquillo, hanno solo scatti sfocati e nessuna foto seria, puoi sempre dire che sono un tuo amico» disse «Non c’è nulla di sbagliato ad avere amici, no?»
«Beh no» sospirò, poi si prese la testa tra le mani «Io non lo so, Cas, non so più nulla, sono così confuso. Il mio agente vuole che abbia una relazione eterosessuale fissa, per coprire la mia relazione omosessuale» sospirò, scuotendo la testa «Non ce la faccio ad affrontare questo discorso da sobrio, ho bisogno di una birra».
Castiel annuì, senza aggiungere altro: «Te le ho comprate oggi, quando sono andato a fare la spesa» disse, alzandosi e raggiungendo la cucina, Dean inclinò la testa, seguendo Castiel fino alla cucina con lo sguardo; aveva comprato delle birre per lui? Il moro ritornò dopo qualche minuto con una bottiglia di birra stappata, e gliela porse «Ecco».
«Mi hai davvero comprato le birre?» chiese, accettandola e portandola alla bocca per berne un sorso.
«Beh, l’ultima volta che sei stato qui a cena, hai detto che questa casa è troppo salutista per i tuoi gusti» spiegò sorridendo «Quindi ho preso alcune delle cose che ti piacciono di più, così ti senti a tuo agio quando sei qui con me» disse ancora, sorprendendolo «Ho sbagliato?»
«No, no, Cas» disse, avvicinandosi a lui e dandogli un bacio a stampo «Sei un angelo».
«Se lo fossi davvero, ti eviterei tutti questi problemi, e farei in modo che tu fossi solo felice» disse, appoggiando la testa sulla sua spalla, senza aggiungere altro «Vorrei solo che tu fossi felice, Dean».
«Ma io sono felice, Cas» mormorò «Sono felice con te. È che, il resto del mondo non può saperlo».
«Non capisco perché» mormorò «Ma lo accetto, per te».
Dean finì la sua birra qualche minuto dopo, e si sentì un po’ meglio, ma sapeva che non era stato merito di quella, ma solo della presenza silenziosa e paziente di Castiel al suo fianco; aveva davvero avuto la fortuna di incontrare un angelo, ma non poteva essere egoista e vivere la sua felicità, e danneggiare quella di Sam, facendo perdere anche a lui la carriera, con un suo probabile coming out.
«Secondo te potrebbe funzionare?» chiese Dean, improvvisamente «Che io all’esterno stia con una per far contento il mio manager, e in privato con te?» domandò.
Castiel sentì una sensazione strana, come un pugno nello stomaco e uno nel petto, come poteva pensare che per lui andasse bene una cosa del genere? Come poteva pensare che fosse okay che all’esterno frequentasse altre persone e che lui potesse accettarlo? Come poteva pensare di fare una cosa del genere?
«Ti farebbe sentire meglio?» domandò invece di dar voce ai suoi pensieri.
«Potrebbe, insomma, allontanerei ogni sospetto su di noi e… il mio agente sarebbe felice della cosa» disse piano «Di solito fingo di provarci con le donne nei pub quando esco, e funziona sempre. Potrei, non so, avere una copertura fissa, sarebbe anche più semplice».
«Fa quello che ti senti» disse brevemente, alzandosi dal divano, ignorando le lacrime che minacciavano di uscire dai suoi occhi, per le parole di Dean; sì, sapeva che Dean volesse tenere il segreto, lo aveva detto fin dal primo momento, poteva accettare che flirtasse con delle donne, non gli importava davvero, perché sapeva che con loro non sarebbe mai successo nulla; ma addirittura uscire ufficialmente con una di loro, fingere di avere una relazione, era diverso e faceva male. Ma non poteva farglielo notare, ne avrebbe sofferto, e non voleva che Dean soffrisse «Ti ho preparato i tuoi hamburger preferiti» disse, la voce leggermente spezzata «Vado a ultimarli così ceniamo».
«Cas? Tutto bene?» domandò, guardando le sue spalle leggermente curve, mentre tornava in cucina.
«Tutto okay, Dean. Sono solo un po’ stanco» disse lentamente, annuendo «Gabe è fuori con Sam e in libreria c’è sempre tanto lavoro da fare» mormorò, sparendo dietro la porta, asciugandosi con il dorso della mano una lacrima che era sfuggita al suo controllo; sperava che Dean non se ne fosse accorto. Non voleva che quella sua scelta lo ferisse, non voleva che per colpa sua, avesse problemi con il suo agente, non voleva che Dean pensasse che lui potesse chiedergli di scegliere, non voleva litigare con lui o altro. Si limitò ad accettare tacitamente ciò che faceva sentire meglio Dean, e iniziò a smanettare in cucina  per preparargli gli hamburger. Sapeva quanto lui li adorasse, e non potendo andare insieme in qualche pub, aveva deciso di prepararglieli lui. Aveva sfogliato diversi libri di cucina in libreria, e aveva trovato alcune ricette interessanti che aveva fotografato e che aveva deciso di preparare. Era stato tutto il pomeriggio in cucina – aveva chiuso prima per poter andare a fare la spesa e preparare a Dean una cena coi fiocchi – gli aveva anche preparato la crostata che gli aveva detto gli piacesse tanto. Sospirò, e scosse la testa, non doveva farsi vedere da lui in quello stato, doveva sorridergli e fargli capire che tutto andasse bene, perché lui teneva a Dean e non voleva ferirlo in alcun modo.
«Ehi» lo chiamò l’attore, raggiungendolo in cucina e abbracciandolo da dietro «Che buon profumo».
Castiel si voltò verso di lui, appoggiandosi con la schiena al mobile della cucina e sorrise dolcemente: «Se mi fai finire di preparare, assaggerai uno degli hamburger più buoni di tutta la città».
«Mi tenti in questo modo, libraio» gli disse sorridendo, raggiungendo le sue labbra «Mi concedi un bacino prima?» il moro ridacchiò sommessamente e premette le proprie labbra contro quelle dell’altro, sorridendo contro di esse. Sì, superato quel momento di shock, avrebbe accettato totalmente la situazione, perché per Dean ne valeva la pena, per Dean poteva affrontarlo, se significava vederlo sorridere in quel modo in sua compagnia.
«Ora mi fai tornare a cucinare?»
«D’accordo, ti lascio libero» mormorò, dandogli un altro leggero bacio sulle labbra «Ti guardo da lì» disse poi andando a sedersi, e Castiel si sentì un po’ a disagio, sentendo lo sguardo di Dean sulla sua pelle, in quel modo. Preparò in fretta i due hamburger – sì, anche lui da perfetto salutista ogni tanto si concedeva qualche piccola eccezione – e raggiunse Dean, che aveva steso una tovaglia sul tavolo. Castiel sorrise a quel gesto così casalingo; sebbene si frequentassero da quasi un mese, era bello essere in così completa sintonia con lui. Gli porse il piatto con il suo hamburger e si sedette accanto a lui, un leggero sorriso a contornargli le labbra e il pensiero di ciò che sarebbe accaduto poi lontano da loro. Non voleva rovinarsi una bella serata in sua compagnia per colpa di quei pensieri che presto o tardi lo avrebbero tormentato. Preferiva non pensarci e pensare al ragazzo che sedeva accanto a lui, al resto avrebbe pensato poi.
 
Avere una relazione clandestina e segreta con una celebrità era una delle cose più difficili che Castiel avesse mai fatto, e se ne era reso conto in quei mesi passati al fianco di Dean; era dura nascondersi, era dura non potersi vedere alla luce del sole, era dura doverlo condividere con altre persone, lui non riusciva a trovare nulla di sbagliato nella loro storia, perché l’agente di Dean era così contrario ad un coming out dell’attore? Gli omofobi esistevano, certo, ma c’erano anche persone con la mentalità aperta; ma Dean fingeva di non saperlo, Castiel sapeva che l’altro avesse solo paura e che questa prima o poi sarebbe passata, ma non poteva mentire a se stesso, faceva male quando vedeva sui giornali scandalistici suoi scatti con la sua ragazza ufficiale. In quel periodo stava frequentando alla luce del sole una suadente modella brasiliana, e la cosa andava avanti da circa due mesi, di lei Castiel preferiva ignorare il nome, non che gliene importasse più di tanto, anzi meno ne sapeva, meglio era, perché altrimenti avrebbe iniziato a domandarsi se effettivamente l’attore fosse realmente interessato a lei e sapeva che se si fosse sentito corroso dal dubbio, Dean se ne sarebbe accorto, avrebbero litigato e tra loro sarebbe finita così com’era iniziata. Non gli aveva mai detto che odiasse questa cosa, perché non voleva che avesse pressioni di nessun tipo da parte sua, ma non riusciva a nascondere bene la riluttanza che provava, era semplicemente impossibile, non si aspettava che urlasse a tutto il mondo di avere una relazione con un altro uomo, ma a volte sperava che limitasse le sue uscite “eterosessuali” con quella.
Era davvero doloroso per lui vederlo camminare mano nella mano con qualcuno che non era lui, era doloroso vederlo scambiare baci – seppur finti – con un’altra persona, ed era doloroso sapere che loro due non avrebbero mai condiviso nulla del genere. Si sentiva usato quando Dean usciva dal suo appartamento, dicendogli, anzi promettendogli che sarebbe tornato subito a casa sua “per non destare sospetti” e lo lasciava solo, magari dopo aver fatto l’amore; odiava quando, dopo essere stato insieme a lui, l’attore usciva con la sua nuova fiamma, era davvero difficile per Castiel quella situazione, ma cercava di adattarsi come poteva. Castiel non poteva essere egoista e dirgli mi stai spezzando il cuore con questo tuo atteggiamento, ti prego, resta con me, quindi taceva e si accontentata di baci rubati nel magazzino della sua libreria – quando raramente Dean riusciva ad andare lì – delle cene chiusi nella sua camera da letto, e dei piccoli momenti che riuscivano a ritagliarsi per loro. La verità, in fondo, era una: Castiel semplicemente era innamorato di Dean e non voleva che l’altro soffrisse in qualunque modo o avesse pressioni almeno da parte sua, sapeva che ne avesse fin troppe dal suo agente; metteva davanti a tutto la felicità di Dean, la sua non era ugualmente importante. Teneva troppo a lui per metterlo alle strette, ma non poteva fare a meno di chiedersi quando tutto quello sarebbe finito, mai? Un giorno? Prima o poi? Quando esattamente Dean avrebbe fatto coming out? Avrebbe vissuto tutta la vita nascondendosi? Quella sera lo stava aspettando e forse Castiel gli avrebbe parlato. Era uscito con quella gallina starnazzante che si portava sempre dietro e gli aveva detto che una volta depositata a casa sua, ed essere apparentemente rientrato nel suo appartamento, avrebbe preso la sua Impala e sarebbe sfrecciato da lui. Sinceramente, Castiel non vedeva l’ora di vederlo, perché erano già diversi giorni che non riuscivano a vedersi. Quando erano insieme erano come il sole e la luna, troppo distanti per essere insieme, ma costantemente alla ricerca l’uno dell’altro.
Quando verso le undici e mezzo, il campanello di casa sua trillò, Castiel corse immediatamente ad aprire la porta, ansioso. Si ritrovò davanti  l’attore, con un sorriso tirato, e un qualcosa negli occhi di diverso dal solito. Era successo qualcosa, ecco, lo sapeva. Non avrebbero potuto parlare nemmeno quella sera, ma era okay, poteva accettarlo.
«Ciao Dean» lo salutò.
«Cas, quanto mi sei mancato» mormorò entrando. Nemmeno il tempo di chiudere la porta, che le sue labbra già erano su quelle del moro, che istintivamente gli allacciò le braccia attorno al collo, stringendosi a lui con forza. Gli era mancato come l’aria, e se ne rendeva conto solo in quel momento «Mentre quei paparazzi trovavano lo scoop della sera, e quella mi stava avvinghiata, pensavo solo a te, e a quando ti avrei rivisto… cielo» sussurrò, scendendo con le labbra sul collo, lasciandogli un leggero morso. Castiel si stranì, perché tutto quel desiderio fisico?
«Mi sei mancato anche tu…» mormorò, non fece caso all’atteggiamento dell’altro ed inclinò la testa, lasciandogli campo libero, lasciandosi scappare un lieve gemito che fece sorridere ampiamente l’attore, il quale lo spinse con gentilezza verso la camera da letto, pronto a rotolarsi con lui tra le lenzuola fresche di bucato di Castiel, che profumavano di buono; ma Castiel sentiva che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto quello, Dean non era lo stesso, aveva qualcosa di diverso, poteva percepirlo, non era come sempre; allora gli mise le mani sul torace per fermarlo.
«Che cosa è successo?» cercò di domandare, quando Dean si comportava in modo strano, era successo sempre qualcosa. Non voleva che facessero l’amore con lui in quelle condizioni, era turbato e sconvolto da qualcosa, e lui voleva assolutamente chiarire. L’attore non ascoltò la sua domanda, lo lasciò cadere sul letto e iniziò a passare sapientemente le mani sul corpo del libraio che tanto gli faceva battere il cuore; ma  Castiel non voleva quello. Non ogni volta.
«Dean…» lo chiamò, ma l’attore aveva cominciato a toccarlo, a baciarlo, a lambire la sua pelle con le labbra, Castiel di solito, quando lui faceva così, perdeva totalmente il collegamento con la realtà e si lasciava andare alle sue sapienti mani e labbra, ma non quella volta «Dean…» lo chiamò ancora il libraio, mentre  l’attore gli baciava il collo, e iniziava a spogliarlo con estrema velocità, guardandolo con gli occhi pieni di desiderio, mai prima di quel momento, Dean si era comportato in quel modo. No, non voleva che andasse così, non quella volta, non voleva che per Dean fosse solo quello. Succedeva sempre così nelle ultime settimane, usciva con la copertura, finiva la recita, lo raggiungeva e senza nemmeno chiedergli come stesse o cosa avesse fatto, gli saltava al collo e pretendeva di fare sesso, e ciò lo faceva sentire usato, sporco, abbandonato, e lui non voleva sentirsi così. Voleva sentire le cose che aveva provato la prima volta, quando Dean era stato attento ai desideri di entrambi e lo aveva tranquillizzato quando lui gli aveva confessato di avere ansia perché sapeva di non essere all’altezza degli altri compagni che aveva avuto. Rivoleva il suo Dean, non quello che aveva davanti.
«Mi manchi sempre troppo…» mormorò ancora, senza fermarsi, senza ascoltare le suppliche dell’altro.
«Dean, ti prego, fermati…» disse con la voce tremante, perché non lo ascoltava? Perché si stava comportando in quel modo? Dean ignorava i suoi lamenti e quando lo vide alzarsi da lui e spogliarsi a sua volta, lo guardò sgranando gli occhi, quasi spaventato, non aveva sentito nemmeno uno dei suoi no. L’attore tornò su di lui, a lambire il suo corpo e a strusciarsi contro di lui, e Castiel fu preso dal panico. Non voleva che accadesse, non in quel modo, non quando lui non voleva, e Dean era con la testa altrove e non pensava ad entrambi. Cercò di spingerlo via, appoggiandogli le braccia sul torace «Ti prego, Dean, basta» sussurrò, le lacrime agli occhi e la paura impressa sul volto. In quel momento, il suo sguardo incrociò quello dell’attore e lui parve capire.
«Oh cazzo» disse, ritraendosi «Cazzo, Cas, mi dispiace» continuò mettendosi seduto a distanza da lui «Scusa, non so cosa mi sia preso, io…» disse velocemente, Castiel rimase immobile al suo posto, frastornato «Cas? Ehi, Cas guardami» gli disse, avvicinandosi e prendendogli il viso tra le mani «Perdonami, non, io… non mi sono accorto che tu… pensavo che tu…»
«Va tutto bene, Dean» riuscì a dire, senza però guardarlo negli occhi «Ti sei fermato, va bene».
«No, non va bene, Cas» disse, facendogli alzare il viso «Non va bene, stavo per fare una cosa orribile e sono imperdonabile» disse, guardandolo «Vuoi che vada?»
«No, no, resta…» mormorò «Dammi un minuto…»
Dean annuì «Vado, uhm, un attimo in bagno, okay?» disse alzandosi velocemente dal letto «Mi dispiace, Cas».
«Lo so».
Dean sparì oltre la porta del bagno, e Castiel si tirò le ginocchia al petto, cercando di calmare i battiti del suo cuore, sì, lui si era fermato, andava tutto bene, non era successo niente contro la sua volontà; lui e Dean ne avrebbero parlato e avrebbero superato la cosa. Non voleva sentirsi usato, non voleva essere solo uno sfogo sessuale per l’attore. Voleva che le cose fossero come i primi tempi, quando Dean lo aveva baciato in quel bagno, quando si presentava a casa sua di nascosto con delle rose o dei cioccolatini, quando passavano il tempo abbracciati a parlare. Non voleva solo il sesso.
«Odio starti lontano tutto il giorno» esordì a bassa voce Dean, rientrato nella stanza mortificato «Non so cosa mi sia preso, Cas, volevo solo… è stata una giornata sfiancante e… volevo solo rilassarmi».
«Cosa sono, il tuo antistress?» domandò Castiel, senza alzare lo sguardo su di lui «Non ci vediamo da giorni, piombi qui e mi salti addosso in quel modo. Non mi hai nemmeno chiesto come stessi» disse ancora «Io capisco che la nostra situazione sia stressante, ma… non puoi fare così. Mi fa male, Dean».
«Mi dispiace, Cas» disse appoggiando un ginocchio sul letto «Non credevo che la cosa ti facesse tanto male».
Castiel scosse la testa: «Mi fa male il fatto che per te sia solo sesso» spiegò, cercando di evitare il suo sguardo «Sei qui solo per fare sesso?»
«No, no, e lo sai…» mormorò, accarezzandogli una guancia «Mi dispiace davvero per quello che è successo prima, è che mi mancavi così tanto…» mormorò scuotendo la testa «Ma ho esagerato».
«Ultimamente capita spesso, che vieni qui e vuoi fare solo sesso» disse.
«Non me ne sono reso conto, Cas, mi dispiace…» rispose, raccogliendo le sue cose «Senti, mi dispiace, vado via…»
Castiel rise, ma senza allegria nella voce: «Non abbiamo fatto sesso e vai via, vero?» domandò scuotendo la testa «Cosa sono la tua puttana? Vieni qui, fai sesso con me e te ne vai» disse freddamente «Certo, tanto io non sono qui a struggermi per te».
«Cas, ma cosa stai dicendo?»
«Quello che vedo con i miei occhi» disse, infilandosi di nuovo la maglietta, sentendosi a disagio davanti a lui.
«Non sei solo sesso, Cas» disse a denti stretti «E mi dispiace che tu lo pensi. Ma non è così. Te l’ho detto, sono stressato e… stare con te mi rilassa. Ma non solo il sesso, tu sei importante per me, Cas».
«Davvero?» Dean annuì, Castiel respirò e capì di star tirando le somme senza i giusti addendi «Scusa, è che… a volte te ne vai così in fretta che mi sento solo usato e… mi dispiace, non vorrei sentirmi così, ma non voglio darti pressioni, è che…» Dean finalmente comprese lo stato d’animo dell’altro, quello che era successo quella sera, era stato un po’ la goccia che aveva fatto traboccare il vaso; Castiel aveva bisogno di essere amato come meritava, anche se dovevano nascondersi. E lui quella sera era stato davvero pessimo. Si avvicinò a lui e lo abbracciò con forza, attirandolo contro il suo petto, stringendolo in un dolce abbraccio.
«Mi dispiace» sussurrò «Per tutto, cercherò di rimediare e di essere più presente con te» promise, accarezzandogli la schiena «Mi dispiace anche per stasera, sono stato un coglione».
Castiel annuì, sentendosi più calmo e gli diede un leggero bacio sulle labbra: «Cosa ti ha turbato così tanto?» gli chiese, guardandolo negli occhi. Adesso la tristezza e la delusione lo avevano abbandonato, lasciando spazio solo alla preoccupazione che provava per lui in quel momento.
«In che senso?»
«Beh, di solito quando fai così, è successo qualcosa che ti ha scioccato».
«Ho parlato con il mio agente» disse piano, Castiel gli accarezzò la guancia con dolcezza «Perché, cazzo, Sammy ha dichiarato di stare con Gabriel da un po’, e non è successo niente. Quando ne ho parlato con il mio agente, ha detto beh, ma tra te e Sam le cose sono diverse. Lui è bisessuale, tu no. E poi tu non hai ancora fatto coming out, lui era dichiarato prima di diventare famoso e poi mi ha organizzato un’altra uscita con quella gallina».
«Il tuo agente dice un mucchio di stronzate lo sai?» domandò.
«Vorrei poterti credere, Cas» sospirò, dandogli un pigro bacio sulla guancia «Poi sono uscito con quella, non mi ricordo come si chiama, ed è così petulante, crede che davvero io stia con lei perché mi piace» raccontò «Vuole sempre sapere di me, della mia famiglia, dei miei amici…» sbuffò divertito, anche se Castiel non trovava la situazione divertente «E si mette in mostra mi guarda con quegli occhi come se volesse scoparmi da un momento all’altro» spiegò ridacchiando «E mi annoia da morire. Non è come te, parlare con te è divertente, perché tu mi prendi in giro su tutto, mi rimproveri e mi fai notare quando sono stronzo o altro. Per lei sono una specie di divinità scesa in terra, e mi urta da morire» Castiel si lasciò sfuggire una risatina, allora Dean non era davvero interessato a lei, come aveva immaginato. Allora forse poteva placare un po’ la gelosia «Non ha le tue labbra da baciare, o tuoi occhi azzurri e il tuo meraviglioso profumo» mormorò baciandolo a stampo, assaporando le sue labbra come se fossero la pietanza più buona del mondo.
«Sono felice di piacerti di più di lei» mormorò «Posso confessarti una cosa?»
«Spara».
«Ero, anzi, sono maledettamente geloso» confessò «Non lo dico per… farti pressioni o altro, solo per metterti al corrente della cosa» disse piano, accarezzandolo «Solo, uhm, ti vorrei tutto per me, sempre». Fu in quel momento, che Dean fece una cosa che lo lasciò di stucco. Improvvisamente, inclinò il collo, esponendolo all’altro e lo guardò sorridendo.
«Forza, fammi un succhiotto» disse con tono di sfida.
«Un succhiotto?»
Dean annuì: «Perché non marchi il territorio?» domandò maliziosamente, reclinando ancor di più il collo verso di lui «Forza… fammi un bel succhiotto sul collo, che urla sono di Castiel Novak e nessun altro» lo sfidò, divertito. Tutto il malumore di Castiel svanì in quel preciso istante, Dean lo stava davvero invitando a fare una cosa del genere? Non ci poteva credere. Non aveva mai voluto succhiotti sul collo, per non destare sospetti e tutto il resto. Stentava a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie in quel momento.
«Dean, non volevo farti pressioni, davvero… io…»
«Lo so, come so che non mi hai mai detto di essere geloso» disse sorridendo, prendendogli il volto tra le mani «È solo che non hai segreti per me, Castiel, me ne ero accorto da un po’» continuò, facendo spalancare gli occhi al moro, che si stupì delle sue parole «Quindi… il mio collo è a tua disposizione».
«E i giornalisti?»
«Loro supporranno che sia un succhiotto della gallina, ma non sanno che è quello del mio ragazzo».
«E il tuo agente?»
«Che si fotta per una volta».
Castiel fu preso da un attimo di pura euforia, baciò Dean con amore e trasporto, senza rendersene nemmeno conto. Lo aveva definito il suo ragazzo, non amante o altro. Dean lo considerava il suo ragazzo, non uno qualunque. Cosa importava alla fine, se tutti lo sapevano o no? L’importante era che lo sapessero solo loro due. Restarono insieme tutta la notte, fino al giorno dopo, a farsi il solletico e le coccole, senza fare sesso per una volta.
Il giorno dopo, Dean, un po’ stravolto per la notte quasi in bianco, all’ennesima uscita con un’attrice, mostrava con fierezza, indossando una maglietta oscenamente scollata con lo scollo a V, un vistoso succhiotto violaceo sul collo, l’opera del suo geloso ragazzo, che quella sera, come le altre, lo aspettava a casa con due cheeseburger, delle bibite, patatine fritte, un dolce e una maratona del Signore degli Anelli. Non c’era nient’altro di meglio da chiedere.



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Hola people!
Sono quasi le due di notte, mi sento un vampiro ad essere attiva a quest'ora ahah speriamo che i Winchester non mi diano la caccia, brrr. Anyway, eccoci con il nuovo aggiornamento di questa one shot lunghissima ahah. E qui inizia tutta la looove story. Dean e Cas finalmente stanno insieme, ma si nascondono, per motivi di immagine. Piccini. Dean soffre molto di questa cosa, ma ha Cas al suo fianco, che anche se soffre, vuole solo che Dean sia felice. 
Le cose sembrano andare in fretta, perché questa era una OS quindi in teoria doveva andare tutto nello stesso capitolo, ma è venuta troppo lunga, shame on me, e l'ho dovuta dividere in 5 parti.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi do appuntamento alla settimana prossima (lunedì/martedì, I guess) con il prossimo capitolo. Purtroppo sabato e domenica non ci sarò quindi l'aggiornamento slitta un po'. Il prossimo è anche l'ultimo :(
Anyway, vi ringrazio con tutto il cuore per le recensioni, per le aggiunte a seguite/ricordate/preferite e per ogni click speso a leggere questa cosetta. Grazie, grazie! 
A presto people! 
   
 
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