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Autore: Revil96    15/08/2018    1 recensioni
Limitarsi a guardarla, fingendosi una semplice amica era un supplizio. Esserle indifferente, e non oltrepassare il limite era quasi impossibile, ma fu quando si rassegnò all'idea che lei non potesse mai essere sua che un semplice gioco rimescolò tutte le carte in tavola.
[Swanqueen]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                    Fear, Your Majesty?

 

Avvertenze

 

In questa storia Henry ha sedici anni, e caratterialmente è un po' diverso dal personaggio della storia originale. 

Gli altri dettagli che differiscono dalla trama originale verranno poi spiegati con il proseguirsi della storia. 

Alla Prossima 😊👋🏻

 

 

“La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto.”

(Howard Phillips Lovecraft)

 

                      Fear, Your Majesty?

 

~ PoV Emma

 

Nessun pensiero razionale poteva impedirle di seguire il suo istinto e baciarla.

Le emozioni che scaturirono in lei furono diverse e contrastanti tra loro. Alla paura che lei la rifiutasse, alla felicità di averla vicina e sentirla sua. Le mille paranoie di cui erano vittime sembravano solamente futilità in quel momento in cui esistevano solamente loro. 

Regina lasciò le labbra di Emma per riprendere fiato. In un istante lo spazio circostante sembrò essere infinitamente piccolo per le due. Nessuno pronunciò una parola, finché Regina non ruppe il silenzio.

“Ho deluso le tue aspettative Miss Swan?”

Quella domanda era inaspettata, credeva che volesse delle spiegazioni e invece le chiese tutt’altro, forse anche per smorzare la tensione che le divideva.

“No.”

Quella semplicità disarmante era una delle poche cose che la rendesse inerme e le facesse perdere il suo sarcasmo tagliente.

“Perfetto.”

Fu lei a baciarla questa volta. Senza esitazione, lontano dalle insicurezze dell’attimo prima. 

Fu un bacio passionale, della stessa intensità di un fuoco che arde in una notte d’inverno.

Sentiva esattamente le dita di Regina sfiorarle i capelli e accarezzarla con una dolcezza infinita. Se fosse stato un sogno non avrebbe mai voluto svegliarsi, e pizzicandosi si rese conto che quella era la pura realtà. Sentì il suo respiro accarezzarle la pelle, e il suo profumo invaderle le narici.

Un piccolo morso alle labbra fu l’ultima sensazione che quel bacio lasciò a Emma. 

Dolore e piacere, esattamente come lei. 

“Vorrei evitare che dimenticassi la tua sfrontatezza nei miei confronti, con la scusa di essere stata solamente un allucinazione.”

Emma leccandosi le labbra sorrise.

“Effettivamente è un’ottima idea.”

Attirandola a se per quanto fosse possibile in quel minuscolo spazio, rese indimenticabile quella serata.

 

Il telefono squillò, interrompendo il loro idillio.

Quel suono ebbe diversi significati, uno dei quali la consapevolezza che avrebbero dovuto confrontarsi con la realtà. Non si dissero nulla, mentre Regina cercava di mascherare il rossetto sbavato dalle sue labbra, l’ansia di Emma era palpabile ogni secondo che passasse.

Finsero che non fosse successo nulla, che quella parentesi per quella sera non fosse esistita, perché entrambe sapevano che quell’equilibrio precario si sarebbe spezzato alla prima folata di vento.

 

~ PoV Regina

 

Si scambiarono un ultimo sguardo, e con la consapevolezza di dover fingere, si rigettarono nel caos che erano le loro vite.

“Dove eravate finite?”

Chiese Snow con aria visibilmente preoccupata.

“Siamo uscite perché a Regina girava la testa, non è abituata agli ambienti chiusi e affollati.”

Regina la guardò di sottecchi, e con la sua sottile irriverenza disse:

“Grazie. A quanto vedo la riservatezza è un dono di famiglia.”

“Non c’è nulla di male Regina ad esternare le proprie debolezze.”

Emma trattenne il sorriso nel vederla senza parole, limitata dalla volontà di non dire nulla, perché in primis dovevano essere loro a parlarsi.

“Potremmo cambiare argomento, oppure vorresti elencare tutte le mie paure?”

Chiese Regina incrociando le braccia nei confronti di Emma. Quel comportamento le piacque, e vederla reagire così le aumentò la voglia di provocarla, forse perché sapeva che se fossero state sole chi sarebbe stata in vantaggio sarebbe stata sicuramente Regina. 

“Potrei, ma essere avvelenata non è tra le mie prospettive future.”

“Emma!” Esclamò Snow.

In quelle parole c’era della rabbia nei confronti della provocazione di Emma, che stupì le altre ma non Regina. 

Le diverse sfaccettature del carattere di Regina erano un mistero per la maggior parte dei suoi conoscenti, ma non per Snow, che non voleva che lei si rintanasse nuovamente nel suo guscio.

Aldilà del passato, nulla le impedì di restarle accanto, e di impedire che cadesse nel baratro quando Regina con egoismo si strappò il cuore per evitare il dolore che la perdita di Henry le provocò. Quello era uno dei motivi per cui Regina la evitava, perché era consapevole che non sarebbe passato del tempo, prima che i suoi segreti sarebbero venuti a galla. 

“Salvatrice esistono dei metodi alternativi ai veleni, ugualmente efficaci.”

“Minacce inutili.”

Nessuno riusciva a distinguere la natura dei loro comportamenti. Le provocazioni di Emma resero la serata più interessante, e contemporaneamente confusero chi le circondasse.

 

~ PoV Regina 

 

La serata era terminata, e forse le uniche a non aver esagerato furono Emma e Regina. La loro lucidità era invidiabile. Nessuna delle due vacillò, nemmeno per un attimo. 

Lasciando l’auto di Ruby nel parcheggio del locale le accompagnarono a casa, evitando che guidassero.

Al ritorno, verso la casa di Mary Margaret nessuno proferì parola, e la sua stanchezza non aiutò a sciogliere la situazione, poiché era stremata dal sonno. Nessuna delle due voleva confrontarsi con l’altra. 

Salirono per le scale evitando che di fare rumore, ma fu inutile, poiché David era lì ad aspettarle.

“Papà non c’era bisogno che ci aspettassi.”

Disse Emma rimproverandolo.

“Ricordati di queste parole quando Henry ritornerà a casa ubriaco alle 2:00 del mattino.” 

“Non accadrà mai.”

Disse Regina terrorizzata solamente all’idea.

“Regina.”

Disse Emma, sottolineando che sarebbe stato impossibile prevedere una situazione del genere.

“Mai, Signorina Swan.”

La voce di Regina, l’enfasi del suo tono, la fece rabbrividire e sentire viva contemporaneamente. Emozioni contrastanti, inspiegabili nemmeno a lei stessa.

“Dovrei andare.” Affermò Regina.

“Aspetta, ti accompagno.”

“Non c’è ne nessun bisogno Salvatrice. Userò la magia.”

Si assicurò che Henry fosse al sicuro. Quella sarebbe stata un abitudine che non avrebbe mai perso, per quanto suo figlio non fosse più un bambino

Quando lo vide dormire beatamente, lascio la sua stanza, ma prima che lo facesse uno schema attirò la sua attenzione. Prese un post-it e lascio una nota in un punto preciso della lavagna.

Salutò Emma e David, e in una fumata viola si dileguò dalla stanza.

 

~ PoV Emma

 

Emma si sentì vuota in quel momento. In quel gesto vide l’assenza di volontà da parte di Regina di volersi confrontare con lei, e questa sua scelta la deluse. Eppure anche lei l’aveva baciata. Forse si era pentita?

Quelli erano i pensieri che la turbavano, impedendole di ragionare razionalmente.

“Emma.”

“Si?

La voce di David la riportò alla realtà.

“C’è qualcosa che non va?”

“No, assolutamente. Sono solo stanca.”

Dandogli un bacio sulla guancia, andò a letto.

 

~ PoV Henry

 

 Un appuntamento lo svegliò prima del solito orario. Solitamente era la sveglia, e le urla di Regina ad incoraggiarlo a svegliarsi, ora il desiderio di poter vedere Violet e passare la giornata insieme a lei. 

Voleva organizzarle un tour dei posti più romantici di Storybrooke, ma la sua punizione aveva stroncato i suoi piani. 

Per raggirarla aveva dovuto modificare leggermente la serata, e invertirla in una giornata all’insegna del romanticismo.

Una macchia gialla attirò l’attenzione del ragazzo. La calligrafia della madre era inconfondibile, e si chiese quando fosse venuta, e del perché non fosse riuscita a sentirla.

Un messaggio interruppe la sua felicità:

“Prima delle dieci non posso raggiungerti, spero che potrai aspettarmi. 

Un bacio. 

Violet.”

Deluso, non si scoraggiò, modificando leggermente il suo tour.

Rilesse il post-it: “ You yourself and you will never be wrong.”

Nessuno l’aveva notato, ma a volte si sentiva smarrito. L’unica ad essere a conoscenza del suo dramma interiore era Emma, che inspiegabilmente le disse che c’erano momenti in cui lei si sentiva esattamente come lui, divisa dall’essere l’eroina che tutti pensavano fosse, e che dovesse essere, all’essere se stessa, e forse deludere chi la circondasse. 

Non ne aveva mai parlato con Regina, non perché non lo avrebbe compreso, ma perché sapeva che lei non voleva che si sentisse così. Smarrito, diviso in due.

Quando lesse quella frase si accorse che forse Emma non era l’unica persona a esserne a conoscenza, che forse anche non essere biologicamente legati, non lo rendeva immune al suo sguardo.

 

~ PoV Regina

 

Poteva farsi accompagnare. Una perfetta scusa per parlare, ma qualcosa in lei, forse una sorta di protezione dalla paura di affrontare le insicurezze che l’amore in passato gli aveva creato, aveva preferito farle guadagnare altro tempo, come se ne avesse a disposizione una quantità illimitata.

Pensava che se Emma fosse stata arrabbiata o delusa della sua scelta avrebbe avuto ragione, e ora commiserarsi non serviva a nulla. Si era svegliata presto, più del suo solito “presto”. La pensava e ripensava come una stupida.

Probabilmente sarebbe stato più maturo Henry in questa situazione che lei. Sprofondata nella comodità del suo divano si strinse nella propria coperta, con in sottofondo il rumore del telegiornale del mattino, che ignorava. Non sentì nemmeno il rumore della porta, poiché i pensieri la estraniavano dalla realtà.

“Mamma!”

Saltò dallo spavento.

“Scusa non ti avevo sentito entrare”. Si alzò, e lo andò a salutare. 

Henry era sorpreso che fosse lì. Solitamente non amava crogiolarsi, quando lo faceva era pensierosa oppure malata. 

“Sembrerebbe che la nonna non sia stata l’unica ad esagerare.” Disse in tono divertito.

“Non essere ridicolo. Sono soltanto pensierosa.”

Lo sguardo di Regina non ammise repliche. Non avrebbe mai permesso che suo figlio adolescente, l’avrebbe vista in quelle condizioni.

“Parliamo di cose importanti. Del tuo appuntamento ad esempio. Non dovevi incontrarti con Violet.”

Il suo viso si tinse di rosso.

“Non dovresti entrare nella mia camera, potevo essere nudo.”

Si difese lui, cercando un modo per nasconderle quanto romantico fosse, quasi come se fosse una vergogna.

“Il tuo pudore non ti farebbe dormire tranquillo pensando che qualcuno possa vederti nudo.”

“Non dovresti farlo comunque.”

Lei rise divertita, rendendo Henry ancora più irritato.

“Scusa.” 

Il suo turbamento non le passo inosservato, lei era confusa dalla sera precedente, ma non lo era fino al punto di non notare che in suo figlio qualcosa non andasse.

“Perché sei così ansioso?”

Chiese Regina, che con un gesto della mano lo invitò a sedersi.

“Non sono ansioso.”

Lui distolse lo sguardo, prese il telecomando, e cambio diversi canali fingendo di essere interessato a qualcosa che non esistesse.

Lei gli tolse il telecomando dalle mani, e lo girò nella sua direzione.

“Non mentirmi e non dirmi che è solo frutto della mia immaginazione oppure perché sono iperprotettiva. Non fuggire come Emma.”

Quella frase lo scombussolò.

“Sono confuso. A volte mi sento come se dovessi rispettare un copione prestabilito, e che in questo non ci sia nessun spazio per chi voglio essere io realmente.”

Quelle stesse paure un po’ le ricordavano le costrizioni a cui era abituata vivendo con Cora. Lei voleva che Regina ottenesse tutto ciò che in passato lei desiderava per se stessa, non avendo nessuno scrupolo a calpestare ciò che Regina desiderasse realmente.

“Non essere sciocco come lo sono stata io. Non lo sei mai stato, e quello che hai creato ne è la prova. Non avrei mai immaginato uno scenario diverso dall’uccidere Biancaneve, e invece ora è diverso. Non avere paura di mostrare chi tu sia realmente, dimostra alla gente chi è Henry Mills, e poco importa se le tue decisioni saranno diverse da quelle che si aspettano. Lei ti amerà lo stesso indipendentemente da qualunque gesto eclatante.”

Henry rimase di sasso, non sapeva se fosse lui troppo limpido nelle sue emozioni oppure lei brava a leggerlo dentro.

“È così evidente?”

“Non agli occhi degli altri, ma ai miei come a quelli di Emma sarebbe strano non notarlo.”

”Il mio obbiettivo non è nessun gesto eclatante, sia chiaro, ma qualcosa che la lasci sorpresa, e se mi aiutaste facendo si che per questa sera la mia punizione non sia valida, sarebbe perfetto.”

Chiese lui speranzoso.

“Assolutamente no, e se pensi di scavalcarmi chiedendolo ad Emma, la tua punizione diventerà uno stile di vita.” 

Henry dalla delusione sprofondò ancora di più nel divano e poggiò i piedi sul tavolino di fronte a lui per indispettirla.

 

~ PoV Emma

 

Era nuovamente fuori quella porta bianca, indecisa se bussare oppure no. Non sapeva cosa dirle. Non voleva indispettirla, ma nemmeno rischiare di fingere che nulla fosse successo, rischiando che tutto fosse accantonato nel dimenticatoio.

Bussò, e ad aprirgli fu Henry.

“Buongiorno. Credevo fossi da Violet.”

Lo disse guardandosi intorno, cercandola con la visuale migliore che potesse avere da quel punto.

Lei lo seguì nel salone.

“Oramai del mio appuntamento sarà a conoscenza tutta Storybrooke. Non mi sorprenderei se Ruby organizzasse una scommessa su quanto tempo impiegherà Violet a lasciarmi essendo in punizione per l’eternità.”

Lo sguardo di Emma era terrorizzato, anche se razionalmente sapeva che lui non fosse a conoscenza della scommessa, sentirgli pronunciare quelle parole la turbò.

“Hai un concetto di eternità alquanto distorto. Resisterai, e se il principe azzurro e Biancaneve ci hanno insegnato qualcosa, e che l’amore ti aspetta, indipendentemente dalle avversità che la vita ci riserva.”

“Da quanto sei così speranzosa, e perché parli come se fossi in un film Disney?”

Effettivamente non era da lei, però entrare in quell’ottica era indispensabile per non permettere alle paura delle storie passate di rovinare quelle future.

“Un po’ di speranza in questo momento serve anche a me ragazzino.”

Disse lei continuando a guardarsi intorno.

“Cerchi la mamma?!” Fu più un’affermazione che una domanda.

“No. Si.”

“Si oppure no?”

“Cioè si. Volevo invitarvi a colazione da Granny’s.”

Henry la guardò incuriosito.

“Non sapendo che io fossi qui la frase più corretta da utilizzare è: “volevo invitarla a colazione.” 

Henry rise.

Ad interromperli fu Regina, che scendendo dalle scale guardò la sua ospite.

Emma la vide in tutta la sua naturalezza, senza nessun fronzolo. Struccata e in pantaloni da Yoga. L’effetto che le sortì non cambiò minimamente dal classico sconvolgimento ormonale che quella donna le provocava. Le si seccò la gola, come solitamente le capitava quando era agitata.

“Buongiorno Emma.”

“Perché sei ancora in pigiama?”

“Sono le nove del mattino di sabato, e se ricorderai il sabato io non lavoro, a differenza dello sceriffo di Storybrooke.”

“Mio padre è abbastanza per sopperire all’elevata criminalità che si insedia negli angoli oscuri di questo paese noioso.”

Il suo lato ironico non passo inosservato a Regina, che con disappunto rispose:

“Lo ricorderò quando firmerò il tuo assegno.”

Regina andò in cucina, mentre Henry guardò Emma ancora più incuriosito dal loro comportamento, finché un messaggio non attirò la sua attenzione.

“Sono riuscita a liberarmi prima del previsto. Ti aspetto fuori la scuola.”

Lo sguardò di Henry si illuminò, e non aspettando un attimo in più lascio le madri ai loro battibecchi per raggiungere la sua fidanzata.

I loro sguardi si incrociarono, finché Emma le si avvicinò, quasi da sentire il battito di Regina accelerare dall’emozione di averla a un passo da lei. 

“Vorrei parlarti.” Disse Emma

Non si toccavano ma le loro energie erano percepibili.

“Magari più tardi.”

Regina prese la sua mano, e sparirono in una nube viola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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