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Autore: _xrosx_    14/08/2018    0 recensioni
Rose Jones, una giovane ragazza che fa la barista nella città di New York. Un giorno uscita dal lavoro incontra un ragazzo, senza sapere che sarà colui che le farà perdere la testa. Ma soprattutto non sa che è uno degli amati Vendicatori di cui tutti parlano. La loro storia avrà un inizio? O sarà meglio per loro evitare relazioni fuori dal lavoro?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio, Sharon Carter, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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-Rose!-
-Rosee!!-
-ma porca miseria Rose svegliati!-
Ma chi diavolo è a quest’ora? Apro gli occhi, quel tanto che basta per vedere la persona che è in piedi vicino al mio letto e che mi urla contro.
-Rose per l’amor del cielo svegliati! Sei in ritardo! Oggi è lunedì e comincia un’altra bellissima settimana di duro lavoro! Svegliati è tardi!-
-che ore sono?- con le mani mi stropiccio gli occhi sperando che non sia vero, oggi lunedì? No, vi prego portatemi indietro nel tempo. Voglio tornare a sabato!
-sono le otto meno un quarto! Tra esattamente dieci minuti dovremmo essere a lavoro! Sono passata a prenderti e ora sbrigati!-
Mi prende le braccia e mi solleva mettendomi in piedi, poi mi scuote per farmi svegliare.
-si può sapere a che ora sei andata a dormire ieri?!-
-non lo so…forse alle due…-
-signore aiutami!- detto ciò mi butta nel bagno –muoviti!-
Chiudo la porta e mi guardo allo specchio…mi chiedo come mai non si sia ancora rotto, sono in pessime condizioni. I miei capelli sono inguardabili, per non parlare delle mie bellissime occhiaie che rendono il mio viso più brutto di quanto non lo sia già. –devo sbrigarmi…-
Mi lavo e vesto velocemente, è ridicola la maglia del bar! Chi sceglierebbe mai il rosa per una divisa di lavoro? Il mio capo. Quel tizio ha qualche problema.
Prendo il telefono e corro in cucina.
-pronta!-
-finalmente.- risponde leggermente stizzita la mia fantastica amica…ovviamente sono ironica.
Entriamo finalmente nel bar e ad accoglierci c’è il nostro fantastico capo Josh, sono ironica di nuovo se non si fosse capito.
-siete in ritardo.- dice lui squadrandoci per bene dalla testa ai piedi –avete fatto ritardo anche lunedì e martedì scorso. Sapete che ciò influisce sulla vostra paga, vero? immagino di sì. E ora a lavoro.-
-buongiorno anche a te Josh.- rispondo stizzita.
-purtroppo qualcuno stamattina non si voleva svegliare.- dice Kath rivolgendomi un’occhiataccia…molto probabilmente mi avrebbe incenerita se solo avesse potuto. Come risposta le sorrido e le mando un bacino volante, lei scuote la testa e sorridendo divertita va dietro il bancone. Sorrido anche io e vado alla cassa, una nuova giornata di lavoro è iniziata.
Finalmente arrivano le sei e posso tornare a casa. Saluto Kath ed esco dal bar.
Attraverso la strada con il verde per i pedoni ma una Harley mi sfreccia davanti, evidentemente era troppo impegnato a pensare invece di guardare il semaforo!
Per lo spavento, perdo l’equilibrio e cado sull’asfalto di sedere.
-guarda il semaforo idiota!- gli urlo contro. La moto accosta e si ferma qualche metro più avanti, il guidatore scende e si avvicina.
-scusami…non ho visto il semaforo…stai bene?- tende una  mano per aiutarmi, ma io lo guardo male e mi alzo da sola.
-potevi investirmi!- guardo attentamente il ragazzo…alto, biondino, muscoloso, occhi azzurri…cavolo se è bello! Continuo a guardare i suoi occhi, potrei annegarci…
-scusami davvero, non era mia intenzione…avevo la mente altrove e non ho visto il semaforo rosso…scusami ancora.-
Resto a guardarlo….aspetta, ha appena parlato? Scuoto la testa per tornare alla realtà e distolgo lo sguardo da quegli occhi azzurri.
-scuse accettate.- raccolgo la borsa e la metto di nuovo in spalla. –ora se non ti dispiace, e se eviti di sfrecciarmi avanti di nuovo, io tornerei a casa.-
Il ragazzo impacciato si gratta la nuca, ma quanto è carino…sh.
-si scusami, prometto di vedere i semafori da ora in poi.-
-meglio per te, penso che ti sarai preso una bella multa per essere passato con il rosso.-
-penso proprio di si….-
-arrivederci.-
-arrivederci…scusa ancora!- mi dice mentre mi sto allontanando verso la via di casa.
Dopo pochi minuti sono davanti al portone di casa, cerco le chiavi nella borsa ed entro.
-stamattina faccio ritardo a lavoro, un signore per sbaglio mi rovescia addosso del caffè, sono stata quasi investita da quel figo con la moto, questa giornata può andare peggio di così?!- dico sbuffando e buttandomi sul divano.
Accendo la tv e mi stendo, poco dopo le palpebre si fanno pesanti e cado in un sonno profondo.
Passano circa tre ore e vengo svegliata dal suono della suoneria del cellulare.
-chi diavolo è ora?!- mi alzo e ancora assonnata rispondo al cellulare.
-pronto?-
-ciao Rose sono la signora Morgan, forse ti sei dimenticata ma stasera ti avevo chiesto se potevi guardare i bambini per un paio di ore…ora è tardi, non ti preoccupare, ti ho chiamata per vedere se andava tutto bene. Mi sono preoccupata un po’ perché di solito sei sempre puntuale quando devi guardare i bambini. Stai bene cara?-
-oh signora Morgan mi dispiace! Devo essere sincera, mi sono dimenticata dell’appuntamento stasera, è stata una giornata stressante e mi sono addormentata sul divano. Mi scusi ancora per non essere venuta in tempo.-
-non ti preoccupare cara, riposati. Ci sentiamo presto, buonanotte!-
-buonanotte a lei signora Morgan!-
Fantastico. Di bene in meglio. Non bastavano le cose accadute oggi, mi sono anche dimenticata del favore alla signora Morgan!
Sbuffo sonoramente e mi affaccio alla finestra. La mia amata New York, piena di luci, di gente che lavora, di gente che si diverte. La città che non dorme mai. Non è così brutto, come molti pensano, vivere in città. Ovviamente ha i suoi vantaggi e svantaggi. Uno dei suoi vantaggi è la possibilità di lavoro, nei comuni paesini è spesso difficile trovare un impiego, in città è facile. Ci sono migliaia di negozi e centinaia di posti di lavoro, soprattutto nella Grande Mela.
Vivevo a Boston, mi sono trasferita a New York circa sei anni fa. Avevo bisogno di cambiare aria dopo la morte dei miei genitori, Boston me li ricordava troppo e non sono riuscita a restare ancora lì.
La cosa che adoravo di Boston era la Boston Public Library, mia madre mi ci portava sempre fin dalla tenera età, abbiamo continuato ad andarci fin quando non si è ammalata gravemente ed è stata costretta a restare a letto.
Una lacrima solitaria riga la mia guancia ripensando ai ricordi di Boston. Mi allontano dalla finestra e vado nel letto. Mi addormento pochi minuti dopo sognando quei fantastici occhi azzurri.
 
 
 
 
   
 
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